CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 590

“Introdans” sul palco di Torinodanza

Venerdì 29 e sabato 30 settembre 2017, alle ore 20.45, la Compagnia olandese Introdans porterà in scena, in prima italiana, alle Fonderie Limone di Moncalieri (Torino), un programma d’eccezione

 

AL FESTIVAL TORINODANZA 2017 DEBUTTA LA COMPAGNIA OLANDESE INTRODANS CHE PRESENTA POLISH PIECES DI HANS VAN MANEN, CANTO OSTINATO DI LUCINDA CHILDS, SONGS OF A WAYFARER DI JIŘÍ KYLIÁN E RASSEMBLEMENT DI NACHO DUATO

 

Venerdì 29 e sabato 30 settembre 2017, alle ore 20.45, la Compagnia olandese Introdans porterà in scena, in prima italiana, alle Fonderie Limone di Moncalieri (Torino), un programma d’eccezione che include quattro capolavori di alcuni tra i più famosi coreografi contemporanei: Polish Pieces di Hans van Manen, Canto Ostinato di Lucinda Childs, Songs of a Wayfarer di Jiří Kylián e Rassemblement di Nacho Duato.

 

La storia di Introdans è la storia di un sogno: agli inizi degli anni Settanta i Paesi Bassi ospitano tre compagnie professioniste di danza, concentrate nell’Ovest del paese. Ton Wiggers e Hans Focking creano nel 1971 ad Arnhem, nell’area ad Est del paese, lo Studio L.P. L’obiettivo è chiaro: portare il balletto, nel senso più ampio del termine, al maggior numero di spettatori possibili. Gli inizi sono difficili, le sovvenzioni stentano, ma la passione dei due artisti trova subito un riscontro nel numero di persone che si avvicinano al professionismo e, nel 1979, arriva il nuovo nome: Introdans, come introduzione alla danza. Riconosciuto dalle istituzioni negli anni ’80, Introdans si apre ai contribuiti coreografici di artisti stranieri, inaugura un importante settore legato alla formazione di bambini e ragazzi, diventa un riferimento a livello internazionale.

La compagnia olandese, che vanta 40 anni di storia, è una delle formazioni contemporanee cardine del vecchio continente con un ricchissimo carnet de bal. La serata che Introdans presenta a Torinodanza festival rappresenta un corposo saggio di questo patrimonio, una sapiente miscela di repertorio e novità che include quattro capolavori contemporanei, firmati da altrettanti maestri della danza: Hans van Manen, Lucinda Childs, Jiří Kylián e Nacho Duato. Un programma che metterà in risalto la vivacità e la forza di questo ensemble, oggi diretto da

Roel Voorintholt.

 

«Senza repertorio non c’è tradizione. E senza tradizione non c’è legame tra quanto è stato fatto finora. La tradizione non appartiene al passato, la tradizione è cosa facciamo oggi con il passato. Il futuro è costruire su quanto di buono è stato fatto nel passato. Ci vedo un compito per i media, ma anche per i governi»: Hans van Manen (Amsterdam, 1932) è un coreografo elegante, dalla grande forza espressiva e dalla forte cifra intellettuale. Ballerino e coreografo, allievo di Sonia Gaskell, ha fatto parte dell’Het Nationale Ballet di Amsterdam e del Netherlands Dans Theater di cui poi è diventato coreografo e Direttore artistico. Ha creato più di cento balletti, guadagnandosi il soprannome di “Mondrian della danza”. Van Manen ha lavorato per Stuttgart Ballett, Berlin Opera, National Ballet of Canada, Royal Danish Ballet, Compania Nacional de Danza e Alvin Ailey American Dance Theater. Nel 2003 è stata istituita la Fondazione Hans van Manen, che gestisce e cataloga il suo patrimonio artistico in forma di archivio. Al suo attivo anche una lunga esperienza di fotografo.

Polish Pieces è un’esplosione di colori, ma anche di gesti eleganti e fuori dal tempo: coreografia esuberante, sostenuta dal ritmo della colonna sonora di Henryk Górecki, è costruita su motivi semplici e motivi geometrici. Un brillante caleidoscopio di energia e sensualità, che culmina in due appassionanti pas de deux.

 

Capofila del Post Modern americano anni Sessanta, ideatrice e promotrice del Minimalismo coreutico, americana curiosa e sensibile, figura imprescindibile per la storia della danza contemporanea (è nata a New York nel 1940 e si è formata alla scuola di Merce Cunningham e Robert Dunn), Lucinda Childs ha saputo contaminare la sua arte con quella di altri grandi del

nostro tempo: è il caso del suo emblematico capolavoro Dance, creato nel 1979 in collaborazione con il compositore Philip Glass e l’artista visivo Sol LeWitt. Quando ha fondato la Lucinda Childs Dance Company nel 1973, le sue performance sono state caratterizzate da una serie di movimenti ripetuti in diverse configurazioni e velocità. I segmenti danzati sono stati la base per l’opera Einstein on the Beach di Robert Wilson e Philip Glass (1976). Tutte le sue creazioni rivelano una sensibilità estetica astratta e ispirata, prima dalle personalissime forme del silenzio, poi dalle varietà e variazioni anche infinitesimali del ritmo, dalla ripetizione e di recente, dalle più complesse architetture musicali. Nel 2004 è stata insignita del titolo di Comandante della Legione d’Onore dal Governo francese.

Canto Ostinato è uno dei recenti successi del repertorio Introdans, ed è la seconda coreografia che la grande signora della danza ha messo a punto per la compagnia nel 2015. Inflessibile e raffinato, questo lavoro vive della musica ipnotica di Simeon ten Holt.

 

Nato a Praga nel 1947, Jiří Kylián si forma ancora bambino presso la Scuola di balletto del Teatro nazionale. Dopo il perfezionamento alla Royal Ballet School di Londra, nel 1968 entra a far parte dello Stuttgart Ballet diretto da John Cranko, dove con i suoi primi lavori diventa il più giovane coreografo attivo nella compagnia. Al 1973 risale l’incontro con il Nederlands Dans Theater, per il quale crea Viewers, la prima di oltre cinquanta coreografie ideate esclusivamente per l’ensemble olandese. Il successo internazionale arriva con Sinfonietta (1978, su musiche di Leoš Janáček). Nel corso degli anni, il coreografo si indirizza verso balletti più astratti e surrealistici, dove movimenti e musica si saldano in un universo che racconta anime e corpi.

Kylián trasforma il Nederlands in una struttura dalla grande vitalità, affiancando al Nederlands Dans Theater 1 il NDT 2 (per ballerini tra i 17 e i 21 anni) e il NDT 3 (per ballerini di oltre 40 anni). Songs of a Wayfarer nasce nel 1982 per NDT da Mahler, dalla sua musica grandiosa e lirica. Il precedente è celeberrimo: Bejart si era lasciato ispirare da una serie di melodie per baritono e orchestra di Gustav Mahler (Lieder eines fahrenden Gesellen), mettendo in scena Paolo Bortoluzzi e Rudolf Nureyev.

 

Nacho Duato è un coreografo con una lunga carriera di direzione di compagnie di balletto, dalla Compañía Nacional de Danza, al Balletto del Teatro Mikhailovskij di San Pietroburgo e, dal 2014, dello Staatsballett di Berlino. Nato a Valencia nel 1957, Duato ha studiato al Mudra di Bejart a Bruxelles, all’Alvin Ailey American Dance Theater di New York City. Durante la sua

permanenza al NDT con Kylián, Duato si rivela uno dei danzatori più importanti del panorama europeo, inizando la carriera di coreografo. Nel 1988 venne nominato coreografo stabile al Nederlands Dans Theater assieme a Van Manen e Kylián. Alcune sue coreografie sono state inserite in molte prestigiose compagnie internazionali.

Nacho Duato ha coreografato Rassemblement nel 1990 per il Cullberg Ballet in Svezia. È un lavoro dal notevole respiro contenutistico, oltre che coreutico: a partire dalle canzoni dell’artista Toto Bissainthe, che le ha tratte dalle ballate degli schiavi del culto Voodoo. Esse descrivono la vita quotidiana degli schiavi, il desiderio per l’Africa e per la libertà. La nascita del Voodoo in una terra di esilio è stata la prima lingua comune tra gli schiavi di diverse etnie, un momento creativo vitale, un’unificazione culturale. Rassemblement è una creazione che a poco a poco, attraverso i poteri liberatori di musica e danza, dimostra di essere un emozionante appello a favore dei diritti dell’uomo.

(Scheda tratta dal programma di Torinodanza 2017).

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LOCANDINA

 

PAESI BASSI

Fonderie Limone Moncalieri (Sala Grande)

29-30 settembre 2017 – ore 20,45 [durata 78’] | PRIMA ITALIANA

Introdans

Il programma della serata comprende

 

POLISH PIECES [durata 21’]

coreografia Hans van Manen

musica Henryk Mikołaj Gorecki, Concerto per pianoforte e orchestra,

Allegro Molto e Tre pezzi in stile antico, parte 2

eseguita da Amadeus Chamber Orchestra, diretta da Agnieska Duczmal

piano Anna Gorecka

costumi Keso Dekker

realizzazione costumi Nelly van de Velden, Babette van den Berg

disegno luci Joop Caboort

prove Iris Reyes, Mea Venema

ripetitore Iris Reyes per Introdans

maestro di ballo Diane Matla

Prima mondiale: 23 febbraio 1995, Nederlands Dans Theater, Den Haag

Prima Introdans: 20 settembre 2003, Arnhem (versione parziale),

26 dicembre 2012, Arnhem (versione integrale)

 

a seguire

CANTO OSTINATO [durata 13’]

coreografia Lucinda Childs

musica Simeon ten Holt, Canto Ostinato

eseguita da Jeroen van Veen (su nastro)

costumi, luci e scene Dominique Drillot

realizzazione costumi Merlijn Koopman

progettazione audiovisiva Dominique Drillot, Matthieu Stefani

ispirata da Norman McLaren

ripetitore / maestro di ballo Diane Matla

Prima mondiale: 6 febbraio 2015, Introdans, Arnhem

 

a seguire

SONGS OF A WAYFARER (LIEDER EINES FAHRENDEN GESELLEN)

[durata 18’]

ideazione e coreografia Jiří Kylián

musica Gustav Mahler, Lieder Eines Fahrenden Gesellen

(Songs of a Wayfarer – 1883)

eseguita da Los Angeles Philharmonic Orchestra, Zubin Mehta (direttore)

e Marilyn Horne (mezzosoprano)

costumi John F. Macfarlane

luci Jennifer Tipton

scene John F. Macfarlane

adattamento luci e scene Kees Tjebbes

per i costumi si ringrazia il Nederlands Danstheater, Joke Visser e Hermien Hollander

per le scene si ringrazia il Nederlands Danstheater

assistente alla coreografia Elke Schepers

ripetitore / maestro di ballo Diane Matla

Prima mondiale: 11 giugno 1982, Nederlands Danstheater I, Circustheater Scheveningen

Prima Introdans: 17 febbraio 2017, Arnhem

 

 

 

 

a seguire

RASSEMBLEMENT [durata 26’]

coreografia Nacho Duato

musica Toto Bissainthe, parti di Soley Danmbalab, Papaloko, Dey,

Papadanmbalah e Rasanbleman (di Chante Haïti, 1989, Arion arn 64086)

ripetitore Nathalie Buisson, Hilde Koch

scene Walter Nobbe

costumi Nacho Duato

luci Nicolas Fischtel

per scene e costumi si ringrazia la Compania Nacional de Danza

ripetitore / maestro di ballo Diane Matla

Prima mondiale: 27 febbraio 1990, Cullberg Ballet, Orebro (Svezia)

Prima Introdans: 11 settembre 2009, Arnhem

 

 

 

INFO: Tel. 011 5169555 – Numero verde 800235333

Biglietti: Intero € 20,00* – Ridotto € 17,00 – Under 35 € 12,00 – Under 14 € 5,00

*escluse commissioni

I biglietti ancora disponibili verranno messi in vendita un’ora prima dell’inizio degli spettacoli presso le sedi delle manifestazioni

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino – dal martedì al sabato, dalle ore 13.00 alle ore 19.00. Domenica e lunedì riposo.

Vendita on-line: www.teatrostabiletorino.itwww.torinodanzafestival.it

Info: info@torinodanzafestival.it

 

 

Gli spettacoli di TORINODANZA sono programmati nei seguenti teatri:

Teatro Carignano, Piazza Carignano 6 – Torino

Teatro Gobetti, Via Rossini 8 – Torino

Fonderie Limone Moncalieri, Via Eduardo De Filippo angolo Via Pastrengo 88 – Moncalieri (TO)

Teatro Regio, Piazza Castello 215 – Torino

Lavanderia a Vapore Collegno, Corso Pastrengo 51 – Collegno (TO)

 

 

Al via il Manhattan Short Film Festival

CineTeatro Baretti – via Giuseppe Baretti 4, Torino. Apertura concorsi gLOCAL FILM FESTIVAL 2018

 

 

Giovedì 28 settembre prende il via la 20° edizione del Manhattan Short Film Festival e tutti gli appassionati di cinema di Torino saranno tra i primi ad assistere a questo festival di cinema unico nel suo genere, che mostra a una platea globale sparsa in oltre 250 città dei sei continenti, i 10 migliori cortometraggi internazionali realizzati nell’ultimo anno. La sera del 28 settembre l’appuntamento con il cinema breve è alle 21 al CineTeatro Baretti (via Baretti 4, Ingresso 5 €), dove si succederanno una dopo l’altra le opere finaliste del 2017 selezionate tra il numero record di 1.615 iscritte da 75 diversi statiDo No Harm (Nuova Zelanda), Behind (Spagna), Fickle Bickle (Usa), Hope Dies Last (Gran Bretagna), Perfect Day (Spagna), Just Go! (Lettonia), Mare Nostrum (Siria), Viola, Franca (Italia), In a Nutshell (Svizzera) e 8 Minutes (Georgia). Provenienti da 9 diverse nazioni, tra cui anche l’Italia, i 10 finalisti faranno parte della corsa agli Oscar marchiata MANHATTTAN SHORT, che li qualifica per la selezione agli Oscar 2018; un ambizioso obiettivo già messo a segno da Bear Story di Gabriel Osorio, uno dei film del MSFF, che si è aggiudicato l’Oscar per il Miglior Cortometraggio Animato nel 2016.

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Grazie a Piemonte Movie, che per il sesto anno consecutivo porta in città questo evento di risonanza internazionale, il pubblico torinese si potrà unire ai 100.000 spettatori di tutto il mondo che fino all’8 ottobre assisteranno al medesimo spettacolo per votare il Miglior Corto e il Miglior Interprete tra i 10 finalisti. I vincitori saranno resi noti il 9 ottobre su manhattanshort.com, sul sito e sulla Fanpage Facebook di Piemonte Movie. La serata sarà anche l’occasione per aprire ufficialmente le iscrizioni ai concorsi Spazio Piemonte e Panoramica Doc della 17^ edizione del gLocal Film Festival (7 – 11 marzo, Cinema Massimo), la rassegna annuale di cinema regionale che dal 2000 promuove la cultura del cinema piemontese, in stretta sinergia con le più importanti realtà cinematografiche, Film Commission Torino Piemonte, Museo Nazionale del Cinema, Torino Film Festival e con Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino e Città di Torino.

Spazio Piemonte e Panoramica Doc sono rispettivamente riservati a cortometraggi e documentari piemontesi e alle opere che le giurie di professionisti del settore giudicheranno migliori saranno assegnati il Premio Torèt – Alberto Signetto per il Miglior Documentario (2.500 €) e il Premio Torèt Miglior Cortometraggio (1.500 €). Iscrizioni entro il 31 dicembre 2017.

 

INFO

www.piemontemovie.com / www.facebook.com/PiemonteMoviegLocal

concorso@piemontemovie.com

  

MANHATTAN SHORT Film Festival 2017

– i corti in programma –

Tutti i cortometraggi sono in lingua originale (con sottotitoli in inglese laddove il paese di produzione non sia di lingua anglofona).

 

Do No Harm di Rosanne Liang

(Nuova Zelanda, 2016, 12’)

3 del mattino, Cina. Anni 80. Una chirurga molto determinata è costretta a rompere il suo giuramento quando un gruppo di gangster prende d’assalto l’ospedale per fermare un’operazione cruciale.

 

Behind di Ángel Gómez Hernández

(Spagna, 2016, 15’)

Una madre divorziata è ossessionata dall’idea che il suo ex marito stia complottando per allontanarla da suo figlio.

 

Fickle Bickle di Stephen Ward

(Usa, 2016, 10’45’’)

Lasciato da solo in una stupenda villa dopo che lo sbadato proprietario è andato in vacanza, un idraulico contatta la sua cotta del liceo, sapendo che è sempre stata una ‘cacciatrice di dote’.

 

Hope Dies Last di Ben Price

(Gran Bretagna, 2016, 7’43’’)

Durante la Seconda Guerra Mondiale, un prigioniero che lavora come barbiere per i Nazisti teme che ogni acconciatura possa essere la sua ultima.

 

Perfect Day di Ignacio Redondo

(Spagna, 2016, 10’46’’)

Con un accordo da 10 milioni di dollari pronto per essere chiuso e un appuntamento con una bella ragazza, David si immagina che oggi sarà il più bel giorno della sua vita. Non esattamente.

 

Just Go! di Pavel Gumennikov

(Lettonia, 10’45’’)

Un ragazzo che ha perso entrambe le gambe in un incidente da bambino, corre in soccorso della ragazza che ama nel momento in cui degli aggressori se la prendono con lei.

 

Mare Nostrum di Rana Kazkaz & Anas Khalaf

(Siria, 13’)

Su una costa del Mediterraneo, la decisione di un padre siriano di dare a sua figlia una vita migliore, la mette in pericolo di perderla del tutto.

 

Viola, Franca di Marta Savina

(Italia, 15’)

Sicilia, 1965. Franca è costretta a sposare il suo stupratore per evitare di venire emarginata dalla sua comunità, ma si ribella a queste barbare usanze.

 

In a Nutshell di Fabio Friedli

(Svizzera, 5’)

Amore, guerra e una miriade di altri stati di umanità e del mondo, condensati in una stupefacente summa visiva.

 

28 astronome viste da sei artisti di oggi

Attraversare più di quattro millenni di storia e incrociare quelle Signore del cielo “che hanno contribuito ad avvicinare tante persone alla scoperta dell’universo”, come sottolinea Sergio Chiamparino presentando in catalogo l’omonima esposizione ospitata fino al primo ottobre nella Sala Mostre del Palazzo della Regione in piazza Castello e curata da Luciana Penna. Dipinti e sculture che toccano il percorso di una intera rivelazione astronomica con sentimenti dell’età moderna, con brevi appunti, con misurati interventi, con le differenti personalità di chi è stato chiamato a tratteggiare le passioni e gli studi di 28 astronome di diverse epoche – nonché le tappe non sempre facili di alcune loro vite, contrastate, appartate, per alcune quasi nascoste, in epoche che consideravano questi studi e le relative scoperte propri dei soli signori uomini. Un lungo percorso che parte dalla Mesopotamia del 2300 a. C. con la sacerdotessa En-Hedu-Anna, poetessa e prima donna ad occuparsi di scienza di cui ci sia giunta testimonianza, per raggiungere la figura martoriata di Ipazia (IV-V secolo dopo Cristo), cui si deve tra l’altro la divulgazione delle opere di Euclide e Archimede e gli studi intorno al sistema solare, personaggio già teatrale e cinematografico, vittima di un’accusa di paganesimo da parte del vescovo Cirillo, patriarca d’Alessandria d’Egitto e per questo condannata a morte, a Fatima di Madrid nella Spagna del decimo secolo e alla germanica Hildegarda di Bingen, morta più che ottantenne nel 1179.

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Con la seconda metà del Cinquecento, troviamo Sophie Brahe, sorella del più celebre Tycho, considerata una delle donne più erudite della sua epoca, che studiò a fianco del fratello le eclissi lunari e le comete con sestanti, quadranti, sfere armillari e strumenti di loro invenzione. A lei seguirono nei due secoli successivi la polacca Maria Cunitz, le tedesche Maria Winkelmann Kirch, Maria Clara Eimmart e Caroline Lucretia Herschel. Più lontano da noi, nella Cina del Settecento maturarono gli studi di Wang Zhenyi, che s’appassionò alle eclissi lunari, usando per le sue ricerche modelli che lei stessa costruiva nel giardino di casa sua, approfondendo con la stesura di una dozzina di volumi che trattarono tra l’altro dei dati atmosferici raccolti per prevenire la siccità e le inondazioni che flagellavano la sua regione. In Italia, troviamo nell’Ottocento Caterina Scalpellini, di origine umbra ma romana di adozione, interessata alle eclissi del sole e della luna, alle stelle cadenti, alle comete e alle maree e ai terremoti. Poi arrivarono i nomi importanti delle statunitensi Maria Mitchell, Annie Jump Cannon, Antonia Pereira Maury, Henrietta Swan Leavitt, Cecilia Payne Gaposchkin e Dorritt Hoffleit. Indimenticabile per noi la figura di Margherita Hack (1922 – 2013), fiorentina, grande e affermata divulgatrice scientifica attraverso pubblicazioni e conferenze, amatissimo volto televisivo, per anni tenne corsi di astrofisica presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano, collaborò con varie università straniere, diresse per più di vent’anni l’Osservatorio Astronomico di Trieste.

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Al progetto, inserito nel decimo anniversario del Festival “Teatro e scienza”, che culminerà il 30 settembre con “la notte europea dei ricercatori”, hanno aderito gli artisti Angela Betta Casale, Martino Bissacco, Gianfranco Cantù, Attilio Lauricella, Nikolinka Nikolova e la stessa Luciana Penna. La prima artista, che conosciamo da tempo e di cui continuiamo ad ammirare quel suo approfondimento di un classicismo dell’arte più pura che si collega a materiali contemporanei capaci di accrescere la poesia dell’opera stessa, irreale, fantasticata, intrecciata attraverso la presenza di mondi lontani: sarebbe sufficiente, in mostra, soffermarsi dinanzi al ritratto di “Fatima di Madrid”, con quell’accenno alle architetture di Cordoba, al grande astrolabio e alla bellezza perfetta del viso femminile affondato nel blu variegato del cielo, per vedere ancora una volta la poesia e la tecnica che trovano spazio nelle opere di Betta Casale. Di Martino Bissacco sappiamo l’uso e il contrasto dei materiali, gli inserimenti, i colori che esplodono nelle sue opere: oggi ci si sofferma dinanzi all’omaggio che l’autore ha voluto creare per Beatrice Tinsley, una tecnica mista dove attorno ad un punto focale s’irradiano vele rosate, attraversate da brevi squarci, buchi sconosciuti, poetiche tessiture nello spazio. Sciami multicolori di fiori e foglie e vegetali, simili a comete, disseminati su uno spazio scuro, attraversano l’opera interessante di Gianfranco Cantù, un lungo paravento di oltre tre metri, suddiviso nelle differenti stagioni, mentre oltre le coloriture spezzate, le geometrie e le astrazioni composte dalla tavolozza dell’artista, colpiscono ancor più nell’occasione le sculture lignee, che trasportano chi guarda ad un bronzo camuffato, di Attilio Lauricella, una costruzione perfetta di meccanismi antichi, reali e immaginari al tempo stesso, congegni catturati da antiche civiltà cui l’artista ha posto attenzione da non molti anni.

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Incide la pittura di Nikolinka Nikolova, di origini bulgare ma da anni in Italia, affinatasi con gli anni e sempre più presente sulla scena pittorica non soltanto italiana, ricercata pittrice e organizzatrice di mostre anche all’estero di grande successo. Una pittura la sua coloratissima, che ben si addice ad un discorso cosmologico, vivace nell’espressione, che lascia debordare studio e allegria, in cui le forme irreali si concentrano in quelle linee che come una musica attraversano la tela in piena libertà pur conservando un loro precisissimo e soffusamente geometrico ordine: all’interno visi e occhi lasciati intravedere al riparo di piccoli nascondigli osservano e studiano come da manuale la volta celeste. In ultimo Luciana Penna, cui si deve la scelta e il successo della mostra. In lei si fondono pittura e scultura, si fa ammirare quel volto di Mary Somerville seminascosto dietro l’opera d’ingegno, come chi scrive si ferma dinanzi al “trattatello” su Ipazia, figura rivoluzionaria, un intarsio che ha il sapore del ricamo, un 100 x 90 capace di racchiudere l’intero operato dell’astronoma egiziana e la sua vita attraversata dagli studi e dalle pene e dalle sconfitte, gli alunni e gli aguzzini, i luoghi che l’hanno vista vivere, i suoi strumenti e le sue carte. Una mostra da visitare, non soltanto dagli appassionati della materia.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

 

Angela Betta Casale, “Antonia Maury”, olio e resine su tela

Martino Bissacco, “M.J. Amélie Harlay”, acrilico e olio su tela

Gianfranco Cantù, “Viandante cosmico”, dipinto su legno

Attilio Lauricella, “Maria Mitchell”, scultura in legno effetto bronzo

Nikolinka Nikolova, “Hildegarda di Bingen”, acrilico su tela

Luciana Penna, “Henrietta Swan Leavitt”, acrilico su tela

 

 

  

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM

NELLE SALE DI TORINO

 

A cura di Elio Rabbione

 

Appuntamento al parco – Commedia. Regia di Joel Hopkins, con Diane Keaton e Brendan Gleason. Una storia a due, un uomo e una donna di non più freschissima età, una di quelle storie che il cinema di oggi ha preso a inseguire. Lei, una vedova che arriva da oltreoceano, lui, un vecchio scorbutico e solitario, rintanato in spregio al mondo, nel folto di un parco londinese. Niente di più facile che quell’incontro, insperato e in un certo senso quasi surreale, porti ad un nuovo credere nella vita. Durata 102 minuti. (Eliseo blu, Romano sala 1)

 

Baby driver – Il genio della fuga – Azione. Regia di Edgar Wright, con Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James e Jamie Foxx. Il “baby” del titolo è un ragazzo cui un incidente subito negli anni dell’adolescenza ha regalato un fastidiosissimo fischio alle orecchie che lui cerca di diminuire o cancellare con la musica nelle orecchie, ascoltata continuamente. Ma è anche un ragazzo che guida da dio le vetture che gli capitano a tiro, per cui nulla da stupirsi se arrotonda i guadagni e prolunga la sua voglia di vivere pilotando la fuga di rapinatori, con il fine di azzerare un vecchio debito che lui ha con il boss Doc. Tutto dovrebbe nelle intenzioni scorrere al meglio se ancora Doc non lo obbligasse a partecipare ad una rapina ad un ufficio postale: proprio quando Baby ha incontrato in una tavola calda la cameriera Debora, il grande amore della sua vita, una per cui merita certo cambiare vita. Durata 112 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, The Space, Uci)

 

Barry Seals – Una storia americana – Azione. Regia di Doug Liman, con Tom Cruise e Domhnall Gleeson. Da una vicenda vera, quella di un uomo che molto disinvoltamente scelse di passare da attività ad attività, prima pilota di linea poi contrabbandiere della droga al servizio del cartello di Medellin come della Dea, più all’occasione dare una mano alla Cia in questioni poco chiare a Panama ai tempi di Noriega. Passaggi spregiudicati che lo fecero vittima nel 1986 di due sicari inviati dalla Colombia. Durata 107 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Cars 3 – Animazione. Regia di Brian Fee. Ancora un’avventura per Saetta McQueen, in piena depressione per la vittoria del giovane rivale Jackson Storm: ma l’idea di abbandonare le corse verrà immediatamente scacciata se all’orizzonte si mostrerà un’angelica Cruz, che ha cancellato l’idea di correre in pista per abbracciare quella di diventare una perfetta istruttrice. Durata109 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Cattivissimo me 3 – Animazione. Regia di Kyle Balda e Pierre Coffin. Quando è ormai divenuto un importante membro della Lega Anti Cattivi, Gru viene avvertito di avere un fratello gemello, Dru: con lui andrà alla ricerca di Balthazar, il cattivo ossessionato dalla fama e fanatico degli anni Ottanta. Durata 96 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Che Dio ci perdoni – Thriller. Regia di Rodrigo Sorogoyen, con Antonio de la Torre e Roberto Alamo. Grande successo dell’anno per la cinematografia spagnola. Nella Madrid dell’agosto 2011, mentre si prepara la visita del papa, ecco entrare in azione un serial killer contro cui due ispettori di polizia dovranno mettere in campo intelligenza, velocità e intuizioni perfette. Durata 127 minuti. (Classico)

 

Il colore nascosto delle cose – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Valeria Golino e Adriano Giannini. Ancora due esistenze, diversissime, tratteggiate dall’autore di “Pane e tulipani”. Un giovane sciupafemmine, decisamente in carriera, una agenzia du pubblicità che riempie le sue giornate, dall’altro lato Emma, una ragazza cieca a rimettere in sesto corpi nella sua professione di osteopata: avranno l’occasione per incrociare le loro storie. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, Romano sala 2, Uci)

 

Due biglietti della lotteria – Commedia. Regia di Paul Negoescu, con Dorian Boguta e Dragos Bucur. Una storia romena, un meccanico abbandonato dalla moglie, un carpentiere con il vizio del gioco, un pubblico impiegato decidono insieme di acquistare un biglietto della lotteria, che si rivelerà vincente: ma uno dei tre a seguito di un’aggressione lo perde. Non resterà che andare alla ricerca di quel cambiamento di vita che quel biglietto poteva assicurare. Durata 96 minuti. (F.lli Chico sala Chico)

 

Dunkirk – Bellico. Regia di Christopher Dolan, con Harry Styles, Cilian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy e Kenneth Branagh. “Un colossale disastro militare” definì Churchill la disfatta delle truppe alleate – francesi e inglesi uniti nella disfatta – sotto il fuoco tedesco che avanzava sul fronte Nord della Francia nel maggio 1940. Una trappola sulle spiagge di Dunkerque, una ritirata che coinvolse circa 350 mila uomini, qui raccontata da Nolan nello spazio di sette giorni, con un triplice sguardo pronto a posarsi sulle cronache e sugli eroismi accaduti tra mare e terra e cielo: i giovani soldati che su quella costa tentano di tutto per non essere travolti dalla guerra e morire, i civili che mettono a disposizione le loro imbarcazioni, un eroe del volo che combatte contro la furia della Luftwaffe. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Eliseo Blu, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Easy – Un viaggio facile facile – Drammatico. Regia di Andrea Magnani, con Nicola Nocella, Libero De Renzo e Barbara Bouchet. Isidoro, detto Easy, è un ragazzone sovrappeso, solo e depresso. Il fratello Filo, che della furbizia e dell’arte di arrangiarsi ha fatto la sua ragione di vita, lo incarica di portare in Ucraina la bara con dentro il corpo di un suo operaio, vittima di un incidente sul lavoro. Un lavoro che dovrebbe andare liscio come l’olio: se Easy non incrociasse un cartello sbagliato e la strada sconosciuta non lo portasse al centro di un paese sconosciuto. Durata 91 minuti. (Massimo sala 2)

 

L’equilibrio – Drammatico. Regia di Vincenzo Marra, con Mimmo Borrelli e Roberto Del Gaudio. Don Giuseppe chiede al suo vescovo di essere trasferito in un piccolo paese della sua regione d’origine, la Campania. La sua missione è quella di aiutare senza se e senza ma tutte le persone che vivono nella sua realtà parrocchiale: ma dovrà scontrarsi contro quelli che da sempre reggono le sorti (amare) del paesi, contro quelle leggi con cui i poteri si sono creati il dominio totale. Durata 90 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Massimo 1)

 

La fratellanza – Drammatico. Regia di Rice Roman Waugh, con Nikolaj Coster-Waldau e Lake Bell. Jacob è un uomo mite e manager di successo, che conduce una tranquilla esistenza accanto alla moglie al figlio. Una sera, a causa di un incidente in cui un uomo perde la vita, viene arrestato e tradotto in carcere, con l’accusa di omicidio colposo. Se vorrà sopravvivere, dovrà affiliarsi ad un gruppo di nazistoidi e far sue quelle leggi di supremazia e di ferocia che governano la vita carceraria, entrando in una filosofia di vita che non lo abbandonerà anche quando rientrerà nella libertà di ogni giorno. Durata 121 minuti. (Greenwich sala 3, The Space, Uci)

 

Gatta Cenerentola – Animazione. Regia di Ivan Cappiello e Marino Guarnieri. Cenerentola è cresciuta all’interno della Megaride, un’enorme nave ferma nel porto di Napoli da più di 15 anni. Suo padre, ricco armatore e scienziato, è morto portando con sé i segreti tecnologici della nave e il sogno di una rinascita del porto. La piccola vive da allora all’ombra della temibile matrigna e delle sue sei perfide figlie. Dentro il degrado la figura emergente di Salvatore, un ambizioso trafficante di droga che, d’accordo con la matrigna, sfrutta l’eredità dell’ignara Cenerentola per fare del porto di Napoli una capitale del riciclaggio. Durata 86 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Glory – Non c’è tempo per gli onesti – Commedia drammatica. Regia di Kristina Grozeva e Petar Valchanov con Stefan Denolyubov e Margita Gosheva. C’è odore di scandalo in Bulgaria, il ministro dei trasporti è vittima di una negativa campagna di stampa a proposito di appalti che coinvolgono le ferrovia di stato. Ma non può essere colpito lui, è necessario trovare qualcuno al suo posto. Un povero ferroviere, balbuziente, per il corretto comportamento vittima dei soprusi dei disonesti colleghi, trova un giorno durante il solito giro d’ispezione una borsa piena di quattrini. Il dovere vuol dire consegnarla alla polizia. Trionferà la giustizia o sarà il sopravvento ad avere il tornaconto? Le agenzie di stampa indicano “Glory” come il rappresentante della Bulgaria alla corsa agli Oscar. Durata 101 minuti. (Romano sala 3)

 

L’inganno – Drammatico. Regia di Sofia Coppola, con Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst e Elle Fanning. L’autrice del “Giardino delle vergine suicide”, di “Lost in translation” e di “Marie Antoinette” traduce ancora per lo schermo The Beguiled, il romanzo scritto da Thomas Cullinan e trasposto da un vigoroso Don Siegel nel 1971, qui da noi “La notte brava del soldato Jonathan”, interprete Clint Eastwood. La storia di John McBurney, caporale dell’esercito dell’Unione, ferito e scovato in piena guerra di Secessione in Virginia, nella piantagione che è accanto ad un collegio di ragazze, dove Kidman è la direttrice, Dunst una delle insegnanti, Fanning una allieva, tutte colpite dal fascino del bel militare. Il nemico non verrà consegnato, ma curato e inserito nella piccola comunità: ma quando sarà l’uomo a voler guidare il gioco della seduzione che inevitabilmente s’inserisce tra lui e le donne della casa, ecco che ne uscirà vittima. Premio per la regia a Cannes. Durata 94 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, The Space, Uci)

 

Kingsman: il cerchio d’oro – Azione. Regia di Matthew Vaughn, con Colin Firth, Taron Egerton, Julienne Moore e Channing Tatum. Seconda puntata degli ironici agenti segreti sulla scia di James Bond 007, camuffati dietro una sartoria londinese che nasconde il gruppo capitanato da un molto british Harry Hart, decisamente redivivo se nella puntata precedente il cattivo di turno era riuscito a mandarlo a miglior vita. Questa volta, guerrescamente rimesso in sesto, se la deve vedere con la narcotrafficante Moore, feroce e sorridente, che ha delle soluzioni finali di tutto rispetto per i propri nemici. Durata 141 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in V.O.)

 

Neve nera – Drammatico. Regia di Martin Hodara, con Ricardo Darin e Laia Costa. Un uomo ucciso durante una battuta di caccia, della morte è ritenuto responsabile il fratello, i fatti rivissuti alcuni anni dopo quando, alla morte del capofamiglia, si deve parlare di eredità. Durata 90 minuti. (Classico)

 

Noi siamo tutto – Commedia drammatica. Regia di Stella Meghie, con Nick Robinson e Amanda Stenberg. Al romanzo si è già appassionato un numero enorme di persone, ora sullo schermo l’incontro tra la diciottenne Maddy, che una malattia tiene rinchiusa tra le pareti della sua casa, impossibilitata ad avere alcun rapporto esterno, e il suo nuovo vicino Olly. Durata 96 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

The Teacher – Commedia. Regia di Jan Hrebejk, con Zuzana Maurery. Tratto da una storia vera. Maria, vedova di un ufficiale, è un’insegnante nella Bratislava del 1983 con metodi e idee tutti propri circa l’insegnamento. Non appena i nuovi alunni arrivano in aula, ecco che le prime fare un’unica domanda: “Che mestiere fa tuo padre” ed ecco che ai più “sostanziosi” inizia a chiedere aiuti e interessamenti di vario tipo. Per quelli che non hanno nulla da offrire, è una lunga sequela di votazioni non proprio eccellenti e discriminazioni. Ma a qualche genitore quel metodo non va assolutamente bene. Durata 102 minuti. (Due Giardini sala Nirvana)

 

Un profilo per due – Commedia. Regia di Stéphane Robelin, con Pierre Richard e Yaniss Lespert. Pierre è un vedovo ottantenne, chiuso nella solitudine della sua casa, il ricordo perennemente rivolto alla moglie scomparsa. All’improvviso, a farlo risorgere alla vita ci pensa Alex, il fidanzato della figlia, che lo inizia simpaticamente alla navigazione in rete. E qui il vegliardo incontra Flora che lo vorrebbe incontrare: ma se Pierre ha creato un profilo giovane, vorrà Alex ancora aiutarlo nella nuova avventura? Durata 100 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Valerian e la città dei mille pianeti – Fantascienza. Regia di Lui Besson, con Dane DeHaan e Cara Delevingne. Una storia che vediamo soltanto oggi sugli schermi ma alla quale l’autore di “Nikita” pensava da almeno due decenni. In un lontanissimo futuro, Valerian e Loreline sono incaricati di una missione presso Alpha, metropoli immersa negli spazi galattici. Creature dai lunghi arti, con contorno di cattivi di vario genere e mostri famelici. Tecniche di ultimissima generazione, musiche assordanti, scenografie pronte a infiammare ogni immaginazione. Durata 140 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Reposi, The Space in 3D e in V.O., Uci anche in 3D)

 

“Voci e Volti” ultima tappa

Ultimo appuntamento domenica 24 settembre con 432 Project al Castello di Moncalieri

La rassegna Voci e Volti si concluderà il 24 settembre, al termine di un “viaggio” tra arte e tradizione iniziato il 23 maggio . Un percorso che ha portato artisti internazionali della musica popolare in luoghi dall’alto valore culturale del territorio piemontese. Voci e Volti visiterà con gli spettatori, tra gli altri, il Castello di Moncalieri, il Castello di Masino, il Castello della Manta, l’Abbazia di Vezzolano, l’Abbazia di Santa Maria a Cavour, Infini.To Planetario, il Filatoio di Caraglio. Voci e Volti ha ospitato artisti provenienti da Finlandia, Senegal, Tunisia, Argentina, Brasile, Canada e da diverse regioni d’Italia. Sonorità, volti, etnie, simbolo ed espressione di tradizioni musicali molto diversi fra di loro hanno accompagnato il pubblico alla scoperta di luoghi non convenzionali. La rassegna è stata un successo. Tutto esaurito per la maggior parte delle date con una media di 150 spettatori a concerto.

La direzione artistica di Voci e Volti è affidata ai componenti dell’Orchestra Multietnica MOM che accompagneranno gli artisti ospiti durante l’intera rassegna. Il progetto nasce dall’esperienza pluriennale della Fondazione Dravelli in ambito interculturale.

I concerti sono tutti ad ingresso gratuito e si svolgeranno anche in caso di pioggia.

Domenica 24 settembre, ore 21.00

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432 Project​

Il Giardino delle Rose del Castello Reale, Piazza Baden Baden, 4 Moncalieri (TO)

Un appuntamento fra suono e immagini dove mondi apparentemente lontani come la WORLD MUSIC e L’ELETTRONICA MINIMALE, si uniscono perfettamente in un canto corale che diventa colonna sonora di una nuova narrazione.

432 PROJECT è ​l’ultimo atto della saga The magical Box , installazione video musicale di Gian Giacomo Parigini detto Giangi – musicista e pittore e Davide Sgorlon – musicista e videomaker.

​U​n progetto artistico musicale in 4 atti sviluppato appositamente per Voci e Volti – oltre il confine.

 

Morenica 2017 UPGRADE

Dal 2003 Morenica Cantiere Canavesano si presenta sul territorio proponendo un progetto culturale che spazia dall’ospitalità degli artisti alla formazione dei nuovi pubblici. Un programma che negli anni è cresciuto e ha saputo costruire reti e collaborazioni, ha resistito ai tagli economici e alle difficoltà del settore.

Il progetto Morenica 2017 UPGRADE si pone come obiettivo non solo di consolidare il rapporto pluriennale con il territorio, ma soprattutto quello superare ancora una volta i propri “confini” con una nuova visione di ospitalità diffusa e condivisa. La 15° Edizione rilancia con una programmazione “giovane” ed accessibile e con una proposta formativa pensata per avvicinare e ri-avvicinare la comunità di riferimento ai linguaggi teatrali. Sono stati quindi selezionati artisti che presentano un linguaggio drammaturgico originale e allo stesso tempo accessibile. Compagnie che arrivano da tutta Italia e che raccontano il nostro tempo. Nella fase estiva sono stati presentati ESILIO di Piccola Compagnia Dammacco-Modena e QUINTETTO di Tida-Aosta.La fase autunnale propone i lavori di BELCAN TEATRO (Brescia) con Michele Beltrami in BUONASERA, TECNOLOGIA FILOSOFICA/REFRAIN in ALICE (rilettura in danza e teatro del sogno di Alice nel Paese delle Meraviglie), ALICE CONTI (ORTIKA – Trento e Torino) in CHI AMA BRUCIA un racconto tragicamente comico sulla realtà dei Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri.Ed ancora GLI OMINI nel loro amato CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO per concludersi con ATIR in (S)LEGATI Drammaturgie che raccontano il nostro momento storico utilizzando linguaggi teatrali che spaziano dalla prosa al teatro danza, accomunati dalla capacità di mostrarci spaccati di vita lasciando allo spettatore lo spazio per riflettere, anche attraverso il riso. Gli spettacoli selezionati hanno ricevuto premi e riconoscimenti in tutta Italia a confermare l’alto livello di qualità artistica.

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MORENICA FESTIVAL 2017 UPGRADE è stato realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’edizione 2017 del bando “Performing Arts”. 

 

Hanno contribuito all’edizione 2017 Fondazione Piemonte dal Vivo, Mibac, Fondazione Guelpa,Comune Di Chiaverano Comune di Bollengo,La grande invasione,IvreaEstate 2017, ZAC Zone Attive di Cittadinanza

 

SABATO 30 settembre 2017 ore 21.00 Teatro Bertagnolio_Chiaverano

BUONASERA

(alias IL DISUMANO e DISPERATO CASO di MICHELE BELTRAMI)

l’unico spettacolo al mondo con una sola parola!

 

di e con Michele Beltrami

regia di Michele Beltrami e Paola Cannizzaro

BELCAN TEATRO

 

Premio Godot 2011 per performance teatrale ispirata al Teatro dell’Assurdo.

Mercurdo, Biennale Internazionale dell’Assurdo in collaborazione con ERT (Fondazione Emilia Romagna Teatro)

Miglior spettacolo e miglior attore Rota in festival 2011 (Salerno)

 

Un istrionico, surreale maestro anima una vecchia aula di scuola elementare. E’ un maestro di un tempo che non c’è più quando tra la grammatica e la matematica si imparava pure la fantastica. Gioca con lo spazio, gioca con gli oggetti, gioca con l’unica parola che si concede di pronunciare: Buonasera, in un delicato tentativo di restituire il valore alle parole perché, così come scriveva Elias Canetti, le parole sono importanti soprattutto oggi che, sempre di più, sono urlate, maltrattate, e in definitiva non ascoltate.

Le parole sono un rifugio dal mondo violento e poco controllabile che ci circonda.

BUONASERA -il disumano e disperato caso di Michele Beltrami è uno spettacolo comico pieno di giochi di parole e non-sense; un elogio dell’acrostico, un’investigazione del significato profondo che ogni parola porta con sé.

Ogni riferimento a fatti e persone è drammaticamente voluto. Tutti possono assistere – partecipare – giocare a questo spettacolo. La chiave del successo è lavorare di inesauribile fantasia.

Attenzione!

La parola usata in questo spettacolo non e’ stata maltrattata

 

 

Domenica 8 ottobre 2018 ore 17.00 Teatro Bertagnolio_ Chiaverano

ALICE

 

Spettacolo di teatro, musica e danza tratto dai racconti di Lewis Carrol.

Adattamento del soggetto originale a cura di Marco Amistadi

Figurini in legno realizzati da Rajan Craveri

Regia, musiche originali, live elettronics a cura di Marco Amistadi

Con Thuline Andreoni e Elena Valente

Commissione Unione Musicale

Compagnie Tecnologia Filosofica/Refrain

 

Alice è una rilettura teatrale per bambini dell’originale di Lewis Carrol (Alice’s Adventures in Wonderland ). In scena si fondono danza, musica, teatro e video. Attraverso giochi di prospettiva, usi fantasiosi di oggetti quotidiani, riprese un po’ folli e animazioni, si racconta il mondo del Cappellaio Matto, del Coniglio, del Bruco, della Regina di Cuori. Con loro Alice parla, danza, gioca, tra personaggi che appaiono e scompaiono, bambine che si allungano e si accorciano, animali che parlano e bevono il tè. Un universo magico, folle, poetico, vivo, straniante, ironico.. insomma, il mondo di Alice, proprio come ce lo immaginiamo!

Tecnologia Filosofica è una comunità teatrale di artisti a struttura orizzontale, non verticistica, né gerarchica in cui non è prevista la figura tradizionale del direttore artistico. Le linee guida sono definite e orientate grazie a un continuo confronto dinamico all’interno del gruppo, mentre le responsabilità artistiche dei lavori sono stabilite a progetto, sulla base delle urgenze portate dai singoli.

 

 

 

 

Venerdì 3 novembre 2017 ore 21.00 allo ZAC di Ivrea

CHI AMA BRUCIA Discorsi al limite della Frontiera

 

Ideazione e regia Alice Conti

Con Alice Conti

Testo Chiara Zingariello, Drammaturgia Alice Conti e Chiara Zingariello, Disegno luce, audio, scene e grafica Alice Colla, Musiche Elia Pedrotti, Costumi Eleonora Duse, Assistenza scene Giuseppe Cipriano, Assistenza produzione Valeria Zecchinato, Riprese video Luigi Zoner, Assistenza video Giuseppe Glielmi

uno spettacolo di Ortika, una produzione TrentoSpettacoli con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali, con la complicità di: Spazio Off – Trento, LAB121 – Milano, CAP10100, Cavallerizza Reale Liberata, La Tana, Lapsus, Circolo Oltrepo’ – Torino, Artea – Rovereto, selezione Premio Dante Cappelletti 2013, Roma

Con il patrocinio di Amnesty International

 

vincitore Anteprima 2014, (PI) / menzione giuria Scandalo! 2014, (BZ) / vincitore Festival Direction Under30 2014, (RE), vincitore Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro – Giuria Giornalisti 2014, (UD) / vincitore Festival 20 30 bando 2015, (BO)

 

Da qui. Da un paesaggio che ci battezza. Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal C.I.E. – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare e che non esiste se non in relazione a questo luogo. Il Campo crea e rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina; c’è un destino nell’assegnazione di uno spazio. La Crocerossina in uniforme d’accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, danza paternalista i turni, canta chiusa in ufficio, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio

orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull’altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un’eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.

 

 

 

Sabato 25 novembre 2017 ore 21.00 allo ZAC di Ivrea

CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO

 

di Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini

con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi e Luca Zacchini

prodotto da Associazione Teatrale Pistoiese

Compagnia GLI OMINI

 

Nel 2015 Gli Omini vincono il premio Rete Critica come miglior compagnia dell’anno.

 

La stazione di una periferia non è solo un luogo di passaggio. Non è un momento di transito, non è solo un non luogo. La stazione di una città piccola ha una sua identità, i suoi abitanti, le sue voci, la sua regole.

Gli Omini sono stati un mese alla Stazione di Pistoia, sui binari, nel bar a consumazione obbligatoria ogni due passaggi, verso i bagni, sulle panchine. Hanno capito le regole e le hanno viste infrangere. Hanno incontrato la gente. Alcuni pendolari, molti ex carcerati, altrettanti in libertà vigilata, piccioni, studenti confusi, marchettari, gente che si sposta in treno perchè non ha più la macchina, coppie di ogni tipo, amore in ogni forma, piccioni, tossici, barboni suonatori di mandolino, donne che alla stazione leggono e poi parlano come un libro stampato, piccioni. Gente che si nasconde, gente da guardare con la coda dell’occhio. Gente che guarda i treni passare e che deve stare lontano dalla linea gialla. !

Ci scusiamo per il disagio ha debuttato a luglio 2015 nel Deposito dei Rotabili Storici di Pistoia, un luogo carico di memoria, un angolo protetto e sconosciuto della città che è stato aperto al pubblico diventando la scenografia con i suoi binari morti e i suoi vagoni d’epoca. Ora è pronto nella sua versione teatrale, in cui è rimasta solo una panchina, un altoparlante che fa da monito e da confidente e una lontana luce rossa.

 

 

 

Data e luogo da definirsi

(S)LEGATI

 

di e con Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris

musiche Sandra Zoccolan

ATIR TEATRO RINGHIERA

 

1° premio al FESTIVAL TEATRALE DI TEGLIO ED. 2015

SPETTACOLO VINCITORE LAST SEEN 2014 MIGLIOR SPETTACOLO DELL’ANNO SU KRAPP’S LAST POST

(S)legati è il volano che ha dato vita all’iniziativa “Teatro in quota”  sponsorizzata e sostenuta dal bando “Torino e le Alpi” 2015

 

Siamo due amici. Siamo due attori. E siamo due appassionati di montagna. Meglio: arrampicatori della domenica.

Circa tre anni fa ci siamo imbattuti nell’incredibile storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates.

E’ la storia di un sogno ambizioso, il loro: essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, attaccato dalla parete ovest.

Ma è anche la storia di un amicizia, e della corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due giovani ragazzi.

La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro. Come sempre avviene in montagna

C’è dunque una cima da raggiungere. C’è la estenuante conquista della vetta. C’è la gioia dell’impresa riuscita.

E infine, quando il peggio è passato, e la strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che strizza l’occhio.

E’ la storia di un miracolo. Di un avventura al di là dei limiti umani. Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami. La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.

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Per info e prenotazioni: info@morenica.org 347 9225376_347 9731968 www.morenica.org

Nel tempio della settima arte, il Museo del Cinema

La Mole Antonelliana, simbolo per eccellenza di Torino, ospita il Museo Nazionale del Cinema, una delle istituzioni culturali più conosciute e apprezzate della città, come dimostra il fatto che si è appena classificato al settimo posto nella lista, stilata dal popolare sito di recensioni Tripadvisor, dei musei più amati dagli italiani nel 2017. Anche i numeri confermano la bontà del lavoro compiuto dal Museo per avvicinare il grande pubblico al magico e articolato mondo del cinema: dalla sua apertura nel 2000 i visitatori sono stati quasi sette milioni e solo nel 2016 sono stati staccati oltre seicento mila biglietti di ingresso. Le ragioni di tale successo sono da ricercare non solo nel vasto e prezioso patrimonio posseduto – circa un milione e ottocentomila opere tra fotografie, manifesti, materiali pubblicitari e artistici, apparecchi cinematografici, film, fascicoli, riviste, partiture musicali e registrazioni video e sonore – ma anche nelle attente scelte di ordinamento e allestimento della collezione che portano il visitatore ad assumere un ruolo attivo nel processo di conoscenza.

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Il percorso di visita, che si sviluppa in verticale, è diviso in quattro macro sezioni, ognuna delle quali dedicata a un particolare aspetto della settima arte. La scoperta del museo ha inizio al primo piano dove assoluta protagonista è l’archeologia del cinema: infatti, attraversando le sale di questa prima sezione è possibile conoscere i principi di ottica e i sistemi di funzionamento alla base dei primi apparecchi che, capaci di dare vita a spettacoli ottici, anticipano il cinema moderno, nato nel 1894. Il secondo piano è invece interamente dedicato a raccontare le diverse componenti e fasi dell’industria del cinema a partire dalla stesura del soggetto e della sceneggiatura, passando attraverso la scelta del cast, delle scenografie e dei costumi, per arrivare alla registrazione, al montaggio e infine alla proiezione in sala delle pellicole. La «Galleria dei Manifesti» costituisce la terza sezione del museo che, raccogliendo le locandine destinate a promuovere le pellicole cinematografiche, consente di ripercorrere la storia del cinema e in parallelo di osservare come sono cambiate la grafica e la cartellonistica pubblicitaria nel corso del tempo. 

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Ultima tappa dell’itinerario di visita è la spettacolare «Aula del Tempio» in cui, oltre a poter assistere a proiezioni sempre diverse stando comodamente sdraiati sulle rosse chaises longues, si ha la possibilità di esplorare una serie di aree espositive che, concepite in modo tale da evocare i differenti set cinematografici, sono dedicate specificatamente a un tema o a un genere della storia del cinema. L’«Aula del Tempio», che costituisce il cuore pulsante del Museo, è costantemente attraversata dal grande e silenzioso ascensore verticale che ha le pareti e il pavimento trasparenti e che in meno di un minuto permette ai visitatori di raggiungere la terrazza panoramica. Posta a 85 metri d’altezza,  costituisce un punto di vista privilegiato da cui ammirare i tetti della città e le Alpi all’orizzonte.

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A completare il percorso di visita, arricchito dalla costante presenza di QR code attraverso cui è possibile accedere a interessanti approfondimenti, è la lunga rampa che, correndo lungo le pareti del perimetro interno della grande «Aula del Tempio», disegna una sorta di spirale a salire verso la cupola. Tale rampa è lo spazio designato ad ospitare le esposizioni temporanee come BESTIALE! Animal Film Stars, visitabile sino al prossimo 8 gennaio. La mostra celebra gli animali protagonisti del grande schermo (dal cane di Torna a casa, Lassie! sino al maialino Babe, protagonista del film uscito nelle sale nel 1995), spiegando chi è, come viene addestrato e che cosa fa un animale attore, senza dimenticare di raccontare l’importanza assunta nel corso del tempo da effetti speciali e sofisticati robot, tecnologie che, non solo in riferimento alle pellicole che hanno per protagonista il mondo animale, giocano sempre più un ruolo fondamentale nel colorato mondo della settima arte.

Giulia Amedeo

Ecco il British Irish Film Fest

Ai blocchi di partenza la III edizione del BIFF – British Irish Film Fest, l’appuntamento annuale dedicato alla cultura d’oltremanica organizzato da The Italian British Society con il patrocinio di Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Torino e Circoscrizione 8

La III edizione del BIFF – British Irish Film Fest riproporrà la formula vincente delle scorse edizioni, aggiungendo però alcune importanti novità, interessanti ospiti e ben 8 nuovi film, di cui 4 sono Italian Première. Case adottive del BIFF sono sempre il CineTeatro Baretti in Via Baretti 4 e il quartiere di San Salvario. Il programma è anche quest’anno molto ricco: 8 film in lingua originale sottotitolati in Italiano (biglietto intero: 5 Euro; ridotto: 4 Euro), un concerto in diretta streaming su Radio Flash, un vertical dj set, un live set, un mercatino di dischi e libri a tema, uno spazio dedicato all’enogastronomia di gusto british e un resident pub allestito sempre presso il CineTeatro Baretti. E non è finita: quest’anno, per la prima volta, sarà consegnato anche il primo “premio alla carriera” nella storia del BIFF.

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La manifestazione apre al pubblico venerdì 22 Settembre alle ore 17:00 con l’apertura dello stand gastronomico, del resident pub e del mercatino di musica e libri negli spazi antistanti il Cineteatro Baretti. Specialità culinaria del giorno, il tipico Fish & Chips. Alle 18:30 musica gratuita per tutti grazie al vertical Dj set di Radio Banda Larga in diretta streaming e curato da Mystic Sister. La prima proiezione cinematografica è prevista alle ore 20:00 con “Cass”, pellicola dedicata al re degli Hooligans che sarà presente in carne ed ossa per presentare il film a lui dedicato da John S. Baird. A seguire, alle 22.30 circa, concerto gratuito della band pop-rock londinese – affezionata al BIFF, presente per il terzo anno consecutivo – Motorcycle Display Team (ingresso libero fino ad esaurimento posti).   Sabato 23 settembre si riapre alle ore 14 con il mercatino e lo stand enogastronomico, mentre il primo film partirà alle ore 15:00: si tratta di “Fifty dead men walking”, première italiana ambientata durante i Troubles, il conflitto nordirlandese (1968-1998) che causò oltre tremila morti. Alle 17.30 seguirà il film di James Erskine, già presente al BIFF 2016, “Shooting for Socrates”, altra première italiana. Anche quest’anno il regista sarà in sala per la presentazione del film e per un interessante Q&A. Le proiezioni termineranno alle ore 20.00 con il delicato “Ginger and Rosa”  Al termine delle tre proiezioni della giornata, alle 22:00 circa, live set con sonorità elettro – brit a cura di Nabi Fachet presso il CineTeatro (ingresso gratuito fino ad esaurimento posti). Domenica 24 settembre, ultimo giorno di manifestazione, apertura degli stand alle 10:00 con la possibilità di consumare un’autentica English Breakfast presso lo spazio enogastronomico. Le proiezioni, invece, prenderanno il via dalle ore 12:00 con l’ultima première italiana, il divertente e surreale “The Fitzroy”. Alle ore 14 sarà la volta di “Notes on blindness”, e alle 16.30 di “The Sweeney”. Il Festival si chiuderà poi con “Oasis: Supersonic” (ore 19) con la presenza del regista, Mat Withecross, al quale sarà poi consegnato, dopo la proiezione, il primo premio alla carriera nella storia del BIFF. Whitecross, infatti, è stato presente in tutte e tre le edizioni con una sua pellicola, un vero record che verrà celebrato con gli adeguati crismi. Un modo particolare per chiudere l’edizione 2017 e ringraziare chi nel BIFF ha sempre creduto. Il British Irish Film Fest, dunque, propone anche quest’anno una tre giorni dedicata alla cultura d’oltremanica in alcuni dei suoi aspetti tradizionalmente riconosciuti: enogastronomia, musica, letteratura e cinema. L’iniziativa nasce dall’amore per il mondo anglosassone e per l’Italia dell’Italian British Society e mira a creare legami interculturali, conoscenza e interesse.

IN BREVE:

BIFF – British Irish Film Fest 22-24 Settembre 2017 CineTeatro Baretti, Via Baretti 4, Torino

Tariffe proiezioni cinematografiche: intero 5 Euro, ridotto 4 Euro.
Eventi collaterali: ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Per informazioni: Facebook.com/bifftorino, scrivere ainfo@biffest.it o telefonare al numero 011-655187.

A proposito di The Italian British Society: Associazione no profit fondata nel maggio 2015 dai torinesi Daniele Manini, Alessandro Battaglini e Gianluca Monticone, The Italian British Society si propone di operare al fine di promuovere e diffondere la conoscenza della cultura britannica. Il BIFF 2017 è solo uno degli eventi promossi dall’associazione.

Il British Irish Film Fest 2017 è realizzato con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Torino e della Circoscrizione 8.

Se il legno racconta. Pippo Leocata

Sono quasi quarant’anni che Pippo Leocata intaglia e lavora il legno. Con risultati sorprendenti, divertendosi un mondo e sfoderando doti manuali che gli derivano dal grande mestiere così come dai lontani studi d’architettura (si è laureato nel ’70 al Politecnico di Torino con un mostro sacro come Carlo Mollino), che certo non gli impediscono di prodursi in creazioni singolarissime, suggestive e intriganti. Quel tanto che basta per abbracciare la fantasia in piena libertà superando, senza mai rimpiangerli, i limiti del contingente e del reale. Dunque: Pippo Leocata scultore. Sui generis. Ma scultore. E quest’ è la prima “novità”, per quanti conoscevano l’artista, torinesissimo d’adozione ma originario di Adrano (sicula località alle falde dell’Etna che tanto ha inciso e continua ad incidere sulla sua produzione artistica), solo attraverso i suoi vigorosi dipinti o i coloratissimi disegni o le nitide robuste incisioni. Detto ciò, ecco la seconda e decisamente più importante “novità”: finalmente il buon Pippo s’è deciso a far uscire di casa, dal laboratorio-studio di via Arona a Torino (un po’ “tana” d’artista, un po’ luogo da favola dove la quotidianità, umana e creativa, non è mai realtà scontata) le sue più che maggiorenni ed amatissime “creature lignee”. Ben venticinque, la maggior parte di grandi dimensioni, datate fra gli Anni ’90 a oggi ed esposte per la prima volta nella suggestiva cornice del “Golf & Relais Feudo di Asti”, nell’ambito dell’iniziativa culturale “Feudarte”, ideata a partire dal giugno scorso come valore aggiunto alle svariate attività proposte dal noto Feudo astigiano. Per Leocata, prima mostra in assoluto di “legni”, colorati e non; compensati di diverse essenze (dal teak al pino, dal pitch pine al pioppo alla betulla) e di agevole lavorazione. Legni amati al tatto, respirati in profondità, ricchi di doti cromatiche naturali e irraggiungibili attraverso l’uso pur sapiente della pennellata; legni recuperati in ogni minima porzione e fra di loro assemblati con certosino puntiglio per arrivare a magici essenziali effetti narrativi in un procedere ai limiti del “maniacale”, nell’intagliare, nel sovrapporre “legno a legno” (quasi a creare situazioni tridimensionali ) nell’aggiungere, più che nel sottrarre, ritagli e profili e scarti riutilizzati “come se fossero –sottolinea l’artista– pennellate su tela o segni di matita su carta”. Rispetto alla pittura cambia dunque la tecnica e gli “attrezzi” di lavoro. Ma i soggetti restano inconfondibilmente e assolutamente i “suoi”, fra memorie del passato più remoto profondamente legato ai miti e alla storia della sua terra e segni di emozionale e quotidiana attualità. Fra sacro e profano, l’itinerario espositivo presenta tre imponenti “Crocifissioni” (da strapparti l’anima il “Crocefisso blu” su pannello specchiante”), ma anche gli “Amanti”, legni colorati e acrilico in omaggio all’“Olympia” di Manet o il “Reperto archeologico” realizzato pensando alla frammentaria “Testa di cavallo” di Fidia conservata al British Museum e proveniente dai Frontoni del Partenone; per proseguire con il “Tondo Etneo” (chiaro esempio di come la cromia complessiva dell’opera sia data non tanto dal colore ma dalle diverse essenze del legno) e il lungo fil rouge che lega l’immagine ricorrente del “suo” Vulcano – di “natura divina” e dalle più improbabili e suggestive eruzioni – ai suoi cavalli alati alle rocche ai castelli al grande Sole infuocato della sua Sicilia e ai suoi guerrieri in armi, mitici eroi protagonisti della storica battaglia di Adrano (Adranon) che nel 344 a. C. servì a liberare la città dalla dominazione siracusana. Memorie di un passato che affonda le radici nella notte dei tempi, accanto ad altre più recenti e più impattanti nella vita dell’artista: si vedano, fra i lavori più suggestivi, “Angeli Sì” e “Angeli No”, così come il “Ricordo delle Vigne” dedicato da Pippo alla memoria dell’amato padre. O, ancora, in prosecuzione del filone artistico-letterario (ultimo “pallino” dell’artista), la “Fine del ‘68” omaggio alla figura di Eugenio Montale, con quella grande luna bianca che sembra uscire d’impeto dalla pancia del Vulcano per abbracciare i toccanti versi del poeta: “Ho contemplato dalla luna, o quasi, il modesto pianeta…Dentro c’è anche l’uomo, ed io tra questi…Se uno muore non importa a nessuno purché sia sconosciuto e lontano”. Parole scritte nel ’71. Ma quanto attuali! Storie e ancora storie. Che arrivano da lontano e si ripetono nel tempo. Dentro ci vive l’uomo. Dentro c’è Pippo Leocata, che queste “storie” ci regala per immagini impresse nel legno: “Anche con il più piccolo pezzo di legno. Che, se messo al posto giusto, ha sempre una vita da raccontare”.

Gianni Milani

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“Se il legno racconta. Pippo Leocata”

“Golf & Relais Feudo di Asti”, Frazione Mombarone 160; tel. 0141/294230; www.golffeudoasti.it

Fino al 31 dicembre

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Le immagini:- Pippo Leocata: “Crocefissione blu”, legni e acrilici con pannello specchiante

– Pippo Leocata: “Amanti” – da “Olympya”, omaggio a Manet, legni e acrilici
– Pippo Leocata:”Progetto archeologico”, legno e acrilici
– Pippo Leocata:L’artista con “Angeli sì” e “Angeli no”, legni e olio
– Pippo Leocata: “Ricordo delle vigne”, legni e acrilici
– Pippo Leocata: ” Fine del ’68”, legni e tecnica mista

 

Mondadori Megastore, fine settimana con gli autori

Gli appuntamenti del weekend

 

VENERDI’ 22 SETTEMBRE ALLE ORE 18.30

Rosy Mercurio incontra il pubblico e firma le copie del libro “Book of me” Vallardi editore

Speciale Workshop

Interviene Giada Sundas

 

Non importa se non sappiamo dipingere, scrivere o disegnare: dentro di noi si nasconde una preziosa riserva di forza creativa da liberare con l’aiuto degli esercizi proposti in questo manuale di crescita personale. Rosy Mercurio ha deciso di trasformare ogni spunto creativo ricevuto nella giornata non in uno dei soliti “buoni propositi” per il futuro, ma in un esercizio per imparare a vivere il presente con gioia e consapevolezza. Ha raccolto appunti e immagini in un quaderno da aprire ogni volta che fosse ricaduta nello sconforto… Un libro che ci guida, attraverso esercizi, a costruire una nostra autobiografia per immagini.

http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2017/09/22/rosy-mercurio-incontra-il-pubblico-e-firma-le-copie-del-libro-book-of-/2023/

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SABATO 23 SETTEMBRE ALLE ORE 17.00

L’Aura incontra il pubblico e firma le copie dell’album “Il contrario dell’amore”

ACQUISTA IL CD “IL CONTRARIO DELL’AMORE” DA VENERDÌ 22 SETTEMBRE PRESSO IL MONDADORI MEGASTORE E RICEVERAI IL PASS ESCLUSIVO PER AVERE ACCESSO PRIORITARIO AL FIRMA COPIE CON L’AURA

 

L’AURA, da sempre supporter dei diritti della comunità LGBT, ha scelto una donna per interpretare la controparte maschile nel video: «Ho affidato ad Alice Ciccola il ruolo di un partner-robot – commenta L’AURA – un’amante dal cuore meccanico in grado di soddisfare ogni mio desiderio. Il capovolgimento dei ruoli sul finale del video è la rappresentazione di un gioco che spesso viene attuato inconsciamente da ognuno dei partner all’interno di qualunque tipo di relazione sentimentale. Mi piace il contrasto che si crea fra l’atmosfera conservatrice degli anni ’60 e una storia tipicamente contemporanea. È la rappresentazione visiva del concetto che permea l’intero album: cercare di rendere attuale il passato, e contestualizzare il presente in una dimensione senza tempo». Dopo il brano “I’m An Alcoholic”, primo singolo estratto dal nuovo album, arriva ora “La meccanica del cuore”, scritto dalla stessa L’Aura e prodotto e arrangiato da Simone Bertolotti (già al fianco di Laura Pausini, Niccolò Agliardi, Elisa e molti altri) e mixato da Michael Brauer (che ha collaborato tra gli altri con Coldplay, John Mayer, Regina Spector, Paul McCartney).

http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2017/09/23/laura-incontra-il-pubblico-e-firma-le-copie-dellalbum-il-contrario-del/2009/

Link al tour completo

http://eventi.mondadoristore.it/it/tour/laura-incontra-il-pubblico/222/

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DOMENICA 24 SETTEMBRE ALLE ORE 17.00

Ghemon Incontra il pubblico e firma le copie dell’album “Mezzanotte”. Acquista il cd “Mezzanotte” presso il Mondadori Megastore da venerdì 22 settembre e riceverai il pass per avere accesso prioritario al firma copie con Ghemon

 

“Mezzanotte” è il nuovo album di GHEMON, disponibile da Venerdì 22 Settembre in tutti gli store digitali e in versione cd e vinile.  Dopo il grande successo di critica e pubblico del suo ultimo disco “ORCHIdee”, primo esperimento nel mischiare pop, rap, soul, funk e jazz, “Mezzanotte” è la consacrazione di qualcosa di unico, dove le influenze black si legano alla musica italiana riuscendo anche a trovare uno spazio vitale per la tradizione Hip Hop. Mosso dalla sua grande cultura musicale e dalla frenesia della scoperta, GHEMON si è cimentato anche nella composizione delle musiche, oltre che nella stesura dei testi e delle melodie,un lavoro che lo ha portato alla creazione di un suono unico e assolutamente inedito senza termini di paragone in Italia.

L’album è stato interamente suonato da GHEMON e la sua band con l’aggiunta dei fiati di Domenico Mamone e le percussioni di Daniel Plentz; è stato registrato e prodotto tra leOfficine Meccaniche e il Red Bull Studio Mobile di Milano da Tommaso Colliva, già vincitore di un Grammy, mentre il master è stato affidato a Giovanni Versari.

 

http://eventi.mondadoristore.it/it/event/2017/09/24/ghemon-incontra-il-pubblico-e-firma-le-copie-dellalbum-mezzanotte/2003/