CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 589

“La Bella e la Voce” scopre nuovi talenti

L’INIZIATIVA IDEATA DAL TORINESE FRANCO GANCI

Ancora un successo per l’evento che da 23 anni scopre talenti nel campo della bellezza e della
musica leggera.


Sabato 31 agosto nell’ambito della piazza della Marina di Vietri sul Mare, grazie al fattivo
interessamento del Sindaco Giovanni De Simone e dell’Assessore al Turismo Antonello Capozzolo
si è realizzata la Finale Nazionale del contest “La Bella e la Voce 2019”, l’evento che primo nel
1996 ha unito un concorso di bellezza a un talent per emergenti della musica leggera.
Nel corso dei giorni 29, 30 e 31 la cittadina della costiera amalfitana è diventata il luogo nel quale si
sono svolti masterclass, incontri, ascolti, book fotografici e prove coreografiche, il tutto sotto la
visione di una Giuria di altissima qualità. Erano infatti presenti Loretta Martinez, la celebre vocal
coach già insegnante nel programma “Amici di Maria De Filippi” e docente nei corsi post laurea
all’Università Federico II, Marco Vito, vocal coach di “Ti lascio una canzone”, “The Voice of Italy”
e direttore dell’orchestra del talent “Amici di Maria De Filippi”, Davide Maggioni, direttore
artistico dell’etichetta discografica milanese “Rusty Records” e “Matilde Dischi”, Lorenzo Maffia,
produttore di Michele Zarrillo, musicista di Laura Pausini, Gigi D’Alessio, Andrea Leprotti,
musicista e arrangiatore e già consulente musicale di “X Factor” e “Amici di Maria De Filippi”.
La serata, presentata dal giornalista Rai Amedeo Goria e dalla giornalista Sky Barbara Castellani,
ha visto trionfare per la categoria “La Bella” la monzese Manuela Poidomani che si aggiudica una
parte nel remake del film “L’etrusco vive ancora” messo in palio dalla Halley Pictures Roma e
diretto da Lamberto Bava, ”mentre il primo premio per “La Voce” è andato a Alberto Boschiero
della provincia di Treviso, al quale va una Borsa di Studio per la frequenza all’Accademia VMS
Italia. Altre fasce a Eleonora Ghiotti (miss Volto Divino), Sabrina Salsano (miss Cinema &
Spettacolo), Giada De Leo (miss Eleganza), Sophia Fara (miss Vietri sul Mare) e Gaia
Mancabelli (miss Portamento). In “La Voce” secondo posto a Vania Ferrara e terzo a Gennaro
Illiano. Premio della Critica a Enzo Antonino Premio della Stampa a Mariafrancesca Pompella.
Nel corso dell’evento sono intervenuti Ruly Rodriguez, la star cubana Disco d’Oro e di Platino in
tutto il mondo con il brano “Tacatà”, Valerio Liboni de “I Nuovi Angeli” e Lucio Luciano,
modello di Giorgio Armani, Dolce & Gabbana e Roberto Cavalli.
Le splendide creazioni dello stilista vietrese Antonio Amoroso hanno dato un ulteriore tocco di
qualità alla manifestazione. Infine il patron Franco Ganci ringrazia in maniera sincera il Presidente di Gruppo Eventi Vincenzo
Russolillo per avere accolto l’invito a presenziare alla finale. Averlo con noi èstato un onore.
I balletti erano di New Latin Club Forever di Giovanni Avagliano mentre il trucco/parrucco è stato
curato dalla Luxury SPA di Eleonora Arancino.
“La Bella e la Voce”, che nel suo palmares può vantare 3 cantanti al Festival di Sanremo Giovani
con un terzo e un secondo posto, 8 a “The Voice of Italy” altri a “X Factor” e molte “belle” in
trasmissioni Rai e Mediaset, dà l’arrivederci alla prossima edizione.

Arte antica a Villanova

Dal Piemonte

In occasione della 45° “Festa del Riso”, che si terrà  a Villanova Monferrato dal 6 all’8 settembre, il sindaco Fabrizio Bremide e l’amministrazione comunale in collaborazione con la Pro-Loco hanno deciso di effettuare un’apertura straordinaria, domenica 8 settembre  della  “Collezione di Arte Antica”, donazione di Enrico Colombotto Rosso. Nella sala consiglio comunale saranno, pertanto, visibili  opere dal XVII ai primi del XX° secolo. Si potranno ammirare il curioso quadro del “Maestro dell’Uovo”, un disegno mirabile del “Cerano”, e poi ancora un bellissimo ritratto di un maestro secessionista del Nord Europa ed altre interessanti opere. Quest’anno ricorrono i 15 anni dalla donazione che il pittore Enrico Colombotto Rosso, ultimo grande surrealista del XX secolo, grande collezionista e mecenate ha voluto fare al Comune di Villanova Monferrato. Per l’occasione si è voluta anche ricordare la sua figura di artista unico nel suo genere con una mostra di opere che verranno esposte contemporaneamente sempre in sala consigliare.

Gli orari di apertura sono: dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00.

Massimo Iaretti

Al via con Zubin Mehta MiTo Settembre Musica

Partenza “stellare” per MiTo 2019. Ad inaugurare la rassegna mercoledì 21 al Teatro Regio,   la Israel Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta e con Martha Argerich al pianoforte.

 

Il programma prevede l’esecuzione del Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Beethoven e la “Symphonie fantastique” op 14. di Berlioz. I biglietti sono esauriti. (Martedì suonano a Milano alla Scala con diretta su Radio3 Rai). Martha Argerich 78 anni portati splendidamente, è argentina di Buenos Aires. Una carriera splendida alle spalle. A sedici anni ha vinto i Concorsi di pianoforte di Bolzano e Ginevra. A 25 il prestigioso Concorso Chopin di Varsavia. A Torino è di casa. Anche il grande Zubin Mehta, 83 anni indiano di Bombay,  ha un legame molto stretto con l’Italia. Nel 1962 debuttò alla Scala. Nel luglio del 1990  diresse a Caracalla il Concerto dei Tre Tenori. Dal 2006 è direttore musicale a vita dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Una supercoppia per un concerto di sicuro impatto emotivo.

Pier Luigi Fuggetta

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

A cura di Laura Goria

Antonella Boralevi “Chiedi alla notte” -Baldini & Castoldi- euro 21,00

In clima di Festival del Cinema a Venezia perché non leggere l’ultimo romanzo di Antonella Boralevi? E’ ambientato proprio nel glamour dell’inaugurazione della kermesse che vede convergere in laguna le star più ammirate dell’Olimpo del grande schermo. Red carpet, abiti e gioielli sontuosi, divi a volontà e una serata di gala che precipita quando viene ritrovato sulla spiaggia il cadavere della bellissima e giovane attrice Vivi Wilson. Era l’astro nascente, protagonista del film di apertura “A glorious day” del regista 60enne Bob Miller, caduto nell’oblio per 20 anni, affossato dal rovinoso mix di alcol e psicofarmaci. Questa è la sua grande occasione di riscossa ed è uno dei personaggi da marcare stretto. Ma chi era davvero la diafana Vivi? Non certo un’eccellente attrice; però era stata abilissima nel costruirsi l’alone di brava ragazza, adepta del movimento New Chastity che imponeva la castità per elevarsi spiritualmente. Niente flirt o nefandezze…ma sarà davvero così? O piuttosto vizi privati e pubbliche virtù? Intorno al mistero della sua morte ecco un parterre di figure del gran bel mondo e della polizia. Ci sono l’enigmatica contessa veneziana Maria Morosini, il commissario siciliano latin lover Alfio Mancuso, l’avvocatessa inglese 30enne Emma Thorpe che lavora per Netflix (coproduttore del film), un’anatomopatologa scrupolosa, un fotografo di celebrities, dive varie assortite, attori fascinosi ma impenetrabili. Poi tanto sfarzo…palazzi nobiliari in laguna, feste e serate mondane che la Boralevi mischia in una brillante alchimia. Vi posso solo dire che nulla sarà come sembra: a poco a poco verranno a galla antichi fattacci, tragedie immani, rancori mai sopiti, ed è lì che potrebbe nascondersi la soluzione del rebus.

Edward St. Aubyn “La follia di Dunbar” -Neri Pozza-   euro 17,00

Quanti veleni possono annidarsi all’interno di una famiglia? Tantissimi. Soprattutto se il patriarca è Henry Dunbar, potentissimo tycon canadese che ha saputo creare un impero nel mondo dei media. Peccato non sia stato altrettanto abile come padre. Le sue due prime figlie, Abby e Megan, gli hanno tirato un brutto scherzo. Quando lui è invecchiato, lo hanno praticamente circuito, convincendolo a lasciare nelle loro mani la gestione del trust. Poi lo hanno rinchiuso in un lussuoso ospizio per anziani, dove lo imbottiscono di farmaci che dovrebbero guarirlo dal “crollo psicotico”, diagnosticato dal suo medico (corrotto e connivente con le sorelle carogne). Decisamente migliore è la terza figlia, Florence, nata dal grande amore di Dunbar, Catherine, che però era morta quando la giovane aveva solo 16 anni. Il magnate aveva commesso l’errore di fondere la figlia con il fantasma materno (stessi bellezza e fascino). Se Abby e Megan sono due sono autentiche iene, viziose, spietate, amorali e totalmente prive di scrupoli; di tutt’altra pasta è Florence. Dei soldi non le è mai importato nulla, si è sempre disinteressata agli affari di famiglia, un po’ ribelle e soprattutto indipendente, anelava a una vita “normale” con marito e figli nelle foreste del Wyoming. Dunbar non l’aveva presa tanto bene e aveva frainteso le sue scelte vivendole come un affronto personale. Una diatriba per cui l’aveva estromessa dal Consiglio di amministrazione, tagliata fuori dal testamento ed escluso i suoi figli dal Trust. Campo libero dunque per la portentosa avidità delle altre sorelle. Ma Dunbar spariglia le carte. Riesce a scappare, insieme ad un altro paziente, e sperso nella campagna inglese intorno a Manchester, riacquista lucidità, rimette la sua vita nella giusta prospettiva e fa i conti con i suoi errori. Rocambolesca la fuga e affannate le ricerche di Abby e Megan. Ad arrivare in soccorso di Dunbar sarà proprio Florence che è buona, intelligente, capace di perdonare e, a dispetto dei passati dissapori, va alla ricerca del padre, tentando di salvarlo dalle grinfie delle sorellastre. Godetevi fino in fondo questo romanzo dell’autore che ha creato anche la saga de “I Melrose”, a cui si è ispirata la serie televisiva con protagonista il camaleontico e   bravissimo attore Benedict Cumberbactch.

 

Ladislav Fuks   “Il bruciacadaveri” -Miraggi edizioni- euro 18,00

E’ un’ intensa storia nera praghese, scritta da uno dei maggiori autori cechi del 900. Ladislav Fuks (nato a Praga nel 1923 e morto nel 1994), figlio di un ufficiale di polizia, fu spedito dai nazisti ai lavori forzati e nel corso della sua vita scrisse una trentina di opere. Da questo suo romanzo è stato tratto il film “L’uomo che bruciava i cadaveri” girato nel 1969 dal regista Juraj Herz. Siamo a cavallo tra 1938-39 e il bruciacadaveri è un bonario impiegato addetto alla cremazione, in quello che chiama “Tempio della morte”, sullo sfondo di una Praga tormentata che sta per essere annessa alla Germania. Lui si chiama Karel Kopfrkingl, è padre di famiglia, ha un carattere in apparenza mite, è un lavoratore modello che trascorre le sue giornate facendo il lavoro che gli dà da vivere. In fondo lui non ci vede niente di strano perché non fa altro che mettere in pratica il monito di Dio all’uomo: “ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”. In tal senso il crematorio aiuta ad accelerare la trasformazione dei cadaveri in cenere. Gli uomini si possono fondere in soli 75 minuti, scheletro compreso; un bel stringere i tempi in confronto ai 20 anni di un’inumazione. Un bell’aiuto per il Creatore! Karel è estremamente coscienzioso e rispettoso dei morti che brucia nei forni, dotati di finestrelle dalle quali controllare lo stato della combustione e intuire quando l’anima si stacca dal corpo in fiamme per volare verso l’etere. Per lui la cremazione è quasi una filosofia che riguarda l’unica cosa certa della vita, ovvero la morte. Intorno, intanto, il mondo sta cambiando. Avanza la Germania nazista portatrice di idee letali come la pura razza. Un suo amico è militante del partito nazionalsocialista e Karel non sarà impermeabile al nuovo corso. Vi anticipo solo che dietro il suo bonario sorriso si celerà ben altro…

Dalla Terra alla Luna. L’arte in viaggio verso l’astro d’argento

A Palazzo Madama, opere d’arte e mirabilia lunari celebrano i cinquant’anni dallo sbarco del primo uomo sulla Luna. Fino all’11 novembre

Dopo Copenhagen, Parigi e New York, anche Torino ricorda con una mostra d’arte (ma non solo) allestita negli spazi della Corte Medievale di Palazzo Madama – finora unica del genere in Italia e preparata con vivace intrigante intelligenza – quel 21 luglio del 1969, quando, cinquant’anni fa, gli astronauti americani Neil Armstrong e Buzz Aldrin per la prima volta calpestarono il suolo dell’“astro d’argento”, il suggestivo corpo celeste su cui, più d’ogni altro, l’uomo s’è sbizzarrito a sognare e a fantasticare fin dalla notte dei tempi e che, più d’ogni altro, ha da sempre ispirato le opere più o meno fantasiose e visionarie di poeti, scrittori, artisti e uomini di cultura in genere: dal greco Luciano di Samosata che nel 180 d. C. racconta nella sua “Storia vera” di un viaggio verso la Luna (laddove misteriosi Seleniti venivano trasportati da avvoltoi), fino a Dante o a Ludovico Ariosto (nell’“Orlando Furioso”) così come, più in là nel tempo, e solo per fare qualche nome, a Giacomo Leopardi via via fino a Italo Calvino (nelle “Cosmicomiche”) e a Jules Verne, con il suo celeberrimo “Dalla Terra alla Luna”, datato 1865 e preso a prestito, nel titolo, dalla rassegna oggi ospitata a Palazzo Madama. Rassegna che soprattutto si focalizza sul ruolo importante giocato dal “tema lunare” sul versante dell’arte, dall’Ottocento al 1969, quando ormai entrato nell’“era cosmica” – scriveva Oriana Fallaci – l’uomo pare atteso da altri spazi e nuove avventure; ma rassegna che al visitatore riserva anche curiose mirabilia lunari raccolte in una speciale Wunderkammer che intriga e affascina non poco.

A curare il percorso artistico, in collaborazione fra Palazzo Madama e GAM (con opere che provengono da importanti musei, istituzioni e collezioni private italiane ed europee) sono Luca Beatrice e Marco Bazzini, che in mostra hanno assemblato oltre 60 pezzi, fra dipinti, sculture, fotografie, disegni e oggetti di design. Tutte facenti capo, per soggetto e ispirazione, al mistero lunare. Almeno fino al ’69. Ecco allora, a partire dall’Ottocento, il chiaro di luna e i notturni di pittori romantici, come i piemontesi Giovanni Battista De Gubernatis o Giuseppe Pietro Bagetti con un corposo piacevolissimo “Plenilunio sul mare” o il vedutista Augusto Carutti di Cantogno. A seguire, le avanguardie storiche del Novecento: le atmosfere fiabesche e surreali di quel “Dans mon pays” realizzato nel 1943 da Marc Chagall, accanto alla rigorosa metafisica di Felice Casorati, alla calligrafia minuziosa di Paul Klee e al singolare surrealismo di Max Ernst e Alexander Calder. Il gioco si fa “più duro” nel secondo Novecento. Lo spazio (anche quello della tela) diventa, in quegli anni, campo di continua sperimentazione, ossessione e imperiosa attrazione per l’“oltre”.

E’ il tempo del “Concetto spaziale” di Lucio Fontana, delle “Superfici lunari” in gommapiuma di Giulio Turcato, mentre Robert Rauschenberg, invitato ad assistere al lancio dell’“Apollo 11”, realizza 36 serigrafie dedicate all’evento (tre sono allineate in mostra) e Mario Schifano riporta in chiave Pop la visione televisiva dell’allunaggio con il suo “Paesaggi TV”. L’allestimento, “che non segue un percorso cronologico” precisano i curatori, prosegue con un altro ampio giro di opere: da segnalare, in particolare, quelle di Yves Klein e le pagine simboliste di Karl Wilhelm Diefenbach, fino al concettuale olandese Van Hoeydonck, la cui opera “Fallen Astronaut” fu letteralmente portata sulla Luna e lì lasciata (e lì dovrebbe ancora esserci) dalla missione “Apollo 12”. Presenti in mostra, anche alcuni immagini della Nasa e oggetti di design degli Anni ’60, fra cui i mitici “Moon Boot” argentati, trasformati da scarpone lunare (quello della famosa impronta del piede sinistro regalata alla Luna da Armstrong) a ricercatissimi “dopo-sci”, tutt’oggi più che mai in voga sulle piste innevate delle nostre montagne. E infine, una piccola “Stanza delle meraviglie”, contenente libri, ma anche giochi, piatti, cartoline, stampe popolari, spartiti musicali, fumetti e quant’altro, provenienti dalla collezione – fra le più importanti del genere a livello internazionale – di Piero Gondolo della Riva.

Un’autentica affascinante Wunderkammer, dove troviamo, fra l’altro, la prima edizione del 1865 di “De la Terre à la Lune”di Jules Verne, autografata da 18 astronauti (di cui due partecipanti alle missioni Apollo), messa a confronto con l’operetta “Le Voyage dans la Lune”(1875), per la quale Jacques Offenback rischiò addirittura una denuncia per plagio da parte di Verne. E, passando da Ariosto a Goldoni e a Wells, altra squisita chicca sono gli opuscoli (una ventina) e le 12 stampe ispirate alle fake news del giornalista del “New York Sun” Richard Adams Locke, che nel 1835 pubblicò una serie di articoli fasulli in cui sosteneva che l’astronomo Herschel avesse avvistato dal Capo di Buona Speranza mostruosi abitanti della Luna, pelosi e alati. Ridicole mistificazioni che tuttavia fecero il giro del mondo. E ancora mancavano i Social!

Gianni Milani

“Dalla Terra alla Luna. L’arte in viaggio verso l’astro d’argento”

Palazzo Madama – Corte Medievale, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Fino all’11 novembre

Orari: dal lun. alla dom. 10/18, chiuso il martedì

Nelle foto

– Marc Chagall: “Dans mon pays”, guazzo e tempera su carta, 1943
– Max Ernst: “Le Romantisme”, olio su tavola, 1960
– Lucio Fontana: “Concetto spaziale”, lamiera di alluminio forata e  graffiata, 1965
– Robert Rauschenberg: “RR69-280B, GEM I Arena II State II”, litografia su carta, 1969
– Mario Schifano: “Paesaggio TV. Astronauti”, smalto e aniline su tela emulsionata e perspex, 1970
– “Dalla Terra alla Luna. Compagnia Carlo Lombardo”, manifesto della versione italiana dell’operetta di Offenbach, fine ‘800, Collezione Gondolo della Riva

 

I libri più letti e commentati ad Agosto

Con l’estate ormai agli sgoccioli e il ritorno alla quotidianità, cosa c’è di meglio della lettura di un buon libro? E se non sapete cosa scegliere, ecco qualche suggerimento preso tra i titoli più commentati nel gruppo FB Un Libro tira l’altro, ovvero il passaparola dei libri, il gruppo che sta dalla parte dei lettori.

Una discussione sui ghost-writer ha riportato in auge Mr Mercedes, romanzo di Stephen King nelle insolite vesti di autore di noir; al secondo post troviamo Amatissima, di Toni Morrison, autrice riscoperta anche in seguito alla sua recente scomparsa; infine, al terzo posto, Caino, di Jose Saramago, perché non sempre in estate si scelgono letture “facili” ma si può optare anche per la letteratura più impegnata.

Un’altra discussione molto seguita è stata quella che chiedeva suggerimenti su libri che parlino della natura: tra i suggerimenti, segnaliamo Nelle Terre Estreme, di Jon Krakauer, Il Segreto del Bosco Vecchio, di Dino Buzzati e il classicissimo Marcovaldo, di Italo Calvino.

Per la serie: Time’s List of the 100 Best Novels, ovvero i cento romanzi più importanti del secolo XX, scritti in inglese e selezionati dai critici letterari per la rivista Times, questo mese noi abbiamo discusso di Arancia Meccanica, di Anthony Burgess, di Possessione di Antonia S. Byatt e de Il Grande Sonno, di Raymond Chandler. Trovate gli altri titoli negli articoli precedenti!

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Buone letture!

Podio del mese: Mr Mercedes, King (Sperling & Kupfer) – Amatissima, Morrison (Frassinelli) – Caino, Saramago (Feltrinelli)

Romanzi a tema “natura”: Nelle Terre Estreme , Krakauer (Corbaccio) – Il Segreto del Bosco Vecchio, Buzzati (Mondadori) – Marcovaldo, Calvino (Einaudi)

Time’s List of the 100 Best Novels : Arancia Meccanica, Burgess (Einaudi) – Possessione, Byatt (Einaudi) – Il Grande Sonno , Chandler (Feltrinelli)

 

Ma quanto leggono i torinesi?

LE CITTÀ CHE LEGGONO DI PIÙ SECONDO AMAZON.IT

Torino 6a nella classifica generale. Milano si conferma regina della lettura per il settimo anno consecutivo, conquistando lo scettro di città che acquista più libri ed eBook su Amazon.it. Padova guadagna la seconda posizione scalzando Torino, mentre Pisa entra per la prima volta nella top ten aggiudicandosi direttamente il terzo gradino del podio.

Mare, montagna o città, qualunque sia la meta prefissata per trascorrere le proprie vacanze, la lettura si rivela sempre una compagna ideale per rilassarsi durante gli assolati mesi estivi. Anche quest’anno, per il settimo consecutivo, Amazon.it ha stilato la classifica delle città italiane che acquistano più libri, prendendo in esame il numero di titoli in formato cartaceo e digitale acquistati dai clienti di Amazon.it durante l’ultimo anno su base pro capite nei centri abitati con più di 90.000 abitanti.*

Milano si conferma regina della lettura per il settimo anno consecutivo, conquistando lo scettro di città più appassionata di libri, sia in formato cartaceo sia in digitale. Padova guadagna la seconda posizione rispetto allo scorso anno, scalzando così Torino che scivola dal terzo al sesto posto della classifica delle città che leggono di più. La rivelazione di quest’anno è Pisa, che entra prepotentemente per la prima volta nella top ten volando direttamente in terza posizione, seguita a sua volta da Bologna e Roma, salde ai piedi del podio rispettivamente al quarto e quinto posto.

Di seguito la TOP 10 delle città italiane che leggono di più:

  1. Milano
  2. Padova
  3. Pisa
  4. Bologna
  5. Roma
  6. Torino
  7. Verona
  8. Firenze
  9. Bergamo
  10. Vicenza

Alle spalle del capoluogo Piemontese perdono una posizione, ma si mantengono in classifica, anche Verona, Firenze. Bergamo si tiene stretta la nona posizione guadagnata come new entry lo scorso anno, mentre Cagliari scivola undicesima ai margini della top ten e cede così il posto a Vicenza che si guadagna la decima posizione. Altra grande assente è Trento, che perde terreno posizionandosi dodicesima dietro a Cagliari.

Se si guarda alla classifica delle 10 città italiane che prediligono leggere in formato digitale, scaricando i testi da Amazon.it, Cagliari spicca al terzo posto mentre, per le prime due posizioni, Milano figura in testa seguita da Padova. Trieste si aggiudica la quarta posizione seguita da Trento, Bolzano, Verona, Vicenza, Bologna e Torino. Grandi assenti dalla top ten delle città che amano la lettura in digitale Bergamo (13a), Firenze (14a) e Roma (16a).

 

Città e generi letterari
Milano è la città che maggiormente apprezza differenti generi letterari, aggiudicandosi il primo posto in 7 su 8 delle classifiche divise per generi. Milano è infatti la città in cui si leggono più testi dei generi non-fiction, cucina, fantascienza e fantasy, viaggio, motivazionali, economia e finanza, benessere. Il capoluogo lombardo scivola però sul romanticismo dove al primo posto per la lettura di romanzi rosa si posiziona Bolzano. Bologna si conferma amante della buona tavola arrivando seconda nella classifica dei libri di cucina, Firenze invece conquista la medaglia d’argento per i libri dedicati ai viaggi. Pisa è seconda per il genere non fiction ma anche fantascienza e fantasy dove la medaglia di bronzo se la aggiudica Trieste.

 

I 3 titoli più apprezzati
Per quanto riguarda i libri cartacei preferiti dagli italiani, troviamo al primo posto la biografia di un grande campione del calcio italiano, Un capitano di Francesco Totti, seguito, in seconda posizione, da Vivere 120 anni. La verità che nessuno vuole raccontarti di Adriano Panzironi. Al terzo posto si posiziona invece un grande classico: Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry. Tra i libri preferiti in formato digitale troviamo al primo posto Laurie (versione italiana) di Stephen King, seguito da Eleonor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman e al terzo posto Tre cadaveri di Raffaele Malavasi.

 

Letture d’estate
Le vacanze sono il momento ideale per staccare la spina tuffandosi in un buon libro, sia esso digitale o cartaceo. Per aiutare i propri clienti a trovare la lettura perfetta, Amazon.it rende disponibile lo store Letture d’estate dedicato alle letture estive e creato grazie ai consigli degli Editori, che sapranno sicuramente ispirare gli amanti dei grandi classici ma anche di gialli, thriller, fumetti e romanzi. Grazie ad Amazon Prime i clienti possono ricevere spedizioni veloci e illimitate su milioni di prodotti, dove vogliono e quando vogliono, anche in vacanza!

 

*Dal luglio 2018 al luglio 2019

Goodbye Summer Fest chiude l’estate

4a edizione. Evento di fine estate con area ristoro, musica e attività culturali e ricreative per tutte le età

Sabato 21 settembre 2019 – dalle ore 15:30
Parco Culturale Le Serre, Via Tiziano Lanza 31, GRUGLIASCO (TO) 
Ingresso gratuito | www.leserre.org
La manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo presso la struttura “La Nave”

Al Parco Culturale le Serre di Grugliasco si svolge per il quarto anno consecutivo il Goodbye Summer Fest, evento ideato per salutare l’estate con una colorata e divertente festa all’interno di uno dei parchi più belli della provincia di Torino. L’evento si svolge sabato 21 settembre 2019 a partire dalle ore 15:30, con un programma che propone attività culturali e ricreative per tutte le età e un’ampia area ristoro con cibo e bevande di qualità.

Una giornata ricca di proposte con i concerti delle band Clerks, The Spell of Ducks e Atlante, un fornitissimo Ludobus per grandi e piccini, laboratori e letture animate per bambinivisite gratuite al Museo Gianduja e al RiMu (Rifugio Antiaereo e Museo della Grugliaschesità), stand con prodotti solidali e a km zero, una mostra fotografica, l’open day dell’associazione Musica Insieme e altro ancora…

Cultura, musica e gusto nella bellissima cornice del Parco Culturale Le Serre, importante luogo d’incontro e di eventi nel centro storico della città di Grugliasco con 35 mila metri quadri immersi nel verde ed edifici storici, tra i quali spicca la magnifica settecentesca Villa Boriglione Moriondo.

Il parco è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, gode di un adiacente ampio parcheggio libero e la manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo presso la struttura La Nave.

Sere d’estate al castello di Masino

Ogni giovedì fino al 5 settembre 2019, dalle ore 18 alle 22

 

Privo di luna quella notte, altero

di stelle il ciel quanto più mai splendea

onde assai bene si scorgeva il sentiero.

Tommaso Valperga di Caluso (Euforbo Melesigenio), Scherzo Epico, 1808

 

Nell’ambito della rassegna Sere FAI d’Estate, ogni giovedì fino al 5 settembre il Castello e Parco di Masino, Bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Caravino (TO), prolungherà l’apertura oltre l’orario abituale e dalle 18 alle 22 si animerà di luci, suoni e colori proponendo un ricco programma di eventi. Immancabili ingredienti delle serate saranno i piatti e i vini tipici del territorio degli aperitivi sulla terrazza panoramica per rilassarsi alla vista della Serra d’Ivrea e del paesaggio del Canavese.

 

Giovedì 29 agosto appuntamento con Aperitivo in…acquerello in compagnia di Maria Giachetti, restauratrice e pittrice, che illustrerà i segreti dell’acquerello paesaggistico e inviterà gli ospiti a lasciarsi ispirare dal panorama del Canavese e della maestosa catena alpina per creare il proprio dipinto (materiali necessari a cura dei partecipanti).

 

Chiuderà la rassegna, giovedì 5 settembre, un Aperitivo in…jazz a base di prodotti enogastronomici del territorio e una sessione jazz a cura dell’associazione Musica Insieme, da godere sulla più bella terrazza panoramica del Piemonte.

 

Con il Patrocinio di Regione Piemonte. Con il Patrocinio di Città metropolitana Torino, Comune di Caravino e Comune di Ivrea.

Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2019” è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al fondamentale contributo di FinecoBank, già Corporate Golden Donor, che ha scelto di essere a fianco del FAI anche in questa occasione e di PIRELLI che conferma per il settimo anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Per il secondo anno si conferma la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media Partner.

 

 

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Giorni e orari: ogni giovedì fino al 5 settembre 2019, dalle ore 18 alle 22

 

Biglietti:

Intero € 11; Ridotto (6-18 anni) 7,50; Iscritti FAI e bambini fino ai 5 anni: gratuito. Ridotto per i possessori di biglietto dell’Apolide Festival 7,50

 

Per informazioni:

Castello e Parco di Masino, via al Castello 1, Caravino (TO)

tel. 0125.778100; faimasino@fondoambiente.it

Parcheggio interno, ingresso dalla biglietteria del castello

 

www.fondoambiente.itwww.castellodimasino.it

Ecco il “Cavallo” di Leonardo

Nell’imponente versione plastica di Dante Ferretti, è diventato installazione permanente dei Giardini della Reggia di Venaria

Leonardo l’immaginò e la disegnò oltre cinque secoli fa. Per la precisione nel 1492. E dal 7 luglio scorso, la sua imponente “Cassaforma per la testa di cavallo” ha trovato casa, nella grandiosa rivisitazione scultorea (dieci metri di altezza e 7,50 x 6 di base, costruita con travi di legno di willow o salice americano) ideata nel 2011 dal Premio Oscar Dante Ferretti, nei Giardini   della Reggia alla Venaria Reale, quale scenografica chiusura del “Gran parterre” juvarriano. L’evento, ancora una volta reso possibile dal generoso contributo dell’Avta (Associazione venariese tutela ambiente – Amici della Reggia), rientra nel fitto panorama delle celebrazioni organizzate, a livello internazionale, in occasione dei 500 anni dalla morte del Genio di Vinci, nato ad Anchiano – Vinci nel 1452 e scomparso in Francia, ad Amboise nel 1519. A questo progetto, Leonardo aveva iniziato a lavorare nel 1482, allorché gli venne commissionato da Ludovico il Moro, duca di Milano, un grande monumento equestre in onore del padre, Francesco Sforza.

Opera che, secondo gli ambiziosi piani di Leonardo, avrebbe dovuto essere la più grande statua equestre del mondo, ben quattro volte più alta del naturale e decisamente superiore ai modelli precedenti di Donatello per il Gattamelata (Padova) e del Verrocchio per il Colleoni (Venezia). Due furono i progetti ipotizzati: il primo prevedeva un cavallo rampante che presentava però grandi difficoltà realizzative e di equilibratura, mentre il secondo   immaginava un cavallo al passo, di forme colossali fino a sette metri di altezza. Nel 1493, però, dopo che Leonardo era arrivato ad esporre nel cortile del Castello Sforzesco un grandioso e ammiratissimo modello in creta, ormai pronto per la fusione, tutti i piani cambiarono e le cento tonnellate di metallo occorrenti per la realizzazione della statua furono dirottate alla costruzione dei cannoni necessari alla difesa del ducato di Ferrara dall’invasione di Luigi XII, re di Francia. Per l’eclettico Genio toscano, c’è da giurarci, il fatto segnò una profonda ferita, tanto più che il suo cavallo in creta pare essere finito, in quei frangenti, alla berlina delle truppe francesi che addirittura lo utilizzarono come tiro a segno delle loro balestre distruggendo così il modello dell’opera. Di cui però, fortunatamente, sono rimasti i bozzetti, uno dei quali è proprio la “Testa di cavallo” o “Cassaforma per la testa di cavallo”, disegnata a matita rossa su carta, conservato alla Biblioteca Nazionale di Madrid, e preziosa fonte ispirativa per Dante Ferretti nella realizzazione della scenografia della mostra “Leonardo. Il genio, il mito” che nel 2011 (Ferretti era già all’epoca vincitore di due dei tre Premi Oscar – 2005, 2008 e 2012 – per la migliore scenografia) si tenne alla Reggia di Venaria, nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Fu proprio in quell’occasione, e sulla base del disegno recuperato di Leonardo, che il grande scenografo marchigiano commissionò ad “Antiqua Restauri” di San Secondo di Pinerolo la realizzazione della grande scultura in legno, posizionata all’interno della Reggia; la stessa che oggi (dopo alcuni anni trascorsi in magazzino, ristrutturata e ripensata, con interventi anche rinforzativi, dallo Studio “Reinerio Architetti” con la Bottega di Architettura “Carlo Deregibus” e “Ipe Progetti”) si può ammirare come installazione permanente, all’interno della programmazione di “Vivi i Giardini!” alla Venaria. Molto interessante, al di là delle dimensioni mozzafiato dell’opera, l’idea di creare all’interno della struttura una sorta di “bolla”, in cui al pubblico è permesso di entrare per scoprire, attraverso pannelli e didascalie, le vicissitudini del progetto di Leonardo, insieme ad una presentazione dell’Avta, del suo ruolo storico e delle sue molteplici attività a favore della Reggia.

E’ possibile visionare il “Cavallo leonardesco” con tutte le tipologie di biglietto della Venaria Reale. Per info: tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Gianni Milani