CRONACA- Pagina 912

Ryanair, parte la nuova rotta Torino-Bristol

Prende il via oggi la nuova rotta di Ryanair da Torino per Bristol, in Gran Bretagna. Il nuovo collegamento sarà servito dalla compagnia aerea irlandese su base settimanale, con operatività tutti i sabati fino al 28 marzo 2020.

La partenza del volo da Bristol è programmata alle 15:15 con arrivo a Torino alle 18:10; la ripartenza verso la Gran Bretagna è prevista alle 18:35 con arrivo a Bristol alle 19:30 (ora locale).

La nuova rotta è stata pensata principalmente in ottica incoming, per servire il traffico degli sciatori che scelgono le Alpi del Nord-Ovest italiano per trascorrere le loro settimane bianche e promuove Torino come destinazione ideale per gli sport invernali per i visitatori provenienti dal Regno Unito.

Al contempo, il volo Torino-Bristol permette ai viaggiatori piemontesi di visitare la destinazione britannica, designata dall’Unesco nel 2017 come Città del Film. Meta ricca di cultura e in cui si svolgono 11 Festival cinematografici ogni anno, Bristol è anche la porta d’accesso all’Inghilterra sudoccidentale, dove si trovano destinazioni turistiche di primaria importanza come la città di Bath.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport ha dichiarato: “Il collegamento da Bristol ha una forte valenza incoming: il nuovo volo va infatti incontro alle esigenze di viaggio dei visitatori britannici, che scelgono sempre di più le località sciistiche italiane per le proprie vacanze invernali e la nostra vocazione di Aeroporto della neve, per la vicinanza con impianti di risalita di primo livello, soddisfa di certo questo tipo di domanda”.

Chiara Ravara, Head of Sales and Marketing di Ryanair ha dichiarato: “Ryanair è lieta di annunciare la nuova rotta che collegherà Torino con l’aeroporto di Bristol, nel Regno Unito, e che opererà con una frequenza settimanale, nell’ambito dell’operativo invernale 2019-2020 da Torino. I viaggiatori in partenza da Torino possono ora prenotare un volo per Bristol fino a marzo 2020. Inoltre, il nostro investimento in questa nuova rotta contribuirà a posizionare Torino come meta perfetta per i viaggiatori in partenza dal Regno Unito – oltre a promuovere la regione Piemonte come destinazione sciistica ideale, con centinaia di km di piste”.

Giocavano alla guerra al Parco Colonnetti: denunciati due giovani

Nella notte di ieri, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Torino Mirafiori hanno denunciato due 19enni italiani per porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere.
Durante un controllo straordinario nei parchi cittadini, i militari sono stati insospettiti dallo scintillio di torce accese in un’area interna del parco Colonnetti; nascosti da fitta boscaglia, due giovani erano intenti ad armeggiare con un affusto che riponevano in tutta fretta nel portabagagli di una macchina non appena hanno avvistato i carabinieri. Intimatogli di fermarsi e mettere le mani in alto e ben visibili, i Carabinieri hanno proceduto al controllo e alla perquisizione personale dei giovani e della loro auto. Sequestrati una carabina ad aria compressa munita di ottica di precisione, una pistola ad aria compressa riproducente una Glock 9×21, una busta contenente n. 3 scatole di pallini in metallo Calibro 4,5 e 12 bombolette contenenti CO2 per la ricarica.
Oltre al kit completo per “sparare” pallini in metallo, occultata dietro un albero vicino al veicolo, era stata nascosta anche un’ulteriore custodia in pelle, all’interno della quale i carabinieri hanno trovato un’altra carabina ad aria compressa con relativa ottica di precisione. In tasca dei ragazzi, i carabinieri hanno una modica quantità di marijuana.
Inutili le giustificazioni addotte dai due soldati per gioco, i quali tentavano di allontanare ogni sospetto riferendo di essersi isolati solo per verificare la funzionalità delle ottiche di precisione in ambiente notturno, sottacendo di aver potenzialmente destato anche molto timore in chi si fosse trovato a passare di notte nel parco, atteso che le armi ad aria compressa risultano del tutto simili a quelle reali.
Pur se gli accertamenti qualitativi effettuati hanno consentito di stabilire la bassa capacità lesiva degli strumenti, aventi una forza di lancio inferiore ai 7,5 Joule, non è esclusa la circostanza che le armi siano state effettivamente impiegate per esplodere tra la vegetazione dei pallini in metallo, pur nella disponibilità delle due persone.
Pertanto le armi, le ricariche e i pallini in metallo sono stati sequestrati in attesa delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria, innanzi alla quale i due giovani dovranno rispondere di porto di oggetti atti ad offendere in concorso.

Giovane di 23 anni muore investito. Arrestato conducente positivo all’alcoltest

Attorno alle 3 di questa mattina a Buriasco (TO), lungo la SP129, una Fiat Grande Punto condotta da un uomo di 41 anni di Cardè (CN), ingegnere, ha investito due ragazzi che stavano camminando a piedi a bordo strada insieme ad altri tre coetanei. Dei ragazzi investiti, uno di 23 anni, celibe, commerciante, è deceduto sul posto a causa dell’urto, mentre il secondo di 21 anni, anch’egli di Pancalieri, non ha riportato lesioni evidenti ed è stato condotto presso l’ospedale di Pinerolo per accertamenti, non in pericolo di vita. Il conducente del veicolo è risultato positivo all’esame etilometrico ed è stato arrestato da militari Stazione Luserna San Giovanni, intervenuti sul posto, con l’accusa di omicidio stradale.

“Supermercati sicuri”: arrestati tre rapinatori

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie sono stati incrementati i servizi di prevenzione generale da parte delle volanti della Questura e quelli di repressione dei reati posti in essere dalla Squadra Mobile. La presenza di denaro contante e l’aumento dell’ordinaria attività effettuata presso le attività commerciali porta un conseguente aumento dei reati predatori.

Mercoledì sera, gli agenti della Sezione Antirapina della Squadra Mobile hanno arrestato tre cittadini italiani: V.S. e M. M., entrambi pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e A.A., pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e più volte arrestato da questo Ufficio. Negli anni ‘80 si è reso responsabile anche di omicidio plurimo e tentato omicidio in danno delle vittime dell’esplosione del palazzo sito in via Tonello quando lo stesso, insieme al fratello Roberto e altri, faceva esplodere tale abitazione per tentare una truffa all’assicurazione. Confessò il delitto dicendo: “Sono stato io, con il mio accendino, ad appiccare il fuoco che ha poi provocato lo scoppio”

Poco prima delle 20, il trio entra in azione: in due si travisano con dei caschi integrali da motociclista, lasciando l’autista ed auto appena poco lontano dal plesso commerciale individuato per commettere la rapina: un supermercato di Strada Altessano. Perpetrato il reato, però, i rapinatori vengono bloccati, poco dopo, dagli agenti della Squadra Mobile intervenuti a seguito del reato.

Le successive perquisizioni portano al rinvenimento di un revolver cromato Smith & Wesson calibro 357 Magnum con cui gli stessi avevano poco prima perpetrato la rapina, completo di 5 proiettili e pronto a far fuoco. Da accertamenti, è poi emerso che l’arma era stata rubata nel corso di un furto in abitazione in provincia di Torino, nei pressi di Ivrea.

I poliziotti recuperano anche la refurtiva della rapina: più di mille euro circa in contanti.

Gli investigatori ritengono che l’arma da fuoco utilizzata ed i caschi indossati possano rappresentare la firma del gruppo su altre rapine commesse recentemente a Torino. Sono, infatti, al vaglio degli inquirenti ulteriori eventi criminosi accomunati dalla medesima pistola e da rapinatori che utilizzavano dei caschi da motociclista.

 

La Scientifica nelle scuole

 Questo l’evento che il 13 dicembre ha visto i camici bianchi della Scientifica tra gli studenti delle scuole italiane.

La Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato è risultata vincitrice del progetto Scienza e Tecnologia per la sicurezza e la legalità denominato “Virtute e Canoscenza”. Il prestigioso riconoscimento ha dato vitaoggi a un evento nazionale che ha coinvolto le scuole, unendo la cultura scientifica ai concetti di legalità e sicurezza.

A Roma l’evento si è svolto presso il Palazzo dei Congressi dell’EUR e ha visto la partecipazione del Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli.

A Torino, invece, l’incontro si è tenuto al Convitto Nazionale Umberto I di via Bligly e vi hanno partecipato le classi del quarto e quinto anno. Dopo il saluto delle Autorità, si è entrati nel vivo delle “indagini” insieme alle donne e agli uomini del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica. Agli studenti è stata data la possibilità di toccare con mano l’universo dellemetodologie delle scienze forensi moderne.

Densa l’agenda dei lavori: dagli interventi esplicativi, alle lezioni su specifiche tematiche quali l’intervento sulla scena del crimine, lo studio delle impronte digitali, le analisi chimiche e di genetica forense e molto altro. Gli studenti hanno potuto anche mettersi alla prova confrontandosi con gli esperti attraverso l’analisi e l’elaborazione di casi studio.

Il fondatore delle Sardine e Liliana Segre: “Abbaglio, sì. Bugiardo, no!”

Equivoci risolti 
Alla fine è andata nei migliore dei modi, a dimostrazione del fatto che spostarsi dalle tastiere e colloquiare con sincera eleganza la vita la si può solo migliorare.
Proprio così. Questa mattina ho avuto un piacevole e costruttivo scambio di informazioni con l’avvocato Luciano Belli Paci, figlio della Senatrice Liliana Segre. Adesso mi sono molto chiare le motivazioni che hanno portato la famiglia Segre alla smentita di adesione al movimento delle “Sardine”, ed è dovuta all’assoluta neutralità della Senatrice, questione di vitale coerenza a prescindere da ogni valutazione. La stima e il rispetto che provo per questa famiglia è enorme e li ringrazio per avermi contattato e aiutato a comprendere e anche per avermi consentito di spiegare in serenità l’equivoco. Ricevere una mail dalla sua segreteria ci ha resi forse troppo euforici e l’uso del plurale nel testo con i saluti e l’augurio a tutte le sardine come sentinelle della memoria, ci ha indotto a generalizzare il mittente. Abbaglio piuttosto comprensibile, ne conveniamo insieme, per l’imperfetta formulazione del messaggio in risposta. Ci spiace, pertanto, per il malinteso avvenuto in assoluta buona fede e senza alcuna volontà di strumentalizzazione della figura della Senatrice nei cui confronti resta immutata la nostra più sincera stima. Restiamo tutti indomite sentinelle della memoria e anche noi saremo la sua scorta.
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Paolo Ranzani
Sardine Torino

Sfruttamento del lavoro, operazione dell’Arma

I Carabinieri del NOE di Alessandria, nel corso di un’attività di contrasto agli incendi ed al traffico illecito di rifiuti, dopo l’ispezione presso un’azienda che tratta rifiuti ferrosi, rifiuti da imballaggi sfridi, scarti, polveri e rifiuti plastici ed altro, con sede in Novara e unità operativa in Provincia di Alessandria, hanno accertato violazioni penali nei confronti di tre persone, ritenute responsabili dei reati di “traffico illecito di rifiuti”, “truffa” e “sfruttamento del lavoro”.

Per lo sfruttamento del lavoro i militari hanno avviato approfondite verifiche tese a cristallizzare la pessima situazione ambientale in cui operavano i dipendenti e le conseguenti responsabilità dei dirigenti.

Dagli accertamenti svolti sono emersi turni di lavoro ben al di sopra dei limiti previsti dal contratto, pause estremamente ridotte per la consumazione dei pasti, luoghi di lavoro con odori intollerabili, dovuti ai grandi volumi di rifiuti putridi, condizioni precarie di sicurezza e rischio di essere schiacciati da pesanti balle di rifiuti malamente sovrapposte.

Oltre a ciò, sono venute alla luce notevoli inadempienze economiche: stipendi pagati saltuariamente e contributi previdenziali versati a intervalli o non corrisposti del tutto, sfruttando lo stato di bisogno dei dipendenti che si trovano a fronteggiare difficoltà di reperimento di nuove occupazioni stabili, con stipendi insufficienti a soddisfare i bisogni familiari e le esigenze della vita quotidiana.

Pertanto, i Carabinieri del NOE di Alessandria, con la collaborazione dei colleghi delle Compagnie Carabinieri di Novi Ligure ed Arona, hanno notificato ai tre imprenditori, già indagati per “intermediazione illecita” e “sfruttamento del lavoro”, un’ordinanza di misura cautelare interdittiva emessa dal Tribunale di Torino, che proibisce loro di esercitare imprese ed uffici direttivi per un anno.

I tre imprenditori dovranno rispondere, in concorso fra loro, del reato continuato di “intermediazione illecita” e “sfruttamento del lavoro”.

 

(foto archivio)

 

 

 

Profumi e borse taroccati nei banchi (irregolari) dei mercati

I controlli della polizia municipale

ACCESSORI DI MODA CON MARCHI CONTRAFFATTI

Agenti del Reparto Operativo Speciale della Polizia Municipale, unitamente a un legale e a due esperte francesi, una in profumi e l’altra in orologi, borse e accessori, hanno effettuato un controllo su alcuni mercati rionali cittadini, mirato alla repressione della vendita di profumi e accessori di moda con marchi contraffatti.

I controlli si sono svolti nei mercati Brunelleschi, Cincinnato, Racconigi, Palestro, Crocetta, Foroni.

Mentre nulla è emerso sui banchi regolari, molti gli accertamenti positivi che hanno riguardato cittadini di nazionalità nord-africana che, alla vista degli agenti, hanno abbandonato la merce e si sono dati alla fuga.

9 i sequestri giudiziari effettuati e 7 le notizie di reato redatte per un totale di 164 capi di vestiario (cinture, borse, giacche, scarpe…) e molti profumi (vedere le foto).

Un aspetto emerso dai controlli riguarda le confezioni di profumi e i cosiddetti “tester”, le boccette da provare per verificare la fragranza, che sono risultate autentiche.

Tenta di lanciarsi dal ponte Carpanini: la polizia lo salva

Messo in salvo dagli agenti del Commissariato Centro
Lunedì, poco dopo le 19, transitando in corso Vercelli gli agenti del Commissariato Centro sono
stati attirati dalle urla di un uomo che provenivano dal ponte “Carpanini” che dichiarava
l’intenzione di gettarsi nel fiume poiché, come raccontato dopo ai poliziotti, provato da diverse
situazioni personali. L’uomo aveva già oltrepassato il cornicione del ponte e si trovava con i
piedi sul parapetto, aggrappato con le mani alla ringhiera e le spalle rivolte verso il vuoto.
Vista la situazione, gli agenti sono accorsi sul posto e trattenendo l’uomo per il giaccone lo
hanno portato in sicurezza nonostante la sua stazza. L’uomo ha tentato nuovamente di
avvicinarsi al parapetto, senza però riuscirsi. L’uomo che con ogni probabilità aveva abusato di
sostanze alcoliche veniva poi trasportato in codice verde in ospedale a causa di un
mancamento.

Scommettitore seriale ai calciatori: “Perdete le partite o morirete”

Sei messo sotto tiro…il mio è un lavoro ti avviso oggi devi perdere la partita…sappiamo tuo indirizzo e tutto … abbiamo scommesso 250 mila euro… ci sono albanesi e calabresi avvisa tutta la difesa che la partita si deve perdere al 1000% perché se per puro caso salta … ti puoi considerare un morto che cammina

CALCIOSCOMMESSE: IDENTIFICATO E DENUNCIATO “SCOMMETTITORE SERIALE”

 

Sei messo sotto tiro…il mio è un lavoro ti avviso oggi devi perdere la partita…sappiamo tuo indirizzo e tutto … abbiamo scommesso 250 mila euro… ci sono albanesi e calabresi avvisa tutta la difesa che la partita si deve perdere al 1000% perché se per puro caso salta … ti puoi considerare un morto che cammina e puoi anche andare a denunciare e peggio ancora sarai scannato … ti puoi scavare la fossa perché ti vengo subito ammazzare e … se ti rifiuti di giocare oppure fai qualche altra cazzata che non gli fai fare i gol subito … puoi considerare la fine per te … sarai scannato mentre che cammini per strada… sappiamo tutto su di te un saluto dall’Albania…”.

 

Questo, sostanzialmente, il tenore dei messaggi inviati tramite whatsapp ai calciatori – analogo in tutti e tre i casi sui quali i Carabinieri hanno fatto luce – dei quali l’uomo riusciva a “carpire” il numero di cellulare attraverso i loro profili social.

Le indagini sono scattate lo scorso 30 settembre, a seguito dell’esposto-denuncia-querela presentata ai Carabinieri di Alessandria, da un calciatore della squadra del Monza che, in ritiro con la squadra nel capoluogo alessandrino in vista della partita con la Juventus U-23, valida per la 7^ giornata del Campionato di Serie C Girone A, dalle prime ore del mattino aveva cominciato a ricevere sul proprio cellulare i messaggi contenenti pesanti minacce.

Per convincere la vittima, l’ignoto malfattore aveva fatto seguire alle minacce ben 5 screenshot relativi ad altrettante giocate sulla partita, effettuate sulla piattaforma di un noto sito di scommesse on line.

Il calciatore, accompagnato da un dirigente della società, consegnava ai militari anche copia di un analogo esposto-denuncia indirizzato, poco prima, alla Procura Federale della FIGC di Roma e alla Lega Pro di Firenze dall’AC Monza SPA, a firma del suo A.D. Adriano Galliani.

A causa della gravità delle minacce, venivano immediatamente attivate riservate misure di vigilanza, sia nei pressi del luogo ove la squadra del Monza si trovava in ritiro, sia, tramite i Carabinieri del posto subito informati, in corrispondenza dell’abitazione dei familiari del calciatore. Nello stesso tempo venivano avviate articolate e complesse indagini di natura tecnica.

Neanche a dirlo, la partita Juventus U-23 – Monza si concludeva con un secco 1 a 4 per i lombardi, che non faceva altro che far aumentare la preoccupazione del denunciante, che in seguito riceveva una telefonata dall’utenza incriminata alla quale decideva di non rispondere.

Le indagini consentivano in breve di:

  • – risalire al titolare dell’utenza dalla quale erano partiti i messaggi minatori, che risultava essere intestata ad una persona della provincia di Catania, morta alcuni anni prima;
  • – accertare, grazie anche alla collaborazione fornita dall’Ufficio legale della Lega di Serie C, che analoghe minacce – alcune delle quali partite dallo stesso numero di quelle rivolte al calciatore del Monza – erano state rivolte, quella stessa tornata, ad altri due calciatori di altrettante squadre di calcio militanti nello stesso campionato, la Pro Vercelli, impegnata con la Pergolettese e la Viterberbese, che avrebbe dovuto giocare contro la Vibonese;
  • – individuare, da parte dell’utenza incriminata, una fitta rete di connessioni web ai principali siti di scommesse on line, nonché di attribuire uno degli ulteriori analoghi episodi delittuosi, all’intestatario di un profilo social.

Venivano quindi attivate, tra l’altro, complesse intercettazioni di flussi di comunicazioni telematiche che, unitamente all’analisi di quelle telefoniche, consentivano di risalire all’intestatario del profilo, le cui generalità venivano richieste con apposito decreto notificato all’ufficio legale del social media interessato.

 

L’indagine permetteva infine di:

  • – identificare con certezza l’effettivo utilizzatore delle utenze telefoniche e del profilo social da cui erano partiti i messaggi minatori;
  • – localizzare tale soggetto nel comune di Palagonia, in provincia di Catania e di constatare come questi fosse un vero e proprio “scommettitore seriale”, essendo solito esercitare con continuità, sebbene di importi minimi, un numero rilevante di giocate sulle principali piattaforme e siti di scommesse on line;
  • – verificare – mediante apposito decreto notificato ad una nota società di scommesse on line maltese – che gli screenshot con le ricevute relative alle giocate per diverse migliaia di euro inviate ai calciatori erano in realtà state artatamente modificate aumentandone e di molto gli importi, al fine di esercitare ulteriore pressione psicologica su questi ultimi per convincerli a truccare le partite;
  • – appurare come il malfattore oltre che a minacciare i calciatori fosse anche solito individuare, sempre attraverso i social media, soggetti facilmente influenzabili che, indotti ad effettuare scommesse on line su risultati prospettati come “sicuri” in quanto “pilotati”, qualora fossero risultati, ancorché casualmente, davvero vincitori, venivano successivamente anch’essi minacciati al fine di ottenere una percentuale della vincita;
  • – escludere, allo stato, eventuali legami con la criminalità organizzata.

Pertanto, si decideva di passare all’azione. Personale del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Alessandria veniva inviato in Sicilia dove, coadiuvato nella fase esecutiva dai militari del Nucleo Investigativo di Catania e della Compagnia CC di Palagonia, faceva irruzione nell’abitazione di S. A. D. B., palagonese di 25 anni, all’interno della quale rinveniva e sequestrava gli apparati telefonici e numerose schede sim, tra cui gli smartphone e le schede utilizzati per commettere i reati. Il giovane, che messo alle strette ammetteva spontaneamente di essere l’autore delle minacce di cui si è detto, veniva quindi denunciato in stato di libertà per i reati di tentata estorsione pluriaggravata.