ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 407

I prodotti naturali dell’Amazzonia a marchio Granado arrivano in Italia

La ricerca di un modello di vita sempre più ecosostenibile è diventata ancor più essenziale oggi, nell’era post Covid, dopo i mesi difficili del lockdown, che ci hanno  portato ad apprezzare ancor più  il contatto ed il rispetto della natura.

E natura significa anche compiere scelte green ed ecologiche in campi differenziati, da quello degli spostamenti a quello delle scelte nel riscaldamento, da quello dell’arredamento a quello del vestiario finoa quello, non meno importante nella vita quotidiana, della cosmesi.

Ne è stata ben consalevole Cristiane Parisi, designer nata in Brasile e vissuta nella bellissima Rio da Janeiro, approdata di recente a vivere a Torino e diventata italiana grazie ai suoi antenati che, a inizio del secolo scorso, lasciarono il Veneto per cercare fortuna in Brasile.

Cristiane, durante tutta la sua vita, ha utilizzato prodotti terapeutici e per la cura del corpo Granado, storico marchio brasiliano. Da neonata la madre la cospargeva di talco, appunto, Granado. Mentre suo padre, ogni mattina, usava il sapone da barba ‘Granado’ per il rito della rasatura.

Nel cuore pulsante del Brasile, a Rio de Janeiro, si trova una farmacia che vanta una tradizione ultracentenaria e che, dal lontano 1870, costituisce un punto di riferimento per coloro che sono alla ricerca di prodotti di qualità. Granado ha anche ricevuto il riconoscimento di “Official Pharmacy of the Brazilian Imperial Family”.

I suoi prodotti sono diventati delle vere e proprie icone per il popolo brasiliano. Il successo è legato principalmente al fatto che tutti gli ingredienti utilizzati sono naturali e che, per la maggior parte, siano derivati da frutti e erbe provenienti dall’Amazzonia. Questo fatto, ovviamente, rende i prodotti Granado, la cui offerta è molto ricca avendo ormai superato i 400 prodotti, assolutamente unici ed esclusivi. Oltretutto, in anni più recenti, l’azienda è entrata a far parte di altri settori, quali i prodotti per la cura della casa (diffusori d’ambiente e candele) e la profumeria. Granado, in particolare, sta investendo molto nella profumeria. La sua ricca linea di profumi Eau de Toilette e Cologne utilizzano essenze intense e fresche, quali sandalo, eucalipto, rosa damascena, fave di Tonka, arancio amaro, verbena del Brasile e tante altre.

All’estero Granado è ancora pochissimo conosciuto e i brasiliani che vivono in Europa devono contare sui propri viaggi a casa per rifornirsi di questi prodotti e delle loro proprietà uniche. Soltanto recentemente l’azienda ha aperto tre negozi diretti nel centro di Parigi.

Non stupisce, quindi, che Cristiane abbia proposto a Carlo Patetta Rotta, imprenditore torinese e suo fidanzato, di tentare di prendere la rappresentanza del marchio per l’Italia. E dopo un periodo di trattative, la coppia è adesso pronta a distribuire Granado nel nostro Paese.

Cristiane e Carlo, in queste settimane, stanno selezionando attentamente i negozi dove distribuire i prodotti: eleganti profumerie, negozi di design, concept stores, SPA, negozi per regali nei centri delle più belle cittadine italiane sono state individuate come i migliori ‘partner’ in questa avventura imprenditoriale. A partire da settembre, inizierà la distribuzione dei prodotti a Torino, Cuneo, Milano. Nel 2021, invece, la distribuzione si allargherà a tante altre città italiane.

Mara Martellotta 

Per le attività interessate, contattare carlo.patetta@incubeliving.com

 

Aule all’aperto per un migliaio di studenti nei punti verdi torinesi

A partire dal 10 agosto e fino al 30 settembre la Città di Torino ed Edisu Piemonte organizzano le aule studio all’aperto.

È una sperimentazione che allestirà  nel capoluogo piemontese oltre 900 posti per gli studenti che così potranno studiare in sicurezza in 7 punti verdi dislocati da nord a sud sul territorio urbano. Il Campus Diffuso e’ un’idea anglosassone che prevede spazi didattici per lo studio, il tempo libero, integrati al tessuto urbano. “Lo studio è un’attività che non è fatta solo di applicazione didattica – osserva  il Rettore, Stefano Geuna. – Ma è anche esperienza e socialità”.

Nuovi contributi per le scuole di montagna

La Regione Piemonte sostiene con convinzione il mantenimento e lo sviluppo dei servizi scolastici statali nei territori montani anche per l’anno 2020-2021.

Come annuncia il vicepresidente e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, la Giunta ha deciso la predisposizione di un bando per la concessione di contributi per complessivi 300.000 euro.

Le Unioni montane sedi di plessi scolastici potranno formulare, in accordo con gli istituti di riferimento, programmi capaci di garantire nelle scuole statali dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado l’impiego del personale necessario per assicurare il mantenimento dell’offerta in caso di accertate condizioni di sofferenza, documentata marginalità e rischio di chiusura.

Inoltre, potranno provvedere alla razionalizzazione di situazioni di pluriclasse dove sono documentabili particolari disagi dovuti alla composizione delle stesse in rapporto alla dotazione di personale docente e al tempo scuola previsto.

Ogni programma dovrà considerare la dotazione dei servizi scolastici esistenti, la loro dislocazione e le caratteristiche geomorfologiche del territorio.

Vini curiosi a difesa del territorio

Salotto letterario-musicale, con licenze scientifiche in compagnia dell’enologo Donato Lanati, venerdì 7 agosto nel borgo antico di Exilles, per un’Ode al Vino, arricchita dalla conduzione di Bruno Gambarotta e dalla componente artistica di Bruno Maria Ferraro (Rassegna Teatro&Letteratura, Direttore Artistico Ivana Ferri, collaborazionI di Camera di Commercio di Torino e Azienda Agricola l’Garbin).

 

Si è parlato di identità, territorio e onestà, di produzioni eroiche e di nuove strategie. Si è parlato di una cultura tra le più antiche, che ha affascinato egiziani, ebrei, greci e fenici, per poi diffondersi in Magna Grecia e risalire in Italia 2000 anni fa, con il mitico viaggio di Ulisse.

 

“Il vino è una storia impressionante” ha esordito il guru del vino Lanati. “In 2000 anni, i nostri contadini sono riusciti a selezionare e a individuare il posto ideale per coltivare per ognuna delle due mila varietà presenti, lungo le migliaia di ecosistemi diffusi sul ponte italiano del Mediterraneo. Siamo il Paese più ricco di varietà del mondo, ancor più della Georgia e della Mesopotamia. Abbiamo dei grandi vitigni come Barbera, Nebbiolo e Sangiovese, ma anche delle grandi curiosità coltivate da artigiani eroici, i veri artefici del Made in Italy”.

 

Protagonisti del pomeriggio, sono dunque state le curiosità autoctone e piccole doc della Val di Susa: Becuet, Baratuciat e Avanà.

“Sono stato attratto dalla curiosità e dalla voglia di ritornare al desiderio di origine. Essere davanti ad un autoctono, coltivato da diverso tempo, è come avere davanti a me gli ambasciatori della cultura sociale. Il desiderio di origine viene soddisfatto quando, nella nostra mente, si crea la voglia di rivivere qualcosa che ci aveva emozionato in passato. Il vino è capace di grande comunicazione sensoriale ed emozionale e lo fa attraverso colore, gusto e profumo. Solo nel profumo, ci sono 500 molecole in movimento: un tripudio di sensazioni senza pari, anche se, il nostro naso ne sente appena 150. Dietro a un bicchiere di vino ci sono storie di persone; ci sono centinaia o migliaia di anni di territorio”.

 

Venticinque ettari complessivi coltivati sulle montagne della Val di Susa e sette produttori raggruppati nel Consorzio di Tutela Valsusa Doc, rappresentano una produzione davvero curiosa ed eroica, che è tanta passione ed, evidentemente, poca economia.

 

“Le mode portano economia. Il vino onesto, invece, è un’altra cosa; le varietà rare fanno mantenere vivi i territori. Sono l’espressione della sostenibilità”.

 

Dalle note nostalgiche e a quelle concrete, la lectio di Lanati si è fatta oggettiva.

 

Oggi, c’è bisogno di identità. Questi vitigni rappresentano la purezza e la biodiversità. Per vincere sui mercati dobbiamo confrontarci con l’identità che altri non hanno”.

 

 

Il territorio è il vero protagonista per il successo di un vino.

 

“Ce lo insegnano i francesi dal ‘700, parlando di Borgogna, di Champagne e di Bordeaux. In termini di bravura, ci battono solo in comunicazione e per pochi vini (il 2%). Non dimentichiamoci che un vitigno è asportabile per essere prodotto dall’altra parte del mondo; il territorio, invece, nessuno ce lo può portare via! E’ la nostra indissolubile identità”.

 

“Abbiamo battuto tutti i Paesi del mondo e, da decenni, siamo sempre in finale con la Francia. Per battere i francesi, dobbiamo fare qualcosa di più: essere secondi vuol dire migliorare, ma senza scimmiottare nessuno. Le barrique, per esempio, a mio avviso, non hanno nulla a che fare con i nostri vini. Nascondono la nostra identità e ci impediscono di esprimere il sapore del nostro territorio.

Nella varietà c’è il Dna che produce la qualità. Il plus arriva da una determinata microzona che sfugge al dominio del Dna, quindi una qualità superiore. L’acino è il detentore di tutto: andamento stagionale e lavoro dell’uomo. Altro aspetto fondamentale, è la resa: non più del 35/40 hl per ettaro; un grappolo a tralcio”.

 

La longevità del vino. “Il vitigno è un traduttore dell’energia solare ambientale per tutti i micro-andamenti della terra. Nel mio Laboratorio di Ricerca Applicata Enosis Meraviglia di Fubine, nel Monferrato, stiamo studiando cosa determina la longevità del vino. Non è, certamente, l’anidride solforosa, ma sono quelle micorrize legate radici presenti in uno specifico terreno. Anche qui, è il terreno che fa la differenza”.

 

Strategia di comunicazione.

 

La comunicazione del vino deve essere: concreta, trasparente e sintetica. Di un vino occorre raccontare la storia delle persone che ci sono dietro e promuovere la costanza della qualità di produzione. E’ la costanza che fa diventare marchio”.

 

Il valore di un vino lo fa il mercato o….. lo determinano le aste.

“Di solito, il valore di un vino è legato a quello del territorio nel quale viene prodotto. Per i vini curiosi, storici ed eroici, credo che le aste siano un grande metro per conoscerne il valore effettivo”. 

 

Alla domanda provocatoria di Gambarotta, “cosa dovrebbe bere il premier Conte?”, lo scienziato del vino ha risposto sorridendo: “forse, per studiare Zaia, dovrebbe bere del Prosecco. Oppure, avrebbe una grande possibilità per infrangere il sistema e la dilagante omologazione: bere vini veri e autoctoni!”. 

Dal Recovery fund alle nuove tasse. Per i popoli è sempre una fregatura

A far comprendere che non era e non è più possibile proseguire nella strada dell’austerità, dei tagli alla sanità, dei tagli ai servizi pubblici, dell’aumento delle imposte ai poveri cristi e nelle politiche della “crescita” economica, che non è affatto illimitata, che genera spirali incontrollate, inquinamento ambientale ed è pagata unicamente dalle fasce povere della popolazione, a vantaggio di quelle ricche e in grado di investire i loro danari nelle speculazioni economico-finanziarie…

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Dal Recovery Fund alle nuove tasse. Per i popoli è sempre una fregatura

Volontariato, aggiornata la convenzione con la protezione civile

Ferma da 5 anni, la convenzione che regola i rapporti con le organizzazioni di volontariato della Protezione civile è stata aggiornata e approvata oggi dalla Giunta della Regione Piemonte.

La convenzione biennale 2020-2021 è stata aumenta di oltre il 10% per ogni Associazione per un importo complessivo di 2.686.000 euro a favore del Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte, del Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte Odv, del Coordinamento delle sezioni piemontesi dell’Associazione Nazionale Alpini, della Croce Rossa Italiana – Comitato Regionale del Piemonte, del Coordinamento Protezione Civile ANC Regione Piemonte, dell’ANPAS-Comitato Regionale Piemonte, del Banco Alimentare Piemonte ONLUS e del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese.

Il contributo è destinato al mantenimento in efficienza del parco materiali e mezzi della colonna mobile regionale e della capacità di risposta operativa del sistema regionale di protezione civile, e sarà liquidato alle organizzazioni in un’unica soluzione.

L’Assessore regionale alla Protezione civile evidenzia come si sia andati oltre le belle parole che da anni vengono unanimemente spese per i Volontari e ci si sia adoperati per realizzare un gesto concreto. L’incremento dei contributi approvato giunge in un momento in cui le casse non sono certamente piene, ma è stata fatta una scelta strategica di destinazione dei fondi evitando voli pindarici in questo momento non attuabili.

In dettaglio, l’incremento della convenzione è quantificato in 392.000 euro per il biennio 2020-2021. Prevede 150.000 euro annui a favore Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte; 15.000 euro annui a favore del Coordinamento delle sezioni piemontesi dell’Associazione Nazionale Alpini; 5.000, euro annui a favore della Croce Rossa Italiana – Comitato Regionale del Piemonte; 15.000 euro annui a favore del Coordinamento Protezione Civile ANC Regione Piemonte; 2.000 euro annui a favore dell’ANPAS-Comitato Regionale Piemonte, 5.000 annui a favore del Banco Alimentare Piemonte ONLUS, 150.000 euro a favore del Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte Odv e 50.000 euro per il Soccorso Alpino e Speleologico piemontese (questi ultimi due per l’anno 2020).

 

Hiroshima e Nagasaki, una tragedia da non dimenticare

Giovedì 6 agosto si è tenuta – come ogni anno – una iniziativa per commemorare la tragedia di Hiroshima e Nagasaki. Evento in questa occasione particolarmente significativo, perché nel 2020 cadono i 75 anni del primo uso dell’arma atomica.

La manifestazione si è svolta in Piazza Carignano, a Torino, a partire dalle h 21.00, ed è stata promossa dalla “Casa Umanista” e dal “Coordinamento contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi”. La serata, costituita da momenti di silenzio, di canto, di musica e di riflessione, è stata aperta da una rappresentante della Casa Umanista, che ha riassunto gli obbiettivi della mobilitazione. Fra questi, di particolare importanza, la richiesta al nostro Parlamento di ratificare il trattato ONU per il bando delle armi nucleari.

In questa direzione è stato accolto con grandissimo apprezzamento l’intervento svolto in Parlamento, nello stesso pomeriggio di giorno 6, dal Sen. Mauro Laus.  Sono seguite considerazioni e testimonianze di numerosi rappresentanti di movimenti per la pace, la non violenza, il dialogo ecc. Fra le più”rilevanti”, quelle di Graziella Silipo della C.G.I.L., di Maria Boffetta di Senzatomica, del Consigliere Regionale Silvio Magliano e del portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi” Giampiero Leo che ha trasmesso anche il saluto del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. In particolare, Leo ha voluto citare l’intervento svolto da Papa Francesco, il 24 novembre scorso al Memoriale della Pace di Hiroshima, che ha detto: “non possiamo permettere che le attuali e le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, quella memoria che è garanzia e stimolo per costruire un futuro più giusto e fraterno”. Aggiungendo poi: ”bisogna agire tutti insieme, senza divisioni, per scongiurare l’impensabile, cercando un punto d’incontro non più basato sulla paura bensì sul comune interesse. L’equilibrio del terrore – specie in questo nuovo, instabile contesto mondiale – è un filo che rischia di spezzarsi ogni giorno. Solo la tessitura del dialogo riannoda ogni giorno la speranza dell’umanità.  In conclusione della serata si sono lanciate anche immediate iniziative di aiuto e solidarietà col Libano.

A Roma un incontro per affrontare tutti i guai del trasporto pubblico

Potrebbe concretizzarsi a breve l’incontro sul tema del trasporto pubblico chiesto dalle Regioni ai Ministri delle Infrastrutture, della Salute e degli Affari regionali. È quanto è emerso  dalla Conferenza delle Regioni a Roma, cui ha partecipato l’Assessore regionale ai Trasporti Gabusi, dopo l’incontro tecnico con i colleghi.

Tutte le Regioni concordano sulla necessità di un chiarimento urgente sulle norme di utilizzo del trasporto pubblico locale: l’ordinanza del Ministro della Salute che ripristina il distanziamento a bordo ha infatti gettato nel caos i trasporti degli ultimi giorni lasciando a terra moltissimi passeggeri. Le successive dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti circa la libertà delle Regioni di stabilire autonomamente il pieno carico o il carico parziale o il distanziamento a bordo sono giudicate prive di senso.

L’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte sottolinea come non si possano cambiare le regole ogni giorno e come sia inaccettabile lasciare le Regioni allo sbando in una decisione così cruciale per la sicurezza di tutti. Una situazione così incerta crea danno sia ai cittadini, che alla sera non sanno se il mattino successivo riusciranno a prendere il treno o il bus e viceversa, sia alle Istituzioni, che si sentono investite di una responsabilità non loro, sia la filiera del trasporto pubblico, che riversa ormai in grave sofferenza.

In attesa di conoscere le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico e dell’incontro con i Ministri la Regione Piemonte mantiene il carico dei mezzi al 50%, come indicato nell’ordinanza del Ministro della Salute.

Sostegno alle imprese, basta assistenzialismo

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, commenta i dati pubblicati da IRES, che evidenziano un aumento dei beneficiari di sussidi reddituali. «L’assistenzialismo è una strada che porta a pericolosi vicoli ciechi. Occorre invece sostenere concretamente le nostre aziende e i lavoratori, con politiche efficaci e innovative, capaci davvero di rendere attrattivo il Piemonte e di creare nuovi posti di lavoro».

«I sussidi possono rappresentare una soluzione a breve termine per ridurre l’impatto della crisi e dell’emergenza Covid, ma nessuno si illuda che si possa andare avanti a suon di misure di stampo assistenzialista, destinate, per ovvie ragioni, ad esaurirsi. Per rilanciare il lavoro occorre invece puntare sul sostegno alle imprese, sulla formazione, sull’orientamento, sull’innovazione, sulla ricerca e su tutte quelle politiche attive in grado di fare incrociare con efficacia domanda e offerta, favorendo concretamente la creazione di posti di lavoro». Ne è fortemente convinta l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che commenta i numeri del nuovo rapporto che Ires Piemonte, presentato questa mattina al Gruppo di monitoraggio istituzionale della Fase 2, che evidenziano, in Piemonte, un aumento considerevole dei percettori del reddito o pensione di cittadinanza, che passano dai 53.505 del 2019 agli attuali 61.762. Un fenomeno che – e non è un caso – interessa soprattutto due delle province più colpite dalla crisi dell’industria: Torino (che passa da 31.768 a 37.367 beneficiari) e Alessandria (da 5.693 a 6.403).

Preoccupanti anche le statistiche relative alla Cassa integrazione in deroga, effetto diretto della pandemia di Covid19: al 19 luglio in Piemonte sono state presentate circa 69mila domande, che hanno coinvolto circa 33mila aziende e circa 92mila lavoratori.

«E’ evidente – commenta Chiorino – che in un momento come questo era necessario intervenire con misure straordinarie. Ma ora è tempo di pensare alle politiche per il futuro, che non possono esaurirsi a mere ricette assitenzialiste. Innanzitutto perché il grande sforzo non può essere protratto all’infinito, ma soprattutto perché il nostro obiettivo deve essere quello di sostenere la creazione di ricchezza e di benessere, stando a fianco delle famiglie che hanno bisogno, ma anche di chi produce, di chi investe, di chi fa impresa e necessita di essere messo nelle condizioni di dare il massimo. Per questo motivo abbiamo varato misure innovative come “Sviluppo impresa” che consentirà a manager di comprovata esperienza e capacità di affiancare le Pmi per prevenire eventuali criticità e sostenerne la crescita. E abbiamo istituito uno strumento in grado di entrare, temporaneamente, nel capitale delle aziende in difficoltà a fine di rilanciarle e metterle al riparo da eventuali attacchi speculativi».

Non solo. Per Chiorino il rilancio deve passare attraverso una nuova attrattività del territorio piemontese, «rendendolo appetibile a nuovi investitori «puntando con forza, ad esempio, sulla formazione di alto livello, creando un modello di Academy – incentrate sull’automotive – ma non solo – capaci di offrire a chi vuole investire in Piemonte personale sempre formato e aggiornato, rispondendo all’esigenza di flessibilità e di velocità che i nuovi mercati, in rapidissima evoluzione, esigono».

«Non ci interessano modelli sostanzialmente pauperisti, basati sostanzialmente sulla rassegnazione alla stagnazione e alla decrescita – conclude Chiorino – La nostra ambizione deve essere quella di riuscire ad abbattere i numeri che oggi leggiamo e di favorire un’occupazione stabile che non può prescindere dal sostegno alle nostre imprese, che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico piemontese. Soltanto raggiungendo questi obiettivi avremo assolto al nostro compito. Non certo cadendo nella tentazione di rifugiarsi in comode scorciatoie che però, in un periodo anche piuttosto breve, finiscono in vicoli ciechi che non risolvono nulla e che non garantiscono, di certo, neppure un futuro ai nostri giovani».

Marazzato, azienda piemontese all’apertura del ponte San Giorgio

Alla cerimonia di inaugurazione con le massime cariche dello Stato presente anche il manager vercellese Davide Marazzato in rappresentanza della storica azienda ambientale italiana che ha contribuito alla nascita del nuovo viadotto autostradale.

All’inaugurazione del nuovo Ponte di Genova sul fiume Polcevera intitolato a San Giorgio che sconfigge il drago, lunedì 3 agosto scorso alle 18.30 era presente anche il ‘Gruppo Marazzato’, da 70 anni a questa parte azienda italiana leader nel settore delle bonifiche ambientali e delle soluzioni per il pianeta.

La storica impresa di Vercelli, che offre giornalmente occupazione e impiego a 250 professionisti dislocati su 8 sedi, con un parco mezzi di oltre 300 unità, si è occupata in nome e per conto del ‘Consorzio Pergenova’ della gestione dei rifiuti, dello smaltimento delle macerie nonché della bonifica dei sedimi destinati ad accogliere l’impianto dei nuovi piloni di sostegno della grande infrastruttura viaria.
Come racconta anche il quotidiano ‘La Stampa’ in un articolo a firma Roberto Maggio, il personale operativo e tecnico specializzato della nota e stimata impresa piemontese hanno smaltito 20 mila tonnellate di terreno, di cui 800 contaminate da inquinanti pericolosi di vario genere. A ciò si aggiunga l’alienazione di ingenti quantitativi di amianto stivato in ben 2.200 ‘big bags’, grandi sacchi bianchi della capienza di un metro cubo cadauno impiegati in ambito industriale per trasportare differenti tipologie di detriti.
Alla cerimonia del taglio del nastro, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del Presidente della Camera Roberto Fico, del Governatore della Liguria Giovanni Toti e del Sindaco di Genova, in rappresentanza dell’azienda piemontese c’era anche Davide Marazzato, Sales Manager dell’omonimo Gruppo.
“Ho avuto modo, in questa importante occasione, di conoscere e apprezzare più da vicino i delegati delle altre imprese presenti come il sottoscritto all’evento che a vario titolo e grado, ognuna per il proprio core business, hanno contributo alla realizzazione dell’opera. E ho constatato con piacere che, proprio come il ‘Gruppo Marazzato’, si tratta perlopiù di aziende familiari, legate per natura e soprattutto per scelta consapevole a quella cultura dei rapporti umani sinceri e del lavoro che anche nella professione fa sempre la differenza. Valori che incarnano quello spirito tipicamente italiano che tutto il mondo ci invidia, che ritroviamo giornalmente nelle nostre maestranze e che abbiamo respirato a pieni polmoni anche nei rapporti con le équipes delle aziende partners”, esordisce il manager.
“Come famiglia e azienda abbiamo sempre posto innanzi a tutto l’orientamento al risultato. Diamo sempre il massimo, con umiltà e dedizione, specie in contesti umani e professionali delicati come questo che richiedono rispetto e riservatezza, intervenendo soltanto laddove la nostra esperienza acquisita sul campo conferisca un valore aggiunto per la collettività che continua a darci crescente fiducia”, conclude soddisfatto Davide Marazzato.