CRONACA- Pagina 983

Un arresto e una denuncia grazie all’applicazione Youpol

Nei giorni scorsi a seguito di una segnalazione giunta sulla App della Polizia di Stato Youpol, gli agenti della Squadra Volante hanno effettuato una perquisizione all’interno  di un alloggio nei pressi di piazza Sofia

All’interno,  una coppia di conviventi, di 22 e 24 anni. La perquisizione consentiva il rinvenimento di 7 involucri contenenti marijuana ed un frammento di hashish, nella camera dal etto dei due, oltre ad un bilancino di precisione e materiale vario utile al confezionamento. Il giovane, che  annovera fra i suoi trascorsi di polizia un arresto nel maggio scorso per la detenzione di un chilogrammo di hashish, questa volta ha cercato di accollare la proprietà dello stupefacente esclusivamente sulla sua ragazza, che si era prestata anche in virtù dello stato interessante in cui versa. Il giovane, resosi però conto che tale escamotage non stava sortendo l’effetto voluto, ha offeso gli operatori con insulti molto gravi e, dopo aver dato un pugno contro una parete negli uffici di Polizia, ha dichiarato al personale del 118 che la responsabilità della lesione  fosse dei poliziotti. Pertanto, oltre ad essere arrestato per la detenzione dello stupefacente, è stato anche denunciato per oltraggio a P.U. e calunnia. La sua fidanzata è stata denunciata per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio in concorso.

Cirio: “Zona arancione, ma serve responsabilità”

“Da domenica 29 novembre il Piemonte sarà in zona arancione – dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Me lo ha appena confermato il ministro della Salute Speranza.

Una notizia positiva che è il frutto di tanti sacrifici dei piemontesi e del grande lavoro dal nostro sistema sanitario. Questo è un passo importante perché permetterà a molte nostre attività commerciali di riaprire già da questa domenica, ma che dobbiamo vivere con grande senso di responsabilità. Non possiamo sprecare questo grande sforzo, non possiamo permetterci di tornare indietro. La strada è quella giusta, continuiamo a percorrerla insieme con senso di responsabilità e prudenza”.

Il provvedimento entra in vigore da domenica 29 novembre.

Non sarà pertanto più necessaria a Torino e nella regione l’ autocertificazione (ma solo all’interno del proprio comune, fuori permane). Il presidente Cirio   non intende però mandare in classe – mentre l’ordinanza ministeriale lo consentirebbe – gli alunni  della seconda e terza media, che proseguiranno  la Dad come  per le scuole superiori.

Ancora chiusi parzialmente bar e ristoranti che potranno proporre cibo d’asporto fino alle 22 e consegnare anche i pasti a domicilio.

Riaprono i negozi al dettaglio di tutti i settori merceologici e dei servizi alla persona e  i banchi di generi non alimentari nei mercati. Inoltre saranno  aperti  i centri commerciali, ma non nei weekend. Ancora chiuse palestre e piscine.

 

Da lunedì infermieri di nuovo in stato di agitazione

Sanita’ Nursing Up, De Palma:  «Da lunedì 30 novembre ricominciano i flash mob con l’Emilia Romagna, e poi Campania, Lombardia, Provincie di Trento e Bolzano, Liguria, Piemonte e man mano le altre»

Riceviamo e pubblichiamo / «Chi credeva che con l’arrivo della tanto attesa indennità specifica, da parte del Ministero della Salute, la strenua battaglia degli infermieri italiani si sarebbe fermata, si sbagliava davvero di grosso. Siamo pronti a scendere di nuovo nelle piazze e lo faremo da lunedì 30 novembre in tutte le Regioni chiave che stanno vivendo il dramma di questa emergenza, quelle dove i colleghi lottano ogni giorno contro la morte, nel massimo rispetto delle normative anti-covid. Nessuno ha dimenticato i flash mob che hanno anticipato le manifestazioni di Milano e del Circo Massimo, quelle che hanno cambiato la storia recente e ci hanno permesso di ottenere un piccolo traguardo che nessun sindacato prima di noi aveva raggiunto. I nostri striscioni, gli infermieri con i megafoni davanti agli ospedali e alle prefetture: è tutto pronto, siamo certi come sempre, con l’ampio sostegno dei cittadini riprendiamo una lotta che non si è mai interrotta».

Parole e pensieri di Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, che annuncia altre due settimane “roventi”, fino alla metà di dicembre una serie di iniziative per portare avanti la battaglia in onore di quelle istanze che gli infermieri italiani intendono perseguire fino al raggiungimento dei loro obiettivi.

«Non è ingratitudine, l’ho ribadito più volte. I 100 al mese in più rappresentano l’ottenimento di qualcosa di straordinario e impensabile. Abbiamo scosso l’opinione pubblica, abbiamo costretto sindacati fermi e inermi da troppo tempo ad uscire allo scoperto, arrivando a spacchettare l’indennità che noi abbiamo ottenuto solo oggi a causa della loro inerzia, fino a sostenere che prenderemo 2 euro al giorno, dimenticando invece che questa indennità, da sola, vale più degli aumenti contrattuali che loro hanno accettato dopo 10 anni di blocco contrattuale, cioè nemmeno 90 euro medi lordi. Cosa hanno ottenuto loro prima di noi? Quali sono i loro traguardi che hanno cambiato la storia della sanità italiana? Nursing Up i suoi infermieri devono essere fieri di aver acceso finalmente un faro sulla categoria. Ora vediamo la luce in fondo al tunnel!

Nessun sindacato prima d’ora, aveva lottato con tanta veemenza per arrivare a ottenere finalmente una indennità specifica, come quella che ricevono i medici. Ciò significa che la strada intrapresa è quella giusta. Da qui si va avanti , ora, tutti  insieme, per arrivare a quel traguardo dei 500 euro in busta paga che nessuno di noi ha messo da parte.

Per questo, senza disconoscere i risultati che abbiamo ottenuto fino ad ora, abbiamo deciso di procrastinare lo stato di agitazione a tutto il mese di dicembre, per parlare chiaro a questo Governo e alle Regioni. 

Spaccio ai giardini della piscina “Parri”

Tre  arrestati, uno di questi era stato arrestato per spaccio già 10 volte

 

L’intersezione Tiziano/Ormea è spesso luogo di scambi di sostanze stupefacenti fra pusher di nazionalità centroafricana e acquirenti vari. Complice la conformazione dei luoghi, infatti, non è raro che i venditori nascondano le dosi all’interno dei giardini interni alla struttura,  mentre dei complici attuano un servizio di  copertura agli angoli delle strade, nell’eventuale arrivo delle Forze dell’Ordine. Quando tutto appare tranquillo avvengono poi le cessioni. Lo scorso venerdì sera, i poliziotti in moto dell’Ufficio Prevenzione Generale hanno effettuato un accurato servizio volto al contrasto del fenomeno ed hanno notato  diverse persone muoversi dall’interno all’esterno della struttura. In particolare un cittadino senegalese faceva la sponda fra la struttura ed alcune auto parcheggiate nei pressi; lo vedevano nitidamente prendere accordi con un cittadino italiano, al quale passava una dose rivelatasi essere poi cocaina, celata nel cavo orale, a seguito dello scambio di 40 €. Nelle operazioni, il pusher veniva visibilmente coadiuvato da altri 2 soggetti stranieri, situati all’interno del complesso,  che svolgevano funzioni da palo. I poliziotti sono intervenuti rapidamente e, nonostante la forte resistenza agita da tutti e  tre, sono riusciti a fermarli. Uno di essi, un maliano, di fatto maggiorenne nonostante abbia dichiarato di avere appena 16 anni, ha abbandonato durante la fuga 10 ovuli di cocaina, immediatamente recuperati dagli operatori. Per lui e i complici, un senegalese di 40 anni – già arrestato dieci volte per reati di spaccio – e un gabonese di 18, tutti irregolari sul territorio nazionale, sono scattate le manette per spaccio di sostanze stupefacenti in concorso  e resistenza a pubblico ufficiale.

I soldi volano dalla finestra, ragazzo denunciato

Nei giorni scorsi  gli agenti della Squadra Volante si presentano alla porta di un alloggio in via Poma, dove si presuma sia in atto da parte degli occupanti una attività di detenzione di stupefacente.

Al bussare degli agenti, si sentono all’interno dei rumori; mentre una giovane di 28 anni apre, il compagno si reca velocemente  nella camera da letto, chiudendosi la porta alle spalle. Ma gli agenti lo bloccano proprio mentre lui sta buttando dalla finestra, ubicata al quinto piano dello stabile, varie decine di banconote e dello stupefacente. Gli agenti recupereranno, per quanto possibile, quanto gettato: si tratta della somma di 1665 € in contanti e di una decina di grammi di marijuana. Non si esclude che altro stupefacente sia andato disperso nel fogliame presente nel cortile sotto casa. Materiale utile al confezionamento della sostanza è stato trovato nell’alloggio. Il giovane, un ventitreenne con precedenti specifici, è stato indagato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Il comune di Venaria cerca sponsor per rotonde e giardini

Con la deliberazione di Giunta, approvata nella seduta del 16 novembre 2020, il sindaco, Fabio Giulivi, coralmente con la sua Giunta comunale, afferma:

 

«È un punto di partenza che rappresenta un capitolo importante del nostro programma amministrativo. Lo avevamo promesso nei mesi della campagna elettorale e dopo poco più di un mese dall’insediamento, lo rendiamo attuativo.

Si tratta della valorizzazione e manutenzione delle rotonde e del verde pubblico comunale, mediante contratti di sponsorizzazione.

La salvaguardia, la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio verde pubblico della Città di Venaria Reale rappresenta un compito che richiede, oltre a competenza e professionalità di chi vi si dedica, anche la possibilità di disporre di risorse adeguate. La progressiva riduzione delle risorse a disposizione dell’Amministrazione comunale rende sempre più problematico garantire interventi diffusi e sistematici che richiedono invece disponibilità economiche significative».

 

La Città intende ricercare sponsorizzazioni al fine di affidare a soggetti privati la valorizzazione e/o la manutenzione delle rotatorie cittadine, delle aree gioco, delle aree cani e di altre aree verdi comunali, ma anche di reperire risorse per la realizzazione di attività legate alla manutenzione, promozione e cura del verde (es. messa a dimora di alberi, sistemazione di arredi, fioriture, arredi floreali, ecc.).

 

Le rotatorie interessate dalle proposte sono le seguenti:

 

  • corso Garibaldi – piazza Vittorio Veneto

 

  • corso Garibaldi – via Barolo (area verde limitrofa)

 

  • corso Garibaldi – via Iseppon

 

  • corso Garibaldi (spartitraffico)

 

  • via Cavallo – via Castellamonte

 

  • via Cavallo Passerella Mazzini

 

  • corso Machiavelli – via Guarini

 

  • corso Machiavelli – via Barbicinti

 

  • via Petrarca – corso Puccini

 

  • via Canale – via Motrassino

 

  • via Di Vittorio – via Amati

 

  • via San Marchese – via Di Vittorio e spartitraffico

 

  • corso Alessandria – via Casagrande

 

  • svincolo Tangenziale nord

 

  • svincolo Tangenziale sud

 

Le aree verdi cittadine interessate dalle proposte sono tutte quelle evidenziate nella planimetria allegata alla delibera, ovvero giardini pubblici, aree verdi scolastiche, bordi stradali.

 

A seguito della pubblicazione di specifico avviso, che sarà on line nei prossimi giorni, i soggetti privati interessati a realizzare (a proprie spese e/o a propria cura) le suddette attività, potranno presentare una proposta di sponsorizzazione. La gestione e cura delle aree verdi, oggetto dell’istituto della sponsorizzazione, potrà essere attuata o dal Comune, a cui viene versata la somma necessaria, o direttamente dallo “sponsor” o da ditte specializzate nel settore da questi incaricate, aventi i requisiti di qualificazione previsti dalla vigente normativa in materia, a cui lo “sponsor” si affida a sue complete spese.

 

Le proposte così pervenute, entro i termini stabiliti dall’avviso di selezione, saranno valutate da apposita Commissione.

 

In linea generale, la valutazione terrà conto delle qualità dello sponsor in termini di fiducia e di immagine, degli effetti di ritorno sulla pubblicizzazione dell’avvenimento, del relativo valore economico e della convenienza dell’Amministrazione ad acquisirlo nella propria disponibilità.

 

 

I soggetti privati interessati otterranno in cambio, per la durata del contratto, un ritorno di immagine, come meglio precisato nei singoli contratti di sponsorizzazione che verranno stipulati (es. conferenza stampa, pubblicazione sul sito web del verde pubblico del proprio logo legato all’iniziativa, manifesti, cartelli sull’area, ecc.).

 

Conclude il sindaco, Fabio Giulivi: «I Progetti candidati in particolare per le rotatorie cittadine, dovranno tenere conto delle presenza della Residenza Sabauda La Venaria Reale sul territorio della Città, per cui la scelta delle essenze e le configurazioni proposte saranno valutate positivamente se pensate per il sito specifico. Si tratta di un tassello importante per rilanciare l’immagine della nostra Città. Dalle parole passiamo alle azioni».

 

 

Tutte le informazioni verranno pubblicate sul sito istituzionale www.comune.venariareale.to.it

 

 

 

 

 

Apprensione per la condanna a morte del fisico che ha lavorato in Piemonte

Apprensione a Novara e nell’ambiente accademico piemontese per la sorte di Ahmadreza Djalali.

Le autorità iraniane intendono eseguire la condanna a morte del fisico irano-svedese, esperto in Medicina dei disastri, che per tre anni ha lavorato e insegnato a Novara nella struttura del Crimedim, l’autorevole centro di ricerca internazionale dell’Università del Piemonte Orientale conosciuto in tutto il mondo per gli studi sulla medicina delle emergenze. “La notizia è orribile, la sentenza di morte dovrebbe essere eseguita entro una settimana” ha dichiarato Diana Eltahawy, vicedirettrice per il Medio Oriente e l’Africa del nord di Amnesty International. L’organizzazione per i diritti umani ha appreso la notizia del trasferimento di Djalali in isolamento, cosa che lascerebbe supporre, secondo Amnesty, l’imminente esecuzione. Il fisico iraniano, che ha vissuto alcuni anni a Novara, è stato condannato a morte nel 2017 dopo un processo farsa per corruzione. Il tribunale si è basato su presunte confessioni estorte con la tortura quando Djalali era detenuto in isolamento senza poter mai parlare con un avvocato. Il docente universitario aveva dichiarato che era stato minacciato di morte e terrorizzato durante gli interrogatori e che gli avrebbero ucciso i figli residenti in Svezia e la madre che vive in Iran. Apprese le nuove allarmanti notizie è scattata la mobilitazione internazionale per salvare la vita a Djalali. Davanti al municipio di Novara si è svolto oggi un sit in simbolico per fermare la condanna a morte del medico e ricercatore iraniano. “C’è grande preoccupazione in città, commenta il sindaco Alessandro Canelli, l’esecuzione di Djalali sarebbe un fatto devastante non solo per la sua famiglia ma anche per la città e la comunità scientifica internazionale. La sua condanna a morte sottolinea la barbarie di un regime che va condannato”.
fr

Salvato positivo Covid colpito da un trombo a valvola cardiaca provocato dal virus

All’ospedale Molinette di Torino

Nei giorni scorsi è stato salvato un paziente positivo al Covid colpito da un trombo ad una valvola cardiaca provocato proprio dal virus con un intervento in urgenza, presso la Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Mauro Rinaldi). Si tratta di un uomo di 71 anni della provincia di Torino già sottoposto nel 2007 a sostituzione di valvola mitralica con protesi meccanica. Dopo essersi sentito male viene ricoverato presso il pronto soccorso di un ospedale torinese per  importante difficoltà respiratorie e viene fatta diagnosi di polmonite da Covid positivo. Durante la degenza  si scopre che un trombo provocato proprio dal virus ha bloccato il movimento dei dischi della protesi meccanica e presto avrebbe portato a morte certa il paziente. L’infezione in atto da coronavirus porta con sé uno stato di ipercoagulazione che provoca spesso eventi letali di trombosi e questa volta ha colpito il cuore.

Il paziente è stato trasferito in urgenza presso le Molinette e, nonostante la grave e contagiosa malattia infettiva in atto, è stato sottoposto tempestivamente ad un intervento a cuore aperto con la sostituzione della protesi meccanica malfunzionante con una protesi biologica. L’intervento è stato effettuato dal professor Rinaldi (coadiuvato dai cardiochirurghi Matteo Attisani, Cristina Barbero, Luisa Ferrante e l’anestesista Carlo Burzio).

Il complesso intervento è durato numerose ore in un clima protetto ed è perfettamente riuscito. Il paziente è ora in via di guarigione.

Le complicanze cardiache in corso di COVID sono frequenti, gravissime ma, come dimostra questa storia, potenzialmente curabili anche con interventi complessi al cuore effettuati sempre con la massima attenzione e l’utilizzo di dispositivi di protezione adeguati per evitare il contagio degli operatori.

Un esempio di medicina estrema e di elevata complessità che non si arrende di fronte a questa pandemia.

Tenta di rapinare una donna: salvata dai rider

Arrestato dagli agenti del Commissariato Centro

Sono le 22.30 di mercoledì sera e una donna sta rincasando, dopo il lavoro. Pochi metri la separano dal portone dello stabile in cui vive, in via Sacchi, quando vede sopraggiungere un’ombra alle spalle. La donna affretta il passo, ma il soggetto le strappa dalle mani il telefonino. La vittima si oppone all’azione criminosa, allora l’uomo tenta di rapinarle la borsa e così facendo la fa cadere a terra. Poco distante, assistono però alla scena due riders, che immediatamente si avvicinano; mentre uno presta soccorso alla donna, l’altro insegue l’autore del fatto, che gli scaglia contro una bottiglia di birra, mancandolo fortunatamente. Con l’arrivo di una pattuglia del Commissariato Centro in servizio di Volante, l’uomo viene definitamente fermato:  si tratta di un cittadino marocchino di 26 anni. Il giovane ha dei precedenti specifici risalenti all’Agosto scorso, quando in Piazza Castello aveva rapinato una ragazza del telefonino, venendo poi arrestato poco dopo dalla Polizia di Stato. Inoltre, lo stesso risulta destinatario di due ordini del Questore a lasciate il territorio nazionale. Per lui sono scattate le manette per tentata rapina.

Sul mercato torinese della droga un pericoloso tipo di marijuana

Il 30 settembre scorso, nell’ambito delle consuete attività di contrasto al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, personale della Squadra Mobile della Questura di Torino ha tratto in arresto un cittadino italiano, di anni 39, responsabile della detenzione di kg. 14,5 di marijuana e kg 1 di hashish.

 

Il successivo 15 ottobre, il medesimo Ufficio ha tratto in arresto un altro cittadino italiano, di anni 22, responsabile della detenzione di kg 16,5 di marijuana e kg 1,250 di hashish.

 

I due arresti, sebbene non maturati nell’ambito di attività investigative strutturate e non collegati tra loro, hanno evidenziato che, da qualche tempo, il mercato torinese delle sostanze stupefacenti fa registrare la comparsa di un nuovo tipo di marijuana.

 

Le analisi effettuate dalla Polizia Scientifica hanno infatti permesso di accertare che la marijuana sequestrata in entrambe le narrate occasioni risulta addizionata con un cannabinoide sintetico, denominato MDMB-4en-Pinaca, appartenente ad una classe di sostanze che posseggono caratteristiche analoghe a quelle dei cannabinoidi naturali (come, in particolare, il THC) e sono pertanto in grado di elevare l’effetto stupefacente della marijuana.

 

La diffusione di marijuana adulterata non rappresenta una novità ed è principalmente correlata alla necessità, per chi la commercializza, di amplificare l’effetto psicoattivo della cannabis di scarsa qualità; un esempio è costituito dalla marijuana comunemente nota come “amnésia”, ottenuta da canapa indiana trattata con sostanze (come, ad esempio, metadone o ammoniaca) capaci di aumentarne l’effetto dopante.

 

I pericoli insiti nella diffusione di marijuana additivata con cannabinoidi sintetici sono quindi dello stesso tipo di quelli evidenziati a seguito della comparsa della “amnésia”: in entrambi i casi, infatti, l’adulterazione viene generalmente effettuata attraverso la nebulizzazione di un’apposita soluzione sulla matrice vegetale e questo processo, che si conclude con l’essicazione, non è assolutamente idoneo a garantire una distribuzione omogenea delle sostanze adulteranti; pertanto, la marijuana così trattata risulta potenzialmente più pericolosa per gli assuntori, non essendovi la possibilità di verificare dove siano eventualmente presenti maggiori concentrazioni dei prodotti sintetici aggiuntivi, con incremento non calcolabile del principio attivo, neppure per chi effettua il trattamento di adulterazione del narcotico.

(foto archivio)