Il futuro di Torino: questione di sopravvivenza

Magari , veramente e   concretamente ci pensa Mario Draghi.  Ad oggi è positiva la lettera del Governatore Cirio. Se son rose fioriranno. Francamente siamo stanchi ed un pochino spossati nell’urlare   che Torino sta morendo.  Come qualità di vita e come possibilità di vita. In particolare nelle periferie, i residenti vivono male, molto male. 

La paura fa novanta.  Così l’ iniziativa di Cirio di “convocare” i vecchi Presidenti regionali fa buon brodo. 30 anni di non politiche industriali in Piemonte.  Tanto ci pensava Fiat, il resto sarebb dovuto venir da sé.  Come si può facilmente constatare non è arrivato un bel niente. Parlo con cognizione di causa diretta.  15 anni fa sono stato amministratore delegato di Soprin.  Gruppo FinPiemonte.  Società operativa per  riattare le ex aree industriali in altre attività. Società di servizi per Tne, per capirci la società proprietaria di una parte di  Mirafiori. Qui la montagna ha partorito il topolino e dopo 20 anni dalla sua costituzione, a Mirafiori continua a farla da padrone.  Che qualcosa non funzionasse era chiaro fin da allora.  Il respirabile dell’ufficio ricerche dell’unione industriali di Torino,   Mauro  Zangola divenne amministratore delegato di Tne: persona degnissima che ho avuto modo di conoscere. Ma per trent’anni ha fatto solo ricerca.  Degnissimo intellettuale ma con scarse attitudini alla operatività. Era chiaro il disimpegno di Fiat,  come era altrettanto chiaro che la politica e i  politici si voltarono da un’ altra parte. Non è stato il destino cinico e baro che si è abbattuto sulla nostra città.  Sono state , anche queste, non scelte che hanno determinato il tutto. Altra esperienza diretta a Euro Fidi. Precisamente ero membro del cda di EuroGrup, società che controllava EuroFidi.  Lo scopo di EuroFidi: garanzie bancarie per finanziamenti a piccole e medie imprese.  In realtà il padre padrone era Giotti. EuroFidi Piemonte ebbe uno sviluppo nazionale.  Da Milano a Pescara.  Un gigante dai piedi d’argilla. Conclusione: fallimento. Oltre 400 persone lasciate a casa e molte piccole imprese in ginocchio. E la politica? Da Ghigo a Bresso si è risvegliata nel momento, ogni tre anni, delle nomine, per poi inabissarsi. Non voglio essere, poi,  capzioso.  Con elementi di continuità. Ad esempio le nomine in FinPiemonte.  Cota nominò  Massimo Feria Presidente e Vicepresidente Fabrizio Gatti in quota PD.  Massimo Feria dovette dimettersi per suoi guai giudiziari e divenne reggente Fabrizio Gatti confermato da Sergio Chiamparino. Fabrizio Gatti ora processato e secondo alcuni si profilerebbe una pesante e prossima condanna. Alle 15 di martedì si è tenuto il summit tra i Presidenti del Piemonte. Sintesi: centrale deve tornare il motor life,  ergo: se non auto la sua componentistica. Ma va? Amata ironia su qualcosa che si ripete da 40 anni.  Avrebbero dovuto dire come deve ritornare ad essere centrale.  Meglio non compromettersi.  Fa fine e non impegna.  Tanto l’ andazzo è sempre andazzo.  Dunque speriamo in Mario Draghi,  non ci resta altro se non nella speranza di Super Mario. Garantirà soldi ed iniziative.  Ma non basta,  purtroppo.  Bisogna , anche,  saperli spendere e saperli gestire. E non mi sembra che il nostro passato prossimo dia delle risposte adeguate per il futuro. La  politica si è infognata  a Torino come Roma. Dunque. Unica soluzione un commissario che agendo di testa sua non pensa e non deve pensare alla politica,  che del resto,  come si è  ampiamente visto ha toppato. È una questione di moda ? No mi sembra una questione di sopravvivenza. Viceversa se saranno i soliti nel gestire, il mio oramai atavico pessimismo verrà confermato.  Poi, sia ben chiaro, il primo nell’ essermi sbagliato,  sarò io. Pronto nel cospargermi il capo di cenere. Vincendo Torino ho vinto anche io. Perdendo Torino ho perso anch’io.
Spero di sbagliarmi.  Torino è troppo importante.
Patrizio Tosetto
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