ilTorinese

Torino, calcio amatoriale. Finali Nazionali Società Settore Calcio Asi

È stata presentata presso l’Hotel Glis di San Mauro Torinese l’edizione 2024 delle fasi conclusive delle Finali Nazionali per Società del Settore Calcio Asi – Associazioni Sportive e Sociali Italiane, ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni ed associazione di promozione sociale nazionale – che porta in Piemonte il meglio del calcio amatoriale italiano in occasione del trentennale dell’Ente.

Le ventritré formazioni in campo rappresentano il meglio del calcio amatoriale italiano targato Asi e giungono a Torino dopo i campionati territoriali. Per il titolo nazionale open di calcio ad 11 – le cui gare si svolgeranno presso il Centro Sportivo Lascaris di Pianezza ed il Centro Sportivo Morello di Drumento – si sono qualificate le compagini di Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia. Per il calcio a 7 – i cui incontri si svolgeranno presso l’Impianto Sportivo Nuovo Musinè di Pianezza – a contendersi il titolo saranno le rappresentanti di Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte e Puglia. Il calcio a 5 – i cui incontri si svolgeranno presso l’Impianto Sportivo Settimo Padel di Settimo Torinese – vede pronti a contendersi il titolo maschile i campioni di Abruzzo, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto mentre, per il titolo femminile, saranno le ragazze della Campania e del Piemonte a battersi per il campionato nazionale.

Le Finali – organizzate dal Settore Calcio Nazionale Asi, presieduto da Nicola Scaringi, insieme al Comitato Regionale Asi Piemonte, presieduto da Sante Zaza, con il patrocinio ed il sostegno di Regione Piemonte, assessore allo sport Fabrizio RiccaCittà di Torino e Comune di Pianezza – vedono anche la presenza di circa venti arbitri provenienti da tutta Italia, coordinati dall’organo tecnico nazionale Americo Scatena, che stanno svolgendo in questi giorni anche il proprio raduno nazionale. Presenti, in rappresentante dell’Ente nazionale, Simone Levanti e Matilde Balloni della segreteria generale.

La rosa e il Texas

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

La raccolta di dati certi sulle etichette discografiche del garage rock americano anni ‘60 è sempre stato un vero ginepraio, con difficoltà assortite tra ricostruzione di sedi, produttori, sale di incisione, localizzazione del management etc.

Nei casi più complicati ed inestricabili risultava molto ostico persino raccogliere un qualche vago indizio geografico, tanto che in alcuni casi si rischiava di incappare in errori grossolani.

Non aiutava nemmeno cercare una qualche omogeneità nelle aree di azione delle varie bands, specialmente quando l’etichetta catalizzava l’attenzione di gruppi provenienti da stati diversi e limitrofi, senza criteri affidabili e senza un “fil rouge” che unisse le diverse bands.

Fortunatamente vi erano etichette che fin dal nome fugavano ogni dubbio di localizzazione, semplificando il lavoro di storici della musica rock sull’orlo della disperazione…

Tra questi “music label” vi era senz’altro “Ty-Tex” (successivamente Ty Tex Records”) che fin dal nome indica Tyler nello stato del Texas. Etichetta eterogenea con diversi stili, caratterizzata da qualità di incisioni per la verità non eccelse, guidata da Eula Anton negli anni tra 1960 e 1967; presentava fino al 1963 un logo con stato del Texas e una rosa nei colori argento (o bianco) e rosso, dal 1964 la semplice scritta rossa su campo argento (o variante con scritta scura su azzurro).

Alla facilità di localizzazione purtroppo non corrispondeva una altrettanto facile cronologia e la datazione delle incisioni risulta tuttora complessa e a tratti contraddittoria.

Si riporta qui di seguito la discografia finora definita, seguendo l’ordine alfanumerico a causa della suddetta difficile definizione cronologica:

– Ron Williams and The Customs “Sue Sue Baby / Empty Feeling” (TT-100);

– Guy Goodwin “Roll The Red Carpet Out / Nobody Going Nowhere” (TT-101);

– Ron Williams “I’ll Miss You So / I Garontee You Baby” (TT-102);

– The Antons “Larry’s Tune / Green Eyes” (TT-104);

– Zeroes “Twisting With Crazee Babee / Flossie Mae” (TT-105);

– Ron Williams “Wine, Wine, Wine / So Long, My Love” (TT-106);

– The Tonettes “Gee Baby / Friendship Ring” (TT-107);

– Guy Goodwin “You’re Right, I Will / Wheels A Hummin” (TT-108);

– Donnie Carl “Love And Learn / Do The Wiggle Wobble” (TT-110);

– Guy Goodwin “Where Sweethearts Never Part / Our Used To Be Home” (TT 111);

– The Sensors “Sen-Sa-Shun / Side Tracked” (TT 112);

– Donnie Carl with The Donnels “It Happened To Me” [part 1 & 2] (TT 113);

– Joe Baby and The Donnells “Little Sally Walker / I’m Gonna Move To The Outskirts Of Town” (TT 114);

– The Sensors “Rumble / Caravan” (TT 115);

– Guy Goodwin “A Taste Of Her Loving / A Little Foreign Car” (TT 116);

– The Sensors “Bat Man / Light Blues” (TT-117);

– Donnie Carl “You’ve Got It / Getting Over You” (TT 118);

– Donnie Carl “If You Want It That Way / Heart Attack” (TT-119);

– The Sensors “Honest I Do” [vocale / strumentale] (TT-120);

– Linda Burns “The Reason Why / And That Reminds Me” (TT-121);

– The Derbys “The Crow / A Different Woman Every Day” (TT-122);

– Ron Williams and The Trebles “Let’s Stop Wasting Time / So Fine” (TT-123);

– Ron Williams “Please Come Back / I’m Sending You A Pencil” (TT-124);

– One Eyed Jacks “Hang It Up / Down On My Knees” (TT-125);

– LARRY MACK “Last Day Of The Dragon / Can’t You See Me Crying” (TT-126);

– THE REVOLVERS “Like Me / When You Were Mine” (TT-127);

– THE REVOLVERS “Good Lovin’ Woman / Land Of 1000 Dances” (TT-128);

– Dana Black and The Revolvers “As Tears Go By / Your Love’s For Me” (TT-129);

– Floyd Jones “My Mother’s Prayer / Hero’s Welcome Home” (TT-130);

– Stan Gorman and The Revolvers “I Love Lovin’ You / Green Unicycle” (TT 131);

– Ron Williams “If I Could Stay Away From You / On Top Of Old Smokey” (TT-[7599]).

Gian Marchisio

Digital News Report Italia, prima edizione

Lunedì 17 giugno, alle ore 10.30, il Museo della radio e della televisione Rai ospiterà la presentazione della prima edizione del Digital News Report Italia

 

Lunedì 17 giugno, alle 10,30, presso il Museo della radio e della televisione Rai di via Verdi 16, a Torino, verrà presentato il “Digital News Report Italia”, la prima ricerca che mette a disposizione degli addetti ai lavori e del pubblico dati e analisi utili a capire il mondo dell’informazione, sia dal
punto di vista della domanda che dell’offerta.
Il Digital News Report Italia”, curato da Alessio Cornia, docenteall’Università di Dublino, e scritto da Marco Ferrando, Paolo Piacenza e Celeste Satta del Master in Giornalismo di Torino, approfondisce per il contesto italiano il “Digital News Report” del Reuters Institute for the Study of Journalism, presso l’Università di Oxford, l’indagine annuale dettagliata delle tendenze nell’ambito del giornalismo digitale e dei media in tutto il mondo.
L’evento, patrocinato da Rai, Odg e Odg Piemonte, con ilsostegno di Compagnia di San Paolo, sarà introdotto da Carlo Bartoli, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti; Laura Scomparin, Direttrice Scientifica Master in Giornalismo UniTo e Alberto Anfossi, Segretario Generale Compagnia di San Paolo.
La ricerca sarà presentata da Alessio Cornia e verrà discussa insieme a Marianna Bruschi, Head of Digital Sky Tg24; Ferruccio de Bortoli, Presidente Fondazione Rcs; Marco Ferrando, Direttore testate Master in Giornalismo UniTo e vice direttore Avvenire; Andrea Malaguti, Direttore La
Stampa; Monica Maggioni, direttrice editoriale per l’offerta informativa Rai; Laura Scomparin, direttrice scientifica Master in Giornalismo UniTo e Riccardo Terzi, Google head of News & publishers partnerships, Italy & CEE.

 

Mara Martellotta

Vota Antonio, vota Antonio

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Il cinema ci ha raccontato spesso il mondo della politica, sia in forma ironica (“Gli onorevoli”, con Totò) sia tragica (“Potere assoluto” con Clint Eastwood), sia romantica (“Il presidente, una storia d’amore” con Michael Douglas).

Nella realtà, almeno a casa nostra, la politica è stata vista dapprima con il rispetto dovuto a chi comanda, a chi decide le nostre sorti, poi con la partecipazione tipica degli anni ’60 e ’70, infine con il distacco di chi non ha fiducia, non capisce e disapprova.

Le recenti elezioni europee, regionali per il Piemonte, e comunali per circa 3700 Comuni in Italia hanno ampiamente dimostrato quanto sostengo: sono risultate le elezioni nella storia della Repubblica con la minor affluenza di elettori, meno di uno su due (49,69%). Vani sono stati i tentativi di richiamare affluenza utilizzando nomi di spicco o leader di partito.

Il dato, già di per sé basso, delle ultime politiche, 63,9%, era ancora elevato se paragonato al 54,5 delle scorse europee nel 2019 e, appunto, alle recenti elezioni.

In realtà il fenomeno dell’astensionismo in aumento non è nuovo e sembra destinato a proseguire. Solo nel 2004, ma sono appunto passati 20 anni, l’affluenza fu del 73% ma, particolarmente per le europee, la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica sembra in crescita costante.

Particolarmente tra i giovani, la politica sembra non interessare più, così come l’attività e la tutela sindacali; l’emorragia di iscritti che alcune sigle sindacali stanno mostrando, alla pari con l’assenteismo alle urne, mostrano come i cittadini da un lato deleghino ai politici ogni decisione, non interferendo più nelle loro scelte e, dall’altro, siano profondamente delusi, sfiduciati dalla politica in genere.

Notizie sempre più numerose e contrastanti, politici sempre meno preparati, modifiche anche costituzionali che sfuggono alla maggior parte degli elettori hanno contribuito al crescente disinteresse per la res publica, la “cosa” di tutti, cui tutti dovrebbero partecipare, che tutti dovrebbero rispettare e che tutti, almeno teoricamente, dovrebbero alimentare con il gettito fiscale.

Nei Paesi anglosassoni, nel nord Europa ma anche in civiltà più lontane da noi, se sei sospettato di essere un evasore o se vieni condannato per aver evaso le tasse sei considerato peggio di un omicida; nel nostro Paese se riesci a farla franca per un periodo lungo sei considerato uno furbo, abile, quasi da imitare.

Chi entra in politica oggi difficilmente lo fa per porre la sua esperienza al servizio degli altri; troppo spesso lo fa per avere uno stipendio, anche se irrisorio nei Comuni minori, per entrare in quel mondo, a torto ritenuto magico, fatto di incontri, cene, frequentazioni importanti e favori elargiti quasi per obbligo.

Il compianto Enrico Berlinguer, rispettato anche dai suoi avversari e del quale ricorrono in questi giorni i 40 anni dalla scomparsa, soleva dire già allora “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela.”; sono convinto che tangentopoli non abbia eliminato la corruzione ma, anzi, abbia solo alzato il prezzo delle tangenti.

L’educazione civica che non viene più insegnata, trasmissioni dove i politici si insultano anziché spiegare, in modo preciso e corretto i propri programmi, ed un disinteresse naturale verso ciò che essendo di tutti è anche nostro, hanno reso la politica una cosa che non ci riguarda, le elezioni un evento che, comunque vada, non cambiano la realtà e i politici “tutti uguali”, “destra e sinistra fanno le stesse cose”.

E’ evidente che continuando a ragionare (anche se il termine corretto sarebbe il contrario) in questo modo non soltanto avremo scelte politiche dettate da pochi, spesso invise ai cittadini, ma soprattutto un dispendio enorme di denaro pubblico. Prendiamo, ad esempio, i referendum, unica consultazione elettorale vincolata dal raggiungimento di un quorum: il costo di ogni consultazione si aggira sui 200-300 milioni di euro, comprensiva di emolumenti per i componenti dei seggi, straordinari di tutti i dipendenti comunali e statali, stampa delle schede, ecc. ecc. Se non ci rechiamo alle urne, lo Stato avrà speso quelle cifre inutilmente, perché la consultazione referendaria sarà nulla; in tal caso non avremo alcun diritto di lamentarci.

Piuttosto perché, almeno una volta, non andiamo ad assistere alle sedute del consiglio comunale dove viviamo o del Parlamento in occasione di una gita a Roma? In TV o sui siti di Camera e Senato è possibile assistere alle sedute, ai question time, alle votazioni e capire come funzioni quel mondo apparentemente tanto lontano ma che lavora quotidianamente per noi: cosa ci costa provare una volta?

Sergio Motta

Domenica 16 modifiche alla viabilità nel sottopasso lingotto

Domenica prossima 16 giugno l’indifferibilità di un intervento urgente di riparazione alla rete idrica all’interno del sottopasso Lingotto potrà influenzare il traffico nella zona.

Per consentire l’esecuzione dei lavori in sicurezza, il transito dei veicoli sulla carreggiata Sud, in direzione corso Unità d’Italia, sarà ridotto a una corsia fin dalle prime ore del mattino. Qualora il danno da riparare si rivelasse però più grave del previsto potrebbe essere necessario chiudere completamente il sottopasso.

La fine dei lavori e la conclusione del cantiere con riapertura dell’intera carreggiata Sud del sottopasso è prevista nella giornata stessa.

Nel frattempo si sono conclusi i lavori di rifacimento di porzioni del manto stradale nel tratto di corso Regina Margherita tra corso Potenza e fino al confine del territorio comunale dove cessa conseguentemente il limite temporaneo di velocità di 30 chilometri orari istituito per consentire la realizzazione degli interventi che hanno riguardato, con parziali riasfaltature, una ventina di tratti stradali ammalorati.

Torino “città verde” aderisce alla Carta per le ‘Nature-Positive Cities’

La presentazione alla conferenza nazionale delle Green City 2024

 

Contrastare la crisi climatica ed ecologica attuando la transizione energetica, limitando le emissioni, favorendo la decarbonizzazione, riducendo la vulnerabilità dei territori, fermando la perdita di biodiversità e, anzi, arrivando ad arricchirla attraverso la protezione degli ecosistemi e il ripristino di quelli degradati.

Un impegno riassunto nelle dieci misure della Carta per le “Nature-Positive Cities’ sottoscritta da Torino e da altre 31 città italiane presentata nel corso della conferenza nazionale delle Green City 2024.

Le città, grandi, medie e piccole, generano la maggior parte delle emissioni di gas serra e degli impatti sul capitale naturale e sono anche i luoghi sempre di più esposte alle conseguenze della crisi climatica – ondate e isole di calore, allagamenti, alluvioni – al degrado ambientale e all’inquinamento dell’aria. Nelle città è, però, anche maggiormente presente la preoccupazione dei cittadini per l’ambiente e la richiesta di misure ecologiche più incisive.

La crisi climatica  non consente rinvii e le città – che sono responsabili del 65%  del consumo energetico mondiale e di oltre il 70% delle emissioni di C02, possono davvero diventare protagoniste della transizione green. Per questo motivo, in continuità con un percorso già avviato e finalizzato a ridurre le emissioni di gas serra (impegni assunti con l’adesione all’iniziativa europea del Covenant of Mayors), la Città ha aderito alla Missione Europea “Climate-neutral and Smart Cities by 2030 – by and for the Citizens” con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica, cioè lo zero netto di emissioni di gas serra, entro il 2030 insieme ad altre 99 città europee, e diventare laboratorio di sperimentazione e innovazione che possa essere un riferimento per tutte le altre municipalità che dovranno raggiungere lo stesso obiettivo entro il 2050. Nell’ambito della Missione la Città ha sviluppato e approvato il Climate City Contract, documento che definisce un vero e proprio portafoglio di misure e azioni per raggiungere l’obiettivo al 2030.

Promossa da Green City Network come strumento a supporto della transizione verso le green cities nella carta viene evidenziato il ruolo attivo delle città per il ripristino della natura e della biodiversità in ambito urbano come elemento centrale nel percorso verso la neutralità climatica e nella costruzione di una città sostenibile, dove i cittadini possano vivere, lavorare e muoversi in ambienti vivaci e resilienti.

Una transizione che richiederà una cooperazione pubblico-privata in molteplici settori, tra cui quello immobiliare, energetico, commerciale e della mobilità.

La Carta per le Nature-Positive Cities si articola in 10 principi, del tutto in linea con le politiche già portate avanti dalla Città:
1.Promuovere condivisione, conoscenza e informazione sul valore del capitale naturale e dei servizi ecosistemici nelle città
2.Ripristinare il capitale naturale degradato
3.Azzerare il consumo di suolo
4.Aumentare il capitale naturale
5.Risparmiare il prelievo e il consumo di risorse naturali
6.Rafforzare le misure di adattamento alle ondate di calore
7.Attuare la transizione energetica
8.Tutelare l’acqua come risorsa naturale scarsa
9.Ridurre la vulnerabilitá agli allagamenti e alle alluvioni
10.Attuare un piano d’azione per la transizione nature-positive

Torino, la tassa rifiuti aumenta del 6,7%

La Giunta comunale, riunita  in seduta straordinaria, ha approvato, su proposta dell’Assessora al Bilancio Gabriella Nardelli, un adeguamento del 6,67% della Tassa comunale sui rifiuti insieme a nuove agevolazioni rivolte ad utenze domestiche e non domestiche per l’anno 2024.

Il metodo tariffario introdotto dall’autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente (Arera) dal 2020, in generale, e gli ultimi interventi normativi del 2023, in particolare, hanno portato a redigere il Piano Economico Finanziario (Pef) biennale 2024-2025 con rilevanti aumenti rispetto al biennio precedente. Le motivazioni sono molteplici, a partire dalla crescita dell’inflazione che ha causato consistenti aumenti nei costi del servizio e che porta alla previsione, da parte di ARERA, di un possibile aumento totale nel biennio fino al 13,3%.

“Si tratta di adeguamento – spiega l’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli – reso necessario dell’aumento dei costi dovuto all’inflazione e senza il quale per i Comuni non sarebbe possibile garantire per il futuro la totale copertura dei costi del servizio e la conseguente messa in sicurezza degli equilibri di bilancio. Tuttavia, con la delibera approvata garantiremo anche il finanziamento di agevolazioni complessive per oltre 7milioni di euro, 5,7 dei quali destinati ai nuclei in condizione di difficoltà economica.

Sempre per fronteggiare le dinamiche di spesa e per sostenere il mondo dell’associazionismo sportivo e del Terzo Settore, abbiamo previsto una ulteriore misura agevolativa a favore degli Enti iscritti agli appositi registri per circa 500mila euro. Sono inoltre allo studio misure più incisive per le attività di riscossione e contrasto all’evasione fiscale”. 

L’adeguamento sarà applicato in sede di saldo con il bollettino che gli utenti riceveranno a fine anno.

Per citare qualche esempio su quanto impatteranno gli aumenti: un nucleo famigliare composto da una sola persona in un’abitazione di 50 metri quadrati pagherà 7,6 euro in più, passando da 113 a 121 euro annui; per una famiglia di due persone in 70 metri quadrati l’aumento sarà invece di 16,2 euro, passando così da 242 a 258 euro l’anno; una famiglia di 4 persone in una casa fino a 120 metri quadrati pagherà 25,9 euro in più, da 388 a 413,9 euro.

TORINO CLICK

A Torino la prima palina intelligente di Flixbus

Da oggi le persone in partenza da Torino con FlixBus potranno beneficiare di un nuovo servizio. Presso il terminal autobus di Corso Vittorio Emanuele II, che la società degli autobus verdi collega con oltre 200 città in tutta Europa, è in funzione la prima palina digitale, che fornirà ai passeggeri aggiornamenti in tempo reale sul loro viaggio.

La palina è stata inaugurata nella mattina di venerdì 14 giugno alla presenza di Chiara Foglietta, Assessora alla Transizione ecologica e digitale, Innovazione, Mobilità e Trasporti del Comune di Torino, che ha salutato con favore l’iniziativa di FlixBus.

«Migliorare l’esperienza di viaggio delle persone attraverso l’infomobilità, favorendo l’intermodalità e mettendo a disposizione di chi deve spostarsi all’interno della città, come tra le città, diversi sistemi di trasporto, su gomma e ferro, con una particolare attenzione alla mobilità sostenibile, grazie al ricorso a mezzi a ridotto impatto ambientale, è tra gli obiettivi della nostra amministrazione», ha commentato l’Assessora Chiara Foglietta. «Negli ultimi anni gli autobus sono diventati un’opzione concreta per viaggi sulla lunga distanza grazie anche a chi ha immaginato di rendere questo modello di trasporto più economico e sostenibile regalandogli una nuova notorietà e una seconda giovinezza».

«Da sempre ci adoperiamo per trasformare il modo di viaggiare delle persone, incoraggiando l’uso dei trasporti collettivi e un approccio più sostenibile al viaggio. Migliorando l’infrastruttura esistente con nuove soluzioni tecnologiche e rendendo più accoglienti e funzionali le autostazioni, che per molti rappresentano il primo biglietto da visita delle nostre città, possiamo arricchire il ventaglio dei servizi offerti ai nostri passeggeri e anche attrarre nuovi flussi sul territorio», ha affermato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. «Il Comune di Torino si è dimostrato in questo un interlocutore prezioso e lungimirante. Confidiamo che in futuro si possa lavorare ancora insieme, per offrire un servizio ancora più completo ed efficiente a chi sceglie di partire in autobus da questa città, per noi così importante

La palina è stata prodotta dalla società Nebri-Tech Srl, specializzata in soluzioni digitali, e si avvale di un sistema informativo in tempo reale basato sulla tecnologia GTFS (General Transit Feed Specification) che fornisce aggiornamenti su orari e altre informazioni di servizio. È dotata di uno schermo resistente all’acqua e facilmente leggibile sia di giorno sia di notte grazie all’illuminazione, e sfrutta una tecnologia di ricarica a energia solare che la rende indipendente dalla rete cittadina.

Torino è collegata dal servizio FlixBus con oltre 200 città in tutta Europa, e rappresenta un importante hub internazionale della società: oltre a numerose città italiane di grandi, medie e piccole dimensioni, questo numero include anche importanti destinazioni estere come Parigi, Marsiglia, Lione, Barcellona, Ginevra, Zurigo, Monaco di Baviera, Francoforte, Budapest e Zagabria.

Oltre al terminal di Corso Vittorio Emanuele II, gli autobus verdi fermano attualmente anche presso le stazioni di Torino Lingotto e Torino Stura.

Il 20 giugno partiranno collegamenti estivi per il Ponente ligure, con fermate anche a Caselle e Ciriè

Restando in tema di novità per il territorio torinese, giovedì 20 giugno partiranno i collegamenti speciali per il Ponente Ligure, che collegheranno Torino con 18 destinazioni balneari.

Ogni mattina un autobus collegherà la città con Spotorno, Noli, Varigotti, Finale Ligure, Pietra Ligure, Loano, Borghetto Santo Spirito, Ceriale, Albenga, Alassio, Laigueglia, Marina di Andora, Diano Marina, Imperia, San Lorenzo al Mare, Arma di Taggia, Bordighera e Ventimiglia. Le corse sono già prenotabili sul sito www.flixbus.it, dall’appgratuita e presso i rivenditori ufficiali sul territorio.

Oltre che dal terminal di Corso Vittorio Emanuele II e dalle stazioni di Torino Lingotto e Torino Stura, si potrà partire anche da Ciriè e dall’aeroporto di Caselle, dove FlixBus ha inaugurato due nuove fermate.

 

On Stage Band School: bimbi e ragazzi a scuola di rock!

Al Cap 10100, in Corso Moncalieri 18 a Torino, una scuola prepara bambini e adolescenti a suonare in una band rock. I ragazzi si esibiranno domenica 16 al Blah Blah di Via Po 21, dalle 18.

Tutti abbiamo avuto un “cattivo maestro”, un insegnante fuori dagli schemi, informale, diretto e spiazzante. Sono gli insegnanti che in qualche modo riescono a sorprenderti, e il più delle volte a farti innamorare della loro materia. Il mio era quello di ora alternativa che spiegava la concezione di anima in filosofia.

Il cattivo maestro di cui parlo in questo articolo, questo il suo nome su Instagram, è in realtà un musicista torinese con pedigree lungo e blasonato. Nino Azzarà è un musicista che si muove nella Torino anni 1990, quella dei Murazzi, quando ancora si può parcheggiare in piazza Vittorio e tu, a notte ormai conclusa “scendi ancora al fiume per un altro round”. La citazione è un brano dei Mambassa, gruppo ormai sopito che ha lasciato più di un segno in città, e non solo. Ricordo Nino proprio nei Mambassa, alla “chitarra che fischia”, cosi lo aveva presentato Stefano Sardo, il cantante. E poi ricordo i Petrol, i Betty Page, sino a ritrovarlo su Instagram con numerosi progetti musicali. E tra questi, anche quello di una scuola per band rock rivolta a bambini e adolescenti.

On Stage Band School, questo il nome ufficiale, si trova al Cap10100 in Corso Moncalieri 18 a Torino. Partendo dal presupposto che “suonare insieme agli altri è molto più divertente che farlo da soli”, come recita il claim del video presentazione, i ragazzi imparano a suonare uno strumento e si esibiscono con concerti in locali cittadini. I corsi si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20. Si può scegliere tra canto, batteria, chitarra, basso e tastiere, anche se si è principianti. Per informazioni e costi si può contattare il 3926946541. Il progetto comprende anche un Summer Camp, sempre al Cap10100, a partire da martedì 25 giugno (info sempre al 3926946541).

Incontro Nino in una saletta del Cap 10100 dove sta per iniziare una lezione. L’ambiente è piccolo e funzionale. L’atmosfera è quella delle sale prova grunge che si vedevano nelle interviste su Videomusic o MTV. Immaginate di tornare adolescenti, di voler mettere su una band, e invece di provare in un garage, avete l’opportunità di iniziare come fanno i veri professionisti. Qui sono strumenti ovunque, casse, microfoni e una finestra che punta dritto sulla Mole e sui Murazzi. I ragazzi non sono ancora arrivati.

Nino, com’è nata l’idea di una scuola per band rock?

Ho iniziato con un progetto chiamato House of Rock con Robbo (Roberto Bovolenta, ex Amici di Roland, El Tres). Eravamo alle Lavanderie Ramone ma il posto era troppo piccolo. Poi mi sono spostato un paio di anni al Blah Blah, e ancora 5 anni in un circolo di Piazza Nizza, ora chiuso. In passato avevo fatto l’animatore in un centro educativo di Mirafiori nord e ho scritto molti progetti incentrati sul protagonismo giovanile secondo le direttive del comune. Quando ho conosciuto Valentina Gallo (direttrice artistica del Cap10100, N.d.A), lei mi ha proposto di tornare qui dove avevo già tenuto corsi nel 2016. Poi c’è stata la pandemia, ed ora rieccoci.

E come funziona la scuola?

L’idea è quella di insegnare ai ragazzi brani semplici da suonare. Robbo ha iniziato a sperimentare questa didattica con pezzi surf rock anni ‘50 e ‘60. Io gioco sul mio terreno d’azione, partendo dai Nirvana. Qui si impara a suonare insieme. E si lavora in modo artigianale.

E fai anche corsi individuali?

Si, quanto basta per inserire i ragazzi in una band. Insegno chitarra ma anche batteria o canto nei limiti della funzionalità per suonare in un gruppo. E negli anni questo progetto è diventato una sorta di salvaguardia di una certa cultura musicale. Si impara a suonare, a stare insieme ma anche a distinguere la musica di qualità dalla musica di massa. Che se ci pensi, è un esercizio per sviluppare lo spirito critico. E passare così a temi più importanti.

Quanti anni hanno i ragazzi?

Dai 6 ai 18, e molte sono ragazze. É come se questo sia diventato terreno di emancipazione.

E come li vedi?

L’inquietudine giovanile, spesso strumentalizzata dai mass media, io la sento nei miei allievi. Faccio parte di quella generazione che ha avuto uno stop alla passione politica e civile dopo i fatti del G8 di Genova. Quello che successe portò molta disillusione verso la necessità di manifestare. Ci siamo risvegliati a metà degli anni 10 che il mondo aveva cambiato verso e oggi questo è percepito come un problema effettivo. Nei ragazzi che animavo nel 2000 non sentivo dire “andiamo alla manifestazione”. Oggi i ragazzi che si prendono l’impegno di venire qui a suonare lo sentono come avere un impegno politico. E le ragazze si rendono voce di tematiche sociali di cui discutono. Anche se per me prima si fa musica.

Chi sono i genitori di questi ragazzi?

Ci sono quelli appassionati rock che vanno ai concerti e portano qui i figli per trasmettere loro la stessa passione o magari riviverla attraverso loro. Ma ci sono anche ragazzi che hanno visto school of Rock di Jack Black e vogliono provare a suonare o ancora quelli che hanno amici qui e vogliono aggregarsi.

I ragazzi arrivano alla spicciolata. Prima Aida, la cantante, poi Carlo, un chitarrista appena entrato nella band che oggi prova per prima. Dopo un po’ arrivano Maria, che suona il basso, il chitarrista Nicola e la batterista Camilla. Formazione classica: due chitarre, un basso, una batteria. I tre ritardatari arrivano concitati, circondano il maestro e lo travolgono con le scuse del ritardo. Confessano senza mezzi giri di parole: “ci siamo fermati per un gelato”. Hanno un concerto domenica 16 a partire dalle 18 al Blah Blah, in Via Po 21, dalle 18 (biglietti a 5 euro). Il più scricciolo è proprio Camilla, la batterista. Sono cuccioli chiassosi per pochi minuti. Il tempo di prendere posto, sistemare strumenti e microfono, e iniziare le prove.

Resto colpita dalla serietà dei ragazzi ma anche dal mood rilassato e dalla loro sicurezza. Sanno perfettamente cosa fare. Si guardano, si controllano, e si ritrovano. I commenti si fanno tra un brano e l’altro. “Se ti viene bene lo stoppato, nel pezzo lo facciamo così” dice il maestro. Parte un altro brano, che però il chitarrista nuovo non conosce. E allora il maestro li ferma e propone “un brano che sappia anche lui”. Si cambia e si ricomincia. Non ci sono divismi qui. Nessun capriccio. Si lavora come fanno i professionisti seri.

Si commenta e si discute tra un brano e l’altro. Camilla alla fine di un pezzo sbotta da vera girl boss: “è orribile questo, non si può fare. Chi ha suonato prima di me, le bambine? Loro fanno un pezzo dei Green Day e si sentono fighe”. Credo sia arrabbiata per la disposizione della batteria, ma non oso disturbare. Le prove proseguono. Un brano, due chiacchiere. Un altro brano. Altre due chiacchiere. Si parla di vacanze, dissing (litigi) tra rapper, della genialità di Tupac e del fatto che forse han trovato uno dei responsabili del suo omicidio. Tupac è un musicista assassinato nel 1996. Questi ragazzi, all’epoca, non erano nemmeno nei progetti più lungimiranti dei loro genitori. Eppure si illuminano a parlare di quella musica, che poi è quella della mia generazione.

Chiedo ai ragazzi com’è il maestro. “È molto paziente”, mi dicono tutti. E Nino sorride, sornione, fiero. Aida, la cantante, mi racconta che sta prendendo lezioni individuali con lui di chitarra, ma siccome non ha lo strumento a casa, si dimentica i pezzi da una volta all’altra e lui ogni volta li rispiega. Lei e Maria, la bassista, sembrano le più timide e silenziose, ma quando provano un pezzo delle Hole, Aida attacca senza indugi ed ecco che la voce esce sicura. Ora capisco perché Nino parla di emancipazione femminile; quello che ho sempre visto come un ambiente prevalentemente maschile, il punk rock da scena live, può essere invece un ring dove far sentire la propria voce. La nostra voce, care ragazze.

In questa scuola, attraverso il rock passa la coscienza politica. Ma anche la voglia di trovarsi. Ci si allena a seguire le regole per suonare tutti insieme, e a infrangerle per arrivare in ritardo con una buona scusa. Qui si impara il senso di responsabilità verso gli altri: se salti le prove, ne fanno le spese anche i tuoi compagni. E forse anche a rompere gli schemi. E infine, chiunque può trovare il proprio posto; anche allievi con disabilità, che, evidentemente, la musica non si permette di fermare.

Ripenso al mio cattivo maestro, al liceo. Era un rocker anche lui, faceva rock progressivo negli anni 70. Aveva i jeans stretti e gli stivali a punta. Mi insegnò ad approfondire un argomento invece che a girarci attorno, a mettere in discussione sempre tutto, lui compreso. Il primo anno da lui eravamo in tre: io, Alberto F e Fabrizio G. Poi si sparse la voce e le sue lezioni divennero sempre più affollate. Filosofia e musica. O meglio: filosofia e rock. Forse dovremmo augurarci tutti di incontrare un cattivo maestro.

A proposito, qualcuno dica a Gene Simmons che il rock non è morto ma risuona in una piccola sala prove a Torino, con vista Mole e Murazzi, dove giovani musicisti non si lasciano fermare facilmente. Beh, se escludiamo i gelati.

Testo: Lori Barozzino

Foto: S.D.

On Stage Band School

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