ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 45

“Progresso sostenibile”, incontro all’Environment Park di Torino

Si è svolto presso l’Environment Park di Torino, il parco tecnologico da oltre 20 anni tra i luoghi simbolo della città per i temi legati all’ambiente e alla sostenibilità, l’incontro dal titolo “DA 20 ANNI IN VIAGGIO”, organizzato da Uomo e Ambiente Società Benefit. Le parole “Progresso sostenibile”, che affiancano il logo aziendale sin dalla fondazione dell’azienda, testimoniano la visione lungimirante di un approccio al fare impresa che nel 2004 era impensabile e oggi alimenta il dibattito quotidiano. Da allora, Uomo e Ambiente opera come un sistema integrato e multidisciplinare di competenze che affianca aziende e organizzazioni pubbliche e private divulgando equità sociale e rispetto della natura, impatto positivo sull’ambiente e sulle persone, aiutandole in una crescita economica parallela a quella etica.

In occasione dei 20 anni di attività, i fondatori Nunzia Giunta e Mario Burrascano hanno organizzato un incontro di dialogo e scambio di competenze ed esperienze, che mira a ispirare e muovere all’azione altri soggetti della società civile, diventando dei veri market mover. Il tema del viaggio è servito da metafora per interpretare ogni punto di arrivo come un nuovo punto di partenza, perché soprattutto quando si parla di temi complessi come la sostenibilità non si è mai davvero arrivati.

Uomo e Ambiente, che è anche una delle 22 aziende piemontesi e 266 italiane ad oggi certificate B Corp, oltre a presentare i risultati dell’impatto della propria attività attraverso il Bilancio di Sostenibilità, ha riunito a Torino esperti di economia, gestione aziendale e sostenibilità per individuare nuove mete da raggiungere e scoprire insieme nuovi e sempre più completi e concreti approcci alla sostenibilità, affinché questa possa sempre più affermarsi come un naturale istinto all’azione.

Nei saluti istituzionali, Chiara Foglietta, assessora della città di Torino alla transizione ecologica e digitale, innovazione, mobilità e trasporti, ha sottolineato come la cittadinanza di Torino, dove è in atto un profondo cambiamento, non sia pronta e ne abbia ancora paura. Responsabilità, questa, della classe politica, che non è ancora riuscita a far capire che sostenibilità non è una parola che permette di ottenere una medaglia, ma una necessità per il bene di tutti, cittadini, imprese, enti, e che solo con un impegno condiviso si potrà realizzare.

L’introduzione ai lavori è stata affidata a Luigi Di Marco, coordinatore per l’Italia dell’ASviS Associazione per lo Sviluppo Sostenibile, che ha ripercorso le principali tappe verso i goal dell’agenda ONU 2030, le normative europee e gli obiettivi da soddisfare per le amministrazioni pubbliche, le aziende private e i cittadini tutti, e come agire nel pratico della quotidianità per raggiungerli. La parola cambiamento è tornata a più riprese: il cambiamento è in atto e ci impone di fare delle scelte, se non vogliamo esserne vittime. Anche se non vogliamo, i cambiamenti avvengono, quello tecnologico, climatico, la pandemia, la guerra… Possiamo scegliere di essere agenti del cambiamento che vogliamo. “Il futuro che vogliamo” non a caso era il motto della Dichiarazione Onu Rio +20 del 2012. Rispetto agli obiettivi da raggiungere, la corsa non è solo contro il tempo, ma anche contro i rischi già esistenti e sempre più preoccupanti di disinformation e misinformation,

Sul palco anche altri protagonisti:

L’avvocato Federico Riganti, ricercatore del Dipartimento di Management della Facoltà di Economia dell’Università di Torino;

Pietro Saccò, responsabile della redazione Economia del quotidiano Avvenire;

Franco Fassio, docente di cultura del design all’UNISG di Pollenzo;

Veruska Gennari, co-fondatrice insieme a Daniela di Ciaccio di 2bHappy, culture company che promuove un approccio scientifico alla felicità;

Sergio Bava, direttore commerciale imprese di Intesa San Paolo;

Marella Caramazza, Direttore Generale Istud Business School e Board Member del Cottino Social Impact Campus;

Alberto Robiati, esperto di innovazione e specializzato in Futures & Foresight Studies.

Il rating di Moody’s premia ancora il Piemonte

Moody’s aumenta il rating della Regione Piemonte che passa dal livello Ba1 (area “Non-investiment Grade”) a quello Baa3 (primo gradino dell’area Investiment Grade). Un giudizio estremamente positivo anche perché inserisce il Piemonte tra le zone in cui è vantaggioso programmare investimenti.

È un ulteriore tassello del lavoro fatto in questi anni: il bilancio della Regione Piemonte ha infatti visto un miglioramento costante e duraturo in questi anni, come certificato dalla Corte dei Conti nei suoi giudizi annuali di parifica, e anche dagli esperti dell’agenzia internazionale Moody’s. Solo pochi mesi fa Moody’s aveva promosso la Regione, unica in Italia, con il passaggio del rating della Regione Piemonte da Ba2 a Ba1, valutandone in aumento l’affidabilità e l’efficienza. Ora un nuovo giudizio positivo con il passaggio dal livello Ba1 al Baa3. Unica regione in Italia ad aver fatto due scatti in avanti nelle ultime due rilevazioni.

“La nuova valutazione di Moody’s premia ancora il grande lavoro di questi anni”, commenta il presidente Alberto Cirio – nei quali abbiamo lavorato riducendo il debito di 2,3 miliardi di euro come certificato anche dalla Corte dei Conti. Una Regione stabile è una Regione credibile ed è più forte, come ci dice Moody’s, nel conquistare e ottenere la fiducia delle imprese e di chi vuole investire in Piemonte creando sviluppo, crescita e posti di lavoro”.

“Un successo senza ombra di dubbio – commenta l’Assessore al Bilancio Andrea Tronzano (nella foto) – frutto di un lavoro sinergico che ha permesso in questi anni di operare riducendo il debito e ottimizzando le risorse a disposizione, non a caso anche il Financial Times ci considera una regione in cui vale la pena investire. Sono sicuro che con questi dati aumenteremo ancora di più la competitività e l’attrattività del nostro sistema”.

Agricoltura, una risorsa. Aiuti alle filiere in difficoltà per il clima e i mercati internazionali

«Dalla Regione nuove misure concrete per le filiere agroalimentari dei settori zootecnico, ortofrutticolo e vitivinicolo, in difficoltà a causa degli effetti del cambiamento climatico e dell’andamento dei mercati internazionali. Dopo la richiesta di riconoscimento di calamità naturale per la siccità del 2023, avanzata nell’ambito del confronto con i principali rappresentanti del mondo vitivinicolo, come Vignaioli Piemontesi, Piemonte Land of wine, Associazione dei Comuni del Moscato e alcune cantine sociali, ci siamo attivati anche per rispondere alle istanze dei viticoltori del Brachetto e dei produttori dell’ortofrutta, come quelli della Mela rossa Cuneo Igp, e della carne di razza piemontese: così ci siamo rivolti al presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per richiedere, a favore dei comparti colpiti dalla siccità, la proroga al 31 luglio dello stato di emergenza idrica, dichiarato con le delibere del Consiglio dei ministri del 4 luglio e del 28 dicembre 2022». Lo comunicano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, commentando le nuove misure di sostegno alle aziende agroalimentari.

La Regione ha inoltre richiesto la deroga al riconoscimento stesso della calamità naturale: le aziende agricole colpite possono effettuare la ricognizione dei danni subiti anche al fine di ottenere la moratoria dei mutui. «Dai numerosi incontri con le organizzazioni agricole, i consorzi di tutela e le associazioni di produttori – hanno aggiunto il presidente Cirio e l’assessore Protopapa – è emerso che le filiere hanno registrato negli ultimi anni una grave crisi di mercato dovuta al cambiamento climatico e, in particolare, alla siccità, oltre che all’andamento dei mercati internazionali. E adesso la loro sopravvivenza è a rischio. È quindi fondamentale l’intervento del Governo: queste produzioni di qualità certificata sono strategiche per l’economia del Piemonte e del Paese».

Come già comunicato, si conferma che le aziende agricole hanno tempo fino al 18 aprile per trasmettere ai Comuni di riferimento i dati relativi all’entità dei danni da siccità subiti nel 2023. I Comuni, a loro volta, qualora i danni segnalati siano superiori al 30% della produzione lorda vendibile aziendale, trasmetteranno le informazioni alla Regione entro la fine del mese.

Piemonte seconda regione in Italia per numero di Comunità energetiche

CIRO (Italy for Climate): terza per assorbimenti naturali di CO2

 

La regione si distingue a livello nazionale per diverse best practice in termini di sostenibilità ambientale, grazie all’analisi in dettaglio dalla nuova piattaforma CIRO, realizzata da Italy for Climate in collaborazione con Ispra, che utilizza 26 indicatori articolati in 8 aree tematiche (emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità)

 

Il nuovo database, offrendo un quadro completo delle performance climatiche regionali, supporta le Amministrazioni locali nel processo di decarbonizzazione dei propri territori e nel raggiungimento degli obiettivi climatici

 

 

Terza per migliore performance nazionale in termini di assorbimenti naturali in rapporto alla superficie, con 215 tonnellate di gas serra assorbite per km quadrato contro una media di 91, la regione registra ottimi risultati anche in termini di energia rinnovabile, posizionandosi al secondo posto per numero di Comunità energetiche attivate nel 2022, pari a 11. Particolarmente negative invece le performance del settore agricolo e sul tasso di consumi di energia finale pro-capite, di poco superiore a quello nazionale, su cui impatta la forte industrializzazione e l’alto fabbisogno di riscaldamento degli edifici.

Questi sono solo alcuni degli elementi che qualificano la performance climatica del Piemonte, esaminata in dettaglio dalla nuova piattaforma CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns), realizzata da Italy for Climate – centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – in collaborazione con Ispra, che raccoglie, analizza con indicatori originali e mette a confronto dati e buone pratiche ambientali adottate dalle Regioni italiane per guidarle nel processo di decarbonizzazione dei propri territori.

Uno strumento intuitivo e fruibile con cui Italy for Climate intende fornire al dibattito pubblico e alle Amministrazioni locali un quadro completo e aggiornato che consenta di identificare, per singola regione e in confronto alle altre, gli elementi di forza, le aree di miglioramento e le migliori pratiche da adottare attraverso 26 indicatori articolati in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità.

Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate: «Per guidare con successo un territorio verso la transizione energetica è essenziale avere una visione completa dell’andamento dei principali indicatori climatici della regione, per identificare quali sono le aree che richiedono lo sviluppo di strategie mirate ed efficaci per mitigare e affrontare la crisi climatica. Con quest’obiettivo, insieme a Ispra, abbiamo voluto sviluppare una piattaforma di condivisione di dati e buone pratiche, selezionando 26 indicatori chiave, molti dei quali frutto di specifiche elaborazioni originali, per una lettura intuitiva e comprensibile dei principali indicatori in gioco». 

 

Le 8 aree tematiche di CIRO che individuano le migliori performance del Piemonte in dettaglio:

  1. Emissioniil Piemonte è la terza regione in Italia per assorbimenti naturali in rapporto alla superficie con 215 tonnellate di gas serra assorbite per km quadrato (contro una media nazionale di 91); per quanto riguarda le emissioni pro capite, la performance è invece leggermente inferiore alla media.

 

  1. Energiain termini di distribuzione delle fonti, il mix energetico del Piemonte rispetto alla media nazionale presenta una quota maggiore di gas e un consumo di carbone pari a zero; i consumi di energia finale pro capite sono di poco superiori alla media e su questo pesa probabilmente la forte industrializzazione e l’alto fabbisogno di riscaldamento degli edifici.

 

  1. Rinnovabiliil Piemonte è stata la seconda regione in Italia per numero di comunità energetiche attivate nel 2022, pari a 11; positiva è anche la quota di energia soddisfatta da fonti rinnovabili (pari al 18%) è in linea con la media nazionale nonostante l’alto fabbisogno di energia, mente i kW di nuovi impianti rinnovabili installati nel 2022 in rapporto alla superficie è stato inferiore alla media.

 

  1. Trasportila performance del Piemonte in questo settore è sostanzialmente in linea con la media nazionale, per emissioni settoriali pro capite, numero di automobili e passeggeri trasportati dal TPL in rapporto alla popolazione; meno positiva è la performance per la quota di elettrico sulle nuove immatricolazioni, ben inferiore alla media nazionale.

 

  1. Edifici: i consumi medi degli edifici, le emissioni pro capite e la quota di consumi elettrici nel settore registrano tutti performance peggiori della media nazionale, e su questo pesa probabilmente l’alto fabbisogno di riscaldamento; la quota di edifici in classe A (pari al 9%) è in linea con la media.
  1. Industriala performance del settore in Piemonte è generalmente positiva in rapporto al valore aggiunto prodotto dal Piemonte, con emissioni pro-capite inferiori alla media e consumi di energia sostanzialmente in linea; la quota di consumi elettrici è invece ancora inferiore alla media.
  1. Agricolturail settore in Piemonte registra performance peggiori della media nazionale mediamente su tutti gli indicatori, ovvero nelle emissioni pro capite, nel numero di bovini allevati in rapporto alla popolazione, nell’uso di fertilizzanti e nella quota di agricoltura biologica.

 

  1. Vulnerabilitàpositiva la performance in termini di quota di popolazione residente in area a rischio alluvione e di perdite della rete idrica, entrambe ben inferiori alla media nazionale; il tasso di consumo di suolo è invece in linea con la media, mentre il numero di eventi estremi registrato nel 2022 è stato leggermente superiore alla media

 

 

Italy for Climate è un’iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in partnership con Enea, Ispra ed RSE, e promossa da A2A, Chiesi, Conou, Davines, Edison, Elettricità Futura, H&K Strategies, illy, Italian Exhibition Group, Terna.

www.italyforclimate.org

 

Deegito – Turin Digital Festival: Due giornate di formazione e innovazione digitale

Oggi e domani, 11 e 12 aprile 2024, la città di Torino ospita la quinta edizione di Deegito, il festival di formazione e innovazione digitale, presso il Pacific Hotel Fortino.
Deegito non è solo un evento, ma un vero e proprio festival del digitale.
Oltre 30 esperti del settore, tra cui l’esperto SEO e imprenditore digitale Gabriele Pantaleo, condivideranno le loro conoscenze e le migliori pratiche durante interessantissimi workshop.
A tal proposito, Gabriele, con oltre 14 anni di esperienza nel settore, affronterà un argomento importante: come applicare la SEO per ridurre i costi di acquisizione del cliente.
La tematica, rispecchia la sua impresa, ossia, quella di aiutare con la seo e non solo, gli impreditori di qualsiasi attività a ridurre costi e spese senza rimunciare a risultati eccellenti che includano fidelizzazione dei clienti e acquisizione nuovi clienti.
Programma del Deegito
Il primo giorno del festival sarà interamente dedicato all’esplorazione e all’analisi del dinamico panorama digitale. La sessione mattutina sarà dedicata all’approfondimento di temi di vitale importanza, compresi gli ultimi sviluppi e le tendenze emergenti nel settore digitale, i cambiamenti nel comportamento dei consumatori e le strategie vincenti adottate dalle aziende per rimanere competitive in questo ambiente in continua evoluzione.
Durante il pomeriggio, l’attenzione si sposterà sugli strumenti pratici e operativi del mondo digitale. Sarà offerta una panoramica dettagliata delle migliori soluzioni disponibili, con focus su applicazioni pratiche e casi di studio concreti. Gli esperti presenteranno una serie di strumenti digitali chiave, dalle piattaforme di gestione dei social media agli strumenti di analisi dei dati, offrendo agli partecipanti l’opportunità di comprendere appieno il potenziale e l’impatto di queste risorse nella pratica aziendale.
Il programma del primo giorno mira non solo a fornire una panoramica approfondita del panorama digitale attuale, ma anche a fornire agli partecipanti le conoscenze e le risorse necessarie per navigare con successo in questo ambiente sempre più complesso e competitivo. Con una combinazione di sessioni informative e pratiche, il festival offre un’opportunità senza precedenti per acquisire competenze fondamentali e strategie innovative nel mondo digitale in continua evoluzione.
Il secondo giorno del festival si concentrerà sull’operatività al mattino e sull’ottimizzazione nel pomeriggio. Durante la sessione mattutina, l’attenzione sarà rivolta all’implementazione pratica di strategie digitali e alla gestione delle attività operative. Gli esperti guideranno i partecipanti attraverso le best practices e le procedure per ottimizzare l’efficienza delle operazioni digitali.
Nel pomeriggio, il focus si sposterà sull’ottimizzazione delle prestazioni. Sarà data particolare enfasi a come migliorare la visibilità online e rafforzare le strategie di marketing per massimizzare i risultati. Gli esperti condivideranno tecniche avanzate e strategie comprovate per ottimizzare le campagne digitali, aumentare l’engagement del pubblico e generare conversioni efficaci.
Con un approccio pratico e orientato ai risultati, il secondo giorno del festival offre ai partecipanti l’opportunità di acquisire competenze e conoscenze essenziali per migliorare le proprie operazioni digitali e massimizzare l’impatto delle loro strategie di marketing online.
Deegito è anche un’occasione per fare networking. Avrai l’opportunità di incontrare altri professionisti del settore, condividere esperienze e stabilire connessioni preziose.
Non perdere questa opportunità unica, ci vediamo a Deegito!

 

Stellantis, Tavares: “Non andremo via dall’Italia”

L’ad di Stellantis Carlo Tavares ha smentito una “fuga” del gruppo dal suolo italiano. Però, ha detto che “La concorrenza cinese potrebbe far chiudere dei siti”. Sono le sue dichiarazioni a margine dell’inaugurazione a Torino del nuovo eDCT Assembly Plant, all’interno del progetto Mirafiori Automotive Park 2030. E ha aggiunto: ” qui ci sentiamo a casa. Siamo i leader di questo mercato con più del 34% di quota. Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene, stiamo investendo pesantemente, abbiamo progetti, idee per tenere fede ai nostri impegni. Le fake news aprono la finestra per fare entrare i cinesi, ma noi abbiamo intenzione di rafforzare la nostra leadership nel Paese”. Un messaggio al Governo: “Siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, se qualcuno li vuole introdurre sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese”. Un monito rispetto all’intenzione, da parte del ministro dell’Industria Adolfo Urso, di far arrivare in Italia un secondo produttore, cinese sembrerebbe.

“Non c’è più tempo”

Al valdostano “Forte di Bard”, l’attualissimo problema dell’emergenza climatica nelle immagini fotografiche dell’“Agence France – Press”

Fino al 21 luglio

Bard (Aosta)

Acqua, la sorgente di vita. Terra, lì dove si mettono radici. Aria, il respiro del mondo. Fuoco, l’energia che riscalda e purifica. Acqua Terra Aria Fuoco. Dall’equilibrio di questi quattro elementi dipende da sempre, secondo tutte le “cosmogonie” occidentali ed orientali, la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo.

(Photo by Ed JONES / AFP)

Equilibrio fortemente fiaccato e strapazzato negli ultimi decenni. Con conseguenze gravissime che si toccano con mano nelle immagini dei disastri ambientali che quotidianamente, ed ovunque, ci presentano conti salatissimi per salvare (se ancora possibile!) un minimo di salvabile del nostro Pianeta, nostra “Casa Comune”. Immagini terrificanti, macigni per occhi e cuore, quelle presentate, in proposito, fino al prossimo 21 luglio, nelle Sale dell’“Opera Mortai” del “Forte di Bard”, nell’ambito della rassegna dal titolo inquietante “Non c’è più tempo”, promossa dalla stessa “Fortezza” sabauda e dall’“Agence France – Press (AFP)”, l’“Agenzia di Stampa” francese (fondata nel 1835) fra le più importanti ed autorevoli al mondo. Oltre 80 gli scatti selezionati dagli archivi “AFP”, sotto la curatela di Pierre Fernandez (responsabile della promozione dei contenuti dell’“Agenzia”), suddivisi nelle quattro tematiche (Acqua Terra Aria Fuoco, di cui sopra) e integrate da una “sezione video” che racconta come l’emergenza climatica influisca sempre maggiormente sui flussi migratori odierni, supportata da cifre fornite dal “Global Report on Internal Displacement 2023” e dal nostro “Ministero dell’Interno”.

(Photo by Simon MAINA / AFP)

Da strapparti gli occhi e l’anima l’immagine scelta per la campagna di comunicazione e diventata un triste emblema dell’emergenza climatica globale: lo scatto del giovane brasiliano di Recife, Leo Malafaia, che ritrae la maschera di dolore di un adolescente, che emerge dalle acque nerastre della spiaggia di Itapuama, contaminate da una fuoriuscita di petrolio che nel settembre 2019 devastò circa 2mila km. della costa brasiliana, in particolare la regione di Abrolhos, santuario delle “megattere” e habitat di formazioni coralline uniche al mondo.

Dal Brasile alla Corea del Sud, dall’Africa alla Grecia. Non meno drammatiche l’immagine di Ed Jones (corrispondente “AFP” per la Corea”) con quella fitta cappa di smog (Aria) che avvolge interamente a Seoul il quartiere di Gwanghwamun o la drammatica cristallizazione, opera del keniota Simon Maina, di quelle donne “turkane”, rassegnate al nulla del mondo, che trasportano legna nel deserto (Terra) di Loyangalani, nel nord del Kenia. Senza dimenticare la foto del greco Angelos Tzortzinis che documenta il lavoro instancabile dei vigili del fuoco e degli abitanti di Pefki, in Grecia, mentre cercano di domare le fiamme pronte a mangiarsi una casa (Fuoco). Siamo nell’agosto del 2021, quando inarrestabili incendi (i peggiori dal 2007) aggravati dalle temperature record e dai forti venti portarono morte e la distruzione di 600 ettari di boschi, oltreché di centinaia di case e di interi allevamenti.

(Photo by ANGELOS TZORTZINIS / AFP)

“Le conseguenze causate dalle attività umane – spiega il curatore, Pierre Fernandezcoinvolgono tutti, in modo sempre più repentino: siccità, inondazioni, ondate di caldo, incendi, insicurezza alimentare, carenza idrica, malattie, innalzamento del livello delle acque. L’acqua è diventata scarsa e la siccità colpisce un numero crescente di Paesi. … Il 2024 potrebbe battere il record di calore stabilito lo scorso anno. La temperatura della superficie terrestre è destinata ad aumentare di 2,7°C entro il 2100 rispetto all’era preindustriale. Si prevede che questo livello spingerà più di due miliardi di persone fuori dalla zona di comfort climatico che ha permesso all’umanità di prosperare per millenni, secondo uno studio pubblicato su ‘Nature Sustainability’”. Parole decisamente preoccupanti, attenuate almeno un po’ da quanto afferma la presidente del “Forte di Bard”, Ornella Badery: “L’emergenza climatica  è una situazione in evoluzione, che può essere governata; l’obiettivo per la nostra istituzione è porre l’attenzione per richiamare ognuno di noi alle proprie responsabilità di fronte alle sorti del Pianeta, il suo futuro è nelle nostre mani: a noi la scelta”. Belle parole. Ma quanto l’Uomo, i litigiosi potenti della Terra riusciranno a seguirle? Le prospettive, ahinoi, non sono delle migliori.

Gianni Milani

“Non c’è più tempo”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 21 luglio

Orari: mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

Nelle foto: Leo Malafaia “Un ragazzo emerge dalle acque invase dal petrolio davanti alla spiaggia di Itapuama; Ed Jones “Il quartiere di Gwanghwamun a Seoul, avvolto in una fitta cappa di smog; Simon Maina “Donne turkane trasportano legna nel deserto di Loyangalani, nel nord del Kenya; Angelos Tzortzinis “Vigili del fuoco e abitanti di Pefki, in Grecia, cercano di domare le fiamme che minacciano una casa”

Se muore il cointestatario del conto corrente, ecco come comportarsi

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Capire cosa fare di fronte alla morte del coniuge e al conto corrente cointestato può risultare complesso e pieno di cavilli.

Alla morte del cointestatario defunto, il coniuge e altri soggetti eventuali chiamati all’eredità hanno il diritto di conoscere le giacenze presso l’istituto di credito. Ciò avviene solo previa presentazione di un atto notorio e di un certificato di morte. A questo punto il coniuge può avere tutte le notizie inerenti al conto corrente del cointestatario defunto.

Nella successione non rientra l’intera somma che compone il conto corrente ma solo ed esclusivamente il 50%, mentre il restante 50% viene liquidato per intero al coniuge vivente. In linea generale, di fronte a questa fattispecie si possono verificare due casi. Il primo è dato dalla possibilità del cointestatario vivente di esigere l’intera liquidazione del conto corrente e il secondo è dato dalla ripartizione del denaro tra gli eredi. Nel primo caso bisogna sapere se il conto corrente è a firma disgiunta (per qualsiasi operazione basta la firma di uno dei due soggetti) o congiunta (per i prelievi sono necessarie 2 firme). Nel caso di firma congiunta il conto viene preventivamente bloccato fino a che non si identificano gli eredi i quali potranno svolgere qualsiasi operazione insieme all’intestatario vivente.

Nel caso di firma disgiunta il cointestatario vivente tecnicamente può svolgere qualsiasi attività. Per evitare diatribe tra coniuge ed eredi, la banca blocca temporaneamente il conto. Può accadere che uno degli eredi comunichi alla banca, tramite lettera raccomandata, la sua obiezione nell’utilizzo disgiunto del conto. Di conseguenza, quest’ultimo può richiedere al cointestatario vivente un rimborso dei saldi prelevati dal cointestatario stesso. In questa maniera nessuno (né il cointestatario vivente e né gli eredi) possono accedere alla liquidazione del conto corrente del defunto.

Anche nel secondo caso (interventi sul saldo attivo del conto) bisogna fare una distinzione tra firma congiunta e disgiunta. Di fronte a un conto con firma congiunta, il cointestatario vivente perde ogni potere sul saldo attivo. La parziale liquidazione al coniuge cointestatario e a eventuali eredi avviene secondo il valore delle quote stabilite per legge.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

“L’intelligenza artificiale al servizio della biodiversità”

Giovedì 11 aprile alle ore 18.00, “Parla Con Me” torna in diretta con un episodio imperdibile, presentando Giuseppe “Beppe” Manno –Founder presso Apicoltura Urbana Società Benefit – LinkedIn Top Voices Ambiente – TEDx Speaker.

Durante la trasmissione, condotta da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist e fondatrice di “Parla Con Me”, si andranno ad approfondire anche il ruolo ecologico delle api nell’ecosistema, evidenziando il loro impatto positivo sulla conservazione della biodiversità vegetale e sulla salute degli ecosistemi naturali.

Si esplorerà come la perdita di popolazioni apistiche possa avere ripercussioni significative sull’equilibrio ecologico, con possibili conseguenze sulla disponibilità di risorse alimentari e sulla stabilità degli ecosistemi.

Inoltre, si discuterà delle sfide che le api affrontano nel contesto attuale, tra cui la perdita di habitat, la deforestazione e i cambiamenti climatici, e di come l’adozione di tecnologie innovative come l’Intelligenza Artificiale possa contribuire a mitigare tali minacce e a promuovere la conservazione delle api e degli impollinatori.

“Parla Con Me” sarà trasmesso in diretta sulla pagina LinkedIn Top Voices e Facebook di Simona Riccio, oltre al canale YouTube di Parla Con Me. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti saranno condivisi attraverso i canali social ufficiali.

La missione di “Parla Con Me” si estende al coinvolgimento dei giovani, promuovendo un cambio generazionale in un mondo che richiede consapevolezza e sostenibilità. Per riascoltare le puntate e per ulteriori informazioni, visitate il sito ufficiale www.parlaconmeofficial.it.

Partecipate  numerosi giovedì 7 marzo alle ore 18.00 su www.parlaconmeofficial.it.

Per riascoltare tutte le edizioni precedenti potete visitare il sito www.parlaconmeofficial.it

Export al top per l’agroalimentare piemontese

A cura di lineaitaliapiemonte.it  – In crescita l’export alimentare piemontese: boom di vendite in Francia, Germania e Usa. Da gennaio a settembre 2023 le imprese piemontesi dell’industria alimentare e delle bevande hanno esportato merci per oltre 6 miliardi di euro. Nell’intero anno 2022 le esportazioni piemontesi del settore alimentare e delle bevande avevano raggiunto gli 8 miliardi di euro (+14,4% sul 2021). I primi tre paesi di destinazione sono la Francia (il 16,1%), la Germania (il 15,2%) e gli Usa (l’8,2%), secondo i dati della Camera di Commercio di Torino.

2024 nuovo record per export cibo made in Italy

A livello nazionale, il 2024 fa segnare un nuovo record per le esportazioni di cibo Made in Italy, con una crescita del 14% a gennaio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, nonostante le tensioni internazionali, con guerre e blocchi che ostacolano i transiti commerciali. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Istat.

Necessario rimuovere ostacoli commerciali ma anche strutturali

“Questo trend di crescita deve però far sì che vengano incrementati gli accordi di filiera per sostenere le produzioni piemontesi dalla carne bovina alla frutta fino alle nocciole. Serve, quindi, un’attenzione che l’agroindustria virtuosa auspichiamo, ponga sempre di più dimostrando disponibilità ad attivare accordi che diano impulso all’economia alimentare piemontese. Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve rimuovere gli ostacoli commerciali  – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -, ma anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra sud e nord del paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. L’obiettivo è portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030”.