ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 335

A Chieri i cartelli “salvaciclisti”

In occasione del passaggio del Giro d’Italia, il Comune di Chieri, aderendo alla campagna del Rispetto del Ciclista sulla strada, nei giorni scorsi ha installato dieci cartelli “salvaciclisti” all’ingresso della città.

All’installazione del cartello in via Andezeno angolo via Verdi, erano presenti il Sindaco di Chieri Alessandro SICCHIERO, l’assessore alla Viabilità e Polizia locale Paolo RAINATO, Paola GIANOTTI (ciclista, coach, scrittrice e detentrice di 3 Guinness World Record tra cui l’essere la donna più veloce ad aver circumnavigato il globo in bici), Marco CAVORSO (padre di Tommaso, ragazzo di 14 anni ucciso nel 2010 mentre si allenava in bici nelle strade della provincia fiorentina, delegato per la sicurezza stradale del sindacato dei ciclisti professionisti ACCPI) Maurizio FONDRIEST (ex ciclista professionista vincitore del Campionato del Mondo nel 1988, della Milano-Sanremo nel 1993 e di due Coppe del Mondo).

A Chieri i“cartelli salvaciclisti” sono collocati in:

  1. corso Torino 123 marciapiede direzione centro Chieri
  2. strada Roaschia 85 banchina direzione centro Chieri
  3. viale Cappuccini 68 banchina direzione centro Chieri
  4. strada Cambiano 58 banchina direzione centro Chieri
  5. via Conte Rossi di Montelera angolo rotatoria Circonvallazione banchina direzione centro Chieri
  6. strada padana Inferiore 116 banchina direzione centro Chieri
  7. strada Buttigliera angolo via Robbio banchina direzione Buttigliera
  8. strada Buttigliera 50 banchina direzione centro Chieri
  9. via Andezeno angolo via Verdi banchina direzione centro Chieri
  10. strada Valle Pasano angolo via Monginevro banchina direzione centro Chieri

In corrispondenza dei 10 punti sono state verniciate a terra sull’asfalto le lettere SC di colore arancione.

«In Italia muore un ciclista ogni 35 ore e un pedone ogni 12 ore e tantissimi incidenti avvengono in fase di sorpasso, da qui l’urgenza di migliorare la sicurezza e il livello di convivenza tra i differenti utenti della strada. Bastano questi dati per comprendere l’importanza l’installazione dei dieci cartelli “salvaciclisti”-afferma il Sindaco di Chieri Alessandro SICCHIERO-Come amministrazione crediamo molto nella promozione della mobilità sostenibile, che rappresenta uno dei punti qualificanti della nostra agenda. In questi mesi di pandemia abbiamo cercato di ripensare la città, gli spazi e la mobilità urbana, il nostro modo di vivere e di spostarci, ampliando gli spazi pedonali e ciclabili, introducendo il doppio senso ciclabile, garantendo la sicurezza di chi si sposta a piedi, in bici, con e-bike, con forme di micromobilità e per le persone con disabilità. Inoltre, Chieri è capofila del progetto “Percorsi ciclabili sicuri tra Chieri ed il Po” che ha come scopo il completamento e la messa in sicurezza di una rete di ciclovie adatte all’uso quotidiano. Sulle pagine social del Comune sono giunti messaggi di disaccordo con questa iniziativa, alcuni, però, dal contenuto offensivo e violento e nei confronti dei loro autori verranno presi provedimenti».

 

“Io Rispetto il Ciclista” è la campagna sulla sicurezza stradale ideata e promossa da Paola GIANOTTI, Marco CAVORSO e Maurizio FONDRIEST, allo scopo di sensibilizzare gli automobilisti per una guida sicura e soprattutto per un sorpasso ad un minimo di un metro e mezzo di distanza dell’automobilista rispetto al ciclista attraverso l’installazione di cartelli “salvaciclisti” di avviso lungo le strade.

Attualmente sono stati installati oltre 1.000 cartelli in oltre 250 Comuni italiani 

Paola GIANOTTI e Marco CAVORSO si sono fatti anche promotori della proposta di legge per il sorpasso ad un minimo di un metro e mezzo dell’automobilista sul ciclista (normativa già esistente nella maggior parte dei Paesi europei), perché ad oggi nel codice stradale la dicitura prevede semplicemente un sorpasso ad una distanza minima di sicurezza.

Tempi di vendita delle case, l’hinterland di Torino terz’ultimo tra le grandi città

Un indicatore dello stato di salute del mercato immobiliare è rappresentato dai tempi di vendita, ovvero il tempo necessario per collocare con successo la casa sul mercato.

 

L’analisi condotta dall’Ufficio Studi Tecnocasa dal 2010 ad oggi, limitato alle grandi città, evidenzia il picco nel 2012, l’anno peggiore per il mercato immobiliare. Dal 2013 i giorni necessari per vendere un immobile iniziano a diminuire progressivamente. Fino ad arrivare ai giorni nostri: l’ultima rilevazione effettuata conferma un lieve peggioramento che era nelle attese.

Sono state prese in considerazione le grandi città, i rispettivi hinterland e i capoluoghi di provincia. Gli ultimi dati dicono che, nelle metropoli, le tempistiche di vendita sono di 118 giorni contro i 109 gg di un anno fa quando ancora la pandemia non era scoppiata. A distanza di un anno, quindi, si evidenzia un incremento dei tempi di vendita di 9 giorni. Nei capoluoghi di provincia c’è una media di 146 giorni, nell’hinterland delle grandi città di 157 giorni. I primi hanno registrato una contrazione di tre giorni a conferma della buona tenuta dei piccoli centri rispetto a quelli più grandi.

Tra le grandi città i tempi di vendita maggiori si sono avuti a Bari (162 gg) mentre le metropoli “più veloci” sono ancora una volta Milano (60 gg) e Bologna (57gg). Il capoluogo lombardo mostra un leggero peggioramento. Questi dati fotografano una realtà che, dopo una ripartenza veloce delle tempistiche subito dopo il lockdown dello scorso anno, nella seconda parte del 2020 ha frenato a causa di una maggiore prudenza dei potenziali acquirenti, dei timori legati al secondo lockdown, alla tenuta del posto di lavoro e alla maggiore attenzione da parte degli istituti di credito all’analisi dei mutuatari e dei loro datori di lavoro.

Ad essere più “veloci” sono stati soprattutto gli acquirenti le cui condizioni reddituali non sono state scalfite dalla crisi economica indotta dalla pandemia e coloro per i quali l’acquisto migliorativo non era più procrastinabile. Come venditore è stato più celere chi aveva necessità di cambiare l’abitazione o chi aveva necessità di reperire liquidità.

PIEMONTE
TEMPI DI VENDITA – Gennaio 2021
CITTA’ Giorni
BIELLA 128
TORINO 133
NOVARA 134
ALESSANDRIA 146
ASTI 158
CUNEO 164
VERCELLI 202
TEMPI DI VENDITA – Gennaio 2021 Grandi città Hinterland grandi città Capoluoghi di provincia
(media in giorni) 118 157 146
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

 

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

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 Protopapa: “Trasformiamo in risorsa il problema dei danni da cinghiali”

Nel corso del 2020 e in queste prime fasi del 2021 l’assessore all’Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca della Regione Piemonte Marco Protopapa ha coinvolto i responsabili del progetto “Filiera Eco-Alimentare” in diverse riunioni al fine di dar vita ai passaggi e alle attività che stanno alla base di un percorso che permette di:

  • creare un sistema volto a rendere efficiente sia il controllo igienico-sanitario che il controllo qualitativo delle carni, istituendo una filiera tracciata di commercializzazione delle carni di selvaggina sul territorio,

  • gestire le popolazioni di fauna selvatica sul territorio limitando i danni da essa provocati,

  • generare un sistema di economia locale volto a valorizzare una risorsa rinnovabile che trova un grande interesse a livello di ristorazione,

  • formare il mondo venatorio e quello dei trasformatori in maniera nuova e diversa, in termini di contenuti.

Proprio la valorizzazione del benessere animale, seppur possa sembrare un concetto distante e non applicabile all’attività venatoria, rappresenta il vero punto nodale del progetto.

Il progetto, infatti, ha come presupposto fondamentale che le carni di selvaggina derivano da animali a vita libera, che si cibano spontaneamente di ciò che la natura offre e che non entrano mai in contatto con situazioni di stress: tale presupposto, collegato inscindibilmente alla qualità intrinseca del prodotto stesso, ha come conseguenza che un’importante parte di formazione sia dedicata all’etica venatoria affinché vengano sempre rispettate le regole di comportamento anche in questa attività molto presente nella nostra regione.

“Ho ritenuto importante avviare un percorso con i promotori del progetto per comprendere le modalità con cui rendere possibile l’avvio di una filiera locale di qualità sull’intero territorio regionale- dichiara l’assessore Protopapa – Così trasformiamo in risorsa il grave problema dei danni da cinghiali che colpiscono i nostri agricoltori”. “Al tempo stesso promuoviamo azioni di divulgazione e di comunicazione, in vista della prossima stagione venatoria, fondamentali al fine di far conoscere il prodotto al consumatore al quale deve essere data possibilità di capire la differenza fra prodotti di importazione e prodotti locali, sia in termini di qualità che di sicurezza alimentare”, conclude l’assessore Protopapa.

La promozione del progetto è stata affidata a Visit Piemonte nell’ambito delle iniziative 2021. Intanto i promotori hanno già provveduto a portare a compimento ulteriori ricerche, attivandosi per consolidare l’interesse tra le parti coinvolte (cacciatori, macellai, ristoratori) e raccogliendo nel concreto adesioni di imprenditori del territorio per la costituzione di un’associazione dedicata. L’intento è quello di gestire la filiera, il marchio e la comunicazione relativa al progetto stesso, certificando l’origine, la salubrità e la qualità delle carni di selvaggina in un’ottica di benessere animale.

A Marazzato il premio Industria Felix

Il riconoscimento conferito per affidabilità gestionale, crescita addetti e patrimonio netto

Tra le aziende che il 13 maggio dalle 10 alle 12, nel corso di un evento on line, data la pandemia, riceveranno il Premio ‘Industria Felix – l’Italia che compete’ c’è anche il ‘Gruppo Marazzato’ prossimo ai settant’anni nel 2022, leader nelle bonifiche ambientali, gestione e smaltimento di rifiuti industriali pericolosi e non sia solidi che liquidi.

Il pregiato riconoscimento, frutto di un’inchiesta giornalistica sui bilanci delle società di capitali realizzata in collaborazione con l’autorevole data driven company italiana Cerved per individuare le migliori imprese nazionali per performances gestionali e affidabilità finanziaria, sarà assegnato da ‘Industria Felix Magazine’, supplemento trimestrale a ‘Il Sole 24 Ore’ insieme al Comitato Scientifico coordinato dal Vice Presidente nazionale di Confindustria Vito Grassi e Cesare Pozzi, docente di Economia Industriale all’Università Luiss Guido Carli.
A condurre la cerimonia in streaming saranno i giornalisti Michele Montemurro e Angelo Mellone, Vice Direttore di Raiuno. “Un risultato nel segno degli sforzi fatti in tema di crescita di addetti e patrimonio netto, per garantire lavoro e sviluppo alle persone che credono in noi”, affermano i fratelli Alberto, Davide e Luca Marazzato, terza generazione a guidare l’impresa di famiglia.

 

 

Rivalta: Con i buoni pasto i dipendenti comunali aiutano il commercio 

A Rivalta il ticket del “buono pasto” riconosciuto a tutti i dipendenti del pubblico impiego
diventa un gesto solidale e trasforma un diritto singolo in un diritto comunitario.

Da inizio maggio i dipendenti della Città di Rivalta hanno infatti scelto di poter spendere
il nuovo ticket elettronico gestito dalla piattaforma “Toduba” sul territorio del comune
dove lavorano, anche per fare acquisti negli esercizi commerciali convenzionati.
Un modo per generare positive ricadute economiche per i piccoli esercenti locali,
provati ormai da un anno di chiusure forzate.

In questi mesi la pandemia ha obbligato tutti noi a evitare gli assembramenti, a cambiare
tante abitudini, a modificare il nostro rapporto con i negozianti. Anche per questo, gli
oltre 100 dipendenti comunali di Rivalta hanno deciso di trasformare la crisi in una
opportunità.

In altre parole, oltre a permettere ai dipendenti di continuare a pagare il pasto
giornaliero, con il nuovo ticket sarà possibile fare i consueti acquisti di generi alimentari
ma solo nei negozi aderenti sul territorio comunale. Sono già 40 le attività commerciali
di tutti i generi che hanno aderito all’iniziativa, sottoscrivendo la convenzione con il
Comune.

«Per promuovere le eccellenze di Rivalta è giusto partire da chi a Rivalta lavora» spiega
l’assessore al Commercio Nicola Lentini. «Per questo abbiamo deciso di dare l’opportunità
ai dipendenti di fare acquisti e pranzare nei nostri negozi di vicinato, utilizzando strumenti
innovativi, sicuri che l’offerta dei nostri commercianti sarà così apprezzata al punto che chi
ancora non faceva i suoi acquisti a Rivalta tornerà anche senza i ticket».

La piccola rivoluzione, che abbandona il ticket cartaceo per passare a uno digitale gestito
da una piattaforma tramite app per cellulari, è stata possibile grazie al contributo
sostanziale della Città di Rivalta che ha investito risorse al fine di poter garantire ai
lavoratori, e alle piccole imprese aderenti, questa buona pratica. Una scelta che da subito
ha visto il sostengo trasversale delle organizzazioni sindacali e dei rappresentanti dei
lavoratori.

Qualcuno potrebbe definirla una goccia nel mare? Forse sì. Ma a Rivalta si è deciso che,
specie di questi tempi, neppure una goccia andava sprecata.

Gli studenti diventano imprenditori green

Dalla caccia al tesoro “ecologica” per scoprire Torino al macchinario che produce energia per la palestra, dai cestini smart per la raccolta dei rifiuti ai coloranti e fertilizzanti ricavati dagli scarti della produzione del vino, dai box con abiti usati recuperati alla app per raccogliere gli scarti dei prodotti invenduti.

Sono 15 le mini-impese green piemontesi e genovesi che sono nate “in classe” con Green Jobs, iniziativa promossa da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT in Piemonte e a Genova che ha coinvolto circa 300 giovani delle scuole secondarie di secondo grado in un percorso per promuovere lo sviluppo delle conoscenze legate alla sostenibilità ambientale e l’acquisizione delle competenze trasversali legate all’imprenditorialità e alle professioni della green economy.

 

Nato nel 2015 in Lombardia da Fondazione Cariplo, Green Jobs si è esteso a livello nazionale grazie al coinvolgimento di altre Fondazioni di origine bancaria aderenti alla Commissione Sviluppo Sostenibile di ACRI.
I ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado di Torino, Nichelino, Genova e Chiavari hanno preso parte al percorso Green Jobs e oggi, davanti a una commissione formata da membri della comunità locale, della Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, hanno presentato i loro progetti riguardanti la sostenibilità e l’economia circolare in risposta alle sfide ambientali del loro territorio.

 

La next generation è qui, adesso, e parla ‘green’: formare skills imprenditoriali, in particolare in ambiti strategici come la sostenibilità e l’ambiente, è un’importante promessa di futuro per i giovani che saranno i protagonisti di domani per lo sviluppo del Paese – dichiara Massimo Lapucci, Segretario Generale di Fondazione CRT –. Per questo Fondazione CRT, in collaborazione con altri players del territorio, sostiene un’iniziativa come Green Jobs, che porta in classe nuove sfide in linea con le priorità per i prossimi anni dell’Europa e delle Nazioni Unite”.

 

La Fondazione Compagnia di San Paolo, con la Missione Educare per Crescere Insieme dell’Obiettivo Persone, promuove iniziative volte a potenziare nei giovani le competenze cognitive, culturali, socio-emotive adeguate a sviluppare il loro protagonismo e orientare in modo proattivo il loro futuro. – afferma Alberto Anfossi Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo – In questo progetto, capace di realizzare un ecosistema educativo innovativo con le scuole, i territori e il mondo del lavoro green, i ragazzi e le ragazze hanno potuto mettersi in gioco sui temi della green economy e della sostenibilità ambientale, in modo particolarmente apprezzabile in un contesto come l’attuale che certamente non favorisce il lavoro in gruppo e la nascita di nuove idee di tipo collaborativo”.

 

I ragazzi di Green Jobs accompagnati da Junior Achievement Italia e da InVento Innovation Lab, hanno percorso tutte le tappe del progetto: dall’incontro di presentazione dell’iniziativa, all’hackaton “on life” con il lancio delle sfide ambientali coerenti con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e la definizione della prima bozza del progetto, fino allo sviluppo del progetto stesso con l’approfondimento delle tematiche di sostenibilità ambientale ed economica e le costruzione di una struttura imprenditoriale.
Green Jobs ha aiutato i ragazzi ad acquisire le soft skill sempre più richieste dal settore della green economy, come la capacità di lavorare in gruppo, di adottare un approccio multisettoriale per la risoluzione di problemi complessi e di sviluppare una comunicazione efficace.

 

Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT hanno deciso di riconoscere alle scuole vincitrici e partecipanti un premio a fronte dell’impegno e della capacità di proporre soluzioni innovative e sostenibili coerenti con l’Agenda ONU 2030. Il premio potrà essere utilizzato per sostenere le attività didattiche e il consolidamento delle innovazioni nei processi di insegnamento e apprendimento.
Tutte le classi partecipanti quest’anno si incontreranno il 13 maggio in occasione dell’evento nazionale in cui le ragazze e i ragazzi di Green Jobs potranno confrontarsi su tematiche riguardanti il futuro del pianeta con esperti della sostenibilità e imprenditori che hanno trasformato idee innovative in realtà green.

Ricerca la fortuna, a Candiolo consegnata la 500

JOHN ELKANN E ALLEGRA AGNELLI HANNO CONSEGNATO LA FIAT 500 PRIMO PREMIO DELLA LOTTERIA

Il Presidente del Gruppo Stellantis e la moglie, Lavinia Borromeo, sono stati ricevuti dal Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e hanno visitato l’Istituto di Candiolo.

E’ stato il Presidente del Gruppo Stellantis, John Elkann, a consegnare il primo premio della Lotteria “Ricerca la fortuna”, che la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ha organizzato a sostegno dell’Istituto di Candiolo IRCCS. Di fronte all’ ingresso del Centro oncologico, il Presidente Elkann ha dato le chiavi della bellissima Fiat 500 Lounge bianco gelato, icona del Made in Italy donata da FCA Italy, all’ emozionata e felice vincitrice, Elena Galliano, pensionata di Torino che proprio due giorni fa ha compiuto 78 anni: “Sono da sempre sostenitrice della Fondazione e questo è il più ben regalo di compleanno che abbia mai ricevuto”. Era presente alla breve cerimonia il Sindaco di Candiolo, Stefano Boccardo.
A ricevere John Elkann è stato il Presidente della Fondazione, Allegra Agnelli, che ha accompagnato l’ ospite e la moglie, Lavinia Borromeo, a visitare i laboratori e il Day Hospital oncologico dell’ Istituto e il cantiere per i lavori del nuovo ampliamento di 26 mila metri quadrati, che ospiteranno un hospice, moderni laboratori, una biobanca, la Protonterapia (avanzata forma di Radioterapia), un Poliambulatorio, spazi dedicati alla formazione, alla didattica e a servizi di foresteria, il nuovo centro di stoccaggio e differenziazione dei rifiuti sanitari.
Questa visita testimonia la vicinanza del Gruppo Stellantis alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e all’ Istituto di Candiolo.
Nonostante il difficile momento a causa della pandemia, la quarta edizione della Lotteria “Ricerca la fortuna” è stata un successo e conferma il sostegno e la fiducia nei confronti della Fondazione da parte dei cittadini piemontesi: sono stati 6.000 i biglietti distribuiti e sono stati raccolti circa 30 mila euro. Grazie alla generosità dei numerosi partner sono stati messi in palio 100 premi.

“La Commissione europea fa marcia indietro e apre la porta ai nuovi OGM”

Caro direttore, Slow Food è seriamente preoccupata dalle conclusioni dello studio commissionato alla Commissione europea sulle “nuove tecniche genomiche” (NGT), che di fatto apre le porte alla deregolamentazione di nuovi OGM, ignorando il principio di precauzione.

 

«Con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, la Commissione europea si è impegnata ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare veramente sostenibile. Proponendo adesso di rivedere le regole in materia di OGM, la Commissione decide di non investire in sistemi agroecologici che portano benefici agli agricoltori, alle comunità locali e all’ambiente», afferma Marta Messa, direttore di Slow Food Europa. Ancora una volta, quindi, vediamo prevalere gli interessi dell’agroindustria a discapito di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della libertà dei contadini di piccola scala di decidere in materia di sementi. 

 

La presa di posizione di Slow Food

Nel 2018, la Corte di giustizia europea aveva stabilito che l’esclusione dei nuovi OGM dalla direttiva Ue sugli OGM “comprometterebbe l’obiettivo di protezione perseguito dalla direttiva e non rispetterebbe il principio di precauzione che essa cerca di attuare”. La Commissione europea sta ora pericolosamente contestando la sentenza. Se i nuovi OGM non saranno sottoposti a test di sicurezza, si determinerà un vuoto nella tracciabilità ed etichettatura, e questa è una notizia preoccupante per i cittadini europei, che potrebbero ritrovarsi nel piatto i nuovi OGM senza informazioni in etichetta e senza esercitare il proprio diritto a scegliere, e per gli agricoltori e gli allevatori, per i quali garantire nuovi alimenti senza OGM diventerà sempre più difficile e costoso.

 

I nuovi OGM potrebbero essere potenzialmente dannosi per l’ambiente e la sovranità alimentare dei piccoli agricoltori. Senza una regolamentazione rigorosa potrebbero verificarsi gravi danni agli ecosistemi e alla biodiversità, poiché non si potrebbero prendere misure contro la diffusione incontrollata di nuovi organismi OGM nell’ambiente. L’agricoltura e la produzione alimentare che si basano su fonti prive di OGM non potrebbero più essere protette.

 

«La strategia Farm to Fork ha inteso rafforzare molto il ruolo dell’agroecologia per una vera transizione ecologica e l’apertura ad una tecnologia genetica che pone infiniti dubbi non sembra oggi coerente con gli auspici di poco meno di un anno fa. Inoltre, la strategia mira a fornire ai consumatori una migliore informazione in modo che i cittadini possano fare scelte consapevoli e contribuire alla transizione verso sistemi alimentari più sostenibili. Deregolamentare i nuovi OGM significherebbe che questi non avrebbero più l’obbligo di essere etichettati, in completa contraddizione con gli obiettivi della strategia Farm to Fork. Esortiamo gli Stati membri a difendere il principio di precauzione, la sicurezza dei cittadini, la libertà di scelta degli agricoltori e la biodiversità», conclude Messa.

 

 

Un po’ di storia

La tecnologia dell’ingegneria genetica si è evoluta dall’introduzione delle prime colture geneticamente modificate (GM) più di 20 anni fa. È emerso un insieme di nuove tecniche GM che gli scienziati chiamano collettivamente “editing genetico”. Il gene editing permette agli ingegneri genetici di modificare i geni esistenti piuttosto che aggiungere geni da altre specie. Queste nuove tecnologie sono anche chiamate “new breeding techniques” dall’industria agro biotecnologica, “innovative tecniche genomiche” dal Consiglio dell’Ue o “nuove tecniche genomiche” dalla Commissione europea. Slow Food chiama queste nuove tecniche di ingegneria genetica “nuovi OGM” poiché, secondo la sentenza della Corte di giustizia europea, si tratta legalmente e tecnicamente di tecniche di modificazione genetica, e quindi presentano gli stessi rischi.

Nel 2018, la Corte di giustizia europea (CGUE) ha stabilito che i nuovi OGM devono essere regolamentati come OGM secondo i regolamenti dell’Ue, quindi seguendo il principio di precauzione. La sentenza della Corte di giustizia europea significa che la nuova generazione di colture e semi GM deve passare attraverso controlli di sicurezza, un processo di autorizzazione ed essere etichettata prima di essere immessa sul mercato, per garantire agli agricoltori, ai produttori di cibo e ai consumatori il diritto di sapere se un prodotto alimentare contiene organismi GM o meno.

Slow Food ha da tempo una posizione contraria agli OGM per i rischi che presentano per la biodiversità, per le minacce che pongono ai mezzi di sussistenza degli agricoltori locali e per il fatto che sono incompatibili con un sistema agricolo basato sull’agroecologia. Inoltre, i prodotti delle tecniche genomiche sono coperti da brevetti di proprietà di una manciata di multinazionali. I brevetti sulle sementi hanno conseguenze economiche negative per il settore agricolo, compresa la monopolizzazione e la concentrazione del mercato delle sementi. L’agricoltura GM favorisce lo sviluppo di monocolture intensive, ponendo una crescente minaccia alla sopravvivenza delle sementi tradizionali e delle stesse comunità rurali, che sono sempre più private dei loro mezzi di produzione e di sostentamento.

L’Ue deve attuare pienamente la sentenza della Corte di giustizia europea del 2018 e garantire che i nuovi OGM siano soggetti ai controlli di sicurezza di base e ai requisiti di autorizzazione. Il 30 marzo 2021 è stata inviata una lettera al vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans nella quale si mette in guardia dai rischi della deregolamentazione dei nuovi OGM.

 

Cosa dice lo studio della Commissione?

il 29 aprile la Commissione europea ha pubblicato il suo atteso studio sulle nuove tecniche genomiche , richiesto dal Consiglio dell’Ue nel novembre 2019. Lo studio conclude che:

– “I prodotti NGT e le loro applicazioni potrebbero fornire benefici alla società dell’Ue e affrontare importanti sfide” tra cui “la resilienza e la sostenibilità nel sistema agroalimentare”;

– Per permettere ai nuovi OGM di contribuire alla sostenibilità, “dovrebbe essere previsto un meccanismo appropriato per valutare i loro benefici”;

– Le attuali regole dell’Ue sugli OGM non sono adatte allo scopo.

 

Lo studio conclude poi che è necessaria una nuova politica che regoli i nuovi OGM. Questo è profondamente preoccupante in quanto implica che la Commissione sta cercando di indebolire i principi che attualmente regolano gli OGM e l’editing genetico. Il commissario Stella Kyriakides, capo del dipartimento Salute dell’Ue, afferma che “le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork”

I progetti in agricoltura strategici per la difesa del territorio

Nella seduta straordinaria del Consiglio regionale del Piemonte sono stati annunciati i progetti che il Piemonte presenterà a Roma per la proposta di inserimento nel Recovery Plan.

I progetti legati all’agricoltura rappresenteranno uno degli assi strategici del documento del Piemonte, tutti elaborati ascoltando le richieste del territorio e realizzabili tra i 3 e i 5 anni. Gli interventi riguardano invasi, recupero strutture, messa in sicurezza dei canali irrigui, di energia idroelettrica nonché danni causati da alluvioni.

“L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha lavorato per proporre un piano di carattere strategico e di lungo periodo in materia di protezione del territorio e messa in sicurezza delle risorse idriche piemontesi a vantaggio e tutela del comparto agricolo – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa – Dai territori è emersa la necessità di un piano di investimenti nelle infrastrutture irrigue demaniali e regionali per manutenzione, innovazione e interventi strutturali laddove ci sono danneggiamenti nel tempo o causati da eventi straordinari come è avvenuto durante l’alluvione 2020. Se non si attivano certe opere si mette a rischio l’agricoltura, ma questo deve avvenire nel rispetto di tutte le norme di tutela dei territori”.

L’obiettivo è avviare un processo di ammodernamento del sistema irriguo piemontese e migliorare la gestione delle acque ai fini irrigui, considerando che l’economia agricola è completamente condizionata dalla presenza dell’acqua e le soventi crisi idriche e sempre più presenti siccità portano ad una particolare attenzione per le riserve d’acqua e il non spreco della stessa. Il Piemonte conta su una rete irrigua capillare che è rappresentata da circa 10.000 KM di canali afferenti alla rete principale, oltre a 2000 KM di moderne condotte.

Lifebrain, nuovi laboratori di analisi in Piemonte

LIFEBRAIN ACQUISISCE IL 100% DI UNILABS ITALIA SRL E AGGIUNGE AL PROPRIO NETWORK QUATTRO NUOVI CENTRI IN PIEMONTE

Si aggiungono al network di Lifebrain, il più grande gruppo di laboratori di analisi in Italia con oltre 320 centri e più di 6 milioni di pazienti all’anno, quattro nuove unità in Piemonte, operanti nel campo della diagnostica e dei servizi ambulatoriali polispecialistici

Lifebrain S.r.l., gruppo leader nei servizi di laboratorio analisi e diagnostica controllato dal fondo Investindustrial, ha rilevato il 100% del capitale della holding Unilabs Italia S.r.l, di cui fanno parte Raffaello S.r.l. – società che fornisce un’ampia gamma di analisi mediche con relativo ambulatorio polispecialistico attraverso due centri medici situati nella città di Torino e un centro medico situato nella città di Alba – e Unilabs IMT-Medil S.r.l, che gestisce un affermato ambulatorio privato con sede a Torino, con un laboratorio specializzato in anatomia patologica.
L’operazione consente a Lifebrain di consolidare e rafforzare la propria presenza in Piemonte – dove contava già 8 centri – e di proseguire un percorso di crescita e consolidamento che ha portato il Gruppo ad essere presente in 17 regioni con oltre 320 centri.
Nell’acquisizione di Unilabs Italia S.r.l., Lifebrain è stata assistita per gli aspetti legali dallo studio legale Dentons, con un team multidisciplinare guidato dal partner Luca Pocobelli, e per gli aspetti finanziari da Kon.
Il Gruppo Unilabs è stato assistito da Brera Advisory S.p.A. in qualità di advisor finanziario, con un team guidato dal partner Niccolò Querci, e dallo studio legale Chiomenti, in qualità di advisor legale, con un team guidato dal partner Antonio Sascaro.
“L’acquisizione delle attività in Piemonte del Gruppo Unilabs si inserisce nel percorso di crescita del Gruppo Lifebrain, che mira a fornire un accesso sempre più diffuso ai nostri servizi diagnostici rafforzando la propria presenza e l’offerta di servizi di qualità a livello locale”, ha commentato Riccardo Manca, Direttore Generale di Lifebrain. “In una regione di forte rilevanza strategica e in prima linea nella lotta al covid-19 come il Piemonte, rafforzare il nostro network di laboratori significa garantire ancor più vicinanza ai pazienti e alle persone, offrendo una rete di servizi sempre più di qualità e sempre più capillare”.

Lifebrain
Lifebrain è il Gruppo leader in Italia nella medicina di laboratorio per i pazienti, le strutture sanitarie e le imprese. Con un network di oltre 320 tra Laboratori e Centri Prelievo ed una presenza capillare in 17 regioni, Lifebrain rappresenta il più grande provider di analisi cliniche di laboratorio nel campo della chimica clinica, dell’ematologia, dell’immunochimica, della microbiologia, della biologia molecolare, della citologia e della patologia.
Lifebrain, i numeri:
⦁ Più di 1.500 addetti
⦁ Un volume di oltre 25 milioni di esami l’anno
⦁ Più di 6 milioni di pazienti assistiti ogni anno
⦁ Più di 1.500 analiti testati nei 3 principali hub in Veneto, Lazio, e Puglia e 16 mini-hub regionali (modello hub& spoke)
⦁ Medesime apparecchiature, identiche metodologie e uguali indici di riferimento in tutti i centri Lifebrain