Le magnifiche sorti e regressive

Il 26 e 27 novembre prossimi l’Oval Lingotto di Torino ospiterà la settima edizione di Aerospace & Defense Meetings, l’unica business convention internazionale per l’industria aerospaziale e della difesa in Italia che rappresenta l’occasione per sviluppare nuovi progetti con imprese provenienti da tutto il mondo.
L’iniziativa, che vede la collaborazione della Camera di commercio di Torino, fa parte delle attività della Regione Piemonte a sostegno dell’internazionalizzazione del settore, tra cui rientrano il Progetto Integrato di Filiera e le azioni di attrazione di investimenti gestiti da Ceipiemonte. Articolato in due giorni di incontri B2B, appuntamenti pre-organizzati e personalizzati con gli uffici acquisti delle principali aziende aerospaziali straniere e italiane in cerca di fornitori e soluzioni, il programma prevede anche un ricco calendario di eventi, workshop, sessioni sulle politiche degli acquisti e gestione della catena di forniture, seminari sull’innovazione e conferenze internazionali di alto livello tecnico. Ad oggi sono iscritti già 800 operatori e saranno presenti le maggiori aziende del comparto.
Alla presentazione, tenutasi il 31 ottobre nel palazzo della Regione, hanno partecipato Alberto Cirio, presidente della Regione, Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di commercio di Torino, Fabrizio Ricca, assessore regionale all’Internazionalizzazione, Tommaso Dealessandri, presidente del Distretto aerospaziale, Pierpaolo Antonioli, presidente di Ceipiemonte. Intervenuti anche i manager delle aziende partner: Leonardo, Thales Alenia Space, Avio Aero, Collins Aerospace, Altec. Guarda le immagini
“La presenza di un sistema completo di eccellenze produttive e scientifiche, con la combinazione di grandi, piccole e medie imprese, Università e diversi centri di ricerca, fa del Piemonte uno dei più importanti distretti aerospaziali a livello mondiale, oltre ad esprimerne la vocazione per l’innovazione tecnologica – ha dichiarato Cirio – Questo rende il nostro territorio una scelta di successo anche per le aziende straniere che mirano a investire nel settore. E proprio per sostenere comparti strategici, la Regione ha lanciato recentemente un pacchetto di 50 milioni di euro, attraverso i fondi europei, per sostenere progetti di ricerca e sviluppo anche in campo aerospaziale”.
“L’industria aerospaziale – ha proseguito il presidente – rientra nell’area di sviluppo complessa, come l’abbiamo ribattezzata, e questi momenti sono fondamentali. Abbiamo investito tanto in questi mesi perché Ceip, il nostro centro che si occupa di attrarre eventi e investimenti delle aziende straniere, fosse supportato in ogni modo perché questa edizione fosse ulteriormente potenziata. E così è stato. Non dimentichiamo che l’evento avviene nel momento in cui a Bruxelles si decidono i destini dell’industria aerospaziale europea, e questo ci aiuta a far sì che il faro sia puntato sul Piemonte, che è centrale a livello mondiale per l’industria dell’aerospazio, non dimenticando che dietro i colossi ci sono tantissime piccole e medie imprese torinesi che costruiscono un pezzo del successo di questo settore potendo contare su risorse umane eccellenti”.
“L’aerospazio è un comparto economico strategico per la nostra Regione – ha aggiunto Ricca – Lo è perché in questo ambito in Piemonte operano delle realtà d’eccellenza che brillano non solo nel panorama italiano ed europeo, dove occupano posizioni da leader di mercato, ma anche a livello internazionale. E’ nostro primario impegno fare in modo che queste occasioni di incontro tra aziende e operatori diventino la base per rendere ancora più competitivi tale settore”.
Tra le novità principali figurano un avanzato sistema di Leonardo che permette ad aerei, elicotteri e velivoli senza equipaggio di svolgere operazioni di intelligence, sorveglianza, ricerca e soccorso, i moduli realizzati da Thales Alenia Space per la Stazione Spaziale Internazionale e i progetti di esplorazione ExoMars, BepiColombo ed Euclid, la stampa 3D di Avio Aero per diminuire drasticamente la quantità di scarti e soprattutto permettere l’utilizzo di leghe metalliche non esistenti prima d’ora, i prodotti di attuazione ad alta tecnologia per controlli di volo primari e secondari di Collins Aerospace, il sistema Skymetry di Altec con la nuova tecnologia che consente prima la completa pianificazione del volo aereo, compresa la calibrazione dei sensori.
Programma e contenuti degli Aerospace & Defense Meetings 2019
La manifestazione prevede una conferenza internazionale sul tema della trasformazione della Supply Chain 2020+, che vedrà alternarsi le voci di grandi imprese internazionali nell’illustrare alle pmi come trasformare i propri processi produttivi per soddisfare le esigenze della committenza e quali sono le tendenze principali da considerare per soddisfare le aspettative dei maggiori acquirenti. Sono inseriti in calendario anche focus specifici sul settore Spazio, grazie alla partecipazione significativa di grandi aziende nazionali e internazionali.
Nel pomeriggio del 27 novembre è in programma l’assemblea generale dell’EACP – European Aerospace Cluster Partnership, rete composta da 46 partner che prevede la continuazione dei lavori al Centro Congressi Torino Incontra anche nei due giorni successivi, il 28 e il 29.
Inoltre, sarà allestita una mostra tematica finalizzata a mettere in evidenza le competenze tecnologiche più innovative esistenti in Piemonte. Quest’area sarà la vetrina di tecnologie e prodotti utilizzabili in ambito aerospaziale sviluppati da aziende che operano in settori non solo o non prevalentemente connessi all’aerospazio, come ad esempio tecnologie pulite, automotive, meccatronica, salute e benessere, tessile, abbigliamento e design. Le tecnologie saranno raggruppate e inserite in due macro-ambiti: interni cabina dil velivoli e moduli abitativi spaziali, soluzioni, prodotti, tecnologie e i servizi legati all’allestimento; presentazione di prodotti e progetti innovativi in tema di eco-sostenibilità e risparmio energetico. Trasversalmente a tali ambiti, si collocano prodotti e componenti realizzati con tecnologia “additive” a uso aerospaziale e applicazioni IOT.
Infine, sarà predisposta un’area brevetti, dove il Politecnico e l’Università di Torino in primis potranno dare evidenza, della capacità e del know-how del Piemonte in termini di ricerca, sviluppo e innovazione nel campo della progettazione, offrendo nuove idee e soluzioni all’avanguardia pronte per essere sviluppate e implementate nel settore aerospaziale.
Dal 25 al 27 ottobre scorsi si è svolto l’annuale Pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, anche conosciuto come Ordine di Malta o, più brevemente, come Smom, a cui la Delegazione del Piemonte e Valle d’Aosta dello stesso Ordine ha partecipato con la solita nutrita partecipazione che sempre la contraddistingue. Hanno preso parte una ventina di ammalati accompagnati da circa un centinaio di membri e volontari.
Fin dal Medioevo la Santa Casa di Loreto è ritenuta la casa dove la Vergine Maria visse e crebbe il giovane Gesù. Nel 1469 venne costruita una grande basilica attorno al piccolo santuario e il luogo sacro richiama ormai ogni anno circa quattro milioni di pellegrini e visitatori. Nel mese di ottobre i membri ed i volontari italiani del Sovrano Ordine di Malta si recano qui in pellegrinaggio per accompagnare i signori malati e ospiti disabili con lo stesso animo e spirito che, da sempre, contraddistingue il motto del Sovrano Ordine di Malta: “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum” ovvero “la difesa della fede e l’aiuto ai poveri”.
Il Sovrano Ordine di Malta rappresenta una delle istituzioni più antiche della civiltà occidentale e cristiana. Ordine religioso laicale della Chiesa Cattolica sin dal lontano 1113, oltre ad essere soggetto di diritto internazionale, il Sovrano Ordine di Malta intrattiene relazioni diplomatiche con più di cento Stati e con l’Unione Europea ed ha lo status di osservatore permanente alle Nazioni Unite.
Oggi l’Ordine di Malta opera in 120 paesi dove fornisce assistenza alle persone bisognose attraverso le sue attività mediche, sociali e umanitarie. Nel quotidiano il suo ampio spettro di progetti sociali fornisce un aiuto costante a coloro che sono dimenticati o esclusi dalla società. L’Ordine si impegna in modo particolare ad aiutare le persone che sono colpite da conflitti armati (presente a Lampedusa con il Cisom, Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, nello svolgimento delle attività dell’ operazione “Mare Nostrum”, in collaborazione con la Marina Militare) o disastri naturali (da ricordare l’intervento dell’Ordine di Malta in occasione del terremoto in Emilia del 2012 e quello a seguito dell’alluvione nella provincia di Alessandria a fine ottobre di quest’anno) fornendo assistenza medica, prestando cure ai profughi e distribuendo medicinali e attrezzature di base per la sopravvivenza. In tutto il mondo l’Ordine di Malta si dedica alla tutela della dignità umana e all’assistenza di tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, indipendentemente dalla loro origine, religione o razza. Questo ha reso l’Ordine di Malta una istituzione neutrale, imparziale e apolitica.
Anche quest’anno la partecipazione nazionale al pellegrinaggio è stata molto alta: vescovi, sacerdoti e diaconi, medici e farmacisti, infermieri, sorelle, barellieri, giovani aiutanti, accompagnatori e pellegrini assistiti. Assai nutrita la presenza di giovani e giovanissimi, sempre gentili e premurosi; dava allegria la moltitudine di berretti rossi, che rallegravano l’atmosfera e hanno meritato l’assegnazione di medaglie lauretane, consegnate in Basilica. Anche il tempo è stato favorevole, un cielo azzurro limpido che contrastava con il profilo del Santuario della Santa Casa ed un senso di pace dato dal mirabile paesaggio su Castelfidardo il Conero e Porto Recanati che si godeva dai belvedere, disseminati nel paese.
Il prossimo pellegrinaggio della Delegazione del Piemonte e Valle d’Aosta dell’Ordine di Malta avverrà al Santuario di Nostra Signora di Lourdes a maggio prossimo.
Emanuele Farina Sansone
Dal Governo 828 milioni, dal 2020 al 2032, per la linea 2 della Metropolitana di Torino. L’annuncio giunge dal viceministro dell’Economia e Finanze, Laura Castelli, che parla di “un’infrastruttura strategica per Torino e per tutta l’area metropolitana. Questo risultato consentirà a Chiara Appendino ed alla sua Amministrazione di avviare un progetto atteso da tutta la comunità”.
Il tartufo diventa materia di studio
Nel piano didattico degli istituti scolastici e delle agenzie professionali piemontesi verrà sperimentato un momento limitato, ma denso di contenuto, sul tartufo, quello bianco d’Alba, ma sulla sua scia anche sui tartufi neri e invernali, che costituiscono un tratto distintivo della gastronomia piemontese in tutto il mondo. In Piemonte, dalle osterie agli stellati, una galassia di professionisti sa come servire, selezionare, conservare, servire, abbinare e illustrare il prodotto. Queste capacità richiedono di essere diffuse, rafforzate, consolidate. Ecco perché si ritiene utile che le giovani leve presenti nel sistema formativo e scolastico regionale si accostino al “mondo del tartufo” e imparino a trasmettere ai turisti non solo un prodotto, ma un’esperienza, una storia di successo, un forte legame con territorio ed un volano per l’economia.
È questa una delle novità emerse nel corso della prima riunione della Consulta per la valorizzazione per patrimonio tartufigeno regionale, che, rinnovata a seguito dell’insediamento della nuova Giunta, ha iniziato i suoi lavori presieduta dal vicepresidente Fabio Carosso.
Tanti i temi affrontati, a partire alla costatazione di come nel corso del tempo si sia assistendo a una diminuzione della superficie destinata al tartufo nero, l’unico coltivabile, attraverso la tecnica della “micorizzazione” (associazione simbiotica tra il fungo e la pianta). In questo caso di tratta si stimolare la diffusione di piante che ben si prestino alla crescita del tartufo nero e di evitare che quelle esistenti vengano tagliate, magari prevedendo un più alto incentivo economico per i contadini che investono sul lungo periodo sulla produzione tartufigena.
Un altro problema preso in esame è stato quello della certificazione delle piante, procedura oggi non esistente in Piemonte. Per questo l’Ipla (Istituto piemontese per le piante da legno e l’ambiente) insieme al Cnr lavoreranno a delle linee guida per produrre delle piantine tartufigene di qualità e per la loro certificazione.
“Ci troviamo davanti a un lavoro molto impegnativo – ha concluso Carosso – con una visione di progetti a medio lungo periodo.”
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Il libro di Barbara Castellaro è pubblicato da Infinito Edizioni
Nel suo libro “Requiem per la Bosnia” Barbara Castellaro racconta le emozioni degli incontri e dei luoghi che ha conosciuto nel cuore dei Balcani. Lì, nel bel mezzo della terra degli slavi del sud, s’incontrano l’Oriente e l’Occidente e ci si accorge che molta della storia europea inizia e finisce in quel luogo.
Un tempo era il territorio al centro di un Paese che non c’è più, la parte più jugoslava della Jugoslavia. Lì si può incontrare la quintessenza dei Balcani e si può immaginare quello che sono stati da sempre: un luogo d’incontro, scambio, mescolanza e di appartenenza a un destino comune. “Bratstvo i jedinstvo”, “fratellanza e unità”, come recitava il motto coniato ai tempi di Tito per indicare il tratto d’unione dei popoli della Repubblica federale. Era lo spirito laico, interetnico e tollerante sul quale si fondava la Jugoslavia. Poi, tutto precipitò in una escalation che portò alla guerra con tutto il suo carico di orrori e tragedie, fino a quando tacquero le armi e venne la “terribile pace”. Barbara Castellaro, nel suo libro ( pubblicato da Infinito Edizioni nella prestigiosa collana “Orienti” con l’introduzione e le foto di Paolo Siccardi) non ha inteso affrontare il tema dei conflitti, guardando al “tempo del dopo”, a ciò che rimane di quello spirito balcanico che, come un’aurea, avvolge cose e persone. Sono volti e storie di quei Balcani che, nelle pagine di “Requiem per la Bosnia”, offrono immagini esplosive come lampi, dove si avverte la corposa densità dei sentimenti. Uno spessore emozionale che, però, non oscura il bisogno di guardare e riflettere a mente fredda, ben oltre vent’anni dopo, sulla guerra che insanguinò quell’angolo d’Europa e sulla lunga e terribile scia che si è lasciata dietro. Una guerra che ha rappresentato l’evento più cruento del lungo processo disgregativo che ha messo fine alla Jugoslavia. Sono passati più di quattro lustri dagli anni più bui della “decade malefica” delle guerre che hanno insanguinato quella parte d’Europa. E dieci anni dal tempo del racconto di Barbara Castellaro, anche se le istantanee che hanno scattato i suoi occhi non appaiono molto diverse da quelle di oggi. La situazione si è solo complicata e i fili spezzati dalla guerra alla metà degli anni ’90 si sono solo riannodati malamente, senza risolvere i problemi di fondo. Anzi, ora la crisi è più dura, i rancori crescono e quel fuoco che non si è mai spento continua a covare sotto la cenere. Nella repubblica Srpska mettono al bando i libri di testo editi dalla Federazione Bosniaca perché nessuno possa leggere o studiare cos’è avvenuto a Srebrenica.
Il negazionismo si presenta con il suo volto più scuro, qualificandosi come prassi e punta più avanzata di quel nazionalismo estremo che ha prodotto violenze, drammi e lutti. La crisi si mangia le vite e ipoteca il futuro, soprattutto dei giovani. Persino la grande ondata di profughi dirottati dalla tradizionale rotta balcanica ora passa per Sarajevo. Le stime dei numeri non sono certe perché la polizia non riesce a registrare tutti, ma si calcolano tra i quindici e i ventimila richiedenti asilo entrati in Bosnia nel corso dell’ultimo anno. Donne, bambini, uomini dalle “vite senza sponda”, quelle dei migranti che cercano rifugio in Europa, in fuga da bombardamenti e carestie, da cambi di regime, guerre e povertà, violenze tribali. I muri, i fili spinati, le ostilità e i rigurgiti di razzismo hanno solo reso il loro viaggio più arduo e pericoloso. Come dar torto ad Azra Nuhefendić quando scrive che “gli uomini sono come l’acqua: trovano sempre la strada”? Tante, troppe domande sollevate da quei conflitti sono rimaste aperte e senza una risposta; molti insegnamenti di quel che accadde rimangono ancora lì, in attesa di essere indagati e capiti fino in fondo. Barbara Castellaro, descrivendo ciò che ha visto e chi ha incontrato sui suoi passi in terra bosniaca ha colto il “genius loci”, lo spirito di quei luoghi, la vitalità di un popolo che ha sofferto pene indicibili, la sua necessità di non dimenticare e, al tempo stesso, di non sotterrare la cultura del rispetto delle differenze, delle diversità che diventano ricchezza in quel crogiuolo di religioni, culture, storie che era il cuore di un Paese che non c’è più. In Bosnia la memoria del dolore è del tutto contemporanea e non cancella il ricordo di uccisioni, saccheggi, violenze, torture, sequestri, detenzione illegale e sterminio. Ci sarà mai giustizia? Quasi cinque lustri dopo, rimane un profondo senso di ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di impunità per i carnefici di allora, in buona parte ancora a piede libero e considerati da alcuni persino degli “eroi”.
Le donne incontrate e raccontate da Barbara Castellaro chiedono ancora verità e giustizia, accertamento delle responsabilità, condanne per i criminali. Predrag Matvejević scrisse parole amare e sagge: “I tragici fatti dei Balcani continuano, non si esauriscono nel ricordo come avviene per altri. Chi li ha vissuti, chi ne è stato vittima, non li dimentica facilmente. Chi per tanto tempo è stato immerso in essi non può cancellarli dalla memoria”. Soprattutto in un Paese che vive tempi difficili, stretto tra crisi economica, corruzione politica e incertezze istituzionali figlie del trattato di Dayton. La storia recente della Bosnia è segnata dal fallimento dell’Occidente e dell’Europa. La rimozione nasce anche dalla fatica di ammetterlo. La Bosnia è l’unico Paese europeo con una forte radice musulmana, mescolata alla cultura slava e mitteleuropea e con una millenaria storia di contatto tra le tre religioni monoteiste: l’ebraica, la musulmana e la cristiana. Non tener conto di tutto questo equivale a togliere spazio a chi cerca il dialogo e lasciare campo aperto alle reti criminali che rappresentano, quelle sì, l’unico e vero pericolo. Ecco perché il racconto di Barbara Castellaro è utile e prezioso. Non pretende di riassumere quanto è accaduto, ma aiuta ad aprire una finestra, induce a guardarvi attraverso, spinge a conoscere. E’ un buon approccio per chi desidererà poi approfondire la storia dell’imbroglio sanguinoso di un massacro costruito in laboratorio e sdoganato all’opinione pubblica come conflitto di civiltà, scontro tribale o generica barbarie.
Condomini con maggior risparmio energetico. Per migliorare la situazione in Piemonte, arriva un bando dalla Regione che aiuterà anche economicamente chi vorrà rendere i propri appartamenti meno dispersivi. Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati che nel corso della seduta della prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, ha evidenziato i punti più importanti dell’assestamento al Bilancio.
Ci sarà anche un bando riservato, ai Comuni in forma singola o associata e agli Enti gestori delle aree protette, per il rinnovo delle flotte dei mezzi a disposizione dell’amministrazione.
Previsti inoltre stanziamenti per i Comuni sede d’impianto di discarica o inceneritori e per gli accordi di programma per attività di recupero e servizio idrico ambientale in Val Bormida e per attività di bonifica amianto di Balangero.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri del M5s Giorgio Bertola e Sean Sacco e del Pd Domenico Rossi, per chiedere alla Giunta chiarimenti relativamente a un possibile nuovo progetto per finanziare i consorzi e consenta di raggiungere gli obbiettivi fissati in ambito di raccolta differenziata, a interventi per la rimozione di manufatti pubblici e privati di amianto e all’eco bonus per la sostituzione dei veicoli inquinanti.
L’assessore ha risposto che sulla raccolta differenziata si procederà in fase di bilancio preventivo, che sull’amianto la Giunta ha in cantiere un Piano strategico straordinario della durata di cinque anni che coinvolgerà l’intera regione e che, a differenza di quanto previsto dal precedente esecutivo, l’eco bonus non sarà riservato solo alle attività lavorative ma esteso ai privati cittadini.
L’art. 2054 del Codice Civile disciplina la responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli e, più in generale, dell’assicurazione RC Auto.
I principi fondamentali presenti in questo articolo del Codice Civile affermano che, contrariamente alla regola generale secondo la quale l’onere della prova è sempre a carico di chi ha subito il danno, nel caso di incidente automobilistico entrambi i conducenti devono dimostrare di non aver avuto nessuna responsabilità (inversione dell’onere della prova). L’articolo in questione afferma anche la responsabilità solidale del proprietario e, in ultimo, quella anche per omessa manutenzione o controllo del veicolo. Questi principi fondamentali sono stati concepiti per essere posti a tutela degli interessi del danneggiato, cosiccome, in linea generale, tutto il sistema legato all’assicurazione obbligatoria RC Auto.
Fino al 1969 non vi era alcun obbligo di legge per l’assicurazione degli autoveicoli, ciò avveniva solo su base volontaria. Rende obbligatoria l’assicurazione RC Auto la Legge 990 del 24 dicembre 1969 e l’ articolo 1 recita:
“I veicoli a motore senza guida di rotaie, compresi i filoveicoli e i rimorchi non possono essere posti in circolazione su strade di uso pubblico o su aree a queste equiparate se non siano coperti secondo le disposizioni della presente legge, dall’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi prevista dell’art. 2054 del C.C.
L’assicurazione deve comprendere anche la responsabilità per i danni alla persona causati ai trasportati, qualunque sia il titolo in base al quale è effettuato il trasporto.”
L’obbligo di assicurare i veicoli è, infatti, oggi previsto dall’articolo 122 del Codice delle Assicurazioni (che richiama l’articolo 2054 del Codice Civile) e dall’articolo 193 del Codice della Strada. La legge 990 si riferisce solo ai veicoli a motore, senza guida di rotaie inclusi filobus e rimorchi, posti in circolazione su strade ad uso pubblico e su aree a queste equiparate. L’obbligo di assicurazione permane anche per i rimorchi, anche nel caso in cui lo stesso rimanga fermo e non venga utilizzato.
La normativa non individua in modo specifico il soggetto su cui grava l’obbligo della copertura assicurativa, tuttavia l’obbligo grava sul titolare dell’interesse da assicurare. Sono genericamente obbligati, quindi, coloro che mettono in circolazione un veicolo: il conducente, il proprietario e gli altri soggetti coinvolti (quali il locatario in leasing, il titolare di autofficina che metta in circolazione un veicolo riparato al fine di effettuare delle prove tecniche, o il titolare di autoconcessionaria che faccia circolare un veicolo per dimostrazioni a scopo di vendita).
Dal 2011 la verifica della presenza o assenza di copertura assicurativa obbligatoria di un veicolo a motore può essere effettuata da parte delle Forze dell’Ordine, incrociando i dati relativi ai contratti di assicurazione emessi dalle Compagnie di Assicurazione e quelli provenienti dai dispositivi e apparecchi di rilevazione della velocità o degli accessi dei veicoli nei centri storici o a traffico limitato delle città. In questo modo le Forze dell’Ordine potranno confrontare i dati in loro possesso con le banche dati degli uffici di Motorizzazione e le banche dati dell’Ania per verificare la presenza della copertura assicurativa.
Il suggerimento, quindi, è quello di verificare la scadenza del proprio contratto di assicurazione.
Emanuele Farina Sansone