CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 588

Arahmaiani: Politics of disaster

Prossimamente al Pav di Torino / Il corpo come proprietà dell’artista. Un corpo di donna che indossa il costume tradizionale. “My property” si legge sull’epidermide, tra il collo e il petto, come la pagina di un diario in cui qualsiasi altra donna si può ritrovare

Arahmaiani (Bandung 1961, vive a Yogyakarta) ha usato altre volte (ad esempio in His-Story) la scrittura per tradurre il pensiero in azione, come prima di lei altre artiste femministe, tra cui la turca Nil Yalter in The Headless Woman or the Belly Dance (1974).

Non si tratta solo di mettere in discussione il ruolo della donna all’interno di una tradizione patriarcale, la critica esce dalle categorie di genere per intercettare altri scenari: cultura, religione, spiritualità, capitalismo, politica, società globalizzata e, dagli anni ’90, ecologia. È per questo che il curatore Marco Scotini, che aveva conosciuto Arahmaiani nel 2018 alla Biennale di Yinchuan, ha invitato l’artista indonesiana, nota a livello internazionale per il suo radicalismo, la coerenza nonché la personalità da “bad girl” – ha partecipato alla 50. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e nel 2007 alla collettiva Global Feminism al Brooklyn Museum di New York – a presentare i suoi lavori più emblematici nella mostra personale Politics of Disaster. Gender, Environment, Religion al PAV -Parco Arte Vivente di Torino. Le questioni ambientali diventano di estrema urgenza per Arahmaiani, che si dedica con un’autentica immersione che si protrae nel tempo a lavori partecipativi e comunitari – da The Flag Project a The Tibet Project – incentrati su emergenze come il terremoto, il riciclaggio dei rifiuti, la gestione dell’acqua, la messa a dimora di piante arboree e il recupero di forme di agricoltura biologica – con il coinvolgimento di comunità emarginate come l’ordine di Gelugpa (la scuola più recente di buddismo tibetano) con cui è entrata in contatto nel 2010. È in quel contesto che lei, da sempre sostenitrice dell’inseparabilità di arte/vita, scopre un concetto che è diventato il tòpos del suo pensiero: l’equilibrio tra energia femminile e maschile. Già in un’opera come Etalase (Display Case) del 1994 – per l’artista causa delle minacce di fondamentalisti islamici e di un periodo di esilio, malgrado lei stessa provenga da una famiglia per metà musulmana (il suo cognome è Feisal) e per l’altra induista-buddista – era espressa la volontà di far convivere pacificamente le contraddizioni della società contemporanea rappresentate da oggetti come la bottiglia di coca-cola, i preservativi e, in una sorta di koiné religiosa, la statua di Budda e il Corano. Ma l’ignoranza, alleata fedelissima di qualsiasi dittatura, ha fatto urlare allo scandalo e alla blasfemia.

 

Manuela De Leonardis sulla mostra Arahmaiani. Politics of Disaster. Gender, Environment, Religion, di prossima apertura al PAV – Parco Arte Vivente di Torino

Crediti immagini: Arahmaiani | The Tibet Project (2010 – in corso) | Progetto partecipativo community-based | Courtesy l’artista

A Tonco d’Asti tra pitu e cavalieri di Malta

A Tonco d’Asti il virus ha sconfitto anche il prode tacchino. Anche il Pitu è finito nella morsa dell’emergenza sanitaria facendo saltare la tradizionale Giostra equestre del tacchino che ogni anno, ad aprile, porta migliaia di persone sulle colline di questo paese di 800 anime a nord ovest del capoluogo

Era stata fissata per domenica 19 aprile ma naturalmente non si farà nulla. Sarà per la prossima volta…ma di Tonco si continuerà a parlare lo stesso, per sempre, non solo per la sua Giostra, ma perchè in paese abitava un personaggio molto importante, più famoso del pitu, che i tonchesi ben conoscono, ne vanno fieri e soprattutto non vogliono farselo portar via da certi storici.

Stiamo parlando nientemeno che del fondatore del glorioso Ordine di Malta, il più antico, più potente e più nobile di tutti gli Ordini cavallereschi della storia. Ebbene, fra Gerardo, vissuto nell’XI secolo, sarebbe nato (il condizionale è d’obbligo) proprio a Tonco d’Asti e quasi mille anni fa creò l’Ordine ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme che diventerà in seguito il Sovrano Ordine Militare di Malta. Nella festa del Pitu, antico rito popolare propiziatorio contadino, compare anche lui: la giostra equestre è preceduta dal corteo storico dei nobili che vanno a trovare Gerardo e sono seguiti dai carri dei borghi, dai fantini, da scene di vita contadina e dal povero Pitu (oggi un fantoccio di tessuto) che rappresenta il feudatario locale sul quale il popolo scarica tutta la rabbia accumulata durante l’anno. Nel sito del Comune astigiano si legge che “attualmente tutte le prove dimostrano che Gerardo da Tonco è di famiglia monferrina, uscito dai Signori di Tonco, i quali signori feudali compaiono in numerose carte della regione”. Bufale, fake news? Niente affatto. Gerardo si era trasferito a Gerusalemme per dare una mano ai cristiani e ai pellegrini e, secondo una leggenda, durante l’assedio di Gerusalemme nel 1099 da parte dei crociati gettò loro del pane dalle mura ma quando fu scoperto il pane si trasformò all’improvviso in pietre. Quindi anche il nostro Gerardo, che ha fatto conoscere il nome di Tonco in tutto il mondo, è volato nel Vicino Oriente anticipando le gesta dei celebri marchesi del Monferrato, da Corrado a Bonifacio.

Ma qui divampano le polemiche che dividono gli storici molti dei quali sostengono che fra Gerardo Sasso (e non di Tonco), superiore dell’Ospizio per pellegrini nella Città Santa, nacque ad Amalfi o nei pressi della cittadina, da dove partirono, intorno al 1050, i primi mercanti diretti a Gerusalemme per costruire una chiesa e un ospedale per accogliere e curare i malati. Tra questi studiosi spiccano l’inglese Ernle Bradford, Claudio Rendina e lo stesso Ordine di Malta nel suo sito ufficiale. Gerardo nato sulla costiera amalfitana? I tonchesi non ci stanno e mostrano invece le tesi sostenute dagli storici piemontesi che la pensano ben diversamente. Tanto più “che la partenza di Gerardo di Tonco per Outremer rientra nel quadro della partecipazione di tante famiglie feudali monferrine alle Crociate…” precisa Aldo di Ricaldone nella rivista “Note di storia” della Camera di Commercio di Asti. Lo scrittore e studioso casalese auspica inoltre che “in una prossima edizione della Storia dell’Ordine di Malta si provveda ad inserire un’opportuna appendice dimostrante che Gerardo di Tonco non è né amalfitano né provenzale ma piemontese, dei signori di Tonco Monferrato”. Il mistero continua.

Filippo Re

La cultura non si ferma: stiamo insieme con un click

Museimpresa si unisce al coro di tutti coloro che coi teatri, con la musica, con le iniziative culturali tengono vivo questo Paese. In questo difficile momento di crisi, è essenziale e indispensabile il contributo della cultura

MUSEI E ARCHIVI D’IMPRESA PROPONGONO TOUR VIRTUALI E ARCHIVI DIGITALI. IN PIEMONTE ARCHIVIO NAZIONALE CINEMA D’IMPRESA, FONDAZIONE FILA MUSEUM, CASA MARTINI, MUSEO LAVAZZA, MUSEO DELLA BIRRA MENABREA E CASA ZEGNA APRONO VIRTUALMENTE LE LORO PORTE AI VISITATORI.

Come tutti i luoghi d’arte e cultura, anche i musei e gli archivi di impresa sono chiusi al pubblico, nel rispetto delle disposizioni di contenimento dell’emergenza COVID-19 in corso. Ma la cultura non va in quarantena e non si ferma: così gli associati di Museimpresa – l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa – propongono tour virtuali dei loro musei d’impresa e degli archivi digitali, un’esperienza immersiva oltre che negli spazi espositivi anche nella storia di queste realtà imprenditoriali e in quella del nostro Paese.

Museimpresa si unisce al coro di tutti coloro che coi teatri, con la musica, con le iniziative culturali tengono vivo questo Paese. In questo difficile momento di crisi, è essenziale e indispensabile il contributo della cultura, per continuare a stare insieme anche se lontani fisicamente”- dichiara Antonio CalabròPresidente di Museimpresa – “Negli archivi e nei musei d’impresa italiani sono contenute storie straordinarie, di donne e uomini che hanno inventato, sperimentato, prodotto, costruito ricchezza lavoro e relazioni sociali. Questi racconti li troverete sulla rete di Museimpresa e sui siti dei nostri quasi 100 iscritti. Questo Paese ha conosciuto stagioni drammatiche nella sua storia, ci siamo sempre rialzati perché tra gli elementi della nostra forza c’è la creatività, una straordinaria solidarietà e l’essere capaci di produrre una cultura larga, popolare, fortemente legata ai nostri territori”.

 

Ecco una selezione di iniziative promosse dagli associati Museimpresa della provincia di Torino e Biella, che hanno realizzato, oltre a tour virtuali e archivi accessibili online, anche video tour sui social e sul proprio canale YouTube. Nei prossimi giorni sono in arrivo altre segnalazioni, molti infatti sono gli associati Museimpresa al lavoro per produrre nuovi contenuti digitali.

 

ARCHIVIO NAZIONALE CINEMA D’IMPRESA

L’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea in collaborazione con la Direzione Generale per gli Archivi del Ministero dei Beni delle Attività Culturali e con il contributo della Compagnia di San Paolo ha realizzato un canale YouTube sul cinema d’impresa. Oltre a proporre una selezione di film conservati a Ivrea (tra gli altri AEM, Borsalino, Breda, Birra Peroni, Edison, Ferrovie dello Stato, Fiat, Olivetti, Martini & Rossi, Marzotto, Necchi, Venchi e Rancilio) presenta anche produzioni realizzate da altri archivi di impresa come Ansaldo, Barilla, ENI, Piaggio, Pirelli e Same.

FONDAZIONE FILA MUSEUM

Il Museo FILA nasce nel 2010 con lo scopo di far conoscere l’atipica evoluzione di questo marchio sportivo, che porta con sé una storia, una tradizione, un prezioso background dello stile italiano. Il percorso di visita si articola in nove sale, dedicate alla nascita dell’azienda e del brand, alla storia creativo-pubblicitaria di Fila e a tutti gli sport che l’azienda ha incontrato lungo la sua strada. L’archivio storico si distribuisce, invece, in sei sale, due delle quali aperte al pubblico, dove sono conservati i campionari e i documenti dell’azienda.

CASA MARTINI

Martini, una storia d’avanguardia da quasi 150 anni. Un Tour virtuale alla scoperta di Casa Martini – Martini&Rossi, tra il Museo di Storia dell’Enologia e la Galleria Mondo Martini. Oggetti, immagini, documenti che raccontano persone, passioni e progetti che hanno contrassegnato l’affermarsi del marchio Martini nel mondo.

 

MUSEO LAVAZZA

Con oltre 1100 mq di allestimento e 5 sale, il Museo Lavazza celebra la nascita dell’espresso italiano, avvenuta nel 1884 proprio a Torino, a cui la famiglia Lavazza è legata da 4 generazioni. Storia del caffè e dell’azienda, produzione, rituali di consumo, comunicazione.

Con un video tour diffuso sul canale Facebook appena inaugurato, un assaggio dell’esperienza unica e imprevedibile che si vive visitando il museo.

MUSEO DELLA BIRRA MENABREA

Il Museo dedicato ai 170 anni di storia della birra Menabrea propone un tour virtuale che mostra i macchinari originari del 1846, gli utensili d’officina, gli attrezzi degli antichi bottai, le bottiglie, i boccali, le illustrazioni, le fotografie patinate del tempo, ma anche i libri commerciali e le immagini pubblicitarie. Il video mostra il percorso del museo, testimonianza di vitale attualità.

 

CASA ZEGNA

Grazie alla collaborazione con Google Arts & Culture, è possibile visitare le mostre di Casa Zegna in un viaggio virtuale alla scoperta del patrimonio archivistico tra immagini, progetti, tessuti, storie ed esperienze. Foto d’epoca, bozzetti, progetti, taccuini, stoffe: un archivio che racconta 110 anni di storia è ora disponibile online. Sfogliando le gallerie fotografiche si entra in un percorso virtuale che racconta la visione di Ermenegildo Zegna che nel 1910 fonda a Trivero l’omonimo Lanificio e, di pari passo, sviluppa sul territorio importanti azioni che preservano e valorizzano l’ambiente e le comunità locali. Da quella visione, per volontà dei suoi eredi, nasce nel 1993 l’Oasi Zegna.

Gli altri capitoli – o storie – raccontano l’evoluzione dello stile Zegna nei decenni, la sapienza artigianale e l’innovazione che si nasconde dietro i vari tessuti, da quello che porta il n. 1, ideato e disegnato da Ermenegildo Zegna in persona, fino a quelli eco-compatibili ad alto contenuto tecnologico. Ci sono poi i capitoli dedicati alle campagne pubblicitarie e alle mostre d’arte che negli anni sono state ospitate a Casa Zegna.

Altri associati in altre regioni:

 

ABOCA MUSEUM

Il tour virtuale di Aboca Museum permette di immergersi in un affascinante viaggio nel passato, col racconto della storia delle erbe nei secoli. Un suggestivo percorso tra scienza, arte, storia e saperi popolari. Un viaggio alla scoperta dell’antica tradizione delle piante medicinali attraverso le fonti del passato.

MUSEO ARCHIVIO STORICO DEL BANCO DI NAPOLI

Oltre 100 documenti e il percorso multimediale dell’Archivio Storico del Banco di Napoli possono essere ammirati online su Google Arts & Culture dalle persone di tutto il mondo. Gli utenti possono ammirare gli enormi faldoni dell’Archivio, i kebab di carta e passeggiare virtualmente tra i corridoi del Museo. Un tesoro di memorie lungo 450 anni che riguarda aspetti economici, artistici e sociali raccontato al pubblico in un rimando continuo tra passato e presente.

 

ARCHIVIO STORICO BARILLA

Un portale-museo che conserva le testimonianze di 141 anni di vita dell’azienda di Parma. Migliaia di fotografie, filmati, oggetti promozionali, confezioni, pubblicazioni e opere bibliografiche testimoniano il viaggio del Gruppo Barilla, icona del Made in Italy alimentare, e i cambiamenti della società italiana. Oltre 35.000 i documenti catalogati, 150 manifesti, 2.700 filmati pubblicitari, migliaia d’immagini dell’azienda dal 1913 ad oggi.

 

MUSEO BIRRA PERONI

Una passeggiata virtuale attraverso la grande storia di Birra Peroni. Tre le chiavi di lettura con immagini di alta qualità, pannelli informativi, oggetti, reperti e documenti provenienti dall’archivio storico, tra la crescita industriale, la storia dei prodotti e della comunicazione dei brand, senza dimenticare il mito delle “Bionde Peroni”.

 

MUSEO DUCATI

Storia e futuro, sfide e successi, visione e determinazione:  il Museo Ducati propone un viaggio virtuale nel mito che ripercorre i 90 anni dell’Azienda, celebre nel mondo per stile, performance e ricerca della perfezione.

 

ARCHIVIO STORICO ENI

Il patrimonio archivistico di ENI racconta l’industria petrolifera italiana dalle sue origini, nell’appennino emiliano, fino alle conquiste dei luoghi più remoti della terra, con documenti, immagini e testimonianze dei protagonisti.

 

ARCHIVIO STORICO FONDAZIONE FIERA MILANO

18.000 fotografie, 100 manifesti, 200 schede tra riviste e cataloghi, tutti consultabili online: l’Archivio Storico di Fondazione Fiera Milano racconta la storia del polo fieristico milanese con i documenti prodotti dell’Ente Fiera fin dal 1920.

 

FONDAZIONE FS ITALIANE

Un tour virtuale tra i padiglioni del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, che custodiscono la storia delle Ferrovie Italiane. Un affascinante viaggio nel tempo tra le locomotive e i treni che hanno unito l’Italia dal 1839 ai nostri giorni, in 180 anni di storia delle Ferrovie italiane.

KARTELL MUSEO

Il Kartell Museo è custode e narratore di uno dei più affascinanti capitoli della storia del design italiano. Una mostra permanente, progetti speciali, installazioni si inseriscono nella cornice in un emozionante progetto curatoriale e di allestimento, visibile anche attraverso un App dedicata e un tour virtuale.

FONDAZIONE MANSUTTI

Con oltre 6.000 tra manoscritti, volumi e libri la Fondazione Mansutti racconta la Storia dell’Assicurazione. È possibile visitare il patrimonio della Fondazione e consultare la Biblioteca grazie a un tour virtuale e ai documenti online.

MUMAC – MUSEO DELLA MACCHINA PER CAFFÈ di Gruppo Cimbali

Una mostra online promossa da Mumac – Museo della Macchina per Caffè per raccontare attraverso le immagini la storia del “Cimbalino” e un tour virtuale dell’esposizione museale su Street View di Google Maps. MUMAC racconta non solo l’evoluzione di oltre 100 anni di storia dell’azienda ma, soprattutto, l’evoluzione della tecnologia e del design di un intero settore del Made in Italy, esponendo macchine di tutti i brand.

 

FONDAZIONE PIRELLI

Oltre 3,5 km di documenti tra fotografie, bozzetti e materiali pubblicitari custoditi negli spazi di Fondazione Pirelli testimoniano la storia di un’azienda che non ha smesso di raccontare la propria cultura d’impresa. Consultabili online grazie all’archivio storico e alle biblioteche digitali, dove poter richiedere, anche da remoto, materiale per prestiti, mostre e pubblicazioni.

 

ARCHIVIO STORICO TOURING CLUB ITALIANO

Si viaggia tra immagini, storie, volti e avventure di 125 anni di storia del Touring Club Italiano e del costume della nostra nazione. Una vera e propria esplorazione dell’archivio storico attraverso 10.400 immagini digitalizzate, percorsi tematici e una biblioteca digitale.

 

Disegnare e colorare Star Wars

Disegniamo l’Arte…da casa!  #IoRestoaCasa  

Fino a domenica 29 marzo 2020

Il Museo Nazionale del Cinema aderisce al progetto di Associazione Abbonameto Musei Disegniamo l’arte…da casa! che invita i bambini a disegnare le opere dei musei a partire da una galleria di opere selezionate.

Il Museo per l’occasione invita tutti i bimbi a colorare, reinterpretare e giocare con le maschere di STAR WARS e gli storyboard de L’IMPERO COLPISCE ANCORA esposti alla Mole Antonelliana. Per scaricare la scheda gioco e iniziare a creare e colorare le maschere di Star Wars clicca qui.

Fino a domenica 29 marzo 2020 i giovani artisti potranno realizzare i disegni dando sfogo a tutta la loro creatività e poi postarli su Facebook. In palio per i due disegni che si aggiudicheranno il maggior numero di like, un set da disegno firmato Pigna, sponsor tecnico del progetto. Per maggiori info sull’iniziativa clicca qui.

Gli auguri di Verdone: “Spero di venire presto in Piemonte”

L’attore e regista romano Carlo Verdone ha inviato  un video saluto agli studenti astigiani, grazie a uno dei loro insegnanti, Giuseppe Varlotta, regista

Gli aveva chiesto di dare segno di incoraggiamento ai ragazzi che  si sentono demoralizzati per la situazione dell’emergenza sanitaria

“Agli amici del liceo artistico di Asti, un affettuoso saluto da Carlo Verdone. Forza e coraggio, ce la stiamo facendo. La nostra battaglia è stare dentro casa in quarantena.Amo il Piemonte e le vostre zone e spero di venirvi a trovare al più presto”, così Verdone nel video.

 

(nella foto, Verdone in occasione di una sua recente presenza a Torino)

L’arte per rialzarci

Nuova asta d’opere d’arte promossa nel Vco da I Lamberti e Il Brunitoio 

L’Associazione I LAMBERTI di Omegna e IL BRUNITOIO di Ghiffa  hanno promosso un’asta di opere artistiche il cui ricavato andrà alla Fondazione Comunitaria del VCO a favore degli ospedali di Omegna, Verbania e Domodossola. All’iniziativa, denominata “L’arte per rialzarci”, hanno aderito artisti di fama nazionale a dimostrazione di come l’arte possa, in momenti di bisogno estremo, diventare un concreto sostegno alla comunità. Questa seconda discesa in campo degli artisti a sostegno di chi si sta battendo per contenere l’emergenza sanitaria ( la prima ha visto raccogliere da I Lamberti circa 3500 euro) si propone di sostenere le azioni della Fondazione Comunitaria del Vco.

In particolare la raccolta fondi servirà per dotare i presidi ospedalieri della zona di strumentazioni adatte ad affrontare l’emergenza,secondo le indicazioni fornite dall’Asl territoriale, e sostenere il personale medico e infermieristico. Un ulteriore obiettivo è rappresentato dal sostegno degli enti no profit operanti nel Vco. Il valore delle 24 opere proposte all’asta non corrisponde al reale valore di mercato ma è stato definito affinché il prezzo possa essere accessibile a tutti. Le offerte potranno pervenire tramite telefono o con messaggio WhatsApp al n. 340 2243654 oppure via mail all’indirizzo di posta ripamonti.paolo@libero.it, indicando il numero di codice dell’opera. L’ iniziativa  terminerà alle 20.00 di giovedì 2 aprile.

M.Tr.

L’importanza vitale della lettura

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Karl Popper scrisse un saggio nel quale dimostrava come la televisione facesse male. Di Popper e della sua “Società aperta” mi ritengo da sempre un discepolo, ma quel libretto mi era sembrato poco convincente  forse perché non amo particolarmente la Tv di cui non sono mai  dipendente perché a casa, quand’ero bambino, la televisione era giustamente razionata

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Adesso sto riscoprendo il suo valore della  critica popperiana perché tutte le televisioni in epoca di pandemia drammatizzano, insistendo in modo intollerabile, su un tema di cui abbiamo purtroppo piena consapevolezza  Insistere in modo martellante significa creare una paura sociale dagli sbocchi imprevedibili che nessun psicologo sarà mai in grado di lenire. Spettacolizzare il virus appare davvero demenziale. Vespa è giunto a fornire in tv i sintomi del coronavirus, incurante degli effetti devastanti di notizie così generiche e allarmanti che possono sconvolgere la vita delle persone.
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Le comunicazioni televisive  del presidente del Consiglio in piena notte, sabato scorso,  in modo generico e pasticciato hanno creato altro gravissimo  allarme. Non così in linea di massima di può dire per la carta stampata, se si  escludono alcuni articoli in cui i soliti intellettuali si sono esibiti nelle loro riflessioni conformiste e inutili che, per fortuna, ormai leggono in pochi. L’alternativa agli “arresti domiciliari”  non è la Tv e non sono  nemmeno i giornali di  carta che obbligano gli edicolanti a tenere aperti i loro esercizi, come fossero un pubblico servizio mentre in realtà sono letti da una minoranza. L’alternativa è la lettura, la scoperta dei grandi libri che diano una valenza di più ampio spessore alla quotidianità drammatica che viviamo.
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Siamo stati abituati a vivere, seguendo la velocità del tempo, la nevrosi indotta dalla fretta e dalla superficialità di un consumismo che stiamo per perdere.   Neppure in spiaggia, d’estate, si vede gente che legge libri. Siamo tutti attratti dall’ iPhone o dal tablet, chattiamo e telefoniamo in modo nevrotico. Le pagine scritte dei grandi scrittori (non degli scrittorelli di oggi che sono insulsi e perdono d’ interesse  con  i ritmi di una  scadenza da yogurt) riescono a distoglierci dalla drammaticità del contingente che così non  è più un elemento unico ed assoluto di confronto. La cultura così negletta e trascurata riassume oggi una grande rilevanza vitale.
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Anche per chi non è un lettore abituale  leggere diventa uno strumento vitale per affrontare la drammaticità del presente. Flaubert, Zola, Proust, Tolstoj Manzoni, Verga, Pirandello, Carducci, Pascoli, D’Annunzio, Gozzano Montale, Tomasi di Lamoedusa , tanto per citare alcuni esempi. La biografia di Cavour di Rosario Romeo o la Storia d’Italia di Croce o le Lettere dal carcere di Gramsci , per non  parlare di Dante, una lettura  suprema ,sempre rigenerante, con il commento insuperato di Sapegno. Sono semplici indicazioni . Eviterei i vari Baricco e i vari Serra che nei  momenti difficili non riescono neppure a farci sorridere. I giornalistini che scrivono libri possono rimanere chiusi nelle librerie, con la speranza che presto vadano al macero. Hanno invaso la nostra vita per troppi anni, complice la Tv marchettara, oggi debbono tacere.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Scrittura creativa, in attesa di quando ci restituiranno la libertà

Non si sa mai: tra 5 o 10 anni forse ci restituiranno un briciolo di libertà e sarà bellissimo tornare a scrivere. Il Laboratorio di scrittura creativa è tenuto da Gabriele Marconi, scrittore e giornalista, attivo nell’attività di servizi editoriali con trentennale esperienza. Questa iniziativa ha come obiettivo di dare le nozioni di base per migliorare la propria capacità di espressione scritta sia ai fini dell’opera letteraria che nell’attività giornalistica…

… continua a leggere su ELECTOMAG:

Laboratorio di scrittura creativa. Perché un giorno ci restituiranno la libertà..

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Javier Marias “Vite scritte”  -Einaudi-  euro 19,00

Abbiamo letto e amato i loro libri, ma delle loro vite magari sappiamo poco; ed è un peccato, perché spesso sono state affascinanti più di un romanzo, anche se tormentate e perigliose.

L’idea di Marias è stata proprio quella di raccontare l’esistenza di 20 autori trattandoli come personaggi letterari, rivelando pagine delle loro esistenze che meritano di essere raccontate perché spesso restano nell’ombra dei loro capolavori letterari. Scelta ed ordine di comparizione sono arbitrari, un po’ di tutte le latitudini (irlandesi, russi, americani, francesi,ecc.), purché non spagnoli, ed altra“conditio sine qua non” …che fossero tutti morti. Sono autori che lui ama e di cui ha scandagliato diari, testimoniane, biografie, immagini e documenti vari. Poi ce li ha raccontati con intelligenza, sensibilità ed affetto.

E’ così che scopriamo per esempio che la baronessa Isak Dinesen, ovvero la Karen Blixen de “La mia Africa”, a dispetto della sua immagine spettrale di donna anziana affetta dalla sifilide (regalo del marito) era una seduttrice di giovani poeti. La gracile e taciturna Emily Bronte, stroncata dalla malattia a soli 30 anni, in realtà aveva un’insospettabile forza fisica. Il Premio Nobel del 1949 William Faulkner era un dilapidatore che spendeva tutto e in fretta. O ancora, che James Joyce era incline al voyeurismo e Artur Rimbaud non si lavava volentieri.

Le vite di alcuni di loro si incrociarono e Marias racconta anche i loro rapporti. Per esempio la cordiale antipatia che correva tra Conrad e James; gli ingarbugliati legami come quello tra Madame du Deffand e Julie de Lespinasse. O come l’elegante Djuna Barnes era apertamente elogiata dal contemporaneo T.S.Eliot che scrisse  l’introduzione al suo capolavoro “La foresta nella notte”. Questi solo alcuni spunti delle pagine di Marias che ci restituisce volti, gesti quotidiani, passioni, manie e pensieri di 20 grandi della letteratura.

 

Évelyne Bloch-Dano  “Le case dei miei scrittori”  – Add Editore-  euro 18,00

La biografa e saggista francese 71enne ha esplorato decine di case di scrittori, andando alla ricerca delle origini dei loro libri; a volte partendo da un semplice oggetto capace di evocare un mondo e svelare anfratti della loro anima. E’ il libro che noi accaniti lettori -curiosi di sapere dove e come i nostri amati scrittori vivevano- bramavamo da tempo.  Évelyne Bloch-Dano sciorina pagine magnifiche che incitano al viaggio e alla scoperta delle dimore e delle stanze  “tutte per sé” in cui i mostri sacri della letteratura hanno sguinzagliato pensieri, genialità e parole. 266 pagine in cui facciamo il nostro ingresso in ville, loft, case di campagna, camere ammobiliate, minuscole dimore e caffè in cui ritrovarsi; dove ci sembra di vedere i nostri scrittori più amati alle prese con la vita, seduti alla scrivania e davanti a fogli bianchi e penna, oppure intenti a battere a macchina.

Per ognuna di queste mete l’autrice ci offre un’autentica guida: con l’ubicazione, il sito web di riferimento, la visita libera o rigorosamente su appuntamento, per andare dritti a visitare quello che più potrebbe incuriosirci. Inizia con i luoghi di Alan-Fournier, passa per quelli di Balzac, Beckett, Karen Blixen, Camus, Dickens, Proust, Hemingway.. e tanti altri, fino a chiudere con Zola, dopo averci spalancato porte e portoni. Perché “…nella casa di uno scrittore tutto ci parla, purché siamo capaci  di ascoltare”….chiarendo anche che “nessun autore è la sua casa ….ma la casa è uno stato d’animo”. E questo libro prezioso non è una guida turistica, ma un itinerario di vite che hanno lasciato il segno in pagine immortali.

 

 

“Scrittori la vita e le opere”  -Gribaudo-   euro 28,90

Questo volume è da sfogliare piacevolmente e da non far mancare nella vostra biblioteca. E’ una messe di testi e immagini che raccontano vita, passioni, contesti storico-politici e capolavori di oltre 80 tra scrittori, drammaturghi e poeti dal Medio Evo ad oggi. Si parte da Dante Alighieri e si veleggia a cavallo dei secoli fino alla contemporaneità, spaziando tra i vari continenti. Una sorta di grande ed esaustiva mappa che ha il grande pregio di essere di facile e veloce consultazione. Un’occasione anche per scoprire scrittori che magari avevamo trascurato e che invece ora ci viene voglia di leggere. 349 pagine con tanto di fotografie e  immagini che delineano le tappe fondamentali delle vite e delle opere dei vari protagonisti. E’ il frutto del lavoro di un nutrito pool di storici, redattori, scrittori e docenti universitari che hanno unito le loro competenze per ripercorre le fasi salienti di autori che hanno lasciato il segno nelle loro epoche. E ci sono tutti.

Troviamo i grandi classici, tra i quali Chaucher, Shakespeare, Defoe e Voltaire; poi Goethe, Wordsworth, la Austen e le sorelle Bronte. Per andare avanti nella storia della letteratura del 1900 con, tra gli altri, Yeats, Proust, D.H.Lawrence, Nabokov, la Duras, Kundera. E si finisce nel 6° capitolo che parla degli scrittori di oggi: da Saramago ad Arundhati Roy, passando per la Munro e la Allende, Cormac McCarthy, Murakami e Pamuk , con note che riassumono anche vita e libri di Margaret Atwood, Paul Auster, Houellebecq e, tra  gli altri, Ishiguro.

Poesia dalla quarantena

Dileguo le icone ultime dello sfarzo nelle rilegature del giorno.

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L’atto si fa cornice,
gli estuari del buio agonizzano le araldiche fasi del sonno.
Accarezzo il crudo battito dell’algoritmo,
tralascio la nuda convergenza dello specchio,
spalanco l’alba alle palpebre ancora incrostate nel sollazzo di un sogno,
Giulia J dice che anche i cadaveri sono soggetti alla quarantena.
Sputo la cenere fenice, scorgo il punto in cui tutto riluce.
È tempo di incontrarsi nel soma del paradosso.
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Alessia Savoini