CRONACA- Pagina 1232

Bomba della seconda guerra mondiale scoperta nel Po

AGGIORNAMENTO  9 GENNAIO 2019 

Nel pomeriggio di martedì 8 gennaio, si è tenuta nella Prefettura di Alessandria una riunione di coordinamento relativa alla messa in sicurezza e alla disattivazione di un ordigno risalente alla seconda guerra mondiale rinvenuto il 7 gennaio, nell’alveo del Fiume Po, nelle immediate vicinanze del ponte ferroviario e stradale di Valenza, durante lavori di pulizia del manufatto. All’incontro erano presenti, oltre ai Dirigenti della Prefettura, il Sindaco di Valenza accompagnato dai Tecnici comunali e dal Comandante la Polizia Locale, i Rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale, del 32° Reggimento Guastatori di Torino, delle Forze di Polizia territoriali, della Polizia Ferroviaria, dei Vigili del Fuoco, dell’Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO), della Croce Rossa Italiana (CRI) e di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Durante la riunione è stata decisa l’immediata messa in sicurezza dell’ordigno a cura degli Artificieri dell’Esercito ed è stato programmato l’intervento di disattivazione, che comporterà la necessità di evacuare una zona di 600 metri intorno ai luoghi di rinvenimento e di disattivazione e di ordinare il riparo al chiuso in un’ulteriore zona compresa entro il perimetro di 1.800 metri dai predetti luoghi, oltre alla sospensione della circolazione stradale e ferroviaria nei tratti interessati e al relativo divieto di sorvolo. Al fine di provocare il minor disagio possibile per la cittadinanza, è stata valutata la possibilità di eseguire l’intervento in un giorno festivo. I dettagli dell’operazione verranno messi a punto in un’ulteriore riunione che si terrà all’inizio della prossima settimana, alla quale verranno invitati anche il Comune di Bozzole e gli Enti della provincia di Pavia confinanti con l’area interessata dalle operazioni.

Massimo Iaretti

 

 

8 GENNAIO 2019  La seconda guerra mondiale non è mai finita, neanche oggi a distanza di 74 anni. Un ordigno inesploso, di 1000 libbre, probabilmente di fabbricazione americana, risalente alla Seconda Guerra Mondiale e destinato alla distruzione del ponte che collega la città di Valenza con la sponda lombarda è stato rinvenuto, nella giornata del 7 gennaio, nel Po, da operai impegnati in opere di manutenzione dell’alveo del fiume. L’area dove è presente il manufatto bellico è stata subito isolata, in attesa che siano coordinate le operazioni di rimozione e brillamento, coordinate da una squadra specializzata di artificieri immediatamente giunta sul posto. L’equipe di esperti arrivata a Valenza ha lavorato fino alla tarda serata di del 7 gennaio per studiare la situazione ed esaminare le possibili soluzioni ed il sindaco Gianluca Barbero ha effettuato un sopralluogo sul posto. Gli esperti valuteranno nelle prossime ore se far esplodere l’ordigno sul posto o trasportarlo in speciali contenitori di sicurezza, in una zona protetta. L’area è attualmente presidiata dalle forze dell’ordine e la circolazione dei veicoli e quella ferroviaria sul ponte sono regolari.

Massimo Iaretti

 

(Nelle foto dall’archivio del Torinese la scoperta, la scorsa estate,  di una bomba aerea inesplosa nei pressi del Lingotto di Torino)

 

Grazie al nuovo esofago bimba di tre anni mangia per la prima volta

Un innovativo intervento di ricostruzione

Mangia per la prima volta a tre anni, grazie ad un eccezionale ed innovativo intervento di ricostruzione dell’esofago, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Si tratta di un vero e proprio “miracolo”.  A. ha 3 anni ed è nata con una malformazione congenita: l’Atresia esofagea di tipo I, cioè senza un tratto di esofago, situazione che rende impossibile alimentare il neonato.  Operata a due mesi di vita a Milano, ha purtroppo avuto una complicanza che ha determinato l’instaurarsi di una stenosi esofagea, ovvero un restringimento cicatriziale della zona, che non è stato possibile risolvere, nonostante numerose dilatazioni endoscopiche. Questa situazione non ha quindi permesso di rendere normale la sua alimentazione ed ha creato alla bimba seri problemi di crescita. In pratica non ha praticamente mai potuto alimentarsi per bocca e per i suoi problemi nutrizionali è stata presa in carico successivamente a Torino, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita. Qui inizialmente é stata alimentata grazie ad un sondino introdotto attraverso la parete addominale nel suo stomaco ma, in seguito, ha necessitato addirittura di una nutrizione esclusiva per via parenterale, ovvero ricevendo tutte le sostanze indispensabili per il suo organismo in crescita attraverso una cannula inserita in una grossa vena.  Queste necessità cliniche hanno messo in seria difficoltà la famiglia naturale, che nel frattempo, per seguire un’altra figlia ammalata, ha dovuto trasferirsi in Francia. Per A. c’è stato quindi bisogno di una famiglia affidataria a Torino che le consentisse di continuare le cure e le garantisse un ambiente di crescita sereno. Circa un mese e mezzo fa, per permetterle di tornare ad una vita normale con la possibilità di alimentarsi per bocca come tutti i bambini, presso la Chirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita (diretta dal dottor Fabrizio Gennari), in stretta collaborazione con il professor Renato Romagnoli (direttore della Chirurgia universitaria 2 e Centro Trapianti di fegato dell’ospedale Molinette di Torino) e con il dottor Dario Reggio del Servizio di Endoscopia Interventistica della Città della Salute di Torino, A. è stata sottoposta ad un intervento di ricostruzione del suo esofago. In casi simili si rende quasi sempre necessario sostituire l’esofago utilizzando una parte dello stomaco o con un tratto di intestino, ma in questo caso, nonostante la complessità dovuta agli esiti dell’intervento precedente, i chirurghi sono riusciti ad asportare il tratto cicatriziale ed a ricostruire un normale esofago utilizzando esclusivamente tessuto esofageo.
Il decorso postoperatorio presso la Rianimazione pediatrica (diretta dal dottor Giorgio Ivani) si è prolungato per più di un mese.  Ora A. è ricoverata presso il reparto di degenza ad Alta Intensità della Chirurgia pediatrica e, grazie al suo “nuovo esofago”, sta progressivamente recuperando l’uso della bocca per alimentarsi con il supporto dello staff infermieristico, del Servizio di Logopedia e dei genitori affidatari. La sinergia di competenze e la capacità di approccio multidisciplinare presente all’interno della Città della Salute di Torino hanno reso possibile questo “miracolo”, che riporterà A. ad una vita normale e, a completo recupero, al suo ritorno alla famiglia naturale.

Il sindaco di Rivalta: «il casello di Beinasco va soppresso»

«Continua il blocco dei veicoli Euro 4 diesel a Rivalta – mentre peggiora addirittura nei comuni limitrofi – e continua il silenzio sull’unica misura in grado di migliorare sensibilmente la qualità dell’area dell’area sud della Provincia di Torino: la chiusura del casello di Beinasco!» Con queste parole il sindaco di Rivalta di Torino Nicola de Ruggiero commenta i dati che l’Arpa Piemonte ha diramato poco fa e che confermano i risultati di una campagna sul monitoraggio dell’aria che sempre Arpa ha condotto sul territorio rivaltese, concentrandosi sul quartiere Pasta. «I dati che sono arrivati qualche giorno fa confermano per la nostra zona una pessima qualità dell’aria. Le rilevazioni, che hanno interessato il periodo febbraio-marzo 2017 e aprile-maggio 2018, ci consegnano un quadro preoccupante soprattutto per quanto riguarda la presenza in atmosfera del PM10». Dai dati emerge chiaramente che non è il traffico generato dal piccolo quartiere di Pasta o dai comuni limitrofi a causare questi livelli di inquinamento, bensì il fatto che la zona è diventata ormai da quasi venti anni l’attraversamento preferito per chi non vuole, legittimamente, pagare il casello di Beinasco e proseguire lungo la tangenziale di Torino. «Non capisco perché, almeno in situazioni così delicate, ATIVA, che ricordiamo è anche di proprietà dalla Città Metropolitana, non apra il casello, misura che sicuramente gioverebbe al miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo» conclude ancora Nicola de Ruggiero.

Consigliere comunale trova fede nuziale all’Esselunga e cerca il proprietario

In una società sempre più individualista, materialista ed egoista un gesto che rientra in quella che dovrebbe essere la normalità ormai fa notizia. E’ accaduto domenica, giorno dell’Epifania a Valenza, in provincia di Alessandria. Sergio Cresta, che è anche consigliere comunale del Partito democratico, mentre era all’Esselunga per fare la spesa ha trovato per terra una fede nuziale d’oro con brillanti che era stata smarrita da qualcuno. Cresta non ha avuto alcun dubbio: raccolto l’anello e chiesto al punto informazioni se qualcuno si fosse presentato per denunciarne lo smarrimento ha avuto risposta negativa. Così, dopo aver diffuso immediatamente la notizia attraverso i social, lunedì mattina si è recato al comando della polizia municipale di Valenza, in viale Santuario, per consegnare l’anello, che ha un discreto valore, agli agenti di modo che si potessero fare le verifiche necessarie per restituirlo all’eventuale avente diritto. Insomma ha messo in atto quel senso civico che va sicuramente indicato come esempio.

Massimo Iaretti

Consigliere comunale trova fede nuziale all'Esselunga e cerca il proprietario

In una società sempre più individualista, materialista ed egoista un gesto che rientra in quella che dovrebbe essere la normalità ormai fa notizia. E’ accaduto domenica, giorno dell’Epifania a Valenza, in provincia di Alessandria. Sergio Cresta, che è anche consigliere comunale del Partito democratico, mentre era all’Esselunga per fare la spesa ha trovato per terra una fede nuziale d’oro con brillanti che era stata smarrita da qualcuno. Cresta non ha avuto alcun dubbio: raccolto l’anello e chiesto al punto informazioni se qualcuno si fosse presentato per denunciarne lo smarrimento ha avuto risposta negativa. Così, dopo aver diffuso immediatamente la notizia attraverso i social, lunedì mattina si è recato al comando della polizia municipale di Valenza, in viale Santuario, per consegnare l’anello, che ha un discreto valore, agli agenti di modo che si potessero fare le verifiche necessarie per restituirlo all’eventuale avente diritto. Insomma ha messo in atto quel senso civico che va sicuramente indicato come esempio.
Massimo Iaretti

Dispersi da ieri i due ragazzi di 22 e 29 anni sono morti in montagna

Sono  stati trovati i corpi senza vita degli alpinisti dispersi nella zona della Cristalliera, la montagna di 2.800 metri tra la Val Susa e la Val Chisone, nel Torinese. Li hanno individuati in un canalone i tecnici del soccorso alpino. I due giovani avevano passato  la notte di  sabato e domenica al bivacco del lago Laus, a quota  2.270 metri. Probabilmente la morte  risale a ieri, quando il loro mancato rientro ha fatto subito scattare l’allarme. Le vittime sono Alberto Miserendino, un fotografo di 22 anni di Giaveno, e Gabriele Boetti, 29 anni, di Torino.

Lotteria Italia, biglietto da un milione venduto in corso Traiano

E’ un  bar tabaccheria di Torino, in corso Traiano, nella periferia operaia, ad avere venduto  il biglietto P 386971 della Lotteria Italia da un milione di euro.  “Prima avevamo un’altra attività e avevamo venduto un biglietto da 500mila euro – dice il titolare all’Ansa – Nessuno, però, si è mai presentato a ringraziare. Forse questa volta farà un salto”. Al momento il vincitore è misterioso. Il titolare del bar spera che i soldi vadano a qualcuno che ne ha bisogno

Respira monossido di carbonio: donna muore avvelenata

Una donna di 50 anni  è deceduta a Novara avvelenata dal monossido di carbonio in una palazzina di viale Giulio Cesare. Rientrando in casa il marito ha dato l’allarme: già sulle scale dell’edificio c’era infiltrazione di monossido. Un vicino di casa ha  infatti avuto un malore ed è stato trasportato in ospedale in codice verde

I cinque anarchici combattenti in Siria sorvegliati per altri motivi

La sorveglianza speciale per i cinque anarchici e antagonisti torinesi che in Siria combattevano insieme con le milizie curde dello Ypg contro l’Isis “prescinde, secondo il dettato della legge, dalla natura politica del gruppo che ha operato l’addestramento”  militare. Lo scrive la procura di Torino in un comunicato nel quale sottolinea  di avere “proposto una sorveglianza su giovani” in quanto questi avevano in Italia precedenti per episodi di violenza legati a fatti politici.

Un anno di polizia ferroviaria

Quello appena concluso è stato un anno impegnativo per la Polizia Ferroviaria di Piemonte e Valle d’Aosta, che ha visto i propri Agenti costantemente impiegati in attività di vigilanza e controllo sia negli ordinari servizi istituzionali che in quelli di carattere straordinario, organizzati di iniziativa o su specifici input ministeriali diramati dal Servizio Polizia Ferroviaria di Roma

I dispositivi di monitoraggio e controllo hanno interessato le stazioni di entrambe le regioni, sia le principali che gli scali minori privi di presidi permanenti, attraverso l’invio mirato sul posto di operatori, e sono stati estesi anche a bordo treno con l’impiego del personale di scorta appositamente qualificato. I risultati conseguiti parlano di sicurezza: durante tutto il 2018, gli operatori del Compartimento hanno proceduto a controllare ed identificare complessivamente n. 99.438 persone di cui n. 32.178 straniere e 4.253 minori. Del totale, 38.107 sono gli identificati a bordo treno. Le persone arrestate sono state n. 44, mentre quelle indagate a piede libero n. 727. 4.350 i veicoli controllati lungo il perimetro delle stazioni e nei piazzali antistanti, con 595 violazioni al Codice della Strada contestate. Nell’espletamento dei servizi specifici sopra accennati sono state sequestrate n. 35 armi, di cui n. 27 da taglio e n. 8 improprie; tra lo stupefacente sequestrato, nel corso dei quotidiani servizi di controllo ai pendolari, specie ragazzi e giovani, oltre 4 kg di marijuana e decine di pezzi di droga sintetica. L’impiego del personale del Compartimento di Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta si è altresì articolato in 12.662 servizi di vigilanza nelle stazioni F.S. con pattuglie in uniforme appiedate e, negli scali maggiori del capoluogo torinese, a bordo di mezzi elettrici Polfer che consentono di vigilare meglio i luoghi più isolati; nei n.1.125 servizi antiborseggio in abiti civili, effettuati sia negli scali ferroviari che a bordo treno; in n. 618 pattuglioni straordinari.Non meno efficace si è evidenziato il concorso dei militari dell’Esercito che affiancano gli Agenti della Polfer nei quotidiani servizi di pattugliamento e monitoraggio nella stazioni di Porta Nuova e Porta Susa.Sempre in tale contesto, grande attenzione è stata rivolta alla sicurezza del personale ferroviario viaggiante, in particolare dei Capitreno, oltre che dei viaggiatori, assicurando la scorta con 4462 operatori specializzati, a bordo di 11.272 convogli ferroviari, risultati critici all’esito di monitoraggi e valutazioni congiunte mensili effettuate con FS, compreso il treno notte Roma/Torino scortato quotidianamente.Oggettivamente apprezzabile la diminuzione dei delitti consumati in ambito ferroviario, che sono stati 693, contro 848 del 2017, 1114 del 2016 e 1112 del 2015.Anche l’attività contravvenzionale per violazione del Regolamento di Polizia Ferroviaria ha registrato risultati importanti; i relativi servizi, mirati al contrasto di comportamenti illeciti in ambito ferroviario, primi fra tutti gli indebiti attraversamenti di binari e passaggi a livello che risultano ancora essere tra le cause principali di investimenti mortali, nonché l’occupazione abusiva di carrozze in disuso, hanno consentito l’elevazione di ben 392 sanzioni.La Polfer, che per storia, tradizione e cultura porta nel suo DNA in primis la polizia di prossimità, non ha lesinato energie riguardo a vicinanza e contatto con persone particolarmente vulnerabili, quali minori, anziani, persone malate, confuse, o comunque in difficoltà intercettate sia nelle stazioni che a bordo treno; solo per citare un dato, nel 2018 sono state rintracciate n. 66 persone denunciate scomparse, di cui 47 minori che si erano allontanate dalle proprie abitazioni, da centri di accoglienza o comunità.Di recente nei servizi di bonifica svolti nelle aree torinesi di sosta dei carri demolendi e manutenzione treni, sono state rintracciate minori, immediatamente assistite, portate in sicurezza e restituite alle famiglie od alla rete di protezione, come disposto dall’AG. Solo a novembre bambina e madre nigeriana, vittime di maltrattamenti in famiglia, sono state rintracciate in stazione a Novi Ligure e ricollocate in struttura idonea, mentre la Polfer di Santhia ricorda con piacere l’anziana signora allontanatasi da una casa di riposo in Biella e rintracciata in stazione a Santhià a maggio. Invece, situazioni di particolare degrado rilevate durante i servizi sono state segnalate alle reti socio-assistenziali locali, anche per prevenire le tragiche conseguenze dell’emergenza freddo per chi cerca ripari di fortuna in ambito ferroviario. Non sono mancate indagini di largo respiro che, iniziate tempo addietro, hanno trovato la loro conclusione nell’anno appena terminato: ad Alessandria a luglio è stato stroncato un traffico di 860 veicoli con intestazione fittizia con conseguente danno all’Erario per centinaia di migliaia di euro e il deferimento alla A.G. dei responsabili, il tutto nato da un rituale controllo viaggiatori, sprovvisti di biglietto, a bordo treno. Ancora ad Alessandria una complessa indagine ha permesso il sequestro prima e la confisca poi di una ditta adibita alla lavorazione di metalli: 60 tonnellate di metalli sequestrate di cui 9 di rame, oltre 50 indagati per reati ambientali, ricettazione di metalli pregiati, evasione delle imposte.

Il 13 luglio, nello scalo merci di Novara Boschetto si è conclusa un’importante fase di un’indagine volta a contrastare il favoreggiamento all’immigrazione clandestina di stranieri verso il centro/nord Europa via Domodossola/Svizzera.Significativi i risultati di polizia giudiziaria raggiunti, all’esito di puntuali e impegnative indagini svolte sui responsabili di intimidazioni e danneggiamenti a bordo treno, se non di interruzioni di pubblico servizio. Il dato più positivo è la flessione delle aggressioni fisiche a Capitreno, passato dalle 44 del 2017 alle 14 del 2018, su un totale di 59 episodi, tra aggressioni fisiche e cosiddette verbali, del 2017 scesi a 41 nel decorso anno, per 22 dei quali sono peraltro stati già identificati e deferiti all’AG i relativi autori.Anche la microcriminalità in ambito ferroviario è stata contrastata dal pronto intervento delle pattuglie Polfer, impegnate altresì a sensibilizzare gli utenti, atteso che i denunciati agiscono spesso in carrozze che si vanno via via svuotando lungo il tragitto, di norma in coda treno, operando poco prima di giungere in stazione e scendendo repentinamente una volta compiuto l’illecito, approfittando della distrazione altrui.Nell’ambito dei servizi a bordo treno e in stazione, nel torinese numerosi sono gli indagati per furto, ma anche gli arrestati, dalla sottrazione di uno smartphone sul TGV, a gennaio, sull’Intercity notte Torino PN – Roma a febbraio, a bagagli e PC persi di vista nell’atrio di Porta Nuova, fino ad una recente rapina ai danni di un minore sulla Torino Cuneo, finita con un arrestato e un indagato.   Nell’espletamento dell’attività di repressione di reati, sono stati altresì effettuati mirati servizi volti al contrasto dei furti di rame in ambito ferroviario. Ad Asti a marzo sono stati colti sul fatto due fratelli di etnia slava che, dopo aver trafugato cavi di rame in linea, erano intenti a caricarli su furgone.L’evento paradigmatico del 2018, che ha segnato in modo indelebile la memoria professionale di ogni operatore Polfer intervenuto, è e rimarrà il disastro ferroviario di Caluso, nella notte tra il 23 e il 24 maggio, dove personale della Specialità: insieme alla Questura, ai Carabinieri, agli enti di soccorso sanitario e tecnico, ha gestito le delicate fasi di soccorso ai 25 feriti e assistenza alle famiglie delle due vittime, il macchinista di Trenitalia e un cittadino rumeno addetto alla scorta del trasporto eccezionale su strada; insieme a RFI ha gestito la complessa messa in sicurezza dell’infrastruttura ferroviaria e dei convogli; coordinato dalla Procura di Ivrea, insieme alla Polizia Stradale, ha avviato gli accertamenti tecnici specialistici, proseguiti nei giorni e settimane successivi, per stabilire la dinamica dell’incidente, ruoli e ambiti di responsabilità; per dieci giorni ha presidiato continuativamente la zona a custodia del passaggio a livello, dell’area e dei mezzi sottoposti a sequestro dalla A.G., per preservare l’integrità delle fonti di prova.

M.Iar.