Sulla via dei kami

Rotazione di dipinti giapponesi su rotolo verticale al MAO di Torino
Da martedì 5 novembre 2019 a lunedì 9 marzo 2020
Prosegue al MAO – Museo d’Arte Orientale di via San Domenico, a Torino, la saggia consuetudine di mettere a riposo periodicamente le opere più delicate, come quelle in carta o in seta, così da offrire al pubblico, in modo integro e a rotazione, tutta la ricca collezione del Museo. In quest’ottica, torna a rinnovarsi, da martedì 5 novembre e per quattro mesi, fino a lunedì 9 marzo del prossimo anno, l’esposizione dei cosiddetti kakemono, classici dipinti giapponesi su seta, cotone o carta eseguiti su rotolo verticale destinato ad essere appeso. Il piccolo nucleo ( sei opere, di cui un trittico) che oggi possiamo trovare in esposizione si ispira a figure tratte dalla simbologia e dai caratteri tipici della cultura del Paese del Sol Levante, come divinità della Fortuna, leggende del folklore, animali messaggeri divini e numerosi kami, ovvero le divinità venerate nella fede shintoista.
Di particolare interesse, in quest’ottica, l’eterea “Veduta del Monte Fuji” di Tsukioka Sessai (1761? – 1839) e il ritratto di “Sugawara no Michizane che cavalca un bufalo” di Utagawa Sadakage (attivo fra il 1818 e il 1844): opere – in cui si leggono “cifre artistiche” occidentali elaborate nell’Arcipelago in modo assolutamente originale – che rendono omaggio alle espressioni della natura nella sua bellezza più maestosa e agli illustri personaggi del passato venerati come kami dallo shinto.


A proseguire, le lievi pennellate del “Matrimonio delle volpi sotto la pioggia” del pittore di Nihonga, fra i primi a visitare Stati Uniti ed Europa – con la partecipazione nel 1878 alla Mostra Internazionale di Parigi – Watanabe Seitei (1851-1918), che fotografano di nascosto un evento raro quanto propizio: in Giappone si dice infatti che, quando piove con il sole, da qualche parte una coppia di volpi si stia unendo in matrimonio, lontano dagli occhi indiscreti degli esseri umani. Anche il celebre regista Akira Kurosawa si è ispirato a questo tema per uno degli otto episodi del film “Yume” (“Sogni”, 1990).
Un omaggio a Ebisu, una delle Sette divinità della Fortuna, venerato come protettore dei pescatori e dei pescivendoli, è invece il dipinto “Daikoku e Ebisu” di Nakajima Raisho (1791-1827), dove la divinità è ritratta mentre sfila l’amo dal pesce tai (simile a un’orata), elemento a lui associato e considerato di buon auspicio grazie al gioco di omofonia con tai (“grato”, “fortunato”).
Nel corridoio che ospita al MAO le stampe policrome è infine presentata una selezione di ukiyo-e (genere di stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno e fiorita nel periodo Edo fra il XVII e il XX secolo), il cui nucleo centrale è costituito dalla prima metà della serie “Nelle 53 stazioni della Tokaido” di Utagawa Hiroshige (1797-1858), fra i principali paesaggisti giapponesi dell’Ottocento, cui viene anche attribuita una notevole influenza sulla pittura europea del periodo, in particolare su impressionismo e post-impressionismo, da Monet a Van Gogh. A lui è stato anche intitolato il cratere “Hiroshige”, sulla superficie di Mercurio.

g. m.

“Sulla via dei kami”
MAO – Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it
Da martedì 5 novembre 2019 a lunedì 9 marzo 2020
Orari: da mart. a ven. 10/18; sab. e dom. 11/19

***

Nelle foto
– Tsukioka Sessai: “Veduta del Monti Fuji”
– Utagawa Sadakage: “Sugawara no Michizane che cavalca un bufalo”

 

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