ilTorinese

La raccolta di fotografie di Guido Bertero, un patrimonio da non disperdere

Nelle sale dell’Ersel di piazza Solferino, sino al 14 giugno

“Ho girato tutta l’Italia, di fotografo in fotografo, alla ricerca di ciò che non c’era più, o stava scomparendo.”

Una lunga strada, quasi una missione, un patrimonio ricco di vent’anni di storia e di circa duemila immagini, raccolte nelle aste come nei piccoli studi di fotografi, sperduti nelle città e nei più lontani angoli di provincia, quando tutti gli chiedevano perché si fosse messo in mente quella ricerca e il perché di quei pretesi acquisti. Una collezione che Guido Bertero – nato a Torino, classe 1938, imprenditore che per amore e per passione dal 1999 colleziona fotografie e che dal 2015 è vicepresidente di Camera Centro Italiano per la Fotografia di Torino, un uomo che strenuamente difende l’interezza di questo suo patrimonio e continua a chiedersi perché in maniera concreta nessuna istituzione di casa nostra (come al contrario avviene per lo stato francese, ad esempio) si sia ancora fatta avanti per renderlo a tutti gli effetti una ricchezza pubblica: il Tate londinese e il Moma di New York e il Getty Museum hanno mostrato un certo interesse ma perché, ad esempio tra i tanti da noi, si diceva l’altro ieri durante la conferenza stampa, la Reggia di Venaria non potrebbe ritagliare un proprio angolo per far luogo ad un tale lascito permanente? – presenta nelle sale dell’Ersel di piazza Solferino 11 – la sede di una delle più prestigiose società di gestione patrimoni, nata nel 1936 e oggi guidata dalla famiglia Giubergia, che dal 2002 fa della cultura e dell’arte uno dei propri tratti distintivi, vivacemente vicina a quanto di importante succede in città nel campo artistico -, raccogliendo cento esemplari della propria collezione: “Guido Io” recita il titolo della mostra, con un bel gioco di parole, curata da Chiara Massimello e Marco Sobrero, visitabile sino al 14 giugno, uno dei punti di maggior interesse del programma di “Exposed Extended”, primo Festival Internazionale di fotografia proposto in città e contenitore di oltre venti mostre temporanee.

Un tratto di vita focalizzata sulla fotografia del dopoguerra, ricordata attraverso i tanti nomi dei maestri italiani e arricchita nel tempo da incursioni nella grande fotografia internazionale. Un lungo elenco, da Giuseppe Cavalli a Mario Gabinio con le antiche istantanee di una Torino scomparsa (“Il canale dei Molassi” del 1923) a Riccardo Moncalvo e Luigi Veronesi, da Pietro Donzelli a Federico Patellani alle battagliere Letizia Battaglia e Lisetta Carmi e Carla Cerati, da Gabriele Basilico a Mario Cresci e Franco Fontana e Mario Giacomelli, da Luigi Ghirri a Mimmo Jodice (surreali le sue “Presenze” del 1980) e Ugo Mulas e Gianni Berengo Gardin alla Sicilia di Mario De Biasi sulla metà del secolo scorso, senza passare sotto silenzio le grandi firme di William Klein e David Seymour (“Domenica in campagna”, 1950) e Henri Cartier Bresson (“Contadino al rientro dalla campagna”, 1952, un angolo forse romano di un’Italia tutta da costruire), di Paul Strand e Robert Capa. Nel susseguirsi di scatti, senza tempo è, di quest’ultimo, “Verso Palermo” (1943), là dove il contadino indica la direzione con il lungo bastone a tre o quattro soldati a stelle e strisce, immagine acquistata in Giappone come la consorella con il carro armato e l’asino.

Il tempo trascorso, le immagini che ci rendono lo spirito di un’epoca, i decenni che forse ci siamo dimenticati, le curiosità che possono ritornare. I curatori hanno anche saggiamente dato forma a dei raggruppamenti, il divertimento, le coppiette appartate (di Mario Cattaneo, “L’idroscalo”, lui lei e la Vespa), l’Hollywood sul Tevere e serate in via Veneto (e allora Walter Chiari che si avventa su Tazio Secchiaroli, e l’inseguimento di Ava Gardner; e poi il viso di Sophia Loren, un primo piano bellissimo e mediterraneo, alla ricerca del partner Mastroianni non inquadrato, e Vittorio De Sica che impartisce istruzioni prima di un si gira, in pienissima atmosfera Neorealismo). Per arrivare al viso di Patty Pravo, cantante giovanissima del Piper.

Non ultimo, un nome forse troppo dimenticato tra i maghi dell’obiettivo, Piergiorgio Branzi, fotografo che aveva collaborato all’esperienza editoriale de “Il Mondo” di Mario Pannunzio, dal ’62 volto e voce per la tivù italiana prima da Mosca (fu il volere di Enzo Biagi) e da Parigi poi: qui è raccolto soltanto un solo esempio dei complessivi quattordici che riguardano il “Miracolo di SanGennaro” (1957), un perfetto intrico tra chiaroscuri di visi e di mani e di ampolle a narrare un momento tra superstizione e credenza religiosa. Nomi conosciutissimi e quelli che rappresentano una nicchia, Bertero li ha cercati e conosciuti e apprezzati tutti quanti, indistintamente, alla ricerca sempre di quelle stampe che “se possibile, dovevano essere ‘vintage’, cioè stampate al momento della realizzazione dello scatto (o poco dopo). Ogni fotografia porta con sé una storia e immortala un momento di quell’epoca”. Un viaggio in Italia, avrebbe chiamato quel percorso Roberto Rossellini, in pieno Neorealismo, un ricordo di oggi per andare ancora una volta alla ricerca delle nostre radici. Un patrimonio, soprattutto, da preservare, da rispettare, assolutamente da non smembrare. E da offrire all’avvedutezza delle istituzioni. Ce ne saranno?

Elio Rabbione

Nelle immagini: Mimmo Jodice, “Presenze”, 1980; David Seymour, “Domenica in campagna”, 1950; Mario Cattaneo, “L’Idroscalo”, 1972; Carla Cerati, “Inaugurazione del negozio di Nucci Valsecchi e Willi Rizzo”, 1970.

Forza Italia, il ritorno di Giacometto

PIEMONTE. OCCUPIAMOCENE Con questo claim Carlo Giacometto, Deputato nella XVIII Legislatura, propone la sua visione per il territorio: «Accolgo con piacere l’invito di Antonio Tajani, Alberto Cirio e Paolo Zangrillo, mi candido al Consiglio Regionale nella nuova Forza Italia». Piemonte

Carlo Giacometto annuncia la sua candidatura per le prossime elezioni regionali di sabato 8 e domenica 9 giugno, nella lista di Forza Italia a sostegno del presidente Alberto Cirio. «Ho risposto con piacere – spiega Giacometto – all’invito del Segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, del vicesegretario e candidato Presidente Alberto Cirio e del Segretario regionale, il Ministro Paolo Zangrillo, per concorrere in prima persona al rilancio del partito in cui mi sono riconosciuto fin dalla sua fondazione e per sostenere i valori di libertà e unità del centrodestra portati avanti da Silvio Berlusconi nella sua lunga esperienza politica. Il mio rinnovato impegno in Forza Italia trova le sue basi nel percorso di rilancio e rinnovamento che il Presidente Tajani ha avviato negli ultimi mesi – sottolinea Giacometto – e nell’esperienza di buon governo che ha caratterizzato i cinque anni di Alberto Cirio alla guida della Regione Piemonte. Torno in campo con determinazione nell’ambito della nuova Forza Italia, convinto che possa dare voce alla società civile e produttiva e che rappresenti il centrodestra liberale, popolare ed europeista che rifugge le urla e gli estremismi, nell’alveo della Costituzione repubblicana». «Mi candido quindi alle elezioni regionali – continua Carlo Giacometto – perché la politica è per me una passione, direi anche ereditaria. E perché ho sempre pensato che fosse giusto occuparsi della “cosa pubblica” in prima persona, affrontando nel merito i problemi e proponendo soluzioni adeguate. Le mie priorità saranno la sanità, la formazione, i trasporti, le imprese e le future generazioni: i cardini del Piemonte e dell’Italia in cui mi riconosco con orgoglio. L’unica cosa che mi sento di assicurare fin d’ora è che mi impegnerò al massimo ogni giorno per il mio territorio e per la mia regione. Orgoglioso di poter dire, a tutti coloro che sceglieranno di accordarmi la fiducia, “me ne occupo”, come recita l’hashtag che accompagna la mia campagna elettorale». «Sono felice che una figura autorevole come quella di Carlo Giacometto che ha rappresentato il nostro Piemonte alla Camera, abbia deciso oggi di impegnarsi al nostro fianco nelle prossime regionali e mettere al servizio del Piemonte le sue competenze e la sua esperienza amministrativa» dichiara il presidente del Piemonte e vicesegretario nazionale di Forza Italia, Alberto Cirio. Carlo Giacometto è Consigliere comunale a Brusasco dal 2016, è stato Consigliere provinciale a Torino dal 2004 al 2014, e Deputato nella XVIII Legislatura. È candidato per Forza Italia alle Regionali nel collegio che comprende Torino e l’intera provincia.

Che meraviglia quel “Cedro” di Chieri!

Nella città collinare, siglato un nuovo “Patto” per la sua tutela e valorizzazione

Chieri (Torino)

Si chiama “Adozione del cedro monumentale”: è il nuovo “Patto di Collaborazione” (il 29°) siglato dal Comune di Chieri. In questo caso con la “Rete in Verde”, una “Rete di Imprese” che raccoglie aziende che si occupano di verde a 360°, molte delle quali gravitano nel Chierese e i cui aderenti sono specializzati nella cura del verde e nella realizzazione di giardini, dalla progettazione al mantenimento. Obiettivo: quello di restituire al territorio la cura di un albero – iscritto nell’elenco regionale degli “Alberi Monumentali” – di elevato valore storico, ornamentale e ambientale (e del terreno in cui è ubicato, piazza Don Giovanni Bosco), facendone comprendere appieno l’importanza alla cittadinanza. Sono anche previste, infatti, attività di sensibilizzazione “sul valore e sulla corretta cura del verde”, in particolare in occasione della “Giornata dell’Albero”, festeggiata in Italia il 21 novembre, a partire dal 1898 per iniziativa dell’allora Ministro della “Pubblica Istruzione”, Guido Baccelli.

Qualche annotazione tecnica: il “Cedro” chierese è un tipico “Cedro dell’Atlante”(“Cedrus Atlantica” o “Cedro Argentato”, per la sfumatura delle foglie) appartenente alla famiglia delle “Pinaceae”. Il nome deriva dalla sua origine e diffusione nella catena dell’“Atlante” in Nord – Africa (tra Marocco, Algeria e Tunisia), ma anche nel Luberon, in Francia. Pianta di grandi dimensioni, se coltivato raggiunge, in genere, i 30 metri di altezza, mentre allo stato spontaneo può arrivare anche ai 45 metri di altezza e ad 1,5 metri di diametro.

Si tratta di una pianta non rara in Piemonte. La più famosa e forse la più imponente d’Italiala troviamo (è lì da quasi trecento anni) nel “Parco del Priorato” a Montalenghe (in Canavese), dove si trova anche un’antica dimora del Seicento, celebre per aver ospitato nel 1800 Napoleone, dopo la battaglia del Chiusella. Il “Cedro” montalenghese si presenta come un enorme esemplare “policormico”, caratterizzato non da un unico grande tronco, ma con otto possenti “branche” che partono dal terreno. La sua circonferenza è di circa 14 metri, l’altezza di 35 metri e i rami, ognuno di circa 50 centimetri, si protendono a valle per una decina di metri per poi risalire “a gomitolo”.

Pianta di grande bellezza e di enorme importanza storica, si può dunque ben capire l’interesse dimostrato nei suoi confronti dall’amministrazione civica chierese. “Le azioni di tutela e valorizzazione, che saranno poste in essere da persone specializzate, comprendono – spiegano i responsabili – valutazioni fitopatologiche e di stabilità, manutenzione e ripristino dei sistemi di ancoraggio esistenti, ripuliture del sottobosco, rimonda del secco e rifilatura dei monconi di rami spezzati. Ma anche cura delle ferite, trattamenti fitosanitari, miglioramento delle condizioni del suolo e concimazioni”.

g.m.

Nelle foto:

–       Il “Cedro” di piazza Don Bosco a Chieri

–       Antonio Corato, segretario generale Comune di Chieri, e Giampaolo Mandrile, rappresentante “Rete di Imprese”

La targa dedicata a Soldati ripulita dai graffiti dei vandali

L’assessore regionale Andrea Tronzano, capo gruppo di Forza Italia  in Comune, ha comunicato al Centro Pannunzio – che l’aveva sollecitata – l’inizio della ripulitura della targa dedicata a Mario Soldati ai Murazzi di Po a Torino. Il Centro Pannunzio “ringrazia l’assessore regionale Tronzano per questa comunicazione: tra i tanti dalla destra alla sinistra che promisero interessamenti  per far ripulire la lapide di Mario Soldati è l’unico che ha mantenuto fede al suo impegno”. Pier Franco Quaglieni presidente del Pannunzio aggiunge: “occorre ancora un trattamento di vernice che impedisca ai vandali di ripetere le scritte che hanno colpito una targa che ricorda un alto gesto umano”.  Soldati, infatti, in quel tratto di fiume salvo’ una persona che rischiava di morire nelle acque del Po.

Nasce il Percorso fantastico al Regina Margherita

Novità per i piccoli pazienti dell’ospedale infantile di Torino.  Nel reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia del  Regina Margherita si possono  ascoltare le pareti che ti parlano e ti raccontano
E’ il Percorso fantastico che accompagnerà le giornate dei piccoli degenti, l’ultima frontiera dell’umanizzazione in ospedale. Sulle mura del reparto, proprio dove si affacciano le camere dei bambini si trovano disegnati una quindicina di animali. Tra gli altri, i piccoli pazienti possono ammirare il pavone, l’orso, la giraffa. Tutti loro si soffermano sempre incuriositi ad osservarli, chiedendo i nomi degli animali o la loro storia. Nel “Percorso Fantastico”, creato da Inspire Communication, vicino a ogni animale è stato posizionato un Qr code che permette ai piccoli degenti di ascoltare il verso di quell’animale, vedere un video del suo habitat naturale, leggere o ascoltare una favola con quell’animale come protagonista.
Un  progetto originale voluto per allietare il tempo di degenza dei bambini del reparto, tempo che in ospedale sembra non scorrere mai.
L’iniziativa è stata voluta e realizzata dall’Associazione Amici Bambini Cardiopatici, grazie ai contributi ricevuti per Natale 2023.
L’Associazione  segue, dal 1991, il reparto di degenza di Cardiologia e Cardiochirurgia dell’ospedale Regina Margherita di Torino grazie al supporto delle persone volontarie, che si alternano a turni. Gli Amici  Bambini Cardiopatici sostengono anche affitti e utenze di 4 appartamenti  messi a disposizione delle famiglie che arrivano da lontano. Dona, inoltre, al reparto macchinari di ultima generazione per poter effettuare diagnosi più accurate o interventi più all’avanguardia sui piccoli pazienti. Lo scopo principale dell’Associazione è seguire i bambini e le loro famiglie e le raccolte fondi sono sempre dedicate a questo.

A passo lento lungo i sentieri percorsi da Don Bosco

“Il Cammino Don Bosco”: tutto e di più nel nuovo libro di Claudio Rolando e Gian Vittorio Avondo

Dal centro di Torino al Po, dalle pendici di Superga alle colline del Chierese, fino alla Basilica di Colle Don Bosco, dove la storia del “Santo dei giovani” (Castelnuovo d’Asti, 1815 – Torino, 1888) cominciò, dentro una casetta rurale nella frazione collinare de “I Becchi”. E’ un cammino lungo ben 165 chilometri – fra storia, paesaggi, vini e buon cibo – quello che ci porta lungo le orme di Don Bosco (canonizzato da Papa Pio XII, il 1° aprile 1934), per i sentieri, le strade – e le colline del Chierese e dell’Astigiano – percorse, con i suoi ragazzi, dal fondatore dei “Salesiani”. Un “cammino” unico in Italia: dalla Torino colorata e ciarliera del mercato di Porta Palazzo alle animate rive del Po, dai boschi della collina ai vigneti sui crinali, dal centro storico di Chieri alle “Terre dei Santi”.

“Un cammino per escursionisti puri e pellegrini, privo di difficoltà tecniche e percorribile tutto l’anno. Un cammino diverso. A due passi da Torino”. Così lo definiscono Gian Vittorio Avondo e Claudio Rolando, autori del libro di recente pubblicazione “Il Cammino Don Bosco. A passo lento tra Torino, Chieri e l’Astigiano”160 pagine, edite da “Capricorno”. Laureato in “Storia contemporanea” e insegnante, il primo, Rolando è invece biologo e autore di vari lavori scientifici e di articoli divulgativi. A lui si devono anche – sempre per Edizioni del “Capricorno” – diversi titoli di Storia, Escursionismo e Cultura locale.

Il loro recente “Cammino Don Bosco” è un itinerario escursionistico di alto valore culturale e naturalistico che si snoda lungo i luoghi legati alla vita del Santo. Ideato e realizzato all’interno del progetto “Strade di Colori e Sapori”, coinvolge la “Città Metropolitana di Torino” e interessa 21 comuni, con Chieri capofila. Un’occasione per conoscere in “modo lento” i paesaggi, le bellezze architettoniche, storiche e culturali, i castelli, le pievi e le abbazie, nonché i sapori dei prodotti tipici del territorio.

Il  libro, che propone anche diverse schede di approfondimento, fa parte della “Rete Escursionistica Regionale” della Regione Piemonte e s’intreccia con altri progetti culturali come la “Rete Romanica di Collina” e la “Rete dei musei diffusi”.

Quattro sono i “Cammini” (a seconda delle difficoltà escursionistiche) proposti dagli autori:

 

Cammino alto:

Maria Ausiliatrice – Basilica di Superga • Basilica di Superga – Abbazia di Vezzolano • Abbazia di Vezzolano – Colle Don Bosco (variante Castelnuovo Don Bosco – Colle Don Bosco)

Cammino medio:

Maria Ausiliatrice – Basilica di Superga • Basilica di Superga – Tetti Chiaffredo, Arignano • Tetti Chiaffredo, Arignano – Colle Don Bosco

Cammino basso:

Torino – Eremo dei Camaldolesi (variante Torino-Pecetto) • Eremo dei Camaldolesi – Chieri (variante Pecetto-Chieri) • Chieri – Colle Don Bosco

Gli itinerari collegati:

Cinzano – Arignano – Tetti Chiaffredo • Cinzano – Moncucco Torinese – Cascina Moglia • Anello di Trofarello • Villanova d’Asti – Colle Don Bosco • Buttigliera d’Asti – Colle Don Bosco

Ce n’è per tutte le gambe. E per tutti i gusti!

Per info: “Capricorno”, via Borgone 57, Torino; tel. 011/3853656 o www.edizionidelcapricorno.com

g.m.

Nelle foto:

–       Cover “Il Cammino Don Bosco”

–       Don Bosco e i suoi ragazzi

Nel centro di Alba la Festa del Vino

Domenica 26 maggio

 

Domenica 26 maggio prossimo, nel centro storico di Alba, l’evento di degustazione di Go Wine celebrerà i vitigni autoctoni del Piemonte raccontati dai produttori. Go Wine presenta la sesta edizione della Festa del Vino, appuntamento di degustazione dedicato alla valorizzazione dei vitigni autoctoni piemontesi, alla presenza dei produttori. Si tratta di un evento unico nel suo genere e di grande interesse per saper rappresentare insieme oltre 40 vitigni con i loro rispettivi viticoltori, nel contesto del centro storico di Alba, in piazza Duomo. Un evento nel segno della biodiversità nel mondo del vino, che consente agli appassionati di apprezzare la ricchezza del vigneto piemontese, tra i più importanti d’Italia. I molti vini presentati insieme promuovono diversi angoli della regione, evidenziando differenti aree di diffusione, come il Nebbiolo, per esempio, a varietà rare, oggetto di recupero nel corso degli ultimi anni (come il Baratuciat, il Bian Ver o l’Uvalino, per indicarne alcuni). Un omaggio al Piemonte che, nel panorama italiano, è forse quello col maggior numero di vitigni coltivati, raggiungendo risultati di eccellenza. Il panorama dei vini in assaggio sarà, di conseguenza, importante: dei molti vitigni, saranno presentate in degustazione più etichette. I vitigni più rari, spesso legati al lavoro di ricerca e valorizzazione di una o due cantine, saranno radunati in una speciale enoteca. La manifestazione si arricchirà, come in ogni edizione, di alcuni eventi collaterali, degustazioni guidate di approfondimento di un importante vitigno ospite e un incontro a parte con la cosiddetta “viticoltura del Nuovo Mondo”, rappresentata dal Sudafrica, con una selezione di vini tutta da scoprire.

“La manifestazione – affermano dall’associazione Go Wine – giunge alla sua sesta edizione e si inserisce tra le iniziative che Go Wine svolge da molti anni in Italia a favore dei vitigni autoctoni. È nata in Piemonte per raccontare la particolare ricchezza dei vini della regione e rafforza un tema caro all’associazione. Go Wine infatti, ogni anno, promuove un tour dedicato agli autoctoni in sei grandi città italiane, e promuove i vini del territorio come strumento per rafforzare l’enoturismo in Italia. L’evento di Alba rafforza l’impegno dell’associazione, sempre nel segno di generare occasioni che promuovano la cultura del territorio del vino e la loro conoscenza”.

Come in ogni edizione, l’associazione Go Wine promuove un’iniziativa a favore della ricerca in campo vitivinicolo. La città di Alba è sede dell’evento e il riferimento non è casuale. Per il ruolo che Alba ha nel mondo del vino, per le istituzioni presenti, come la Scuola Enologica e l’Università, come riferimento di un vasto territorio di vini d’eccellenza. La festa dei vini autoctoni del Piemonte si svolge con il patrocinio della città di Alba e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

MARA MARTELLOTTA

Polliotto (UNC): “2024, in crescita spesa annua per le bollette del gas”

Lo rende noto la Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Cresce la spesa per le bollette del gas di circa l’1,1%. Lo rende noto Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana. “A conti fatti, il dato negativo, ma atteso, è equivalente a un rincaro pari a 12,50 euro annui, e ciò in virtù di quanto stabilito da Arera, ossia che al 1° marzo 2024, per il mese di marzo, la bolletta del gas sale dell’1,1% nel nuovo Servizio di tutela della vulnerabilità, per un utente tipo che consuma 1100 metri cubi di gas all’anno”.

Per l’Avvocato Patrizia Polliotto si tratta di “Una speculazione, visto che, nonostante si sia oramai arrivati alla fine della stagione termica, gli stoccaggi in Europa sono ancora pieni. Il rammarico è che il rincaro pari a 12,50 euro su base annua, per quanto basso, avrebbe potuto tramutarsi in un risparmio pari a 127 euro se non fossero stati rimessi a inizio anno gli oneri di sistema e le vecchie aliquote Iva”. Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori riportato anche da Unc Piemonte, per il nuovo utente tipo che consuma 1100 metri cubi di gas, il +1,1% significa spendere 12,50 euro in più su base annua. La spesa totale nei prossimi dodici mesi sale così a 1117 euro.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.