ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 103

Due nuovi frigo di Nova Coop per ridurre gli sprechi alimentari

 ‘FRIGO DI QUARTIERE’ A TORINO

Il progetto è a cura di Nova Coop e dei partner di Im.Patto Torino, che insieme hanno già sperimentato l’idea con il frigorifero di comunità installato presso l’orto urbano di Via Petrella

Avvio dei conferimenti il 28 e 29 settembre per celebrare la Giornata internazionale ONU

Nova Coop celebra la 4ª Giornata internazionale della Consapevolezza sulle Perdite e gli Sprechi Alimentari, proclamata dalle Nazioni Unite (29 settembre), con una serie di appuntamenti realizzati insieme ai partner di Im.patto Torino – il percorso di co-progettazione di azioni di sensibilizzazione e promozione intorno ai temi del cibo, della salute e del benessere – e in collaborazione con l’Asl “Città di Torino” e il Politecnico di Torino.

Al centro del programma è il “Frigo di Quartiere”, con i festeggiamenti per l’anniversario dell’esperienza pilota avviata in Barriera di Milano, presso l’orto urbano del Boschetto di via Petrella, e con l’inaugurazione di due nuovi allestimenti di frigoriferi di comunità in zone diverse della città, che amplieranno ulteriormente la portata dell’iniziativa e intensificheranno gli sforzi per contrastare lo spreco alimentare e sostenere coloro che sono in situazione di bisogno.

I due nuovi “Frigo di Quartiere” saranno posizionati in altrettanti luoghi strategici della città: il primo presso lo Spazio Anziani “L’amicizia” di via Rosolino Pilo 50/A, grazie all’ospitalità dell’Associazione Non più da Soli – Edera e alla collaborazione con il progetto Fooding – Alimenta la solidarietà dell’Arci Torino, che ritira le eccedenze presso l’InCoop di corso Inghilterra 49; il secondo presso la Casa del Quartiere San Salvario in via Morgari 14, in collaborazione con l’Agenzia per lo sviluppo locale che ritira le eccedenze dell’InCoop di via Madama Cristina 143.

Il “Frigo di Quartiere” è un progetto che sperimenta concretamente un modello organizzativo di recupero del cibo fresco in scadenza proveniente dalla distribuzione organizzata mettendolo a disposizione di nuclei familiari con ridotti mezzi economici attraverso la mediazione delle realtà locali di volontariato.

Nel 2022, Nova Coop e Rete ONG, in collaborazione con il Servizio di Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) della Asl Città di Torino, hanno avviato questa esperienza posizionando un frigorifero di comunità presso il Boschetto e rifornendolo due volte a settimana di prodotti alimentari freschi provenienti dal supermercato Nova Coop di piazza Respighi. L’iniziativa ha immediatamente guadagnato slancio, grazie anche all’apporto degli ortolani dell’orto di via Petrella e dei residenti. Nel corso dell’ultimo anno, il “Frigo di Quartiere” è diventato un punto di riferimento per la solidarietà e la condivisione, dimostrando il potere della collaborazione comunitaria.

Le due nuove sinergie rappresentano un passo avanti nel raggiungere un maggior numero di residenti e nel creare un impatto positivo più ampio. L’inaugurazione dei nuovi frigoriferi pubblici sarà un momento di festa e riflessione sulla solidarietà che ha caratterizzato l’intera iniziativa del “Frigo di Quartiere”.

 

IL PROGRAMMA

Il 28 settembre alle ore 15.00 sarà il momento dell’inaugurazione del Frigo di Quartiere di via Pilo 50/A presso lo Spazio Anziani della Circoscrizione 4 con una merenda antispreco offerta alla cittadinanza.

Il 29 settembre alle ore 17.00 sarà la volta dell’inaugurazione del Frigo di Quartiere di via Morgari 14 presso la Casa del Quartiere San Salvario. Polito Food Design Lab – Politecnico di Torino – Dipartimento di Architettura e Design proporrà alla cittadinanza L’uovo di Colombo il workshop di Design With Food per il contrasto dello spreco alimentare, applicando al cibo i principi dell’Economia CircolareA seguire, aperitivo antispreco offerto ai partecipanti. Partecipazione gratuita, iscrizione obbligatoria scrivendo a: prenotazioni@casadelquartiere.it o chiamando il n. 345 253 2921.

 

Im.patto, con Coop un patto per il territorio è un progetto promosso da Nova Coop in co-progettazione con 21 realtà del territorio torinese: Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario ets, Altri Modi Srl Impresa Sociale Ets, Arci Torino – Progetto Fooding, Associazione ASAI, ASL Città di Torino SIAN, Ass Babelica, Casa del Quartiere San Salvario, Associazione Coh, Associazione Eufemia, Associazione Fiesca verd, Associazione Gomboc,  Aps Insieme É Più Bello, Mais Ong, Ass. Museo Nazionale del Cinema, Ass Non più da soli – Edera, Cooperativa Pandora, Polito Food Design Lab – Politecnico di Torino, Prospettive Ricerca Socio Economica, Radici E Filari Renato Buganza, Renken Onlus, Re.Te Ong, Uisp Torino, Vivoin.

Cristina Brizzolari nuova presidente di Coldiretti Piemonte

È Cristina Brizzolari la nuova presidente di Coldiretti Piemonte. Presidente di sezione di Casalbeltrame (No), è stata eletta a scrutinio segreto e all’unanimità nel corso della XV° assemblea che si è tenuta a Torino, presso lo Starhotels Majestic.

Cristina Brizzolari, imprenditrice agricola, gestisce l’azienda La Mondina a Casalbeltrame, in provincia di Novara, dove vengono coltivati a riso circa 200 ettari. Cristina ha deciso di puntare sul riso ed, in particolare, sul re dei risi, il Carnaroli, oltre che sull’Artemide, un riso nero basmati integrale. Così è cominciata, circa 10 anni fa, l’avventura di RISO BUONO, confezionato nelle inconfondibili giare di vetro che nascono a Casalbeltrame e vengono vendute in Italia ed all’estero.

«Un particolare augurio di buon lavoro a Cristina Brizzolari che sarà fondamentale per mettere in atto un vero lavoro di squadra sul territorio – afferma il delegato confederale, Bruno Rivarossa -. A Roberto Moncalvo un grande grazie per aver rappresentato al meglio il nostro Piemonte in questi anni. Sarà fondamentale che il nuovo gruppo regionale si confronti con gli attuali scenari imprenditoriali affinché si possano intraprendere ulteriori e diversi percorsi economici per le nostre imprese, ancor più in una stagione difficile, a livello nazionale ed internazionale, come quella che stiamo vivendo in cui è fondamentale ridurre sensibilmente la dipendenza dall’estero e puntare alla sovranità alimentare».

Cristina Brizzolari succede a Roberto Moncalvo che ha scelto di non ricandidarsi, ma di continuare nel suo impegno nell’ambito dell’agricoltura sociale a capo dell’associazione nazionale A.I.U.T.A. – Associazione Italiana Uomo Terra Agricoltura, promossa da Coldiretti.

«Sono grata per la fiducia che mi è stata concessa e ringrazio Roberto Moncalvo che ha profuso, con grande determinazione, sul territorio piemontese tutta la sua esperienza ed il suo impegno – esordisce la neo eletta presidente di Coldiretti Piemonte, Cristina Brizzolari -. Nel segno della continuità, sarà un lavoro di squadra per poter rispondere alle varie sfide importanti che ci attendono, per promuovere, difendere e sostenere la nostra agricoltura. Per questo servirà mettere in campo tutte le azioni necessarie a garantire futuro e sostenibilità economica alle nostre imprese e alle nuove generazioni che scelgono, oggi sempre di più, il mondo agricolo».

Al termine dell’assemblea è stato immediatamente realizzato il primo consiglio della federazione regionale che ha definito i vicepresidenti e le varie deleghe. Cristina Brizzolari sarà affiancata, infatti, da due vicepresidenti: Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, ed Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo

Politiche locali del cibo, corso per amministratori

La Regione Piemonte organizzin collaborazione con Anci Piemonte e Università di Torino il primo corso residenziale . Appuntamento a Castagnole Lanze (AT) per il 20-22 ottobre

Il cibo è un prezioso bene comune, non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche sociale, economico, ambientale e culturale. Promuovere un sistema del cibo locale sostenibile e giusto significa garantire cibo sano e salutare, ambienti urbani più vivibili, adeguata remunerazione per tutti gli attori della filiera alimentare sviluppando, al tempo stesso, un’economia locale basata su nuove relazioni fra città e campagna e tra agricoltori e consumatori. In Piemonte, nonostante l’innegabile importanza del tema, purtroppo si registra ancora una scarsa o parziale conoscenza, anche da parte di amministratori e funzionari dei Comuni, delle potenzialità offerte da questo approccio integrato per lo sviluppo territoriale.

Per venire incontro alle esigenze del territorio e dotare gli amministratori pubblici degli strumenti pratici e di conoscenza più adeguati, la Regione Piemonte – Assessorato Agricoltura e Cibo ha organizzato, in collaborazione con ANCI Piemonte e con l’Università di Torino, un corso residenziale destinato ai sindaci ed agli assessori comunali, che sarà ospitato presso il Comune di Castagnole Lanze (AT)  nel weekend 20-22 ottobre 2023.

Il corso è stato presentato lo scorso 13 settembre durante un webinar organizzato da ANCI Piemonte al quale hanno presenziato l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, il vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso ed il vicepresidente di Anci Piemonte Calogero Mancuso.

Lassessore regionale Marco Protopapa precisa: “La Regione Piemonte, da sempre particolarmente attenta al mondo del cibo, guarda con particolare interesse alla nascita e allo sviluppo di Politiche locali del cibo che, senza dimenticare l’importanza delle eccellenze enogastronomiche di cui il nostro territorio è ricchissimo, vadano oltre affrontando tematiche di più ampio respiro. Dunque il cibo visto come un “fil rouge” che lega tra di loro soggetti e ambiti apparentemente distanti ma che, al contrario, sono strettamente connessi tra loro. Pertanto siamo orgogliosi che la Regione Piemonte, tra le prime a livello nazionale, offra agli Amministratori locali una preziosa occasione di conoscenza e di sviluppo”.

Promuovere un sistema del cibo locale sostenibile e giusto è un obiettivo che non riguarda solo la filiera agro-alimentare ma interessa tutta la comunità – sottolinea il vice presidente regionale Fabio Carosso – E’ dunque davvero utile ed importante che gli amministratori locali siano coinvolti ed abbiano tutti gli strumenti per poter diventare interlocutori preparati ed aggiornati su temi così rilevanti per il nostro territorio. Il corso che si svolge a Castagnole delle Lanze dal 20 al 22 ottobre, organizzato dalla Regione con Università di Torino, ha questa finalità ambiziosa: sono certo che sarà un momento di condivisione e di crescita”.

Tra i temi trattati nel corso: le opportunità e le esperienze di politiche locali del cibo, il rapporto diretto tra produttore e consumatore, l’accesso al cibo sano, la lotta allo spreco alimentare, l’animazione territoriale. Per favorire l’approccio integrato teorico/pratico ai temi trattati sono stati invitati come docenti sia esperti progettisti sia ricercatori e docenti universitari.

Per garantire la miglior fruizione dei contenuti e stimolare momenti di riflessione e confronto con i docenti, il numero massimo di partecipanti ammessi per questa prima edizione del corso è di 25 amministratori. L’iscrizione, possibile fino ad esaurimento dei posti disponibili, è aperta ad un Amministratore per Comune, dietro pagamento di un contributo di 100 euro, a parziale copertura delle spese di vitto ed alloggio.

Al corso residenziale per amministratori seguirà, nei prossimi mesi, quello dedicato ai funzionari che, su un arco temporale più esteso e con modalità di fruizione differenti (8-9 lezioni on line con cadenza settimanale) affronterà, oltre ad alcune tra le tematiche già esaminate, altri temi maggiormente attinenti al ruolo tecnico, prediligendo un taglio prettamente pratico.

Giachino: Accelerare le Infrastrutture

 (TAV Tangenziale est,  Geonda Genova) per rilanciare il PIL, rendere strutturali nel Bilancio dello Stato il Ferrobonus e il Marebonus. Governo di Legislatura per affrontare i problemi non risolti negli ultimi 10 anni ( Crescita e Salario Minimo)
Interpellato a margine della Assemblea dei 2200 Spedizionieri di FEDESPEDI,  l’ex Sottosegretario ai trasporti e attuale Presidente di SAIMARE Giachino ha dichiarato che il Governo si trova sul tavolo i gravi problemi non risolti negli ultimi 10 anni.”Debito pubblico cresciuto di 700 miliardi, bassa crescita del PIL, bassi salari , sanita’ e immigrazione. Ecco il commento:
Il governo Meloni deve pertanto poter lavorare per tutta la legislatura per fare le riforme necessarie e rilanciare la crescita della economia e del lavoro anche attraverso una forte politica industriale e della logistica adeguata al cambiamento della globalizzazione e alla introduzione della Intelligenza Artificiale.
Occorre dare una fortissima accelerata alle Infrastrutture, dalla TAV alla Tangenziale di Torino alla Gronda di Genova anche per controbilanciare gli effetti pesanti della recessione tedesca e la bassa crescita della Cina.
Gli spedizionieri , che organizzano  almeno il 60% della logistica italiana, contano  sul Piano auto del Ministro Urso e sul Piano Mattei verso verso i Paesi africani.
Rendere strutturali nel Bilancio dello Stato il FERROBONUS , che ideai primo in Europa mben 14 anni fa , quando ebbi l’onore di lavorare come Sottosegretario ai trasporti , e quando Greta andava ancora all’asilo , e il Marebonus che sbloccai nel 2008 , mi sembra basilare per sviluppare il trasporto merci su rotaia  e la intermodalità ferroviaria , atto concreto di una politica dei trasporti green.
Da ultimo sogno che gli interventi normativi a costo zero sulla  Burocrazia pubblica che rallenta la operatività logistica nei nostri porti, trovino finalmente sbocco. Perché dopo 10 anni continuiamo a perdere 6 miliardi di PIL a causa dei milione di containers italiani che arrivano ai porti del Nord Europa”.

Mutuo fino a 42 milioni per i nuovi ospedali

Il Consiglio regionale, a maggioranza, ha approvato i Ddl 281 “Autorizzazione al finanziamento di spese di progettazione di edilizia sanitaria – Anno 2023”, presentato dalla Giunta regionale, presente nell’Aula presieduta da Stefano Allasia, l’assessore Luigi Icardi. L’opposizione non ha partecipato al voto, tranne Sergio Chiamparino per il Pd e il gruppo Movimento 5 Stelle, che si sono astenuti, per cui non ci sono stati voti contrari. Si tratta di un passaggio per la realizzazione di nuovi ospedali in Piemonte.

Nella relazione iniziale, Carlo Riva Vercellotti (Fdi) ha ricordato che “Il provvedimento autorizza la Giunta alla contrazione di un mutuo per un importo non superiore 42 milioni di euro e per una durata massima di dieci anni e a uno spread non superiore a quello applicato per la medesima tipologia di contratti dalla Cassa depositi e prestiti”. L’accordo con Inail, infatti, non prevede anticipi e il massimo di 1,654 milioni previsti per la costruzione, sarà erogabile dall’Istituto a progettazione avvenuta.

Il relatore di minoranza Sean Sacco (M5s), ha affermato che “siamo ben lontani dal posare la prima pietra per un nuovo ospedale in Piemonte. Persino per la Città della salute di Novara, dove si sono fatte scelte diverse, siamo in alto mare. Inoltre mancano le indicazioni di priorità”.

Nel dibattito generale Daniele Valle (Pd) ha parlato di “una ragnatela di promesse di cui prima o poi dovrete rendere conto. Nutriamo perplessità sui fondi Inail e aggiungo che, da otto, siamo passati a cinque ospedali finanziati in questo modo, ma i soldi richiesti all’Istituto sono gli stessi di prima”. Per lo stesso gruppo, Raffaele Gallo ha aggiunto: “Questa poteva essere l’occasione per fare chiarezza sulla programmazione dell’edilizia ospedaliera. Ma state viaggiando a tentoni, senza priorità su cosa costruire prima”. Domenico Ravetti ha detto che la maggioranza “pare avere nella propaganda il suo core business”.

Alberto Preioni (Lega), ha ribattuto: “È chiaro che l’opposizione è già in campagna elettorale. Il programma sta procedendo, portiamo avanti un percorso trasparente e concreto, malgrado tre anni di stop per la pandemia. I costi di costruzione sono aumentati, ma andiamo avanti. Non mi pare che il Pd quando ha governato abbia fatto nuovi ospedali e, al contrario, ci ha lasciato un’eredità molto difficile”.

Sarah Disabato (M5s), quindi, è intervenuta dicendo che “i soldi per il parco della Salute ci sono, ma non si utilizzano, sono fermi. E se non li spendiamo, il Governo non ce li darà più: lo trovo incredibile. Sappiamo poi che il governo Conte ci ha assegnato importanti risorse per le Case e ospedali di comunità, ma i fondi vengono rimodulati per altre esigenze”.

Paolo Ruzzola (Fi), ha concluso: “Con le nostre scelte, contrariamente a chi ci ha preceduto, stiamo ridisegnando il ritorno della Sanità territoriale. Quella che era stata distrutta da voi. Vi lamentate perché non ci sono mattoni nuovi? Noi stiamo lavorando per posarli, mentre voi li avete tolti, chiudendo ospedali, tagliando posti letto e riducendo le piccole strutture”.

 

Poste italiane: agevolazioni alle aziende per le spedizioni

La partnership siglata per offrire agli associati tariffe agevolate

su spedizioni e servizi di pagamento

 Poste Italiane e Confcommercio hanno siglato un accordo per offrire alle imprese associate della provincia di Torino alcune agevolazioni su spedizioni nazionali e servizi di pagamento.

In particolare grazie a questa nuova partnership, alle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti associate sono garantite offerte speciali e un’assistenza dedicata sui servizi di corriere espresso per spedire documenti e merci destinati a privati e aziende pensato per il mercato dell’e-commerce; sulle transazioni di pagamenti con carta anche in mobilità; sulle carte di debito prepagate riservate alle Imprese.

Grazie alla capillarità della rete di Poste Italiane in tutto il territorio e al ruolo di Confcommercio, l’accordo evidenzia l’impegno a sostegno delle imprese della provincia di Torino consentendo ad ogni associato di beneficiare, da oggi, di molteplici vantaggi su servizi e prodotti funzionali alle esigenze della propria attività.

Ulteriori informazioni sull’iniziativa sono disponibili nelle sezioni dedicate dei siti poste.it e confcommercio.it.

Mercato immobiliare in calo a Torino: -3,4% le compravendite. -25,6% i mutui

Il Presidente dei Notai di Torino, Maurizio Gallo-Orsi: “Sono segnali preoccupanti: da un lato per l’occupazione nelle imprese edili, dall’altro perché sta venendo a mancare la leva del credito, fondamentale per la ripresa del mercato“.

  Il Consiglio Nazionale del Notariato, sulla base delle rilevazioni effettuate attraverso i Dati statistici Notarili (DSN) pubblicate sul sito https://dsn.notariato.it, ha reso noto l’andamento del mercato immobiliare e dei mutui in Italia nel primo semestre 2023: un calo dell’8,7% delle compravendite di abitazioni (da 303.375 a 277.052) rispetto allo stesso periodo del 2022. Si riduce anche il numero delle transazioni (-12% nel secondo trimestre 2023), dell’acquisto di prime case tra privati (-11%) e delle seconde case (-1,9%). Anche i mutui per l’acquisto della casa sono diminuiti (-29,5%), ad evidenziare come l’aumento dei tassi di interesse abbia portato le persone ad utilizzare maggiormente i propri capitali rispetto a forme di finanziamento.

Oltre al dato nazionale, il Notariato ha presentato una ricognizione effettuata in 9 grandi città italiane in merito alle seguenti tipologie di atti: mutui, surroghe e compravendite di fabbricati abitativi. Le città in esame sono: Bari (-12,4% il volume generale delle transazioni immobiliari); Firenze (-10,3%); Roma (-9,6%); Milano (-8,4%); Napoli (-7,3%); Bologna (-4,6%); Verona (-3,7%); Torino (-3,4%); Palermo (-0,3%).

A Torino, nei primi sei mesi del 2023, si è registrato un calo del 3,4% delle compravendite di abitazioni rispetto allo stesso periodo del 2022. È il mercato della prima casa acquistata da impresa a subire un vero e proprio crollo, registrando un -41% mentre l’acquisto della prima casa tra privati registra un calo del 6,8%. Segno positivo invece per l’acquisto delle seconde case tra privati, con un +5,3%, mentre l’acquisto delle seconde case da impresa subisce un calo del 7,2%. I mutui per l’acquisto della casa sono diminuiti del 31,5% rispetto ai primi sei mesi del 2022. In calo di conseguenza anche il numero delle persone fisiche che hanno contratto un mutuo (-32,5%), con una riduzione del 30% della fascia di età 18-35, -32,5% per la fascia 36-45 e -36.61% per la fascia 46-55. La riduzione del capitale erogato è pari al 36% (da 1.541.061.396 nel primo semestre 2022 a 984.765.079 nel primo semestre 2023). La differenza di questi due dati percentuali è data da una riduzione generale di tutti i mutui concessi in particolare relativi alla fascia di capitale tra i 200mila euro a 250mila euro (-52,65%). Anche a Torino, come in tutta Italia, le surroghe aumentano del 9,09% nel primo semestre 2023 rispetto al primo semestre 2022.

“I dati più rilevanti che si traggono dal report, oltre alla discesa generalizzata delle compravendite e dei mutui, sono sostanzialmente due: il calo delle vendite del nuovo, che ovviamente sconta prezzi più alti, e il crollo verticale dei mutui sia sulle prime che sulle seconde case, ben maggiore del calo delle compravendite. Sono segnali preoccupanti: da un lato per quanto riguarda l’occupazione nelle imprese edili, dall’altro perché sta venendo a mancare la leva del credito, fondamentale per la ripresa del mercato, che però patisce il rialzo dei tassi”.

Maurizio Gallo-Orsi, Presidente del Consiglio notarile dei distretti riuniti di Torino e Pinerolo

Cime tempestose

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

 

Il risveglio repentino e rabbioso, dopo molti di letargo, dell’inflazione, doloroso effetto collaterale dell’uno-due COVID-guerra in Ucraina, ha provocato una tempesta perfetta sui mercati obbligazionari.

La salita degli indici dei prezzi degli ultimi due anni si è ripercossa violentemente sui tassi d’interesse con il conseguente fortissimo ribasso dei portafogli investiti in obbligazioni, ritenuti ancora da molti, erroneamente, privi di rischi…

La funzione dei tassi (e, con essi, delle cedole pagate) è proprio quella di proteggere i prestatori di denaro dal rischio di ricevere alla scadenza un capitale, comprensivo degli interessi incassati, con un minore potere di acquisto di quello iniziale, eroso dall’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi (l’inflazione).

Le vette raggiunte dai tassi d’interesse di mercato, riflesso delle previsioni degli investitori sul loro andamento futuro, e da quelli ufficiali, frutto dell’azione delle banche centrali, rappresentano ora un pericoloso snodo per il futuro dell’economia.

L’aumento del costo del denaro si riflette, infatti, sui debitori, siano essi famiglie (con i loro mutui e finanziamenti), aziende o Paesi (con i titoli di Stato), costretti a destinare una crescente quota di reddito e risparmi al loro rimborso.

Ad oggi, va detto, l’effetto “restrittivo” si è fatto sentire pochissimo sulla principale economia mondiale, gli Stati Uniti, in grado di sconfiggere, grazie ai massicci aiuti provenienti dalle manovre del suo governo, le previsioni più negative che a inizio anno davano per certo un forte rallentamento e forse anche una moderata recessione.

Anche in Europa le cose sono andate, fortunatamente, meglio del previsto ma gli ultimi dati economici, in particolare quelli provenienti dalla Germania, sono tutt’altro che rassicuranti.

L’Asia, per inciso, fa storia a sé: la Cina fatica ancora a riprendersi, dopo le chiusure totali dovute alla pandemia ed ancora afflitta dalla crisi che coinvolge alcuni dei più importanti gruppi del settore immobiliare, mentre il Giappone sta beneficiando di un tasso d’inflazione moderato (e non è affatto una brutta notizia, dopo molti anni vissuti sull’orlo della deflazione), di tassi d’interesse molto bassi (inferiori all’inflazione) e di una valuta debole (che aiuta le esportazioni).

Tornando ai Paesi occidentali, si ha l’impressione che la stretta rappresentata dalle vette (ai massimi degli ultimi anni) dei tassi imposti dai banchieri centrali sia oggi più vicina a fare avverare le più fosche previsioni.

Le ultime mosse annunciate nelle settimane scorse dalle banche centrali, con la pausa dei tassi negli USA e l’aumento dello 0,25% nell’area Euro, sono state accolte, con i relativi commenti che li hanno seguiti, in modo cauto dai mercati finanziari, per i quali l’incertezza è il peggiore dei mali.

Ci si chiede, dunque, se sia all’orizzonte un’inversione, dopo quasi due anni di forti rialzi dei tassi, delle politiche adottate dalla Federal Reserve e dalla Banca Centrale Europea.

Su questo delicato e molto controverso argomento si è espresso qualche settimana fa Huw Pill, il capo economista della Bank of England.

Secondo Pill gli scenari per il futuro andamento dei tassi d’interesse si possono sintetizzare attraverso il profilo di due celebri rilievi montuosi: il Matterhorn (in nostro Cervino) e la Table Mountain.

Anche grazie alla sua riproduzione nel parco divertimenti di Disneyland, il profilo aguzzo del rilievo italo-svizzero è diventato l’esempio paradigmatico della montagna.

Lo scenario “Matterhorn” è quello che vede i tassi d’interesse scendere piuttosto velocemente, dopo la brusca salita degli ultimi anni, disegnando così un profilo simile a quello del rilievo alpino, e rappresenta anche il loro tipico andamento storico.

Normalmente, infatti, accade che i tassi vengono aumentati per fare fronte a un’eccessiva crescita economica, che finisce per fare salire i prezzi al consumo creando inflazione, per poi successivamente essere ridotti per consentire all’economia di riprendersi dal rallentamento/recessione provocato dal loro precedente incremento (o da altri eventi imprevisti).

L’altra strada possibile è quella che ricorda l’iconico monte sudafricano, la Table Mountain, piatto ed allungato, con tassi stabili ed elevati per un lungo periodo di tempo.

L’economista britannico propende per questo secondo scenario: i tassi hanno probabilmente smesso di salire (un’ottima notizia) ma ci vorrà molto tempo prima di vederli ritornare a scendere (una pessima notizia).

Per la verità il buon Pill non ha fatto altro che riportare il messaggio proveniente da qualche tempo dai banchieri centrali di tutto il mondo occidentale, dagli Stati Uniti all’Europa, dalla Svizzera al Regno Unito e alla Svezia.

Il timore è che l’aumento dei prezzi rallenterà, sta già avvenendo, ma in modo più lento di quanto è successo in passato perché oggi è assai meno accettabile, socialmente e politicamente, indurre una forte frenata dei consumi e, con essa, una recessione, da sempre la principale cura alla malattia dell’inflazione.

Quello che potrebbe riportare le banche centrali a più miti consigli, iniziando prima del previsto ad abbassare i tassi, sarebbe proprio un brusco rallentamento economico, accompagnato da un aumento della disoccupazione.

Paradossalmente questo scenario potrebbe diventare più probabile con il permanere dei tassi agli attuali livelli, anche considerato il fatto che, prima che gli aumenti passati dei tassi si traducano in un freno per l’economia, è stimato ci vogliano 18-24 mesi ed è proprio la posizione dove ci troviamo adesso (visto che i rialzi sono iniziati nel marzo del 2022)!

Come ricordato più sopra, sinora negli Stati Uniti a compensare l’effetto “frenante” di tassi ed inflazione ha contribuito la messa in campo di una serie di massicci piani di sostegno economico: l’ Infrastructure Investment and Jobs Act il CHIPS and Science Act e l’ Inflation Reduction Act, per complessivi 2.100 miliardi di dollari (pari all’8% del PIL nazionale).

Il rischio di un (eccessivo) rallentamento, e potenzialmente di una recessione, aumenterà però a partire dalla primavera quando i tassi d’interesse avranno iniziato a produrre pienamente i loro effetti.

Ci sarebbe allora il tempo per Biden per fare quanto in suo potere per arrivare alla scadenza elettorale del novembre del 2024 con un quadro economico sereno, il presupposto indispensabile per puntare ad una propria rielezione.

 

In conclusione, sono in pochi coloro che ritengono possibile che i tassi d’interesse continuino a salire e il futuro potrebbe, alla fine, dare ragione a chi ritiene troppo pericoloso (per l’economia) mantenerli ai livelli che hanno raggiunto.

La discesa dei tassi potrebbe quindi iniziare e questo renderebbe meno complicata la vita degli investitori in obbligazioni e titoli di Stato mentre sarebbero invece i mercati azionari a dovere prendere atto di una crescita degli utili, legata all’andamento dell’economia, da rivedere al ribasso.

Come sempre occorrerà non farci troppo influenzare dalle oscillazioni dei nostri investimenti, vendendo nei momenti peggiori, e ricordarci che l’uomo può arrampicarsi sulle vette più alte ma non può, sferzato dalle tempeste di neve, rimanervi a lungo.

Perché, in fondo, raggiungere la cima è facoltativo. Tornare indietro, invece, è obbligatorio, facendo però estrema attenzione a non scivolare…

Edicole a Torino: potranno aprire ovunque e vendere altri prodotti

Dopo l’esame in due sedute di Commissione Lavoro il Consiglio comunale ha approvato alcune modifiche al Regolamento 380 inerente l’attività di vendita quotidiani e periodici.

Il provvedimento mira a rilanciare la funzione delle edicole, attività che hanno molto risentito della crisi economica – ha spiegato l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – se consideriamo che dal 2014 a oggi si registrano duecentodieci cessazioni; stando ai dati aggiornati al 4 settembre il totale degli esercizi torinesi di vendita quotidiani e periodici è di trecentosei di cui duecentoventi ‘esclusivi’ – settantasette chioschi e centoquarantatre negozi – mentre i rimanenti ottantasei sono ‘non esclusivi’ come bar, supermercati, benzinai e tabaccherie. Quarantatré sono le concessioni non attive.

La novità più rilevante è l’abolizione dei parametri di rapporto tra edicole e attività commerciali attive sul territorio; le modifiche permetteranno l’apertura o la riapertura in qualsiasi area della città di nuove edicole senza vincoli geografici specifici mentre dove vi sono locali o chioschi chiusi per decisione del gestore l’attività potrà riaprire senza limitazioni.

Il Regolamento prevede che le edicole potranno vendere al proprio interno anche prodotti diversi da quelli editoriali fino a un massimo del quarantanove per cento della superficie di vendita.

Poco prima dell’approvazione sono intervenuti i consiglieri Catizone – Russi – Crema.

Digital Transformation delle imprese, un nuovo percorso di formazione

 
CTE NEXT TORINO CON ITALIAN TECH ACADEMY E TALENT GARDEN PER “BUSINESS INNOVATION”: UN PERCORSO DI FORMAZIONE PER DIVENTARE ESPERTI DELLA DIGITAL TRANSFORMATION
Torino, settembre 2023  –  Comprendere a fondo il digitale per guidare la Digital Transformation delle imprese. È questo l’obiettivo di “Business Innovation”, il Master Part Time di Italian Tech Academy powered by Talent Garden in collaborazione con CTE NEXT, la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino, nata nel 2021 dalla volontà del Comune per realizzare un centro di trasferimento tecnologico diffuso sulle tecnologie emergenti legate al 5G in settori strategici per il territorio.
«La collaborazione con il Master in Business Innovation – sottolinea Chiara Foglietta, Assessora della Città di Torino alla Transizione ecologica e digitale, Innovazione, Ambiente, Mobilità e Trasporti – vuole mettere al servizio dei suoi partecipanti tutta l’esperienza sul campo della Casa delle tecnologie Emergenti di Torino, CTE Next e il suo vasto ecosistema. CTE Next  è nata con l’obiettivo di essere un punto di riferimento per le startup e le piccole e medie imprese del territorio, anticipando le tendenze tecnologiche e facilitando una concreta innovazione.Fare rete fra soggetti pubblici e privati è alla base del partenariato della Casa. La Città di Torino e CTE Next, insieme all’Italian Tech Academy e a Talent Garden, hanno creato un percorso formativo che permetterà alle imprese di cavalcare le maggiori trasformazioni in atto. 
Le attività di formazione della Casa delle Tecnologie Emergenti sono davvero molte e spaziano dai programmi di education, ai master specialistici, passando per le Academy e le singole giornate formative».
Il Master Part Time in Business Innovation prende il via il 7 ottobre con un programma di 10 settimane, che copre diversi ambiti chiave, inclusi business, design, data e metodologia Agile, consentendo ai partecipanti di sviluppare una visione olistica della trasformazione digitale. Grazie alla sua esperienza nel settore delle tecnologie emergenti e delle soluzioni digitali, CTE Next apporta una preziosa collaborazione al percorso formativo, offrendo agli studenti un’esperienza concreta e connessa con le esigenze del mercato grazie all’interazione con brand e aziende del network, tra le quali Gucci, National Geographic Italia, Alessi, Lavazza, Universal Music Italia, Marzocco.
In particolare, è prevista un’importante parte pratica sul campo, il ‘Project Work’: un momento per mettere alla prova il know how imparato durante le lezioni teoriche con l’azienda partner del progetto, che propone una challenge a cui gli studenti del Master sono chiamati a dare risposte innovative e ad alto contenuto digitale.
Il programma prevede giornate in presenza e momenti in streaming  con docenti scelti tra i migliori professionisti del mondo digitale, per imparare ad elaborare una strategia di Digital Transformation ottimizzata per le diverse conformazioni aziendali; comprendere come il digitale impatta sui modelli aziendali e sulle modalità di gestione dei progetti, valorizzare la centralità del cliente per lo sviluppo di prodotti/servizi grazie al ricorso a strumenti digitali; conoscere il valore dei dati e utilizzarli per prendere decisioni di business; analizzare l’impatto della Digital Transformation sull’industry 4.0 grazie alla metodologia Agile.
Il Master è rivolto a giovani professionisti con almeno 3 anni di esperienza, come IT Specialist, Sales Specialist, Marketing Specialist, Project Manager, Consultant, Strategic Advisor, Digital Strategist e Startupper, che hanno voglia di innovare l’azienda per cui lavorano. E’ riservato a circa 30 studenti, in modo da garantire la massima cura di tutte le fasi di apprendimento.
Uno dei punti focali del Master in Business Innovation è l’attenzione alla sostenibilità come elemento centrale nel processo di trasformazione digitale. CTE NEXT, con la sua competenza specifica in questo campo, contribuisce ad approfondire la comprensione dei partecipanti su come integrare l’aspetto sostenibile nella trasformazione digitale, promuovendo un’innovazione responsabile e rispettosa dell’ambiente.
L’approccio all’apprendimento di Business Innovation si basa sulla conoscenza e sulla comprensione dei bisogni delle persone. Il metodo propone perciò un processo interattivo e iterativo che dà modo di mettere alla prova di continuo le nuove competenze acquisite e ampliare, così facendo, il know how.
Grazie alle competenze ed alle esperienze dei partner e degli stakeholders, CTE NEXT ha visto nascere e poi crescere un ricco catalogo di opportunità formative su cinque indirizzi: ‘Le potenzialità del 5G e delle Tecnologie Emergenti’, ‘Applicazioni e casi d’uso del 5G e delle Tecnologie Emergenti’, ‘Ricerca, Trasferimento Tecnologico, Innovazione’, ‘Impatto delle Tecnologie Emergenti’, ‘Competenze trasversali e manageriali’. Un catalogo sempre aperto, on-demand, dinamico e consultabile sul sito ufficiale della Casa.
L’importanza della formazione continua in settori strategici viene ribadita dall’espansione delle iniziative formative. Tra questi spicca senza dubbio la quinta edizione dell’Academy CIM4.0 il cui obiettivo è formare figure chiave in grado di guidare e gestire la transizione digitale e sostenibile delle imprese di diversi settori industriali, manifatturieri e di servizi.
L’Academy del Competence Center CIM 4.0 di Torino avrà inizio il 6 ottobre e prevede oltre 350 ore di alta formazione fino a marzo 2024, metà di ore d’aula e metà di project work. Le iscrizioni sono aperte fino al 29 settembre e due sono i posti gratuiti riservati alle aziende dell’ecosistema CTE Next.
Tutte le informazioni sul Business Innovation Master https://hubs.li/Q022cPtc0