Lunedì 2 giugno, Festa della Repubblica, nella sala del Consiglio Comunale di Chiusa di San Michele nel salone polivalente di via General Cantore 14,alle ore 14,30, con una breve cerimonia il comune celebrerà ancora il 25 Aprile 1945 e renderà omaggio a tutti i Sindaci dalla Liberazione a oggi, per ringraziare loro o i loro familiari, quali sentinelle della riconquistata democrazia e della Costituzione Repubblicana. Riccardo Cantore, Sindaco, consegnerà una targa in ricordo di Riccardo Cantore, Primo Sindaco della Liberazione e poi Sindaco dal 1970 al 1982.
Femminicidio Grugliasco, un’altra vita spezzata
Caro direttore,
con profondo dolore e sconcerto, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani apprende la notizia del tragico femminicidio avvenuto a Grugliasco, in provincia di Torino, dove Fernanda Di Nuzzo, maestra d’asilo di 61 anni, è stata brutalmente uccisa dal marito, Pasquale Piersanti, sotto gli occhi della figlia di 24 anni.
Un altro nome si aggiunge alla lunga, intollerabile lista di donne uccise per mano di chi avrebbe dovuto proteggerle e amarle. Un’altra vita spezzata, un’altra famiglia distrutta, un’altra giovane costretta ad assistere all’orrore della violenza più estrema, all’interno delle mura domestiche. Le modalità dell’aggressione – i fendenti all’addome, il disperato tentativo di fuga, l’arrivo in ospedale in condizioni disperate – raccontano un dolore che nessuna comunità può ignorare.
Fernanda era un’insegnante, una donna che ha dedicato la sua vita ai bambini, alla cura dell’infanzia, alla formazione delle nuove generazioni. Il suo assassinio interpella in modo diretto il mondo della scuola, che non può restare spettatore silenzioso. Anzi, deve farsi protagonista attiva di una rivoluzione culturale che affondi le radici nell’educazione al rispetto, all’uguaglianza di genere, alla consapevolezza emotiva.
Facciamo un appello forte e deciso al mondo dell’istruzione: la lotta alla violenza di genere deve entrare stabilmente nei curricoli scolastici, attraverso percorsi strutturati, continui e interdisciplinari. Non bastano le giornate simboliche. È necessario formare gli studenti, fin dalla scuola dell’infanzia, a riconoscere i segnali della prevaricazione, del possesso, dell’annullamento dell’altro. Serve costruire una cultura nuova, in cui maschi e femmine crescano insieme nel riconoscimento reciproco, nella gestione non violenta del conflitto, nella parità sostanziale dei diritti.
Il CNDDU chiede con forza:
– l’introduzione obbligatoria dell’educazione al rispetto e all’affettività in tutti gli ordini di scuola;
– la presenza di almeno un docente della classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche in ogni scuola di primo e secondo grado per il potenziamento della cultura della legalità;
– la formazione obbligatoria dei docenti sul contrasto alla violenza di genere;
– la costituzione di sportelli di ascolto permanenti negli istituti scolastici;
Rivolgiamo un appello anche alle istituzioni: la scuola va sostenuta con risorse, formazione, strumenti, perché possa svolgere fino in fondo il suo compito educativo e sociale. Ogni insegnante, ogni dirigente, ogni educatore deve sentirsi parte attiva di un’azione collettiva di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.
Nel ricordo di Fernanda Di Nuzzo e di tutte le donne vittime di femminicidio, il nostro Coordinamento rinnova il proprio impegno affinché la scuola italiana diventi presidio permanente di diritti umani, giustizia, e rispetto della dignità di ogni persona.
Perché nessuna voce venga più soffocata. Perché ogni grido d’aiuto trovi ascolto, prima che sia troppo tardi.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
VIGNALE E BARTOLI: IL CANALE DEMANIALE DI CALUSO OPERA DI PREGIO ECONOMICO E TURISTICO PER L’ECONOMIA DEL CANAVESE.
AMBIENTE, TERRITORIO E SICUREZZA AL CENTRO DEL SOPRALLUOGO ISTITUZIONALE
Ieri pomeriggio, l’Assessore regionale ai Fondi di Sviluppo e Coesione e al Patrimonio Gian Luca Vignale congiuntamente al Presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale Sergio Bartoli hanno effettuato un sopralluogo presso il Canale demaniale di Caluso, asse idrico e paesaggistico di fondamentale importanza per il Canavese.
Il Canale di Caluso è gestito da un Consorzio che comprende 18 comuni serviti dalle acque di questa opera idraulica risalente al 1550. La sua importanza non è legata esclusivamente alle funzioni irrigue per l’economia agricola del territorio canavesano perché conta 15 centrali idroelettriche in grado produrre circa 6 Megawatt.
Presenti anche il Sindaco di San Giorgio Canavese, Marco Baudino, il Vicesindaco Algostino Sergio, il Vicesindaco di Caluso Luca Chiaro, il Presidente Lodovico Actis Perinetto e la Direttrice Alessandra Conti del Consorzio del Canale Demaniale di Caluso.
È stato possibile visitare i tratti nel territorio di San Giorgio Canavese e le due storiche gallerie sotterranee “Bioleto” e “Fenoglio”, costruite nel 1764 per garantire il flusso continuo dell’acqua verso la Mandria di Chivasso. Compreso il percorso che costeggia le sponde realizzato grazie alla collaborazione tra i Comuni di San Giorgio Canavese e Agliè.
Nel corso del sopralluogo, sono state condotte anche verifiche tecniche utili a valutare interventi strutturali di messa in sicurezza e prevenzione rispetto ai danni provocati dalle recenti alluvioni, rafforzando così la resilienza del territorio e delle infrastrutture idriche esistenti.
La giornata si è conclusa presso la sede consortile a Caluso dove i funzionari dell’ente hanno potuto illustrare tutte le potenzialità di questa opera. Un grande esempio di ingegneria dei secoli passati, con un presente fragile che necessita manutenzione e attenzione, ma che possiede interessanti possibilità di sviluppo sia economico che turistico per il territorio.
«Investire sulla sicurezza e sulla fruibilità del Canale di Caluso significa rafforzare la coesione territoriale, tutelare l’ambiente e restituire ai cittadini un patrimonio naturale e storico di enorme valore – ha dichiarato il Consigliere Sergio Bartoli – Il Canale Demaniale di Caluso, che coinvolge ben 18 Comuni, si conferma oggi una risorsa idrica, agricola, culturale e ambientale di assoluto rilievo, da riscoprire e valorizzare attraverso una visione condivisa di sviluppo sostenibile e riconoscibilità territoriale».
«Il Canale demaniale di Caluso – spiega l’Assessore Vignale – insieme alle altre opere idrauliche di cui è ricco il territorio piemontese, oggi, ancor più rispetto al passato, rappresenta un potenziale volano di attrattività turistica, storica e culturale. In particolare, in Canavese, dove il patrimonio regionale possiede realtà come la diga di Mazzè, i Canali diventano ancora più centrali nell’economie dei territori locali.
Lungo le sponde, infatti, si possono sviluppare percorsi che permettono di visitare gli ambienti naturali e apprezzare bellezze artistiche e ingegneristiche legate ai Canali e alle comunità. Tutto questo deve avvenire nel pieno rispetto della funzione principale di queste opere idrauliche che è ovviamente quella economica di fornire l’acqua alle attività agricole e preservare la propria portata e capacità anche per la produzione idroelettrica. Lavoreremo per promuovere il nostro patrimonio e fare dei canali irrigui piemontesi un percorso che, collegato al grande progetto VENTO di percorso turistico sulle sponde del Po da Torino a Venezia, possa richiamare turismo e garantire ricadute economiche significative».
Rissa con coltelli e bastoni chiodati, 11 in manette
In tutto sono 11 gli arrestati tutti di nazionalità peruviana, il giorno dopo la maxi rissa tra una quindicina di persone con coltelli e mazze chiodate inBarriera di Milano, corso Giulio Cesare, di ieri intorno alle 20,30. Sono invece tre persone denunciate a piede libero e tre i feriti, di cui uno grave. Grazie alle immagini diffuse sui social sono stati identificati.
E’ morta la donna di 61 anni ferita a coltellate dal marito coetaneo a Grugliasco, alle porte di Torino. Era stata trasportata d’urgenza in ospedale in condizioni gravissime, ed è deceduta questa mattina. Il marito l’aveva colpita con più coltellate all’addome durante una lite avvenuta nella loro abitazione. Al pronto soccorso la donna era arrivata in arresto cardiaco per shock emorragico. i chirurghi le hanno asportato la milza ma non è stato possibile salvarle la vita.
Cooperazione in Kosovo con la Regione Piemonte
Il progetto, ideato dall’associazione Fiori di Ciliegio Aps con la collaborazione del partner locale Biser Metohije, è stato realizzato anche grazie al contributo del contingente Cimic del Regional Command West e punta a trasformare il villaggio in un polo innovativo per lo scambio di buone pratiche, la promozione dei prodotti locali e il dialogo interculturale.
A tagliare il nastro tricolore è stato l’assessore regionale alla Cooperazione internazionale Maurizio Marrone, insieme all’associazione Fiori di Ciliegio APS, ideatrice del progetto, in collaborazione con il partner locale Biser Metohije, mentre i militari italiani sono intervenuti durante i lavori di consolidamento strutturale.
“L’attività vitivinicola e la tradizione ortodossa sono legate tra loro da secoli – ha dichiarato l’assessore Marrone – La Cooperazione Internazionale del Piemonte, con l’aiuto logistico del contingente di pace italiano, ha consentito il recupero di un luogo andato in rovina durante l’ultima guerra balcanica, diventando un centro di aggregazione sociale, rilancio commerciale e orgoglio identitario per le nuove generazioni”.
La cantina, appartenuta alla storica famiglia Patrnogić, era stata abbandonata dopo il conflitto del 1999, in seguito al rapimento dell’ultimo erede Tihomir, di cui non si conosce ancora la sorte.
Velika Hoča, uno dei villaggi serbi più antichi del Kosovo, conserva una lunga tradizione vinicola legata anche al vicino monastero ortodosso di Visoki Dečani, oggi protetto dai militari italiani della Brigata Folgore.
Esplosivi e costruzioni abusive nel campo nomadi
Un fuoco d’artificio esplosivo e cinque candelotti artigianali sono stati trovati dai carabinieri nel campo nomadi di via Regione Cravero, a Settimo Torinese durante un controllo straordinario svolto insieme alla polizia locale e all’ufficio tecnico del Comune. Scoperte anche alcune costruzioni abusive tra cui un capannone di circa 240 metri quadrati, costruite senza autorizzazione. Una giovane di 26 anni è stata denunciata per detenzione illecita di materiale esplosivo.
Raccolta tartufi: “Aiutiamo il Piemonte”
Così ha sintetizzato il presidente della terza Commissione, Claudio Sacchetto, al termine dell’audizione della delegazione dell’Unione delle associazioni tartufai del Piemonte sulle proposte di modifiche a livello nazionale della legge sulla ricerca, la coltivazione, la commercializzazione e la tutela del tartufo.
La delegazione era composta da Pierantonio Botto (presidente Associazione tartufai astigiani e monferrini) e Giancarlo Bressano (presidente Associazione tartufai del Monregalese e del Cebano).
Secondo gli auditi, “dovrebbe essere specificata nella nuova legge la possibilità della ricerca notturna dei tartufi che è coerente agli usi e costumi tradizionali e con il riconoscimento Unesco (ottenuto nel 2021 per tutta Italia). La normativa deve consentire la libertà di ricerca nei boschi e nei terreni incolti e non dovrebbe differenziare tra i vari tipi di boschi. Tutti gli anni le associazioni distribuiscono migliaia di alberi per poter continuare questo tipo di attività. Un’attività che aiuta a conservare la biodiversità. Bisognerebbe anche limitare le concessioni rilasciate dalle province, che dovrebbero essere distribuite comune per comune. I municipi, che conoscono meglio il territorio, dovrebbero forse essere loro a rilasciare le autorizzazioni. Sui terreni pubblici dovrebbe essere possibile la libera ricerca”.
Nel corso dei lavori sono intervenuti, oltre allo stesso presidente Sacchetto, Sarah Disabato e Alberto Unia (M5s), Fabio Carosso (Lega), Gianna Pentenero e Mauro Calderoni (Pd) e Daniele Sobrero (Lista Cirio).
Ufficio stampa CRP
Le Unioni Montane Valle Susa e Alta Valle Susa, preso atto dei continui disservizi sulla linea ferroviaria Torino-Susa-Bardonecchia, hanno segnalato più volte la questione a Trenitalia S.p.A. e a RFI – Rete Ferroviaria Italiana, chiesto interventi e proposto incontri che risultano, a oggi, ancora senza risposta.
Per portare all’attenzione pubblica e istituzionale i disservizi che da tempo affliggono la linea, lo scorso 28 marzo sindaci e amministratori locali hanno percorso l’intera tratta viaggiando insieme ai pendolari per rilevare di persona le criticità che, quotidianamente, rendono il trasporto ferroviario una fonte di disagio per migliaia di cittadine e cittadini. Anche in tale occasione la proposta di incontro con gli amministratori locali per affrontare il problema è stata ignorata.
«Una simile inerzia denota un atteggiamento totalmente irrispettoso nei confronti delle istituzioni del nostro territorio che, ricordiamo, annoverano tra le funzioni principali la tutela e lo sviluppo della montagna, con particolare riferimento al mantenimento dei servizi essenziali» hanno dichiarato il Presidente dell’Unione Montana Valle Susa Pacifico Banchieri e il Presidente dell’Unione Montana Alta Valle Susa Mauro Carena.
Il servizio di trasporto pubblico, così compromesso da ritardi, soppressioni e dal degrado progressivo delle stazioni, compromette gravemente ogni azione volta a contrastare lo spopolamento delle aree montane, già in posizione di svantaggio rispetto alle aree urbane, interferendo con la nostra missione istituzionale.
Le Unioni Montane hanno già avanzato la richiesta di un incontro con RFI lo scorso 28 marzo e rinnovano oggi la richiesta per un incontro urgente che porti a soluzioni efficaci e durature richiedendo, qualora necessario, un autorevole intervento dell’assessore regionale.