CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 621

La magia del circo nel quartiere Aurora

Per la prima volta la magia del circo prende vita nel quartiere Aurora Torino – Dal 24 marzo al 3 aprile, il quartiere Aurora ospiterà “Crazy Dream Circus”, prima assoluta per questa zona, che si terrà presso l’Hub Multiculturale Cecchi Point (via Antonio Cecchi 17). Un grande tendone giallo e blu, che sarà visibile anche da via Cigna e da via Cecchi, ospiterà lo spettacolo organizzato da Davide Demasi, in arte Mister David. Crazy Dream Circus è un progetto nato dall’unione di due amici accomunati dalla stessa passione, ma con esperienze differenti: Larry Rossante, direttore del “Circo di Mosca” in Italia, e Mister David, performer, equilibrista ed escapologo torinese. Crazy Dream Circus è sotto un tendone ma non è un circo tradizionale, è moderno ma non contemporaneo, è semplicemente uno spettacolo comico, emozionante, circense, entusiasmante, che non ha bisogno di essere catalogato. Il circo e il quartiere «Aurora è il mio quartiere – ha spiegato Mister David – per questo ho deciso di far partire Crazy Dream Circus da qui. Penso sia una zona con grandi potenzialità che troppo spesso viene trascurata. Un festival come questo potrebbe essere un buon modo per portare cultura e visibilità a un’area che potrebbe sicuramente migliorare». Lo show ripercorre la storia del circo, dalle suo origini fino al giorno d’oggi, con numeri di alto livello tecnico e una comicità innovativa e coinvolgente. Ballerine, acrobati, equilibristi, giocolieri e illusionisti si alterneranno sotto il tendone per uno spettacolo fuori dagli schemi, divertente e istruttivo, adatto agli adulti e ai più piccoli. Un evento che utilizza un linguaggio moderno e racconta uno stile di vita quasi corsaro, come nei sogni di un bambino.

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Gli artisti

Regista e ring master: Mister David. Alla nascita Davide Demasi, è l’imbonitore e colui che terrà il filo conduttore dello spettacolo. Performer, escapologo ed equilibrista, Davide è diplomato alla scuola di circo Flic di Torino, artista della scuderia Brachetti, Guinness World Record 2015, è circense con famiglia Zoppè (Stati Uniti d’America), Embell Riva (Italia, Grecia), e TV performer nelle trasmissioni Circo Massimo 2005 – RAI 3, Timbuctu 2006 – RAI, Circo per l’ Estate 2005 – Rete Quattro, Si può fare con Carlo Conti 2015 – RAI 1, oltre a TV Holliwood e Slovenia TV. Acrobata aerea: Elena Timpanaro. Insegnante di discipline aeree presso la Flic Scuola di Circo Torino, Elena è stata performer per lo spettacolo della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. Ha lavorato come artista per il Circo di Mosca della famiglia Rossante nella stagione 2015. Equilibrista ed acrobata: Oleg Murzintszev. Clown, equilibrista ed acrobata, Oleg è diplomato nella prestigiosa scuola del “Circo di Mosca”. Ha lavorato come performer a Gardaland per più di dieci anni. Acrobati mano a mano: Igor e Andrea Matyushenko. Igor e Andrea sono padre e figlio, russi, acrobati e finalisti di Italia’s Got Talent 2013. Sono testimonial della Juventus e circensi da generazioni. Dancer: Giulia Serra. Ballerina e acrobata, Giulia è diplomata alla prestigiosa scuola di danza “Speed” di Milano. Il programma Il debutto di Crazy Dream Circus sarà venerdì 24 marzo, alle ore 21.

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Lo spettacolo si ripeterà sabato 25 marzo, alle 17 e alle 21, domenica 26 marzo, alle 16 e alle 18, e lunedì 27 marzo alle 21. Dopo il primo weekend, Crazy Dream Circus organizzerà diversi eventi. Lunedì 27 marzo, alle 11, ci sarà uno spettacolo dedicato alle scuole. Nel frattempo, martedì e mercoledi, il tendone allestito all’interno del Cecchi Point ospiterà il Teatro Della Caduta (28 marzo). Il Crazy Dream Circus tornerà poi giovedì 30 marzo e venerdì 31 marzo, sempre alle 21. Sabato 1° aprile lo spettacolo sarà in programma alle 17 e alle 21, mentre domenica 2 aprile sarà replicato alle 16 e alle 18. Si concluderà lunedì 3 aprile alle ore 21.

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I biglietti Il biglietto d’ingresso ha il costo di 18 euro, ma per i bambini sotto i 10 anni il costo è di 10 euro, mentre sotto i 3 anni di età l’ingresso è gratuito. Residenti del quartiere Aurora e associati Cecchi Point usufruiranno di ulteriori riduzioni. Solo per il debutto, il biglietto di ingresso sarà in vendita al prezzo speciale di 10 euro, fino a esaurimento posti. Per informazioni Telefono: 351.0100078.

Sito web: http://www.misterdavid.it/crazy-dream-circus/

I cinque giorni di Biennale Democrazia

Dal 29 marzo al 2 aprile torna per la sua la quinta edizione Biennale Democrazia. Nei cinque giorni dell’evento si danno appuntamento nel capoluogo piemontese 246 protagonisti nazionali e internazionali del dibattito culturale – scienza, filosofia, tecnologia, arte, economia, diritto – per una serie di confronti pubblici, con la partecipazione attiva dei cittadini e uno speciale coinvolgimento dei più giovani. Nel corso degli incontri ci si confronterà sulle emergenze, sui temi dei migranti e su altre questioni sociali cogliendo anche le opportunità di cambiamento e di nuovi inizi. Inaugurazione il 29 marzo alle 18 al Teatro Regio con una lectio di Tito Boeri e alle 21 il concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio.

(foto: il Torinese)

“I Concerti del Pomeriggio”, emozioni sonore

Al Teatro Alfieri di Torino, mercoledì 22 marzo ore 16, con il titolo di “Emozioni sonore… Momenti musicali tra i più amati dal grande pubblico” si conclude la stagione de “I Concerti del Pomeriggio 2016-2017”. Ne è interprete un trio un po’ insolito formato da Susy Picchio soprano, Nino Carriglio clarinetto e sassofoni e Massimiliano Brizio al pianoforte. Il programma comprende brani di genere vario: canzoni del passato e attuali, musiche da film e brani di musical. I tre artisti che si alterneranno anche in duo, presenteranno brani in trio arrangiati per l’occasione. Tra i vari titoli in programma brani di Gershwin come ‘S wonderful e la Rapsodia in Blu, La paloma di Yradier, J’ai deux amours di Scotto, Gabriel’s oboe di Morricone, Begin the Beguine di Porter, Arlecchinata di Chaplin, La vita è bella di Piovani, New York, New York di Kander e numerosi altri.

Gli archi della Scala a Pinerolo

Il prossimo concerto dell’Accademia di musica di Pinerolo  vedrà protagonista il Quartetto d’Archi della Scala con Claudio Voghera.

Formazione tra le più blasonate sulla scena mondiale, il Quartetto d’Archi della Scala martedì 21 marzo alle 21:00 regala agli abbonati della stagione concertistica dell’Accademia di Musica di Pinerolo (viale Giolitti, 7) un’occasione di ascolto da non perdere, come l’integrale cameristica di Schumann, iniziata la scorsa stagione. Su di loro Riccardo Muti ha scritto “Un quartetto di rara eccellenza tecnica e musicale, (…) La bellezza del suono e la preziosa cantabilità, propria di chi ha grande dimestichezza anche con il mondo dell’opera, ne fanno un gruppo da ascoltare con particolare gioia ed emozione”. Nel corso degli anni, il Quartetto d’Archi della Scala è stato protagonista di importanti eventi musicali e significative registrazioni che hanno alimentato una corposa discografia. Numerosi sono stati i loro concerti, sia in Italia che all’estero, con pianisti del calibro di Bruno Canino, Jeffrey Swann, Angela Hewitt, Paolo Restani e Bruno Campanella. Claudio Voghera, collega nel Trio Johannes con Francesco Manara e Massimo Polidori, collabora abitualmente con il Quartetto della Scala mettendo a disposizione delle varie formazioni la sua grande e luminosa esperienza di camerista.

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La Stagione è stata realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore) nell’ambito della Scadenza Unica 2016 Performing Arts e di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Città di Pinerolo, con il patrocinio della Città di Pinerolo e il contributo di Galup. Il nostro grazie va anche alla sempre preziosa sponsorizzazione tecnica di Piatino Pianoforti e Yamaha Musica Italia.

”Navigare nel segno”

“Navigare nel segno” è il titolo della mostra che sarà visitabile dal 31 marzo all’11 aprile presso la Galleria di “Arte Città Amica”, al civico 15 di via Rubiana a Torino. Quattro gli artisti che esporranno le loro opere:Renzo Foglietta, Ubaldo Rodari, Sissi Sardone e Rocco Zappalà, tuttiappartenentiallAssociazione “Il Brunitoio” di Griffa (Vb). I primi due sono esponenti di quella che è la tradizione  grafica, fatta di segni e figurazioni classiche. Renzo Foglietta è oltre che un esperto incisore anche un acquerellista e illustratore con una vasta e quarantennale esperienza espositiva. Viceversa, Ubaldo Rodari  – direttore artistico nonché conduttore delle attività di laboratorio de “Il Brunitoio” – è un’importante incisore con un lungo elenco di mostre in Italia e all’estero ( Svizzera, Francia, Giappone). Per l’altra coppia di giovani artisti la ricerca va oltre il segno, dove all’incisione e alle sue regole s’accompagnano tecniche particolari, espressioni pittoriche e concettuali  di una personale ricerca. Sissi Sardone ha alle spalle una ricca attività incisoria e da acquerellista, con una propensione per le tecniche monotipiche mentre Rocco Zappalà –poco più che trentenne – si serve dell’incisione per esprimere le sue ricerche sperimentali che rendono originale la sua produzione artistica e pittorica. Tutti e quattro legati a doppio filo con “Il Brunitoio”, associazione culturale di notevole prestigio, ospitata nell’ex-cappellificio “Panizza”, splendido esempio di archeologia industriale sul lago Maggiore, saranno ospitati dalla “consorella” associazione torinese che persegue le stese finalità.

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La mostra sarà aperta fino all’11 aprile con i seguenti orari: feriali e sabati, dalle 16.00 allle 19.00 ( chiuso il lunedì). Per info:mail:info@artecittaamica.it / tel.011/7717471-7768845.

 

Marco Travaglini

A “Leggermente” Scurati incontra i lettori

Il passato in punta di piedi A LEGGERMENTE, ANTONIO SCURATI INCONTRA I SUOI LETTORI 23 marzo 2017, ore 18.00 Biblioteca Civica Villa Amoretti – Corso Orbassano 200, Torino

E’ una storia narrata a bassa voce quella di Leone Ginzburg, del suo rifiuto a chinare la testa al fascismo; la storia di un uomo mite dalla schiena dritta, di un grande intellettuale, della sua e di altre famiglie, raccontata con delicatezza da Antonio Scurati. Il tempo migliore della nostra vita è il libro scelto dai gruppi di lettura di Leggermente, il progetto di lettura condivisa che da sette anni riunisce sotto il segno delle parole, autori e lettori in incontri che, più delle classiche presentazioni, hanno il sapore dei dialoghi tra amici su un’esperienza comune. Antonio Scurati, i suoi lettori e chi voglia trascorrere del tempo a parlare di parole e di pagine si incontreranno il prossimo 23 marzo alle ore 18.00, presso la Biblioteca Civica Villa Amoretti, in Corso Orbassano 200 a Torino. Leggermente è il progetto di lettura condivisa della Fondazione Cascina Roccafranca e delle Biblioteche Civiche Torinesi, in collaborazione con la Circoscrizione 2, la Libreria Gulliver e la Fondazione della Comunità di Mirafiori che riunisce i lettori di ogni età. Diverse sono le iniziative promosse all’interno di Leggermente: dai laboratori per insegnare ai nonni a raccontare le fiabe ai nipotini, alle classi delle scuole del territorio che leggono, incontrano gli autori, si sfidano in gare tra la pallavolo e la letteratura, ai gruppi di lettura, la vera spina dorsale del progetto.

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IL LIBRO

Il tempo migliore della nostra vita Antonio Scurati. Ed. Bompiani Leone Ginzburg rifiuta di giurare fedeltà al fascismo l’8 gennaio 1934. Pronunciando apertamente il suo “no”, imbocca la strada difficile che lo condurrà a diventare un eroe della Resistenza. Un combattente mite, integerrimo e irriducibile che non imbraccerà mai le armi. Mentre l’Europa è travolta dalla marcia trionfale dei fascismi, questo giovane intellettuale formidabile prende posizione contro il mondo servile che lo circonda e la follia del secolo. Fonderà la casa editrice Einaudi, organizzerà la dissidenza e creerà la sua amata famiglia a dispetto di ogni persecuzione. Questa è la sua storia vera dal giorno della sua cacciata dall’università fino a quello in cui è ucciso in carcere. Nel racconto rigoroso e appassionato con il quale Scurati le rievoca, accanto a quella di Leone e Natalia Ginzburg, scorrono però anche le vite di Antonio e Peppino, Ida e Angela, i nonni dell’autore, persone comuni nate negli stessi anni e vissute sotto la dittatura e le bombe della Seconda guerra mondiale. Dai sobborghi rurali di Milano convertiti all’industria ai vicoli miserabili del “corpo di Napoli”, di fronte ai fucili spianati, le esistenze umili di operai e contadini, artisti mancati e madri coraggiose entrano in risonanza con le vite degli uomini illustri. Accostando i singoli ai grandi eventi, attraverso documenti, fotografie e lettere, ricordi famigliari e memoria collettiva, Antonio Scurati resuscita il nostro passato.

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI DI LEGGERMENTE

7 aprile, ore 18.00 – Cascina Roccafranca Serata dedicata a Elena Ferrante

20 aprile, ore 18.00 – Biblioteca Civica Villa Amoretti Una specie di felicità – Francesco Carofiglio, ed. Piemme

Tutti gli amori di Cristiana Maffucci

Anche Luciana Littizzetto ha condiviso il divertente video dell’attrice: https://youtu.be/UKDfDufROns

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La torinese Cristiana Maffucci, attrice e psicologa, è stata l’unica tra i comici, a superare le audizioni di “Italia’s got Talent”, sorprendendo pubblico e giuria con la sua freschezza e con la sua spontaneità. Vincitrice di prestigiosi riconoscimenti come il “Premio Alberto Sordi” nel 2011 e il “Premio Walter Chiari” nel 2012, la Maffucci brilla per intelligenza e autoironia e ci insegna che per riuscire ad amare gli altri dobbiamo, innanzitutto, imparare ad amare noi stessi, una lezione che molto spesso dimentichiamo. La incontriamo per parlare della sua carriera, dei suoi successi, del video “Non è mai troppo tardi per amare se stessa” e di una collaborazione iniziata tre anni fa con il mondo del pattinaggio artistico, grazie all’intuizione dell’Ice Club Torino di far dialogare sport e recitazione.

Cristiana Maffucci, attrice e psicologa. Quale delle due passioni è nata per prima?

“Sarebbe come cercare di stabilire se sia nato prima l’uovo o la gallina! Direi che sono nate insieme e sono proseguite parallelamente: l’una ha aiutato l’altra a crescere e a rafforzarsi. Fin da bambina ho sempre avuto una passione per la comicità. Ero la “buffoncella” di casa, mi piaceva fare le imitazioni, le battute nascevano spontanee e amavo il teatro. A 17 anni ho deciso di iscrivermi a Teatranza e ho seguito corsi di recitazione. Durante quegli anni il mio direttore artistico mi ha spinta a sviluppare il mio lato comico. Nel frattempo, proseguivo gli studi, mi diplomavo e decidevo di iscrivermi alla Facoltà di Psicologia, dedicandomi ad una disciplina che mi aveva colpita e interessata. Ho continuato a studiare recitazione e a frequentare l’Università. Nel 2003 sono entrata in una compagnia teatrale amatoriale e, successivamente, ho fatto un provino e ho iniziato a lavorare con la Compagnia Comica di Giorgio Molino, proseguendo la collaborazione per 10 anni. Spinta da un’amica, quasi per caso, ho iniziato a scrivere testi comici e ho vinto il Premio “Aquilegia Blu” nel 2004 e sono arrivata in finale al Festival della Comicità femminile. Nel corso degli anni ho imparato a differenziare teatro e cabaret e a sfruttare la psicologia nei miei spettacoli”.

E, oltre a cabaret, teatro e televisione, hai ricoperto un ruolo in un film di un grande maestro del cinema italiano, Dario Argento. Un’esperienza diversa dalle altre…

“Sì un’esperienza formativa, legata ad un momento particolarmente doloroso della mia vita. Avevo perso mia madre da qualche giorno quando sono stata contattata dall’agenzia per ricoprire un ruolo in “Giallo” di Dario Argento. In quel momento drammatico il mio primo impulso è stato quello di chiedere qualche giorno per pensarci. E’ stato mio padre a spingermi ad accettare, dicendomi che mia madre avrebbe voluto che cogliessi l’occasione e proseguissi la mia carriera. Lavorare con Dario Argento, con Adrien Brody, sia pure in un ruolo minore, è stato importante per me”.

Arriviamo a qualche giorno fa e ad “Italia’s got Talent. Hai superato le audizioni e hai conquistato pubblico e giuria.

“Da 17 anni sono un’attrice e da 10 anni faccio cabaret. Quando, a maggio dello scorso anno, sono stata contattata dalla redazione di “Italia’s got Talent” ho espresso qualche dubbio sulla possibilità di riuscire ad esprimere me stessa in un monologo di pochi minuti. Mi sembrava difficile riuscire a comunicare in un tempo tanto limitato. Devo confessare che il risultato ottenuto con i giusti tagli mi ha sorpresa, come mi sorprendono le visualizzazioni (quasi 2 milioni), le persone che mi scrivono, che mi cercano, che mi fanno i complimenti. Io vengo da un mondo circoscritto, da un’atmosfera solipsistica come quella del teatro e questo successo inaspettato, a prescindere da come andrà la gara, mi ha colpita. L’affetto del pubblico è stato travolgente, incredibile. Il messaggio che ho cercato di trasmettere è molto semplice, ma, al tempo stesso, estremamente importante: dobbiamo imparare ad amarci perché soltanto partendo da noi stessi riusciremo ad amare veramente gli altri”.

Teatro, cabaret, cinema, televisione e pattinaggio… Da tre anni ha iniziato una collaborazione con l’Ice Club Torino. Com’è nato questo rapporto?

“Il rapporto con il mondo del pattinaggio è nato grazie a mio marito che è un allenatore dell’Ice Club Torino. Edoardo De Bernardis, allenatore e coreografo, mi ha proposto di tenere stage ai loro ragazzi per aiutarli ad interpretare i programmi anche attraverso le espressioni del viso, i movimenti delle braccia. Da circa tre anni tengo due stage di recitazione: uno in inverno e uno durante l’estate e quest’anno parteciperò anche al ritiro estivo. Mi hanno chiesto di entrare a far parte del loro gruppo e mi ha fatto un immenso piacere”.

Lavora soltanto con la squadra agonistica o anche con i bambini e i ragazzi dei corsi?

“Lavoro a più livelli. Sia con i gruppi amatoriali, sia con i bambini e naturalmente anche con la squadra agonistica e gli atleti della Nazionale. Con i piccoli è più facile perché non si vergognano e si lasciano andare. Con i ragazzi più grandi è stato un processo in divenire. All’inizio, per esempio, Giada Russo che è una splendida pattinatrice, mi diceva: “Non ce la farò mai”. Lasciarsi andare è difficile. Con il tempo tutti hanno fatto grandi progressi. Una pattinatrice molto talentuosa che, proprio per la sua giovane età, è riuscita a seguirmi con una facilità maggiore è Lucrezia Beccari. Si vergogna meno e trova più semplice abbandonarsi ai miei insegnamenti e alla mia guida”.

Come si inserisce un’attrice in un mondo di allenatori, coreografi, sportivi come quello dell’Ice Club Torino?

“Sono stata accolta in modo meraviglioso. Tra tutti i membri dello staff dell’Ice Club c’è un incredibile rispetto. Ciascuno contribuisce a creare qualcosa ed è responsabile del proprio pezzettino. Io lavoro sull’espressione e metto a disposizione la mia professionalità, esattamente come fanno allenatori, coreografi, insegnanti di danza, preparatori e tutti coloro che fanno parte del gruppo. Penso che Claudia Masoero e Edoardo De Bernardis abbiano cercato di creare un team che possa preparare al meglio, sotto tutti gli aspetti, i pattinatori. E’ un’enorme soddisfazione poterne fare parte”.

 

Barbara Castellaro

Per tre giorni riapre il Parlamento Subalpino

Da venerdì 17 a domenica 19 marzo, in occasione della Giornata dell’Unità nazionale, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano riaprirà alla visita del pubblico, dopo circa 30 anni, la Camera dei deputati del Parlamento Subalpino.

Si tratta dell’unica aula parlamentare rimasta integra in Europa tra quelle nate con le rivoluzioni del 1848 ed è riconosciuta monumento nazionale dal 1898. Qui si svolse l’attività legislativa del regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860. Dal 1938, anno del trasferimento del Museo a Palazzo Carignano, la Camera Subalpina divenne parte integrante dell’esposizione. Dopo gli importanti interventi di restauro del 1988 e del 2011, che ne hanno garantito la conservazione, non è più stata accessibile. I visitatori normalmente possono ammirarla da un ampio affaccio esterno che ne consente la visione di insieme.

Perché dunque questa decisione di riaprire anche se solo per pochi giorni e in occasioni particolari la Camera Subalpina? Oltreché consentire l’accesso diretto a uno dei luoghi in cui si svolse una parte fondamentale dell’unificazione italiana, l’impegno quotidiano del Museo è quello di stimolare la cultura alla cittadinanza attiva e la condivisone dei valori collettivi. Offrire al pubblico questa opportunità vuole dire adempiere anche a tale obiettivo e cogliere le radici delle dinamiche che regolano la nostra identità di oggi. L’evento rientra nell’ambito del progetto Il Museo alla luce che si propone di sviluppare una più moderna e competitiva offerta culturale, al centro della quale è prioritaria una sempre maggiore attenzione per il visitatore. In tal senso valorizzare tale importante bene culturale significa favorire un senso di affezione e familiarità verso l’istituzione museo, come uno dei luoghi di eccellenza dove imparare e sperimentare davvero l’appartenenza ad un territorio e alla sua storia. L’iniziativa si realizza con il patrocinio e il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte: “Abbiamo sostenuto con entusiasmo la riapertura al pubblico di questo meraviglioso gioiello, cuore pulsante della vita politica del nostro paese dichiara il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus – I piemontesi, visitando l’aula, avranno la possibilità di ricordare il percorso che ci ha resi italiani. Mi emoziona sempre molto pensare che le prime tappe di tale percorso siano state compiute qui a Torino, in Piemonte.”

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Breve storia della Camera dei deputati del Parlamento Subalpino

L’aula della Camera dei deputati subalpina è l’unica rimasta integra in Europa tra i parlamenti nati dopo le rivoluzioni del 1848, e monumento nazionale dal 1898. In origine era il salone d’onore al piano nobile del palazzo dei principi di Carignano, progettato da Guarino Guarini ed edificato tra il 1679 e il 1683. Qui si svolse l’attività legislativa del regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860. Promulgato lo Statuto albertino si pose infatti il problema di dove collocare in tempi strettissimi le due aule parlamentari. Per il Senato fu scelto Palazzo Madama, per la Camera il vasto spazio ellittico del salone di Palazzo Carignano. A due settimane di distanza dalla proclamazione dello Statuto, la stesura del progetto fu affidata, il 18 marzo 1848, a Carlo Sada. In cinquanta giorni fu realizzata la trasformazione dell’antico salone ovale in una sala ad anfiteatro con i seggi dei deputati posti a semicerchio dinanzi al banco del presidente e dei segretari. La prima seduta, con l’inaugurazione della prima legislatura, avvenne l’8 maggio intorno alle 13. Dal giorno seguente le sedute proseguirono regolarmente e furono aperte a pubblico, mentre erano in corso le ultime rifiniture. Rimaneggiamenti dell’aula si resero necessari quando aumentarono i deputati con le annessioni, tra il 1859 e il 1860, prima della Lombardia, poi dell’Emilia e della Toscana, fino a quando col progredire dell’unificazione al Centro e al Sud, l’antico salone d’onore dei principi di Carignano divenne troppo piccolo. All’architetto Peyron fu affidato l’incarico di realizzare un’aula provvisoria nel cortile, mentre veniva avviato l’ampliamento del Palazzo verso piazza Carlo Alberto, per collocarvi l’aula definitiva del Regno d’Italia.L’aula della Camera ellittica fu chiusa, ma non smantellata; subito le si riconobbe il carattere di monumento nazionale, ratificato poi da un decreto del 4 marzo 1898 in occasione del cinquantenario dello Statuto. Nel 1911 per i cinquant’anni del Regno vi si tenne una seduta straordinaria. Dal 1938, anno del trasferimento a Palazzo Carignano, l’aula della Camera entrò a fare parte dell’allestimento del Museo Nazionale del Risorgimento, che ne preservò negli anni la conservazione e manutenzione. In tale prospettiva dall’importante operazione di restauro, svolta nel 1988, l’aula della Camera non è più stata accessibile al pubblico. Un nuovo restauro venne compiuto nel 2010-2011 in occasione del riallestimento del Museo, con un ampio affaccio da un soppalco, per permettere ai visitatori di ammirare la Camera subalpina al centro del percorso museale.

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Informazioni pratiche

Nelle giornate del 17, 18 e 19 marzo il Museo Nazionale del Risorgimento sarà aperto come di consueto dalle ore 10 alle ore 18. Dopo aver visitato le prime quindici sale, il pubblico sarà accolto davanti alla Camera dei deputati del Parlamento Subalpino e accompagnato al suo interno a piccoli gruppi da una guida. Potrà poi proseguire la visita alle rimanenti sale dell’esposizione. Non sono previste maggiorazioni sul prezzo del biglietto di ingresso: varranno le consuete

“Coraggio…musica”, le canzoni partigiane della Band Del Pian Cavallone

S’intitola “Coraggio..musica!” il Cd della Band Del Pian Cavallone che propone testi e canzoni della lotat di Liberazione. La Band Del Pian Cavallone (il nome del gruppo è un omaggio alla “banda” del comandante partigiano Nino Chiovini che fu tra i primi a iniziare la resistenza sui monti del Verbano) è composta da Flavio Maglio (Voce),Renato Pompilio (Chitarra), Giancarlo Ellena (Sax),Fabio De March (Basso),Andrea Cocco (Batteria) e si avvale dell’attrice Silva Cristofari come voce recitante. I musicisti, tutti della zone della sponda piemontese del lago Maggiore, sono diplomati di conservatorio e docenti in scuole statali  e private a indirizzo musicale. “Il nostro è un omaggio a musicisti, poeticantori noti e meno noti che hanno sfidato l’oppressione, con responsabilità hanno scelto di ascoltare la propria coscienza e si sono ribellati “, spiega Flavio Maglio. “ Una selezione di brani composti da grandi musicisti storici, da partigiani e da giovani autori nostrani contemporanei riarrangiati facendo riferimento a generi, ritmi, sonorità ed esperienze che ci hanno accompagnato nella nostra vita professionale. L’impronta dominante appartiene al jazz e allo swing con sconfinamenti alla bossa nova e al pop-rock anni ’60”. Tutti i brani di questo progetto – che gode del sostegno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – sono presentati e arricchiti da brevi introduzioni e da pieces recitate. L’opera si persta anche per dei veri e propri recital e, tra gli autori illustri delle quattordici canzoni che compongono il Cd,  ci sono Ella Fitzgerald, Dario Fo, Gianni Rodari, Sergio Liberovici, Sergio Endrigo, Trilussa.  “La parte centrale del nostro lavoroè dedicata ai canti che riguardano le vicende partigiane  appartenenti al Piemonte nord orientale e alla Lombardia nord occidentale, attorno al bacino del Lago Maggiore, alle Prealpi e alle Alpi, le montagne che furono teatro della lotta di liberazione”, afferma Maglio. La musica , del resto, è da sempre la voce dei territori e – come sostengono quelli della “Band del Pian Cavallone”  serve a dare testimonianza di un percorso di ricerca e di esperienze storico  musicali vissute per soddisfare il bisogno di ‘fare memoria’, con l’intento di mantenere vivi i principi ed i valori che hanno animato e animano ancor oggi i ‘resistenti’ cercando di attualizzarli attraverso un linguaggio musicale contemporaneo. La “Band” il prossimo 21 aprile ( alle ore 21) salirà sul palco del centro Sant’Anna a Pallanza (Vb) per il primo appuntamento di “Coraggio…Musica!” che nei prossimi mesi li porterà a percorrere diverse tappe con il loro  spettacolo di narrazione musicale.

Marco Travaglini

Il motto dell’Artiglieria Italiana: “Sempre e Dovunque”

“Mi chiedo: nel 2018 ricorre il centenario della Vittoria della Grande Guerra. Con quale faccia noi Artiglieri d’Italia celebreremo sul Piave la Battaglia del Solstizio, al cospetto dei nostri Cauti ed Eroi? col motto sbagliato?”

Gent.mo Direttore,

già lo scorso anno pubblicai un’accurata ricerca su l’origine del motto dell’Artiglieria Italiana che, ripeto, è Sempre e Dovunque e che risale al R.D. 13 luglio 1849 di Vittorio Emanuele II. Tutte le altre versioni, Sempre ed Ovunque e Sempre e Ovunque, sono frutto di errate trascrizioni successive, che possono essere avvenute anche in buona fede. Quando però oggi si insiste a ripeterlo, perde tale aspetto di buona fede per assumere quello di caparbietà di parte.

Quindi, per quegli “ultimi giapponesi” dell’ A.N.Art.I. – per la verità assai pochi – che non si arrendono all’evidenza e rimangono arroccati sulle loro posizioni per non doversi smentire, invio le foto di alcuni reperti storici (medaglie, lapidi, monumenti, etc.) che i nostri “accurati”predecessori – come ebbe a chiamarli il nostro Presidente Nazionale per confutare il mio dire – ci hanno lasciato.

Le fotografie (qui ne pubblichiamo solo alcune) riportano scritto il motto. Ma andiamo per ordine.

reperti associativi A.N.Art.I.nastro A.P.A.I. – 1927, custodito dalla Sez. Provinc. di Torino;medaglia commemorativa del Raduno Interregionale Torino – Vercelli del ‘936;

medaglia commemorativa del 7° Raduno Nazionale di Palermo del 1939;

medaglia commemorativa dell’inaugurazione del Monumento all’Artigliere da Montagna in Torino;

monumenti, lapidi, altro.

monumento all’Artiglieria corazzata – Caserma Scalise VC;lapide bronzea – Caserma Tukory di Palermo;

francobollo commemorativo del 5°Regg.to Artiglieria.

Già lo scorso anno ebbi a dimostrare come il motto in argomento Sempre e Dovunque sia a larga maggioranza ripetuto sui vari decreti di conferimento della decorazioni alla Bandiera dell’Arma di Artiglieria. Solo una volta invece compare l’Ovunque, ma è da precisare che trattasi di un duplicato di decreto – datato 25 luglio 1914 – che riporta però ben evidente in alto a destra il timbro DUPLICATO.

Pubblicai inoltre la foto dell’ingresso principale del Comando della Scuola di Artiglieria di Bracciano, con sopra il solito motto ed infine evidenziai come anche il giornale Associativo L’ Artigliere, riportasse – fino a fine anni settanta, allorquando assunse l’attuale formato di rivista – il sottotitolo SEMPRE E DOVUNQUE, sia in epoca monarchica che repubblicana.

 

Oggi però, a parte tutte le disquisizioni, l’autorevole conferma del vero motto dell’Artiglieria Italiana lo si apprende da due alte Istituzioni dell’Esercito Italiano: l’Accademia Militare di Modena, primo istituto di formazione dei futuri Ufficiali- sia dell’Esercito Italiano sia dei Carabinieri- e il Comando Artiglieria e Ispettorato dell’Arma:

la prima custodisce, nel “Tempio della Gloria” di Palazzo Ducale la lapide bronzea della Medaglia d’oro al V.M. concessa all’Arma di Artiglieria per il suo valore, la sua perizia, il suo sangue prodigati nella 1^ Guerra Mondiale;il secondo con i decreti di conferimento delle decorazioni alla Bandiera relativi alla 1^ Guerra Mondiale e alla Guerra d’Etiopia del 1935, mostrati al seminario di Artiglieria del maggio 2016.

Ad abundantiam, nel frattempo è giunta la risposta della Segreteria della Reale Casa di Savoia ad una mia richiesta- sempre in merito al motto- che avevo inoltrato il 29 set. 2016 a S.A.R. Amedeo di Savoia, 5° Duca d’Aosta, nella considerazione che la tradizione sabauda prevedeva che il primogenito del Duca fosse Artigliere, come lo furono S.A.R. Emanuele Filiberto, il Comandante dell’Invitta 3^ Armata, che da Colonnello aveva comandato il 5° Reggimento Artiglieria e Suo figlio S.A.R. Amedeo II di Savoia, l’Eroe dell’Amba Alagi, che si arruolò a 16 anni volontario nella 1^ Guerra Mondiale come Artigliere e successivamente, nel 1931, comandò il 23° Reggimento da Campagna con sede a Trieste.

Per la verità Sua Altezza Reale, con biglietto a Sua firma, mi aveva già risposto l’8 ottobre da San Rocco dicendo di non potere, al momento, essermi d’aiuto per vari motivi di trasloco, essendo il suo archivio depositato in casse a Firenze, al momento di difficile consultazione. Pur tuttavia la ricerca non e stata messa da parte e il 12 febbraio ho avuto la bella sorpresa di avere altra autorevole risposta circa il motto, come riportato nella lettera sottostante.

Concludo auspicando che la Presidenza Nazionale A.N.Art.I. torni, senza indugiare oltre, alle origini. E poi mi chiedo: nel 2018 ricorre il centenario della Vittoria della Grande Guerra. Con quale faccia noi Artiglieri d’Italia celebreremo sul Piave la Battaglia del Solstizio, al cospetto dei nostri Cauti ed Eroi? col motto sbagliato? Il Decreto riproposto dal Comando Artiglieria, la Lapide dell’Accademia Militare e la risposta della segreteria del Duca d’Aosta docent.

Gen. Luigi Ghezzi

Delegato. A.N.Art.I. Piemonte e Valle d’Aosta