ilTorinese

TAIT Gallery, il nuovo spazio per l’arte

Ha aperto a Torino, in via San Quintino 1 bis, la TAIT Gallery, la nuova galleria d’arte la cui esposizione sarà visitabile fino all’inizio di settembre

 

Ha aperto a Torino, a due passi dalla stazione Porta Nuova, in via San Quintino 1 bis, la galleria d’arte TAIT Gallery, un nuovo spazio di 310 mq che sarà la sede della società TAIT Group, progetto voluto dai due soci Lorenzo Palumbo e Simone Loiudice, ma anche uno spazio innovativo e contemporaneo.

Lo spazio espositivo si presenta nel panorama artistico internazionale come uno spazio di scambio e confronto e, tra gli obiettivi, ha quello della ricerca di dialogo e collaborazione con altre gallerie ed enti del settore, al fine di variare la proposta degli artisti. Si tratta di un progetto innovativo basato sullo studio meticoloso del panorama artistico contemporaneo, ricercando non soltanto artisti affermati ma, soprattutto, giovani emergenti talentuosi, italiani e stranieri.

“La TAIT Group sostiene un importante dialogo di collaborazione con il settore in cui si ramifica – affermano i due soci Lorenzo Palumbo e Simone Loiudice – la TAIT Gallery, la TAIT Real Estate, la TAIT Investments e T-Affordable. La sezione TAIT Gallery è il principale pilastro dell’attività, in rappresentanza di una nuova realtà nell’ambito dell’intermediazione artistica che si impegna nel mettere in contatto acquirenti, artisti e gli appassionati dell’arte nelle sue espressioni più variegate. La priorità del nostro gruppo è il soddisfacimento dei clienti al fine di trovare la soluzione migliore per le loro esigenze. Attraverso il lavoro dei nostri collaboratori, la TAIT Group si afferma nel panorama italiano e internazionale come punto di riferimento per artisti e figure di spicco nell’ambito artistico. Si tratta di un’innovativa realtà diversificata che espande i propri interessi in molteplici ambiti, dal far emergere piccole realtà artistiche attraverso l’organizzazione di eventi e fiere, fino ad arrivare all’intermediazione immobiliare. Lo spirito della TAIT Group si fonda sull’impegno e sul miglioramento di prospettive future ampliando i propri campi di interesse e di intervento. La direzione artistica del gruppo è affidata al giovane curatore Matteo Scavetta, che da anni ha esperienza nell’organizzazione e gestione di eventi e mostre. Per l’inaugurazione è stata proposta una selezione di opere di artisti di punta: Ciro Palumbo, Andrea Marchesini e IrosMarpicati, artisti con un loro percorso chiaro e riconosciuto.

Viene presentato giovedi 9 maggio al Museo del Cinema, alle ore 18, il catalogo ragionato delle opere di Ciro Palumbo, edito da Arkeion Edizioni, in presenza dell’artista. La presentazione sarà curata dalla Dottoressa Anna Caterina Bellati e dal Dottor Roberto Capitanio. Durante la serata si presenterà il programma eventi relativi alla mostra antologica “Navigando l’ignoto”, fruibile dal 7 al 30 giugno 2024 negli spazi della Promotrice delle Belle Arti di Torino. Saranno disponibili copie del catalogo ragionato Arkeion– archivio Ciro Palumbo, con sede a Torino in piazzetta Madonna degli Angeli 2.

 

Mara Martellotta

“Sprissetto”, l’aperitivo per brindare piemontese

In esclusiva da Borello Supermercati

Arance, erbe e radici si uniscono in un sorso bilanciato ed equilibrato.  Sprissetto Classico è un aperitivo a bassa gradazione alcolica. La miscela degli ingredienti è segreta ed è ottenuto da un’infusione di erbe amaricanti, bucce d’arancio dolce, tintura di quassio e genziana. Il prodotto è in vendita in esclusiva da Borello supermercati. “La scelta di vendere questa bevanda nei nostri negozi – commenta Fiorenzo Borello, responsabile della nota catena di supermarket – rientra nella nostra ricerca di ‘piemontesita’ dei prodotti che proponiamo ai clienti, sempre all’insegna della qualità”.

Fiorenzo Borello

 

 

 

 

 

Donne travolte da auto e uccise: assolto perché incapace di intendere e volere

È stato assolto, in quanto incapace di intendere e di volere al momento dei fatti, il 39enne che il 18 febbraio 2023 intorno alle 2,30 di notte, aveva travolto con la sua auto, senza frenare alla barriera autostradale Ghisolfa sulla A4 Torino-Milano, la vettura con a bordo due donne, di 54 e 59 anni, e Claudia Turconi, 59 anni, che morirono per l’impatto.  I rilievi e le indagini, furono seguiti dalla Polizia stradale di Novara.

Inaugurato a Torino il nuovo giardino San Paolo

L’area verde, situata tra via Braccini e via Osasco, è stata completamente riqualificata per garantire una maggiore offerta sportiva, ludica e di socializzazione, oltre che di presidio e sicurezza del territorio e di sostenibilità ambientale

Considerato da sempre un piccolo polmone verde nel cuore della Circoscrizione 3 del Comune di Torino, il Giardino San Paolo, all’interno di un progetto più ampio che interessa tutta la Città di Torino, è stato recentemente inaugurato, a seguito dei lavori di rifacimento e ammodernamento (finanziati grazie ai Fondi PON METRO REACT-EU), alla presenza del sindaco Stefano Lo Russo, dell’assessore al Verde Francesco Tresso, della presidente della Circoscrizione 3 Francesca Troise, del consigliere comunale Pierlucio Firrao e delle molte persone del quartiere che sono accorse per partecipare alla tradizionale cerimonia del taglio del nastro.

L’intera struttura è stata completamente ripensataallo scopo di adattarla a plurime esigenze capaci di coniugare l’attività sportiva, il gioco, il relax, la socializzazione, la sicurezza e, ultima ma non ultima, la tutela ambientale. Si è provveduto così a massificarne la fruizione, dotarla di materiali sostenibili e attrezzature sportive e ludiche all’avanguardia e sicure, facilmente utilizzabili tanto dagli adulti quanto dai più piccini (nelle varie fasce d’età). In particolare, sono stati rifatti e/o ampliati gli impianti di basket e di pallavolo, molto apprezzati dai più giovani che li utilizzano fino a tarda notte durante la bella stagione, il parco giochi per i bimbi, l’area fitness per gli sportivi di tutte le età, il campo da calcio situato al centro del parco, l’area relax (con un calciobalilla per i ragazzi), molto utilizzata soprattutto dai meno giovani durante la stagione calda.

L’impatto ambientale è stato altresì una priorità assoluta nel rifacimento e ammodernamento del parco e dunque nella progettazione del nuovo giardino, con una significativa riduzione delle superfici pavimentate impermeabili, al fine di favorire il drenaggio naturale delle acque meteoriche, e un incremento del patrimonio arboreo per contrastare e limitare il fenomeno delle isole di calore. L’intervento ha visto in ultimo la posa di nuovi elementi di arredo urbano come sedute, tavoli con panche, cestini porta-rifiuti e rastrelliere per monopattini.

Agli abitanti del quartiere, ora, il piacere di frequentarlo, viverlo e usufruirne i servizi.

PATRIZIO BRUSASCO

I laghi del Piemonte e dintorni. Incantevoli luoghi di relax

Piscine naturali, specchi d’acqua, laghi e laghetti artificialipiacevolmente refrigeranti sono mete estive ideali, anche solo per una gita in giornata, per chi ama la natura e non vuole trovarsi nella ressa tipica delle destinazioni marine e alla conquista di un ombrellone in prima fila dopo aver fatto antipatiche file in autostrada.

I più noti e frequentati sono il romantico Orta San Giulio, il lago di Avigliana, Viverone, e naturalmente il bellissimo Lago Maggiore condiviso con la Lombardia e la Svizzera. Il Piemonte, questa regione magica e piena di bellezze naturali,  ne ha davvero tanti altri molti dei quali balneabili.

I scenari in cui risiedono , paesaggi di raro splendore come le maestose montagne o le distese di verde che li avvolgono,ricreano le scenografie delle favole. I colori che li caratterizzano, molteplici sfumature cromatiche dal verde smeraldo al cobalto intenso e il senso di beatitudine e serenità che infondono ci fannoriconciliare con noi stessi e con il mondo.

Tra i più belli troviamo il Lago delle Fate, a Mucugnana, Verbania, un meraviglioso bacino, incastonato a 1330 metri di altezza fra le valli del Monte Rosa, che è raggiungibile percorrendo suggestivi percorsi immersi nei territori alpini e dotato di diverse spiaggette e un paio di locali dove ristorarsi.

Un’altra meraviglia la troviamo nella Valle Stretta(geograficamente in territorio francese), in zona Val di Susa molto vicino a Bardonecchia, il Lago Verde. Quarantacinque minuti di sentiero, un delizioso ponte di legno e una salita non troppo lunga attraverso il bosco di conifere da dove si comincia ad intravedere, iniziata la discesa, lo specchio color smeraldo, un angolo di paradiso dove regnano silenzio, pace e una atmosfera incantata.

Con un’ora di camminata da Cervinia invece si arriva, accompagnati dalla bellezza dell’omonima montagna, il Cervino, al Lago Blu a Breuil. Anche qui il panorama è fiabesco, i colori mozzafiato, il blu che dà il nome al lago, che in verità si chiama Layet, è dato dalla presenza di un minerale presente sul fondo. Questo lago è famoso anche per la “leggenda del pastorello” che disobbedì ai genitori che non volevano aiutare un povero mendicante. Al ritorno dal bosco il piccolo mandriano trovò la sua casa coperta dalle acque del lago e pensò che fosse una punizione per il padre e la madre che non furono generosi con chi aveva bisogno. Il Lago dei Cavalli in origine era un bacino glaciale che con il tempo perse gli argini dando vita così ad  una distesa di verde un po’ paludosa. Intorno al 1920 fu creata la diga “Alpe Cavalli” da cui prese il nome il lago. In piena Valle Antrona èdecisamente un luogo amato da escursionisti e cultori della natura. Si raggiunge a piedi ma è possibile anche parcheggiare proprio vicino alle sponde del lago e fare una passeggiata intorno alle sue rive. La Regione Piemonte ha istituito nel 2009 il Parco Naturale della Valle Antrona che comprende altri deliziosi laghetti: Cingino, Campliccioli, Camposecco, il lago di Antrona.

Salendo al Colle del Nivolet da Ceresole Reale, in pieno Parco del Gran Paradiso a 2330 metri, troviamo i Laghi Serrù e Agnel,artificiali ambedue e dai colori diversi, fanno parte di un complesso di laghetti della stessa tipologia:il lago di Ceresole, il lago di Teleccio, il lago d’Eugio e il lago di Valsoera.Passeggiando attorno ai due specchi d’acqua è possibile l’incontro con la meravigliosa fauna tipica dell’area: camosci, stambecchi, marmotte ma anche bellissime aquile e pernici.

Tra gli altri deliziosi specchi d’acqua da vedere ci sono anche il Lago dei 7 colori nella zona di Cesana Torinese, vero nome Gignoux, caratteristico per le diverse tonalità delle sue acque, il Lago Nero, a est del colle del Monginevro in Val di Susa, il Lago Margozzo, nella zona del Verbano Cusio Ossola, su cui si affaccia il coloratissimo e omonimo paese. Grazie al divieto di utilizzo di barche a motore e ad una rete fognaria che non scarica nel bacino, le acque di questo specchio liquido sono particolarmente limpide, tra le più pulite d’Italia. Il Lago Chiaretto, nell’area di Crissolo in provincia di Cuneo, insieme ad altri 3 – Lago Fiorenza, Superiore di Viso e il Grande di Viso – si trova sul sentiero che da Pian del Re arriva fino al rifugio Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano. Questa deliziosa baita alpina, in pienoMonviso, ospita un piccolo albergo, un bar e un ristorante.

Il Piemonte ci regala, oltre a quelli citati, una grande varietà di laghi, le escursioni e i viaggi veri e propri da dedicargli per goderseli facendo magari varie tappe sono molti. Ogni percorso possiede caratteristiche diverse di paesaggi e particolarità ma anche di difficoltà logistiche e di percorrenza. Informandosi sulle condizioni specifiche dei sentieri si può scegliere quello più semplice e adatto a noi.

 

Maria La Barbera

 

Inchiesta Genova, Iren: il CdA revoca temporaneamente le deleghe all’AD

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Iren – Il Consiglio di Amministrazione di Iren si è riunito ieri d’urgenza, in via straordinaria, in seguito alla diffusione di notizie di stampa relative a un’ordinanza di misure cautelari disposta nei confronti dell’Amministratore Delegato Paolo Signorini dall’Autorità Giudiziaria di Genova. Il CdA, nel prendere atto dell’oggettiva impossibilità temporanea da parte dell’Amministratore Delegato di esercitare le proprie deleghe e con l’obiettivo di assicurare stabilità e continuità alla gestione aziendale, ha attivato quanto previsto dal contingency plan interno al Gruppo e ha deliberato di revocare temporaneamente le deleghe all’AD, assegnandole agli altri due Organi Delegati, il presidente e vicepresidente.

Il Piemonte che non c’è più, 25 luoghi da non dimenticare

Era uno splendore di fronte al Duomo di Torino con un elegante porticato lungo 60 metri chiamato Palazzo dei Portici. Era Palazzo Richelmy, casa natale del cardinale Agostino Richelmy, gioiello barocco del Seicento, costruito da Carlo di Castellamonte. Nel 1937 si decise purtroppo di demolirlo per trasformarlo, negli anni Sessanta, nell’attuale Ufficio tecnico dei Lavori pubblici del Comune di Torino. Molti torinesi lo chiamano “Palazzaccio” per il forte contrasto con l’ambiente urbanistico circostante, davanti alla facciata della Cattedrale e per l’impatto estetico assai mediocre. Forse sarebbe stato meglio ricostruirlo com’era. Ma quello del “Palazzo Richelmy” è solo uno dei tanti esempi di importanti monumenti storici del Piemonte che non ci sono più o che per vari motivi sono stati abbandonati. Nella nostra regione ce ne sono tanti, dal Castello di Mirafiori a Torino al forte della Brunetta a Susa, dalla Grande Galleria di Carlo Emanuele I alle fortezze di Cuneo e ancora dal Castello di San Giulio d’Orta all’antica chiesa Santa Maria di Piazza di Casale. Simone Caldano, novarese, docente di storia dell’architettura e dell’urbanistica, scrittore e autore di numerose pubblicazioni, racconta nel suo libro “ Il Piemonte che non c’è più”, Edizioni del Capricorno, la storia di 25 edifici scomparsi in Piemonte tra cui chiese e monasteri, castelli e fortezze, regge e molto altro. Ecco alcuni esempi riportati nel volume.
Quant’era bella a Chieri la chiesa di Sant’Andrea. Nell’area occupata dall’edificio dell’ex scuola di via Tana è stato realizzato un parco e durante i lavori sono affiorati tratti di muratura riconducibili alla chiesa di Sant’Andrea, capolavoro progettato da Filippo Juvarra nella prima metà del Settecento e distrutto in età napoleonica. Sant’Andrea era il cuore di un monastero fondato nel Duecento dalle monache cistercensi a ridosso delle mura cittadine. Le monache lasciarono il monastero con le soppressioni del 1802 e la chiesa fu demolita alcuni anni dopo per ordine del governo napoleonico. L’edificio religioso superstite passò varie volte da un proprietario all’altro finché negli anni Sessanta il Comune di Chieri distrusse l’antico monastero per far posto a due scuole. E che dire della cattedrale di Santa Maria a Novara, risalente al IV secolo, più volte distrutta e ricostruita. Abbattuta e rifatta nel 1100, la chiesa fu restaurata a partire dal Quattrocento. Nel Settecento, su progetto di Benedetto Alfieri, fu restaurata in stile barocco mantenendo però le strutture originarie. Verso la metà dell’Ottocento Alessandro Antonelli pianificò la realizzazione della nuova cattedrale ma il progetto rimase del tutto incompleto. C’era una volta la Cittadella di Cuneo, una fortezza quasi inespugnabile, che, tra ‘500 e ‘700, respinse cinque assedi e si arrese al sesto assalto. Poi arrivò Napoleone che il 2 luglio 1800 cominciò l’abbattimento delle secolari difese della “città degli assedi”. La città fortificata con la sua cinta muraria che incorporava l’attuale Cuneo Vecchia sparì e “da quel momento non fu più il fulcro di una resistenza armata contro gli eserciti nemici e dove sorgevano i bastioni furono aperti nuovi viali e giardini”. Dalle rovine del passato nacque la nuova Cuneo. “E dire che in precedenza Cuneo era percepita proprio come una fortezza e non come un centro urbano”.
Ecco cosa resta del Castello tardo-medioevale di Verzuolo, a pochi chilometri da Saluzzo, dopo il crollo di gran parte di una torre nel 1916. Una triste fine e un disastro che causò anche la perdita dell’archivio del castello con la storia dei rapporti tra i marchesi locali, i Savoia e i re di Francia. Nel 1938 vennero demolite la rimanente torre quadrata, detta la Torre dell’Orologio, la torre del Belvedere e tutta l’ala, facendo così sparire tutta la facciata più bella del Castello. In seguito il maniero fu spogliato di tutti gli arredi, dei camini e anche della ricca fontana. Il degrado del castello portò negli anni successivi a nuovi crolli e demolizioni di gran parte della porzione meridionale dell’edificio. Da un anno il castello di Verzuolo ha un nuovo proprietario che ha l’intenzione di ristrutturarlo parzialmente e trasformarlo in una location, speriamo bene! A Casale invece una chiesa antica è stata distrutta per allargare il mercato mentre a Pinerolo la Cittadella fortificata, di grande importanza strategica, che inglobava l’attuale centro storico è andata perduta per sempre.
E si potrebbe continuare a lungo sfogliando le pagine del libro di Caldano. Si tratta in buona sostanza di un patrimonio perduto ma di cui oggi è importante conservare la memoria. È quello che Simone Caldano ha fatto nelle 178 pagine del suo volume. “La qualità degli edifici distrutti, annota l’autore, può suscitare una naturale indignazione e la comprensione delle circostanze nelle quali sono stati rasi al suolo richiederà uno sforzo di contestualizzazione, non così immediato agli occhi di un cittadino del XXI secolo. Ma ne varrà la pena: anche così s’impara a valorizzare i tesori che ancora ci circondano e a non ripetere gli errori del passato”.                            Filippo Re
Nelle foto
copertina libro “Il Piemonte che non c’è più, 25 luoghi da non dimenticare”, Simone Caldano, Edizioni del Capricorno
Palazzo Richelmy e il “Palazzaccio”,  piazza San Giovanni a Torino
Disegno che rappresenta Cuneo durante l’assedio del 1557

IMMA e IAMF: il meeting a Torino nei 150 anni del Museomontagna

Il museo torinese si conferma polo internazionale della cultura delle terre alte e ospita le assemblee annuali, per la prima volta congiunte, dell’International Mountain Museums Alliance e dell’International Alliance for Mountain Film. Le prossime città ospitanti saranno Sabadell (Spagna) per l’IMMA e Ulju (Corea del Sud) per la IAMF

Torino, 7 maggio – In occasione del 150° anniversario del Museo Nazionale della Montagna, si sono svolte nella sua Area Incontri le assemblee generali annuali, per la prima volta organizzate congiuntamente, delle associazioni IMMA – International Mountain Museums Alliance IAMF – International Alliance for Mountain Film, reti mondiali per la valorizzazione, la promozione e la documentazione delle delle terre alte del mondo. Una data importante per l’istituzione, che continua ad affermarsi come punto di riferimento sulla scena internazionale della cultura delle terre alte.

 

È stata la nona assemblea generale per l’IMMA, fondata nel 2015 presso la FAO, nella sede delle Nazioni Unite a Roma, che ha ospitato anche l’assemblea del 2023. Ad oggi l’associazione conta dieci membri: otto Paesi europei e due extra europei (Nepal e Canada). Il Museomontagna ne è sede, coordinatore con la direttrice Daniela Berta, e socio fondatore insieme al Musée Alpin di Chamonix (Francia), il Muzeum Tatrzańskiego di Zakopane (Polonia), il Servei General d’Informació de Muntanya di Sabadell (Spagna) e il Whyte Museum of the Canadian Rockies di Banff (Canada).

 

Hanno preso parte ai lavori anche istituzioni che sono entrate a fare parte dell’Alliance nel 2023 – il Museo Alpino di Berna (Svizzera), l’International Mountain Museum di Pokhara (Nepal) e il Musée Savoisien di Chambéry (Francia) – e ospiti quali il Messner Mountain Museum e il Museo Basco dell’Alpinismo (Spagna), oltre a  FAO – Mountain Partnership, socio onorario dal 2023. Sono state approvate all’unanimità due nuove candidature: il Karkonosze Museum di Jelenia Góra (Polonia) e il Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio. Il prossimo appuntamento sarà in Spagna, a Sabadell, per maggio 2025, quando saranno rinnovate le cariche sociali. Nel 2026 il meeting sarà invece ospitato dal Nepal, a Pokhara.

 

L’International Alliance for Mountain Film – fondata nel 2000 a Torino da nove enti tra cui il Museo – è il principale punto di riferimento per chi produce, crea, promuove e conserva cinema di montagna. Ad oggi conta 26 membri che rappresentano 20 paesi di Europa, Asia, Nord e Sud America e Oceania. La sede dell’associazione è nell’Area Documentazione del Museomontagna, che ne svolge anche la funzione di coordinamento con il vicedirettore Marco Ribetti.

 

Hanno preso parte all’incontro i rappresentanti di 17 festival di settore di Italia, Francia, Spagna, Romania, Olanda, Germania, Polonia, Macedonia, Repubblica Ceca, Nepal e Corea del Sud. I punti salienti dell’incontro sono stati i miglioramenti al sistema informatico comune per l’iscrizione dei film ai festival IAMF; l’organizzazione della premiazione di Renan Ozturk, vincitore del Gran Premio IAMF 2024, che avverrà a fine maggio al festival di Telluride (Colorado); la scelta del regista a cui assegnare il Gran Premio 2025, insieme allo studio di nuovi criteri di assegnazione da adottare in futuro; l’ammissione di nuovi membri: il festival di Rio de Janeiro in Brasile, Annecy in Francia e Mestia in Georgia. Il prossimo meeting si terrà a ottobre 2024 in Corea del Sud, ospitato dall’Ulju Mountain Film Festival.

 

Dopo la prima parte della giornata, interamente dedicata ai lavori assembleari, nel pomeriggio si è svolto un meeting congiunto dei rappresentanti degli enti che fanno parte delle due associazioni, dedicato al tema dei progetti più recenti di valorizzazione di carattere espositivo, editoriale e cinematografico secondo le prospettive dei diversi operatori di settore e con il fine di esplorare possibili tangenze e opportunità di sviluppo e cooperazione.

 

«Siamo orgogliosi di affermare sempre più il Museomontagna e la città di Torino come punto di riferimento nello scenario montano globale» affermano il presidente Mario Montalcini e la direttrice Daniela Berta. «IMMA e IAMF sono di fondamentale importanza per creare sinergie e collaborazioni tra istituzioni e rafforzare il proprio valore di piattaforme di confronto, aggiornamento e scambio tra professionisti di tutto il mondo che condividono un’unica missione: documentare, valorizzare e promuovere la cultura delle terre alte».

 

Due momenti hanno portato a termine la giornata di meeting: la visita guidata all’interno delle sezioni permanenti del Museo di più recente apertura – Walter Bonatti e la spedizione italiana al K2 – e la preview del docu-film Stati di grazia, prodotto da Petzl con la collaborazione del Museomontagna per offrire la possibilità di immergersi nel mondo bonattiano attraverso le immagini della salita compiuta dalla climber e alpinista Federica Mingolla al Grand Capucin lungo la via Bonatti-Ghigo del 1951. La proiezione è stata seguita da un talk tra Federica Mingolla, il giornalista e scrittore Enrico Camanni e il giornalista e storico dell’alpinismo Roberto Mantovani, curatore (con Angelo Ponta) della mostra che ha dato il titolo al cortometraggio, prodotta dal Museo nel 2021 e presentata anche a Bolzano nel 2023.

 

Stati di grazia sarà disponibile per tutti sul canale Youtube Petzl Sport a partire da martedì 14 maggio 2024 (il live è previsto per le ore 18:00 di lunedì 13 maggio).

 

Sito web IMMA: https://www.mountainmuseums.org/imma-international-mountain-museums-alliance/

Sito web IAMF: https://www.mountainfilmalliance.org/

Il Salone OFF a Palazzo Madama

Giovedì 9 maggio e sabato 11 maggio

Incontro con gli autori Giulio Boccaletti e Costantino D’Orazio

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

 

 

Giovedì 9 maggio alle ore 17:30 e sabato 11 maggio alle ore 16 Palazzo Madama ospita due appuntamenti del palinsesto del Salone OFF, il primo dedicato al pubblico adulto sul tema del clima e dell’utilizzo delle risorse naturali, e il secondo, pensato per bambini e ragazzi, sul tema dell’arte e della scoperta di alcuni suoi protagonisti.

 

Gli appuntamenti

 

Giovedì 9 maggio ore 17.30

Incontro con Giulio Boccaletti in occasione della pubblicazione di “Siccità. Un paese alla frontiera del clima”, in dialogo con l’autore Sergio Ramazzotti, Parallelozero. Evento in collaborazione con Mondadori

Nel marzo del 2022, dopo mesi di temperature elevate e precipitazioni sotto la norma, un carro armato è spuntato dalle secche del Po. Poco più di un anno dopo, i fiumi della Romagna hanno rotto gli argini sommergendo case, aziende e coltivazioni. L’Italia sta affrontando un cambiamento climatico tra i più difficili in Europa. Siccità e ondate di caldo ogni anno più soffocanti si alternano a piogge monsoniche e alluvioni imprevedibili. Non stiamo vivendo una tragica e sfortunata sequenza di eventi catastrofici, ma la statistica di una nuova normalità. Il clima sta cambiando e ci sono scelte importanti da fare. Eppure, il dibattito pubblico e politico sembra concentrarsi su questioni marginali. Il risultato? Poca chiarezza sui problemi raramente produce soluzioni efficaci. Tra i massimi esperti di sicurezza ambientale e risorse naturali, Giulio Boccaletti affronta luci e ombre di una questione urgente e attuale, mostrando patologie, opportunità e complicazioni di un paese alle prese con una transizione fondamentale.

Tra i massimi esperti di sicurezza ambientale e risorse naturali, Giulio Boccaletti affronta luci e ombre di una questione urgente e attuale, mostrando patologie, opportunità e complicazioni di un paese alle prese con una transizione fondamentale.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

Sabato 11 maggio ore 16

Incontro con Costantino D’Orazio. Anteprima della pubblicazione del nuovo libro “Detective dell’arte”

in collaborazione con Piemme editore e Il Battello a Vapore

Cosa ci fa un drago tenuto al guinzaglio da una principessa? Perché Michelangelo ha raffigurato Mosè con le corna? Come mai Venere sta in piedi su una conchiglia in mezzo al mare?

Ogni opera d’arte è un mistero da svelare, pieno di indizi da analizzare e investigare per capire le intenzioni dell’artista, la sua tecnica e la sua epoca. Grazie alla capacità divulgativa dell’autore indagheremo opere di Michelangelo, Caravaggio, Pollaiolo, Dürer, Botticelli, Picasso, Monet e tanti altri, in un viaggio artistico appassionante come un giallo.

Storico dell’arte, scrittore e professore, nei suoi libri racconta agli appassionati le vite dei più grandi artisti e i segreti nascosti nelle loro opere. Tra gli altri, ha scritto Caravaggio segretoLeonardo svelatoRaffaello segreto, Michelangelo. Io sono fuocoIl mistero Van Gogh (tutti pubblicati da Sperling & Kupfer).

Potete vederlo in tv su Raiuno e Rainews24 oppure seguirlo su Instagram (@costantinodorazio).

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

Traffico, cantieri, logistica al collasso: il Risiko delle autostrade piemontesi

La denuncia arriva dalla Federazione Autotrasportatori Italiani FAI di Torino: traffico in tilt sulle tangenziali, autostrade assediate dai cantieri, giornate perse in coda sono il refrain per gli autotrasportatori  piemontesi che non accenna a cambiare.

Fai parla di “drammatica situazione delle autostrade piemontesi a causa di cantieri interminabili che caratterizzeranno i prossimi mesi fino al 2025, e riguardano il nodo di Torino, i collegamenti con la Francia e tra il Piemonte e la Liguria”.

L’estate ormai alle porte, considerazioni meteo a parte, si presenta per gli autotrasportatori, e non solo, secondo la federazione dei trasportatori “come un lungo periodo di passione per il Piemonte e per Torino” in particolare, per quanto riguarda strade, autostrade, arterie di scorrimento e valichi alpini, tra lavori, interruzioni, frane ed altro ancora.

FAI Torino chiede perciò di “istituire al più presto un Tavolo di Lavoro con la Prefettura e con i Concessionari Autostradali con l’obiettivo di condividere una pianificazione dei cantieri organizzata in modo da ridurre il più possibile l’impatto sul traffico.

«Il Risiko delle previsioni di cantieri inamovibili e interruzioni programmate, comunicate da ATIVA e SITAF per l’estate e fino a fine anno, contribuiranno ulteriormente alle già disagiate condizioni in cui si versano  i trasporti commerciali che servono il Piemonte e la Liguria – afferma Gian Luca Timossi, Segretario provinciale della FAI di Torino – un ulteriore colpo alla produttività delle imprese di autotrasporto, i cui autisti passano più tempo in coda di quello in viaggio, e all’economia di due regioni a forte vocazione logistica».

Il Piemonte vive una a fase di isolamento infrastrutturale ormai drammatica, i cui punti critici sono rappresentati dai valichi alpini, dall’anello tangenziale di Torino e dal collegamento con Liguria e Lombardia. – sottolinea Enzo Pompilio D’Alicandro, Presidente FAI Torino -.  Al Traforo del Monte Bianco sono in programma frequenti chiusure dovute ai lavori di manutenzione, al Traforo del Frejus è stata realizzata la seconda canna, ma non è ancora in esercizio; il tratto autostradale tra Torino e Bardonecchia è oggetto di una continua attività di manutenzione straordinaria, con enormi disagi per la circolazione. I valichi a sud ed ovest verso la Francia continuano ad essere interdetti (Colle del Tenda) o con forti limitazioni (Maddalena – Monginevro – Moncenisio). Per non parlare della Tangenziale di Torino, anello incompleto e mancante della tratta ad Est, e dell’altrettanto critica situazione delle autostrade di collegamento con la Liguria.  Una situazione che non è più tollerabile e che rischia di vanificare buona parte delle opportunità di sviluppo economico e sociale del Piemonte nei prossimi anni».