CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 617

Progetto di Storia contemporanea, 125 studenti premiati

La 36° edizione del Progetto di Storia contemporanea, bandito dal Comitato Resistenza e Costituzione in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, s’avvia alla sua fase finale. I 25 gruppi vincitori ( 125 studenti, dei quali 69 ragazze degli istituti d’istruzione di 2° e degli enti di formazione professionale piemontesi) parteciperanno, accompagnati dai loro insegnanti, ai tre viaggi di studio che si svolgeranno nel mese di maggio e avranno come meta Trieste (la Risiera di San Sabba e la Foiba di Basovizza, il confine orientale – dal 5 al 7 maggio), la Polonia (i campi di Auschwitz-Birkenau – dal 12 al 14 maggio) e l’Austria (Mauthausen e Gusen – dal 19 al 21 maggio). Gli studenti vincitori saranno premiati pubblicamente a Torino presso la sede del Consiglio regionale ( aula consiliare di Palazzo Lascaris) nella mattinata di Lunedì 29 maggio 2017. “Da oltre trent’anni, tra le tante iniziative promosse dal Comitato per la difesa e l’affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione, istituito nel 1976 – commenta il vicepresidente del Consiglio regionale delegato al Comitato – spicca questo progetto di storia contemporanea che, nel tempo, ha coinvolto oltre 43mila studenti e 1.650 insegnanti. La storia è uno strumento prezioso per capire il presente e imparare dagli errori del passato e la partecipazione al nostro progetto consente alle ragazze e ai ragazzi di fare storia e memoria del passato e, contemporaneamente, educazione al presente “.

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La graduatoria è pubblicata sul sito del Consiglio regionale del Piemonte ed è consultabile a questo link 

 

Storie di tram in tempo di guerra

Presentazione del graphic novel “Il tram. Cronaca di una giornata sotto le bombe” di Roberto Albertini e del volume “Il tram va alla guerra” di Simone Schiavi e Antonio Accattatis Giovedì 13 aprile, ore 18 Sala conferenze – Palazzo San Celso, corso Valdocco 4/A

 

Due linguaggi differenti, per raccontare un pezzo di vita quotidiana durante la guerra: il trasporto urbano. Alle sedici tavole illustrate di Roberto Albertini che raccontano la giornata di un operaio di Mirafiori nella Torino in guerra e che saranno esposte in sala, farà da contrappunto un volume pubblicato dall’Associazione Torinese Tram Storici che contiene racconti e immagini di Torino, dei suoi tram e dei suoi filobus durante la guerra. Ne discuteranno con gli autori Enrico Manera (Istoreto) e Guido Vaglio (Museo Diffuso della Resistenza) Le tavole illustrate di Roberto Albertini saranno visionabili presso gli spazi del Museo fino al 30 aprile. Sempre il 30 aprile alle ore 15 (replica alle ore 16,15) si terrà un percorso di approfondimento con il tram storico 3501 (da piazza Statuto e ritorno passando attraverso piazza XVIII Dicembre, via Pietro Micca, via Cernaia, via Po, piazza Vittorio Veneto, Piazza Gran Madre). A bordo una guida del Museo Diffuso illustrerà gli aspetti relativi ai luoghi significativi per il periodo della Liberazione a Torino un volontario ATTS illustreranno la storia dell’associazione, del tram e del trasporto pubblico con particolare riferimento al periodo bellico.

 

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A cura del Museo in collaborazione con ATTS Per informazioni www.museodiffusotorino.it

Corpi attraverso i confini

Una bandiera accoglie i visitatori. In tinta arancio interrotta da una sola implacabile struggente striscia nera, è la “bandiera dei rifugiati”, disegnata dall’artista siriana Yara Said (fatta sventolare per la prima volta dal Team dei Rifugiati ai Giochi di Rio 2016) e che vuole essere un chiaro riferimento al giubbotto salvagente indossato dai migranti durante le tragiche traversate sulle sgangherate “carrette del mare”. Siamo all’ingresso della “Fondazione Merz” di via Limone a Torino, una delle nuove e decentrate sedi pensate per gli eventi di Biennale Democrazia 2017, dedicata quest’anno alle “Uscite di emergenza” e conclusasi, con una vera e propria “maratona del pensiero” (oltre 100 appuntamenti e 246 relatori nazionali e internazionali) domenica 2 aprile scorso.

Qui alla “Merz” proseguirà invece, fino al 30 aprile, la mostra “Corpi attraverso i confini: memorie dell’Europa di oggi”, fra gli eventi sicuramente più interessanti e collaterali alla quinta edizione della Biennale voluta dalla Città di Torino, realizzata dalla Fondazione per la Cultura e presieduta da Gustavo Zagrebelsky. Allestita su un progetto di Melina Mulas e con il coordinamento espositivo di Luisa Passerini, la mostra vuole riflettere e, soprattutto, far riflettere su una delle crisi emergenziali e dai risvolti spesso drammatici del nostro tempo: la condizione dei migranti o meglio delle “persone in mobilità” come in molti amano definirsi. Vite seriamente problematiche, storie spesso di profonda disperazione ma anche di salvezza e di inattese rinascite. Iniziate tutte da un “viaggio”. Da strazianti e insicure “fughe” dalla guerra, dalla fame, da massacri e miserie senza limiti; in balia di destini che hanno spesso il volto dell’indifferenza, di muri d’acqua mortali o di terre “altre” ben lontane da quella ricercata “geografia emotiva” (il vero luogo d’origine) che tutti sperano di incontrare; addosso e nei cuori solo incertezze per un futuro in molti casi privo di solidarietà e d’ogni sentore di pietas umana. Tutto questo può essere letto nella toccante mostra allestita alla “Merz”, che nasce dal progetto di ricerca BABE (“Bodies Across Borders: Oral and Visual Memory in Europe and Beyond”), finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, e diretto da Luisa Passerini. Avviato quattro anni fa, il progetto è scrupolosamente documentato in rassegna attraverso un variegato e toccante materiale – fatto di interviste, filmati, disegni e fotografie – raccolto in Italia e in Olanda. Le interviste riportano anche le riflessioni di studenti e docenti delle scuole dedicate all’insegnamento della lingua italiana e olandese; altre, di grande interesse, sono state realizzate all’interno delle comunità di migranti più numerose in Europa (come quella peruviana) o di maggior peso per la storia del colonialismo italiano ed olandese, come quelle del Corno d’Africa e dell’Indonesia. Narrazioni e immagini “che incrociandosi con le nostre possono costruire nuove memorie europee”. Per questo motivo, i visitatori sono anche invitati a interagire attivamente, lasciando su lunghi tavoloni predisposti all’occorrenza le loro riflessioni e i loro personali disegni. Perché in fondo “le emergenze – come sottolinea Gustavo Zagrebelsky – ci chiedono, affinché non se ne sia semplicemente travolti, di cercare parole e categorie per affrontare il mondo e sperimentare nuove forme di azione comune”.

Gianni Milani

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“Corpi attraverso i confini: memorie dell’Europa di oggi”

Fondazione Merz, via Limone 24, Torino; tel. 011/19719437 – www.fondazionemerz.org

Fino al 30 aprile

Orari: mart. – dom. 11 / 19; lunedì chiuso

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Le foto:La “bandiera dei rifugiati”

– Leslie Hernàndez: “Manifestazione internazionale contro la violenza di genere in Perù”, Barcellona 2016
– Killa: “Traiettorie migratorie”, Barcellona 2016
– Visitatori “al lavoro”

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Sempre correlate al programma di “Biennale Democrazia 2017”, sono altre due le mostre a tema ancora visitabili a Torino

  • – Fino al 20 maggio, presso la “Film Commission”, in via Cagliari 40-42, prosegue “Esodi e conflitti, il diritto alla speranza”. Curatela artistica di Patrizia Bottallo ed organizzazione a cura di Associazione martin-Martini Arte Internazionale, la rassegna documenta le conseguenze dei conflitti nel mondo mettendo a confronto i linguaggi dell’arte e del foto-reportage.
  • – E fino al 5 giugno, presso Urban Center Metropolitano, in piazza Palazzo di Città 8/f, è visitabile “Abitare in Italia, Emergenze, Politiche, Nuove Pratiche”, mostra fotografica dedicata ai progetti innovativi di “social housing” realizzati negli ultimi anni

 

 

Trent’anni fa, la scomparsa di Primo Levi

Trent’anni fa, l’11 aprile 1987 moriva suicida a Torino Primo Levi, autore de “La tregua” e di “Se questo è un uomo”. Nato a Torino nel 1919 da famiglia ebrea, terminò a fatica gli studi a causa dell’introduzione delle leggi razziali. Riescì comunque a laurearsi e nel 1943 entrò in contatto con un gruppo di partigiani operante in Val d’Aosta. Nel dicembre dello stesso anno, venne arrestato dalla milizia fascista. Con altri 650 ebrei, fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. Il suo romanzo “Se questo è un uomo”, racconta le sue drammatiche esperienze nel lager nazista, diventando un classico della letteratura mondiale. Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di concentramento e , come testimone di tanto dolore e atrocità, sentì il dovere di raccontare. Con “La tregua”, vinse la prima edizione del Premio Campiello e, nel 1986, pubblicò “I sommersi e i salvati”.

 

Giocattoli sfioriti

Le poesie di Alessia Savoini

 

Via Roma è una sfilata tra volti spenti

di sagome portavoci di un’epoca

Assenza e posa

Vengono vestiti, svestiti della loro nudità

Non disegnano le bocche per non udirli pronunziare

Le parrucche 

Di fantocci addormentati

Giocan su sé stessi 

Seguendo nuovi passi

Sui manichini

In via Roma

A giudicar passanti.

E’ Morto Giorgio Barberi Squarotti

Di Pier Franco Quaglieni

E’ mancato  a Torino Giorgio Barberi Squarotti, docente universitario, critico letterario e poeta. Si era occupato di letteratura italiana moderna e contemporanea, spaziando da Manzoni a Verga, da Pascoli a Gozzano per giungere   ai principali autori di tutto il ‘900. Fu un lettore attento di Gabriele d’Annunzio ,contribuendo in maniera determinante a “sdoganare” uno dei più grandi poeti novecenteschi, condannato all’oblìo perché considerato un ispiratore di Mussolini e del fascismo.

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Tra i suoi interessi ci fu anche Machiavelli e Giordano Bruno. Il suo saggio su Camillo Sbarbaro del 1971 consacrò in modo definitivo il valore del poeta ligure. Veniva dalla scuola di Giovanni Getto, ma fu uno di quegli allievi che seppe serbare rispetto per il maestro, pur andando oltre il suo magistero. Di quella scuola torinese appare oggi il più fecondo, originale, aperto allievo che, forse, ha superato lo stesso maestro. Ricordo che nel clima buio del ’68 ,quando Getto venne contestato ed emarginato, la figura di Giorgio incominciò ad emergere in modo sicuro come un riferimento intellettuale di grande significato. Dopo la morte di Salvatore Battaglia diventò  direttore scientifico del  monumentale Grande dizionario della lingua italiana edito dalla Utet ,la più importante opera dopo il Dizionario di Niccolò Tommaso. In questa fatica si avvalse soprattutto  del lavoro diuturno e meticoloso di Loris Maria Marchetti che coordinò quel progetto. Nel 1971 creò la Biennale  di poesia ad Alessandria  con Gianluigi Beccaria, Marziano Guglielminetti e Giorgio Caproni. Era un uomo aperto al dialogo che non si irrigidì mai nell’accademismo astratto, pur mantenendo ,come è doveroso per un grande studioso, il necessario distacco critico. Negli anni in cui  spadroneggiavano i furori ideologici ed Edoardo Sanguineti ,altro allievo di Getto, si lasciò trascinare nella politica militante ed a volte faziosa, Barberi si mantenne sempre in disparte. Anche Guglielminetti si lasciò sedurre dal Pci e fece l’assessore al comune di Torino. Il nome di Giorgio rimase fuori dalla corsa di troppi intellettuali verso il Pci. Ci volle del coraggio e una notevole indipendenza di giudizio.

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Nel 1977 lo invitai-come feci tante altre volte nel corso degli anni- a parlare al Centro “Pannunzio”.
Si trattava di un incontro previsto nell’Aula Magna dell’Università di Torino e dedicato a Gabriele d’Annunzio. Il rettore  Giorgio Cavallo- che amava anche lui d’Annunzio, non foss’altro che per le sue origini abruzzesi- mi telefonò e mi disse che i contestatori avevano minacciato di occupare l’aula magna perché si parlava di un “fascista”. Risolse il problema Barberi suggerendo il tema: ”Le distanze da d’Annunzio”. Così si tenne, nell’indifferenza incolta dei potenziali disturbatori, il convegno dannunziano che ebbe grande successo di pubblico. Dieci anni dopo con l’editrice Paravia organizzai un convegno su d’Annunzio al teatro Colosseo con studenti provenienti da tutto il Piemonte. Anche in quella occasione Barberi fu,insieme ad altri studiosi di rango , fu protagonista. Più o meno in quello stesso periodo invitai Giovanni Getto ,quasi dimenticato da tutti, a tenere una lectio magistralis sui “Sepolcri” del Foscolo .Tanti vennero ad ascoltare il vecchio maestro, in primis Barberi Squarotti.
La cultura italiana ha perso un maestro, quella torinese un uomo coraggioso che seppe tutelare l’indipendenza dei suoi studi che ,ad un certo livello, sono solo cultura, anzi altissima cultura.

 

(foto Genesi Editrice)

Vivaldi e Torino. “L’inconorazione di Dario” al Regio

 

Di scena al teatro Regio di Torino, per la sua prima esecuzione torinese, giovedì 13 aprile alle 20 “L’Inconorazione di Dario”di Antonio Vivaldi. Esiste un legame particolarmente stretto tra il musicista veneziano e la capitale sabauda. Alla Biblioteca Nazionale di piazza Carlo Alberto è custodito, infatti, il Fondo Foà -Giordano, comprendente ben 27 volumi di manoscritti Vivaldi, in gran parte autografi, tra cantate, opere sacre e musica strumentale.

Tra queste la partitura dell’ nconorazione di Dario, comprendente la Sinfonia e tre atti. Nel libretto, composto da Adriano Morselli, si precisa che si tratta di un dramma per musica da rappresentarsi al teatro di Sant’Angelo come terza opera del Carnevale 1716 e proprio il libretto risulta dedicato all’ Altezza Serenissima Don Antonio Fernando Gonzaga, duca di Guastalla. A parte la vicenda principale, l’opera è ricca di scenette comiche e conosce una frammentazione dell’azione, responsabile sul piano musicale dell’alternanza di recitativi e arie, che si sgretolano in varie ariette. La parte musicalmente più curata è quella di Oronte, pretendente di Statira, mezzosoprano, interprete dell’ aria ” on mi lusinga vana speranza”, accanto al ruolo di Dario, re dei Persiani, interpretato dal tenore Carlo Allemano, a sua volta interprete di quattro arie. La principessa primogenita di Ciro, Statira, è il contralto Sara Mingardo. La sorella minore Argene è interpretata dal contralto Delphine Galou e il filosofo Niceno dal baritono Riccardo Novaro. “La strumentazione dell’opera – afferma lo studioso Mario Rinaldi – è a tratti molto accurata, soprattutto laddove il fagotto accompagna le chiacchiere del filosofo Niceno nell’atto primo e nell’aria del terzo “Sentirò tra ramo e ramo”, nella quale sono presenti violino, violoncello e flauto, in intervalli studiati per raggiungere un effetto ornitologico”. L’inconorazione di Dario fa parte del progetto Opera barocca e rappresenta il cuore del Festival Vivaldi, che coinvolge, oltre al teatro Regio, anche altre importanti istituzioni musicali e culturali torinesi.

 

Mara Martellotta

Festival Vivaldi, un weekend in musica

IL PROGRAMMA DELLA RASSEGNA MUSICALE

 

Sabato 18 aprile

 

 

Al Castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo alle ore 17.30 si terrà il concerto «AMOR, HAI VINTO» Tiepolo e il Settecento veneto, con L’Astrée, Gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis, Stéphanie Varnerin soprano, Francesco D’Orazio violino, Pietro Prosser arciliuto e chitarra barocca e Giorgio Tabacco clavicembalo.

 

Di Antonio Vivaldi verranno proposte:

Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 14
Amor, hai vinto, cantata per soprano e basso continuo RV 651
Sonata in la maggiore per violino e basso continuo RV 31
Elvira anima mia, cantata per soprano e basso continuo RV 654
Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 27
Lungi dal vago volto, cantata per soprano, violino
e basso continuo RV 682

 

Il concerto si svolgerà in occasione della mostra Tiepolo e il Settecento veneto, allestita fino al 14 maggio nelle sale storiche del Castello di Miradolo: un percorso in 50 opere, alla scoperta del Secolo dei lumi, che comprende capolavori di Giambattista e Giandomenico Tiepolo e di altri grandi Maestri veneti ed europei.

Chi assiste al concerto, al termine può partecipare a una visita guidata riservata e a un aperitivo. Prenotazione obbligatoria (minimo 20 persone). Ingresso Euro 15 (prenotazione obbligatoria – Tel. 0121 376545)

A cura della Fondazione Cosso e dell’Academia Montis Regalis.

 

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Nella Biblioteca Nazionale di piazza Carlo Alberto alle ore 17.30 si svolgerà il concertoFLORILEGIO OPERISTICO” con Oksana Lazareva contralto, Andrea Cristofolini pianoforte e le danzatrici Giusi Zanfa e Monica Rosolen.

 

Di Antonio Vivaldi verranno eseguite:
«Anderò, volerò, griderò» da Orlando finto pazzo RV 727
«Così potessi anch’io» e «Sorge l’ingrato nembo»
da Orlando furioso RV 728

«Dividete i giusti dei» da Il Farnace RV 711
«Sol da te mio dolce amore» da Orlando furioso
«Del goder la bella speme» da Arsila, regina di Ponto RV 700

«Nel profondo cieco mondo» da Orlando furioso
«Tu dormi in tante pene» da Tito Manlio RV 738
«Se parto, se resto» da Catone in Utica RV 705

«Ho il cor già lacero» da Griselda RV 718
«Vedrò con mio diletto» da Il Giustino RV 717

L’esecuzione musicale è intervallata da tre interludi danzati sui movimenti del Concerto in mi maggiore op. 8 n.1 “La primavera” RV 269

 

Ingresso libero

 

A cura dell’Associazione Concertante – Progetto Arte&Musica, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’AssociazioneABNUT

 

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Alle ore 20.30 alla Biblioteca Nazionale si terrà “IL CONCERTO DOPPIO IN VIVALDI E BACH” con Roberto Ranfaldi maestro concertatore e violino, Alessandro Milani violino, Carlo Romano oboe e l’Ensemble d’Archi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Diretta Facebook della presentazione e dei primi minuti del concerto.

 

Antonio Vivaldi
Concerto in la maggiore per archi e basso continuo RV 158
Concerto in la minore per due violini, archi e basso continuo op. 3 n. 8 RV 522

Johann Sebastian Bach
Concerto in re minore per violino, oboe, archi e basso continuo BWV 1060

Antonio Vivaldi
Concerto in si bemolle maggiore per violino, oboe, archi e basso continuo RV 548

Johann Sebastian Bach
Concerto in re minore per due violini BWV 1043

Ingresso libero

A cura dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT

 

Domenica 9 aprile

 

Alla Biblioteca Nazionale alle ore 17.30 si terrà il concerto «AMOR, HAI VINTO» con L’Astrée, Gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis, Stéphanie Varnerin soprano, Francesco D’Orazio violino, Marco Testori violoncello, Pietro Prosser arciliuto e chitarra barocca e Giorgio Tabacco clavicembalo.

Di Antonio Vivaldi:

Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 14
Amor, hai vinto, cantata per soprano e basso continuo RV 651
Sonata in la maggiore per violino e basso continuo RV 31
Elvira anima mia, cantata per soprano e basso continuo RV 654
Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 27
Lungi dal vago volto, cantata per soprano, violino e basso continuo RV 682

Ingresso libero.

A cura della Biblioteca Nazionale, dell’Associazione ABNUT e dell’ Academia Montis Regalis.

 

 

Lunedì 10 aprile

 

Alle ore 10.30 e alle 20.30 al Teatro Regio si svolgerà il concerto “VIVALDI E PIAZZOLLA, LE OTTO STAGIONI”  con Sergey Galaktionov maestro concertatore e violino e l’Orchestra del Teatro Regio

Antonio Vivaldi

Le Stagioni, concerti per violino, archi e basso continuo nn. 1-4 da Il cimento dell’armonia e dell’inventione op. 8

 

Astor Piazzolla

Las cuatro estaciones porteñas

Concerto in mi maggiore “La primavera” RV 269
Primavera porteña
Concerto in sol minore “L’estate” RV 315
Verano porteño
Concerto in fa maggiore “L’autunno” RV 293
Otoño porteñov Concerto in fa minore “L’inverno” RV 297
Invierno porteño

Posti numerati Euro 15.
Under 16 Euro 10 (gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili). 18app: Euro 10, e con 1 euro in più acquisti un altro biglietto. Con il sostegno di Ecopack, in ricordo di Adelina Ferri. A cura del Teatro Regio Torino

 

 

INFO: www.comune.torino.it/festivalvivaldi

Oggi al Cinema

Le trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

L’altro volto della speranza – Commedia drammatica. Regia di Aki Kaurismaki, con Sherwan Haji. Khaled ha perso la propria famiglia nella violenza di Aleppo. Fugge e arriva a Helsinki nascosto nella stiva di un cargo, ma al rifiuto delle autorità di prendersi cura di lui preferisce la clandestinità. Mentre si mette alla ricerca della sorella salvatasi da quegli eccidi, trova rifugio nel ristorante di uno sperduto paese, di cui un commesso viaggiatore è appena venuto in possesso. Orso d’argento al FilmFest di Berlino. Durata 91 minuti. (Eliseo blu, F.lli Marx sala Groucho, Nazionale sala 1)

 

Ballerina – Animazione. Regia di Eric Summer e Eric Warin. Félicie vive in un orfanotrofio in Bretagna. Un giorno fugge per raggiungere la Parigi della Belle Epoque, nella speranza di veder realizzato il suo sogni di diventare una étoile dell’Opera. Con lei l’amico Victor: il suo sogno è quello di diventare un famoso inventore. Durata 89 minuti. (Massaua, Uci)

 

La Bella e la Bestia – Fantasy. Regia di Bill Condon, con Emma Watson, Emma Thomson, Kevin Kline, Stanley Tucci e Dan Stevens. Bella finisce prigioniera nel castello governato da un giovane principe tramutato in bestia come punizione del suo cuore senza sentimenti e per il suo egoismo. Fa amicizia con i servitori anch’essi divenuti un candelabro, un pendolo, una teiera, un clavicembalo, uno spolverino. Insieme a loro, saprà guardare al di là dell’aspetto orribile del principe che a sua volta svelerà un animo gentile. Durata 129 minuti. (Massaua, Eliseo Rosso, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Classe Z – Commedia. Regia di Guido Chiesa, con Andrea Pisani, Alessandro Preziosi e Greta Menchi. Un preside decide di spostare in una sezione appositamente creata alcuni studenti dell’ultimo anno di un liceo scientifico. Quelli più “problematici” vengono “rifiutati” dai propri insegnanti, soltanto il nuovo supplente di lettere, fautore dei metodi libertari del professor Keating dell’”Attimo fuggente”vorrebbe garantire per loro ma non potrà far altro che decidere di abbandonare la propria missione. Ma forse non definitivamente. Durata 92 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

La cura del benessere – Thriller. Regia di Gore Verbinski, con Dane DeHaan e Jason Isaacs. Lockhart viene mandato in un centro benessere sulle Alpi svizzere con un preciso incarico, recuperare l’amministratore delegato dell’azienda per cui lavora. Si accorgerà subito che i metodi dell’istituto non sono proprio secondo “le norme” e farà fatica a comprendere quanto sta succedendo in quel luogo. Gli verrà in aiuto una misteriosa ragazza, paziente del dottor Volmer. Durata 146 minuti. (Lux sala 3, Uci)

 

Il diritto di contare – Drammatico. Regia di Theodore Melfi, con Octavia Spencer, Janelle Monàe, Taraji P. Hanson e Kevin Kostner. Una storia vera, tre donne di colore nella Virginia degli anni Sessanta, orgogliose e determinate, pronte a tutto pur di mostrare e dimostrare le proprie competenze in un mondo dove soltanto gli uomini sembrano poter entrare e dare un’immagine vittoriosa di sé. Una valente matematica, un’altra che guida un gruppo di “colored computers”, la terza aspirante ingegnere, senza il loro definitivo apporto l’astronauta John Glenn non avrebbe potuto portare a termine la propria spedizione nello spazio e gli Stati Uniti non avrebbero visto realizzarsi il proprio primato nei confronti dei russi. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Ombrerosse, Romano sala 1, Uci)

 

Elle – Drammatico. Regia di Paul Verhoeven, con Isabelle Huppert, Laurent Lafitte e Christian Berkel. Al centro della vicenda, tratta dal romanzo “Oh…” di Philippe Djian, è Michèle, interpretata da una Huppert che a detta di molti avrebbe ben avuto diritto a tenere per il ruolo un luccicante Oscar tra le mani. È una scalpitante imprenditrice di mezza età nel ramo videogiochi, obbligata a gestire una più che variopinta compagine familiare, a cominciare da un ex marito di poca fama nel campo letterario, da una madre che vede non di buon occhio l’età che avanza, da un figlio che non vive certo secondo le sue aspettative, di un amante che le è venuto a noia. Da un padre che in passato con un gesto sanguinoso ha cambiato la sua esistenza. Anche la sua vita ha un segreto, lo scopriamo fin dall’inizio: un uomo mascherato, una sera, si introduce nel suo appartamento e la violenta. Chi è quell’uomo? E perché la donna non va alla polizia per una denuncia, continuando la vita di sempre? Durata 140 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Chico)

 

Ghost in the shell – Fantascienza. Regia di Rupert Sanders, con Scarlett Johansson, Juliette Binoche e Michael Pitt. Tratto dal manga di Masamune Shirow del 1989, è la storia del Maggiore Kusanagi – cyber-guerriera che non riesce che a ricordare pochi tratti del suo passato di umano – in lotta contro un terrorista in lotta con il mondo. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

In viaggio con Jacqueline – Commedia. Regia di Mohammed Hamidi, con Lambert Wilson e Fatsah Bouyahmed. Un contadino algerino di nome Fatah è invitato al Salone dell’Agricoltura di Parigi, accetterà di parteciparvi ma soltanto accompagnando la sua preziosa mucca Jacqueline e affrontando un’avventura allegra quanto rocambolesca. Durata 92 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

Kong: Skull Island – Avventura. Regia di Jordan Vogt-Roberts, con Tom Hiddleston, Brie Larson, John Goodman, Samuel Jackson e John J. Reilly. Ennesima rivisitazione del mito King Kong, una spedizione ambientata nel 1973 allorché le truppe americane abbandonarono il disastrato Vietnam. Una spedizione voluta dalla scienziato Randa e diretta verso una misteriosa isola, guidata da un ex capitano inglese, con al seguito una fotografa pacifista, un pilota recluso nell’isola dai tempi della fine del conflitto mondiale, il comandante di una squadriglia di piloti di elicotteri che come tutti gli altri se la dovranno vedere con l’immenso mostro. Un budget da far tremare le vene e i polsi, un paio d’anni per preparazione e lavorazione, tra Hawai, Australia e Vietnam: per il gran divertimento degli aficionados si prevede una trilogia. Durata 118 minuti. (Uci)

 

John Wick 2 – Azione. Regia di Chad Stahelski, con Keanu Reeves, Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini e Laurence Fishburne. Nuova avventura per il killer cinofilo, questa volta è il cattivo Scamarcio a richiamarlo in azione con il compito dell’eliminazione della sorella Gerini che ha tutte le intenzioni di mettere completamente le mani sulla malavita italiana. La città che fa da sfondo all’azione è Roma. Durata 122 minuti. (The Space, Uci)

 

Life – Non oltrepassare il limite – Fantascienza. Regia di Daniel Espinosa, con Jake Gyllenhaal, Rebecca Fergusson e Ryan Reynolds. Un gruppo di scienziati, imbarcati su un’astronave, ha il compito di ritrovare una sorgente di vita sul pianeta Marte. Si imbatteranno in una cellula vivente che in poco tempo assumerà forza e proporzioni impensate, e soprattutto una aggressività che gli uomini con conoscono. Durata 103 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Logan – The Wolverine – Fantasy. Regia di James Mangold, con Hugh Jackman, Richard Grant e Patrick Stewart. Un film di congedo, un eroe che depone i propri artigli e vive quasi segregato in un luogo sperduto del Messico, accudendo al suo anziano mentore, il professor Xavier, con la compagnia di un mutante che di nome fa Calibano e vorrebbe uscire dalle pagine della “Tempesta” shakespeariana. Ma c’è un’ultima avventura da combattere, accanto ad una giovanissima Laura che ha gli stessi poteri di Logan. Durata 131 minuti. (Uci)

 

Manchester by the sea – Drammatico. Regia di Kenneth Lonergan, con Casey Affleck, Michelle Williams e Lucas Hedges. Film in corsa per gli Oscar, sei candidature (miglior film e regista, sceneggiatura originale e attore protagonista, attrice e attore non protagonista), un film condotto tra passato e presente, ambientato in una piccola del Massachusetts, un film che ruota attorno ad un uomo, tra ciò che ieri lo ha annientato e quello che oggi potrebbe farlo risorgere. La storia di Lee, uomo tuttofare in vari immobili alla periferia di Boston, scontroso e taciturno, rissoso, richiamato nel paese dove è nato alla morte del fratello con il compito di accudire all’adolescenza del nipote. Scritto e diretto da Lonergan, già sceneggiatore tra gli altri di “Gangs of New York”. Durata 135 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Non è un paese per giovani – Commedia drammatica. Regia di Giovanni Veronesi, con Sara Serraiocco, Filippo Scicchitano e Giovanni Anzaldo e con Sergio Rubini e Nino Frassica. Sandro e Luciano si ritrovano a lavorare nello stesso ristorante ma preferiscono lasciare l’Italia che è un paese senza futuro. Scelgono Cuba, sono gli ultimi mesi di Castro. Nella capitale trovano Sara, anche lei con qualche ferita da rimarginare. Avventure, dolori e disillusioni porteranno Sandro a tenersi ben stretto ai suo principi, sarà Luciano ad abbandonare quelle certezze in cui pareva credere e a perdersi in un’oscurità che non aveva ancora conosciuto. Durata 105 minuti. (Reposi)

 

Il permesso – 48 ore fuori – Drammatico. Regia di Claudio Amendola, con Luca Argentero, Valentina Bellè, Giacomo Ferrara e Claudio Amendola. Un pezzo di vita fuori dal carcere da parte di quattro reclusi. C’è l’uomo che cercherà di sottrarre il figlio ai suoi stessi errori, la ragazza viziata di buona famiglia finita dentro per problemi di droga, il ragazzo di borgata dietro le sbarre per rapina e Donato, innocente, che ha qualche debito da regolare vendicando la donna che ha amato. L’autore firma la sceneggiatura con Giancarlo Di Cataldo e Roberto Iannone. Durata 92 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Piccoli crimini coniugali – Drammatico. Regia di Alex Infascelli, con Margherita Buy e Sergio Castellito. Tratto dall’omonimo lavoro teatrale scritto da Eric-Emmanuel Schmitt. La storia di un uomo che, a seguito di una rovinosa caduta dalle scale, non riconosce più la moglie, la propria casa, nulla, deve ricostruirsi un’intera esistenza. Ma la sua memoria è davvero così vuota? La moglie tenta di aiutarlo, ma quanto gli racconta è davvero la vita loro reale o piuttosto quella che che lei si era immaginata? Durata 93 minuti. (Massaua, Massimo sala 1, Uci)

 

Power Rangers – Fantasy. Regia di Dean Israelite, con Naomi Scott, Becky G e Elizabeth Banks. Cinque studenti, tutti quanti con problemi di integrazione, diventano i Power Rangers, ovvero combattenti dotati di grandi poteri, dopo che hanno saputo chela loro città, Angel Grove, e il mondo intero sono sotto la minaccia di una forza aliena guidata dalla terribile strega Rita Repulsa. Durata 124 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Il segreto – Drammatico. Regia di Jim Sheridan, con Rooney Mara, Eric Bana e Vanessa Redgrave. Tratto dal romanzo di Sebastian Berry, è il racconto della vita, tra passato e presente, di Rose, anziana ricoverata in una struttura psichiatrica e ragazza, nell’Irlanda degli anni Trenta e Quaranta colpiti dagli scontri tra protestanti e cattolici, fino allo scoppio della guerra, il suo amore per un aviatore inglese, l’odio del prete locale da sempre innamorato di lei. Durata 108 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 2, Uci)

 

The startup – Commedia. Regia di Alessandro D’Alatri, con Andrea Arcangeli, Matilde Gioli e Massimiliano Gallo. Ispirato alla storia vera del giovane Matteo Achilli, fondatore di Egemonia. Il ragazzo vive alla periferia di Roma, il padre perde il lavoro, lui ha tanta voglia di “sfondare” ma sa benissimo che senza santi in paradiso sarà davvero difficile. Invento un nuovo social network, Egomnia, che mette in contatto le differenti domande di lavoro con le offerte delle aziende, con il calcolo attento dei meriti di tutti i candidati. All’inizio è questione di fiducia: ma Matteo decide di auto produrre la sua”scoperta” e di lanciare Egomnia sul mercato. Durata 97 minuti. (Greenwich sala 2, Reposi, Uci)

 

The most beautiful day – Il giorno più bello – Commedia. Regia interpretazione di Florian David Fitz, con Matthias Schweighofer e Alexandra Maria Lara. Produzione tedesca, campione d’incassi in patria. La storia di due ragazzi, malati terminali, che decidono di procurarsi un po’ di soldi e affrontare un viaggio sino in Africa per poter vivere il giorno più bello della loro vita. Durata 113 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

The Ring 3 – Horror. Regia di Javier Gutiérrez, con Johnny Galecki e Mathilda Lutz. Una giovane donna comincia a preoccuparsi per il suo ragazzo quando lo vede interessarsi ad una oscura credenza che riguarderebbe una videocassetta misteriosa che si dice uccida dopo sette giorni chi la guarda. Durata 102 minuti. (Uci)

 

Underworld – Blood wars – regia di Anne Foerster, con Kate Beckinsale e Theo James. Marius è il nuovo leader dei Lycans, determinato a rintracciare Selene, la guerriera vampira. Fughe e agguati e inseguimenti, l’ambiziosa Semira che offre aiuto ma nasconde altre intenzioni, una zona appartata della terra dove vive un gruppo di pacifici vampiri. Durata 91 minuti. (Ideal, The Space, Uci anche in V.O. e in 3D)

 

La vendetta di un uomo tranquillo – Thriller. regia di Raùl Arévalo, con Antonio de la Torre, Ruth Diaz e Luis Callejo. Nella capitale spagnola una rapina in una gioielleria finisce male, soltanto uno dei malviventi, Curro, è catturato. Dopo otto anni di carcere, l’uomo esce dal carcere per scoprire che la sua compagna ha intrapreso una relazione con José. Inevitabile per il passato e per il presente un regolamento di conti tra i due. Vincitore di quattro premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 92 minuti. (Eliseo Grande, Greenwich sala 1)

 

La verità, vi spiego, sull’amore – Commedia. Regia di Max Croci, con Ambra Angiolini, Giuliana De Sio, Carolina Crescentini e Massimo Poggio. Tratto dal romanzo di Enrica Testo. Una donna abbandonata dal marito dopo sette anni di matrimonio, le imprese sentimentali e quotidiane di una vita da portare avanti, due figli da crescere, suocera da sopportare, un baby sitter da coordinare, la migliore amica come unico rifugio sempre da ascoltare. Durata 92 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Uci)

 

Il viaggio – Commedia drammatica. Regia di Nick Hamm, con Timothu Spall, Colm Meaney e John Hurt. Il viaggio è quello che compiono, in poco più di un’ora per arrivare all’aeroporto di Edimburgo, Martin McGuinness, leader dei Sei Finn, e il reverendo protestante Ian Paisley, alla guida del partito unionista: una finale stretta di mano, faticosissima e insperata, avrebbe nel 2007 cancellato decenni di lotte e di vittime. Da un testo teatrale. Durata 94 minuti. (Romano sala 3)

 

Victoria – Drammatico. Regia di Sebastian Schipper, con Laia Costa, Frederick Lau e Burak Yigit. Victoria, una ventenne spagnola che vive da qualche tempo a Berlino, incontro una sera fuori di un locale notturno Sono e i suoi amici. Sono berlinesi “veri”, così si definiscono e possono mostrarle la città che gli stranieri non conoscono. Victoria li segue divertita fino a quando qualcuno si fa vivo per esigere dal gruppo un credito: devono compiere una rapina all’alba in una banca. Cosa deciderà di fare la ragazza. Durata 93 minuti. (Classico)

 

Virgin Mountain – Commedia drammatica. Regia di Dabur Kari, con Gunnar Jonsson e Siguriòn Hjartansson. Fùsi è un quarantenne che deve ancora trovare il coraggio di entrare nel mondo degli adulti. Conduce una vita monotona, dominata dalla routine. Nel momento in cui una donna con la sua bambina di otto anni entrano inaspettatamente nella sua vita, Fùsi è costretto ad affrontare un grande cambiamento. Durata 94 minuti. (Classico)

Raoul Bova e Chiara Francini, prove per una coppia

È un po’ come per un attimo voler cambiare pelle, ha detto in un’intervista che è come riabituarti a certi muscoli che da troppo tempo non hai più messo in funzione. Le commedie italiane, quelle delle tante risate e delle troppe occasioni buttate via, non sempre spremono al botteghino tutto quel che si era sperato, i cliché alla fine vengono a noia, l’etichetta di sex symbol non parliamone e allora ecco che Raoul Bova vuole riscoprire se stesso e si ributta sul teatro e su quei palcoscenici che da vent’anni non frequenta. Lo fa tuttavia con una cert’aria di cinema che lo circonda, grazie innanzitutto a Luca Miniero (volato al successo con la benedetta accoppiata di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord fino al recente Non c’è più religione e qui al suo debutto teatrale) che lo dirige, con Daniele Ciprì che cura il disegno luci, con una partner come Chiara Francini, quel tanto di sexy e di ironia che non guasta, che da Pieraccioni a Spike Lee, da Brizzi a Vanzina, da Sindoni a Sollima a Longoni sfoglia prove positive sul grande e sul piccolo schermo, per tacere di un applaudissimo Ti ho sposato per allegria che l’ha avvicinata con intelligenza e humour quattro anni fa al mondo della Ginzburg.

Bova-Francini accoppiata vincente, quindi. Il titolo scelto è Due, scritto da Miniero e Smeriglia, da domani a domenica sul palcoscenico dell’Alfieri per la stagione di Torino Spettacoli (venerdì 7 alle ore 20,45, sabato 8 doppio spettacolo alle 15,30 e alle 20,45, domenica ore 15,30). Un atto di confessione, 80’ filati sulla coppia, un interrogarsi sul passato e soprattutto sul futuro, la necessità di mettere in campo le difficoltà che si incontrano sin dal primo giorno, il peso della vita quotidiana. Una stanza vuota dentro cui si sta formando una convivenza, un rapporto a due, con Marco alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, con Paola che lo interroga sugli anni da vivere insieme, con la curiosità di sapere come sarà il suo uomo tra vent’anni. Già, la fatidica domanda: “Come saremo tra vent’anni?”. L’universo maschile e quello femminile, il modo geneticamente diverso di affrontare le cose, la visione della vita che si rispecchia nelle differenti concezioni di lui e di lei, la fatica e il piacere di stare insieme, l’apporto dell’altra umanità, i genitori, gli amanti, i figli, gli amici, tutti evocati nelle immagini del prima e del poi e tutti pronti a turbare la loro serenità. “Presenze interpretate dagli stessi due protagonisti – spiega Luca Miniero – che accompagneranno fisicamente in scena dei cartonati con le varie persone evocate dai loro dialoghi. Presenze, forse ingombranti, forse rifiutate, forse accettate, tutte a popolare con i due attori il palcoscenico, immagine della vita di una coppia come possono essere le mille che conosciamo e ci circondano, costruita a fatica e a volte insensata. Perché non sempre ci accorgiamo che in due siamo molti di più. E montare un letto con tutte queste persone intorno, anzi paure, non sarà mica una passeggiata”.

 

Elio Rabbione