Torino e il Canto degli Italiani, tra musica e storia

L’inno nazionale della nostra Repubblica e i suoi storici legami con la città di Torino celebrati al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano

Sabato 9 novembre, ore 15,30

La prossima domenica, 10 novembre, compirà la bellezza di 172 anni. E il giorno prima, sabato 9 novembre (ore 15,30) per omaggiarne l’onorato genetliaco, a “Il Canto degli Italiani”, meglio noto come “Fratelli d’Italia” (quello che si canta a tutta voce con la mano destra sul cuore), il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano – da sempre depositario e custode della memoria della nazione – dedicherà un importante evento celebrativo organizzato in collaborazione con la Fondazione Vittorio Bersezio e con il torinese Conservatorio Giuseppe Verdi. “Torino e il Canto degli Italiani, tra musica e storia”, il titolo pensato per un evento che si terrà nella Sala Cinema del Museo di   piazza Carlo Alberto e che nasce anche per ricordare il particolare legame storico che unisce in modo speciale l’Inno Nazionale della Repubblica Italiana alla città di Torino. Era infatti il 10 novembre del 1847, quando proprio nell’allora capitale del Regno di Sardegna, a casa di Lorenzo Valerio (deputato prima del Parlamento Subalpino e poi   del Regno d’Italia), venne recapitato a Michele Novaro, compositore e patriota genovese (che si trovava allora a Torino per lavorare come secondo tenore e maestro dei cori nei teatri Regio e Carignano), il testo de “Il Canto degli Italiani”. A mandarglielo – come ben si sa – era il giovane studente genovese e patriota mazziniano, Goffredo Mameli. Il suo testo commosse e ispirò fortemente il Novaro che, a quasi trent’anni di distanza, ancora ricordava: “Io sentii dentro di me qualche cosa di straordinario, che non saprei definire adesso. So che piansi, che ero agitato, e non potevo star fermo. Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, sempre cogli occhi all’inno, mettendo giù frasi melodiche, l’una sull’altra, ma lungi le mille miglia dall’idea che potessero adattarsi a quelle parole”. Al contrario, l’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia diedero vita a quel miracolo musicale e poetico, in cui neppure il compositore genovese avrebbe mai sperato e che fece dell’Inno il più amato canto dell’Unificazione durante il Risorgimento e nei decenni successivi, tanto che il 12 ottobre 1946 venne riconosciuto Inno Nazionale della Repubblica Italiana da un decreto mai convertito in legge, fino a due anni fa, grazie all’impegno di un parlamentare torinese, Umberto D’Ottavio, promotore della legge 181 del 4 dicembre 2017 che ha reso finalmente ufficiale l’Inno di Mameli. Dalla cui partitura, il cui originale è conservato nel Museo, si avvieranno nel convegno di sabato prossimo le riflessioni di Cesare Chiesa, segretario generale della Fondazione Bersezio e di Mauro Bouvet, coordinatore delle Edizioni del Conservatorio “G. Verdi” di Torino. Verrà poi proiettato il docufilm “Il Canto degli Italiani” del musicista Maurizio Benedetti. L’attore e regista Mario Brusa leggerà alcune poesie di Goffredo Mameli e il professor Paolo Bianchini dell’Università di Torino spiegherà la funzione educativa dell’Inno Nazionale. Umberto D’Ottavio, infine, interverrà per illustrare il tormentato iter legislativo che ha portato alla definitiva consacrazione de “Il Canto degli Italiani”.

  1. m.

“Torino e il Canto degli Italiani, tra musica e storia”

Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, piazza Carlo Alberto 8, Torino; tel. 011/5621147 o www.museorisorgimentotorino.it

Sabato 9 novembre, ore 15,30

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