CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 725

Fusion, con la danza le culture si incontrano

A Torino si terrà domenica 1 ottobre il Fusion Dance Festival per il consueto appuntamento annuale offerto da Ladibi.com, la piattaforma internazionale per l’insegnamento di tutti gli stili di danza del mondo. In questa quarta edizione ci sarà una giornata di workshop e show, nella sede del Centro Cultura Contemporanea Metzger, in Via Bogetto, 4/g a Torino. Unica data in Italia a cui non mancare, con gli insegnanti dell’Accademia di Danza Online Ladibi.com e prestigiosi ospiti. Un evento imperdibile per chi è affascinato dalle culture esotiche e per chi ama l’arte e la danza, in tutte le sue forme. Un festival adatto a tutti i livelli ed età, sia agli amatori che ai professionisti del settore, per chi visita l’Italia e per chi la vive quotidianamente.

Assaporare nuovi stili di danza, ci fa capire che non siamo poi così diversi gli uni dagli altri. I muri che ci dividono, sono destinati a cadere per dar spazio ad incontri sorprendenti. Un’occasione imperdibile per condividere la nostra passione, oltre quelle che alcuni chiamano differenzee che noi vediamo semplicemente come doni”  ha spiegato LaDibi, la direttrice del Fusion Dance Festival.

Il festival sarà insomma l’occasione per scoprire culture, tecniche e stili diversi di paesi lontani come sud America, medio oriente, India e Indonesia. Tema di quest’anno, il concetto de ‘Il Bello nell’Arte della Danza’, alla scoperta delle sfumature delle famose zone grigie dove avvengono le trasformazioni, e da cui scaturisce il nuovo.   Le attività del Fusion Dance Festival Tra le tante attività innanzitutto ci sarà il DanceFit, un workout per ballerini studiato da LaDibi che include diverse tecniche tra cui Yoga, Pilates e circuiti ad alta intensità. Poi tecniche per gli appassionati di Tribal Fusion e Latin Dance, con il Gong15 e approfondimenti da 15 minuti. Ospiti del Gong15 Sive Fuxia, insegnante di Belly Dance. Focus: controllo e tecnica per il torace e per l’ATS, il Clan Mabon Ensemble, composto da Manuela Bellodi e Arianna Bosco, allieve di Carolena Nericcio e Sister Studio Fat Chance Bellydance. Focus: tecnica Chorus per la gestione degli spazi del palco. Seguiranno gli approfondimenti separati per stile.

  • Una sala per la Tribal Fusion Belly Dance condotta da LaDibiFocus: tecniche di Danza Indiana e Balinese.
  • Una sala di Latin Dance coordinata da Luka&Luana Fanni, campioni internazionali e protagonisti di Burn The Floor. Focus: la ricerca della bellezza del movimento nello Stile Latino.

Poi ancora ci sarà il Laboratorio Coreografico a cura di LaDibi con cui affrontare il Processo Creativo. Ed infine l’Hafla, il momento di danzare gli uni per le altre, supportandosi a vicenda con entusiasmo.   Reportage Chi vorrà, potrà essere protagonista di video e foto, lasciando la propria testimonianza sull’esperienza perché “condividere l’amore non può che portar bene”.   Programma Domenica 1 ottobre 2017  ore 12.30 – 13.30 CHECK IN ore 13.30 – 19.00 DANZA, WORKSHOP & HAFLA!

  • DanceFit, il Workout studiato e condotto da LaDibi, per Ballerini e Amanti della Danza
  • Gong 15, gli approfondimenti tecnici di Belly Dance con Sive Fuxia e American Tribal Style con Clan Mabon
  • Tribal Fusion, tecniche di Danza Balinese e Indiana con LaDibi
  • Latin Dance con Luka e Luana Fanni
  • Coreografia 
  • Hafla, a celebrazione del tempo trascorso insieme

Per tutte le informazioni su insegnanti e programmi visitare la pagina del Fusion Dance Festival all’indirizzo  www.ladibi.com/#not-only-virtual.   LaDibi.com LaDibi.com è l’accademia online di danza e arti performative, nata per dar la possibilità di studiare a chiunque sia davvero appassionato

Al Mauto, tra auto che hanno fatto la storia

Il Mauto di Torino non ha eguali in Italia, non solo perché conserva oltre duecento autovetture di ottanta differenti marche attraverso le quali è possibile ripercorrere le tappe più significative della storia dell’automobilismo, ma anche perché è l’unico Museo Nazionale dedicato ai veicoli a quattro ruote. Intitolato all’avvocato Giovanni Agnelli, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino è stato fondato nel 1932 e ha aperto al pubblico nel 1939. Dal 1960 ha sede nel palazzo di Corso Unità d’Italia che, appositamente progettato dall’architetto Amedeo Albertini, nel 2011 è stato oggetto di una profonda ristrutturazione architettonica alla quale hanno fatto seguito la definizione di un allestimento accattivante e la creazione di un ordinamento intelligente che hanno permesso di valorizzare la ricca collezione di automobili, combinando alla perfezione rigore scientifico e esigenze divulgative.

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La visita ha inizio al secondo piano del museo dove è protagonista il Novecento. Dopo aver scoperto la complessa origine della locomozione ed aver ammirato la carrozza di Bordino e gli altri mezzi sperimentali concepiti nel corso del XIX secolo per sostituire il motore ai cavalli, si entra nel «grande garage del futuro» in cui sono raccolti alcuni dei primi preziosi modelli prodotti per essere venduti sul mercato. Seguono le sale in cui si raccontano l’inarrestabile evoluzione e la progressiva diffusione delle automobili. Inizialmente considerate come beni di lusso riservati a pochi, sono indispensabili mezzi di trasporto durante il primo conflitto mondiale prima di diventare, a partire dalla seconda metà del Novecento, oggetti di una nuova dimensione industriale. Alla produzione seriale si accompagnano sempre più lo studio tecnico e la ricerca estetica, finalizzati a produrre veicoli in cui eleganza e prestazioni si combinano alla perfezione. Grazie agli studi di aerodinamica e alla nuova attenzione per il design, nascono automobili straordinarie come la berlinetta sportiva 202 della Cisitalia che, con il suo telaio tubolare e l’elegantissima carrozzeria Pininfarina, segna una vera e propria rivoluzione nello stile delle automobili.

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L’itinerario di visita prosegue al primo piano dove le otto immense sale sono dedicate a descrivere le molteplici declinazioni del rapporto che lega l’automobile all’uomo. Si rimarrebbe ore a studiare il pavimento illuminato con la piantina di Torino sulla quale è segnalata la grande quantità di costruttori, carrozzieri, officine e fabbriche che hanno fatto del capoluogo piemontese la città dell’automobile. Allo stesso modo, si resta colpiti dall’incredibile evoluzione che i singoli componenti meccanici – dalla ruota alle sospensioni, passando per i motori – hanno conosciuto nel corso del tempo. A lasciare senza fiato è però, senza ombra di dubbio, la lunga galleria dedicata alle auto da corsa. Accanto alla Fiat 130 HP con cui Vincenzo Nazzaro vinse il gran premio organizzato dall’Automobile Club di Francia nel 1907 e alla Mercedes Benz W196 portata alla vittoria da Fangio, si possono ammirare alcune delle auto che hanno fatto la storia del reparto corse della Ferrari: la 312 T5 di Gilles Villeneuve, la F2001 e la F2003 GA, con le quali Michael Schumacher vinse il titolo piloti, la Ferrari F2005 disegnata da Aldo Costa e infine la 248 F1, protagonista del campionato 2006.

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Chiudono il percorso le sale dedicate al car design, eccellenza italiana in cui convivono creatività e sapere tecnico. Ad arricchire la visita di questa così come di tutte le altre sezioni del museo sono una serie di postazioni multimediali che permettono al visitatore di scegliere i contenuti e avere un ruolo attivo nel processo di conoscenza. La volontà di personalizzare l’esperienza nelle sale ha portato il Mauto ad essere uno dei primi musei italiani a sviluppare un’App che tutti i visitatori possono scaricare gratuitamente per accedere ad approfondimenti storici, schede tecniche e immagini d’archivio e che ha contribuito a renderlo un museo all’avanguardia, capace di raccontare il passato e al contempo di essere proiettato nel futuro.

Giulia Amedeo 

Le ricette della fame in tempo di guerra

Bruna Bertolo storica, giornalista, ricercatrice infaticabile di storia e femminile  e di storia della sua amatissima Val di Susa ,ha mandato in tutte le edicole un nuovo libro :”Donne e cucina in tempo di guerra . Dal ’39 al ’45: il conflitto raccontato attraverso le ricette della fame “, edito da Susa libri.
 E’ un libro che ci consente di capire come si viveva e come si mangiava durante la II Guerra mondiale, ma è anche un libro che ci permette , attraverso uno straordinario apparato fotografico, di ricostruire il clima di anni tragici per l’Italia. Le ricette di guerra ci fanno toccare con mano i sacrifici terribili che dovettero affrontare i nostri padri e i nostri nonni. Non solo i nostri padri che erano impegnati nelle steppe di Russia o nei deserti africani e successivamente sulle montagne nella Resistenza armata, ma anche le famiglie che dovettero combattere contro la fame giorno per giorno. La borsa nera era un privilegio di pochi oltre che un’infamia sociale. Le massaie italiane attraverso la loro inventiva riuscivano a rendere meno intollerabile la cucina della fame, fatta di ricette in cui la povertà degli ingredienti era pari solo alla creatività di chi era in cucina. L’Italia era sempre stata un paese povero, ma la sua agricoltura aveva permesso condizioni di vita migliori, anche se la miseria, anche in periodo di pace, non era una situazione inconsueta al Sud come al Nord. Bruna Bertolo è anche una bravissima cuoca. Scrive di argomenti che conosce non solo per averli scoperti nei giornali e negli archivi. Come quando scrive di scuola, si vede che è stata un’ottima, avveduta, straordinaria docente. Il libro, come ho scritto nella prefazione ,”serve ai giovani per conoscere ed a chi ha un’età diversa per ricordare un passato  che tanti italiani hanno dovuto affrontare “. E’ un libro che merita di essere letto. Ci farà capire anche come, in fondo, noi  che siamo nati in periodi di pace, siamo davvero dei privilegiati. Ci lamentiamo di tutto, ma siamo dei privilegiati. Anche in questo nuovo lavoro Bruna Bertolo riconferma i suoi maggiori pregi: sa muoversi dalla storia locale a quella nazionale con grande naturalezza, una capacità  che è di pochissimi storici. La maggioranza tende a fossilizzarsi nella storia locale o mantenersi lontani da essa ,quasi fosse una storia non meritevole di attenzione, mentre la grande storia è fatta anche dalle piccole storie accostate e confrontate. Bruna Bertolo sa anche  mantenere il distacco critico necessario a chi scrive di storia. La sua pagina non è mai ottenebrata dall’ideologia  che il sommo  Raimondo Luraghi riteneva ,non senza ragione, essere il veleno-lui parlava di cianuro- della storiografia contemporanea.

Pier Franco Quaglieni

Arte contemporanea sui colli del Monferrato

Domenica 10 settembre 2017, alle ore 11.00 s’ inaugura la 9° edizione della M.A.C. – Mostra d’ Arte Contemporanea – allestita presso lo Spazio La Nisolina di via Mameli 63 in Lu, curata da Nadia Presotto, con le opere degli artisti Niccolò Calvi di Bergolo – Paola Colleoni – Albina Dealessi – Giancarlo Ferraris – Renato Luparia – Ugo Nespolo – Nadia Presotto – Guido Villa

 

Niccolò Calvi di Bergolo risiede al Castello di Piovera dove si possono ammirare le numerose opere nate dalla sua inesauribile creatività, risultato di oltre quarant’ anni di ricerca e lavoro. Laureato in scienze politiche è stato assistente al Politecnico di Milano ai corsi di architettura nel laboratorio di disegno e rilievo.

 

Paola Colleoni artista residente in Bergamo presenta una opera realizzata con la tecnica della “Fluids Instability” basata sulle leggi fisiche delle dinamiche dei fluidi; la libertà dell’ informale si fonde quindi con la sua lunga esperienza nel figurativo.

 

Gianni Colonna nasce a Torino e vive a Cella Monte; è stato allievo di Felice Casorati ed è protagonista di importanti mostre personali non solo in Italia. Oltre al tradizionale olio su tela, dipinge fin da giovanissimo su superfici varie.

 

Albina Dealessi, artista di Lu, residente a Conzano; realizza materiche tele informali creando sovrapposizioni che rimandano a immagini di paesaggi o astrazioni pittoriche; temi ripresi anche nelle sue recenti opere incisorie, le xilografie.

 

Giancarlo Ferraris, artista astigiano, insegnante di discipline pittoriche a Torino e Acqui Terme fino al 2010. L’ attività artistica inizia nel 1972 partecipando a numerose rassegne espositive. Il paesaggio delle colline tra Monferrato e Langa è quello più rappresentato nelle sue opere.

 

Renato Luparia, fotografo di Conzano, specializzato in immagini di paesaggio e di natura, dotato di una innata sensibilità nei confronti dell’ ambiente. Ogni suo scatto è un paesaggio antropizzato che nasconde una storia, un’ emozione.

 

Ugo Nespolo – ospite d’ onore – diplomato all’ Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e laureato in Lettere Moderne. I suoi esordi artistici risalgono agli anni Sessanta, con la Pop Art, i futuri concettuali e i poveristi. La sua produzione si caratterizza per l’ impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che caratterizza le sue opere, divenendo una sorta di marchio di fabbrica.

 

Nadia Presotto, vive e opera a Conzano (Al); le sue opere pittoriche nascono dall’ unione tra il linguaggio figurativo e quello astratto, collocandosi fuori dagli schemi tradizionali. Gli acquarelli elaborati in questi ultimi tempi mostrano il gusto della ricerca tecnica raffinata, quasi di una impalpabile rarefazione. E’ curatrice della mostra.

 

Guido Villa nasce a Vercelli dove frequenta l’ Istituto di Belle Arti e successivamente il corso libero di nudo presso L’ Accademia di Brera di Milano. E’ stato insegnante di arte grafica, ha illustrato gran parte dell’ enciclopedia Garzanti. Numerose le sue partecipazioni a rassegne espositive in Italia e all’ estero.

 

La nona edizione della M.A.C., ideata da Nadia Presotto e Albina Dealessi, si avvale, come per le precedenti edizioni, del patrocinio del Comune di Lu. L’ intento è quello di valorizzare il territorio monferrino e le varie espressioni artistiche ed è visitabile fino al 17 settembre 2017.

 

INFORMAZIONI UTILI: M.A.C. 9° edizione – dal 10 al 17 settembre 2017 – orario dalle 10 alle 20 su appuntamento – chiuso lunedì. Sabato 16 e domenica 17 settembre aperto dalle 16 alle 20. Ingresso libero. Spazio La Nisolina – via Mameli 63 – Lu Monferrato (AL) – Tel. 338.3354590.

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LU MONFERRATO (AL) Spazio LA NISOLINA Via Mameli 63 – tel. 338.3354590

M. A. C. 9° edizione – Mostra d’ Arte Contemporanea

 Dal 10 settembre 2017 vernissage ore 11.00 Al 17 settembre 2017

Orario dalle 10 alle 20 su appuntamento – chiuso lunedì

Sabato 16 e domenica 17 settembre aperto dalle 16 alle 20

INGRESSO LIBERO

ARTISTI: Niccolò Calvi di Bergolo – Paola Colleoni – Gianni Colonna – Albina Dealessi – Giancarlo Ferraris – Renato Luparia – Ugo Nespolo (ospite d’ onore) – Nadia Presotto – Guido Villa

Patrocinio: Comune di Lu – Curatore: Nadia Presotto

 GENERE: ARTE CONTEMPORANEA

 

Quando la musica diventa scultura

La scultura di Fausto Melotti approda al castello di Miradolo, che le dedica un’importante mostra antologica a partire dall’ 11 novembre prossimo. Fausto Melotti è stato uno dei grandi protagonisti dell’arte del Novecento, artista a 360 gradi, non soltanto scultore, ma anche pittore, ceramista, poeta e appassionato di musica. La Fondazione Cosso al castello di Miradolo conferma ancora una volta il grande lavoro di ricerca che ha intrapreso da quasi dieci anni, nel creare un dialogo tra le arti figurative e la musica, e la scelta di dedicare una mostra a Fausto Melotti non è certo stata casuale. Ingegnere di formazione e artista per vocazione, Melotti, nato all’inizio del Novecento a Rovereto, ha attraversato un periodo storico durante il quale, nell’Italia delle innovazioni industriali e dei ricordi di guerra, l’astrazione verrà riconosciuta soltanto vari decenni dopo le sue manifestazioni. La sua scultura “non lavora più sul togliere dal pieno, ma sul far emergere dal vuoto”, divenendo l’espressione di una sintesi che evita qualsiasi pesantezza cerebrale e diventa esplicitamente spirituale. Egli ricerca una geometria capace di mettere da parte qualsiasi rappresentazione figurativa, esprimendo un amore puro per la materia, sia essa il bronzo o la ceramica. Melotti, pianista professionista, applica anche alla scultura le leggi della musica; le composizioni che realizza evocano un’armonia fatta di variazioni, di intervalli e di legati, e non è casuale la sua scelta dei titoli delle opere ispirate al lessico musicale, quali Piccola Sequenza, Contrappunto X o Scala musicale, tutti capaci di essere la rappresentazione plastica di un ritmo sonoro plasmato dall’artista. L’esposizione, curata da Francesco Poli e Paolo Repetto, si sviluppa attraverso un percorso che propone al visitatore oltre ottanta opere di Melotti, di cui trenta sculture, dipinti su carta, ceramiche. La speciale sezione “Assonanze” pone a confronto le sue opere con quelle di grandi artisti da lui amati o di cui è stato amico, quali Arturo Martini, Fortunato Depero, Paul Klee, Vassili Kandinskij, Alexander Calder, Lucio Fontana, Atanasio Soldati e Osvaldo Licini. La musica, fonte e passione inesauribile per Melotti, entra in gioco da protagonista nell’esposizione, attraverso un’insolita installazione sonora, nell’ambito del progetto musicale intitolato “Avant-derniere pensee” e curato da Roberto Galimberti, in cui le partiture amate dal maestro fanno da contrappunto sonoro alle sue opere nelle sale del castello.

 

Mara Martellotta

Castello di Miradolo. 11 novembre -11 febbraio 2018

 

La cultura a Torino tra saloni e salotti, circoli e fondazioni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Il capoluogo lombardo sta organizzandosi come sotto la Mole forse pochi immaginano

E’ un vecchio sogno dell’assessore regionale Parigi egemonizzare il Salone del Libro ,facendolo diventare un’emanazione del Circolo dei lettori, la sua creatura prediletta da cui ha spiccato il volo verso  la giunta Chiamparino. Addirittura si è detto che il circolo dei lettori doveva diventare una sorta di salone 365 volte all’anno.  C’è chi si è opposto, con argomentazioni più o meno diplomatiche e intelligenti,  a questa idea. Lo stesso Luca Beatrice ,presidente del Circolo dei lettori, ha temuto che il Circolo possa diventare il cassiere del Salone, mentre, in realtà ,come a tutti e’ noto, il cassiere resta la Regione per ambedue le realtà . Adesso si aggiungono le velleità  della Fondazione per la cultura del Comune che , dopo la scoppola  imposta dai grillini, e’ moribonda . La Fondazione commise gravi errori e fu un organo di egemonizzazione culturale non di poco conto e andrebbe chiusa più che ripensata. Cosa diversa e’ Torino Musei che, privata della sua presidente, e’ diventata una bella addormentata.  Tutta la vicenda  del Salone rivela l’incapacità di ragionare in grande, ma solo in una dimensione torinese  . Il Salone internazionale del libro dovrebbe diventare sempre più internazionale, se vuole competere con Milano e con le grandi capitali del libro mondiali , e sempre meno piemontese. Il Salone finora realizzato e ‘ stato troppo torinocentrico. 

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Il Circolo dei lettori che egemonizza la cultura torinese , facendo terra bruciata intorno  , fruendo di sede e contributi regionali che non ha nessun altro, non ha le caratteristiche  per gettarsi in una esperienza internazionale  come il Salone del Libro. Il Circolo dei lettori e’ ritrovo abituale di tanti pensionati che passano la giornata nei locali che furono del ben più illustre Circolo  degli artisti e ha un ruolo di mero intrattenimento che è la causa prima  del suo successo. Le strategie di alto profilo gli sono estranee. Ha una sala da 70 posti ,quando ha tentato di creare una sede estiva al Castello Medievale, ha dovuto velocemente  far marcia indietro . Il glorioso Circolo della Stampa rischia di snaturarsi , seguendo le logiche che lo hanno caratterizzato negli ultimi tempi e che riprendono quelle del circolo dei lettori  ,per tentare di fare anch’esso impresa sull’onda di via Bogino. Il Circolo dei lettori ha pervaso Torino, e ‘ giunto a Novara, ma il Salone internazionale del libro e’ un ‘altra cosa. Senza i ministeri il Salone non fa  nulla. Quello degli Esteri e ‘ decisivo. Il Circolo e’ cosa torinese che lega il Salone a Torino, ma non può fare la differenza per rendere il Salone davvero internazionale . E il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Milano sta organizzandosi come a Torino forse pochi immaginano. Il confronto sarà durissimo ed occorre ben altro che il Circolo creato da Antonella Parigi ,attuale assessore alla cultura della Regione Piemonte, per fronteggiare Milano. Per non dire di Francoforte.

 

quaglieni@gmail.com

I misteri di Portella della Ginestra

Mercoledì 13 settembre alle ore 18,00 presso il Circolo dei lettori di Torino, via Giambattista Bogino n°9,   la presentazione del romanzo “Senza Fili” di  Edoardo Guerrini edito da Salvatore Insenga Editore

 

1° maggio 1947: una folla di contadini, accompagnati da donne e bambini, raggiunge il pianoro di Portella della Ginestra, sopra Piana degli Albanesi, vicino a Palermo, per festeggiare il Primo Maggio e la vittoria alle recenti elezioni regionali del Blocco del Popolo. Dalle alture rocciose sovrastanti sono accolti dalle raffiche di mitra di Salvatore Giuliano e della sua banda, che provocano undici morti e ventisette feriti. Il Maggiore dei Carabinieri Alberto Sommese comanda le prime indagini e trova le prove del coinvolgimento di Giuliano. Ma molte cose non gli tornano: due anni dopo, seppur non più investito ufficialmente del caso, continuando le sue ricerche, scopre chi c’è dietro la strage. Nei primi anni ’90, un giovane giornalista che abita al nord, ritrova gli appunti da lui lasciati su questa “indagine segreta”. È suo nipote che vivrà da spettatore contemporaneo i principali avvenimenti dell’epoca, dal crollo del muro di Berlino, alla scoperta dell’organizzazione italiana paramilitare clandestina Gladio, fino alle stragi di Capaci e Via d’ Amelio. Prenderà quindi coscienza di quel che è il più grande male italiano: la presenza, tra i servitori dello stato, di forze nascoste che perseguono disegni oscuri. […]

Liberazioni, arti dentro e fuori dal carcere

Proiezioni, mostre, ospiti, incontri e premiazione dei bandi nazionali di cinema, fotografia e scrittura

LiberAzioni il primo Festival nazionale delle arti dentro e fuori dal carcere coordinato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema si svolgerà a Torinotra il 7 e il 9 settembre presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno Officine Caos – Casa di Quartiere Vallette proponendo numerosi incontri, proiezioni e reading con la restituzione dei film, delle fotografie e dei racconti in concorso attraverso i bandi nazionali rivolti a under35, detenuti e non.

La manifestazione artistica si apre con la presentazione del progetto presso la Casa Circondariale di Torino il 7 settembre mattina alla presenza di Chiara Appendino,Sindaca della Città di Torino con la videolettera di Moni Ovadia. La stessa sera, presso le Officine Caos, andrà in scena un concerto con le giovani realtà musicali del quartiereVenerdì 8 settembre mattina i detenuti potranno assistere alla proiezione del film documentario Ninna Nanna prigioniera di Rossella Schillaci che racconta la maternità in carcere. Nel pomeriggio sarà ospite speciale del Festival Ascanio Celestini che valorizzerà le letture e gli scatti in concorso, e a seguire un incontro sul tema dell’ergastolo alla presenza dei rappresentanti di Nessuno tocchi Caino e la proiezione di Spes contra spem. Alla sera sarà nuovamente protagonista il quartiere con la proiezione di Da Le Vallettecurato da Videocommunity. Sabato 9 settembre sarà il giorno del cinema e dei dodici film in concorso, di cui tre in anteprima nazionale, ma anche della presentazione del XII rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione e delle attività del Museo della Memoria carceraria di Saluzzo. L’8 e il 9 sarà offerto un aperitivo a cura di Liberamensa.

I vincitori dei tre bandi dedicati a cinema, fotografia e scrittura aperti agli under35, detenuti e non, di tutta Italia, saranno undici e verranno decretati daicomponenti di otto giurie che hanno coinvolto professionisti del settore, detenuti, giovani liberi e riceveranno premi in denaro per un ammontare complessivo di 7.700,00 Euro comprensivi dei due premi della sezione speciale del Museo della Memoria carceraria che saranno assegnati il 19 settembre alle 20.30 presso la Castiglia di Saluzzo.

 

LiberAzioni si arricchirà nei giorni precedenti il Festival di numerose azioni di animazione territoriale grazie al coinvolgimento di giovani volontari, coinvolti grazie al servizio della città GxT, che hanno aderito per dare un contributo personale a un progetto culturale d’inclusione sociale: numerose le attività di comunicazione online e offline, azioni di guerrilla marketing, flash-mob e installazioni che coinvolgeranno attivamente la cittadinanza e il pubblico invitandolo a partecipare e a lasciare il proprio segno.

LiberAzioni si basa sull’organizzazione partecipata, attraverso una serie di laboratori da maggio a dicembre e azioni di cittadinanza attiva sul territorio delle Vallette. I temi che affonta sono la reclusione, la pena, la libertà e la relazione dentro/fuori.

LiberAzioni – l’arte dei giovani tra carcere e quartiere è un progetto sostenuto dal bando nazionale “Sillumina – Sezione Periferie”, promosso dalla SIAE e dal Ministero dei Beni culturali ed è coordinato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema in partenariato con Stalker Teatro – Officine CaosCasa di QuartiereValletteAntigonePiemonteVideocommunityEtaBetaSaperePlurale e la collaborazione della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di TorinoComune di SaluzzoMuseo della Memoria Carceraria di SaluzzoSocietàINformazioneGxTAssociazione Quinto Polo, la media partnership di SlowNews e di Agave. Agency of video empowerment il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino e Circoscrizione 5 della Città di Torino.

Per maggiori informazioni: liberazioni.torino@gmail.com

Oggi al cinema

Tutte le trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

A ciambra – Drammatico. Regia di Jonas Carignano, con Pio Amato e Koudous Seihon. Nella piccola comunità rom che vive nei pressi di Gioia Tauro, Pio cerca di crescere più in fretta possibile, a quattordici anni beve e fuma ed è uno dei pochi in grado di integrarsi tra le differenti realtà del luogo: gli italiani, gli immigrati africani e i membri dell’intera comunità rom. Pio segue ovunque suo fratello Cosimo: ma quando questi scompare per il ragazzo le cose cominciano a mettersi male e dovrà provare di essere in grado di assumere il ruolo di suo fratello e decidere se è veramente pronto a diventare uomo. Durata 120 minuti. (Romano sala 2)

 

All eyez on me – Drammatico. Regia di Benny Boom, con Demetrius Shipp jr. La vita del rapper statunitense Tupac Amaru Shakur, spericolata e sempre sotto i riflettori, ucciso a Las Vegas nel 1996, a soli 25 anni. Le vicende narrate hanno come immaginario motore narrativo un’intervista che dovrebbe sfociare in un documentario, in un lungo altalenarsi di luoghi e di tempi e di occasioni, con una partenza che coincide con il processo alla madre nella New York dei primi anni Settanta agli spettacoli e agli intermezzi politici di Baltimora e Okland. Durata 139 minuti. (Massaua, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Amytiville – Il risveglio – Horror. Regia di Franck Khalfoun, con Bella Thorne e Jennifer Jason Leigh. I componenti di una tranquilla famiglia si trasferiscono nella cittadina del titolo, nella casa che anni prima è stata teatro di un omicidio. La loro esistenza si trasformerà in un incubo. Durata 85 minuti. (The Space, Uci)

 

Atomica bionda – Azione. Regia di David Leitch, con Charlize Theron e James McAvoy. Alla vigilia del crollo del muro di Berlino, Lorraine, una spia del massimo livello dell’MI6, è inviata a Berlino per cancellare una organizzazione di spionaggio che ha appena ucciso un agente sotto copertura. Si vedrà collaborare con David Percival, direttore della sede berlinese, per far fronte alla minaccia che mette a rischio la rete intera delle operazioni di spionaggio dei paesi occidentali. Durata 115 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Baby driver – Il genio della fuga – Azione. Regia di Edgar Wright, con Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James e Jamie Foxx. Il “baby” del titolo è un ragazzo cui un incidente subito negli anni dell’adolescenza ha regalato un fastidiosissimo fischio alle orecchie che lui cerca di diminuire o cancellare con la musica nelle orecchie, ascoltata continuamente. Ma è anche un ragazzo che guida da dio le vetture che gli capitano a tiro, per cui nulla da stupirsi se arrotonda i guadagni e prolunga la sua voglia di vivere pilotando la fuga di rapinatori, con il fine di azzerare un vecchio debito che lui ha con il boss Doc. Tutto dovrebbe nelle intenzioni scorrere al meglio se ancora Doc non lo obbligasse a partecipare ad una rapina ad un ufficio postale: proprio quando Baby ha incontrato in una tavola calda la cameriera Debora, il grande amore della sua vita, una per cui merita certo cambiare vita. Durata 112 minuti. (Centrale V.O., Massara, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Cattivissimo me 3 – Animazione. Regia di Kyle Balda e Pierre Coffin. Quando è ormai divenuto un importante membro della Lega Anti Cattivi, Gru viene avvertito di avere un fratello gemello, Dru: con lui andrà alla ricerca di Balthazar, il cattivo ossessionato dalla fama e fanatico degli anni Ottanta. Durata 96 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Che Dio ci perdoni – Thriller. Regia di Rodrigo Sorogoyen, con Antonio de la Torre e Roberto Alamo. Grande successo dell’anno per la cinematografia spagnola. Nella Madrid dell’agosto 2011, mentre si prepara la visita del papa, ecco entrare in azione un serial killer contro cui due ispettori di polizia dovranno mettere in campo intelligenza, velocità e intuizioni perfette. Durata 127 minuti. (Classico)la

 

Dunkirk – Bellico. Regia di Christopher Dolan, con Harry Styles, Cilian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy e Kenneth Branagh. “Un colossale disastro militare” definì Churchill la disfatta delle truppe alleate – francesi e inglesi uniti nella disfatta – sotto il fuoco tedesco che avanzava sul fronte Nord della Francia nel maggio 1940. Una trappola sulle spiagge di Dunkerque, una ritirata che coinvolse circa 350 mila uomini, qui raccontata da Nolan nello spazio di sette giorni, con un triplice sguardo pronto a posarsi sulle cronache e sugli eroismi accaduti tra mare e terra e cielo: i giovani soldati che su quella costa tentano di tutto per non essere travolti dalla guerra e morire, i civili che mettono a disposizione le loro imbarcazioni, un eroe del volo che combatte contro la furia della Luftwaffe. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 2, Centrale, Massara, Eliseo Grande, F.lli Mara sala Groucho, Greenwich sala 2, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Easy – Un viaggio facile facile – Drammatico. Regia di Andrea Magnani, con Nicola Nocella, Libero De Renzo e Barbara Bouchet. Isidoro, detto Easy, è un ragazzone sovrappeso, solo e depresso. Il fratello Filo, che della furbizia e dell’arte di arrangiarsi ha fatto la sua ragione di vita, lo incarica di portare in Ucraina la bara con dentro il corpo di un suo operaio, vittima di un incidente sul lavoro. Un lavoro che dovrebbe andare liscio come l’olio: se Easy non incrociasse un cartello sbagliato e la strada sconosciuta non lo portasse al centro di un paese sconosciuto. Durata 91 minuti. (Eliseo Rosso, Massimo sala 1)

 

Fottute! – Commedia. Regia si Jonathan Levine, con Goldie Hawn e Amy Schumer. Emily ha un viaggio prenotato verso l’Ecuador ma litiga con il fidanzato poche ore prima della partenza: perché non chiedere/imporre a mamma di seguirla nell’America del Sud, in mezzo a scenari da sogno? Per le due donne la vacanza non si rivelerà proprio come l’avevano immaginata. Durata 90 minuti. (The Space, Uci)

 

La fratellanza – Drammatico. Regia di Rice Roman Waugh, con Nikolaj Coster-Waldau e Lake Bell. Jacob è un uomo mite e manager di successo, che conduce una tranquilla esistenza accanto alla moglie al figlio. Una sera, a causa di un incidente in cui un uomo perde la vita, viene arrestato e tradotto in carcere, con l’accusa di omicidio colposo. Se vorrà sopravvivere, dovrà affiliarsi ad un gruppo di nazistoidi e far sue quelle leggi di supremazia e di ferocia che governano la vita carceraria, entrando in una filosofia di vita che non lo abbandonerà anche quando rientrerà nella libertà di ogni giorno. Durata 121 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

In dubious battle – Il coraggio degli ultimi – Drammatico. Regia di James Franco, con James Franco e Selena Gomez. Tratto dal romanzo “La battaglia” di John Steinbeck e ambientato nella California vittima della Grande Despressione, nel 1933, il film narra le vicissitudini drammatiche e di sangue che un gruppo di uomini, braccianti e raccoglitori di mele, sottopagati e selvaggiamente sfruttati dalla prepotenza di un proprietario terriero, dovette subire. Non risparmiando il regista di sottolineare tutta l’attualità che esiste nella storia. Durata 110 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Miss Sloane – Giochi di potere – Drammatico. Regia di John Madden, con Jessica Chastain e Mark Strong. Nel mondo dei mediatori politici, Elizabeth Sloane è una lobbista straordinaria, la più ricercata a Washington. Famosa per la sua astuzia e per una lunga serie di successi, ha sempre fatto qualsiasi cosa pur di vincere, ma quando deve affrontare l’avversario più potente della sua carriera, scopre che la vittoria può costare un prezzo troppo alto. Durata 132 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Blu)

 

Neve nera – Drammatico. Regia di Martin Hodara, con Ricardo Darin e Laia Costa. Un uomo ucciso durante una battuta di caccia, della morte è ritenuto responsabile il fratello, i fatti rivissuti alcuni anni dopo quando, alla morte del capofamiglia, si deve parlare di eredità. Durata 90 minuti. (Classico)

 

L’ordine delle cose – Drammatico. Regia di Andrea Segre, con Paolo Pierobon e Giuseppe Battiston. Corrado è un funzionario del Ministero degli Interni, la sua specializzazione è legata a missioni internazionali, il punto centrale il tema dell’immigrazione irregolare. Il suo compito è quello di trovare in Libia degli accordi che a poco a poco portino a una diminuzione degli sbarchi sulle coste italiane. Ma vi sono contrasti nel territorio africano e la realtà duplice delle opposte fazioni è quello che i giornali ci riportano ogni giorno, con le loro molte verità. Durata 115 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

The Teacher – Commedia. Regia di Jan Hrebejk, con Zuzana Maurery. Tratto da una storia vera. Maria, vedova di un ufficiale, è un’insegnante nella Bratislava del 1983 con metodi e idee tutti propri circa l’insegnamento. Non appena i nuovi alunni arrivano in aula, ecco che le prime fare un’unica domanda: “Che mestiere fa tuo padre” ed ecco che ai più “sostanziosi” inizia a chiedere aiuti e interessamenti di vario tipo. Per quelli che non hanno nulla da offrire, è una lunga sequela di votazioni non proprio eccellenti e discriminazioni. Ma a qualche genitore quel metodo non va assolutamente bene. Durata 102 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Harpo)

 

Un profilo per due – Commedia. Regia di Stéphane Robelin, con Pierre Richard e Yaniss Lespert. Pierre è un vedovo ottantenne, chiuso nella solitudine della sua casa, il ricordo perennemente rivolto alla moglie scomparsa. Allìimprovviso, a farlo risorgere alla vita ci pensa Alex, il fidanzato della figlia, che lo inizia simpaticamente alla navigazione in rete. E qui il vegliardo incontra Flora che lo vorrebbe incontrare: ma se Pierre ha creato un profilo giovane, vorrà Alex ancora aiutarlo nella nuova avventura? Durata 100 minuti. Due giardini sala Ombrerosse, Nazionale sala1)

 

ARTE IN LIBERTA’

Roberto De Wan, manager attento e raffinato, amministratore unico di De Wan Milano, nota per i suoi accessori femminili e maschili e per i complementi d’arredo, esplora ora i sentieri della pittura lo fa in modo vincenteesponendo in una personale dal titolo L’arte in libertà”, che inaugurerà giovedì 7 settembre, dalle 18,30, presso la Alson Gallery di via San Maurilio 11a Milano.

De Wan, utilizzando tecniche polimateriche, tessuti pregiati, olio, acrilico e pastelli combinatisi propone come pittore gentiluomo. Nei suoi dipinti le inclinazioni per il mondo del fashion e il suo gusto innato sono segni inconfondibili. Ne nascono figure stilizzate, floreali, astratte, dense di simbolismo, dove a emergere sono le sensazioni vissute nel mondo del fashion design  milanese. De Wan sviluppa il tema del doppio, tanto caro alla letteratura e all’arte ottocentesche, svelando al pubblico la sua grande capacità nell’uso di tele e pennelli. L’amore per la pittura risale a molti anni fa; sono diciotto anni, infatti, che dipinge con passione e questa mostra, patrocinata dalla Regione Lombardia, rappresenta la concretizzazione di un percorso artistico, attraverso una esposizione antologica che narra il suo passato e il suo presente.

“Lo scattante segnpittorico di Roberto De Wan – afferma il noto grafologo Piero Chinaglia – rivela un’intelligenza rapida e brillante, creatività,  passione e talento della sua azione professionale, volta aun costante lavoro di ricerca“. Lo stile informale delle sue opere, apparentemente in contrasto con l’immagine di designer, ne risulta,  invece, complementare, tanto che i suoi progetti per bijoux e gli accessori moda sono approdati anche negli studi della Rai. Roberto De Wan ha all’attivo  una collaborazione  anche con la Camera Nazionale della Moda.

La mostra sarà aperta fino al primo ottobre  e un secondo vernissage dal titolo “Roberto De Wan designer” è  previsto per mercoledì 20 settembre alle 18.30, sempre alla Galleria Alson, in occasione della Settimana della Moda. Nei mesi successivi le opere di Roberto De Wan saranno disponibili nel suo atelier dmoda, in via Manzoni, nel Quadrilatero dela Moda, a Milano.

Un augurio per una sua prossima mostra a Torino.

Info:0276003018.

Mara Martellotta