ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 384

“Cambia la forma, non la sostanza”: Giornata della Colletta Alimentare

Per ragioni di sicurezza, quest’anno nei supermercati italiani non verranno raccolti direttamente gli alimenti, ma si potranno acquistare dal 21 novembre all’8 dicembre delle “gift card” da 2, 5 e 10 euro

Il  valore sarà convertito in cibo non deperibile che verrà distribuito alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone.

I punti vendita aderenti in Piemonte a questo link: https://www.bancoalimentare.it/it/node/5480

 

Le card possono essere acquistate anche sul sito www.mygiftcard.it, dove sono già disponibili.

Con le applicazioni della robotica futuro nei vigneti più agevole e sicuro

Confagricoltura Piemonte segue con interesse e collabora con l’Università di Torino alla realizzazione del Progetto Horizon BACCHUS – Mobile Robotic Platforms for Active Inspection and Harvesting in Vineyard Areas (Piattaforma robotizzata per l’ispezione attiva e la raccolta del prodotto nelle aree viticole).

In un meeting on-line che si è svolto mercoledì 11 novembre un qualificato gruppo di produttori e tecnici vitivinicoli di Confagricoltura Piemonte ha discusso,  sotto la guida dei professori Remigio Berruto e Mario Tamagnone del Disafa – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, delle prospettive dell’incorporazione della robotica nella produzione di uva, che potenzialmente potrebbe migliorare sensibilmente le condizioni di lavoro degli imprenditori e degli operai agricoli; i sistemi intelligenti, infatti, stanno diventando la soluzione per indirizzare le produzioni verso l’agricoltura di precisione.

La georeferenziazione dei vigneti – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – con la possibilità di effettuare ispezioni agrometeorologiche e anche visive sullo stato sanitario delle coltivazioni e la raccolta intelligente e dunque non solo meccanizzata, automatizzata e selettiva, in particolare, possono già, per alcuni aspetti,  fornire un notevole miglioramento al prodotto raccolto”.

Il progetto si pone l’obiettivo di migliorare le prestazioni dei robot per contenere la diffusione delle malattie con minori trattamenti, controllare lo sviluppo dei funghi con raggi UV sulla fila (in collaborazione con l’azienda norvegese Sagarobotics), controllare meccanicamente le infestanti sulla fila, diradare i grappoli ammuffiti, selezionare e diradare i grappoli in vendemmia prelevando solo il prodotto con un certo grado di maturazione e sanità.

Tuttavia, per raggiungere questo tipo di automazione, sono necessari progressi significativi per quanto riguarda le capacità cognitive e meccatroniche dei robot.  Il sistema robotico mobile intelligente BACCHUS – spiega il professor Remigio Berruto dell’Università di Torino – si pone anche l’obiettivo di riprodurre le operazioni di raccolta a mano, operando in modo autonomo in quattro diversi livelli: eseguire la navigazione robotizzata con garanzia di qualità delle prestazioni al fine di ispezionare le colture e raccogliere dati dalla zona agricola attraverso un sistema di analisi della maturazione; eseguire operazioni di raccolta bi-manuale con la necessaria “finezza”, utilizzando una piattaforma robotica modulare; adattare la pinza robot alla geometria delle diverse colture; presentare capacità cognitive avanzate e capacità decisionali”.

Il sistema previsto sarà dimostrato e valutato nell’ambiente di vigneto ispezionando diversi tipi di vite e vendemmiando grappoli d’uva di diverse varietà.

Confagricoltura sta lavorando con l’Università di Torino per presentare e valutare l’applicazione in Piemonte, già nel prossimo anno.

 

 

Un anno di Covid

17 novembre 2019 – 17 novembre 2020
Un anno di COVID, breve storia di un’emergenza che, forse, ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini,il nostro modo di vivere e di approcciarsi con il prossimo
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Domenica 17 novembre 2019 in un ospedale della provincia dello Hubei, in Cina, un uomo viene ricoverato con una “misteriosa polmonite”. Solo settimane più tardi si scoprirà che si trattava del primo caso diagnosticato di COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus.Il paziente zero” era un cinquantacinquenne residente nella provincia dello Hubei, dove si trova Wuhan, la megalopoli cinese da diversi milioni di abitanti balzata agli onori della cronaca internazionale per essere stata l’epicentro dei primi focolai dell’epidemia diventata pandemia solo diverso tempo dopo dall’Organizzazione Mondiale dell’Umanità.

Ci spostiamo in Italia: il 22 febbraio 2020 si registrò la prima vittima italiana (accertata) della pandemia, il pensionato di 78 anni Adriano Trevisan, nato a Monselice ma residente a Vo’ Euganeo, un’altra città che rimarrà impressa nella storia di questa emergenza nazionale e globale.E poi il lockdown,le chiusure,lo stare a casa.
Cambiare le nostre abitudini…

secondo le stime dovremo attendere tutto il 2021 e verosimilmente anche l’inizio del 2022, ma già dalla fine della prossima primavera potremmo essere in grado di accarezzare la sensazione del ritorno alla normalità,grazie soprattutto alle tipologie di vaccini, già testati e quasi pronti.Virus naturale? Creato in laboratorio? Ogni tanto la natura ci manda un segnale forte:anche questo potrebbe esserlo. Rispettiamola di più.

Vincenzo Grassano

“La connettività al servizio delle comunità di montagna e delle aree rurali”

Terra Madre Salone del Gusto unisce il fronte di soggetti pubblici e privati che lavorano per superare il digital divide infrastrutturale italiano 

Questo lockdown ci ha messo di fronte a una grande occasione, facendo riscoprire vallate di montagna e borghi rurali, accelerando le esigenze di coniugare vita e lavoro già in essere nel nostro Paese, e unendo le spinte verso la digitalizzazione delle aree interne. È un’esperienza che non dobbiamo dimenticare e un’opportunità che non possiamo perdere se vogliamo superare le disuguaglianze territoriali, economiche e sociali dovute al digital divide infrastrutturale, che lascia una grande parte dell’Italia indietro di oltre 10 anni.

 

E allora da dove partire per superare questo grave deficit? «Dalla connettività che rafforza le comunità dei piccoli borghi di montagna, dove ci sono già progetti di sviluppo e di promozione del territorio che attraggono famiglie giovani e nuove aziende. Persone che non vivono la montagna come un rifugio per il weekend o per momenti difficili come questo, ma che qui innestano le proprie attività, che contribuiscono a costruire l’identità e il senso di appartenenza a un luogo fisico» ha esordito Roberto Colombero, veterinario, margaro e presidente di Uncem Piemonte, durante la conferenza Riconnettere le Terre Alte, organizzata da Slow Food e BBBell nell’ambito della tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto.

 

Uncem: la digitalizzazione come primo punto per la manovra 2021 e il PNRR

Un incontro che ha riunito stakeholder pubblici e privati – e circa 180 persone on line, tra cui molti amministratori delle aree montane di Piemonte e Liguria – moderati da Luca Martinelli, giornalista e autore del libro edito da Altreconomia edizioni L’Italia è bella dentro, per trovare una soluzione all’impasse in cui si ritrovano centinaia di enti locali in tutta Italia. «Troppe aree del Paese aspettano con ansia il Piano nazionale banda ultralarga, in ritardo di almeno due anni, continuando a navigare a velocità ridicole. Si tratta di un aspetto molto sentito da chi si occupa delle politiche di sviluppo dei territori» ribadisce Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, che in un recente documento rivolto al Governo e al Parlamento ha posto proprio la digitalizzazione come primo di dieci punti da sviluppare in vista della legge di bilancio 2021 e del Piano nazionale ripresa e resilienza. «Bisogna decidere qual è l’Italia che vogliamo e cercare di colmare il gap che ci portiamo dietro. Oggi è necessario che la politica investa sulle competenze e sul sistema infrastrutturale digitale a livello nazionale, così come accadde per il sistema viario. Si parla tanto di identità elettronica e cloud per la pubblica amministrazione, ma in alcuni comuni siamo lontani anni luce da questi obiettivi, nonostante la legge 158 sui piccoli comuni e la Strategia nazionale aree interne facciano dei servizi di e-government un punto centrale».

 

Anci: il cambio di paradigma dei comuni di montagna: opportunità e strategia

Eppure i comuni di montagna hanno già vissuto un cambio di paradigma: per anni le parole chiave sono state limite, dovuto alle caratteristiche del territorio, e deroghe richieste per affrontarlo. Oggi le parole chiave sono opportunità e consapevolezza delle risorse a disposizione; strategia e capacità di presentare proposte condivise. «La nostra paura è essere considerati il parco giochi di chi vive in città. E proprio per questo dobbiamo saper cogliere l’opportunità del momento e anticipare una strategia, innanzitutto avendo cura della fortuna che abbiamo per le mani, e quindi il territorio, ma non basta» sottolinea Luca Della Bitta, sindaco di Chiavenna e presidente della Commissione attività produttive e innovazione di Anci. «Dobbiamo far sì che le nostre borgate siano raggiunte dai servizi di cittadinanza, e qui entriamo nell’ambito della connessione per le aziende private – come le strutture turistiche, che vanno a braccetto col buon cibo, e quindi i servizi all’agricoltura – per la telemedicina, la didattica a distanza, ma anche l’innovazione per i piccoli comuni e per ricreare socialità».

 

La ministra per la PA: Lo smart working che valorizza il Paese

Un cambio di paradigma – che non attraversa solo la montagna ma l’Italia intera – sottolineato anche dalla ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, che ha affidato il suo intervento a un contributo video per via della concomitanza con il Consiglio dei Ministri: «In questo anno abbiamo capito che si può lavorare in spazi e modalità differenti rispetto al passato, si possono superare gli ostacoli che ci legano all’ufficio, alla scrivania, alla necessità di spostarci per andare a lavorare. E questo ci permette di coniugare l’idea di lavoro da remoto con la necessità di valorizzare parte del nostro Paese, come le aree interne e i piccoli borghi. Un passaggio importante per ripopolare territori dall’indubbio valore culturale e paesaggistico, che però deve avere solide basi sul fronte vivibilità e lavoro, e tra queste c’è la banda larga».

 

BBBell: per superare il digital divide ci sono già tecnologie disponibili a costi contenuti

Tuttavia, l’aspetto più sorprendente sottolineato durante la conferenza è il fatto che la connessione di cui necessitano borghi e vallate potrebbe semplicemente essere quella che l’Unione europea ha stabilito come livello minimo di accesso: una velocità di download di almeno 30 Mb/s. «Il fattore tempo è fondamentale perché ulteriori ritardi sono decisivi per lo sviluppo dei territori marginali: le aziende non possono lavorare in montagna e le famiglie giovani non si trasferiscono nemmeno fuori città se i figli non possono accedere alla didattica a distanza o semplicemente vedere un film» sottolinea Simone Bigotti, amministratore delegato di BBBell e sindaco di Borgoratto (Al). «Il piano banda ultralarga si macchia di un peccato originale che oggi scontiamo tutti: aver considerato solo la fibra ottica come infrastruttura per portare connettività, promettendo Gb a tutta Italia. Ancor oggi però esistono realtà che hanno a disposizione 3 Mb, mentre per le esigenze che hanno gliene basterebbero anche solo 30. Subito però e non tra altri dieci anni. Le soluzioni esistono: la maggior parte dei territori è già servita da piccoli operatori locali che hanno soddisfatto un’esigenza, investendo in infrastrutture, e hanno traghettato le aree marginali – e con esse le scuole, gli enti e i privati – verso l’accessibilità ai servizi digitali. Ma neanche operatori di telecomunicazione come BBBell riescono a fare un investimento per portare la connettività nelle vallate più isolate. Per questo a mio parere sarebbe necessario un piano nazionale che preveda una dorsale basata sulla fibra, alla quale si possono innestare gli imprenditori locali che operano con i ponti radio, infrastrutture meno costose e invasive e per questo più versatili e soprattutto di veloce realizzazione».

 

Slow Food Italia: competenze locali per lo sviluppo della montagna

Un altro grande spunto di dibattito, più volte toccato da tutti i relatori è stato quello delle competenze per lo sviluppo della montagna. Da un lato la digitalizzazione nella PA richiede formazione continua e inserimento di nuove figure professionali, un tema che nei piccoli comuni di montagna diventa davvero di drammatica soluzione. Dall’altro il tessuto sociale e imprenditoriale deve nutrirsi di competenze adeguate: «La digitalizzazione delle vallate deve far sì che si sviluppino conoscenze in chi la montagna la vive e ne conosce le esigenze. Se non coglieremo questo aspetto e non daremo ai giovani strumenti per diventare la rinascita dei comuni di montagna, avremo perso una sfida epocale» sottolinea Gabriele Locatelli, responsabile del progetto Oltreterra per la valorizzazione dell’economia di montagna. Locatelli, annunciando l’appoggio di Slow Food Italia al documento di Uncem sulla legge di bilancio 2021 e il PNRR, aggiunge altri due punti cari all’associazione sul tema delle terre alte. «Oltre alla digitalizzazione, dobbiamo riunire tutti gli stakeholder pubblici e privati intorno alla Strategia nazionale delle Green Community, che raggruppa piano forestale, agricoltura di montagna e non invasiva, turismo sostenibile. Tre elementi che hanno come risultato, oltre al ripopolamento delle zone interne e marginali, anche la difesa del suolo. L’altro punto su cui dobbiamo lavorare tutti insieme è quello del riconoscimento normativo a livello nazionale delle cooperative di comunità, un modello di impresa dal forte carattere di innovazione sociale che si sta sempre più diffondendo».

 

Barca: digitale come intervento della politica per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione delle persone

«Il cambiamento climatico e i fenomeni in atto nella società ci pongono davanti a un punto di non ritorno. Purtroppo, nonostante la Strategia nazionale aree interne sia un documento molto attuale, il tema della connettività delle zone di montagna non è diventato cultura generale di sistema, non riesce a trasformarsi in azione di governo. Il quadro del digitale grida vendetta perché pensato in maniera errata fin dall’inizio. E come risultato ancora oggi non c’è una strategia nazionale in grado di soddisfare i servizi di cittadinanza. Il compito della politica è intravedere e assecondare i processi in atto nella società, rimuovere gli ostacoli, come dice la Costituzione, alla realizzazione delle persone. Ma dobbiamo farlo a partire dalle comunità, dalle persone che in un territorio già ci vivono: non ci sarà cambiamento se qualcuno pensa di colonizzare un territorio imponendosi dall’esterno» conclude Fabrizio Barca, economista e coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, che torna sul tema delle competenze locali. «Bisogna che i saperi interni dialoghino strettamente con i saperi esterni, quelli che arrivano dalle università, dai centri di ricerca e dalle istituzioni, affinché gli indirizzi nazionali siano modellati territorio per territorio, e quindi efficaci».

“A Natale compra artigiano, non online”

L’appello di Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Piemonte): “Scegliere prodotti del nostro artigianato, non arricchire Amazon”

“Quello che ci attende sarà uno dei Natali più tristi e difficili dal dopo guerra. Auspicando che nel mese di dicembre si allentino alcune restrizioni e si mettano artigiani e commercianti nella condizione di lavorare senza perdere la ‘finestra natalizia’- ipotesi che segnerebbe la fine certa per molte attività che nel 2021 non sarebbero in grado di riaprire- voglio lanciare un appello: a Natale regalate prodotti del nostro artigianato, non ordinate su Amazon e sugli altri portali di acquisti on line”: questo l’appello lanciato da Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.

 “Non è vero che l’emergenza sanitaria impone sacrifici a tutti. C’è che ci sta guadagnando, e alla grande: i giganti del web e i padroni dei social, con Amazon in testa, che ha visto i ricavi nel terzo trimestre 2020 schizzare del 37%. Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha aperto nei confronti di Amazon un’indagine per violazione delle regole sulla concorrenza: bella scoperta, noi la concorrenza sleale di Amazon la subiamo da anni. Allora, questa volta siamo noi a chiedere un’assunzione di responsabilità: comprate prodotti dell’artigianato locale.

“Da quando la pandemia è scoppiata nel nostro Paese, alle categorie produttive è stato chiesto un grande sforzo di responsabilità: abbiamo chiuso le nostre attività per tre mesi, abbiamo investito per mettere in sicurezza luoghi di produzione e di vendita, abbiamo nuovamente richiuso. È giunto il momento di uscire dal mondo virtuale e tornare nella realtà: comprate i nostri prodotti. Si tratta di un atto di resistenza economica ma anche sociale e culturale: non possiamo arrenderci a un’idea di società solipsistica, dove si vive rinchiusi, guardando tv a pagamento mentre i nostri figli crescono con la Dad, seguendo spettacoli e convegni in streaming, ordinando pranzi e cene che ti vengono consegnati da raider schiavizzati, ordinando tutto on line. Illudendosi di essere cittadini 4.0, arricchiamo Bezos e i turbo capitalisti globali. La vita è altrove, diceva un poeta. Riappropriamocene”.

La Prefettura e le banche

Importante iniziativa della Prefettura di Torino sul Credito alle piccole aziende.  Le Banche applichino maggiormente il Decreto Credito per le piccole aziende anche perché hanno  la garanzia dello Stato al 100%
 
Come scritto su  Repubblica quest’anno le Banche hanno diminuito le somme prestate. Le Banche hanno ridotto gli attivi di rischio , L’ UniCredit  Di 42 miliardi, Banca Intesa 13 miliardi .
 
Se la economia italiana impiegherà più tempo di tutti gli altri Paesi a riprendersi dalla pesante perdita economica di questo anno orribile lo si deve anche alla insufficienza dei Decreti governativi. Il famoso Ristoro è stato molto inferiore al ristoro tedesco che alle piccole aziende ha ristorato il 75% del fatturato perso. Il Decreto che rischia di creare gravi problemi nei prossimi mesi è quello del CREDITO. Invece di mettere in moto 400 miliardi di credito ne ha messi in moto solo 90. 70.000 domande di credito da 25.000 euro, quello garantito al 100% dallo Stato, non ha ottenuto risposta positiva da parte delle Banche , molto sparagnino .
Per queste 70.000 piccole aziende il secondo Lockdown rischia di essere fatale.
Il Prefetto di Torino, Claudio Palomba, incontra La Associazione Bancaria, Banca d’Italia e le Associazioni delle imprese torinesi per firmare un PATTO ANTIUSURA. Iniziativa lodevole ma sarebbe molto più importante prevenire chiedendo alle Banche che , vista la garanzia al 100% da parte dello Stato, conceda il credito alle piccole aziende che in questo modo potrebbero ristrutturare i propri debiti nei confronti di fornitori e di agenzie fiscali.
Anche nel campo del credito PREVENIRE è la migliore regola anche perché altrimenti per la prima volta nel dopoguerra alcune aziende dovrebbero chiudere per un Decreto governativo che ha imposto la chiusura delle attività.
 
Mino Giachino

Il tempo della responsabilità

Pure Bonaccini e Zaia fanno un accordo per dire al Governo: sbagli tutto

Qualcosa evidentemente non torna. Come non torna il disastro sanitario in Piemonte. Come in tutta Italia, del resto. Non tornano anche le estenuanti ed inutili dannose polemiche sulle responsabilità del disastro. In Piemonte, ad esempio, avrebbero dovuto nominare alto commissario Mauro Salizzoni per diversi motivi. Prima fra tutti perché competente. Ma niente di niente di tutto ciò. Piu facile la polemica, tanto i politici continuano nel prendersi i loro lauti stipendi. Proprio così: sono diventato un pericoloso qualunquista. Provo rabbia per la difficoltà di fare i tamponi.
Non concepisco che , per il potenziamento delle terapie intensive ci è si pensato solo oggi a danno avvenuto. Sempre rincorrendo. Sempre in affanno. Ed arriva l’altra tegola: i dati statistici forniti da alcune regioni sono volutamente sbagliati. Cosa? Pazzesco, inconcepibile. Proprio ora che l’informatica dovrebbe rendere tutto più facile e preciso.
Il perché è presto detto:  si sono messe persone sbagliate al posto sbagliato per le loro possibilità e competenze. Questo Coronavirus è come il bambino nella Favola del Re Nudo. Comincia nel ridere del Re che sfilando sfoggiava il vestito nuovo inesistente.
Ed il popolo subito gli va dietro. Come prima aveva dovuto credere , ora si diceva che la nudità, dunque la stupidita del Re era evidente. Il povero Ministro della Sanità Roberto Speranza ha dovuto ritirare il suo libro dove  magnificava il Governo e le sue capacità.
Con il solo dettaglio: non era  assolutamente vero e fondato quello che diceva e sosteneva.
In Piemonte i numeri sono ballerini. Dunque inaffidabili e le scelte che fa il Governatore Cirio sono basate sul suo istinto. Magari gli va pure bene. Che dire ? Speriamo, parafrasando: io ( noi ) speriamo che me la cavo. Ed in Italia tutti da copione. Dopo le urla di De Luca  Campania zona Rossa come la Toscana e da quello che si sa situazione sotto controllo in Emilia Romagna e Veneto. Boccheggiante la Liguria. In Lazio in particolare a Roma i trasporti pubblici sono fuori controllo. Del resto lo erano già prima del covid. Oramai il pessimismo è d’obbligo. Il Governo Conte è uscito dal primo Lockdown con il massimo dei consensi.
Oggi è al minimo. Soprattutto piccoli artigiani, commercianti ed imprenditori boccheggiano. Non hanno fieno in cascina per resistere e gli aiuti economici , molte volte ritardano. Ma anche in questa fase essere negativi non paga, e poi non serve a nulla. Salvini e Meloni sono un disco rotto senza alcuna  possibilità di incidere.
E forse manco loro lo vorrebbero ed il gioco dello scaricabarile e fatto. Chi non ci sta è l’arzillo ed oramai saggio Berlusca: si deve cooperare per il bene di tutti. E noi mortali cittadini che cosa dobbiamo fare ? Il nostro dovere. Tutto qui. Evitare assembramenti ecc, ecc. Che poi concretamente non mi sembra una così drastica limitazione delle libertà individuali. Nel malcontento si insinuano negazionisti di varia natura. Sono scomparsi i no Vax che ( probabilmente) aspettano tempi migliori per dire le loro stupidaggini. Cari Torinesi, cari Piemontesi, cari Italiani per una volta facciamo il nostro dovere tralasciando la nostra naturale tendenza nel fare i furbetti. Magari ci prendiamo gusto e il covid sarà un occasione per essere più civili ed organizzati.

Patrizio Tosetto

“Farmaci: danni e vantaggi nell’anziano”, conferenza con l’Accademia di Medicina e l’Accademia delle Scienze

L’Accademia di Medicina e l’Accademia delle Scienze organizzano il 16 novembre alle ore 16 una conferenza sul tema “Farmaci: danni e vantaggi nell’anziano”, nell’ambito dell’iniziativa “Longevità e senescenza: come invecchiare in salute”, con il supporto della Bioindustry Park di Colleretto Giacosa.

Luigi Maria Pernigotti, medico geriatra e membro del Comitato scientifico dell’Associazione Alzheimer Piemonte e Francesco Scaroina, Primario emerito di Medicina Generale presso il San Giovanni Bosco di Torino e Segretario generale dell’Accademia di Medicina saranno introdotti da Antonino Cotroneo, direttore Stuttura complessa di Geriatria, Ospedale Maria Vittoria di Torino e Presidente della sezione regionale dell’Associazione italiana di Psicogeriatria. A seguito del DPCM del 18 ottobre 2020 si potrà assistere alla conferenza solamente da remoto. Per seguire la diretta streaming occorre collegarsi al canale youtube dell’Accademia. Il link è il seguente (www.youtube.com/c/AccademiadelleScienzediTorino).

“In piena emergenza la Regione chiede di riaprire la caccia”

Riceviamo e pubblichiamo / Anche in questo momento difficile in cui tutte le attività si chiudono, la giunta regionale del Piemonte chiede il via libera all’attività venatoria in zona rossa

E’ con sgomento e incredulità che il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle maggiori sigle animaliste e ambientaliste, apprende la richiesta al governo di autorizzare in zona rossa l’attività venatoria.
La richiesta, in iniziativa congiunta con la Lombardia, è stata inviata dall’assessore Marco Protopapa e dal collega lombardo Fabio Rolfi (entrambi Lega), giustificandola con la motivazione che “l’attività venatoria potrebbe essere svolta in totale sicurezza e nel pieno rispetto delle restrizioni imposte da Roma”. Nella nota congiunta i due assessori inoltre equiparano la caccia all’attività sportiva all’aperto.
Non solo: secondo l’assessore Protopapa sospendere la caccia rischia di avere impatti negativi sul fronte ambientale perché “consente di contenere la proliferazione della fauna selvatica che tanti danni sta generando sia all’agricoltura che alle persone”.
Il Tavolo Animali & Ambiente rifiuta categoricamente l’equiparazione della caccia all’attività sportiva. Togliere la vita ad esseri viventi e senzienti solo per il divertimento non può in alcun caso essere considerato uno sport.
Inoltre, la proliferazione della fauna selvatica riguarda la specie cinghiale, la cui causa è dovuta proprio all’attività venatoria, come i recenti studi dimostrano. Per le altre specie la caccia è causa di estinzione.
Il Tavolo Animali & Ambiente dichiara: “non ci spieghiamo come sia possibile che in questo momento difficile, con l’emergenza in atto e in cui tutte le attività si chiudono, la giunta regionale chieda il via libera alla caccia in zona rossa. Sembra l’ennesimo favore fatto ai cacciatori, giustificandolo con dubbie motivazioni ambientali”.
Del resto, non è certo la prima volta che la giunta regionale di centrodestra si schiera a favore dei cacciatori: nei mesi scorsi ha approvato una nuova legislazione sull’attività venatoria, ampliando il numero delle specie cacciabili.
Il Tavolo Animali & Ambiente si augura che la richiesta di Protopapa e Rolfi non venga presa in considerazione dal governo.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia

“Amazon women”, borse di studio per donne di talento

L’Università degli Studi di Cagliari si unisce al Politecnico di Milano, al Politecnico di Torino e all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel programma di borse di studio creato da Amazon per supportare i percorsi di studio di studentesse meritevoli meno avvantaggiate nelle discipline STEM (in inglese: Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). 

 

Quattro nuove studentesse saranno premiate per l’anno accademico 2020/2021, in aggiunta alle giovani donne di talento selezionate le precedenti edizioni come destinatarie della borsa di studio grazie ai brillanti risultati raggiunti.

 Per il terzo anno consecutivo Amazon assegnerà la borsa di studio Amazon Women in Innovation, creata per aiutare le giovani donne provenienti da contesti meno avvantaggiati a soddisfare la propria ambizione di lavorare nell’innovazione e nella tecnologia. Amazon supporterà borse di studio nelle università delle città in cui si trovano il proprio Centro di Sviluppo, gli Uffici Corporate, Centri di Distribuzione, oltre che la sede del Customer Service: il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l’Università di Roma Tor Vergata e, da quest’anno, anche l’Università degli Studi di Cagliari. Tutte le borse di studio saranno offerte per l’anno accademico 2020/2021. 

Il progetto fa parte del programma Amazon nella Comunità e sostiene l’educazione di studentesse meritevoli per diventare leader del domani e per aver successo nell’economia digitale. Amazon Women in Innovation offrirà quindi un finanziamento di €6.000 all’anno, per tre anni, a quattro studentesse: una che intenda conseguire una Laurea in Ingegneria Matematica o Informatica presso il Politecnico di Milano, un’altra iscritta al Corso di Laurea in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Torino, una impegnata presso la facoltà di Ingegneria Informatica o di Ingegneria di Internet dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e una quarta iscritta al Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica dell’Università degli Studi di Cagliari. Le Università sceglieranno le vincitrici in base a parametri di merito e di reddito, come specificato nel bando di gara. 

Oltre a supportare economicamente le studentesse per tre anni, Amazon metterà a disposizione una mentor, una manager di Amazon, per aiutare a sviluppare competenze utili per il lavoro futuro, come, ad esempio, le tecniche per creare un curriculum efficace o affrontare un colloquio di lavoro in Amazon o in altre aziende. 

“Con l’istituzione di queste borse di studio continuiamo ad aiutare giovani meritevoli a diventare leader nell’innovazione e ad avere successo nell’economia digitale, acquisendo gli strumenti utili ad affrontare le sfide del futuro”, ha dichiarato Mariangela Marseglia, VP e Country Manager di Amazon in Italia e in Spagna. “Si conferma così il nostro impegno più ampio non solo nel garantire accesso all’istruzione e nel voler ispirare i giovani a provare le discipline informatiche, ma nel costruire un vero e proprio ambiente inclusivo, che passa anche dai percorsi accademici più tecnici, tradizionalmente poco accessibili alle ragazze”. 

“Si tratta di una preziosa occasione che permetterà al nostro Ateneo di favorire e incentivare le studentesse meritevoli garantendo loro un valido sostegno per il prosieguo del loro percorso universitario. Si inserisce a pieno titolo nelle politiche che l’Università di Cagliari sta portando avanti soprattutto negli ultimi anni: per questo abbiamo aderito con piacere all’iniziativa di Amazon” – commenta Maria del Zompo, Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari 

“È attraverso lo stretto legame tra università e impresa che garantiamo reali opportunità di crescita alle ragazze, sia durante il percorso di studio che una volta inserite nel mondo del lavoro. L’iniziativa di Amazon, che il Politecnico accoglie con grande favore, rientra all’interno di un programma più ampio chiamato Girls@Polimi, che grazie al contributo delle imprese finanzia borse di studio per le ragazze iscritte ai percorsi di ingegneria, dove il divario di genere è più accentuato. – afferma Donatella Sciuto, Prorettrice del Politecnico di Milano –  Ci auguriamo che sempre più imprese seguano l’esempio di Amazon, non come gesto filantropico, ma come investimento sulla crescita delle prossime generazioni e del Paese.”   

“Le evidenze internazionali dimostrano che la qualità e l’innovazione nelle attività didattiche, di ricerca, di sviluppo e trasferimento tecnologico aumentano con politiche di gender equality, diversity e inclusione. Il capitale umano, che include sia le donne sia gli uomini, ha il potenziale per raggiungere l’eccellenza in tutte le discipline, comprese quelle STEM, valorizzando i diversi talenti. Diversità è eccellenza” afferma Claudia De Giorgi  – Vice Rettrice per la Qualità, il Welfare e le Pari Opportunità del Politecnico di Torino. 

“In un periodo nel quale si fa sempre più stringente e attuale la necessità di superare il gender gap nel mondo del lavoro – basti pensare che tra le linee guida per pianificare la gestione del Recovery Fund sono state inserite l’empowerment femminile e l’equità di genere – Amazon ha dimostrato di essere, ormai da anni, pioniere nelle ‘politiche di genere’. Il World Economic Forum ci dice che solo il 30% dei ricercatori sono donne e le studentesse sono ampiamente sottorappresentate nelle materie STEM. È nostro compito mettere in atto qualsiasi iniziativa che crei pari opportunità e che superi le diseguaglianze, ostacolo alla crescita e al benessere economico del Paese. Per questo motivo, anche quest’anno, aderiamo con convinzione ad ‘Amazon Women In Innovation’, offrendo alle nostre studentesse dei corsi di Laurea di Ingegneria Informatica ed Ingegneria di Internet la possibilità di accedere alla borsa di studio e al percorso di crescita umana e professionale nel campo dell’innovazione e della tecnologia” – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Orazio Schillaci.

 

Amazon a Milano, Torino, Roma e Cagliari

In Italia Amazon ha la propria sede corporate a Milano. Dal nuovo edificio in Viale Monte Grappa 3/5, nell’emergente business district di Porta Nuova, oltre 800 dipendenti gestiscono con passione una vasta gamma di progetti in alcune delle aree più interessanti e innovative come il marketing, l’advertising, l’entertainment, il cloud computing e i dispositivi elettronici. Sempre a Milano ad aprile 2020 Amazon ha inaugurato la regione di AWS in Italia (Milano) per supportare la ripresa e la crescita delle aziende italiane e la trasformazione digitale della nostra economia. La Regione AWS  consente ai clienti italiani, come start-up, PMI, grandi imprese o agenzie governative, di gestire carichi di lavoro, archiviare dati in Italia e supportare i clienti finali con maggiore efficienza. Milioni di clienti si affidano ad AWS per potenziare le loro infrastrutture, diventare più agili, ridurre i costi e essere supportati nella trasformazione digitale. AWS in Italia è la sesta regione di AWS in Europa, che si unisce alle regioni esistenti in Francia, Germania, Irlanda, Regno Unito, Svezia e alla prossima regione della Spagna che verrà lanciata alla fine del 2022 o all’inizio del 2023. Grazie a questi investimenti, Amazon e AWS continuano a migliorare e incrementare costantemente i servizi offerti ai clienti.
A Milano nel 2015 ha aperto il suo centro di distribuzione urbano a Milano per servire i clienti Amazon Prime Now mentre, negli ultimi due anni, ha inaugurato due ulteriori depositi di smistamento, a Rogoredo e Buccinasco, e un centro di smistamento a Mezzate. 

Il Centro di Sviluppo italiano di Amazon a Torino è dedicato alla ricerca applicata alle capacità dell’intelligenza artificiale che consentono un’interazione naturale e accurata con Alexa, focalizzandosi su aree come il riconoscimento vocale, la comprensione del linguaggio naturale e il text-to-speech per fornire ai clienti la migliore esperienza d’uso possibile. Il Tech Center di Vercelli lavora all’implementazione dei processi tecnologici all’interno dei centri logistici di Amazon. Alle porte di Torino si trovano anche il centro di distribuzione di Torrazza Piemonte e il deposito di smistamento di Brandizzo.

A Roma Amazon ha recentemente aperto un centro logistico urbano, a Roma Tiburtina, per servire i clienti Prime Now; ha inoltre 2 centri di smistamento a Roma Settecamini e Roma Magliana e un centro di distribuzione a Passo Corese, in provincia di Rieti;e recentemente ha inaugurato un centro di distribuzione a Colleferro.

A Cagliari Amazon ha aperto nel 2012 il centro di assistenza clienti, dove attualmente circa 1.000 dipendenti lavorano a tempo indeterminato. Qui, l’azienda offre supporto ai clienti di Amazon.it per tutte le categorie di prodotto.

L’impegno di Amazon per la comunità a livello globale 

Amazon è costantemente impegnata a offrire un forte supporto a donne, giovani, studenti e comunità meno avvantaggiate in tutto il mondo. Nell’ambito di un impegno più ampio verso l’istruzione, ad esempio, Amazon gestisce il programma Amazon Future Engineer, che vuole ispirare, educare e consentire a bambini e giovani adulti di provare le discipline informatiche. Viene inoltre posta una grande attenzione sui “Right Now Needs”, con particolare focus per la lotta contro la fame infantile e per le famiglie senza tetto, e sulla volontà di sostenere le comunità colpite da catastrofi naturali attraverso il programma “Disaster Relief”, che offre un servizio rapido ed efficace a diverse associazioni no profit impegnate a fronteggiare disastri naturali su larga scala.