ilTorinese

Rock Jazz e dintorni a Torino: Paolo Fresu e i Nomadi

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Colosseo in memoria di Carlo Rossi si esibiscono Negrita, Caparezza, Nina Zilli e altri.  Per il Torino Jazz Festival al Folk Club suona il quartetto di Pasquale Iannarella mentre all’Hiroshima Mon Amour è di scena il quintetto The End.

Martedì. Al Magazzino sul Po sono di scena i Kanerva. Chiusura del Torino Jazz Festival con il concerto del quintetto di Paolo Fresu con la Torino Jazz Orchestra al Lingotto. Sempre per il TJF alla Casa Teatro Ragazzi tributo a Gil Scott-Heron con una formazione guidata da Eric Mingus e Silvia Bolognesi. Al Blah Blah si esibiscono i LabGraal. Allo Spazio 211 è di scena LNDFK mentre all’Off Topic suona il trio Turin Unlimited Noise.

Mercoledì. Al Capolinea di Ciriè raduno “metallaro” con gli Elvenpath e Airborn.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli va’ in scena lo spettacolo “Canzoni d’amore e di contributi” con Max Collini e Lastanzadigreta. Al Blah Blah è di scena Johnny DalBasso mentre al Magazzino sul Po suonano gli Indianizer.

Venerdì. Al Blah Blah si esibiscono i Lem. Al Kontiki suonano i Vespri+Tuan. All’Hiroshima è di scena il rapper Claver Gold. Al Magazzino sul Po suonano i Lhi Balòs. Al Folk Club  si esibisce il chitarrista Clive Carroll. Al Cap 10100 sono di scena i Milanonord. Al Cafè Muller suonano i jHAsHA!. Allo Spazio 211si esibiscono i Furor Gallico.

Sabato. A Pinerolo festival musicale in una chiesa sconsacrata con : Kypck, Skepticism , Cultus Sanguine, Shores  of Null. Al Colosseo “sold out” per i Nomadi. Alla Suoneria di Settimo suona La Paranza del Geco. Al Blah Blah sono di scena i Titor.

Domenica. A Pinerolo suonano i Dawn of Winter, Shape of Despair, Blck Oath e Ponte del Diavolo. Al Blah Blah suona Il Senato. Al Bunker party di Ivreatronic con Donato Dozzy.

Pier Luigi Fuggetta

Ostensione della Sindone nel 2025 E tra una settimana arriva il patriarca di Gerusalemme

Con la visita del cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, il 4 e 5 maggio a Torino, festa liturgica della Sindone, inizia il cammino in preparazione al Giubileo del 2025. Il prossimo anno si terrà un’Ostensione della Sindone solo per i giovani e una “Tenda della Sindone” per tutti in cui vivere il sacro lino con forza e intensità anche con l’ausilio di nuove tecnologie. Così Torino celebrerà l’Anno Giubilare nel 2025 come ha annunciato l’arcivescovo Roberto Repole.
“Non sarà un’ostensione classica, ha precisato il prelato, ma un’occasione per sperimentare modi nuovi di essere custodi della Sindone”. “La Sindone, ha aggiunto il vescovo, è un patrimonio che ci riguarda tutti, è un tesoro così importante per la Chiesa e deve essere l’occasione di comunicare in modo nuovo il Vangelo. Prima di tutto partendo dai giovani con i quali abbiamo intrapreso un percorso di catechesi sui fondamenti del cristianesimo. Abbiamo pensato a una sorta di laboratorio per ragazzi e ragazze che spesso sono la parte più vulnerabile della città”.
Monsignor Repole ha poi annunciato che in piazza Castello, ai primi di maggio 2025, verrà allestita una tenda per fedeli, turisti e cittadini in cui avvicinarsi alla Sindone attraverso documenti, video, immagini e podcast. “Un modo nuovo, ha aggiunto Repole, di entrare in contatto con documenti preziosissimi a livello storico e di fede”. Inoltre, la prossima settimana, sabato 4 maggio e domenica 5, verrà a Torino il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, invitato dall’arcivescovo Repole, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dell’Opera diocesana pellegrinaggi che in questo periodo di conflitto ha dovuto sospendere i viaggi in Terra Santa.               FR

Torre Pellice, 850 anni di storia valdese

Mentre in Terra Santa si combatteva per il possesso dei Luoghi Sacri e Francesco d’Assisi inviava i suoi frati ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo, in terra di Francia un giovane e ricco mercante di Lione iniziò a predicare il ritorno alla povertà evangelica per vivere con i suoi seguaci una vita cristiana intensa.
Pietro Valdo (1140-1217), come farà più tardi Francesco, abbandonò ogni ricchezza, fondò il movimento valdese e ispirò lo sviluppo di quella che diventerà la Chiesa Evangelica Valdese. Si fece povero e diede il via a una lunga tormentata e travagliata storia, la storia del popolo valdese. Sulle Valli Valdesi soffia quest’anno il vento della memoria per celebrare gli 850 anni del movimento valdese fondato da Pietro Valdo, colui che predicò la povertà della Chiesa e la libera predicazione del Vangelo. Una mostra e tante altre iniziative lo ricordano a Torre Pellice, la casa madre dei Valdesi. Pietro Valdo fondò nel 1174 a Lione un gruppo laico che sostenne la necessità del rinnovamento spirituale del Cristianesimo scegliendo di obbedire solo alla Bibbia e mettendo in discussione l’autorità del vescovo.
Nonostante le persecuzioni e la violenza che si scatenò contro i suoi membri, la Chiesa Evangelica Valdese, diventata tale all’epoca della Riforma protestante nel Cinquecento, ha continuato a sostenere i principi ispiratori delle origini. Valdo di Lione fu dichiarato eretico dal Papa per “la presunzione di volere predicare in pubblico” e scomunicato dalla chiesa romana ma il suo movimento si diffuse rapidamente in Italia e nel resto dell’Europa. Per secoli i valdesi subirono durissime persecuzioni dai re cattolici e dall’Inquisizione romana in Francia, in Savoia e in Italia. Valdo venne allontanato dalla comunità cristiana ma la sua confessione religiosa conobbe una notevole espansione in Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria anche se gli adepti furono costretti a vivere in clandestinità per evitare di essere arrestati e condannati. La “pace di Cavour” nel 1561 salvò le comunità valdesi che dovranno vivere in valli isolate nel pinerolese, sopra i 700 metri. La tregua durò ben poco. I Savoia li cacceranno dalle loro valli e molti di loro troveranno rifugio nella Ginevra calvinista e nella Germania protestante. Il 17 febbraio 1848 la svolta: Re Carlo Alberto riconosce i diritti civili e politici dei valdesi e quel giorno storico dopo secoli di persecuzioni e massacri viene ricordato ogni anno con l’accensione dei falò in tutte le valli valdesi. Fin qui, per sommi capi, la storia dei Valdesi che si può approfondire visitando il grande Museo Valdese a Torre Pellice (aperto da giovedì a domenica, ore 15-18,30) nel cuore delle Valli Valdesi. È un viaggio attraverso otto secoli di storia, dalla conversione di Valdo nel 1174 fino all’Intesa tra lo Stato italiano e la Chiesa evangelica valdese nel 1984.
Centinaia di pannelli e di fotografie narrano la storia dei seguaci di Valdo e decine di video illustrano il contesto storico dell’Europa nei secoli della peregrinazione dei valdesi. Non crediate di visitare il museo in un’oretta o poco più, quando si entra la visita durerà alcune ore se si pretende di leggere la vastità dei documenti esposti nelle sale. Per festeggiare la ricorrenza degli 850 anni della conversione di Valdo e dell’origine dei valdesi a Torre Pellice è stata organizzata anche una mostra, aperta fino al 30 settembre con gli stessi orari del Museo, nel Centro culturale valdese in via Beckwith 3, che illustra in due sezioni le tappe di costruzione del movimento valdese nel corso di otto secoli. I valdesi in Italia sono circa 30.000, di cui 15.000 residenti in Piemonte. Da sempre, al centro dell’attenzione della chiesa valdese c’è l’impegno culturale e sociale nella società. Scuole, ospedali, case di riposo e centri di cultura sono stati fondati dai valdesi negli ultimi due secoli in tutta l’Italia insieme all’apertura di istituti culturali e assistenziali. La chiesa valdese è diretta dal Sinodo che si svolge ogni anno a Torre Pellice, quest’anno dal 25 al 30 agosto. Ai ministeri della chiesa (pastori e diaconi) possono accedere uomini e donne, celibi o sposati. Tra cattolici e valdesi ci sono intese e dialogo ma restano punti discordanti in materia teologica.              
   Filippo Re

La nutrizione dei nostri amici animali

IL TORINESE… CON LA CODA

Cominciamo col dire che questo argomento suscita moltissime polemiche e non è possibile approfondirlo nell’ambito di questa rubrica, ma proveremo comunque ad accennare a quelli che sono i principali modi di nutrire i nostri amati pet.

Le grandi opposizioni si hanno tra la dieta cosiddetta “commerciale” e quella casalinga, e anche in questo ambito sono molteplici le possibilità.

Al giorno d’oggi la scelta del pet food è molto assortita, esistono infatti cibi secchi, le crocchette, cibi umidi, che vanno dai paté ai bocconcini, fino alle salse e alle vellutata, esistono miriadi di snack, biscotti e premietti.

Si può decidere di alimentare il proprio pet solo con cibo secco, solo umido e entrambi, alternando i pasti o mischiandoli insieme. Diciamo che non c’è una regola, entrambe le scelte hanno vantaggi e svantaggi.

Le crocchette sono complete, sono più comode, soprattutto se si è in viaggio, hanno un azione seppure blanda di pulizia dei denti, costano un pochino meno e se lasciate nella ciotola non si alterano e non puzzano. L’apporto di acqua che l’animale deve assumere è maggiore, se la dieta è solo secca.

L’umido tendenzialmente piace di più, infatti spesso consigliamo di “sporcare” le crocchette con l’umido, per renderle più appetibili, contiene una maggiore quantità di acqua, e questo è importante soprattutto nel gatto che tende a bere poco, ma costa un pochino di più, e se lasciato nella ciotola per ore, tende ad alterarsi e spesso lo si butta via.

Bisogna inoltre fare attenzione che sull’alimento sia scritto “completo” e non “complementare”, se lo si usa come unica dieta.

Non esiste una regola, l’unica cosa che ci sentiamo di consigliare è di scegliere alimenti di alta gamma, che ahimè costano di più, ma qualitativamente sono superiori.

Se preferiamo preparare al nostro pet una dieta casalinga, allora il consiglio è quello di rivolgersi ad un nutrizionista. La dieta casalinga infatti dovrà essere personalizzata, la quantità di proteine, carboidrati e fibre dovranno essere quantificati in modo diverso da un soggetto ad un altro, soprattutto in funzione, oltre che del peso, della tipologia di vita, abitudini, età, ed eventuali patologie.

Tendenzialmente la dieta casalinga comporta l’aggiunta di integratori di vitamine e sali minerali.

Si può anche decidere di mischiare la dieta commerciale a quella casalinga, utilizzando il cibo commerciale, di solito le crocchette, come base e aggiungendo cibi cotti da noi, ma anche in questo caso l’ideale sarebbe rivolgersi ad un veterinario nutrizionista.

Facciamo un accenno ad un tipo di dieta di cui si è parlato spesso negli ultimi anni, la BARF, acronimo che sta per Bone and Raw Food ( ossa e cibo crudo), a nostro parere non adatta a tutti nostri pet e non così semplice da gestire.

Anche in questo caso le poche righe della rubrica non permettono di approfondire un argomento denso di polemiche.

Il messaggio finale è che la scelta della dieta per i nostri animali deve essere fatta sulla base delle caratteristica già accennate del nostro pet, ma anche delle nostre attitudini e del nostro tempo. In ogni caso rivolgersi al veterinario, meglio se nutrizionista, rimane la scelta migliore.

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

“Nomade con radici” Indimenticato musicista e cantautore, ma anche poeta e pittore

Il grande Augusto Daolio è sapientemente ricordato allo “Spazio Musa” di Torino

Dal 12 aprile al 12 maggio

Lui stesso amava definirsi: “Nomade con radici”. Ossimoro clamoroso. Ma a lui concesso, per l’onesta maestria con cui seppe cavalcare, nella sua breve vita, entrambe le situazioni.

Lui “vagabondo” per cuore ed istinto, sempre in “fuga – raccontava – alla ricerca di luoghi migliori …”, ma saldamente ancorato, un tutt’uno inestricabile con le radici di quella sua padana Novellara (o Nualera in dialetto reggiano) che gli diede i natali il 18 febbraio del 1947 e lo vide lasciare questo mondo – contro cui non di rado si era impegnato a lanciare canori strali nei suoi concerti – il 7 ottobre del 1992, all’età di soli 45 anni.

Voce unica ed inconfondibile. Rocciosa e delicata. Graffiante e poetica. Ad Augusto Daolio, leader carismatico e fondatore nel 1963, insieme a Beppe Carletti, de “I Nomadi” (inizialmente “I Monelli”), fra i Gruppi più longevi ed importanti della musica beat (ma anche pop e rock) italiana, il torinese “Spazio Musa” dedica da venerdì 12 aprile a domenica 12 maggio – a trentadue anni dalla sua prematura scomparsa – la mostra “Augusto Daolio: uno sguardo libero”, che già ebbe a riportare un grande successo a Reggio Emilia nel 2022 e che illustra, accanto alla storia del musicista, i “talenti multiformi” di un artista che fu anche pittore e scultore di grande interesse.  Artista “a tutto tondo”, simbolo canoro  delle proteste giovanili degli anni ’60 e ’70 (da “Come potete giudicar” a “Noi non ci saremo” alla gigantesca “Dio è morto” del ’67, scritte dall’amico e futuro cantante Francesco Guccini, fino al brano più rappresentativo del Gruppo, quell’“Io vagabondo” del ’72, ancora oggi manifesto esemplare di un’indomita ricerca di “libertà” e di quel  motto “sempre nomadi” che tuttora ispira Carletti e i suoi “nuovi” compagni), Augusto è ricordato e omaggiato nella rassegna allo “Spazio Musa” grazie ad una serie di materiali (molti dei quali assolutamente inediti), tra cui disegni, dipinti(una sessantina), schizzi, manoscritti (una quarantina con abbozzi di canzoni e poesie), taccuini di viaggio, fotografie, manifesti e video, la maggior parte messi a disposizione dagli archivi personali di Rosanna Fantuzzi, per 23 anni compagna di Daolio e presidente dell’Associazione “Augusto Per La Vita” da lei fondata per utilizzare al meglio le offerte devolute da amici e fan dopo la scomparsa dell’artista.

“Il diario è la mostra e la mostra è il diario”, sottolineano gli organizzatori. “Esattamente come egli stesso usava fare nel corso dei viaggi – trattenendo tutto il possibile sui suoi taccuini stracolmi di cartoline, foglietti, biglietti di musei, adesivi, scarabocchi, fotografie rubate alla quotidianità, pensieri riportati a biro su ogni genere di supporto – si è cercato di riassemblare materiali eterogenei all’interno di un allestimento che riprende la logica del diario, dove il valore delle singole opere non sta tanto nel loro peso specifico, ma piuttosto nel dialogo che creano tra loro”. “Nove grandi pagine aperte”, in cui vola alta, e oggi più che mai attuale, la voce (il suo ultimo concerto fu a Masone, alle porte di Genova, due mesi prima di morire) e la lezione di Augusto. Delle sue tante canzoni portatrici di messaggi pacifisti e di rifiuto d’ogni forma di guerra e sopruso o dei suoi molto dipinti e disegni dal tratto deciso e d’impronta surrealista che ritraggono “una natura metamorfica che si fonde con l’elemento umano”. Già la pittura! Pagina, forse meno conosciuta (rispetto a quella musicale) dell’artista Daolio. E ciò nonostante le varie personali susseguitesi alla prima allestita nella sua Novellara nel 1991, Augusto (allievo del maestro reggiano Vivaldo Poli, scomparso nel 1982) ancora in vita. La natura e, con essa, l’uomo sono le sue costanti fonti d’ispirazione, attori “spaesati” in “paesaggi spaesati”, dove larghi cuori battono forte per dar fiato a robusti tronchi o dove le radici della terra (della sua terra) si fanno sottile verticaleggiante e rada chioma a corpi dubbiosi e “alieni”, che paiono interrogarsi del loro essere lì, in mondi “altri” nuovi e sconosciuti. Immagini attraverso le quali Daolio indaga ciò che egli stesso chiamava “il piccolo grande mistero delle cose, degli oggetti e dei sentimenti”. Quel “mistero” e quel “cuore” che sempre sono stati “guida” al suo “fare arte”.

Nel canto: “Se canti solo con la voce – diceva – prima o poi dovrai tacere. Canta con il cuore, affinché tu non debba mai tacere”. Nella pittura: “Non disegno per riempire un vuoto, ma per vuotare un pieno che è dentro di me”. E che forte si palesava nella sua voce e, ancora oggi, nei suoi racconti per immagini. Irripetibile, unico e grande Augusto!

Gianni Milani

“Augusto Daolio. Uno sguardo libero”

Spazio Musa, viadella Consolata 11/E; tel.393/3377799 o www.spaziomusa.net

Fino al 12 maggio

Orari: mart. ven. 14,30/19,30; sab e dom. 16/19,30

Nelle foto: Immagine guida; Beppe e Augusto; Augusto e Rosanna; Dipinti “Senza titolo”, 1986

Prende a pugni il padre anziano e infermo che finisce in ospedale

La Polizia di Stato ha notificato un ammonimento per violenza domestica emesso dal Questore di Vercelli, nei confronti di un 47enne, resosi responsabile di ripetuti episodi di violenza fisica commessi contro il  padre convivente, anziano ed infermo.

I fatti sono stati reiterati  e  nell’episodio avvenuto alcuni giorni fa,    l’uomo ha sferrato pugni alla nuca e al volto del padre senza alcun motivo e successivamente, ha danneggiato alcune suppellettili poste all’ interno dell’abitazione.

L’anziano è riuscito a contattare il 112 prima che il figlio,, gli strappasse di mano il cellulare per impedirgli di chiedere aiuto.

Il padre è stato ricoverato all’ Ospedale Sant’Andrea di Vercelli per le cure.

Susa ringrazia i Marinai d’Italia

Dopo  la celebrazione per il 25 aprile, l’amministrazione comunale di Susa  ha voluto portare il saluto e il ringraziamento all’Associazione Marinai d’Italia- sezione Valle di Susa presso il Sacrario dei Caduti. Grazie ad una coaborazione stretta tra l’Amministrazione e l’Associazione Marinai il Sacrario, a partire dal 25 Aprile di ogni anno, sarà aperto e visitabile ogni prima domenica del mese, escluso il periodo invernale. I componenti dell’Associazione accolgono con grande attenzione e calore i turisti che attraversano la Città. Tanti e provenienti da ogni parte dell’Italia e del Mondo, segnale che fa ben sperare per l’estate alle porte…

Sarno e Mattiello, sostegno a Masciari

Le ultime vicende accadute al testimone di giustizia Pino Masciari, da lui denunciate, devono avere l’attenzione delle istituzioni e degli organi competenti – annunciano Diego Sarno, Consigliere regionale e Davide Mattiello Presidente piemontese di Articolo21 – perché Masciari resta uno dei più importanti testimoni di giustizia in Italia che tanto ha donato alla nostra Repubblica e alla lotta contro la ‘ndrangheta.

La scoperta della promessa di morte escogitata nel 2004 e le parole drammatiche rivolte in questo giorni a Pino Masciari ed in particolare “per la ‘ndrangheta sei un predestinato perché non dimentica” – continuano gli esponenti Dem – devono far sobbalzare sulla sedia tutti noi.

Per questo condividiamo le parole di preoccupazione dello stesso Masciari e della sua famiglia e chiediamo con forza che le istituzioni coinvolte da lui su questi fatti diano attenzione e risposte – concludono Sarno e Mattiello.

Le istituzioni interpellate da Masciari al momento della ricezione delle minacce e che ancora non hanno risposto sono le seguenti:

– PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
– MINISTRO DELL’INTERNO (pec gabinetto ministro)
– DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA Dott. Sparagna
– DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA di Catanzaro
– QUESTURA DI VIBO VALENTIA
– QUESTURA DI TORINO
– PREFETTURA DI TORINO
– PREFETTURA DI VIBO VALENTIA
– COMANDO PROVINCIALE DEI CARABINIERI DI TORINO
– COMANDO PROVINCIALE  DEI CARABINIERI DI VIBO VALENTIA
– UFFICIO CENTRALE INTERFORZE PER LA SICUREZZA PERSONALE
– UCIS
– Ministero dell’Interno
– COMMISSIONE CENTRALE ex art. 10 L. 82/1991 c/o Ministero dell’Interno
– SERVIZIO CENTRALE DI PROTEZIONE – ROMA

Torino Spazio Pubblico, pulizia e cura del verde nel parco dell’Arrivore

 

Nei giorni scorsi nel parco dell’Arrivore si è svolta un’iniziativa comunitaria ecologica realizzata dai volontari di Torino Spazio Pubblico e da un gruppo di dipendenti Iveco, la cui sede si trova a poca distanza dall’area verde.

L’attività dei volontari si è concentrata in particolare nella zona del laghetto, dove è stata effettuata una raccolta minuziosa di cartacce e rifiuti e si è provveduto a ridurre gli arbusti e i rovi infestanti, con l’obiettivo di migliorare l’accesso ad un’area di grande valenza naturalistica all’interno del parco.

Progetto di cittadinanza attiva per la cura degli spazi verdi, Torino Spazio Pubblico nasce nel 2013, incardinato presso gli uffici della Divisione Verde e Parchi della Città, con l’obiettivo di elevare lo standard degli interventi essenziali già garantiti dall’amministrazione pubblica. Dal suo avvio ha coinvolto oltre 2100 cittadini in più di 160 aree verdi. Attualmente, circa 300 volontari partecipano attivamente ogni settimana, dedicandosi alla pulizia e ad interventi di piccola manutenzione del verde e degli elementi di arredo urbano in 40 aree della città, tra parchi, giardini, piccole aiuole e aree verdi residuali. Numerose realtà del terzo settore collaborano al progetto, inclusivo anche verso persone con disabilità, immigrati di recente arrivo in Italia o individui soggette a misure alternative alle pene.

Per maggiori informazioni e sulle modalità di adesione al progetto: www.comune.torino.it/verdepubblico/torino-spazio-pubblico/

Merlo. Elezioni Piemonte, dalla sinistra giudizi ridicoli su Cirio

Decisiva la coesione istituzionale

“Un giorno rappresenta la ‘peggiore destra’ e il giorno dopo è indispensabile per dar voce a quella
‘coesione istituzionale’ che resta decisiva per risolvere i maggiori problemi di Torino e del
Piemonte. A cominciare dall’intricatissimo nodo delle fondazioni bancarie dopo le note vicende
della Crt.
Ora, questo giudizio politico sul Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio da parte della
sinistra e dei populisti è francamente ridicolo. E questo per la semplice ragione che
l’amministrazione regionale di questi ultimi 5 anni guidata da Cirio è sempre stata ispirata al
criterio del buon governo e dell’ascolto del territorio da un lato e, dall’altro, dalla condivisione
istituzionale sui grandi problemi che coinvolgono il futuro della città capoluogo e dell’intera
regione. La cosiddetta ‘coesione istituzionale’ con il Sindaco di Torino Stefano Lorusso.
A volte il pregiudizio ideologico e le pregiudiziali personali rischiano di indebolire la stessa
prospettiva politica della sinistra e dei populisti dei 5 stelle perchè caratterizzati solo dalla
propaganda ideologica del tutto disancorata dalla realtà”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi – Popolari uniti.