ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 388

Il “Design Tech” ridisegna gli spazi del futuro

Ecco come adattarli alle nuove esigenze di un’epoca post Covid

Il settore del design sta al passo con i tempi, proponendo nuove soluzioni e nuove mappe concettuali in questa società post Covid e intrecciando un dialogo sempre più serrato con l’architettura e la tecnologia, delineando anche i contorni di un mondo nuovo in cui sia auspicabile abitare in futuro.

Tutto ciò diventerà realtà nel complesso denominato ‘Design Tech”, nell’area milanese ex Expo 2015.

“Sta per inaugurare a Milano, nell’ex area Expo – spiega il dottor Alessandro De Cillis, uno dei co founder del progetto – un grande Hub del Design denominato “Design Tech”, promosso dalla scaleup italiana Hi-Interiors, guidata dal ceo Ivan Tallarico,  e che ha trovato la sua naturale collocazione all’interno di ‘Mind’ ( acronimo che indica “Milano Innovation District”), ma che suggerisce immediatamente i concetti di mente e innovazione. Si tratta del primo Hub italiano di innovazione tecnologica dedicato al Design, ospitato nell’ex padiglione Intesa Sanpaolo di Expo 2015, progettato dall’architetto Michele De Lucchi”.

“Questo polo dell’innovazione precisa Alessandro De Cillis – si è ispirato ad un progetto piuttosto ambizioso e articolato che vede il coworking affiancarsi all’ideazione di uno spazio in grado di mettere in contatto tra loro professionisti del mondo dell’arredo,della tecnologia e del design, aziende e start up, in un ampio scenario di competenze“.

“In un periodo di Covid come quello che stiamo vivendo – aggiungeDe Cillis –  dal lockdown in poi, si sono presentate esigenze assolutamente nuove, come la necessità del distanziamento, che ha richiesto un brusco cambiamento dei modelli organizzativi di vita e di lavoro. Non è detto che questa esigenza non si possa figurare come ciclicamente necessaria e tale da imporre il rispetto delle norme di distanziamento e sicurezza, pur nella pratica di quelle stesse attività che venivano compiute, con altre modalità, in tempi precedenti. Il design, allora, diventa uno strumento assolutamente indispensabile al servizio della tecnologia per il raggiungimento di questo scopo, vale a dire per soddisfare la creazione di nuovi scenari per la progettazione, per nuovi modelli d’uso, per una gestione ridisegnata degli spazi e per l’ideazione di nuove modalità di coesistenza degli esseri umani in ambiti lavorativi condivisi ma, al tempo stesso, distanziati”.

“Abbiamo individuato proprio nel periodo del lockdown – precisa il co founder dell’Hub del Design De Cillis –  la priorità di ridisegnare gli spazi, attraverso un modello che potesse essere esportato anche in altre città italiane e all’estero, e che è risultato vincente già nella sua fase iniziale, nella sua capacità di attrarre investitori. Partendo dal Co-working abbiamo poi coinvolto il sistema del Co- Factory e quello del Co-living. La Co-Factory rappresenterà una vera e propria fabbrica che supporterà la produzione di prototipi di nuovi prodotti da parte di start up e aziende”.

“Design Tech – conclude Alessandro De Cillis – diventerà così un incubatore capace di diffondere le tecnologie digitali nel settore del design, che si sta dimostrando in grado di evolversi seguendo le esigenze dei tempi anche difficili che stiamo vivendo. A questo scopo sia la scaleup Hi-Interiors sia Lendlease hanno deciso nei mesi scorsi di lanciare una call per realizzare il primo coworking Covid complaint, in cui riunire architetti, designer, professionisti del settore insieme alle start up”.

Mara Martellotta

 

(nella foto in alto, da sinistra, Talarico e De Cillis)

Politica agricola comune, in arrivo i pagamenti alle aziende

Oltre 23.800 aziende agricole piemontesi stanno ricevendo i contributi da Arpea

 L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha erogato complessivamente 113 milioni di euro di anticipi dei pagamenti della Pac, Politica agricola comune, previsti da Bruxelles per superare la crisi Covid 19.

Arpea, l’Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura, ha liquidato a fine ottobre gli anticipi sino al 70% che fanno riferimento alle domande presentate nel 2020, erogando contributi a oltre 23.800 le aziende agricole piemontesi.

“Con il via libera da Bruxelles, la Regione Piemonte ha provveduto subito a liquidare gli anticipi ai pagamenti Pac – sottolinea l ‘Assessore regionale all’Agricoltura e cibo, Marco Protopapa – per dare immediata liquidità alle nostre aziende agricole piemontesi, proprio in questi giorni in cui anche il comparto risulta nuovamente danneggiato dalle conseguenze della seconda ondata di Covid-19 ”.

DECRETI ANTICIPO COMUNITARIO DU 2020 – DATO AGGREGATO PER PROVINCE

provincia

conteggio

beneficiari

importo lordo

ALESSANDRIA

3489

16.453.677

ASTI

2733

7.265.779

BIELLA

453

2.100.794

CUNEO

9576

30.245.582

NOVARA

943

13.429.694

TORINO

5321

22.271.907

VCO

64

110.920

VERCELLI

1166

20.431.032

FUORI REGIONE (sede legale fuori Piemonte)

77

769.815

TOTALE

23.822

113.079.200

Da Marazzato un aiuto ad Asl e mense dei poveri

COVID, GRUPPO MARAZZATO RACCOGLIE E DONA 28MILA EURO AD ASL E MENSE DEI POVERI
Beneficiari del generoso crowdfunding strutture sanitarie e tavole sociali di Piemonte e Valle d’Aosta.

Anche chi opera da anni nel settore ambientale, durante la pandemia in corso, si è speso attivamente per fornire in maniera concreta e operosa un sostegno alle Asl più periferiche del territorio e alle mense dei poveri più in difficoltà di Piemonte e Valle d’Aosta.

E’ il ‘Gruppo Marazzato’, mobilitatosi durante il lockdown dando vita a ‘Diffondiamo la solidarietà, non il virus’, campagna di crowdfunding attivata sulla nota piattaforma Gofundme disponibile all’indirizzo web https://gf.me/u/ynv2rq.

Un’iniziativa che ha potuto contare sul prezioso aiuto di due noti e amati testimonial provenienti dal mondo della musica, il cantautore bolognese Andrea Mingardi e la raffinata interprete Silvia Mezzanotte, voce storica dei Matia Bazar, che hanno rilasciato sui propri social due video per invitare le persone a donare.

Grazie alla generosità dei benefattori piemontesi e valdostani e dell’azienda vercellese promotrice della macchina solidale, “sono stati raccolti ben 28.000 euro, distribuiti ai primi di agosto scorso e ripartiti fra le aziende sanitarie locali e le tavole sociali giornalmente in prima linea nel fornire sostentamento alimentare alle frange più bisognose della popolazione”, spiegano i fratelli Alberto, Luca e Davide, terza generazione di imprenditori alla guida dell’impresa dopo il nonno Lucillo e il padre Carlo.

“Oggetto della nostra attenzione e di chi ha scelto di dare il proprio, spontaneo contributo caritatevole sono state le ASL di Alessandria, Casale Monferrato e Tortona, Aosta, Biella, Ivrea, Novara, Vercelli e la ASL TO5 per quanto concerne il Torinese. Così come la Mensa Sociale ‘Tavola Amica’ di Aosta, Alessandria e Ivrea in mano alla ‘Caritas’, la mensa ‘Il Pane quotidiano’ di Biella, la mensa dei Frati Cappuccini San Nazzaro della Costa di Novara, la mensa dell’Associazione Don Luigi Longhi Onlus di Vercelli e la ‘Mensa dei Poveri’ di Torino del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ di Don Adriano Gennari”, proseguono.

Per poi aggiungere: “Abbiamo scelto di rendere noto l’esito della campagna, presente anche su Gofundme a riprova di massima trasparenza, soltanto alla ripresa delle attività scolastiche e lavorative perché anche in quest’ultima parte di un anno così critico e difficile sia sempre alta l’attenzione proattiva verso le categorie sociali più in difficoltà”, chiosano i manager del ‘Gruppo Marazzato’.

Malattie rare, come migliorare la qualità della vita

Migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da malattie rare, individuando gli strumenti che possano agevolare il percorso di diagnosi, accesso ai farmaci e alle cure, all’assistenza e all’integrazione sociale. Questo l’obiettivo del webinar che si è svolto nei giorni scorsi sotto il titolo “THINK TANK: RARO E’ PREZIOSO, HACKATHON SULLE MALATTIE RARE”, e al quale hanno partecipato assessori, presidenti di commissioni e direttori regionali oltre a professori, giornalisti, direttori ed esperti sul tema, e con il contributo non condizionante di Alexion.

Ad aprire i lavori il professor Federico Lega, economista sanitario, nella veste di moderatore, che ha subito indicato i punti chiave del dibattito: accessibilità alle cure, sostenibilità delle stesse, capacità di far fronte alle richieste dell’utenza.

La parola è quindi passata a Dario Roccatello, Direttore del Centro di Coordinamento della Rete Interregionale delle Malattie Rare del Piemonte e della Val d’Aosta. “Quello delle malattie rare è un pianeta poco conosciuto e molto complesso”, ha spiegato Roccatello, precisando che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che esistano dalle 6mila alle 8mila differenti malattie rare e che circa il 10% della popolazione mondiale ne sia affetto. “Per malattia rara – ha aggiunto Roccatello – si intende una patologia che colpisce meno di 5 persone su 10.000 nella Comunità Europea. Ecco perché la cura di un paziente arriva a costare anche 250-300 mila euro l’anno. Ma al di là dei costi, è importante affrontare questo tipo di patologie sotto il profilo socio-assistenziale. Su questo fronte la Regione Piemonte, che conta oggi circa 40 mila pazienti affetti da patologie rare, ha sviluppato nel 2004 una rete regionale dedicata e decentrata che coinvolge tutti i medici specialisti che operano presso una struttura del sistema sanitario regionale pubblico. Nel 2008 la rete è stata ampliata alla Valle d’Aosta, ed è stata concepita con l’intento di offrire la miglior risposta alle richieste assistenziali dei pazienti, attraverso appropriate prestazioni di diagnosi e trattamento e mettendo a disposizione servizi assistenziali il più possibile vicini al luogo in cui i pazienti vivono e lavorano”.
Ilaria Ciancaleoni Bartoli, giornalista specializzata nel settore e presidente dell’Osservatorio Malattie Rare, nato come testata giornalistica e diventato un prezioso punto di riferimento e di raccordo tra clinici e pazienti, ha puntato il dito sulle difficoltà diagnostiche, sulla presa in carico e sull’accesso alle terapie, percorso oggi reso ancora più difficoltoso a causa della pandemia Covid-19. “A partire dal 2016 sono stati fatti grandi passi in avanti grazie a una maggiore formazione universitaria. Ma bisogna ancora lavorare molto per migliorare l’interazione tra sistema, malato e famiglia. L’ideale sarebbe riportare la competenza sulle malattie rare in chiave nazionale, con la riforma del titolo V della Carta Costituzionale”.

Francesco Macchia, esperto di politica farmaceutica e sanitaria, ha invece affrontato il tema della reperibilità e del costo dei farmaci per le patologie rare, affermando che l’Italia ha sempre affrontato il tema con eccellenza, e dichiarandosi molto fiducioso sul Testo Unico delle Malattie Rare in discussione alla Camera.

A chiudere i lavori Alessandro Stecco, presidente della Commissione Sanità nel Consiglio Regionale del Piemonte. “Raro vuol dire anche complesso, quindi una sfida, sia per la parte farmacologica sia per quella assistenziale. Ho già presentato un ordine del giorno per aumentare e strutturare meglio la rete per le malattie complesse e rare, anche mediante convenzioni che consentano ai malati di poter disporre di percorsi di cura agevolati e di sostegni per risolvere anche i problemi di tipo amministrativo collegati a queste patologie. Solleciterò anche l’assessorato alla Sanità e il Consiglio regionale ad affrontare questo tema già nella prossima assemblea”.

L’auspicio è che, nonostante le emergenze sanitarie attualmente in corso, questo momento di confronto virtuale apra le porte ad ulteriori confronti a livello regionale e nazionale cosi da generare nuove opportunità concrete in grado di supportare i pazienti affetti da malattie rare e ultra rare, che hanno visto aumentare notevolmente le difficoltà di diagnosi e accesso alle cure.

L’appello di Confagricoltura: “Consumate italiano”

“Acquistate i prodotti agroalimentari italiani”. E’ l’appello rivolto ai consumatori dal presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli, alla vigilia delle nuove misure restrittive all’esame del governo e delle Regioni per fermare la diffusione dei contagi da Covid-19.

Un analogo invito è stato rivolto nei giorni scorsi dalla federazione dei produttori agricoli francesi FNSEA ai cittadini d’Oltralpe, per sostenere il settore agroalimentare nazionale in questo periodo di lockdown.
“Chiediamo anche noi un patriottismo alimentare per sostenere la filiera italiana, puntando sulla qualità. Da parte nostra, continueremo a lavorare per garantire i rifornimenti. Le imprese agricole non si fermano. La stretta sull’attività del canale Ho.Re.Ca. nel nostro Paese e a livello europeo inciderà anche sul giro d’affari dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione – sottolinea Brondelli – In Italia, i consumi alimentari extradomestici ammontano a circa 80 miliardi di euro l’anno e nuove restrizioni sono già state decise in Francia, Germania e Regno Unito, vale a dire i principali mercati di sbocco per il Made in Italy agroalimentare”.
“Durante la prima ondata della pandemia – aggiunge il Presidente di Confagricoltura Alessandria – alcuni settori hanno sofferto più di altri per la chiusura di bar e ristoranti non compensata dall’aumento dei consumi domestici. E’ il caso di vini, ortofrutta di quarta gamma, salumi e carni bovine”.
“L’appello a privilegiare l’acquisto di prodotti italiani – prosegue Brondelli – è rivolto anche ai centri di acquisto per la ristorazione collettiva (ad esempio ospedali e caserme)”.
Alla grande distribuzione chiediamo di organizzare l’esposizione dei prodotti alimentari in modo da rendere più visibile il Made in Italy e agevolare così le scelte dei consumatori. Abbiamo di fronte mesi particolarmente difficili”.
“Il sostegno pubblico adeguato in termini di risorse finanziarie e rapido nell’erogazione risulta fondamentale, ma alcuni comportamenti degli attori economici possono contribuire ad attenuare le conseguenze della crisi e ad allentare le tensioni” conclude Brondelli.

Da Palazzo Lascaris via libera al bonus artigiani

La prima e la terza Commissione, riunite congiuntamente sotto la presidenza di Carlo Riva Vercellotti, hanno dato a maggioranza parere positivo sulla delibera di Giunta che estende il bonus Piemonte a nuove categorie di artigiani prima escluse dal finanziamento. La delibera, perché sia esecutiva, dovrà essere approvata dalla Giunta regionale.

Presentando il provvedimento, l’assessore al bilancio Andrea Tronzano ha ricordato che l’estensione del bonus era stata richiesta dal Consiglio regionale e dalle associazioni di categoria: “Grazie alle economie ottenute dal ‘Riparti Piemonte’ abbiamo a disposizione 10,5 milioni di euro che andranno ad artigiani che erano stati esclusi dal primo provvedimento. Riceveranno 1.500 euro a testa che non rappresentano un risarcimento, ma devono essere impegnati nell’acquisto di beni durevoli che permettano di continuare l’attività durante l’emergenza”, ha spiegato Tronzano. L’assessore ha anche informato che FinPiemonte ha effettuato sui beneficiari del primo bonus 1500 controlli a campione, senza riscontrare alcuna irregolarità.

Le opposizioni non hanno partecipato al voto. “Non siamo contrari al bonus agli artigiani, ma sarebbe importante una riflessione su quanto è avvenuto, in modo da poter discutere su quali misure di sostegno all’economia mettere in campo di fronte alla seconda ondata”, ha sostenuto Raffale Gallo (PD).

Per Sean Sacco e Sarah Disabato (M5s) “ci sono ancora delle categorie escluse, da recuperare” e hanno chiesto di poterne discutere. Marco Grimaldi (Luv) ha chiesto di assegnare il bonus anche alle categorie finora escluse, previste negli emendamenti al Riparti Piemonte dell’opposizione che erano stati bocciati: “Perché discriminare alcuni soggetti rispetto ad altri?”.

Successivamente, nella riunione ordinaria della prima Commissione, sono state assunte le prime determinazioni sull’assestamento di bilancio. L’assessore Tronzano, presentandolo, ha parlato di “un assestamento tecnico, in cui interveniamo solo per accogliere alcune prescrizioni del Mef e per aggiornare i conti, in coerenza con la parifica del rendiconto 2019 della Corte dei Conti”, ha spiegato. Tronzano ha motivato la scelta con la necessità di fare in fretta per “provare ad approvare il bilancio di previsione entro il prossimo dicembre”.
L’opposizione ha chiesto la documentazione necessaria per approfondire i contenuti dell’assestamento. Le consultazioni on line si concluderanno venerdì 13 novembre.

Emergenza sanitaria e prospettive economiche

Intervista al Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte Andrea Notari e a Carolina Tosetti VicePresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, con delega al Turismo e Cultura, sul settore della ristorazione e turistico

Il lockdown totale esteso a tutta la penisola  viene considerato ancora l’estrema ratio da parte del premier Conte per la risoluzione del problema dell’aumento esponenziale dei contagi; tuttavia si percepisce un notevole disorientamento da parte del governo nel prendere decisioni  adeguate, fatto che non facilita gli operatori nel settore privato, dai piccoli e medi imprenditori, agli esercenti della ristorazione, dai commercianti agli operatori turistici.

“Riscontriamo – spiega il Presidente Dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, l’architetto Andrea Notari  – un grande disorientamento all’interno delle istituzioni, e ciò fa sì che gli imprenditori di qualunque ambito non possano pianificare tanto il normale svolgimento delle loro attività, quanto i dovuti investimenti. Ricordo che le attività che non investono, nel medio lungo periodo, non riusciranno a rimanere competitive sul mercato, e poiché l’incertezza e la peggior nemica degli investimenti, chiediamo alle Istituzioni di prendere decisioni chiare ed univoche, non revocabili da una settimana all’altra con DPCM. A questo proposito vorrei menzionare gli investimenti svolti proprio dagli operatori nel settore della ristorazione per adeguarsi alle norme sanitarie vigenti, i quali purtroppo dopo aver investito, hanno visto dimezzare il loro orario di apertura al pubblico, rendendo insostenibile il loro esercizio.

La ristorazione appare, infatti, uno dei settori maggiormente penalizzati dal nuovo Dpcm, e non pare incidere molto sui trasporti pubblici la chiusura dei locali a partire dalle 18, con la scelta ulteriore della diminuzione del numero delle persone ai tavoli; in che modo e con quali strategie alternative,  secondo Lei, poteva essere alleggerito il carico economico a svantaggio del settore?

A mio parere spiega il Presidente Andrea Notari – per alleggerire il carico economico nei confronti del settore della ristorazione, si devono adottare strategie più organiche e intersettoriali, andando ad intervenire sapientemente sui settori dove è comprovata la maggiore trasmissione del virus, senza pesare inutilmente su quello dei servizi di ristorazione. Ad esempio si deve intervenire sul trasporto pubblico, attivando partnership con quello privato, garantire un sistema di vigilanza su chi applica realmente i protocolli e chi no: proprio su questo punto è importante battersi. Torno a ripetermi: non è ammissibile che chi abbia speso per adeguarsi non possa tenere aperto! Puntiamo sul sanzionare chi invece non lo ha fatto!

Secondo Lei potrebbe il settore della ristorazione recuperare con la modalità del pranzo e della promozione di un aperitivo anticipato ad un orario pre-serale, quale le 17?

Purtroppo – spiega Il Presidente Notarinon credo che ciò possa aiutare il settore della ristorazione a recuperare quanto negatogli con la chiusura serale, principalmente per due motivi. La modalità di lavoro agile adottata dall’ente pubblico e da molti privati toglie necessariamente ai bar e ristoranti la cosiddetta utenza da pausa pranzo, mentre trovo infattibile anticipare alle ore 17 l’orario dell’aperitivo, in quanto a quell’ora è pieno orario di lavoro. Si stima che la chiusura anticipata delle attività di ristorazione faccia perdere all’intera filiera del Food ben 10 miliardi al mese.

È per questo motivo che reputo sia doveroso intervenire repentinamente nella distribuzione dei ristori accennata dal governo, affinché non si verifichi nuovamente la situazione vista nei mesi di aprile e maggio, dove di aiuti si è parlato, ma nella realtà non si è mai agito. Non possiamo permetterci di mettere in ginocchio l’intero comporto dei servizi di ristorazione, e con esso l’intera filiera dell’alimentare, perché sarebbe insostenibile per l’intero sistema Paese.

Il Dpcm provoca anche perdite economiche nell’ambito di altri settori, quali quello dello spettacolo, il settore termale e del benessere e, ovviamente, quello turistico.

Assolutamente spiega la Vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Carolina Tosetti I servizi sopracitati sono strettamente legati fra di loro. E’ ormai evidente e risaputo che il turismo sia stato tra i settori più fortemente colpiti dalla pandemia; il danno economico ha riguardato non solamente le strutture ricettive, costrette alla chiusura imposta dai decreti ministeriali o dalle infelici prospettive di occupazione, gli operatori turistici, le attività culturali ed i trasporti, ma anche tutte le attività e i settori che normalmente beneficiano dell’indotto generato dai turisti, quali il commercio e la ristorazione, solo per citarne un paio. 

Senza entrare nel merito ed esprimere giudizi sull’efficacia o meno dei provvedimenti che sono stati e che verranno adottati nei prossimi giorni al fine di salvaguardare la sicurezza nazionale, è evidente quanto questi influiscano sull’operatività di un settore che, dopo il timido accenno di ripresa del terzo trimestre, si ritrova nuovamente fortemente penalizzato e sull’orlo del collasso.

Un eventuale lockdown con divieto di spostamento interregionale verrebbe ad incidere ancora maggiormente sul settore turistico, compromettendo il turismo, per esempio, marino ed anche quello montano extraregionale. Secondo Lei potrebbero questi settori recuperare a partire dall’inizio del 2021?

Difficile prevedereaggiunge la Vicepresidente Tosetti –una ripresa già a partire dall’inizio del nuovo anno: il UNWTO (organizzazione mondiale del turismo) parla del terzo trimestre 2021 nell’ipotesi più favorevole. Fino a quando un vaccino non sarà messo a disposizione della popolazione e non si imparerà a convivere con il virus, fino a che non ci saranno protocolli coordinati ed armonizzati per regolare i flussi tra Stati, e fino a che le imprese non ricominceranno ad impiegare la forza lavoro e le persone non torneranno a portare a casa uno stipendio pieno, sarà difficile che la gente torni a viaggiare come prima. Ipotizziamo che il turismo di prossimità sarà il driver della ripresa nel 2021, così come è stato nel periodo estivo.

Alcuni alberghi in località marine avevano già deciso di chiudere a inizio ottobre, nonostante rimanessero gli anni passati aperti tutto l’anno, mentre alcuni hotel montani, aveva deciso di non riaprire per questa stagione invernale,  anche alla luce della difficoltà nella riapertura e gestione degli impianti sciistici in epoca Covid. Quanto queste chiusure “volontarie” peseranno sulla sopravvivenza di queste realtà?

Le chiusure “volontarie” – precisa la Vicepresidente Carolina Tosetti – sono di fatto obbligate dalle prospettive di occupazione, in molti casi vicine allo 0%, derivate dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. In queste condizioni il punto di pareggio per molti alberghi, caratterizzati da una struttura dei costi molto rigida, diventa irraggiungibile: è pertanto comprensibile che molti imprenditori scelgano di salvaguardare la propria impresa mitigando le perdite.  

Nel settore turistico, cosi come in altri settori, sopravviveranno coloro che, avendo alle spalle un’azienda solida, saranno stati capaci di gestire la crisi con prontezza e lungimiranza, che avranno saputo innovare, evolvendo ed adattando la propria offerta alle nuove esigenze del mercato e che saranno in grado di sfruttare le opportunità che, ci auguriamo, affioreranno nei prossimi mesi a favore del nostro comparto. A proposito di sussidi, se il Governo e le Regioni non si attiveranno per sostenere concretamente la ripartenza del turismo, ci troveremo di fronte  ad uno scenario indegno del potenziale attrattivo del nostro Belpaese.

Il decreto Ristori quando inizierà a concedere i primi indennizzi per i ristoranti ed i bar?  Si parla di un decreto Ristori organizzato a duplice modalità,  uno per le attività chiuse del tutto e uno per quelle a chiusura limitata. Se dovesse intervenire una chiusura ancora più restrittiva da parte del governo  il decreto Ristori rimarrebbe comunque in piedi o sarebbe sostituito da un altro decreto?

Reputo sia necessario – aggiunge Il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte,  Notari – intervenire non tanto sulle quantità dei ristori messi in campo, ma sulla celerità con cui essi arriveranno realmente alle attività obbligate alla chiusura. Purtroppo abbiamo ancora chiaro negli occhi l’enorme potenza di fuoco messa in campo ad aprile/maggio e che nessuno purtroppo ha visto scaricarsi a terra nelleconomia reale. A prescindere se si delineerà la necessità di un nuovo DPCM o se possa bastare quello ad oggi in vigore, l’importanza è che si faccia presto nei ristori, perché la velocità della messa a terra delle riforme farà la differenza sulla sopravvivenza o meno delle realtà produttive.  

Quali interventi imprenditoriali si potrebbero auspicare nel settore turistico e della ristorazione una volta terminato il Covid?

Tre parole chiave – precisa la Vicepresidente Tosetti – Formazione, Innovazione e Riqualificazione delle strutture. La gestione familiare caratterizza, ancora oggi, un gran numero di attività in ambito turistico. La mancanza di competenze strategiche, talvolta riscontrabile in queste piccole imprese, rappresenta una minaccia per l’evoluzione del settore che, nel nostro Paese, fatica ad innovare e adattarsi alle nuove esigenze dei viaggiatori. Se fino a qualche anno fa il nostro patrimonio naturalistico e culturale era sufficiente per attrarre i turisti di tutto il mondo, oggi le aspettative di quei turisti, in termini di qualità dei servizi, delle strutture ricettive e delle infrastrutture, sono decisamente più elevate e spesso rimangono disattese. Gli operatori italiani devono necessariamente investire nella formazione di qualità, nell’innovazione e nella riqualificazione per riportare le destinazioni Italiane ai vertici delle mete più ambite

Sarebbe necessario riprendere anche con un rimodellamento degli spazi?

Adattare l’offerta alle esigenze del mercato – conclude la Vicepresidente – significa anche rimodellare gli spazi, non solo per garantire il distanziamento, ma anche per assecondare i nuovi bisogni della clientela. Alcuni dei trend che caratterizzeranno i flussi turistici nei prossimi anni e sui quali ragionare, in ottica di rimodellamento degli spazi e dell’offerta, sono legati alla sostenibilità, al benessere fisico e mentale, all’esigenza di vivere delle esperienze autentiche a contatto con la natura e le popolazioni locali.

Mara Martellotta

La Regione promuove i vini piemontesi

In arrivo il bando regionale 2020/2021 attraverso la misura Ocm vino

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, ha deliberato  l’assegnazione di 9,7 milioni di euro a sostegno delle attività di promozione dei vini piemontesi di qualità a denominazione di origine sui mercati extra Unione europea. La dotazione finanziaria permette l’apertura del bando regionale per l’annualità 2020/2021 attraverso la misura di investimenti Ocm vino.

Per il bando, che sarà pubblicato tra pochi giorni e si avvale di 1 milione in più di finanziamenti rispetto all’anno precedente, si è stabilito che 8,8 milioni di euro siano destinati alla copertura degli anticipi che saranno richiesti con le domande di aiuto presentate sull’annualità 2020/2021,

“La chiusura delle frontiere, avvenuta a inizio anno a causa della pandemia da Covid, ha comportato per le imprese vitivinicole piemontesi maggiormente votate all’internazionalizzazione enormi danni- precisa l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa – determinati dall’annullamento degli ordini e dall’azzeramento dei pagamenti per i primi mesi del 2020. “Risulta pertanto essenziale proseguire e intensificare le attività di promozione – prosegue l’assessore Protopapa – con l’obiettivo di preservare la reputazione dei vini piemontesi sui mercati internazionali, nonché di contrastare la pressione sui prezzi a causa dei potenziali dazi USA”.

Nei primi sei mesi del 2020 si è registrato un notevole rallentamento della domanda dei tradizionali paesi di esportazione per le imprese vitivinicole italiane e piemontesi, come gli Usa, o i mercati europei, oltre all’incertezza dei mercati asiatici, soprattutto Cina, Corea del Sud, Giappone e Sud Est Asiatico, che sono stati i primi Paesi a chiudere le frontiere.

La Fiat 500 3+1 Full Electric si promuove alla centrale

La centrale “Politecnico” di Iren co-protagonista della campagna di lancio 

L’impianto termico di integrazione e riserva, situato a Torino, è stato infatti scelto come sfondo per gli shot fotografici contenuti nel media kit internazionale di presentazione della novità in casa FCA.

L’avveniristico design della centrale, esaltato da una prestigiosa copertura a vele progettata dall’architetto Jean-Pierre Buffì, ha quindi accompagnato virtualmente la nuova vettura in giro per il mondo, comparendo su centinaia di testate e siti specializzati, italiani ed internazionali.

La centrale “Politecnico” Iren, costruita nel 2008, costituisce ormai un simbolo riconosciuto della città, grazie anche al particolare effetto che esercita la luce nella sua architettura: di giorno le vele di acciaio risultano illuminate e valorizzate dai raggi solari, mentre di notte la struttura è illuminata scenograficamente, grazie a un sistema di luci che originano dall’interno e filtrano attraverso le lastre metalliche.

Ricordiamo le vittime di Nizza per difendere l’Europa cristiana

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Il fatto che il giorno dei Santi il Papa Francesco non abbia ricordato le vittime cristiane di Nizza sgozzate per mano di un assassino islamico, lascia oggettivamente perplessi ed amareggiati
.
Io non ho prevenzioni contro il Papa, perché deve combattere ogni giorno battaglie difficilissime dentro le mura del Vaticano contro un clericalismo spesso corrotto e duro a morire . Ha forza e coraggio. Ha valorizzato anche il piacere del cibo e del sesso dono di Dio. Un passo avanti indubbiamente molto grande. Posso anche condividere la posizione sui gay anch’essi figli di Dio ,anche se la forma dell’intervista può essere motivo di sconcerto e la Sacra Scrittura e la tradizione cristiana condannano senza appello  il peccato contro Natura. Come credente so che debbo obbedienza al Papa, più che mai oggi necessario a guidare la navicella della Chiesa che naviga in mari burrascosi. E’ un Papa che cerca di portare ordine nella Chiesa e soprattutto pulizia. Chi lo osteggia sbaglia. Il suo predecessore era più carismatico, ma non aveva polso e si dimise come Celestino V.  Ma non aver ricordato anche questa volta le vittime cristiane dell’ Islam mi ha ferito. Con l’Islam occorre decisione e assoluta fermezza. L’Eurasia di cui parlava la Fallaci e’ vicina e non lasciamo ad un ometto come Salvini la difesa della Croce di Cristo di cui Salvini e ‘ indegno ed opportunista difensore. Deve essere il Papa di Roma a parlare, direi ad urlare la necessità di difendere l’ Europa cristiana e non solo.  Come Papa Gregorio Magno.