CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 619

Lo Stabile primo per i fondi spettacolo

IL FESTIVAL TORINODANZA SI CONFERMA AL TOP DELLE RASSEGNE DI DANZA

Oggi sono state pubblicate sul sito web della Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo del MiBACT le assegnazioni del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) per l’anno 2017.Con un contributo di 2.714.158 euro, in crescita di 177.561 euro (pari al 7% che è l’aumento massimo previsto) rispetto all’esercizio precedente, il Teatro Stabile di Torino si conferma come il Teatro Nazionale più finanziato dal FUS, considerato che il Piccolo di Milano gode di una legge speciale.

Grande soddisfazione esprimono il Presidente Lamberto Vallarino Gancia e il Direttore Filippo Fonsatti: «Il sensibile aumento del punteggio qualitativo e quantitativo assegnato allo Stabile e il conseguente incremento del contributo FUS nella misura massima consentita dalle norme vigenti premia il livello artistico del nostro progetto, la capacità produttiva, gli indici occupazionali, l’ampia partecipazione del pubblico – affermano i vertici dello Stabile – e costituiscono le migliori premesse per il prossimo triennio».

Altrettanto positivo il risultato conseguito dal festival Torinodanza, organizzato dal Teatro Stabile, che ha ottenuto 114.576 euro di contributo FUS, anch’esso in crescita del 7% rispetto al 2016, consolidando la manifestazione torinese quale primo festival italiano di danza. Tale riconoscimento giunge nel giorno dell’inaugurazione dell’ultima edizione del festival firmata da Gigi Cristoforetti, cui va il ringraziamento più sincero per il grande lavoro svolto in questi anni.

«La capacità di attrarre sul nostro territorio 2.828.734 euro di contributi ministeriali oltre a 776.244 euro di fondi europei – concludono Vallarino Gancia e Fonsatti – si deve anche al cofinanziamento delle amministrazioni locali, Città di Torino, Regione Piemonte, Città di Moncalieri, e degli altri soci privati dello Stabile, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, che con il loro convinto sostegno garantiscono al Teatro lo svolgimento ottimale delle funzioni pubbliche a favore della comunità e il posizionamento ai vertici della scena nazionale e internazionale».

Recitare per la macchina da presa

Compagnia lilithteatronirico in collaborazione con Associazione Passages

Le iniziative sul territorio del progetto “COMMONS. La Contrada si racconta” proseguono sabato 16 e domenica 17 settembre, con uno stage proposto dalla Compagnia lilithteatronirico per far conoscere e sperimentare le basi della recitazione cinematografica e televisiva. L’appuntamento rappresenta una nuova tappa del programma COMMONS. La Contrada si racconta promosso dall’Associazione Passages per valorizzare i patrimoni conservati negli archivi e nelle biblioteche, mettendoli in dialogo con le memorie e le esperienze di ogni giorno attraverso nuove dimensioni narrative. Dopo il successo dello spettacolo itinerante promosso lo scorso maggio per raccontare personaggi e curiosità della Contrada, ora l’attenzione si sposta sui commercianti e gli artigiani di questo angolo di Torino così ricco di storia. Fonti di archivi e biblioteche, trasformate in sceneggiatura, verranno affidati agli attori che parteciperanno allo stage e, teatralizzate, confluiranno come performance video nei tour narrati che si svolgeranno il prossimo ottobre nella Contrada.

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STAGE “RECITARE PER LA MACCHINA DA PRESA”

Promosso dalla Compagnia lilithteatronirico con Associazione Passages T.O.MOO.C. Conduce: Noemi Binda

Recitare per una cinepresa richiede competenze differenti dalla recitazione teatrale, pur trattandosi sempre della medesima, meravigliosa arte. Quali sono le analogie e quali le differenze? Si parte da questa tematica fondamentale per affrontarne molte altre, sia dal punto di vista teorico, visionando ed analizzando alcuni spezzoni di film, che dal punto di vista pratico, attraverso esercizi mirati, in parte eseguiti davanti alla videocamera. Ad ogni partecipante verrà assegnata una breve sceneggiatura con la quale sperimentarsi. Al termine del lavoro svolto, alcuni dei video realizzati verranno proiettati nelle botteghe storiche del centro di Torino a partire dal mese di Ottobre.

SABATO 16 E DOMENICA 17 SETTEMBRE, orario dalle 10,30 alle 13,30 e dalle 15 alle 18 in corso Palestro 3 bis Torino. Per le riprese, che avverranno in un piccolo teatro torinese, verrà inoltre richiesta la disponibilità di una sera a scelta tra giovedì 21 e sabato 22 settembre dalle 18,30 alle 22,30. Verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Si consiglia di indossare abiti e scarpe comode e di presentarsi muniti di quaderno. Il corso è a numero chiuso, la prenotazione è obbligatoria. Informazioni e iscrizioni 335 7717653 – lilithteatronirico@gmail.com.

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Questa iniziativa aggiunge un tassello prezioso al percorso di conoscenza e valorizzazione della Contrada dei Guardinfanti avviato la scorsa primavera. Questa volta l’attenzione è rivolta al tessuto commerciale della zona, alle sue valenze culturali e trasformazioni sociali. I patrimoni archivistici e bibliotecari della città di Torino ci aiutano anche in questa occasione a ricostruire vicende storiche riportando anche alla luce aneddoti e curiosità. Attraverso la recitazione cinematografica i racconti assumeranno una forma inedita e suggestiva che, nei tour narrati in programma nel mese di ottobre, coinvolgeranno in un sorprendente dialogo tra passato e presente il pubblico, ma anche negozianti e artigiani della Contrada.

Anna Maria Pecci, coordinatrice del progetto “COMMONS”, presidente dell’Associazione Passages

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L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto “COMMONS. Patrimoni in comune, storie condivise” dell’Associazione Passages – realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando OPEN2016_Progetti innovativi di audience engagement – in collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi, l’Archivio Storico della Città di Torino, il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, il Polo del ‘900 e weLaika.

 

Le note di MiTo fino al 21 settembre

Fino al 21 settembre si tiene a Milano e a Torino il festival MITO SettembreMusica, guidato per il secondo anno dalla presidente Anna Gastel e dal direttore artistico Nicola Campogrande.

Per l’undicesimo anno consecutivo dalla fondazione, il festival unisce nel segno della musica le due più grandi città dell’Italia settentrionale, riconfermando il valore della cultura musicale. In calendario 140 concerti (70 per ogni città), dei quali 69 ad ingresso gratuito, tutti con programmi appositamente ideati e proposti da alcuni dei più importanti musicisti del panorama internazionale, alternati alle presenze musicali torinesi e milanesi di maggior prestigio. Il tema della Natura è fil rouge di questa edizione, permettendo una programmazione di particolare ampiezza e suggestione. MITO SettembreMusica si apre domenica 3 settembre al Teatro alla Scala di Milano e lunedì 4 settembre al Teatro Regio di Torino con il concerto della Gustav Mahler Jugendorchester, considerata la più prestigiosa orchestra giovanile del mondo, protagonista in queste settimane di un ennesimo tour presso le principali manifestazioni e sale da concerto europee fra cui il Festival di Salisburgo, il Concertgebouw di Amsterdam, la Elbphilharmonie di Amburgo, la Konzerthhaus di Berlino, la Semperoper di Dresda. Sul podio Ingo Metzmacher, interprete di riferimento del repertorio del XX e XXI secolo. Festival nel festival, saranno proposti fino al 21 settembre una serie di concerti dedicati ai bambini. Tutto il programma su www.mitosettembremusica.it

Donatella Actis – www.regione.piemonte.it

Artissima tra passato e futuro con 200 gallerie da tutto il mondo

Saranno 206 le gallerie, provenienti da 31 Paesi, che presenteranno 700 artisti con oltre 2.000 opere in mostra divise in sette sezioni: questo il programma della 24.esima edizione di Artissima, la fiera internazionale di arte contemporanea che il Lingotto di Torino ospiterà dal 3 al 5 novembre e presentato nei giorni scorsi nella Tree House dell’Unicredit Tower di Milano e al Circolo Esperia di Torino.

L’assessora alla Cultura Antonella Parigi, parlando del programma della fiera di arte contemporanea che si snoderà su 20.000 metri quadrati di spazio nell’Oval, ha sottolineato la presenza della Regione, particolarmente attenta ad esporre al mondo i propri gioielli a cominciare dal Castello di Rivoli. Durante la fiera un sistema di navette potrà collegare tutte le sedi piemontesi dell’arte contemporanea.

La celebrazione dei 50 anni dell’Arte Povera, un progetto ispirato al Piper Club, discoteca torinese degli anni ’60, nuovi premi e nuove sezioni sono i fiori all’occhiello di Altissima 2017, la prima firmata dalla nuova curatrice Ilaria Bonacossa. Il 62% degli espositori arriva dall’estero. Il catalogo per la prima volta abbandona la carta per il digitale: una piattaforma permetterà ai visitatori di creare un tour virtuale e di vedere in anteprima le gallerie e le opere. Tra le novità la sezione Disegni, con 26 artisti, curata da Luis Silva e Joao Mourao di Lisbona, città che ha sostituito di recente Berlino per l’arte contemporanea.

Present Future resta uno degli appuntamenti più attesi, dedicato agli artisti emergenti tra i 28 e i 35 anni, che presentano opere inedite. A loro è dedicato il premio Illy, che offre al vincitore l’opportunità di una mostra al Castello di Rivoli. E’ invece dedicata ai pionieri dell’arte contemporanea l’altra storica sezione Back to the future. Molti i premi in denaro a disposizione degli artisti e tra questi, l’Ogr Award, istituito dalla Fondazione per l’Arte della Crt e il Campari Art Prize, che sarà assegnato a un artista under 35 che incentri la sua ricerca sul potere evocativo del racconto. Main sponsor della fiera è Unicredit che fornirà servizi di consulenza tecnica legale e fiscale e, per la prima volta, sui finanziamenti per i collezionisti. La vivacità di Artissima si riflette anche in questa edizione su tutto il Piemonte, attraverso collaborazioni con le numerose istituzioni culturali e museali diffuse nel territorio.

Info: www.artissima.it

Donatella Actis – www.regione.piemonte.it

Fusion, con la danza le culture si incontrano

A Torino si terrà domenica 1 ottobre il Fusion Dance Festival per il consueto appuntamento annuale offerto da Ladibi.com, la piattaforma internazionale per l’insegnamento di tutti gli stili di danza del mondo. In questa quarta edizione ci sarà una giornata di workshop e show, nella sede del Centro Cultura Contemporanea Metzger, in Via Bogetto, 4/g a Torino. Unica data in Italia a cui non mancare, con gli insegnanti dell’Accademia di Danza Online Ladibi.com e prestigiosi ospiti. Un evento imperdibile per chi è affascinato dalle culture esotiche e per chi ama l’arte e la danza, in tutte le sue forme. Un festival adatto a tutti i livelli ed età, sia agli amatori che ai professionisti del settore, per chi visita l’Italia e per chi la vive quotidianamente.

Assaporare nuovi stili di danza, ci fa capire che non siamo poi così diversi gli uni dagli altri. I muri che ci dividono, sono destinati a cadere per dar spazio ad incontri sorprendenti. Un’occasione imperdibile per condividere la nostra passione, oltre quelle che alcuni chiamano differenzee che noi vediamo semplicemente come doni”  ha spiegato LaDibi, la direttrice del Fusion Dance Festival.

Il festival sarà insomma l’occasione per scoprire culture, tecniche e stili diversi di paesi lontani come sud America, medio oriente, India e Indonesia. Tema di quest’anno, il concetto de ‘Il Bello nell’Arte della Danza’, alla scoperta delle sfumature delle famose zone grigie dove avvengono le trasformazioni, e da cui scaturisce il nuovo.   Le attività del Fusion Dance Festival Tra le tante attività innanzitutto ci sarà il DanceFit, un workout per ballerini studiato da LaDibi che include diverse tecniche tra cui Yoga, Pilates e circuiti ad alta intensità. Poi tecniche per gli appassionati di Tribal Fusion e Latin Dance, con il Gong15 e approfondimenti da 15 minuti. Ospiti del Gong15 Sive Fuxia, insegnante di Belly Dance. Focus: controllo e tecnica per il torace e per l’ATS, il Clan Mabon Ensemble, composto da Manuela Bellodi e Arianna Bosco, allieve di Carolena Nericcio e Sister Studio Fat Chance Bellydance. Focus: tecnica Chorus per la gestione degli spazi del palco. Seguiranno gli approfondimenti separati per stile.

  • Una sala per la Tribal Fusion Belly Dance condotta da LaDibiFocus: tecniche di Danza Indiana e Balinese.
  • Una sala di Latin Dance coordinata da Luka&Luana Fanni, campioni internazionali e protagonisti di Burn The Floor. Focus: la ricerca della bellezza del movimento nello Stile Latino.

Poi ancora ci sarà il Laboratorio Coreografico a cura di LaDibi con cui affrontare il Processo Creativo. Ed infine l’Hafla, il momento di danzare gli uni per le altre, supportandosi a vicenda con entusiasmo.   Reportage Chi vorrà, potrà essere protagonista di video e foto, lasciando la propria testimonianza sull’esperienza perché “condividere l’amore non può che portar bene”.   Programma Domenica 1 ottobre 2017  ore 12.30 – 13.30 CHECK IN ore 13.30 – 19.00 DANZA, WORKSHOP & HAFLA!

  • DanceFit, il Workout studiato e condotto da LaDibi, per Ballerini e Amanti della Danza
  • Gong 15, gli approfondimenti tecnici di Belly Dance con Sive Fuxia e American Tribal Style con Clan Mabon
  • Tribal Fusion, tecniche di Danza Balinese e Indiana con LaDibi
  • Latin Dance con Luka e Luana Fanni
  • Coreografia 
  • Hafla, a celebrazione del tempo trascorso insieme

Per tutte le informazioni su insegnanti e programmi visitare la pagina del Fusion Dance Festival all’indirizzo  www.ladibi.com/#not-only-virtual.   LaDibi.com LaDibi.com è l’accademia online di danza e arti performative, nata per dar la possibilità di studiare a chiunque sia davvero appassionato

Al Mauto, tra auto che hanno fatto la storia

Il Mauto di Torino non ha eguali in Italia, non solo perché conserva oltre duecento autovetture di ottanta differenti marche attraverso le quali è possibile ripercorrere le tappe più significative della storia dell’automobilismo, ma anche perché è l’unico Museo Nazionale dedicato ai veicoli a quattro ruote. Intitolato all’avvocato Giovanni Agnelli, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino è stato fondato nel 1932 e ha aperto al pubblico nel 1939. Dal 1960 ha sede nel palazzo di Corso Unità d’Italia che, appositamente progettato dall’architetto Amedeo Albertini, nel 2011 è stato oggetto di una profonda ristrutturazione architettonica alla quale hanno fatto seguito la definizione di un allestimento accattivante e la creazione di un ordinamento intelligente che hanno permesso di valorizzare la ricca collezione di automobili, combinando alla perfezione rigore scientifico e esigenze divulgative.

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La visita ha inizio al secondo piano del museo dove è protagonista il Novecento. Dopo aver scoperto la complessa origine della locomozione ed aver ammirato la carrozza di Bordino e gli altri mezzi sperimentali concepiti nel corso del XIX secolo per sostituire il motore ai cavalli, si entra nel «grande garage del futuro» in cui sono raccolti alcuni dei primi preziosi modelli prodotti per essere venduti sul mercato. Seguono le sale in cui si raccontano l’inarrestabile evoluzione e la progressiva diffusione delle automobili. Inizialmente considerate come beni di lusso riservati a pochi, sono indispensabili mezzi di trasporto durante il primo conflitto mondiale prima di diventare, a partire dalla seconda metà del Novecento, oggetti di una nuova dimensione industriale. Alla produzione seriale si accompagnano sempre più lo studio tecnico e la ricerca estetica, finalizzati a produrre veicoli in cui eleganza e prestazioni si combinano alla perfezione. Grazie agli studi di aerodinamica e alla nuova attenzione per il design, nascono automobili straordinarie come la berlinetta sportiva 202 della Cisitalia che, con il suo telaio tubolare e l’elegantissima carrozzeria Pininfarina, segna una vera e propria rivoluzione nello stile delle automobili.

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L’itinerario di visita prosegue al primo piano dove le otto immense sale sono dedicate a descrivere le molteplici declinazioni del rapporto che lega l’automobile all’uomo. Si rimarrebbe ore a studiare il pavimento illuminato con la piantina di Torino sulla quale è segnalata la grande quantità di costruttori, carrozzieri, officine e fabbriche che hanno fatto del capoluogo piemontese la città dell’automobile. Allo stesso modo, si resta colpiti dall’incredibile evoluzione che i singoli componenti meccanici – dalla ruota alle sospensioni, passando per i motori – hanno conosciuto nel corso del tempo. A lasciare senza fiato è però, senza ombra di dubbio, la lunga galleria dedicata alle auto da corsa. Accanto alla Fiat 130 HP con cui Vincenzo Nazzaro vinse il gran premio organizzato dall’Automobile Club di Francia nel 1907 e alla Mercedes Benz W196 portata alla vittoria da Fangio, si possono ammirare alcune delle auto che hanno fatto la storia del reparto corse della Ferrari: la 312 T5 di Gilles Villeneuve, la F2001 e la F2003 GA, con le quali Michael Schumacher vinse il titolo piloti, la Ferrari F2005 disegnata da Aldo Costa e infine la 248 F1, protagonista del campionato 2006.

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Chiudono il percorso le sale dedicate al car design, eccellenza italiana in cui convivono creatività e sapere tecnico. Ad arricchire la visita di questa così come di tutte le altre sezioni del museo sono una serie di postazioni multimediali che permettono al visitatore di scegliere i contenuti e avere un ruolo attivo nel processo di conoscenza. La volontà di personalizzare l’esperienza nelle sale ha portato il Mauto ad essere uno dei primi musei italiani a sviluppare un’App che tutti i visitatori possono scaricare gratuitamente per accedere ad approfondimenti storici, schede tecniche e immagini d’archivio e che ha contribuito a renderlo un museo all’avanguardia, capace di raccontare il passato e al contempo di essere proiettato nel futuro.

Giulia Amedeo 

Le ricette della fame in tempo di guerra

Bruna Bertolo storica, giornalista, ricercatrice infaticabile di storia e femminile  e di storia della sua amatissima Val di Susa ,ha mandato in tutte le edicole un nuovo libro :”Donne e cucina in tempo di guerra . Dal ’39 al ’45: il conflitto raccontato attraverso le ricette della fame “, edito da Susa libri.
 E’ un libro che ci consente di capire come si viveva e come si mangiava durante la II Guerra mondiale, ma è anche un libro che ci permette , attraverso uno straordinario apparato fotografico, di ricostruire il clima di anni tragici per l’Italia. Le ricette di guerra ci fanno toccare con mano i sacrifici terribili che dovettero affrontare i nostri padri e i nostri nonni. Non solo i nostri padri che erano impegnati nelle steppe di Russia o nei deserti africani e successivamente sulle montagne nella Resistenza armata, ma anche le famiglie che dovettero combattere contro la fame giorno per giorno. La borsa nera era un privilegio di pochi oltre che un’infamia sociale. Le massaie italiane attraverso la loro inventiva riuscivano a rendere meno intollerabile la cucina della fame, fatta di ricette in cui la povertà degli ingredienti era pari solo alla creatività di chi era in cucina. L’Italia era sempre stata un paese povero, ma la sua agricoltura aveva permesso condizioni di vita migliori, anche se la miseria, anche in periodo di pace, non era una situazione inconsueta al Sud come al Nord. Bruna Bertolo è anche una bravissima cuoca. Scrive di argomenti che conosce non solo per averli scoperti nei giornali e negli archivi. Come quando scrive di scuola, si vede che è stata un’ottima, avveduta, straordinaria docente. Il libro, come ho scritto nella prefazione ,”serve ai giovani per conoscere ed a chi ha un’età diversa per ricordare un passato  che tanti italiani hanno dovuto affrontare “. E’ un libro che merita di essere letto. Ci farà capire anche come, in fondo, noi  che siamo nati in periodi di pace, siamo davvero dei privilegiati. Ci lamentiamo di tutto, ma siamo dei privilegiati. Anche in questo nuovo lavoro Bruna Bertolo riconferma i suoi maggiori pregi: sa muoversi dalla storia locale a quella nazionale con grande naturalezza, una capacità  che è di pochissimi storici. La maggioranza tende a fossilizzarsi nella storia locale o mantenersi lontani da essa ,quasi fosse una storia non meritevole di attenzione, mentre la grande storia è fatta anche dalle piccole storie accostate e confrontate. Bruna Bertolo sa anche  mantenere il distacco critico necessario a chi scrive di storia. La sua pagina non è mai ottenebrata dall’ideologia  che il sommo  Raimondo Luraghi riteneva ,non senza ragione, essere il veleno-lui parlava di cianuro- della storiografia contemporanea.

Pier Franco Quaglieni

Arte contemporanea sui colli del Monferrato

Domenica 10 settembre 2017, alle ore 11.00 s’ inaugura la 9° edizione della M.A.C. – Mostra d’ Arte Contemporanea – allestita presso lo Spazio La Nisolina di via Mameli 63 in Lu, curata da Nadia Presotto, con le opere degli artisti Niccolò Calvi di Bergolo – Paola Colleoni – Albina Dealessi – Giancarlo Ferraris – Renato Luparia – Ugo Nespolo – Nadia Presotto – Guido Villa

 

Niccolò Calvi di Bergolo risiede al Castello di Piovera dove si possono ammirare le numerose opere nate dalla sua inesauribile creatività, risultato di oltre quarant’ anni di ricerca e lavoro. Laureato in scienze politiche è stato assistente al Politecnico di Milano ai corsi di architettura nel laboratorio di disegno e rilievo.

 

Paola Colleoni artista residente in Bergamo presenta una opera realizzata con la tecnica della “Fluids Instability” basata sulle leggi fisiche delle dinamiche dei fluidi; la libertà dell’ informale si fonde quindi con la sua lunga esperienza nel figurativo.

 

Gianni Colonna nasce a Torino e vive a Cella Monte; è stato allievo di Felice Casorati ed è protagonista di importanti mostre personali non solo in Italia. Oltre al tradizionale olio su tela, dipinge fin da giovanissimo su superfici varie.

 

Albina Dealessi, artista di Lu, residente a Conzano; realizza materiche tele informali creando sovrapposizioni che rimandano a immagini di paesaggi o astrazioni pittoriche; temi ripresi anche nelle sue recenti opere incisorie, le xilografie.

 

Giancarlo Ferraris, artista astigiano, insegnante di discipline pittoriche a Torino e Acqui Terme fino al 2010. L’ attività artistica inizia nel 1972 partecipando a numerose rassegne espositive. Il paesaggio delle colline tra Monferrato e Langa è quello più rappresentato nelle sue opere.

 

Renato Luparia, fotografo di Conzano, specializzato in immagini di paesaggio e di natura, dotato di una innata sensibilità nei confronti dell’ ambiente. Ogni suo scatto è un paesaggio antropizzato che nasconde una storia, un’ emozione.

 

Ugo Nespolo – ospite d’ onore – diplomato all’ Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e laureato in Lettere Moderne. I suoi esordi artistici risalgono agli anni Sessanta, con la Pop Art, i futuri concettuali e i poveristi. La sua produzione si caratterizza per l’ impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che caratterizza le sue opere, divenendo una sorta di marchio di fabbrica.

 

Nadia Presotto, vive e opera a Conzano (Al); le sue opere pittoriche nascono dall’ unione tra il linguaggio figurativo e quello astratto, collocandosi fuori dagli schemi tradizionali. Gli acquarelli elaborati in questi ultimi tempi mostrano il gusto della ricerca tecnica raffinata, quasi di una impalpabile rarefazione. E’ curatrice della mostra.

 

Guido Villa nasce a Vercelli dove frequenta l’ Istituto di Belle Arti e successivamente il corso libero di nudo presso L’ Accademia di Brera di Milano. E’ stato insegnante di arte grafica, ha illustrato gran parte dell’ enciclopedia Garzanti. Numerose le sue partecipazioni a rassegne espositive in Italia e all’ estero.

 

La nona edizione della M.A.C., ideata da Nadia Presotto e Albina Dealessi, si avvale, come per le precedenti edizioni, del patrocinio del Comune di Lu. L’ intento è quello di valorizzare il territorio monferrino e le varie espressioni artistiche ed è visitabile fino al 17 settembre 2017.

 

INFORMAZIONI UTILI: M.A.C. 9° edizione – dal 10 al 17 settembre 2017 – orario dalle 10 alle 20 su appuntamento – chiuso lunedì. Sabato 16 e domenica 17 settembre aperto dalle 16 alle 20. Ingresso libero. Spazio La Nisolina – via Mameli 63 – Lu Monferrato (AL) – Tel. 338.3354590.

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LU MONFERRATO (AL) Spazio LA NISOLINA Via Mameli 63 – tel. 338.3354590

M. A. C. 9° edizione – Mostra d’ Arte Contemporanea

 Dal 10 settembre 2017 vernissage ore 11.00 Al 17 settembre 2017

Orario dalle 10 alle 20 su appuntamento – chiuso lunedì

Sabato 16 e domenica 17 settembre aperto dalle 16 alle 20

INGRESSO LIBERO

ARTISTI: Niccolò Calvi di Bergolo – Paola Colleoni – Gianni Colonna – Albina Dealessi – Giancarlo Ferraris – Renato Luparia – Ugo Nespolo (ospite d’ onore) – Nadia Presotto – Guido Villa

Patrocinio: Comune di Lu – Curatore: Nadia Presotto

 GENERE: ARTE CONTEMPORANEA

 

Quando la musica diventa scultura

La scultura di Fausto Melotti approda al castello di Miradolo, che le dedica un’importante mostra antologica a partire dall’ 11 novembre prossimo. Fausto Melotti è stato uno dei grandi protagonisti dell’arte del Novecento, artista a 360 gradi, non soltanto scultore, ma anche pittore, ceramista, poeta e appassionato di musica. La Fondazione Cosso al castello di Miradolo conferma ancora una volta il grande lavoro di ricerca che ha intrapreso da quasi dieci anni, nel creare un dialogo tra le arti figurative e la musica, e la scelta di dedicare una mostra a Fausto Melotti non è certo stata casuale. Ingegnere di formazione e artista per vocazione, Melotti, nato all’inizio del Novecento a Rovereto, ha attraversato un periodo storico durante il quale, nell’Italia delle innovazioni industriali e dei ricordi di guerra, l’astrazione verrà riconosciuta soltanto vari decenni dopo le sue manifestazioni. La sua scultura “non lavora più sul togliere dal pieno, ma sul far emergere dal vuoto”, divenendo l’espressione di una sintesi che evita qualsiasi pesantezza cerebrale e diventa esplicitamente spirituale. Egli ricerca una geometria capace di mettere da parte qualsiasi rappresentazione figurativa, esprimendo un amore puro per la materia, sia essa il bronzo o la ceramica. Melotti, pianista professionista, applica anche alla scultura le leggi della musica; le composizioni che realizza evocano un’armonia fatta di variazioni, di intervalli e di legati, e non è casuale la sua scelta dei titoli delle opere ispirate al lessico musicale, quali Piccola Sequenza, Contrappunto X o Scala musicale, tutti capaci di essere la rappresentazione plastica di un ritmo sonoro plasmato dall’artista. L’esposizione, curata da Francesco Poli e Paolo Repetto, si sviluppa attraverso un percorso che propone al visitatore oltre ottanta opere di Melotti, di cui trenta sculture, dipinti su carta, ceramiche. La speciale sezione “Assonanze” pone a confronto le sue opere con quelle di grandi artisti da lui amati o di cui è stato amico, quali Arturo Martini, Fortunato Depero, Paul Klee, Vassili Kandinskij, Alexander Calder, Lucio Fontana, Atanasio Soldati e Osvaldo Licini. La musica, fonte e passione inesauribile per Melotti, entra in gioco da protagonista nell’esposizione, attraverso un’insolita installazione sonora, nell’ambito del progetto musicale intitolato “Avant-derniere pensee” e curato da Roberto Galimberti, in cui le partiture amate dal maestro fanno da contrappunto sonoro alle sue opere nelle sale del castello.

 

Mara Martellotta

Castello di Miradolo. 11 novembre -11 febbraio 2018

 

La cultura a Torino tra saloni e salotti, circoli e fondazioni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Il capoluogo lombardo sta organizzandosi come sotto la Mole forse pochi immaginano

E’ un vecchio sogno dell’assessore regionale Parigi egemonizzare il Salone del Libro ,facendolo diventare un’emanazione del Circolo dei lettori, la sua creatura prediletta da cui ha spiccato il volo verso  la giunta Chiamparino. Addirittura si è detto che il circolo dei lettori doveva diventare una sorta di salone 365 volte all’anno.  C’è chi si è opposto, con argomentazioni più o meno diplomatiche e intelligenti,  a questa idea. Lo stesso Luca Beatrice ,presidente del Circolo dei lettori, ha temuto che il Circolo possa diventare il cassiere del Salone, mentre, in realtà ,come a tutti e’ noto, il cassiere resta la Regione per ambedue le realtà . Adesso si aggiungono le velleità  della Fondazione per la cultura del Comune che , dopo la scoppola  imposta dai grillini, e’ moribonda . La Fondazione commise gravi errori e fu un organo di egemonizzazione culturale non di poco conto e andrebbe chiusa più che ripensata. Cosa diversa e’ Torino Musei che, privata della sua presidente, e’ diventata una bella addormentata.  Tutta la vicenda  del Salone rivela l’incapacità di ragionare in grande, ma solo in una dimensione torinese  . Il Salone internazionale del libro dovrebbe diventare sempre più internazionale, se vuole competere con Milano e con le grandi capitali del libro mondiali , e sempre meno piemontese. Il Salone finora realizzato e ‘ stato troppo torinocentrico. 

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Il Circolo dei lettori che egemonizza la cultura torinese , facendo terra bruciata intorno  , fruendo di sede e contributi regionali che non ha nessun altro, non ha le caratteristiche  per gettarsi in una esperienza internazionale  come il Salone del Libro. Il Circolo dei lettori e’ ritrovo abituale di tanti pensionati che passano la giornata nei locali che furono del ben più illustre Circolo  degli artisti e ha un ruolo di mero intrattenimento che è la causa prima  del suo successo. Le strategie di alto profilo gli sono estranee. Ha una sala da 70 posti ,quando ha tentato di creare una sede estiva al Castello Medievale, ha dovuto velocemente  far marcia indietro . Il glorioso Circolo della Stampa rischia di snaturarsi , seguendo le logiche che lo hanno caratterizzato negli ultimi tempi e che riprendono quelle del circolo dei lettori  ,per tentare di fare anch’esso impresa sull’onda di via Bogino. Il Circolo dei lettori ha pervaso Torino, e ‘ giunto a Novara, ma il Salone internazionale del libro e’ un ‘altra cosa. Senza i ministeri il Salone non fa  nulla. Quello degli Esteri e ‘ decisivo. Il Circolo e’ cosa torinese che lega il Salone a Torino, ma non può fare la differenza per rendere il Salone davvero internazionale . E il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Milano sta organizzandosi come a Torino forse pochi immaginano. Il confronto sarà durissimo ed occorre ben altro che il Circolo creato da Antonella Parigi ,attuale assessore alla cultura della Regione Piemonte, per fronteggiare Milano. Per non dire di Francoforte.

 

quaglieni@gmail.com