CRONACA- Pagina 1312

Controlli dei Carabinieri, 5 arresti

5 arresti è il bilancio dei controlli disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri.

In particolare a Torino i carabinieri della Stazione Le Vallette, hanno tratto in arresto una donna romena, di 24 anni, per evasione. Nella circostanza, gli uomini dell’Arma hanno sorpreso la giovane mentre si trovava fuori dalla propria abitazione, in violazione alla misura cautelare degli arresti domiciliari cui era stata sottoposta poiché ritenuta responsabile del reato di estorsione. Ora è ristretta nelle camere di sicurezza del comando Arma in attesa di essere giudicata con rito direttissimo.
Sempre a Torino, in via Marsigli, i militari del Nucleo Investigativo hanno rintracciato e tratto in arresto un uomo di 36 anni ricercato dallo scorso luglio. Sul suo conto era stato emesso un ordine di carcerazione poiché deve scontare una pena definitiva di un anno e 6 mesi di reclusione, a seguito di una condanna definitiva per furto e truffa.
Un altro arresto in città è stato eseguito dai carabinieri della Stazione Torino Borgo San Donato che hanno fermato un uomo di 31 anni romeno, su cui pendeva un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità Giudiziaria romena, per una condanna definitiva ad un anno di reclusione per il reato di corruzione commesso nel paese di origine.
A Grugliasco, gli uomini dell’Arma hanno arrestato un italiano di 31 anni, che deve espiare un residuo pena di 6 mesi e 10 giorni di reclusione, per una condanna definitiva per reati contro il patrimonio commessi nel 2013.
Infine a Carmagnola, i carabinieri della locale Stazione hanno arrestato un uomo 45enne, italiano, in esecuzione di un ordine di carcerazione, dovendo scontare una pena di 6 mesi di reclusione per una truffa commessa nel 2011 nella provincia di Asti.

Weigmann, un signore di altri tempi

E’ mancato l’Avv. Marco Weigmann,  a capo di uno degli studi legali più importanti d’Italia con sede a Torino, Milano e Roma.

 

Di Pier Franco Quaglieni 


Un grande lutto per l’avvocatura italiana e per quella torinese. Ma Weizmann si era anche occupato di cultura in modo appassionato, particolarmente come vicepresidente della Fondazione “Filippo Burzio” di cui era stato uno dei fondatori. Il nostro rapporto era nato nel 1988 quando scrissi un elzeviro su “La Stampa “ per ricordare Filippo Burzio nel quarantennale della morte. Burzio ingegnere ed umanista, docente universitario e giornalista, direttore de “La Stampa“ nel 1943 e nel 1945, era stato quasi  totalmente dimenticato. Quell’articolo suscitò un vasto interesse, in primis nel generale di Corpo d ‘Armata Giovanni De Paoli che era stato allievo di Burzio alla Scuola di Applicazione e d’Arma di Torino. De Paoli organizzò al suo Rotary una mia conferenza su Burzio. A quell’ incontro intervennero tra gli altri gli avvocati Vittorio Chiusano e Marco Weigmann, quest’ultimo   molto amico del figlio dell’intellettuale torinese, Antonio Burzio, che viveva nel culto di suo Padre. Chiusano, Weigmann , De Paoli e chi scrive diedero vita,  poco tempo dopo, al Centro “Filippo Burzio“.

 

Chiusano venne nominato Presidente e Weigmann vice presidente. Da allora la storia del Centro “Burzio “, divenuto successivamente Fondazione , è stata legata indissolubilmente al nome di Weigmann che ha posto la sua intelligenza e la sua cultura giuridica con infinita generosità al servizio della memoria storica di Burzio. Senza il suo sapiente e discreto apporto non ci sarebbe mai stata la Fondazione “Burzio“ di cui ha curato gli interessi in particolare dopo la morte di Antonio Burzio che lasciò tutti i suoi averi alla Fondazione. Con dedizione Weigmann seppe amministrare la Fondazione in modo oculato ed illuminato. Non volle mai apparire. Era un uomo che non amava la ribalta, ma l’impegno con quella sobrietà tutta  piemontese che Burzio considerava una grande virtù. Io sento il rammarico di non aver collaborato alla Fondazione come avrei dovuto. Alla morte improvvisa di Chiusano,  proposi a Weigmann di assumere la presidenza, ma rifiutò. Insieme pensammo a Valerio Zanone come Presidente.  Con Weigmann presidente forse la Fondazione avrebbe mantenuto una maggiore coerenza con i suoi fini statutari, ma soprattutto con lo spirito delle origini a cui  Zanone era rimasto  estraneo perché in quegli anni totalmente occupato in politica. Weigmann non accettò la presidenza neppure       alla morte di Zanone e la scelta cadde sul giornalista Alberto Sinigaglia con Weigmann vicepresidente.  L’avvocato torinese resta anche legato al mio amico Romolo Tosetto che fu il suo maestro. Tosetto e’ stato un uomo di altissimi sentimenti civili manifestati in particolare nel Lions ed anche nel Centro Pannunzio.  Lo studio Tosetto – Weigmann alla morte di Tosetto divenne lo studio Weigmann che è cresciuto in questi anni a livello anche internazionale. Era un uomo pacato e profondamente buono. Aveva un’eleganza innata , forse aveva anche una qualche timidezza, malgrado il consolidato e brillante  successo professionale. Era un gentiluomo di antico stampo. A volte ci si vedeva al Circolo del  Whist, l’ambiente più ovattato di Torino a lui molto caro. Ricordo con rimpianto anche le serate che Marco vi organizzava per la Fondazione “Burzio” ogni anno in vista del Natale. Mi fu affettuosamente vicino in un momento difficile della mia vita e in tante occasioni venne ad ascoltarmi in qualche conferenza. Una volta Chiusano mi volle conferenziere alla Scuola di Applicazione e  d’Arma su Burzio e Gobetti. Avrei voluto parlare del liberale autentico Burzio in contrapposizione al “liberalismo rivoluzionario” e, secondo me, in parte illiberale di Gobetti.

 

Avevo con me un’ampia documentazione, ma l’arrivo improvviso in sala della nuora di Gobetti Carla mi suggerì di evitare, in una sede istituzionale come quella ,qualsivoglia polemica. Così improvvisai un altro discorso in cui parlai a braccio e quasi esaltai Gobetti pur senza convinzione. Vittorio Badini Confalonieri che era venuto a sentirmi si stupì del mio discorso.  Weigmann, che conosceva le mie idee in proposito , aggiunse  che aveva capito il mio imbarazzo e mi ringraziò  per aver evitato fratture. Era un uomo mite. Non l’ho mai sentito in tanti anni alzare anche solo leggermente la voce. Nella storia dell’avvocatura italiana Marco Weigmann è destinato a restare come uno dei maggiori nomi  a cavallo tra i due secoli . Tosetto  mi elogiò più volte Weigmann, il mio ex allievo Federico Restano divenuto socio del suo studio, credo che  contribuirà a tramandarne l’insegnamento. In effetti è stato anche un Maestro che non verrà dimenticato. Il suo stile  pacato resta un esempio di straordinario e calmo equilibrio anche nei momenti più difficili. Ricorderò sempre il suo sorriso rasserenante. Sempre e ovunque. Un modo d’essere sempre più raro in questi tempi così calamitosi.

Scrivere a quaglieni@gmail.com

 

Usura, estorsione e truffa: sei arresti

E’ scattata ieri  l’operazione “DOPPIO DEBITO”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, in cui oltre 40 militari della Guardia di Finanza di Torino hanno eseguito 6 misure cautelari detentive a carico di altrettante persone gravemente indiziate di associazione per delinquere dedita a usura, abusivismo finanziario, estorsione e truffa. In corso di esecuzione anche il sequestro preventivo dei beni degli arrestati.

 

Arrestati i carmagnolesi LAFLEUR Giacomo e suo figlio Carlo, il torinese LAFORÈ Osvaldo, DI MAIO Graziano di Villafranca Piemonte, MACCAGNAN Nicolino di Moncalieri e una dipendente infedele della filiale FINDOMESTIC di Bra (CN), società estranea agli addebiti penali.

 

Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Asti Dott. Alberto Perduca, dirette dal Sostituto Procuratore Dott. Gabriele Fiz e condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino, hanno riguardato condotte che vanno dal 2018 alla fine del 2019 e hanno avuto pieno sviluppo durante tutto il periodo dell’emergenza COVID-19.

 

L’attività investigativa avviata dai finanzieri ha permesso di far luce sull’esistenza di un’articolata associazione per delinquere avente base a Carmagnola e risultata operativa a Torino, Ivrea, Moncalieri, Cuneo e Bra, la quale, sotto le direttive di LAFLEUR Giacomo, applicava tassi usurari fino al 2.500%.

Il core business dell’associazione era l’offerta sistematica e professionale di prodotti finanziari a soggetti bisognosi di denaro e che, nella maggior parte dei casi, non presentavano le condizioni per accedere al credito secondo procedure ordinarie.

Le vittime erano imprenditori in difficoltà economiche imprese edili, centri estetici, macellerie, pizzerie – ed anche casalinghe e disoccupati già indebitati, che tramite il “passa parola”, entravano in contatto con i componenti dell’organizzazione. Costoro si presentavano di volta in volta come “ex direttori di banca” o “agenti finanziari”, organizzando gli incontri in luoghi all’aperto, bar, centri commerciali.

Peculiarità dell’organizzazione criminale consisteva nella capacità di proporre un vero e proprio “pacchetto completo” e di nascondersi dietro il finanziamento concesso da una finanziaria realmente esistente.

 

Inizialmente il “cliente” veniva approcciato con toni affabili e cordiali e con l’assicurazione che avrebbe ottenuto una linea di credito da una società finanziaria. Gli si richiedeva la carta d’identità e un documento reddituale, quando esistente.

L’organizzazione predisponeva quindi documenti artefatti (buste paga, CUD, dichiarazioni fiscali) per ottenere il credito, quasi sempre presso la FINDOMESTIC di Bra, ove una dipendente infedele e partecipe dell’organizzazione curava tutti gli adempimenti necessari, quantificava il credito concedibile e forniva finanche puntuali indicazioni sulle risposte da dare in caso di eventuali controlli.

 

Una volta ottenuta la somma dalla finanziaria, l’organizzazione rivelava la propria vera natura pretendendo dalla vittima, in contanti, il “compenso” per i propri “servizi”: venivano applicati tassi usurari fino al 2500% in più rispetto a quelli leciti per l’attività di intermediazione, con richieste di pagamenti fino al 60% del finanziamento, anche con estorsioni e minacce.

In breve, dopo aver pagato gli usurai, alle vittime restava solo una modesta residua parte dei soldi, a fronte dell’onere di dover corrispondere le rate per l’intera cifra ottenuta dalla finanziaria. 

Gli indagati si sono dimostrati particolarmente attenti nell’esecuzione delle proprie attività illecite: raramente utilizzavano i telefoni per accordarsi e prediligevano riunirsi nel campo sinti di Carmagnola o in un centro commerciale di Moncalieri. Tra le accortezze adottate c’era anche quella di far controllare periodicamente le proprie autovetture con vere e proprie operazioni di “bonifica” per ricercare eventuali microspie.

Le indagini sono state condotte anche con intercettazioni, pedinamenti, monitoraggi video ed accertamenti bancari. Nonostante la difficile permeabilità del contesto in cui operavano, i finanzieri sono riusciti a riprendere gli incontri con le vittime, nel corso dei quali gli indagati discutevano dei compensi da esigere e delle modalità operative attuate.

In tal modo è stato possibile risalire a numerose persone cadute nella rete criminale, che, dopo iniziali reticenze, davanti all’evidenza dei fatti accertati dai finanzieri hanno raccontato quanto era accaduto: soggetti, questi, ulteriormente provati anche dall’emergenza COVID-19.

Gli approfondimenti investigativi sono stati effettuati avvalendosi dell’ampia collaborazione resa dall’Ufficio Prevenzione Frodi di FINDOMESTIC, essa stessa vittima di tale sistema. In questo modo sono stati infatti richiesti alla società, in due anni, prestiti per circa 400.000 euro per conto di una ventina di soggetti di fatto privi di ogni garanzia per l’estinzione del debito contratto.

“Perché chiude il Balon e resta aperto il mercato di libero scambio?”

Ci scrive Patrizia Alessi, capogruppo FdI alla Circoscrizione 7

INACCETTABILE DOMANI BALON IN BORGO DORA CHIUSO E LIBERO SCAMBIO APERTO IN VIA CARCANO

Nell’ordinanza n.  88 a firma del Sindaco si legge “che i mercati periodici tematici e le Feste di via si svolgono sotto la completa supervisione del soggetto attuatore, il quale ha anche l’onere di predisporre il piano di sicurezza”. Domani il Balon in Borgo Dora rimane chiuso invece il suk in via Carcano rimane aperto! Anche l’ Associazione Vivibalon dovrebbe essere responsabile di ciò che avviene all’interno e avere il piano di sicurezza a prescindere dall’ordinanza: chi controllerà? Come sempre il suk-liberoscambio-barattolo-balù green o come vogliono chiamarlo ha vie diverse dagli altri….questo per la Città è andare incontro ai poveri (facendoli però pagare non poco per un posto) per me invece è inaccettabile. Non vi è progettazione in nulla, nemmeno nell’emergenza Covid, dove come in questo caso si usano due pesi e due misure.

Patrizia Alessi

Rischio Covid: annullata “Una corsa da re”

Sabato 17 e domenica 18 ottobre Venaria Reale avrebbe dovuto ospitare il tradizionale evento podistico “Una corsa da Re”, organizzato da Base Running in collaborazione con Regione Piemonte, Città di Venaria Reale, Reggia di Venaria, Parco Regionale La Mandria,con  gare da 10, 21 e 30 km.

L’evento avrebbe comportato la presenza di circa 700 persone al sabato e di circa 900 la domenica mattina.

Fabio Giulivi, sindaco della Città di Venaria Reale, in seguito all’aumento dei contagi e al rispetto delle norme vigenti sull’emergenza sanitaria in corso, dichiara: «Ho trascorso le ultime 24 ore al telefono e in riunioni per sentire il parere di più enti: Prefettura, Assessorato allo Sport della Regione Piemonte, Presidente del Consorzio della Reggia di Venaria, Presidente del Parco La Mandria, Comando della Compagnia del Carabinieri di Venaria, Comando della Polizia Municipale. 

Alla fine di questa necessaria ricognizione, sentiti anche i componenti della Giunta che hanno condiviso la posizione, ho comunicato ai promotori l’impossibilità di procedere con lo svolgimento dell’evento. Il Piano di emergenza ed il protocollo Covid preparati dagli organizzatori sono coerenti con l’ultimo DPCM 13/10/2020, ma stante il crescente caso di contagi che sta coinvolgendo il nostro Paese, non me la sono sentita di dare il via libera a questa iniziativa sportiva.

Quasi 9000 contagi e 83 morti nella sola giornata odierna sono lì a ricordarci che l’emergenza Covid sta purtroppo nuovamente esplodendo in tutta la sua drammaticità. Il nostro paese, così come la nostra Città, non potrebbe reggere un nuovo lockdown e pertanto dobbiamo cercare di evitare quelle possibili fonti di contagi di eventi non essenziali per la nostra collettività. Stiamo chiedendo grandi sacrifici a tutti, con chiusure anticipate dei locali commerciali, cerimonie con un numero ridotto di partecipanti, annullamento di gite e feste e tutte le altre prescrizioni che abbiamo letto nell’ultimo DPCM. Mi metto nei panni degli organizzatori che sicuramente si troveranno in grande difficoltà dopo la notizia che ho comunicato poco fa al loro tecnico incaricato della sicurezza (incontrato anche in mattinata in Comune), ma l’aumento preoccupante dei contagi sconsiglia qualsiasi possibile rischio di nuovi focolai.

Chiedo scusa anche a tutti i partecipanti che certamente criticheranno questa scelta, ma un Sindaco deve prendere delle decisioni che tutelino in primis la salute pubblica ed il solo pensiero che a causa di questa manifestazione possano esserci partecipanti contagiati magari da un atleta asintomatico mi ha fatto assumere questa decisione. Ho iniziato il mio mandato da pochi giorni e non avrei mai voluto cominciare con un provvedimento simile. 

Ma amministrare vuol dire prendere decisioni anche difficili e, se continuerà a crescere la curva dei contagi, purtroppo non sarà questa l’unica».

Collegno, riaperte le Poste di via Martiri

E’ stato riaperto l’ufficio postale di Collegno in Via Martiri 30 Aprile, 77, a seguito di alcuni interventi di manutenzione straordinaria.

 

Gli interventi eseguiti si inseriscono nel contesto del più ampio piano di riqualificazione degli uffici postali attraverso il quale Poste Italiane intende presidiare il territorio con strutture adeguate a soddisfare esigenze ed aspettative dei propri clienti” ha dichiarato Paolo Bevilacqua, Direttore della Filiale di Torino 1 di Poste Italiane “ e segna una nuova tappa nel dialogo e nel confronto che avvicina ancora di più Poste Italiane al territorio, lungo un percorso fatto di impegni reali al servizio della crescita economica e sociale del Paese”.

“Si tratta di un risultato rilevante per la Città e soprattutto per i quartieri Centro Storico e Villaggio Dora. Un servizio, quello offerto da Poste Italiane, importante per garantire servizi diffusi e accrescere il presidio del territorio” – ha dichiarato il Sindaco Francesco Casciano.

 

“Questa riapertura è frutto del lavoro svolto in sinergia con Poste Italiane per venire incontro alle esigenze dei nostri cittadini. Un buon punto di partenza per un continuo miglioramento dei servizi territoriali, uno degli obiettivi di questa Amministrazione” – ha sottolineato l’assessore al Patrimonio e Progettazione Strategica Maria Luisa Mattiuzzo.

 

L’Ufficio di via Martiri 30 Aprile sarà disponibile per i cittadini secondo i consueti orari di apertura, dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.35 e il sabato dalle 8.20 alle 12.35.

 

Il Sindaco Francesco Casciano, l’assessore Maria Luisa Mattiuzzo e i rappresentanti di Poste Italiane hanno presentato il servizio rinnovato mercoledì 14 ottobre davanti all’Ufficio di via Martiri XXX Aprile.

 

Nuove “Ecoisole Smart”… ed è subito crisi


Riceviamo e pubblichiamo / “Mi stanno giungendo numerose segnalazioni di criticità relative al nuovo sistema di raccolta rifiuti: ripercussioni negative sulle condizioni di pulizia delle aree circostanti ai bidoni e problemi dal punto di vista dello scorretto utilizzo del servizio. La situazione è critica per esempio in Spina Centrale (corso Gamba e dintorni), ma non solo lì. Ho presentato un’interpellanza in Sala Rossa”.

Non partono con il piede giusto le nuove “Ecoisole Smart”, ovvero le nuove aree di raccolta rifiuti che stanno facendo da apripista per il nuovo sistema di raccolta rifiuti cittadino. Osservazioni e lamentele cominciano ad arrivare copiose dai residenti, preoccupati dalle modalità organizzative del servizio e dalle negative ripercussioni, che già si stanno rendendo evidenti, sulle condizioni di pulizia delle aree circostanti alle nuove isole. Questa è la situazione, per esempio, che si riscontra in zona Spina Centrale: in corso Gamba e nelle vie limitrofe, territorio della Circoscrizione 4, la scorsa estate è stata introdotta la raccolta differenziata con le nuove campane di raccolta utilizzabili solo con un’apposita tessera “Eco Card”. Ogni cassonetto è destinato a raccogliere, rispettivamente, rifiuti indifferenziati, vetro, carta, plastica o residuo organico. Numerosissimi i casi segnalati di scorretto utilizzo delle ecoisole, con frequente abbandoni di rifiuti al di fuori e alla base dei nuovi cassonetti (che si aprono solo con apposita card e che, al momento, non paiono sufficienti per numero). Le mie domande alla Giunta, che risponderà prossimamente in Aula alla mia interpellanza sul tema: si aumenterà il numero di cassonetti o campane disponibili? Si incrementeranno i passaggi di Amiat? In caso di abbandono di rifiuti fuori dalle campane, come e in che modo si identificano e sanzionano i responsabili? Dovranno pagare i condomini di riferimento, nei casi di impossibilità di risalire al trasgressore “materiale” dell’abbandono?

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Forum Sviluppo, 40 indagati

La procura della repubblica  di Torino ha terminato  un’indagine relativa  a Giulio Muttoni, l’imprenditore noto per essere stato patron della società di spettacoli SetUp Live.

Sono quaranta gli indagati tra i quali l’ex assessore della giunta municipale di Piero Fassino (estraneo all’indagine) Enzo Lavolta, oggi candidato alle primarie Pd. I sospetti riguarderebbero la possibilità di avere turbato la gara del terzo forum mondiale dello sviluppo economico svoltosi  a Torino nel 2015. Secondo le indagini, Lavolta avrebbe favorito Muttoni nell’assegnazione della location dell’evento.

“Alt alle truffe” con Difendiamo il futuro

“ALT alle TRUFFE” II edizione + prevenzione & protezione Progetto territoriale per la divulgazione e la prevenzione di truffe

Riceviamo e pubblichiamo / L’associazione Difendiamo il Futuro è nata nel 2001 per rispondere all’esigenza di informazione e formazione culturale e sociale sempre più sentita in questi ultimi anni e diffusa a tutti i livelli della
società, tanto tra i giovani quanto tra gli adulti: la totale disponibilità delle informazioni, la
diseducazione all’analisi critica della realtà, l’eccessiva semplificazione di tematiche economiche e
sociologiche rischiano di disorientare le persone e di rendere loro impossibile formarsi un’opinione
fondata e strutturata dei grandi temi di attualità.

Il criterio di partenza dell’associazione, dunque è stata, fin dalla sua nascita, la ricerca costante ed
accurata di un approfondimento completo ed esaustivo sulle culture amministrative. L’associazione
persegue finalità di sviluppo sociale e promozione culturale. Forti di una lunga esperienza di
impegno solidale, e visto il successo della prima edizione di “Alt alle Truffe” che complessivamente
ha coinvolto circa 200 persone, che hanno compreso le caratteristiche socio territoriali, relative alla
sicurezza reale e quella percepita, le specificità delle singole aree e i punti sensibili con le priorità
maggiormente sentite dai singoli cittadini per la loro qualità di vita, vi presentiamo un progetto
integrato di informazione, prevenzione e autodifesa che ha già ottenuto molto successo in
occasione della prima edizione, suscitando viva attenzione e offrendo un servizio accessibile ma
rigoroso, con un linguaggio aperto a tutte le categorie dei cittadini; che consente di combattere
truffe e reati ai danni degli anziani e dei soggetti deboli, con una serie di consigli utili, frutto di una
ricca esperienza e di materiali scientifici in continuo aggiornamento, alcuni dei quali tratti da
percorsi divulgativi prodotti dall’Arma dei Carabinieri.

Il Generale Tullio Del Sette, ex Comandante dell’Arma Dei Carabinieri, ha ribadito più volte
l’importanza di porre delle azioni di prevenzione. Studi recenti anche in campo internazionale
confermano che chi è vittima di una truffa, oltre al danno economico sofferto, subisce una grave
serie di alterazioni della sua dimensione psicologica emotiva e relazionale.
Come riferito in più occasioni dalle forze dell’ordine durante gli incontri, sono soprattutto famiglie
sinti: nomadi con solide radici italiane che si tramandano “segreti e abilità” di generazione in
generazione che compiono episodi di truffa, pertanto l’impegno del nostro team multidisciplinare
va in due direzioni: 1) studiare le tecniche dei truffatori e monitorare i luoghi colpiti 2) affrontare un
approccio sistematico, per poter creare una banca dati aggiornata e offrire alle forze dell’ordine
maggiori strumenti per colpire i professionisti della stangata agli anziani, che molto spesso ripetono
le stesse tecniche così come gli autori, nella speranza di porre un freno a questo triste fenomeno.
Molti anziani per vergogna, oppure per il timore della disapprovazione sociale, temono la
presentazione della denuncia ed è solo la cultura, la formazione che si può acquisire una vera
consapevolezza per difendersi da queste insidiose forme di reato.

CONTENUTO
La scienza, la medicina e il generale miglioramento delle condizioni di salute e benessere della
popolazione hanno comportato uno straordinario allungamento dell’aspettativa media di vita, al
quale però si affiancano circostanze socio-culturali tendenzialmente avverse, alimentando la truffa,
che è costituita da 3 elementi: l’induzione in errore (la falsa rappresentazione della realtà), l’artifizio
o il raggiro ovvero l’inganno; infine la realizzazione di un profitto che è il vantaggio economico. Le
aree di indagine, riguardano caratteristiche della vittima (etnia, peso, altezza) l’occupazione, il luogo
di lavoro, gli orari, la situazione finanziaria, la rete amicale, le abitudini, gli hobbies il percorso
scolastico e i familiari; insomma tutte le fonti di informazione che possano stilare un profilo e dare
spunti sul movente del reo.

STRUTTURA DELL’EVENTO
Pertanto il progetto prevede la partecipazione, di un team multidisciplinare composto da cinque
figure che sono: Un Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, due consulenti legali (un avvocato civilista ed
un avvocato penalista), un tecnico esperto (serraturiere), una psicologa e il moderatore.
DESTINATARI

La nostra esperienza ha consigliato di organizzare gli eventi in luoghi di aggregazione tradizionali
come centri anziani, parrocchie o altri luoghi che la popolazione anziana colga e frequenti con
fiducia; la scelta dei centri anziani circoscrizionali pare poi molto utile in quanto i cittadini che vi
vengono coinvolti di solito per motivi ricreativi e di svago, apprezzano di poterne fruire per
confrontarsi con le forze dell’ordine ed esperti, effettuare segnalazioni, esprimere disagi ma anche
suggerimenti.

La scelta delle parrocchie ha funzionato assai felicemente in quanto la comunità parrocchiale
costituisce un punto di riferimento e gode della fiducia degli anziani che sono particolarmente
ricettivi ed attenti ai contenuti offerti nell’ambiente spirituale.

I 4 incontri sono organizzati in date concordate con la circoscrizione 8 della città di Torino e
dall’associazione Difendiamo il Futuro dal 15/10/2020 al 19/11/2020.

In conclusione si vorrebbe far rilevare come questa iniziativa, rappresenti un modo inedito ed
originale per coinvolgere la popolazione della circoscrizione in un progetto, che non è solo di
educazione ma di vera e propria autodifesa e di responsabilizzazione di potenziali vittime di truffe.

Minaccia il suicidio, poliziotto scongiura il gesto

I fatti sono accaduti la settimana scorsa

 

E’ martedì sera ed un uomo, all’interno della propria abitazione in zona San Paolo, minaccia il suicidio. E’ la moglie a contattare il 118.

Agli agenti della Squadra Volante giunti sul posto, la donna riferisce che il marito è barricato in bagno, con un coltello puntato alla gola. Trovando la porta chiusa dall’interno, la pattuglia raggiunge la finestra del locale dall’esterno, appurando la presenza dell’uomo, seduto su uno sgabello, con numerose macchie di sangue sul volto e sulle mani. Notata la presenza dei poliziotti, questi gli intima di andar via, iniziando a premere con la lama sulla trachea. Gli operatori, quindi, rientrano ed uno di loro, posizionandosi a ridosso della porta del bagno, intraprende un dialogo volto a stabilire un rapporto di fiducia. Dopo un primo scambio di battute, l’uomo confessa all’agente di aver pensato ad un gesto anticonservativo come unica soluzione per il suo problema. La complicazione a cui si riferisce riguarda una questione giudiziaria che lo vede coinvolto. L’operatore chiede all’uomo di poterne visionare gli atti. Al fine di conquistare ancor di più la sua fiducia, gli chiede di aprire la porta per mostrargli sul proprio cellulare l’articolo del codice penale che lo interessa e spiegargli la procedura da seguire al fine di tutelare la sua posizione. L’uomo inizialmente rifiuta ma poi alla proposta del poliziotto di fumarsi insieme una sigaretta, acconsente ed apre la porta. Contestualmente all’ingresso dell’operatore, questi indietreggia, incidendosi all’altezza della giugulare. Con scatto fulmineo, l’agente lo raggiunge, bloccandogli la mano che impugna il coltello. La lama cade in terra e con un calcio viene prontamente allontanata, scongiurando la possibilità di rientrarne in possesso. Personale sanitario giunto sul posto, trasporterà l’uomo al pronto soccorso in codice giallo