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Nipote incarica lo zio di comprargli la droga

Il giovane era gravato dal divieto di dimora a Torino

Sono circa le 19.30 di mercoledì scorso ed una pattuglia della Squadra Volante nota 3 uomini alla fermata
dell’autobus linea 69 confabulare tra loro. Insospettiti, gli agenti li controllano. Nel cappuccio del giubbotto
indossato da uno di loro, cittadino italiano di 30 anni, era occultato un panetto di hashish di oltre un etto. Il
trentenne allora dichiara di aver acquistato la sostanza stupefacente per conto del nipote che, gravato dal
divieto di dimora a Torino, non poteva occuparsene personalmente. L’uomo inoltre afferma di detenere
nella sua abitazione a Borgaro Torinese della marijuana e un bilancino sempre di proprietà del familiare. I
poliziotti si dirigono allora a casa del nipote, diciannovenne di nazionalità italiana, e perquisendola, trovano
nella scarpiera della cameretta due buste trasparenti con varie infiorescenze essiccate all’interno per un
peso di oltre 70 grammi. Analizzate le conversazioni Whatsapp di entrambi, gli agenti appurano come il
nipote avesse dato precise indicazioni allo zio per l’acquisto della droga, oltre a fornire nome, indirizzo e
numero di telefono del pusher. Utilizzando i dati contenuti nella messaggistica, la Volante si porta
all’indirizzo segnalato dal diciannovenne. Nell’abitazione del “rivenditore” vengono ritrovati quasi 40
grammi di marijuana, una parte in camera da letto, l’altra occultata tra le siepi in giardino, oltre ad un
bilancino e un rotolo di pellicola trasparente.
Alla luce dei fatti, scattate le manette per zio e nipote per detenzione ai fini di spaccio di sostanza
stupefacente, mentre il “rivenditore” è stato denunciato.

Mille maschere Decathlon adattate per terapie respiratorie

Sono un migliaio le maschere da snorkeling Decathlon che l’Unità di crisi del Piemonte ha adattato e distribuito agli ospedali piemontesi per i trattamenti di insufficienza respiratoria dei malati covid

Lo comunica l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, complimentandosi con i coordinatori dell’Area Dea dell’Unità di crisi Gian Alfonso Cibinel e dell’Area Rianimazione Sergio Livigni che hanno portato a termine l’operazione, con l’aiuto concreto e generoso di aziende e singoli cittadini piemontesi.

«In tempo di emergenza – osserva l’assessore regionale Icardi -, il Piemonte sta dimostrando di saper fare sistema attraverso le sue risorse migliori, professionali e di comune generosità. Davvero un bell’esempio per tutti, del quale siamo orgogliosi e grati».

Il progetto originario di adattamento delle maschere Decathlon è di un’azienda di Brescia, che lo ha messo gratuitamente a disposizione di tutti, mentre l’azienda Ergotech di Settimo Vittone, sempre gratuitamente, si è messa a disposizione per stampare su linea industriale i raccordi in plastica necessari per la modifica dell’apparecchiatura.

Parallelamente, l’Unità di crisi ha raccolto le donazioni spontanee delle maschere Decathlon (700 regalate direttamente da Decathlon, 200 dall’Ordine dei medici del Piemonte, 50 dalla Protezione civile di Alessandria, oltre a quelle consegnate dai singoli cittadini), interagendo con l’azienda per riassembrarle e distribuirle agli ospedali, con tanto di video-tutorial per il loro corretto montaggio e utilizzo da parte di medici e operatori sanitari.

«Si tratta di una maschera da usare in stato di necessità – precisa Icardi -, quando non c’è altro modo di agire a beneficio del paziente che manifesti insufficienza respiratoria grave, cioè quando non siano disponibili i presidi utilizzati in questi casi, come i caschi Cpap e le maschere Fullface. La “validazione” delle maschere Decathlon è stata prodotta direttamente dall’Unità di crisi della Regione Piemonte, fermo restando che il prodotto non è stato certificato dall’Istituto superiore di Sanità, né autorizzato dal Ministero della Salute. Sul piano clinico – rileva l’assessore -, le maschere hanno ottenuto un ottimo riscontro, contribuendo in modo decisivo a risolvere situazioni drammatiche».

Maresciallo impegnato nell’emergenza sanitaria muore nello scontro in moto

Un maresciallo dell’Esercito è morto questa mattina in un incidente stradale avvenuto a  Torino. In  moto, si è scontrato con un’auto all’incrocio tra corso Ferrucci e corso Mediterraneo

L’urto è stato  violentissimo e  l’intervento dei sanitari del 118 è stato inutile. Per i rilievi è intervenuta anche la polizia municipale.
La vittima era in  servizio presso la sala operativa della Protezione civile regionale che sta affrontando l’emergenza coronavirus.  Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, esprime “profondo cordoglio alla famiglia e agli affetti più cari, a nome della Forza Armata e suo personale”.  L’Esercito si è subito attivato per fornire il supporto e il sostegno necessario ai congiunti del militare.

Truffatore in Porsche svuota conto corrente, ma finisce nella rete dei carabinieri

 8.000 euro spariti improvvisamente dal conto corrente di un sessantenne, vittima di un finto impiegato di banca che tramite sms gli ha richiesto un urgente aggiornamento della password di accesso alla propria home banking

A quel punto, il truffatore senza scrupolo, accedendo via web ai risparmi del povero malcapitato, si è invece trasferito con bonifico la suddetta somma su un conto a lui riconducibile, per poi telefonare al direttore della sua filiale al fine di prelevare una cifra in contanti il giorno dopo, procedura obbligatoria in questo periodo.

Il piano criminale è stato però interrotto dai carabinieri che, oltre a aver intensificato i controlli su strada inerenti l’attuale emergenza sanitaria, hanno altresì messo in campo in tutta la provincia molte forze, anche in abiti civili, dedicate specificatamente a contrastare episodi delittuosi posti in essere ai danni dei cittadini. E’ cosi che è scattata l’operazione dei militari della Stazione Torino Barriera Milano, che hanno bloccato l’uomo all’interno di una banca della zona nord del capoluogo mentre prelevava i primi 3000 euro, sequestrati. Si tratta di un italiano di 41 anni, originario del canavese, già noto alle forze dell’ordine, che è stato arrestato per truffa in flagranza all’interno dell’istituto di credito. I carabinieri gli hanno anche posto sotto sequestro una lussuosa Porsche Macan e il conto corrente contenente ancora ulteriori 4700€.

Poiché vi è il fondato sospetto che il truffatore abbia potuto commettere altri analoghi reati con la stessa tecnica, il Comando Provinciale dei CC di Torino invita eventuali altre vittime a contattare il 112 o a recarsi presso la Stazione Carabinieri più vicina a casa.

Botta e risposta tra Appendino e Ricca sui Civich

Si è aperto il dibattito ieri  in Consiglio comunale, quando il consigliere Domenico Carretta (Pd) ha chiesto le comunicazioni della Giunta sulla gestione del personale di Polizia Municipale durante l’emergenza sanitaria 

E’ intervenuta la sindaca Chiara Appendino: “Come già detto nei giorni scorsi sono state affermate delle falsità da parte dell’assessore regionale Ricca. Il personale di Polizia municipale ammonta a 1.750 unità e in ferie vi sono 300 persone, il 21 per cento del totale, che è un dato fisiologico. Personale pronto a rientrare in servizio in caso di necessità Il conteggio dell’assessore che parla del 50 per cento del personale in ferie è errato perché mette insieme agenti in servizio e personale in smart working che non possono esercitare attività su strada. E questo è un insulto a tutti coloro che sono in smart working, equiparati al personale in ferie. Mi si chiede se le forze di Polizia municipale sono sufficienti. I controlli sono concordati con le altre istituzioni territoriali coordinate del Prefetto che è l’autorità tenuta a verificare se i controlli sono sufficienti. Ma naturalmente il pagamento dello straordinario è previsto.” Tra i consiglieri intervenuti lo stesso Fabrizio Ricca (oltre ad essere assessore regionale è anche consigliere comunale).  “A parlare non sono io, – ha detto Ricca – ma i documenti, le circolari del comando dei vigili. E i documenti dicono che il 50 per cento dei vigili abili al servizio esterno è in ferie. Inoltre i servizi essenziali del corpo sono gestiti attraverso personale che opera da casa in smart working. C’è una comunicazione del comandante di Bezzon che afferma che oltre 600 persone non possono essere in servizio e poi è stato chiesto agli agenti di polizia municipale di prendere le ferie; al proposito chiedo al presidente di Commissione Lubatti di fare una verifica sulla quantità di agenti realmente in ferie.Un numero elevato di agenti è negli uffici e non in strada. Ma basta girare per Torino per capire la situazione; gli sgomberi e le multe non si possono fare in smart working”.

 

Volpiano, durante le festività pasquali rafforzati i controlli: restate a casa

Le forze dell’ordine hanno già segnalato 66 violazioni alle disposizioni in vigore

La Polizia Municipale di Volpiano, d’intesa con le altre forze dell’ordine operanti sul territorio, ha previsto un’intensificazione dei controlli nei giorni di Pasqua e Pasquetta, per verificare il rispetto dei provvedimenti emanati dal governo per contenere il diffondersi dell’epidemia da Coronavirus, in particolare per quanto riguarda il divieto di uscire di casa se non in caso di necessità ed esibendo l’autocertificazione circa le ragioni dello spostamento. Dall’inizio dell’emergenza, a Volpiano le forze dell’ordine hanno eseguito 675 controlli e segnalato 66 violazioni alle disposizioni in vigore.

Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: «È fondamentale continuare a rispettare l’obbligo di restare in casa durante questa emergenza per contenere la diffusione del virus; si tratta senza dubbio di un sacrificio, a maggior ragione durante le festività pasquali, ma è il modo più efficace per ridurre i contagi e aiutare gli operatori sanitari a gestire questa emergenza».

Nuovi ventilatori polmonari donati dalla comunità cinese

La Fondazione benefica cinese “Zhejiang Anfulisheng” ha acquistato e donato all’Unità di crisi della Regione Piemonte 10 ventilatori polmonari per terapie sub-intensiva, per un valore di circa 80 mila euro. I costi del trasporto sono stati coperti dal governo di Wenzhou, mentre tutta la gestione amministrativa relativa all’acquisto e al trasporto in Italia dei dispositivi è stato reso possibile dall’impegno dei volontari dell’Angi (Associazione Nuova Generazione Italo-Cinese).  

I 10 ventilatori sono stati consegnati dai rappresentanti dell’associazione direttamente all’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, che ha provveduto a distribuirli sul territorio tramite l’Unità di crisi della Regione Piemonte: 4 all’ospedale di Verduno, 2 al Mauriziano di Torino, 2 all’Asl di Vercelli e 2 all’Asl di Alessandria.

«Ringrazio sentitamente l’Angi, la Fondazione “Zhejiang Anfulisheng”, il governo di Wenzhou e tutta la comunità cinese – ha dichiarato l’assessore Icardi in occasione della consegna – per il contributo fattivo e la vicinanza che ci sta dimostrando in questo momento complicato, con importanti donazioni che aiutano il nostro sistema sanitario a fronteggiare al meglio questa epidemia».

Su Fb esortava a saccheggiare i supermercati. La polizia lo identifica

La scorsa settimana gli organi di stampa hanno divulgato la notizia del tentativo di “saccheggio” di un supermercato nel sud Italia ad opera di alcune persone in precarie condizioni economiche dovute alla pandemia da Covid-19

Monitorando l’attività dei social network, la Polizia Postale ha individuato sul social media Facebook l’esistenza di un “gruppo chiuso” con 160 iscritti, denominato “Abbiamo fame” che, facendo riferimento ai fatti accaduti nel sud Italia, invitava ad una possibile emulazione nella realtà torinese, indicando come possibile obiettivo un supermercato di una delle principali catene di distribuzione di generi alimentari presente all’interno di un centro commerciale.

Grazie all’attività svolta dalla Squadra Mobile in collaborazione con la Polizia Postale, l’amministratore del gruppo è stato identificato. L’uomo, G.V. classe ’75, è stato immediatamente segnalato alla competente Autorità Giudiziaria per le valutazioni del caso in ordine alla rilevanza penale dei messaggi che erano stati postati dallo stesso sulle pagine web (istigazione a delinquere). La pagina Facebook, invece, è stata chiusa.

“Fumo per rilassarmi”: ma era uno spacciatore

“… fumo perché mi rilasso..  in questo periodo…”

 

Queste le prime parole dell’uomo arrestato nella notte dalla Guardia di Finanza di Torino dopo un lungo inseguimento a piedi.

 

In questo caso però di distensivo c’era ben poco. I Finanzieri, infatti, hanno trovato nella sua abitazione, droga di ogni tipo nonché tutto l’occorrente per il confezionamento e lo spaccio di stupefacenti.

 

Poco dopo la mezzanotte, un venticinquenne egiziano, è stato notato nei pressi di Corso Giulio Cesare, nel capoluogo Piemontese, da una pattuglia del Gruppo Pronto Impiego Torino mentre si aggirava tra le auto in sosta. Quando i Finanzieri decidono di fermarlo, l’uomo scappa tra le vie limitrofe. Viene fermato dopo un lungo inseguimento a piedi e solo con l’ausilio di altri equipaggi nel frattempo intervenuti.

 

Nelle sue tasche un’ottantina di grammi di hashish e marijuana.

 

I Finanzieri decidono di proseguire le perquisizioni nell’abitazione dell’uomo dove vengono rinvenuti, oltre a cocaina, hashish e marijuana, un bilancino e tutto il materiale per il taglio ed il confezionamento delle singole dosi; insomma, tutto l’occorrente che serve per organizzare lo spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Il venticinquenne è stato arrestato ed è ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

  

L’attività delle pattuglie “117” della Guardia di Finanza di Torino si inserisce nella costante azione di controllo del territorio, tesa a prevenire e reprimere violazioni finanziarie ed episodi di microcriminalità per tenere sempre alto il livello di rispetto della legalità, in favore di tutti i cittadini onesti e rispettosi delle regole.

In carcere i pusher coinquilini

Due arresti per gli agenti del commissariato Barriera Milano

Durante un servizio di controllo finalizzato alla verifica degli accessi nell’area mercatale di piazza Foroni, gli
agenti del commissariato Barriera Milano notano uscire da uno stabile un soggetto a loro già noto, in quanto
gravato da numerosi precedenti di Polizia in materia di stupefacenti. Si tratta di un cittadino senegalese di
24 anni. Intimato l’alt per procedere a controllo, il ventiquattrenne fugge. Durante la corsa l’uomo getta un
portafoglio, al cui interno erano contenute tre chiavi. Bloccato, viene sottoposto a perquisizione, estesa
anche al domicilio grazie all’immediato recupero del portafoglio. L’apertura della porta metallica per
accedere all’abitazione produce un rumore tale da permettere al coinquilino, diciottenne originario dello
Zambia, di intuire nell’immediato cosa stesse accedendo, cercando di liberarsi di quanto poi verrà rinvenuto
dagli operatori: 13 ovuli termosaldati contenenti di cocaina in un bicchiere di plastica, cellophane per
confezionare la sostanza stupefacente e 175 euro in un cassetto della cucina, oltre a diversi verbali di polizia
giudiziaria a loro intestati. Entrambi vengono arrestati detenzione di sostanza stupefacente. Il diciottenne
era già stato precedentemente sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma mentre il
ventiquattrenne era già destinatario di un ordine di carcerazione di due mesi e 27 giorni di reclusione,
emesso nel mese di gennaio.