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Il Piemonte consulta i giovani per progettare il futuro


“PIEMONTE2027. NEXT GEN PER IL FUTURO”: 400 GIOVANI UNDER 35 COINVOLTI DALLA REGIONE IN UNA UNA MARATONA DIGITALE
PER CO-PROGETTARE IL LORO FUTURO EUROPEO IN PIEMONTE

Il tour sul territorio “Piemonte Cuore d’Europa” si è concluso  sabato 20 marzo, con “Piemonte2027. Next Gen per il futuro”.

La Regione Piemonte, per la prima volta nella sua storia, ha deciso infatti di dedicare un focus particolare alla consultazione dei giovani tra i 18 e i 35 anni, che vivono in Piemonte e che saranno protagonisti della prossima programmazione europea.

All’insegna del claim “Ripartiamo da nuove idee. Le tue” dalla Sala della Trasparenza del Palazzo di piazza Castello ha preso vita stamattina una vera e propria maratona digitale per raccogliere contributi concreti ed innovativi “a misura di giovani” da inserire nel Documento Strategico che verrà approvato dalla Regione Piemonte entro la fine di aprile: dalla digitalizzazione alla sostenibilità, dall’innovazione sociale alle professioni del domani, dal benessere alla vivibilità delle aree urbane e del territorio.

Cinque ore di brainstorming, in decine di tavoli virtuali connessi tra loro, per un unico confronto collettivo.

“Pensiamo sia fondamentale consultare i giovani sui temi della prossima programmazione europea 2021-2027, le cui ricadute impatteranno direttamente sulle loro vite – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Hanno aderito in centinaia, oltre ogni nostra aspettativa e di questo siamo molto felici”.

Sono stati infatti 400 i giovani sotto i 35 anni che vivono, lavorano o studiano in Piemonte che hanno risposto all’apposita call di partecipazione attiva all’evento. Durante le cinque ore di confronto collettivo virtuale, dalle 9.30 alle 14.30, sono stati affrontati i cinque temi prioritari per il futuro: un Piemonte più digitale (Smart), più sostenibile (Ambiente), più sociale (Inclusione), più innovativo (Next Gen), più vivibile (Benessere). Ciascuna delle cinque sessioni tematiche è stata introdotta da un talk a cura di un esperto che ha ispirato la discussione e lanciato alcuni spunti di riflessione. A seguire i giovani si sono divisi in decine di gruppi di lavoro, sotto la guida di oltre 40 facilitatori/moderatori, appositamente formati, per attivare il confronto sui temi scelti. A ispirare i lavori dei tavoli Emanuela Girardi, Massimiano Tellini, Paolo Pileri, Cristina Pozzi e Christian Greco.

Tutte le idee e le proposte emerse nei vari tavoli sono state giudicate positivamente anche dai giovani partecipanti. Per Andrea Pace è stata “un’esperienza veramente bella, impegnativa come preparazione, ed una grande opportunità che ha consentito ad una fascia di popolazione spesso esclusa dai processi decisionali di confrontarsi in modo piacevole e utile con la Regione, in quanto ci teniamo molto a fare qualcosa di importante per il Piemonte”. Per Elena Rajteri “dalla giornata son emerse richieste valide interessanti, tra le quali la necessità di una formazione scolastica e culturale più incisiva e una maggiore connessione tra il territorio, in modo da rendere più partecipative le varie realtà che compongono il Piemonte”.

“400 giovani che decidono di passare il loro sabato a discutere di futuro non sono una cosa da poco, è il segno che la loro generazione ha deciso di prendere in mano di persona le redini del proprio destino – afferma l’assessore alle Politiche giovanili Fabrizio Ricca -. Le complessità da affrontare per loro saranno tante, a partire da quelle legate al mondo del lavoro, un mondo in costante evoluzione. Chi meglio dei giovani, però, può trovare e indicarci i nuovi percorsi da intraprendere?”

“Piemonte Cuore d’Europa” è il roadshow che la Regione ha organizzato per condividere con i rappresentanti del mondo economico, sociale e degli enti locali di tutte le province i documenti di lavoro che delineano le priorità su cui concentrare le risorse in arrivo nei prossimi anni dall’Europa: dai fondi del Recovery Plan, su cui il Piemonte ha presentato un piano del valore di 13 miliardi di euro, alla prossima programmazione dei fondi europei 2021-2027, che avrà un valore di quasi 4 miliardi di euro (circa un miliardo in più rispetto al passato).

“Piemonte cuore d’Europa”, terminato il roadshow

L’ultimo incontro sul territorio per condividere con gli attori economici e gli enti locali le linee guida dei nuovi fondi europei e del Recovery Plan.  Il presidente Cirio: “Saranno la benzina da mettere nel motore del Piemonte”

“Se da una parte dobbiamo camminare con l’occhio vigile alla sanità e al vaccino, dall’altra dobbiamo riservare un’attenzione altrettanto vigile all’economia e alla ripartenza di un Piemonte in cui tutti chiedono di poter tornare a lavorare il prima possibile. E oggi abbiamo gli strumenti per poterlo fare, ovvero il Recovery Plan e i fondi europei scritti con il territorio, che saranno la benzina da mettere nel motore del Piemonte”: è quanto ha dichiarato il presidente Alberto Cirio a conclusione della tappa di Torino di “Piemonte Cuore d’Europa”, svoltasi nella Sala della Trasparenza del Palazzo della Regione e in diretta streaming su https://piemonte2021-2027.eu

E’ così terminato il roadshow che la Regione ha voluto organizzare per condividere con i rappresentanti del mondo economico, sociale e istituzionale di tutte le province i documenti di lavoro che delineano le priorità su cui concentrare le risorse in arrivo nei prossimi anni dall’Europa: dai fondi del Recovery Plan, per i quali è stato presentato un piano del valore di 13 miliardi di euro, alla prossima programmazione dei fondi europei 2021-2027, che avrà un valore di quasi 4 miliardi di euro (circa un miliardo in più rispetto al passato). Una programmazione che si concentrerà su 5 obiettivi: un Piemonte più intelligente e competitivo, più verde e sostenibile, più connesso, più sociale e inclusivo, più vicino ai cittadini.

Tra i temi evidenziati dai rappresentanti delle istituzioni, delle varie categorie economiche, dei sindacati e dalle numerose istituzioni (tra i partecipanti il prefetto Claudio Palomba, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, la sindaca di Torino e della Città metropolitana Chiara Appendino, il presidente della Camera di Commercio Dario Gallina e della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, il segretario generale della Compagnia di San Paolo Alberto Anfossi, il direttore dell’Unione Industriale Angelo Cappetti, i rettori dell’Università e del Politecnico di Torino Stefano Geuna e Guido Saracco) l’individuazione di pochi ma grandi progetti capaci di generare competitività e occupazione con particolare riguardo alla filiera dell’innovazione, la redazione di bandi calibrati sulle esigenze dei destinatari per facilitarne l’accesso, l’utilizzo veloce delle risorse a disposizione come strategia basilare per colmare il divario con gli altri Paesi, la creazione dei distretti del commercio, l’investimento sull’istruzione e sulla formazione professionale in quanto chiavi di volta per la riconversione delle imprese e la coesione sociale, il recupero delle aree dismesse, lo sviluppo della digitalizzazione per favorirne l’attrattività e la sostenibilità. Tra i progetti prioritari il Parco della Salute, il Manufacturing Center e la Città dell’Aerospazio di Torino, la Città della Scienza di Grugliasco. Senza dimenticare la semplificazione amministrativa, il contrasto al dissesto ideogeologico, l’attenzione alla qualità della vita nelle zone di montagna.

“Entro fine marzo avremo consolidato il documento che arriverà al premier Draghi – ha aggiunto il Presidente – e che scriveremo dopo essere andati nelle varie province con un’iniziativa che ha rappresentato un momento di concertazione per fare in modo che i documenti non vengano scritti in un palazzo o in un ministero, ma sui territori. Trasmetteremo le istanze che sono pervenute e, Covid o non Covid, andremo avanti senza perdere neanche un minuto su questi strumenti di ripartenza economica e sociale. Potremo però ripartire davvero quando saremo tutti vaccinati. La pandemia non ci deve fermare nel programmare la ripresa del Piemonte. Ma nulla ha senso se non ci vacciniamo, perché vincerà la sfida del futuro chi vaccinerà prima i propri cittadini. Il Piemonte è virtuoso, ai vertici nel rapporto residenti/vaccinati, ma lo fa in base alle dosi che ha”.

Il presidente Cirio ha poi evidenziato come questo sia un momento storico, perché si stanno definendo le linee di indirizzo per lo sviluppo dei prossimi 10 anni: “Abbiamo a disposizione cifre che non vedremo mai più e che ci permetteranno di favorire lo sviluppo del sistema produttivo e infrastrutturale. Ma saremo competitivi solo se sapremo individuare e condividere progetti con immediate ricadute sul territorio, oltre a investire sull’istruzione e sulla formazione professionale. Sono certo che se porteremo al presidente Draghi un documento del Piemonte, e non solo della Regione, daremo alla nostra voce più forza. Importante sarà anche poter applicare il cosiddetto ‘Modello Genova’ per le opere pubbliche, perché, senza abbassare di un centimetro l’attenzione verso la legalità, abbiamo bisogno di regole veloci e facili da applicare”.

Infine, riassumendo le richieste più ricorrenti pervenute dai partecipanti agli incontri sul territorio, il presidente Cirio ha messo l’accento sul fatto che “il Piemonte è una terra che patisce anni di isolamento ed ha sete di infrastrutture, di autostrade, di metropolitane, di collegamenti ferroviari da costruire o da terminare. Ce ne sono in ogni provincia. Per questo non appena avremo disponibilità dei primi fondi partiremo con le opere mancanti di accompagnamento alla Torino-Lione, la Novara-Vercelli, la Pedemontana, il collegamento con la Svizzera, il completamento del Tenda da una parte e il collegamento con la Liguria dall’altra, alle quali voglio unire un grande sistema di opere per il turismo outdoor, dalla ciclopedonalizzazione del lago Maggiore all’utilizzo delle tratte ferroviarie abbandonate da anni per farne piste ciclabili e consentire così al Piemonte di diventare una regione modello per questo tipo di offerta”.

Ad affiancare il presidente Cirio si sono succeduti il vicepresidente della Regione Fabio Carosso e gli assessori Andrea Tronzano, Elena Chiorino, Fabrizio Ricca e Maurizio Marrone, che hanno parlato dell’importanza dell’ascolto dei territori in un momento così importante, della necessità che le azioni politiche siano perfettamente integrate tra loro senza esclusioni e riportando al centro il ruolo della famiglia, del lavoro – in particolare quello femminile -, della formazione con strumenti come le Academy, che favoriscano l’incontro tra la formazione e le esigenze delle imprese.

I cinque obiettivi della programmazione dei fondi strutturali

Piemonte più intelligente

Sviluppare innovazione e competitività del sistema produttivo con attenzione alle pmi partendo dalle filiere manifatturiere tradizionali

Diffusione di tecnologie digitali e servizi digitali

Digitalizzazione per cittadini, pubblica amministrazione, imprese, trasporti

Rafforzamento dei processi di crescita e competitività delle pmi

Formazione

Mobilità sostenibile, nuovi vettori energetici, idrogeno

Banda ultralarga

Piemonte più verde

Infrastrutture verdi in ambiente urbano e periurbano

Efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico

Sviluppo di reti, strutture e impianti di stoccaggio dell’energia

Supporto alla produzione di energie rinnovabili

Adattamento ai cambiamenti climatici, prevenzione dei rischi e resilienza alle catastrofi

Economia circolare

Gestione forestale sostenibile

Gestione sostenibile delle risorse idriche e riduzione degli inquinanti

Rafforzamento della biodiversità

Tutela del paesaggio e tutela del suolo

Miglioramento qualità dell’aria attraverso mobilità urbana sostenibile e ciclabilità

Piemonte più connesso

Sviluppo della logistica come comparto strategico

Potenziare ed ammodernare i sistemi di trasporto su ferro

Sviluppare l’intermodalità

Sviluppo di reti ciclabili

Trasformazione digitale della logistica

Piemonte più sociale

Rafforzamento ed adeguamento dei percorsi formativi a tutti i livelli con potenziamento di servizi individualizzati

Academy verticali, Itse Ifts, alta formazione

Inserimenti lavorativi con tirocini ed apprendistato

Formazione continua legata alle esigenze di riqualificazione delle imprese o di riconversione produttiva

Sostegno all’imprenditorialità, al lavoro autonomo e alla creazione d’impresa

Sostegno alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro

Favorire l’accesso ai servizi per l’infanzia e minori e per le famiglie vulnerabili

Contrasto alla dispersione scolastica

Misure a sostegno della natalità

Consolidamento ed informatizzazione centri per l’impiego e servizi sociali

Sostegno al turismo, al patrimonio culturale e paesaggistico, al percorso di valorizzazione delle residenze reali

Sostegno allo sport, alla qualificazione degli impianti sportivi

Piemonte più vicino ai cittadini

Rafforzamento della capacità amministrativa

Rilancio delle periferie

Rigenerazione urbana

Città a misura dei cittadini:verde,sostenibile,vicina, solidale e partecipata

Progettazione integrata di area con ampia concertazione per aree omogenee

Superamento del digital divide

Sviluppo aree interne

Attenzione alle città medie

Maggiori informazioni su https://piemonte2021-2027.eu

Un fiore per la ricerca, fino al 25 aprile anche a Torino

Per l’ottavo anno consecutivo AICG sostiene AIRC e la ricerca sul cancro con la margherita solidale italiana 100%. Anche per questa edizione la testimonial è Margherita Granbassi

Dal 5 marzo al 25 aprile torna la «MARGHERITA per AIRC».

Per l’ottavo anno consecutivo AICG (Associazione Italiana Centri Giardinaggio) e i suoi associati, da sempre sensibili alle tematiche sociali e alle iniziative benefiche, rinnovano il sostegno alla ricerca sul cancro di Fondazione AIRC.

E lo fanno ancora una volta scegliendo la margherita, fiore della purezza per eccellenza e prodotto made in Italy al 100%.

In provincia di TORINO l’iniziativa sarà presente presso Garden Center Le Serre a Piobesi Torinese; Garden Center Peraga a Mercenasco; Hortilus Garden a Colleretto Giacosa.

MADE IN ITALY

La «MARGHERITA per AIRC» nasce nella Riviera Ligure di Ponente, in particolare nella Piana di Albenga, dove ogni anno vengono prodotti circa 10 milioni di vasi di questo splendido fiore.

La margherita è garantita da FDAI – Filiera Agricola Italiana Spa e nei centri di giardinaggio aderenti sarà contrassegnata da un’etichetta firmata FDAI e AICG.

Ogni pianta di Margherita recherà un’etichetta “parlante” con QR code, grazie al quale sarà possibile accedere a una serie di contenuti speciali: testi, video e immagini per scoprire più nel dettaglio il progetto, le caratteristiche e le informazioni sulla coltura e sulla manutenzione della margherita, oltre alle informazioni su Aicg, AIRC e il progetto di ricerca finanziato in questi anni.

TESTIMONIAL

La Margherita solidale avrà anche quest’anno il supporto di un’altra Margherita: la campionessa mondiale di scherma Margherita Granbassi, da anni al fianco di AIRC nella doppia veste di ambasciatrice e volontaria.

COME E DOVE

Sono numerosi in tutta Italia i centri giardinaggio associati ad AICG (l’elenco completo si trova sul sito www.aicg.itdove si potranno acquistare le piante di margherita solidale al prezzo di 4.50 euro: per ogni margherita venduta, 1.50 euro sarà devoluto ad AIRC per sostenere una nuova borsa di studio istituita anche grazie all’impegno di AICG.

LA BORSA DI STUDIO

L’iniziativa “Margherita per AIRC”, nata nel 2014 dalla collaborazione tra AICG – Associazione Italiana Centri Giardinaggio, Filiera Agricola Italiana spa e Fondazione AIRC, ha infatti permesso di finanziare alcuni dei migliori giovani talenti della ricerca.

Solo negli ultimi anni è stata istituita una borsa di studio triennale (2017-2019) sui meccanismi biologici alla base della leucemia e quindi, con i fondi raccolti nel 2020, è stata sostenuta la prima annualità per una nuova borsa di studio assegnata alla dottoressa Arghavanifard Negar, da gennaio al lavoro presso IFOM – Istituto FIRC di Oncologia Molecolare di Milano con un progetto di ricerca sui percorsi molecolari condivisi dalle cellule tumorali e da quelle della placenta.

I fondi raccolti quest’anno consentiranno di finanziare la seconda annualità della borsa di studio della dottoressa Negar, garantendo continuità al suo lavoro.

Per informazioni:

AICG Associazione Italiana Centri Giardinaggio

www.aicg.it

Vino, Confagricoltura: fondi straordinari per risollevare il settore

“La Commissione europea deve farsi carico delle conseguenze economiche sul settore agricolo determinate dalle misure di contenimento per la terza ondata della pandemia. Occorre mobilitare fondi straordinari a livello europeo”.

 

E’ la richiesta avanzata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che evidenzia come per alcune produzioni – è il caso del vino – la situazione di mercato sia addirittura peggiorata rispetto allo scorso anno.
Nell’ultimo rapporto sul commercio estero da gennaio-novembre 2020, la Commissione ha rilevato che l’export di vini è stato penalizzato dall’emergenza sanitaria, con una contrazione delle vendite nell’ordine di 1,3 miliardi di euro sullo stesso periodo del 2019.
Le difficoltà del settore in Italia sono evidenziate dai dati del Mipaaf, che indicano, alla fine dello scorso mese di gennaio, giacenze di vino per 61 milioni di ettolitri, con un aumento del 3,6% sul 2020.
Situazioni analoghe si registrano anche negli altri Stati membri grandi produttori di vini: in Spagna, ad esempio, le giacenze a fine gennaio si attestavano a più di 82 milioni di ettolitri.
“In questo scenario, è indispensabile riproporre quest’anno le misure di distillazione, ma con un compenso adeguato per i produttori” sollecita il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli.
“Il ministro spagnolo ha annunciato la richiesta di un intervento finanziario straordinario sul bilancio dell’Unione, in occasione del Consiglio Agricoltura in programma il 22 e 23 marzo. Siamo certi che non mancherà il sostegno dell’Italia, per dare più forza e incisività alla richiesta” conclude Brondelli.
Confagricoltura ricorda che, secondo gli ultimi dati ISMEA, a causa delle limitazioni del canale HoReCa, nei primi dieci mesi del 2020 anche le esportazioni sono diminuite del 3,4% sullo stesso periodo del 2019, con una perdita di 5,11 miliardi di euro. E i prezzi fanno registrare una contrazione del 7,5%.

Torino Social Factory: con Prometeo un innovativo progetto di assistenza per gli over 65

 

Il progetto Prometeo, della Cooperativa sociale Zenith,  offre un servizio di assistenza personalizzato agli over 65 presenti sul territorio, con l’obiettivo di creare le condizioni per un loro  invecchiamento attivo creando una rete di supporto per contrastare il loro isolamento.

Dal 2019 il progetto ha dato assistenza a 100 anziani in modo individuale e differenziato e ha offerto supporto psicologico di gruppo a circa 30 familiari dei soggetti assistiti. Ha erogato più di 2500 ore di supporto a domicilio e organizzato più di 110 incontri di socializzazione per le persone anziane. Ha coinvolto 32 volontari e ragazzi delle scuole superiori dell’alternanza scuola lavoro.

Prometeo fa parte dei 15 progetti di welfare generativo supportati dal programma della Città di Torino Torino Social Factory, ed è stato co-finanziato dal Pon Metro, Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020. Terminato il periodo di finanziamento con i contributi Pon Metro il progetto continua ad essere attivo con nuove idee e attività per gli sviluppi futuri, sempre pensati a partire dalle richieste degli assistiti. Attualmente Prometeo sta aiutando a diffondere tramite la sua pagina Facebook tutte le informazioni sulle vaccinazioni COVID-19.

Fra i servizi erogati dal progetto, l’assistenza a domicilio per aiutare la persona anziana nella cura di sé e della propria casa, e la partecipazione attiva degli assistiti in attività ricreative di socializzazione. Fra queste la “Danzamovimentoterapia”, tecnica di mediazione corporea che vuole favorire uno stato di benessere “fisico, psichico e sociale”; gli “Internauti”, corsi di formazione informatica tenuti dagli allievi delle scuole superiori per favorire lo scambio di conoscenze a livello generazionale; “A spasso con Monica”, passeggiate nei luoghi storici e d’interesse torinesi guidati da Monica, guida esperta professionista; e infine “Meditarte” corsi per conciliare meditazione ed espressione artistica di se stessi.

Con l’arrivo dei COVID i servizi erogati sono stati ripensati di fronte a una richiesta di aiuto degli anziani, ancora più isolati. È stato attivato un supporto telefonico tramite educatori e psicologi, inoltrando le richieste di aiuto e supporto ai vari servizi del territorio. Le attività di socializzazione sono state ripensate in chiave digitale con webinar, videocall, condivisione di post quotidiani di sensibilizzazione. Fra le attività pensate per gli anziani in questo periodo anche “Un fiore per te” con cui era possibile regalare una piantina da accudire a un anziano solo in casa e ancora “Mio caro nipote del futuro“, una raccolta di lettere in cui alcuni assistiti hanno raccontato il lockdown e la vita stravolta al tempo del Covid-19 a un loro immaginario nipote del futuro.

 

Il settore edile al tempo del Covid

Intervista al Presidente dei Giovani Imprenditori Edili dell’ANCE Piemonte e Valle d’Aosta, Architetto Andrea Cavallari

 

“Quando abbiamo chiuso i cantieri edili nel marzo 2020 – spiega l’architetto Andrea Cavallari, Presidente dei Giovani ImprenditoriEdili dell’ANCE Piemonte e Valle d’Aosta – la nostra Associazione si è sin da subito attivata per tutelare al meglio i dipendenti appartenenti al settore edile e per poter poi riaprire in assoluta sicurezza. Le imprese hanno, così, dovuto adattare e in alcuni casi rifare i loro DVR (Documenti  di Valutazione Rischi), e si sono spesso trovate di fronte a evidenti difficoltà nel reperimento dei dispositivi di sicurezza e di protezione individuali. A questo si è aggiunta la necessità di adeguare gli spazi interni ai cantieri, aumentando il distanziamento tra gli operai al fine di permettere lo svolgimento delle attività lavorative in sicurezza, seppur con non poche difficoltà e con evidenti rallentamenti della produttività.

Garantire il distanziamento tra gli operai ha richiesto una dilatazione dei tempi di esecuzione dei lavori stessi, in quanto in campo edilizio molto spesso più soggetti sono impegnati in uno spazio ristretto, compiendo operazioni a catena, in situazioni di vicinanza, che mal si conciliavano e si conciliano con le norme di distanziamento imposte dalla pandemia”.

“Dopo il primo lockdown – aggiunge l’architetto Andrea Cavallari – attraverso indagini campione interne dell’ANCE  Piemonte abbiamo riscontrato all’interno delle imprese associate le seguenti criticità: il 76,4% ha incontrato una difficoltà nella copertura dei costi aggiuntivi per la sicurezza; il 63,9% ha registrato un calo nella produzione; il 62,3,% l’impossibilità di fornire la formazione di base ai neoassunti; il 45% ha riscontrato la complessità nell’applicazione delle misure per l’accesso ai cantieri; il 41,7%difficoltà nel gestire il rispetto delle distanze interpersonali nelle attività lavorative e il 34,7% per cento problematiche nell’approvvigionamento  delle forniture”.

“Per quasi l’80 per cento delle imprese – precisa l’architetto Andrea Cavallari – il problema principale riguarda i costisostenuti a seguito dell’introduzione delle misure di protezione per ridurre il rischio di contagio da Covid . Abbiamo più volte ribadito la necessità del riconoscimento dei costi Covid a carico delle imprese, vale a dire dei costi delle attrezzature che sono state necessarie all’adeguamento degli spazi del cantieri ( quali l’ingresso contingentato e la rinegoziazione degli spazi) e i costi lievitati dell’affitto dei container per il personale del cantiere. Soprattutto è stata da noi ribadita la necessità di un riconoscimento di quei costi corrispondenti al rallentamento riscontrato nella produttività, dal lockdown in poi”.

“Sicuramente – afferma l’architetto Cavallari – abbiamo potuto riscontrare un dialogo proficuo con la Regione Piemonte che ha adeguato il prezzario regionale, in modo tale da contenere una sezione capace di tener conto delle misure di sicurezza legate ai dispositivi di sicurezza anti Covid, secondi le disposizioni previste dal DPCM del 17 maggio 2020. Certamente questo fatto ha dato un po’ di sollievo alle imprese edili nel campo dei lavori pubblici. Nel contesto privato, invece, si notano ancora delle sofferenze. I problemi maggiori sono stati riscontrati nelle difficoltà di far comprendere alle committenze private l’importanza di riconoscere alle imprese quei costi connessi al protrarsi dei tempi delle attività di lavoro. L’allungamento dei tempi di esecuzione delle opere e il rallentamento della produzione, al fine di garantire lo svolgimento delle attività, comporta certamente un incremento considerevole dei costi fissi che un’impresa è chiamata a sostenere, al fine di poter proseguire lo svolgimento delle attività di cantiere, secondo le nuove modalità  imposte dalla normativa in questo periodo di pandemia, aspetto questo certamente rilevante e non di poco conto, molte volte sottovalutato dai Privati”.

“Il problema del rallentamento della produzione – spiega l’architetto Andrea Cavallari – ha giocato certamente un ruolo cruciale e ha inflitto un duro colpo alle imprese del settore, già fortemente in crisi nei tempi antecedenti al Covid; tuttavia le ultime misure messe in campo dallo Stato riguardo al Superbonuse alla Politica Europea sul tema dei Fondi e FinanziamentiEuropei, connessi al documento della Next Generation UE,sembrano oggi aprire uno spiraglio ottimistico su questa situazione e paiono far intravedere una ripresa nel settore edile rispetto ai periodi bui precedenti. I finanziamenti sono, infatti, un tassello fondante nel rilancio del nostro settore e del nostro Paese; per troppo tempo questo aspetto ci è stato calato dall’alto e lo abbiamo subito con ricadute devastanti sui nostri territori e con l’immobilismo. Siamo consapevoli, oggi più che mai, che la complessità risiede nel vero e proprio atto di “cantierizzazione” della risorsa a disposizione che è esistente ed è concreta. Serve passare dalla programmazione di bandi standard a programmazioni calzate sui nostri territori, che ci permettano concretamente di utilizzare i finanziamenti  a disposizione e, per fare ciò, occorre una burocrazia sicuramente più snella. Siamo consapevoli inoltre del grande sforzo che si deve compiere, ma è un passo assolutamente necessario, perché un Paese con i cantieri bloccati, le aree urbane in degrado e i territori in dissesto, è un Paese malato, un Paese che cancella a noi giovani la prospettiva di un futuro”.

“Auspichiamo – aggiunge l’architetto Andrea Cavallari – una programmazione delle risorse stanziate dall’Unione Europea e che avverrà tanto a livello regionale, quanto su scala maggiore, anche a livello nazionale. Si tratterà di una grande sfida che le nostre imprese edili dovranno essere capaci di raccogliere per il futuro, per poter attivare investimenti, sicuramente attratti anche da nuove opere infrastrutturali a livello territoriale. Siamo consapevoli inoltre che interventi infrastrutturali complessi e reticolari avranno la forza di generare interventi puntuali, secondo la logica dell'”investimento chiama investimento “. Ben esplicativo a tal proposito risulta il caso della TAV, che sebbene osteggiata per anni, e seppur ancora in fase di ultimazione, ha già attratto importanti investimenti in Piemonte, non ultimo la Italvolt, la più grande fabbrica di batterie del mondo”.

“Le imprese edili – conclude l’architetto Andrea Cavallari – stanno facendo attualmente una scommessa sul futuro, proprio sulla base dell’impiego ottimale dei finanziamenti europei e sulla proroga dei meccanismi di Bonus, auspicando nel contempo uno snellimento della burocratizzazione, elemento imprescindibile per rilanciare il settore delle costruzioni e l’economia del Paese, attuando una rigenerazione del tessuto urbano metropolitano che guarda allo sviluppo sostenibile”.

Mara Martellotta 

Il protocollo Blockchain a Parlaconme

Al centro della trasmissione di oggi, su Radiovidanetwork, alle 18 condotta da Simona Riccio

Il protocollo Blockchain sarà al centro della trasmissione PARLACONME, in onda oggi pomeriggio alle 18 sulla Radio web Radiovidanetwork e condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio.

A parlarne con la conduttrice, durante questo appuntamento di approfondimento radiofonico settimanale, sarà l’esperto William Nonnis, programmatore e tecnico informatico, da diciotto anni al Ministero della Difesa in qualità di Full Stack e Blockchain Developer.
La Blockchain, ancor prima di essere una tecnologia, rappresenta una rivoluzione sociale, molto impattante sulla nostra quotidianità. Da molti è stata definita come il nuovo volto di Internet o una sorta di macchina della verità, ma in realtà rappresenta un registro distribuito delle transazioni, liberamente accessibile e basato sul consenso che viene stipulato tra i partecipanti della stessa rete. La Blockchain può essere, infatti, considerata come una sottofamiglia di tecnologie, anzi un insieme di tecnologie, in cui il registro è strutturato alla stregua di una catena di blocchi contenenti le transazioni, il cui consenso è distribuito su tutti i nodi della rete, che possono partecipare al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro medesimo. La rivoluzione della Blockchain è nata a partire dal mondo delle criptovalute e da quello Bitcoin, ma presenta molteplici applicazioni, non soltanto dal punto di visto finanziario, alcune delle quali ancora da esplorare.
Nel corso della trasmissione si parlerà del ruolo che essa ha assunto all’interno di un rapporto di fiducia tra soggetti e della sua immutabilità, nonché del fatto che, grazie ad un suo uso corretto, sia possibile evitare qualsiasi tipo di manipolazione.
La Blockchain trova anche applicazione nel campo dell’agricoltura e, durante la trasmissione, si parlerà della sua applicazione nei campi, per tracciare la vita di un pomodoro.
Per seguire la trasmissione ci si può collegare al sito www.vidanetwork.it oppure scaricare la app ufficiale Radio Vida Network gratuitamente per Ios e Android o su speaker Alexa e Google Home.
Replica il giorno successivo venerdì alle ore 9 e il sabato mattina della settimana successiva alle ore 11.30.

Mara Martellotta

Il lavoro a distanza nella PA dopo la pandemia  

Al via un nuovo corso della Scuola di Master e formazione permanente del Politecnico di Torino e CUOA Business School: “Come la digitalizzazione abilita il lavoro remoto: interventi sul ridisegno dei processi, soft skill e tecnologie collaborative”

La Scuola di Master e Formazione Permanente del Politecnico di Torino e CUOA Business School partecipano all’iniziativa INPS Valore P.A. 2020 e presentano il corso “Come la digitalizzazione abilita il lavoro remoto: interventi sul ridisegno dei processi, soft skill e tecnologie collaborative”.

Il percorso formativo – che si svolgerà a distanza sulla piattaforma Polito – intende fornire conoscenze e competenze a dipendenti PA (in particolare capi ufficio/area, loro collaboratori) su come gestire efficacemente il lavoro a distanza e come impostare un modello organizzativo di lavoro da remoto, in una prospettiva post pandemica.

Il Politecnico di Torino è una delle Università sostenitrici entrate a far parte del network CUOA nel 2020. Dal 2014, grazie all’iniziativa INPS Valore P.A., il Politecnico di Torino ha formato 460 persone appartenenti a 65 diverse Pubbliche Amministrazioni. Nell’ambito dell’edizione Valore P.A. 2020, Politecnico di Torino arricchisce la propria offerta con un Corso di Formazione proposto in collaborazione con CUOA Business School.

Al corso partecipano 23 alunni provenienti da Enti Pubblici di tipologie differenti, come Università, Enti Locali e organismi centrali della PA. Gli iscritti al corso sono prevalentemente donne – quasi l’80% – l’età media è over 45 e il ruolo rivestito all’interno dell’amministrazione è apicale, prevalentemente dirigenti e responsabili di settore.

La Faculty è composta da: Emilio Paolucci, Professore Ordinario del Politecnico di Torino, dove insegna Strategia e Imprenditorialità, e direttore dell’Alta Scuola Politecnica, programma congiunto del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino; Paolo Neirotti, Professore Ordinario del Politecnico di Torino, dove tiene i corsi di Strategia e Organizzazione Aziendale ed è Direttore della Scuola Master e Formazione Permanente; Stefano Sacchi, Professore Ordinario di Scienze Politiche del Politecnico di TorinoNazareno Galieni, Faculty Member CUOA Business School, è laureato in Psicologia all’Università degli Studi di Padova e ha una specializzazione quadriennale in “Psicoterapie brevi ad approccio strategico” e Chiara Frigo, Faculty Member di CUOA Business School, è laureata in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, iscritta all’albo degli Psicologi della Regione Veneto, iscritta all’Albo degli Psicoterapeuti.

“Questa iniziativa è fortemente rappresentativa di come l’alleanza tra Politecnico di Torino e CUOA può sviluppare programmi di formazione unici nel combinare competenze tecnologiche e manageriali di cui imprese e PA necessitano per affrontare le opportunità e le sfide poste da Next Generation EU – afferma il Direttore della Scuola di Master e Formazione Permanente del Politecnico di Torino, professor Paolo Neirotti – I docenti del Politecnico cureranno la formazione relativa a ridisegnare processi operativi e collaborazione tramite le tecnologie digitali e a comprendere come il quadro delle politiche di innovazione e del lavoro forniscano opportunità per la transizione verso nuove tecnologie e competenze. I docenti del CUOA tratteranno invece i temi relativi a come leadership e stili di management devono essere essere reinterpreati per gestire persone e processi in un contesto di lavoro in remoto.”

La collaborazione con il Politecnico di Torino è molto significativa e si sviluppa su diversi temi – dichiara Giuseppe Caldiera, Direttore Generale di CUOA Business School – Il progetto Valore PA è il primo percorso formativo realizzato insieme e ne siamo molto orgogliosi, perché ci permette di lavorare sul mondo della Pubblica Amministrazione che rappresenta per la nostra scuola un ambito di intervento storico, su cui siamo impegnati da oltre 40 anni. Le sfide che la PA deve affrontare oggi sono molte e importanti, come dimostra anche il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” appena firmato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha sottolineato come proprio la formazione sia da considere un asset strategico per la riforma del settore e per la crescita del suo capitale umano. Con questa iniziativa e con le prossime che insieme al Politecnico andremo a sviluppare vogliamo dare il nostro contributo concreto, mettendo a sistema le due forti e specifiche esperienze nello sviluppo delle competenze per il settore pubblico di cui entrambi siamo portatori”.

Un webinar per la gestione ecocompatibile del verde urbano

Asproflor propone un incontro online agli operatori del settore e alle
pubbliche amministrazioni per discutere della gestione ecocompatibile
del verde urbano.

Il mondo del florovivaismo deve confrontarsi con
continue sfide per far fronte all’impatto ambientale di pratiche e di nuove
tecnologie.

L’associazione Asproflor, punto di riferimento nel settore da quarant’anni, è
fortemente impegnata per l’aggiornamento ed il confronto tra i protagonisti della
filiera del verde, anche grazie al proprio ruolo di organizzatrice e promotrice del
Marchio Nazionale di Qualità dell’Ambiente di Vita Comune Fiorito e del Circuito
Nazionale Vivere in un Comune Fiorito.

Asproflor ha per questo organizzato un seminario: “Nuove opportunità nella
gestione ecocompatibile del verde urbano”. L’incontro si terrà a distanza, sotto
forma di webinar, venerdì 19 marzo 2021 dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

La partecipazione è gratuita ed è necessario collegarsi al seguente link:
https://www.gotomeet.me/asproflor/nuove-opportunita-nellagestione-ecocompatibile-de
L’appuntamento è per tutti coloro che operano nel settore florovivaistico, alle
pubbliche amministrazioni, a liberi professionisti come dottori agronomi, periti
agrari e agrotecnici per cui sono previsti crediti formativi.

L’associazione Asproflor unisce i produttori florovivaisti italiani, con lo scopo promuovere l’immagine della
floricoltura italiana, del turismo del verde e del ruolo dei fiori nella quotidianità del tessuto cittadino. È
un’associazione indipendente e autonoma che collabora con tutti i soci, gli enti, sindacati e politici che
vogliono contribuire allo sviluppo del florovivaismo italiano tramite il consumo di piante e fiori

Nella città della pandemia dov’è finito l’uomo?

Deserto e desertificazione. Due termini che costituiscono, secondo me, un binomio purtroppo strettamente attuale in un mondo come quello in cui al giorno d’oggi, quotidianamente, ci troviamo a vivere, in particolar modo durante questo terzo lockdown, esteso a livello nazionale. I due sostantivi, che non sono sinonimi, paiono assomigliarsi.

L’uno indica, però, un paesaggio naturale dal quale l’uomo (i turisti soprattutto) risultano per lo più attratti per il fascino delle sue distese e delle sue dune, che paiono suggerire l’idea di spazi infiniti; il secondo vocabolo indica, invece, un processo di graduale trasformazione in deserto di aree semiaride, a causa di periodi prolungati di siccità e, spesso, anche di un incontrollato sfruttamento dell’humus per fini agricoli.

Questa definizione richiama la metafora della desertificazione delle città attuali, in tempi di lockdown,  dovuta al Covid e contiene, già in se stessa, tutta l’aridità spirituale e quella componente malinconica, che suggerisce anche solo la vista di piazze deserte, in cui la risultante umana non pare più esserne parte integrante. Di fronte alla visione di alcuni spaccati esterni urbani in tempo di lockdown sorge spontanea la domanda “Ma dove è finito l’uomo?”. Questa interrogazione non nasce, invece, di fronte alla visione del deserto,  poiché qui la mancanza della componente umana e arborea ne rappresenta una caratteristica peculiare. Il deserto può, infatti, metaforicamente essere abitato quale luogo dell’anima. Una città desertificata, invece, non potrà mai trasformarsi in un luogo dell’anima, perché è priva di qualsiasi componente spirituale. Abitare il deserto è possibile perché, metaforicamente, l’espressione indica l’atto del congedarsi, in modo temporaneo, dal mondo per vivere un’esperienza di raccoglimento in se stessi, alla scoperta degli aspetti essenziali della vita. In un’epoca in cui dominano linguaggi omologanti, abitare metaforicamente il deserto, già in tempi pre Covid, ma ancor più in epoca di Covid, può diventare un prezioso esercizio per prendere temporaneamente congedo dal mondo e riflettere in se stessi, ascoltare la voce del cuore e riattivare quegli occhi interiori, che risultano i soli davvero capaci di cogliere l’invisibile e la forma originaria del mondo. Soltanto allora, attraverso questo procedimento, potremo compiere un percorso che ci renderà in grado di scandagliare la parte più  profonda della nostra anima e ci condurrà a riscoprire una nuova umanità, tanto più preziosa in questi tempi di forzato distanziamento fisico. E con occhi e anima nuovi anche le piazze di una città, privata della presenza abituale dell’uomo, ci appariranno in una luce rinnovata e meno angosciante, aperte alla prospettiva di raccogliere l’umanità, in un futuro non troppo lontano.

Mara Martellotta

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