CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 641

Rock Jazz e dintorni. Brian Auger e Club to Club

Gli appuntamenti musicali della settimana

Lunedì. Al Jazz Club suona il quintetto Baklava Klezmer Soul. Al Magazzino sul Po si esibisce il quartetto Malmo Sister Fay.

Martedì. Al Blah Blah e al Massimo, sonorizzazioni di film muti con Propaganda 1904 con il classico “Das Cabinet Des Dr. Caligari e Giorgio Li Calzi con il documentario “Leonardo Da Vinci”.

Mercoledì. Il “re” dell’organo Hammond Brian Auger (foto) con gli Oblivion Express, suona al Folk Club. Al Jazz Club è di scena Sofie Reed. Parte l’edizione numero 19 di “Club to Club” alle OGR con il rapper Slowthai. Al Blah Blah si esibiscono gli Strange Hands e Mandingo. Al Cap 10100 suonano i Chico Trujillo.

Giovedì. Al Jazz Club si esibisce il quintetto della vocalist Alemay Fernandez. All’Opificio Cucina e Bottega per “Novara jazz” è di scena il quintetto di Luca Pissavini. Per “Club to Club” alle OGR si esibisce Holly Herndon mentre allo Ziggy suonano gli Scarlet & The Spooky Spiders. Al Lingotto per “Movement” sono di scena Jamie Jones, Amelie Lens e Joseph Capriati.

Venerdì. Al Blah Blah si esibiscono i Love’n’Joy. Per “Movement” al Milk sono di scena Magit Cacoon e Brina Knauss. Per “Club to Club” al Lingotto arrivano Battles, James Blake, Skee Mask, Flume, Let’s Eat Grandma, Black Midi, in appendice alle OGR sono di scena Visible Cloaks con Satsuki Shibano e Yoshio Ojima. All’OffTopic canta Tish.

Sabato. Al Milk si esibisce il rapper Black Youngsta. Al Lingotto per “Club to Club” sono di scena i Comet is Coming, Chromatics e Sophie, Floating Points, Nihvek. Al Pala CRS di Saluzzo, gemellaggio tra “Uvernada”  e “Matera 2019” con Lou Dalfin e Lou Tapage. All’Audiodrome di Moncalieri per “Movement”, si esibisce Derrick May.

Domenica. Allo Spazio 211 suonano i giapponesi Acid Mothers Temple. Chiusura di “Club to Club” a Porta Palazzo con Napoli Segreta  e il duo Stump Valley.

 

Pier Luigi Fuggetta

 

“Mario Soldati. La gioia di vivere”. Il libro di Quaglieni al Circolo dei lettori

Lunedì 28 ottobre alle ore 18, al Circolo dei lettori, In via Bogino 7 lo storico Gianni Oliva e la gastronoma dell’Accademia italiana della cucina Elisabetta Cocito presenteranno il libro di Pier Franco Quaglieni “Mario Soldati, la gioia di vivere“, Golem Edizioni, a vent’anni dalla scomparsa dello scrittore-gourmet. il libro e ‘ alla terza ristampa e torna in una presentazione torinese dopo oltre trenta presentazioni in un tutta Italia dalla Versilia a Capri. Il libro che ha la copertina di Ugo Nespolo, raccoglie tante testimonianze sulla poliedrica figura di Soldati e un importante saggio di uno degli amici più cari di Soldati, il prof. Pier Franco Quaglieni con cui nel 1968 fondo ‘ il Centro Pannunzio

Il nuovissimo thriller “La notte allo specchio” di Adriana Mazzini

Pubblicato da HarperCollins
Di fronte ad un pubblico attento e partecipe al Caffè Roberto, giovedì scorso, è stato presentato il nuovissimo thriller “La notte allo specchio” di Adriana Mazzini, editore HarperCollins. A introdurre il “padrone di casa” Roberto Tricarico con i giornalisti Umberto La Rocca, già direttore del Corriere Torino e Andrea Malaguti, vice direttore della Stampa.
Adriana Mazzini, in un libro pieno di tensione e colpi di scena,  al suo esordio letterario dopo una carriera in un’organizzazione internazionale, racconta la storia di Alice, una donna forte e fragile al tempo stesso, che riprende in chiave italiana la lezione delle più grandi autrici thriller del mondo, da Patricia Cornwell a Kathy Reichs. Hellen Alice Brown è una profiler. Era una delle migliori, nel suo lavoro, collaborava con successo a un’unità anticrisi della Omicidi. Finché un fatto ha sconvolto la sua vita. È stata rapita da un serial killer, che l’ha tenuta prigioniera assieme alla figlia della sua migliore amica. E poco importa che si siano salvate. Il prezzo pagato è stato comunque troppo alto. Così Hellen ha rinunciato al suo primo nome e alla sua vita. Ora è solo Alice, e vive a Torino, dove lavora come ricercatrice per le Nazioni Unite. Un’esistenza piatta e solitaria. Ma l’uccisione di una ragazza la riporterà in un mondo di morte e pulsioni profonde. Controvoglia Alice accetta di partecipare alle indagini in un susseguirsi di morti misteriose, forse opera di una setta religiosa, legata alla simbologia della Sindone. O di un serial killer.
Sulle strade percorse da un’umanità dimenticata e penetrando i segreti dell’alta società, Alice dovrà rendere conto degli errori commessi in passato e provare a scoprire una terribile verità. Accanto a lei Nunzi, un commissario disilluso e incapace di superare la morte della moglie.
Franco Maria Botta

Il Califfo cerca asilo alla Gam

Muhannad Shono

The Caliph Seeks Asylum (Il Califfo cerca Asilo), 2019

Installazione Site-Specific per il giardino della GAM

29 ottobre 2019 – 19 gennaio 2020

Giardino della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Inaugurazione martedì 29 ottobre alle 18.30

 

 

La Fondazione Torino Musei, in occasione di Artissima, Fiera internazionale d’Arte Contemporanea e del nuovo progetto per l’edizione 2019 “Hub Middle East”, che prevede la presenza a Torino dei più significativi rappresentanti di fondazioni, musei e gallerie insieme a collezionisti, critici, curatori e artisti del Medio-Oriente, presenta nel giardino della GAM, e per la prima volta in una istituzione museale italiana,  l’installazione site-specific dell’artista Saudita Muhannad Shono (Riyadh, Arabia Saudita, 1977) dal titolo “The Caliph seeks Asylum (il Califfo cerca Asilo)”.

Si tratta di un’installazione realizzata con 3.500 tubi in PVC nero disposti come un accampamento di fortuna con l’intento di apparire “fuori dal contesto di tempo e spazio” e l’intenzione di ricostruire il Pensiero Arabo. I tubi presentano minute decorazioni che richiamano la raffinatezza degli antichi volumi miniati della cultura arabo-islamica andati distrutti nella Presa di Baghdad.

Baghdad, Capitale del Califfato Abbaside fondata nel 762 DC, fu annientata nel 1258 dalle orde mongole. All’epoca era un centro culturale di scambio e sviluppo intellettuale e la sua Biblioteca Bayt al-Ḥikma “Casa della Sapienza” era il fulcro dell’eccellenza nella trasmissione del sapere, dove filosofi, scienziati e studiosi si incontravano nella Madinat al-Salaam o “Città della Pace”, e si scambiavano erudizione e conoscenza ai più alti livelli. L’Epoca d’oro è stata un periodo di fioritura culturale, economica e scientifica nella storia dell’Islam.

La presa di Baghdad fu un evento traumatico: durò 40 giorni e si diceva che il fiume Tigri fosse rosso per il sangue degli intellettuali assassinati e nero per l’inchiostro dei volumi distrutti.

Muhannad Shono riconsidera gli accadimenti storici appresi a scuola e l’impatto che hanno avuto su di lui e sul pensiero collettivo islamico. Poiché rifiuta l’idea che la gloria è data dal potere e dalle vittorie in battaglia, sospende questi insegnamenti nel tempo e rimappa e riscrive una nuova cronologia. L’artista suggerisce di tornare all’antica gloria dell’Epoca d’oro di Bagdad non attraverso la resurrezione dei califfati bensì tramite la ricerca di conoscenza, l’emancipazione del pensiero libero e la ricostruzione della Casa della Sapienza Araba.

Il progetto è stato pensato dall’artista appositamente per gli spazi del museo ed è realizzato in collaborazione con la Athr Gallery di Jeddah e grazie al supporto dello studio Leading Law Notai e Avvocati di Torino. L’inaugurazione si svolgerà alla presenza di Muhannad Shono, dei rappresentanti della Athr Gallery e di autorità saudite martedì 29 ottobre 2019 e resterà visibile al pubblico nella sua imponente magnificenza e oscurità fino al 19 gennaio 2020.

GAM – Torino / Via Magenta, 31 Torino – Tutti i giorni 10 – 18 – Ingresso libero (giardino)

Riscoprire la lingua e i proverbi piemontesi

“La tradizione di un popolo, di un luogo, di un territorio fa riferimento alla storia ma anche a usi e costumi, modi di dire e di vivere che definiscono in modo preciso l’identità di quel popolo, di quel luogo o di quel territorio, rappresentandone alcuni suoi tratti fondamentali. Ecco perché sono convinto che anche in Piemonte le tradizioni popolari non debbano solo essere custodite nei musei – per quanto preziosi nella loro funzione – ma debbano invece continuare a vivere fra la gente, attraverso la loro riscoperta e diffusione, per diventare un patrimonio realmente condiviso da tutti i piemontesi”, così ha affermato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale nell’imminenza della prima Giornata nazionale del folklore e delle tradizioni popolari, indetta per sabato 26 ottobre, da una direttiva del presidente del Consiglio dei ministri nel luglio scorso.

“Il Consiglio regionale ha deciso di contribuire alla promozione delle tradizioni popolari rendendole innanzitutto più “social”, per avvicinare anche le giovani generazioni a questo inestimabile bagaglio culturale che connota la nostra regione”, continua il presidente.

Da domani sarà infatti avviata una nuova rubrica sull’account  Facebook del Consiglio regionale che ogni giorno darà notizia dei proverbi e dei modi di dire in piemontese, un modo per riscoprire l’autenticità di una lingua e la sua capacità di descrivere il carattere e le attitudini dei suoi abitanti.

“Questa non è che una delle iniziative che intendiamo sostenere nell’ottica di una tutela sempre più attiva delle tradizioni popolari, perché si rafforzi la consapevolezza del loro essere un formidabile strumento di valorizzazione, anche turistica e quindi economica del Piemonte, nella loro molteplice ricchezza e varietà”, conclude Allasia.

 

“I delitti perfetti di Dio”, nei numeri della Mole il segreto di un delitto irrisolto

Dalla Luna si vede Dio? E’ il titolo della presentazione del giallo  alla libreria il Ponte sulla Dora, a Torino,  il 30 ottobre alle 18,30. Nel confronto fra Piero Bianucci “Camminare sulla luna” e Gian Piero Amandola “I delitti perfetti di Dio”.

IL GIORNALISTA INDAGA E SCOPRE CHE NELLA SERIE DI FIBONACCI C’E’ LA SOLUZIONE DI UN OMICIDIO COMMESSO  A CUNEO

Un giallo, un «cold case», per dirlo all’americana. «Il libro parte da un omicidio effettivamente compiuto a Cuneo nel 1994 – racconta l’autore –. La vittima, un medico farmacista, uno degli uomini più noti della città, venne trovato orrendamente ucciso nella sua casa di Piazza Galimberti».

Da questo caso di cronaca, da un omicidio che scuote la pacifica Cuneo, ne nasce un caso giudiziario e giornalistico. Sulla piazza teatro del crimine, il giorno dell’omicidio, viene visto il fidanzato di una delle figlie del farmacista. «Figlia, “pecora nera” della famiglia che con problemi psichici si era ritirata a Spotorno». Indaga la polizia. In Procura si cerca di capire chi possa aver voluto uccidere il farmacista ed un giornalista decide di approfondire questa storia dai contorni foschi.

Il fidanzato della figlia è in carcere, ma 5 giorni dopo il suo arresto viene liberato. Il mistero si infittisce. L’unico sospettato e scagionato, ma il giornalista, autore del romanzo, fa una scoperta: «Nell’indagine c’era qualcosa che non si capiva: attorno al cadavere del farmacista c’erano dei segni, dei numeri che non si comprendevano – prosegue nel suo racconto Amandola –. Il giornalista scopre che erano i numeri di Fibonacci, matematico medioevale, che cercava le proporzioni della bellezza. Una serie dei suoi numeri è esposta sulla Mole Antonelliana». Ne esce un noir originale e potente, ironico ed efferato. Un continuo gioco linguistico, con un occhio spietato sulla provincia piemontese

Gian Piero Amandola, nicese, laureato in Giurisprudenza, è un volto noto della redazione Rai di Torino. In precedenza ha scritto per il Manifesto, l’Espresso, la Gazzetta del Popolo, Panorama, Corriere della sera, Stampa Sera, La Stampa, La Gazzetta del Piemonte. «I delitti perfetti di Dio» è il suo primo romanzo2

Binasco ha cambiato faccia ai “classici” di un tempo

“Rumori fuori scena” ha inaugurato la stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Un tempo Molière e Shakespeare, magari il vivere lento e appannato degli antieroi cecoviani, classici doverosi e irriducibili, oggi può essere benissimo Rumori fuori scena ad aprire le danze di una stagione teatrale, come succede allo Stabile torinese, credo soprattutto per le scelte ardite e irriverenti del suo direttore artistico, Valerio Binasco, senza che nessuno abbia nulla da ridire. O forse qualcuno, al di là dell’assicurato divertimento liberatorio della serata, ancora sì. Perché a quel qualcuno pare ancora strano che il testo di Michael Frayn – circa quarant’anni sul groppone se ricordiamo la data del debutto, 1982, al Lyric Theatre di Londra (dieci anni dopo Peter Bogdanovich ne avrebbe tratto un film con Carol Burnett, Michael Caine e Christopher Reeve) – possa avviarsi ad essere considerato un classico, come quegli illustri predecessori. Ma è così, con nostra buona pace: e quello che non troppe stagioni fa poteva far storcere il naso ad un pubblico in cerca di rassicurazioni, oggi può permettere sonni tranquilli. Mettendo il titolo, inoltre, nella corrente dei tanti ormai classicissimi Feydeau (privato tuttavia della patina di pretesa signorilità che in quell’autore faceva da ossatura) che andarono a rovistare tra i vizi e le virtù dei cugini francesi a cavallo del Novecento; ed elevandolo ad esempio metateatrale, dove uno sguardo al mondo dei palcoscenici, pirandelliano ad esempio, sfocia in riflessioni che vanno ben oltre quinte, praticabili e riflettori.

Noises off è la fotografia del pressoché abbrutito frantumarsi di una compagnia teatrale che nel primo atto è alle prese con l’ultima prova prima del debutto della commedia “Niente addosso”, un definitivo redde rationem con i vuoti di memoria e con quegli oggetti di scena che all’ultimo non stanno mai al loro posto, con l’attore che si porta appresso il suo problema d’alcolismo e che non perde occasione per trovarsi un angolo dove farsi un goccetto, con quell’altro che è appena stato lasciato dalla moglie, con gli amorazzi e le gelosie che nascono un giorno dopo l’altro, con la lente a contatto che trova un angolo nell’occhio della giovane quanto svampita attrice e viene data per inesorabilmente persa. Il tutto sotto lo sguardo del regista che tenta a fatica di ammorbidire questa o quella situazione, con i suoi innumerevoli quanto scontati “amore” e “tesoro”. Il secondo atto è un paio di mesi dopo e la platea s’atteggia a voyeur, posta com’è – in un piccolo capolavoro di comica finale – a curiosare nel dietro le quinte in un clima sempre più sgangherato, tra amori finiti e tradimenti temuti, tra dispetti e sguardi indiscreti, tra equivoci e disastri annunciati. Di materiale ce ne sarebbe già abbastanza per avere un quadro più che completo: ma Frayn preme sul pedale dell’assurdo con esiti davvero divertenti per cui l’ennesima replica non teme ostacoli. Lo spettacolo può ben essere rovinato se questo serve a mettere al tappeto il collega, le litigate a scena aperta possono ben servire a qualcosa, a chi può interessare se un attore quasi si rompe l’osso del collo o se per l’entrata di un personaggio si presentano in scena in tre.

Frayn ha ereditato con grande sfacciataggine il piacere dell’ingranaggio, il meccanismo ben oliato, il ribollire frenetico della situazione e della battuta, i tempismi perfetti delle tante porte che in vivacissima continuazione s’aprono e si chiudono (la scena è qui di Margherita Palli) e Binasco, divertito discolaccio pronto a ricoprire il dolciastro come il subdolo che c’è nel regista di questa farsaccia sempre in procinto di rovinare a terra, s’è appropriato del testo per ricercarne ogni occasione e ogni attimo che potessero scendere allo stomaco dello spettatore di oggi. Nessun pensiero a disturbarci, soltanto seduti in poltrona a dimenticare le noie della giornata. Ha dato ritmo, ha fatto tutto un fuoco d’artificio, ha spremuto gli effetti comici: e ha messo ogni cosa nelle mani di un gruppo d’attori, tutti (anche se poi a fine serata chi scrive si ritrova a segnalare le prove di Milvia Marigliano, di Andrea Di Casa e della spericolata Francesca Agostini), che sono senza se e senza ma quei “personaggi”. Senza i loro salti tripli il risultato non sarebbe quello che abbiamo visto. Repliche sino a domani sul palcoscenico del Carignano: da mercoledì prossimo lo spettacolo si trasferisce al Piccolo di Milano, tempio della grande prosa italiana ed europea, e poi una lunga tournée. Impensierirà qualcuno l’arrivo di Rumori fuori scena, 130’ di assoluto divertimento?

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, copyright Photo Giampiero Assumma, nell’ordine: Valerio Binasco e Francesca Agostini; Andrea Di Casa e Milvia Marigliano; una scena d’insieme del 2° atto; Nicola Pannelli, Elena Gigliotti, Valerio Binasco e Milvia Marigliano

A scuola di film con Cinelab

Il Cinelab è un corso di recitazione cinematografica fondato dal regista Antonio D’Aquila e dall’attore Luca Busnengo. Questo sarà il terzo anno per questa promettente esperienza.
Un corso, un allenamento, una palestra per l’attore in vista del momento della performance sul set.
A CineLab il lavoro è incentrato sul metodo di recitazione “americano”, accompagnato da esercizi di rilassamento, sensoriali, costruzione del personaggio, script analysis, espressione corporea ed uso coerente della voce. A partire dallo studio di una scena gli attori, durante il processo di sviluppo del personaggio, approfondiscono ed arricchiscono il proprio materiale creativo lavorando sul corpo, sulla voce e sul proprio bagaglio emotivo ed interpretativo. Ma CineLAB è anche preparazione ai casting e, ultimo ma non meno importante, approfondimento e sperimentazione del rapporto con la macchina da presa e con le dinamiche del set, elementi conclusivi del processo che, se non conosciuti e dominati a dovere, possono compromettere tutto il precedente lavoro.
 
Durante il corso oltre alle lezioni ordinarie sono previsti numerosi workshop (nei precedenti anni alcuni di questi sono stati tenuti dal doppiatore Ivo De Palma e dallo scrittore Vito Ferro).
 
“Cosa che differenzia il nostro metodo da altri è l’importanza data alla pratica: anche quest’anno verranno realizzati diversi prodotti audiovisivi, in cui gli allievi si cimenteranno recitando dando il meglio di loro”, dicono gli organizzatori.
 
L’evento di presentazione del corso è questo martedì 29 Ottobre alle 18:30 presso l’Arteficio in Via Bligny 18/L.
 
Info: +39 3894324979 / cinelab.recitazionetorino@gmail.com

La 36a edizione del Premio Cesare Pavese

Il Premio Cesare Pavese è giunto alla 36a edizione e un sentito ringraziamento va al suo ideatore Luigi Gatti, recentemente scomparso.

Scomparso Gatti con la sua Assocazione Casa natale di Cesare Pavese, ora il Premio è gestito dalla Fondazione Cesare Pavese

Nelle Langhe, se volessimo usare paragoni ciclistici è come per la sfida fra Gino Bartali e Fausto Coppi:, una continua rincorsa.

Dopo la maratona Fenogliana ora c’è il Premio dedicato a Pavese e francamente è difficile dire quale dei due scrittori rappresenti più l’anima delle Langhe e chi sia il più caro ai langaroli.

Probabilmente entrambi.

Torniamo al Premio Pavese giunto alla 36a edizione. che si terrà a Santo Stefano Belbo sabato 26 ottobre e la domenica 27.

Il Premio prevede Sabato 26 ottobre 2019, alla Fondazione Cesare Pavese alle ore 16.00 la presentazione del libro “Cesare Pavese. La storia di un Premio”, seguito dall’ incontro Letteratura e scienza: la nuova frontiera delle due culture” e lla sera alle 21.30 il concerto del Quintetto dell’opera di Milano.

La domenica 27 ottobre 2019, presso la Fondazione Cesare Pavese alle Ore 10, incontro con il pubblico e cerimonia di premiazione dei vincitori

La traduttrice Susanna Basso, il linguista Giuseppe Patota e l’editrice Elisabetta Sgarbi sono i vincitori del Premio Cesare Pavese 2019, nato trentasei anni fa a Santo Stefano Belbo.

Organizzato a partire da quest’anno dalla Fondazione Cesare Pavese, il riconoscimento si rinnova nella giuria, nelle sezioni in cui è suddiviso e negli appuntamenti proposti, per meglio rendere omaggio alla complessa figura di Pavese, che non fu solo scrittore, ma anche poeta, traduttore, direttore editoriale e ideatore di una storica collana di saggi.

«Il Premio Cesare Pavese è un premio globale – spiega Gian Arturo Ferrari, che insieme a Claudio Marazzini, Giulia Boringhieri, Alberto Sinigaglia e Pierluigi Vaccaneo fa parte della giuria rinnovata – perché comprende tutte le “arti del libro”, fatta eccezione per quelle materiali, arti che hanno avuto in Cesare Pavese un rappresentante di statura altissima e soprattutto capace di praticarle e fonderle tutte insieme».

Le nuove sezioni del Premio sono dedicate all’Editoria e alla Traduzione, che vanno ad arricchire quelle dedicate alla Saggistica e alla Narrativa (in questa fase di transizione il premio per la Narrativa sarà assegnato dall’edizione 2020).

I tre vincitori incontreranno il pubblico e riceveranno il Premio Cesare Pavese domenica 27 ottobre 2019 alle ore 10 a Santo Stefano Belbo nell’auditorium della Fondazione Cesare Pavese, che ha sede nella Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo (Piazza Confraternita 1), sconsacrata negli anni ’20 del ‘900, in cui fu battezzato Cesare Pavese.

Modera la premiazione la giornalista Chiara Buratti.

 

Tommaso Lo Russo

Info al pubblico:

0141.840894 – www.fondazionecesarepavese.itinfo@fondazionecesarepavese.it

 

Musicanti di Brema, arriva il nuovo rock musical

Debutta a Torino, il 25 ottobre al Teatro Alfieri,  a cura di Accademia dello Spettacolo, scritto e diretto da Mario Restagno con musiche di Paolo Gambino e Walter Orsanigo.

Uno spettacolo coinvolgente, un viaggio per grandi e piccini nel mondo della fantasia che diverte e allo stesso tempo fa riflettere su uno dei problemi più attuali e sentiti dei giorni nostri: quello dell’emergenza climatica. Uno show talmente interessante da aver ricevuto un invito in Vaticano: parte del cast dei Musicanti di Brema, insieme ad oltre 70 allievi torinesi di Accademia Spettacolo, si esibirà il prossimo 30 novembre in Sala Nervi, davanti a Papa Francesco e a oltre 12.000 spettatori, che richiamerà giovani ed adolescenti da tutto il mondo.

La prima nazionale dei Musicanti di Brema a Torino sarà, non a caso, di venerdì. Un modo che Accademia dello Spettacolo ha scelto per sottolineare la vicinanza di questa nuova produzione artistica alle battaglie di Greta Thunberg e del Friday For Future. Una comunione di ideali che si manifesterà in modo ancora più chiaro ed evidente al termine della prima nazionale dedicata alle scuole (ore 10.30) quando tutti gli spettatori, oltre 1500 ragazzi con i loro insegnanti, si uniranno al cast e ai volontari di Friday for Future e Legambiente per far sentire la propria voce a favore del rispetto per l’ambiente.

Un vero e proprio evento a cui tutti possono aderire  il teatro aprirà le sue porte a fine spettacolo – per unire arte e impegno civile nel luogo, il teatro, dove tutto è possibile… anche salvare il nostro pianeta!

Realizzato da Accademia dello Spettacolo, che attraverso la SFA (Scuola Formazione Attori) da oltre 20 anni a Torino è un punto di riferimento per la preparazione di attori professionisti, Musicanti di Brema si ispira al grande classico della letteratura per l’infanzia dei Fratelli Grimm e lo rilegge in chiave moderna e green. L’idea che sta alla base del progetto prende spunto dall’attualità per parlare a tutti – e in particolare alla Generazione Greta Thunberg – di inquinamento ambientale e di salvaguardia del pianeta.

Il testo, i costumi e la messa in scena dello spettacolo ricalcano questi temi senza mai abbandonare la storia di amicizia dei protagonisti, quattro animali diversi tra loro: un gallo, Jack Rooster, una gatta, Futura, una cagnolina, Gaia, e un asinello, Hope.

 

 

Il progetto si propone di sostenere l’inserimento professionale dei giovani artisti under 35 e per questo motivo ha ottenuto il sostegno di Fondazione Assicurazioni Cattolica, inoltre, toccando i temi della sostenibilità ambientale ed energetica, ha ricevuto l’interesse dell’azienda A2A e delle associazioni Lega Ambiente, CARP ed ISDE.

“MUSICANTI DI BREMA” DA TORINO AL VATICANO. IL ROCK MUSICAL GREEN DEBUTTA ALL’ALFIERI

Prima nazionale

25 ottobre ore 10.30 (scolastiche) e ore 21  – Teatro Alfieri – Piazza Solferino 4, Torino

 

Dopo lo show l’evento per il clima in collaborazione con Friday for Future e Lega Ambiente.

Prima replica 30 Novembre in Vaticano alla presenza di Papa Francesco

www.musicantidibrema.it

www.accademiadellospettacolo.it