Nonostante l’emergenza Coronavirus e le difficoltà del momento, il Premio InediTO – Colline di Torino, punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite, non si è fermato e ha concluso la fase di selezione delle 700 opere iscritte alla diciannovesima edizione

I membri del Comitato di Lettura formato da Valentino Fossati (sezione Poesia), Anna Francesca Vallone (sezione Narrativa-Romanzo), Francesco Delle Donne (sezione Narrativa-Racconto), Alfredo Nicotra (sezione Saggistica), Simone Carella (sezione Testo Teatrale), Eleonora Galasso (sezione Testo Cinematografico) e Valerio Vigliaturo (sezione Testo Canzone), direttore anche del concorso, hanno designato i nomi dei 49 finalisti delle sette sezioni e dei 18 autori in gara per i premi speciali “InediTO Young” in collaborazione con Aurora Penne, nonché “Alexander Langer” e “Giovanni Arpino” in collaborazione con la Città di Torino (tra i quali spiccano i nomi di Andriano Angelini Sut, tra i quarantuno candidati al Premio Strega 2018, Renato Gabrielli, drammaturgo, sceneggiatore e docente di Scrittura teatrale alla Scuola “Paolo Grassi” di Milano, Stefano Valentini, sceneggiatore e regista, vincitore del London Indipendent Film Festival e del Roma Indipendent Film Festival) e il cui elenco completo è consultabile sul sito www.premioinedito.it
Un lavoro complesso e determinante quello dei giovani membri del Comitato che, aderendo alla campagna #ioleggoacasa, dopo un’attenta e scrupolosa lettura, in cui sono emersi tendenze, temi e stili diversi, hanno scelto le migliori opere giunte in occasione di questa edizione a centinaia (record assoluto del premio) da tutta Italia e dall’estero (Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Svizzera, Croazia, Egitto, USA), a conferma sempre più dell’internazionalità del premio.
Le opere finaliste saranno ora sottoposte alla valutazione della super Giuria presieduta dalla scrittrice Margherita Oggero e formata dai poeti Maurizio Cucchi e Maria Grazia Calandrone, gli scrittori Enrica Tesio, Raffaele Riba, Marco Lupo (Premio Campiello opera prima 2019) e Gaia Rayneri, i filosofi e saggisti Michela Marzano e Leonardo Caffo, l’attore Tindaro Granata, Emiliano Bronzino (direttore artistico di AstiTeatro), gli sceneggiatori Lisa Nur Sultan (coautrice del film “Sulla mia pelle”), Fabio Natale, il critico musicale Dario Salvatori, e la cantautrice partenopea Teresa De Sio, nonché dai vincitori della passata edizione.
La premiazione del concorso sostenuto dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione CRT e dalla Camera di Commercio di Torino, e che coinvolge tra i partner il Premio Lunezia, il M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza, Film Commission Torino Piemonte, l’associazione Tedacà, la casa di produzione Indyca e il Festival delle Colline Torinesi, si svolgerà, compatibilmente con il ritorno graduale alla normalità, a fine maggio attraverso la consegna dei premi e un reading dedicato alle opere dei vincitori.
E se fu canavesano di nascita, Montalto Dora gli ha dedicato una targa e nel paese dell’Eporediese c’è ancora chi lo ricorda bene, tuttavia ebbe anche un legame con il Monferrato. Suo nonno materno, Salvatore Pavese, infatti, era medico condotto a Valmacca e proprio il paese del Monferrato Casalese (e al contempo rivierasco lungo il fiume Po, come Casale Monferrato e Valenza) il 18 agosto del 1971 gli attribuì la cittadinanza onoraria, alla quale Gotta rispose con una bella lettera di ringraziamento indirizzata al sindaco. E, dopo la sua scomparsa, Valmacca gli ha intitolato una via. Erano luoghi quelli del Monferrato Casalese che Salvator Gotta conosceva bene, come dimostra una sua bella opera, ‘Addio Vecchio Piemonte !’, scritta nel 1970 per tipi della Arnoldo Mondadori Editore. Il libro contiene dettagliate notizie storiche, biografiche, politiche ed ideologiche riguardanti il conte Clemente Solaro della Margherita, ministro di Carlo Alberto, re di Sardegna, prima dell’emanazione dello Statuto. Il racconto prende le mosse dalla visita di un capitano dell’esercito sabaudo al castello del marchese Rolando Della Valle a Pomaro Monferrato che annuncia alla signorina ‘la Tota’, Maria Giorcelli, che lo sovrintende, del prossimo convegno tra re Vittorio Emauele e l’imperatore Napoleone III di Francia, in quanto si era deciso che qui si tenessero i consigli di guerra tra gli alleati (siamo nel 1859 al tempo di quella che i libri di storia chiamano la seconda guerra di indipendenza) per un motivo logistico. Il re aveva posto il suo quartier generale a San Salvatore Monferrato e Napoleone la sua residenza ad Alessandria. E Maria Giorcelli, figlia del geometra Giorcelli, intendente del marchese Guasco di Bosio, era nipote di Paolo Onorato Vigliani, giureconsulto ed uomo politico molto stimato da Cavour. Maria, poi, era stata la istitutrice delle quattro figlie del conte Solaro della Margherita. Nel libro, che ha appunto come protagonista l’ex ministro del re sabaudo appunto sullo sfondo del Risorgimento italiano c’è il Piemonte, con i suoi luoghi, le sue tradizioni, gli ideali di un regno che da lì avrebbe preso il volo per diventare il Regno d’Italia, ma ci sono anche Pomaro ed il suo castello, San Salvatore Monferrato, Casale Monferrato, con descrizioni puntuali ed aderenti alla realtà, fatte da un autore che li conosceva bene e che amava il Piemonte, in particolare quel ‘Vecchio Piemonte’ al quale dice addio con una punta di nostalgia.
Torino Liberty
Eugène Grasset, nato a Losanna nel maggio 1845, dall’ebanista e scultore Joseph Grasset, frequenta inizialmente le scuole nella città natale. In seguito lavora presso la bottega del padre e prosegue gli studi di architettura al Politecnico di Zurigo. Dopo un periodo di viaggi che lo portano anche in Egitto, torna a Losanna, e si dedica alla scultura e alla pittura. Qualche anno dopo decide di trasferirsi a Parigi, dove affina la sua modalità artistica che unisce tecniche xilografiche e litografiche, preferendo una composizione più formale, colori sfumati, tenui e pallidi. Le sue opere aprono le porte a una moltitudine di artisti, tra i quali Alfons Mucha.

E’ addirittura il più antico museo del mondo dedicato totalmente alla cultura egizia, il secondo per importanza dopo quello del Cairo.

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
arcipelago abitato dalle solite poche anime che si conoscono tutte; mentre d’estate è un’ambita meta turistica raggiungibile col traghetto. E’ proprio a bordo di uno di questi che inizia il rebus: due adolescenti, i fidanzatini Henry Walker e Naomi Sanders, litigano, poi la ragazza scompare e viene ritrovata cadavere su una spiaggia deserta, impigliata in una rete da pesca. Il primo ad essere sospettato è proprio il 16enne Henry, figlio adottivo di Liv e France, coppia omosessuale errabonda che ha attraversato l’America fermandosi sempre in sistemazioni temporanee. Sono approdate sull’isola da 4 anni, con l’ansia di un segreto da nascondere per cui obbligano Henry a un profilo basso: nessuna foto scolastica, né profili social e tanto meno album di famiglia. Ad aggiungere pepe alla storia si aggiungono un misterioso investigatore privato, un magnate con ambizioni politiche alla ricerca del figlio che non ha mai conosciuto… e il resto è tutto da scoprire, pagina dopo pagina.
Questo è un po’ il libro dei libri, e se amate mari e isole è l’itinerario da seguire per collegare scrittori e luoghi, scoprendo anche pagine di autori che magari non conoscevate. Onofri ha fatto un lavoro raffinato ed enciclopedico, diviso in blocchi –dalla Grecia all’Oceano Indiano, dall’Estremo Oriente al Grande Nord, passando per i Poli estremi e i Tropici- ripercorrendo pagine che raccontano paesaggi, climi, avventure, narrativa di viaggio e tanto altro, sostenuto dalla sua erudizione sconfinata, che però non inciampa in noia o pedanteria.
concedeva alle donne col matrimonio.