ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 316

Medicina di gruppo, cosa cambia con la firma dell’accordo

Con l’accordo integrativo firmato tra la Sanità regionale e i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali dei Medici di medicina generale del Piemonte, entra nella piena operatività la nuova legge regionale del marzo scorso sullo sviluppo delle forme associative della Medicina generale sul territorio, con l’obiettivo di garantire l’effettiva realizzazione della continuità delle cure, la presa in carico della cronicità ed una migliore accessibilità alle prestazioni, anche nei territori montani o con caratteristiche di zona disagiata.

L’accordo ribadisce il ruolo cardine dell’Assistenza Primaria nell’assistenza territoriale, attraverso il potenziamento delle attuali forme associative di “medicina di gruppo” e “medicina di “rete” dei medici di medicina generale. Un obiettivo per il quale la Regione ha messo a riparto, a decorrere dal 1 gennaio 2021, oltre 35 milioni di euro, con un incremento annuo di 10 milioni di euro.

«Favorire l’operatività aggregata dei medici di famiglia – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – significa andare tempestivamente incontro ai bisogni assistenziali non differibili, causa preponderante degli accessi impropri al Pronto Soccorso e dei conseguenti ricoveri ospedalieri, anche in fasce orarie diverse da quelle dedicate da ciascun medico all’attività ambulatoriale. In questo modo, viene elevato il livello delle prestazioni, aumentato il numero delle ore in cui è possibile accedere agli studi medici e incrementata la possibilità per i medici di partecipare ad attività formative. E’ un passo di strategica importanza per fornire prestazioni sanitarie omogenee e un nuovo modello di assistenza sul territorio più vicino ai bisogni dei cittadini».

In dettaglio, i medici che intendano costituire una nuova forma associativa devono acquisire il nulla-osta dell’apposito Comitato regionale, mentre è compito dell’Asl procedere, in qualsiasi momento successivo all’inizio dell’operatività, alla verifica del possesso dei requisiti previsti dalla legge regionale.

Ciascun medico presta la propria opera anche nei confronti degli assistiti in carico agli altri componenti dell’associazione, salvaguardando il rapporto fiduciario individuale.

La chiusura pomeridiana da parte di uno degli studi in associazione deve avvenire non prima delle ore 19. Ciascun medico in associazione è tenuto all’apertura dell’ambulatorio per un numero di ore settimanali correlato al numero degli assistiti.

Nelle forme associative, l’articolazione oraria nelle fasce mattutine e pomeridiane deve garantire l’apertura pomeridiana di un numero di studi non inferiore ad un terzo dei medici associati. Deve essere garantita l’apertura dello studio di Medicina di Gruppo o degli studi di Medicina in Rete almeno 6 ore al giorno.

Allo scopo di salvaguardare la capillarità dell’assistenza in comuni, borgate e frazioni siti in zone a bassa densità abitativa e di rendere l’attività della medicina generale maggiormente adattabile alle diverse contestualità locali, sia in termini di caratteristiche territoriali, sia nel rispetto delle diverse tipologie di utenza, viene istituito il modello associativo di Medicina di Gruppo-Rete, contraddistinto dalla presenza di una sede centrale e di studi satelliti. La sede centrale e gli studi periferici devono essere funzionalmente collegati tra loro, con orario di apertura di almeno 6 ore al giorno, opportunamente distribuite tra mattino e pomeriggio, e con almeno uno studio della sede centrale aperto fino alle 19.

I medici che sceglieranno di lavorare in una delle due modalità associative possono essere supportati da collaboratore di studio e personale infermieristico, previo nulla-osta del competente Comitato regionale, sulla base dei requisiti richiesti e dei fondi a disposizione. La relativa indennità è riconosciuta ad ogni medico facente parte dell’associazione, a condizione che il collaboratore sia presente per almeno 16 ore settimanali nel caso di tre medici, 24 ore settimanali nel caso di quattro medici, a tempo pieno nel caso di un numero maggiore a quattro. L’infermiere professionale deve, invece, essere disponibile per un orario pari al 50% di quello previsto per il collaboratore di studio. L’assunzione può essere fatta direttamente dal medico o da altri soggetti (società di servizi, cooperative) o secondo il contratto nazionale dei dipendenti per gli studi professionali di IV categoria e degli infermieri professionali, o con un contratto di natura libero professionale o comunque utilizzato secondo specifiche autorizzazioni aziendali.

«Dal 2006 ad oggi – riferisce Roberto Venesia (Fimmg Piemonte) – nessuna Amministrazione regionale ha investito risorse per incrementare il fondo per la qualità dell’assistenza della Medicina Generale. Con l’accordo integrativo appena firmato con la Regione, sempre più cittadini piemontesi, senza mai perdere il rapporto fiduciario individuale, saranno assistiti da un medico di famiglia in associazione di gruppo o rete, assistito da personale di segreteria e coadiuvato da personale infermieristico. Le risorse stanziate dalla legge regionale del marzo scorso vanno finalmente nella direzione giusta, puntando all’obiettivo di un’offerta assistenziale omogenea per il 100% dei nostri cittadini. Migliorare l’offerta organizzativa della Medicina Generale significa una più agevole possibilità di una concreta presa in carico della cronicità e di una completa realizzazione del Piano vaccinale nazionale».

«Finalmente – dichiara Antonio Barillà (Smi) – dopo molti anni ratifichiamo un accordo che rafforza la medicina territoriale attraverso il sostegno alle forme associative, senza le quali oggi i medici di medicina generale avrebbero grosse difficoltà a fornire l’assistenza ai cittadini. La possibilità di accedere ai collaboratori di studio e al personale infermieristico rappresenta uno strumento di grande potenzialità per rispondere alle necessità dell’assistenza primaria sul territorio».

«Non è un accordo per i medici – commenta Mauro Grosso Ciponte (Snami) -, ma per fornire un’assistenza migliore ai cittadini, in particolare nelle zone più disagiate. Per migliorare la Sanità sul territorio, è importante che il medico non lavori da solo, ma possa contare sulle potenzialità offerte dalle forme associative della Medicina generale. Il modello del medico singolo che opera da solo è risultato ancor più anacronistico alla luce della drammatica esperienza della pandemia. Bisogna unire le forze, le competenze professionali e poter disporre di studi all’altezza dei tempi e delle necessità per fornire prestazioni sempre più adeguate ai bisogni dei cittadini».

Differenziata: Amiat, Città di Torino e CONAI lanciano la nuova campagna di comunicazione

“FACCIAMO LA DIFFERENZIATA”

 

Con un esplicito gioco di parole che invita ad adottare comportamenti corretti nella gestione dei rifiuti, ma anche a ‘metterci la faccia’ senza sottrarsi al proprio dovere, Amiat Gruppo Iren, Città di Torino e CONAI lanciano la nuova campagna di sensibilizzazione ambientale sulla raccolta differenziata a Torino.

 

Il messaggio è chiaro: il contributo di tutti i cittadini è fondamentale per ottenere risultati positivi in termini di quantità e qualità di rifiuti differenziati, a vantaggio dell’ambiente e del territorio in cui viviamo.

La campagna è declinata su quattro soggetti, uno per ciascuna delle quattro frazioni principali (vetro e lattine, imballaggi in plastica, carta e cartone e rifiuti organici), tutti accomunati da fattezze umane che rimandano ad un viso (la faccia di cui si parla nel claim) composto ciascuno da rifiuti. Il risultato è molto gradevole alla vista anche grazie all’utilizzo di colori molto accesi che incorniciano i soggetti creando una composizione spiritosa che genera curiosità e attenzione. Obiettivo finale è il coinvolgimento del pubblico, che si deve tradurre in comportamento attivo e partecipazione da parte di tutti i cittadini.

La campagna introduce anche un altro slogan, che vuole essere contemporaneamente constatazione e monito: “Torino differenzia”. Lo stesso è associato ad un logo realizzato appositamente e composto dal simbolo del riciclo, cui vengono aggiunte le corna del toro, da sempre simbolo della Città di Torino.

I canali sui quali viene declinata la campagna sono molteplici: affissioni statiche e dinamiche in vari formati, spazi sulle principali testate locali, post sponsorizzati sui social media di Gruppo (Facebook e Instagram) e stencil sui marciapiedi in corrispondenza di alcune ecoisole.

Completano il communication mix due video: il primo è una declinazione della campagna e serve a rafforzare il messaggio di sensibilizzazione sulle buone pratiche; il secondo è un tutorial sul corretto utilizzo delle ecoisole. Entrambi saranno pubblicati sul canale Youtube di Gruppo e facilmente raggiungibili dal sito di Amiat sul quale – per l’occasione – è stata realizzata una landing page dedicata all’intera campagna.

La campagna “FACCIAMO LA DIFFERENZIATA” resterà on air per l’intero mese di luglio.

Questa campagna di comunicazione trasmette con un linguaggio accattivante un invito incredibilmente serio: mettersi in gioco in prima persona per adottare buone pratiche ambientali”  afferma l’Assessore all’Ambiente della Città di Torino Alberto Unia “Le importanti percentuali di raccolta differenziata raggiunte sono il segno tangibile dell’impegno quotidiano dei cittadini torinesi, ma è necessario che tutti siano ancora più sensibilizzati sul tema per contribuire a migliorare la qualità dei rifiuti raccolti e per prendersi cura del territorio.”

“Per Amiat è molto importante coinvolgere i cittadini rendendoli parte attiva, con l’obiettivo di ottenere livelli di raccolta differenziata sempre migliori” ha dichiarato Christian Aimaro Presidente di Amiat Gruppo Iren “Tutti infatti dobbiamo concorrere al bene comune che comporta vantaggi sia per la collettività che per l’ambiente. La campagna che presentiamo oggi ci consente di trasmettere messaggi di grande responsabilità e senso civico con un linguaggio e una grafica accattivante e facilmente comprensibile”.

Sensibilizzare all’importanza della raccolta differenziata fa parte da sempre dei compiti istituzionali di CONAI” ha dichiarato Luca Piatto, Responsabile Rapporti con il Territorio CONAI “così come affiancare le realtà territoriali nelle iniziative per migliorare le loro performance ambientali. Del resto, i cittadini, se differenziano correttamente i rifiuti, rappresentano il primo anello della catena del riciclo, che permette ai materiali di imballaggio di trovare una seconda vita, salvaguardando l’ambiente. Anche per questo siamo felici di essere a Torino oggi per presentare “Facciamo la differenziata”.

 

Total Italia e Blu Way per lo sviluppo del biometano liquefatto

 Total Italia e Blu Way hanno inaugurato oggi l’inizio della distribuzione di BIOMETANO LIQUEFATTO sulle stazioni del circuito BLU.

 

L’evento si è tenuto nei giorni scorsi su una delle stazioni del network BLU WAY a San Maurizio Canavese (TO), a distanza di poche settimane dall’avviamento dell’impianto di BIO INDUSTRIA di Verolanuova (Brescia), nel quale viene prodotto il biometano liquefatto destinato alle stazioni di Blu Way grazie a Total Italia.

Il progetto si colloca in un più ampio disegno strategico che accomuna BLU WAY e Total Italia e che si pone l’obiettivo di contribuire sensibilmente alla riduzione dell’intensità media di carbonio emessa dai prodotti energetici utilizzati.

Il programma presentato oggi si pone come particolarmente innovativo nel mercato: in primo luogo perché BLU WAY sarà il primo operatore in Italia ad assumere l’impegno di distribuire una quota minima percentuale di biometano liquefatto sulle stazioni del proprio network e in secondo luogo perché Total Italia, attraverso la definizione e l’applicazione di un disciplinare certificato, implementerà un sistema di controllo e monitoraggio della filiera di approvvigionamento del prodotto atto a garantire una verifica puntuale dei quantitativi di bio-metano liquido consegnati ed il rispetto delle quote minime di prodotto di origine bio sulle diverse stazioni di servizio.

Il Biometano liquefatto viene realizzato grazie al processo di recupero di effluenti zootecnici e sottoprodotti agricoli, risorse preziose per produrre in modo sostenibile energia rinnovabile e biocarburante di nuova generazione. Dalla digestione anaerobica, il processo di trasformazione delle materie prime in biogas e digestato, si ottengono due prodotti molto importanti per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile: fertilizzanti bio, ricchi di sostanze organiche vitali per il nutrimento del suolo, e un digestato liquido di alta qualità. Utilizzato sui campi, invece del tradizionale liquame, minimizza lo spandimento e ne riduce l’impatto ambientale.

La riduzione stimata di emissioni di CO2 su un mezzo alimentato a biometano liquefatto, rispetto ad un Euro VI Diesel, arriva fino all’80%, mentre quella verso un mezzo alimentato a GNL fossile fino al 65%, questo senza considerare i significativi impatti sulla riduzione di NOx (ossido d’azoto) e polveri sottili. (*)

Filippo Redaelli, Amministratore Delegato Total Italia ha dichiarato: “Siamo lieti di concretizzare oggi il progetto con BLU WAY di Rete Spa, le cui basi sono state poste alcuni mesi fa grazie ad una partnership per lo sviluppo e la promozione dell’offerta di GNL nel nostro Paese. Total Italia, in linea con gli obiettivi della Compagnia, sta realizzando diversi progetti in funzione dell’obiettivo climatico net zero e questo è un altro importante tassello della nostra offerta multi energetica. Ci auguriamo di poter presto dare ulteriori notizie di questo progetto ambizioso e che ci vede, insieme, protagonisti della creazione di economia sostenibile a partire dal rispetto del nostro ambiente”.

Teseo Bastia, Amministratore Delegato Rete S.p.A.: “il nostro Gruppo ha creduto molti anni fa nel gas naturale liquido quale soluzione concreta e pragmatica per offrire un’alternativa ai combustibili tradizionali. Da qui è iniziato il processo di rinnovamento del nostro Gruppo in un’ottica di diversificazione e innovazione dell’offerta, che ha visto la nascita del progetto BLU nel 2018, recentemente confluito in BLU WAY pochi mesi fa. Siamo orgogliosi, oggi, di poter essere ancora una volta protagonisti di un percorso ambizioso e innovativo, attraverso il quale il nostro Gruppo dimostra di voler creare un nuovo modello di distribuzione attraverso la proposizione di carburanti ecosostenibili”.

Marco Lucà, Amministratore Delegato Blu Way S.r.l.: “L’obiettivo che si pone Blu Way è quello di poter rifornire i mezzi sulle stazioni del proprio network con biometano al 100%, nell’ottica di avere una filiera sempre più virtuosa e di garantire un’economia circolare reale. Come primo passo di questa “roadmap” Blu Way ha scelto di distribuire una quota percentuale di biometano sulle proprie stazioni a marchio BLU LNG, certificando in modo puntuale ed accurato tutto il processo con un innovativo sistema di monitoraggio sviluppato grazie alla collaborazione con TotalEnergies. Vogliamo attraverso questo progetto contribuire attivamente e concretamente allo sviluppo di una filiera virtuosa che possa portare in futuro alla decarbonizzazione dei trasporti”.

(*) Fonte: Freight Leaders Council (un’associazione che riunisce aziende leader della filiera della logistica, dai produttori ai caricatori, dagli operatori ai trasportatori) nel ‘Quaderno 28’, realizzato con il supporto di Mirumir-ConferenzaGnl e con il contributo di esperti e associazioni (tra cui Assogasliquidi-Federchimica, Wec, Ref-e, Conftrasporto, Anita, Assocostieri, Assarmatori, Ngv Italy).

 

Cosa c’è da sapere

Total Italia
Presente in Italia da oltre sessant’anni, il Gruppo oggi presidia, attraverso Total Italia SpA tutte le attività di distribuzione carburanti (avio e per il settore competizione), lubrificanti, GNL, fluidi e solventi speciali, colonnine di ricarica elettrica.
AS 24 Italia srl è la filiale Europea dedicata al Veicolo Pesante per la vendita di carburanti e servizi dedicati all’autotrasporto con una rete Europea di oltre 1000 stazioni in 28 Paesi. Total E&P Italia SpA è la filiale della Divisione Upstream del Gruppo Total, che opera il campo petrolifero di Tempa Rossa in Basilicata. Le altre filiali del Gruppo, Hutchinson e Gasket nel settore dei materiali, Saft nel settore delle batterie e Sunpower nel settore dei pannelli solari, sono presenti nel territorio nazionale e rappresentano un elemento importante della offerta portata ai nostri Clienti.

TotalEnergies
TotalEnergies è una Compagnia multi-energetica che produce e commercializza energie su scala globale: petrolio e biocarburanti, gas naturale e gas green, energie rinnovabili ed energia elettrica. I nostri 105.000 dipendenti si impegnano per un’energia sempre più conveniente, pulita, affidabile e accessibile al maggior numero di persone possibile. Presente in oltre 130 paesi, TotalEnergies pone lo sviluppo sostenibile, in tutte le sue dimensioni, al centro dei suoi progetti e operazioni per contribuire al benessere delle popolazioni.

Blu Way
Il progetto Blu nasce nel 2017 quando RETE S.p.A., storica società con sede a Torino e leader nel settore della distribuzione carburanti con un network di oltre 60 stazioni di proprietà, decide di costituire una specifica Business Unit nella quale far convergere tutte le attività legate allo sviluppo di carburanti alternativi, con particolare riferimento al Metano Liquido e al Biometano. Con l’obiettivo di dare continuità a questo progetto e di garantirgli un ulteriore slancio, nasce nel 2021 Blu Way s.r.l., società del Gruppo RETE S.p.A. nella quale convergono le attività di Blu, attuali e future. Il progetto Blu e gli investimenti che ne accompagnano l’introduzione, sono il risultato di una programmazione che arriva da lontano: il target è quello di promuovere nuovi combustibili, basati sull’innovazione tecnologica e sullo sviluppo di forme di mobilità alternative ed ecosostenibili.

Polliotto (Unc): “controversie in bolletta, c’è la conciliazione paritetica”

La Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte illustra uno strumento molto utile.

“Sempre più controversie in bolletta risolte grazie alla conciliazione paritetica. Si tratta di uno strumento per la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi decisamente utile per i consumatori”. Lo afferma Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.

“I principali player italiani fornitori di energia hanno sottoscritto un protocollo unico di conciliazione paritetica per gestire e risolvere le controversie che potrebbero sorgere tra i consumatori e queste aziende”, approfondisce il noto legale, figura unica in Italia tra consumerismo e poteri forti dell’economia. “Accedere alla conciliazione è semplice ed è sempre consigliabile farlo tramite lo sportello di UNC Piemonte in Via Roma 366 a Torino che provvederà, se non è stato già fatto, a inviare un reclamo formale all’azienda mediante i canali disponibili”.
E, in caso di mancata risposta, entro 40 o 50 giorni al massimo, o in caso di risposta insoddisfacente, attiverà la procedura. La controversia sarà trattata dai conciliatori formati e accreditati di Unione Nazionale Consumatori del Piemonte e funzionari esperiti del gestore interessato. “Una volta discussa e definita una proposta, sarà il consumatore ad accettare se la riterrà soddisfacente e, a quel punto, verrà redatto un verbale di accordo positivo che costituisce titolo esecutivo vincolante tra le parti”, conclude l’Avvocato Patrizia Polliotto. “I problemi con cui ci confrontiamo frequentemente ogni giorno riguardano soprattutto il settore energetico e idrico, e constano essenzialmente di fatture con consumi anomali non corrispondenti al consumo effettivo e letture errate, malfunzionamento del contatore o relativi a interventi tecnici, errori nella corretta attribuzione delle caratteristiche della fornitura, contratti non richiesti, ritardi o blocchi nella fatturazione, ritardi nell’attivazione o nella disattivazione della fornitura, errori nelle volture o nei subentri, maxiconguagli e fatture di importo estremamente elevato dovute a perdite occulte di acqua”.
Per tutti i clienti delle altre centinaia di aziende del settore o in caso il cliente non sia un consumatore domestico ma una Piccola e Media Impresa si potrà invece utilizzare, sempre per tramite del nostro sportello, il Servizio Conciliazioni Clienti Energia dell’ARERA, l’autorità di regolazione di settore.
Per qualsivoglia controversia gli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte sono attivi a Torino e Pinerolo dal lunedì al venerdì in normale orario d’ufficio. Infoline, 011 5611800 e www.uncpiemonte.it.

Le imprese vogliono vincere la partita della transizione digitale 

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L’ecosistema delle imprese piemontesi lancia la sfida a livello italiano. “Noi siamo pronti come territorio per The Digital Match. Ora la palla passa alle Istituzioni”.

Posizionare Torino e il Piemonte come territorio che nei prossimi anni guiderà la transizione digitale in Italia. È questa la sfida lanciata da “The Digital Match”, il documento strategico – Position Paper – voluto da Camera di commercio di Torino e Unione Industriale di Torino e realizzato da Fondazione Torino Wireless e PWC Italia, che è stato presentato  al Grattacielo Intesa Sanpaolo all’attenzione delle Istituzioni, locali e nazionali e dei rappresentanti degli oltre 100 stakeholder tra enti e imprese piemontesi che hanno contribuito a scriverlo.

Il documento è solo il cosiddetto “calcio di inizio” di una partita che le imprese vogliono assolutamente vincere per assicurare sviluppo, occupazione e attrattività partendo da Torino e dal Piemonte, un territorio che ha per storia e offerta tutti gli asset e le competenze necessarie per affermarsi a livello italiano come laboratorio di eccellenza per la transizione digitale di imprese e persone.

Le parole chiave sono: forti partnership pubblico private tra il mondo delle imprese, l’accademia e le istituzioni, governance chiara e condivisa e, soprattutto, volontà di investire e concentrare le risorse su selezionati “progetti bandiera” attraverso i quali orientare con grande determinazione le risorse europee dei prossimi anni come stanno facendo le città Champion prese ad esempio.

La forza della strategia di gioco sta proprio nella discesa in campo corale e coesa di tutte le associazioni di categoria in rappresentanza di tutti i settori economici, compreso il settore non profit, per affermare la necessità di investire sul digitale e chiedere alle istituzioni investimenti mirati e focalizzati e l’impegno a giocare tutti insieme la stessa partita.

Per vincere a livello italiano ed europeo “The Digital Match”, le imprese di Torino e del Piemonte hanno proposto alle Istituzioni un set di RaccomandAzioni molto operative e pragmatiche, declinate secondo i fattori abilitanti di un ecosistema digitale ovvero: competenze digitali,  infrastrutture abilitanti e strategia sui dati,  servizi digitali e interconnessi,  finanza d’impatto,  cultura diffusa, intrisa di etica e apertura all’internazionalizzazione, capacità di comunicare e creare un brand.

I promotori dell’iniziativa hanno illustrato la strategia, partendo da Dario Gallina, Presidente di Camera di commercio di Torino che ha sottolineato come “Un forte ecosistema digitale, quello che stiamo oggi presentando e che vogliamo rafforzare, è la chiave per garantire crescita e solidità alle imprese di tutti i settori e nuove tecnologie e servizi a favore di aziende, cittadini, turisti, studenti, utenti della PA. Per questo insieme a Unione Industriale abbiamo voluto riunire qui un’ampia comunità di rappresentanti del territorio, per dare impulso e sostegno alla progettualità e per parlare della sfida digitale che si può vincere soltanto insieme. Mi auguro che questo sforzo comune acceleri gli investimenti e le iniziative più urgenti e strategiche, contribuendo a posizionare Torino come un’area in cui già esistono competenze digitali e che per questo può essere attrattiva grazie alla scelta strategica oggi condivisa”.

Giorgio Marsiaj Presidente di Unione Industriale di Torino ha aggiunto: “Accelerare la diffusione delle tecnologie digitali, oggi strumento abilitante e trasversale a tutti i settori, è fondamentale per rilanciare una crescita duratura e sostenibile. Per raggiungere una digitalizzazione diffusa ed efficace occorrono una regia, progettualità condivisa, collegamenti tra i sistemi, le competenze giuste e la volontà di utilizzarle nei posti giusti. Serve una visione d’insieme, che non può prescindere da una partnership virtuosa tra pubblico e privato e già questo documento, promosso insieme dalla Camera di Commercio e dall’Unione Industriale, è un esempio in questo senso. Il nostro obiettivo comune deve essere cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie digitali per rafforzare le filiere e aumentarne la produttività, fornire una proposta di valore competitiva per lo sviluppo economico e il progresso sociale del nostro territorio, migliorandone l’attrattività e favorendo gli investimenti dall’estero”.

Massimiliano Cipolletta Presidente di Fondazione Torino Wireless ha dichiarato: “Torino può puntare all’eccellenza nel campo del digitale, creando nuova occupazione, soprattutto femminile, attraendo nuovi talenti e nuove imprese. La ricetta per crescere è fare rete non solo tra le imprese private, ma anche coinvolgendo il mondo accademico e della formazione in generale e gli enti pubblici, con uno sguardo non solo locale,  ma aperto alla realtà nazionale ed europea. In questo scenario, Torino Wireless è in prima linea nel favorire l’accessibilità dei dati, la complementarietà tra i settori e nel proporre nuovi modelli di innovazione”. 

Cena solidale per Paidea: sotto le stelle con lo chef Baronetto

Venerdì 16 luglio una serata solidale a sostegno delle iniziative di Fondazione Paideia ad “Orsolina28”, centro internazionale di danza nel cuore del Monferrato a Moncalvo (AT) Il ristorante “Del Cambio” e lo chef Matteo Baronetto per “Sotto le Stelle”

Torino, 23 giugno 2021. Il prossimo 16 luglio Orsolina28, centro internazionale di formazione per la danza e sviluppo della creatività, a Moncalvo (AT), nel cuore del Monferrato, ospiterà “Sotto le Stelle” una serata molto speciale all’insegna della solidarietà. Matteo Baronetto, chef del Ristorante Del Cambio, per l’occasione ha ideato un percorso gastronomico ispirato dalla natura e dai frutti dell’estate, per offrire a tutti un’indimenticabile cena sotto le stelle, un evento organizzato per celebrare i 20 anni di Estate Paideia, un’avventura che dal 2001 colora le estati della Fondazione Paideia, dedicate ai bambini con disabilità e alle loro famiglie.

“Da vent’anni per noi ogni estate è una straordinaria occasione per essere concretamente d’aiuto a tante famiglie. Quando si convive con la disabilità spesso la vacanza viene vissuta come inaccessibile per tante ragioni, noi invece lavoriamo sul diritto dei genitori e dei loro bambini a vivere esperienze di benessere e socializzazione, per poter guardare al futuro con maggiore fiducia. Grazie alla generosità di Orsolina28, Del Cambio e dello chef Baronetto vivremo una serata speciale per festeggiare questo traguardo, ma soprattutto per offrire tante altre preziose occasioni di vacanza ai bambini con disabilità e alle loro famiglie” dichiara Fabrizio Serra, direttore della Fondazione Paideia.

“Sono felice di sostenere con Del Cambio e Orsolina 28 questo importante progetto, – racconta lo chef Matteo Baronetto – mettendo a disposizione la creatività e l’impegno della mia brigata in una serata che grazie alla cultura, al contatto con la natura e alla convivialità diffonde i valori unici dell’empatia, della condivisione e della partecipazione”.

La serata è l’occasione per celebrare i 20 anni del progetto “Estate Paideia” che, grazie al supporto della Fondazione Carlo Denegri, per il secondo anno consecutivo si svolgerà a Orsolina28: 60 famiglie, in compagnia dei volontari Paideia, per sei settimane tra fine giugno e inizio agosto vivranno un’esperienza di vacanza immersi nella natura, con la possibilità di partecipare ad attività sportive, di gioco e di orticoltura.
Il progetto “Estate Paideia”, tra i principali della Fondazione, dal 2001 ad oggi ha offerto a circa 800 famiglie con oltre 1500 bambini con disabilità, supportati da quasi 1200 volontari, l’occasione di vivere una vacanza serena e di incontro con gli altri. Un’occasione per rilassarsi, per socializzare e guardare al futuro con maggiore fiducia.

L’esperienza “Sotto le Stelle” del 16 luglio 2021 è aperta a tutti, a tutte le persone che desiderano vivere un evento speciale, sostenendo la causa solidale di Paideia. Sarà anche l’occasione per assistere sull’Open Air Stage, il palco tra le vigne, alla performance “Summer Rain”, lavoro originale di Ella Rothschild creato in residenza a Orsolina28 per Focus on Creation. Il pubblico avrà il privilegio di partecipare in anteprima alla restituzione del lavoro coreutico di una delle artiste israeliane più eclettiche e apprezzate a livello internazionale.

Per partecipare all’evento, con una donazione a partire da 250 euro che sarà interamente devoluta a sostegno dei progetti estivi di Paideia, è possibile scrivere a sostenitori@fondazionepaideia.it entro giovedì 8 luglio.

fondazionepaideia.it

La Fondazione Paideia opera ogni giorno per offrire un aiuto concreto ai bambini con disabilità e alle loro famiglie. Nata nel 1993 per iniziativa delle famiglie torinesi Giubergia e Argentero, Paideia si impegna per costruire una società più inclusiva, responsabile e attenta ai bisogni di tutti. Perché nessuna famiglia possa sentirsi sola e nessun bambino escluso.

Un milione e 200mila euro per controllare la stabilità degli alberi di Torino

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Nella seduta del 12 luglio 2021 del Consiglio Comunale di Torino, su richiesta del consigliere Damiano Carretto (M4O) l’assessore all’Ambiente Alberto Unia ha fornito comunicazioni in aula su interventi programmati e sicurezza del patrimonio arboreo cittadino.

Unia ha spiegato che i cambiamenti climatici hanno aumentato la frequenza di eventi meteo estremi, imprevedibili, con pioggia, grandine e vento violento. Ad esempio – ha aggiunto – nelle ultime tre settimane ci sono state tre allerte meteo.

La Città di Torino controlla e pota regolarmente i propri alberi e dal 2016 al 2020 – ha affermato – sono stati potati 40mila alberi: ciò non impedisce però la caduta di alberi, anche sani, in caso di eventi meteo avversi – ha dichiarato.

A breve partirà il nuovo appalto da 1,2 milioni di euro per i controlli triennali della stabilità degli alberi – ha detto – e continueranno gli sforzi per gestire e incrementare il patrimonio arboreo cittadino, mentre l’Agenda Alberi – ha concluso Unia – ritornerà in funzione a fine agosto per informare correttamente la cittadinanza.

Nel dibattito in aula, Damiano Carretto (M4O) ha ringraziato l’Amministrazione per il lavoro svolto e si è augurato che le informazioni sul patrimonio arboreo contenute nell’Agenda Alberi possano essere rese nuovamente disponibili il prima possibile. La questione sicurezza – ha affermato – va sempre messa al primo posto, finanziando controlli più approfonditi e azioni preventive di messa in sicurezza degli alberi a rischio caduta. Federico Mensio (M5S), oltre a elogiare gli Uffici tecnici comunali per l’abilità nella potatura, ha ribadito che è impossibile prevedere l’imprevedibile e che le azioni di abbattimento degli alberi sono necessarie per garantire la sicurezza della cittadinanza. Non tutti gli eventi sono prevedibili, secondo Raffaele Petrarulo (Forza Italia), ma se i casi di caduta di alberi si moltiplicano, occorre incrementare il piano del verde e della sicurezza.

Nella replica, l’assessora Unia ha specificato che, in attesa di ripristinare l’Agenda Alberi, le informazioni sul patrimonio arboreo vengono diffuse attraverso comunicati stampa.

Agricoltura di precisione nella nuova puntata di Parlaconme

 Giovedì 15 luglio alle ore 18

Filippo Gambacorta– Ceo Gambacorta Macchine Agricole

Giorgio Mercuri – Presidente Nazionale di Alleanza Cooperative Agroalimentari

 

Agricoltura di precisione”

 

Nella puntata di #Parlaconme del 15 luglio alle ore 18:00 si parlerà di un tema molto importante e che, soprattutto in un momento come questo dove la tecnologia e l’innovazione sono centrali, merita di essere portato in discussione ai nostri microfoni: parliamo di macchine per l’agricoltura di precisione insieme a Filippo Gambacorta – Amministratore dell’azienda Gambacorta Srl. L’azienda di famiglia che nasce nel 1963, dal nonno di Filippo per poi passare a lui nel 1985 e poi attualmente il figlio di Filippo – Francesco, si occupa della vendita di attrezzature agricole e ricambi, attrezzature zootecniche, attrezzature per l’agricoltura.

Insieme a lui, ai nostri microfoni, Giorgio Mercuri – Presidente Nazionale di Alleanza Cooperative Agroalimentari nonché imprenditore agricolo, ma soprattutto “agricoltore” come si definisce lui.

La puntata farà emergere punti importantissimi che in qualche modo romperà gli schemi su come la nostra agricoltura è veramente rispetto a quello che viene raccontato e di come veniamo percepiti sia al consumatore finale che al settore nazionale ed internazionale. Possiamo anticiparvi che la verità è che i nostri agricoltori sono molto più tecnologici di quanto si possa pensare ed immaginare, sono molto più preparati di quanto si possa pensare seppur non manchi la necessità di formazione da parte di aziende come quelle di Filippo che in fase di vendita di attrezzature agricole sono pronte ad insegnare ad utilizzare queste macchine che al primo incontro destano stupore, ma che quando si entra “in confidenza” e si comprende fortemente il grande aiuto che danno in campo, non se ne potrà più fare a meno.

Le macchine agricole sono un investimento in agricoltura e non un costo, aiutano a creare importanti azioni concrete per la sostenibilità, supportano a non sprecare soprattutto quando si parla di sovrapposizione in campagna, consegnano dati importanti e necessari per le analisi delle coltivazioni.

Sono sicuramente un impegno economico per le aziende, ma ci sono importanti contributi da parte delle istituzioni e non in ultimo, soprattutto in Piemonte, sono nate le cooperative di conduzione collettiva. Cosa significa esattamente? Che laddove un’azienda piccola non riesce a sostenere questo costo, vi è la possibilità di fare acquisti collettivi ed essere tecnologicamente pronti.

Forse bisogna iniziare a comunicare in maniera diversa l’agricoltura italiana, più veritiera. Non c’è più l’agricoltore di una volta che ci raccontano e che va in campo con la pala e le forbici, esistono macchine che raccolgono l’uva da sole e senza la mano dell’uomo. Ovviamente non ci riferiamo ad aziende che si trovano in zone dove le macchine e la tecnologia non arrivano per via del territorio decisamente ripido e con forti pendenze, ma comunque, se pensiamo al vino, le forbici per potare l’uva non le dobbiamo più pensare a delle semplici forbici, ma pensate ad agevolare il lavoro dell’uomo.

Quando si dice che la tecnologia molte volte in agricoltura non viene utilizzata, si deve pensare a che non la si conosce abbastanza, la si teme e non la si accetta alcune volte. E’ necessario comunicare di più da parte delle aziende la presenza di questa tecnologia a favore di un’agricoltura che è pronta a crescere e a migliorarsi soprattutto grazie ai giovani che di tecnologia se ne intende. Ma siamo fatti anche di persone meno giovani

che nel momento in cui si rendono conto del supporto importante che ne deriva, e superato lo scoglio, entrano in sintonia. Ne emerge anche quanto è fondamentale che le aziende agricole vengano ricompensate in maniera giusta del prodotto che vendono proprio per poter permettere di investire in innovazione al fine di consegnare un prodotto sempre più di qualità.

Ancora una volta ci lasceremo con delle sfide, dei messaggi importanti per chi ci ascolta e sarà proprio Simona a lanciare anche un appello ai media: comunichiamo di più, meglio ed in maniera veritiera l’agricoltura al fine di essere percepiti in maniera corretta davanti ai consumatori, ma anche alle altre nazioni che invece, così facendo, ci percepiscono come un settore vecchio e non innovativo. Non è così e le aziende, continuerà Simona, investano in comunicazione.

Siamo una squadra di professionisti, facciamolo emergere ed esattamente come agli Europei, la squadra compatta e che “non arretra di un centimetro” cit. Donnarumma, vince anche in questo meraviglioso settore.

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REPLICHE:

–  REPLICA il giorno successivo – venerdì – alle ore 9.00 

–  REPLICA il sabato mattina della settimana successiva alle ore 11.30 

Il futuro di Torino: questione di sopravvivenza

Magari , veramente e   concretamente ci pensa Mario Draghi.  Ad oggi è positiva la lettera del Governatore Cirio. Se son rose fioriranno. Francamente siamo stanchi ed un pochino spossati nell’urlare   che Torino sta morendo.  Come qualità di vita e come possibilità di vita. In particolare nelle periferie, i residenti vivono male, molto male. 

La paura fa novanta.  Così l’ iniziativa di Cirio di “convocare” i vecchi Presidenti regionali fa buon brodo. 30 anni di non politiche industriali in Piemonte.  Tanto ci pensava Fiat, il resto sarebb dovuto venir da sé.  Come si può facilmente constatare non è arrivato un bel niente. Parlo con cognizione di causa diretta.  15 anni fa sono stato amministratore delegato di Soprin.  Gruppo FinPiemonte.  Società operativa per  riattare le ex aree industriali in altre attività. Società di servizi per Tne, per capirci la società proprietaria di una parte di  Mirafiori. Qui la montagna ha partorito il topolino e dopo 20 anni dalla sua costituzione, a Mirafiori continua a farla da padrone.  Che qualcosa non funzionasse era chiaro fin da allora.  Il respirabile dell’ufficio ricerche dell’unione industriali di Torino,   Mauro  Zangola divenne amministratore delegato di Tne: persona degnissima che ho avuto modo di conoscere. Ma per trent’anni ha fatto solo ricerca.  Degnissimo intellettuale ma con scarse attitudini alla operatività. Era chiaro il disimpegno di Fiat,  come era altrettanto chiaro che la politica e i  politici si voltarono da un’ altra parte. Non è stato il destino cinico e baro che si è abbattuto sulla nostra città.  Sono state , anche queste, non scelte che hanno determinato il tutto. Altra esperienza diretta a Euro Fidi. Precisamente ero membro del cda di EuroGrup, società che controllava EuroFidi.  Lo scopo di EuroFidi: garanzie bancarie per finanziamenti a piccole e medie imprese.  In realtà il padre padrone era Giotti. EuroFidi Piemonte ebbe uno sviluppo nazionale.  Da Milano a Pescara.  Un gigante dai piedi d’argilla. Conclusione: fallimento. Oltre 400 persone lasciate a casa e molte piccole imprese in ginocchio. E la politica? Da Ghigo a Bresso si è risvegliata nel momento, ogni tre anni, delle nomine, per poi inabissarsi. Non voglio essere, poi,  capzioso.  Con elementi di continuità. Ad esempio le nomine in FinPiemonte.  Cota nominò  Massimo Feria Presidente e Vicepresidente Fabrizio Gatti in quota PD.  Massimo Feria dovette dimettersi per suoi guai giudiziari e divenne reggente Fabrizio Gatti confermato da Sergio Chiamparino. Fabrizio Gatti ora processato e secondo alcuni si profilerebbe una pesante e prossima condanna. Alle 15 di martedì si è tenuto il summit tra i Presidenti del Piemonte. Sintesi: centrale deve tornare il motor life,  ergo: se non auto la sua componentistica. Ma va? Amata ironia su qualcosa che si ripete da 40 anni.  Avrebbero dovuto dire come deve ritornare ad essere centrale.  Meglio non compromettersi.  Fa fine e non impegna.  Tanto l’ andazzo è sempre andazzo.  Dunque speriamo in Mario Draghi,  non ci resta altro se non nella speranza di Super Mario. Garantirà soldi ed iniziative.  Ma non basta,  purtroppo.  Bisogna , anche,  saperli spendere e saperli gestire. E non mi sembra che il nostro passato prossimo dia delle risposte adeguate per il futuro. La  politica si è infognata  a Torino come Roma. Dunque. Unica soluzione un commissario che agendo di testa sua non pensa e non deve pensare alla politica,  che del resto,  come si è  ampiamente visto ha toppato. È una questione di moda ? No mi sembra una questione di sopravvivenza. Viceversa se saranno i soliti nel gestire, il mio oramai atavico pessimismo verrà confermato.  Poi, sia ben chiaro, il primo nell’ essermi sbagliato,  sarò io. Pronto nel cospargermi il capo di cenere. Vincendo Torino ho vinto anche io. Perdendo Torino ho perso anch’io.
Spero di sbagliarmi.  Torino è troppo importante.
Patrizio Tosetto

Steli di pace a Marengo

Marengo, crocevia culturale dove non manca un premio dedicato alla pace e a chi la racconta e la valorizza. Non è un caso se è stato scelto il luogo identitario nazionale della storia napoleonica, dove la storia e la cultura si fondono grazie a un approccio nuovo e internazionale, per ospitare la premiazione della terza edizione di ‘Steli di pace’, premio ideato dall’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei (Ujce) con il Gus (Giornalisti Uffici Stampa) del Piemonte.

Il riconoscimento, ricorda Ezio Ercole, Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, si prefigge «di valorizzare chi, attraverso la stampa o con altre forme di comunicazione, trasmette un messaggio di pace ed è quindi costruttore di pace». L’evento si svolgerà giovedì 15 luglio e sarà aperto, alle 17.30, dalla visita al Museo napoleonico. Seguirà, alle 18.15, l’accoglienza nella Marinco Curtis e la premiazione. Gli ‘Steli di pace’ saranno assegnati a Patrizia Foresto e Daniele Barale.

Patrizia Foresto, giornalista torinese, ha collaborato e collabora con varie testate locali e nazionali e si occupa di uffici stampa per Fondazioni ed enti privati. Fra i molti scritti, spiccano quelli dedicati all’Armenia e in uno di questi, pubblicato su ‘Il Mondo’ di Pannunzio racconta anche di Charles Aznavour, chansonnier e attore franco-armeno, uomo di pace e di condivisione, con un interesse costante ai tanti bisogni del popolo armeno profondamente ferito da secoli di guerre.

Daniele Barale, giornalista, ha scritto e scrive per diverse testate, tra cui Vita Diocesana Pinerolese, Il Laboratorio, Tempi, Il Foglio (recensioni libri) ed è stato promotore, in questi ultimi anni, di incontri e convegni con importanti intellettuali italiani e stranieri chiamati a Torino nel corso di numerosi eventi culturali. Ha già ottenuto una menzione speciale nell’ambito del premio ‘Finanza per il sociale’, indetto da Abi (Associazione bancaria italiana), Feduf (Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, nata su iniziativa della stessa Abi) e Fiaba (Fondo italiano abbattimento barriere architettoniche) testimoniando come l’educazione finanziaria sia un tema capace di promuovere equilibri produttivi di pace.

Terzo momento di pace il Concordato fra Napoleone e Papa Pio VII del 1801, che regolamentando il rapporto Stato-Chiesa, rimise ordine in quegli anni burrascosi post Rivoluzione Francese.

La cerimonia di consegna sarà aperta e conclusa da due brani musicali per arpa che vedranno come protagonista Camillo Vespoli, docente del Liceo musicale, noto all’ambiente alessandrino per la sua intensa attività concertistica in Italia e all’estero.

Seguirà la presentazione di un libro in memoria di Ermanno Eandi, torinese, poeta, giornalista e scrittore, scomparso nel maggio del 2020, e l’assemblea del Gus Piemonte