ilTorinese

A Torino le eccellenze internazionali dell’Intelligenza Artificiale

Al Centro Congressi del Lingotto dal 22 maggio a venerdì 24 maggio

 

Da mercoledì 22 maggio fino a venerdì 24 maggio, presso il Centro Congressi del Lingotto, si tiene il congresso LREC – COLING 2024, una delle più importanti conferenze di “naturallanguage processing”, la disciplina che studia nell’ambito dell’intelligenza artificiale il trattamento automatico del linguaggio umano, e che ha dato origine, tra le tante cose, a chat GPT, Alexa, Siri e Google. La cerimonia di apertura vede i saluti istituzionali del Prof. Guido Boella, Vice Rettore Vicario per la promozione dei rapporti con le imprese e le associazioni di categoria delle imprese e per il coordinamento con le iniziative di innovazione industriale sul territorio dell’Università di Torino.

La conferenza è interamente focalizzata sulle tematiche relative all’applicazione dell’AI al linguaggio      naturale ed è caratterizzata da una forte impronta interdisciplinare che favorisce l’incontro tra tecnologie informatiche, linguistica, psicologia e scienze cognitive, per la costruzione di language models e altre risorse dalle diverse applicazioni.      

La conferenza è stata organizzata da due tra i principali attori internazionali nel campo della linguistica computazionale, ELRA Language Resources Association (ELRA) e l’International Committee on Computational Linguistics (ICCL), che hanno unito le forze per organizzare una Conferenza congiunta per il 2024, a Torino. Seguendo la tradizione delle affermate conferenze madri COLING e LREC, la conferenza congiunta presenterà grandi sfide e offrirà ampie opportunità per scambiare informazioni e idee attraverso presentazioni orali, numerose poster session, il tutto completato e un programma sociale accogliente. A LREC-COLING 2024 parteciperanno 3000 persone circa provenienti da tutto il mondo.

Tra i Keynote speaker Roger Levy del MIT, Juanzi Li della Tsinghua University e Michele Loporcaro dell’Università di Zurigo e Scuola Normale Superiore di Pisa. Roger Levy presenterà un talk su Large Language Models e Comprensione Umana, offrendo uno sguardo sull’elaborazione umana del linguaggio dell’ LLMs e il loro impatto sulla comprensione della mente umana. Juanzi Li esplorerà temi che riguardano la conoscenza nell’era dei LLMs, focalizzandosi sulle recenti conquiste nel campo dell’intelligenza artificiale e sulle sulleopportunità legate all’utilizzo dei LLMs nei vari contesti. Michele Loporcaro offrirà una panoramica sul paesaggio linguistico italiano, esplorando la ricchezza dei dialetti iitaliani il loro contributo alla comprensione della diversità linguistica. L’evento è organizzato da ELRA Language Resources Association, associazione non profit per la diffusione delle tecnologie e del linguaggio, e la condivisione delle relative risorse computazionali e linguistiche, e da International Committee for ComputationalLinguistics. A capo dell’organizzazione ci sono due General Chair, la Professoressa Nicoletta Calzolari dell’Istituto di Linguistica Computazionale del CNR di Pisa e il Professor Min-Yen Kan della National University of Singapore. L’organizzazione locale per la conferenza di Torino è ad opera del Dott. Valerio Basile, della Prof.ssa Viviana Patti e della Prof.ssa Cristina Bosco, Docenti del Dipartimento di Informatica di UniTo

La linguistica computazionale – spiega la Prof.ssa Viviana Patti – è al centro di un incredibile insieme di applicazioni che pervadono in nostro quotidiano, si pensi agli assistenti vocali come Alexa, i traduttori automatici come Google Translate, gli assistenti personalizzati sui telefonini che, fra le altre cose, ci suggeriscono la parola successiva da inserire nei messaggi che scriviamo, i motori di ricerca guidati dalla semantica, e in generale di tutte le più recenti tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale.  LREC-COLING 2024 è un’opportunità straordinaria che riunisce a Torino i maggiori scienziati esperti e le maggiori aziende mondiali per progettare il futuro in questi e altri ambiti. Il risultato è anche il frutto di un grande gioco di squadra tra centri di ricerca e università italiane, che si sono aggregate quasi dieci anni fa attorno a AILC, l’Associazione Italiana di Linguistica Computazionale (www.ai-lc.it). I linguisti computazionali italiani infatti sono scientificamente coinvolti, a livello nazionale e internazionale, nei più recenti sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, in particolare dei cosiddetti grandi modelli linguistici, come quello alla base di ChatGPT. Il dipartimento di Informatica di Torino si conferma uno dei poli di eccellenza nel panorama italiano in questo ambito, con una storica tradizione di ricerca relativa alla creazione di risorse e modelli computazionali di conoscenza linguistica per la lingua italiana e al benchmarkinglinguistico aperto, mantenuta viva anche anche dalla progettazione di nuovi percorsi didattici multidisciplinari e internazionali come la nuova laurea magistrale in Language Technologies and Digital Humanities che contribuisce alla formazione di nuove generazioni di esperti”.

Mara Martellotta

Occupazioni, la posizione di Obiettivo Studenti Unito

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In questi giorni nelle nostre università gruppi di studenti (e non) chiedono la rescissione di ogni accordo con le università e le istituzioni israeliane e l’interruzione dei rapporti di ricerca con alcune industrie.
Le manifestazioni, le occupazioni e le rivendicazioni confliggono con il valore, condivisibile, che vorrebbero affermare, ossia arrestare ogni forma di conflitto e ogni ingiustizia.
Come singoli e come lista di rappresentanza desideriamo e chiediamo con forza il cessate il fuoco nella striscia di Gaza, l’interruzione di ogni violenza e di ogni violazione dei diritti umani. È per queste ragioni che vogliamo spendere le nostre energie, con rinnovata intensità, nel luogo in cui siamo chiamati: riteniamo che il nostro contributo al raggiungimento della pace, che pare così distante, debba dispiegarsi in Università. Perché questo avvenga è indispensabile che il nostro Ateneo non abdichi al proprio ruolo e, quindi, non tradisca la propria vocazione di luogo d’inesausta ricerca del vero, di libero dibattito, di sviluppo del pensiero critico e anche di «dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli stati» (così il Presidente Mattarella nel discorso all’Università di Trieste, 12 aprile 2024).
Se questo è uno dei principali scopi dell’università, ci lasciano perplessi le richieste di boicottaggio indiscriminato di ogni accordo. L’Università non è chiamata a parteggiare per alcuno schieramento, ma deve costruire ponti al di sopra delle mura che possono essere erette tra Stati, popoli o ideologie, certo non senza limiti e regole che evitino collaborazioni indiscriminate e abusi. Limiti e regole che esistono e che, se violati, devono essere fatti rispettare unicamente attraverso il lavoro degli organi adibiti (organi che esistono ed in cui risiedono i rappresentati delle diverse anime del nostro Ateneo, sempre auspicabilmente attenti alle sensibilità e alle rivendicazioni di ciascun membro della comunità accademica).
Le perplessità persistono, non solo nel merito delle richieste, ma anche nel metodo. E precisiamo che criticare le modalità con cui si portano avanti le proprie istanze non significa indifferenza verso la causa, né tantomeno significa avallare l’operato di una parte o di un’altra.
Affinché il nostro Ateneo rispetti il proprio compito, anche educativo, occorre che permetta, anzi favorisca, il libero dibattito e lo sviluppo di una coscienza critica. Le contestazioni e le occupazioni non rispecchiano l’atteggiamento della maggioranza degli studenti e delle studentesse che vuole, invece, frequentare le lezioni, accedere alle biblioteche e abitare gli spazi universitari, anche organizzando incontri, assemblee, eventi di beneficienza, proprio per alimentare lo sviluppo del giudizio critico. In questo caso, invece, l’occupazione diventa uno strumento di prepotenza di alcuni che pensano di rappresentare la volontà generale, impedendo l’esercizio del diritto allo studio, precludendo ai lavoratori e alle lavoratrici di svolgere le proprie mansioni, imbrattando e rovinando gli spazi della comunità studentesca (che, prima o dopo, andranno restituiti integri e fruibili, non senza esborsi).
Ciascuno – Rettore compreso, che invece in questi giorni ha preferito, colpevolmente, non proferire alcuna parola – è chiamato ad un impegno responsabile nella costruzione della “propria parte” per la pace. Pace (in ebraico shalom e in arabo salam, hanno la stessa radice) significa integrità, essere completo. La pace, dunque, ha sempre bisogno di un approccio integrale alla vita, quindi alla politica, all’economia, alla formazione, alla spiritualità: tale approccio è impedito se sono interdetti i luoghi privilegiati a questo scopo. Coloro ai quali tutto ciò sembra “troppo poco” o “poco concreto” e sono interessati a discuterne davvero ci trovano – presto o tardi – in Università.

I rappresentanti di Obiettivo Studenti Unito

(foto: Intifada Studentesca Torino)

Voci Nascoste. Le lingue che resistono

Nuovi arresti, ma non cessano i furti sulle auto a Torino

Soltanto tra domenica sera e lunedì, nell’arco di poche ore di distanza tra i tre diversi episodi, la polizia ha arrestato a Torino tre ladri che rubavano all’interno delle auto parcheggiate dopo avere frantumato i finestrini. Si è trattato di malviventi isolati e non di una banda: ciò fa capire come il fenomeno di questo tipo di reato sia molto diffuso in città. I furti in questione sono avvenuti a San Salvario, Vanchiglietta e Barriera di Milano. Si raccomanda di non dimenticare oggetti di valore nelle proprie vetture: purtroppo è l’unico accorgimento utile, nonostante la polizia abbia incentivato i controlli e gli arresti siano sempre più frequenti.

Lucianina la saggia

Arrivato al suo diciannovesimo appuntamento, “Il bosco dei saggi”, per la penna di Paolo Griseri, continua ad annoverare nelle colonne domenicali de La Stampa – quotidiano torinese dalla lunga vita, sono ormai centocinquantasette anni, e oggi alla ricerca continua degli antichi allori, strada forse senza ritorno, solo a guardare ai tempi più recenti passata l’elefantiaca egemonia del Massimo Giannini e reimpostandosi con un impercettibile, davvero impercettibile, raddrizzamento il nuovo corso di Andrea Malaguti – “i grandi personaggi della nostra terra”.

Va bene, un ricordo che era davvero giusto rispolverare, si dice uno, un povero scombussolato lettore che tenga alle proprie radici. Tra quei sentieri che ai loro bordi hanno fronde e alberi, magari uno di quei ruscelletti che hanno tanto profumo di favola, sono passati, solo a citarne alcuni, Luciano Bonaria, “signore dei chip che salva gli aerei e il cuore”, Enrico Salza che spiega (umanamente) che cos’è il potere, Polina Bosca che vende spumante al mondo e Baldassarre Monge che da sempre riempie la bocca degli animali con la sua carne in scatola, Eugenio Borgna e l’antipsichiatria, l’incommensurabile Giorgetto Giugiaro che issa il proprio prezioso vessillo della Panda, Fulvia Quagliotti che promette di portarci su Marte, Don Ciotti a narrare come un clochard gli abbia cambiato la vita. Mica persone da poco, dico, di quelle che lasciano il segno. A lungo. Incancellabile. Poi, come un cavallo al galoppo che s’impenna all’improvviso prima di precipitarsi nel burrone, il povero lettore si ritrova a dover scoprire, domenica scorsa, che tra i saggi Malaguti &Co hanno inserito Luciana Littizzetto.

Sì, la Lucianina di fratello Fazio. Lei. Che ci educa sin dagli albori. Da quando osservava con i suoi occhioni grandi grandi quanti passavano davanti alla latteria di papà e mamma, in quel di via San Donato, seduta pensiamo ore su quel freddo gradino di pietra. Una scuola di vita per la intrattenitrice di domani. “Li scrutavo proprio, mi piaceva capire chi erano dai loro movimenti, dai loro sguardi… ho cominciato lì, su quel gradino, a capire che l’importante nella vita è accorgersi degli altri, entrare nel loro stato d’animo, nelle loro gioie e nelle loro sofferenze. Una lezione che cerco anche oggi di portare con me”. Com’è umana lei, villaggiamente. La lodevole percezione del mondo e dell’umanità. Un trattatello di filosofia quotidiana di fronte al quale la caverna di Platone o la monade di Leibnitz impallidiscono: aggiungendosi qui un’atmosfera che ti porta dritto dritto dalle parti di Madre Teresa di Calcutta. In formato rione, però. Poi inizia il viadoro del misonofattadasola, a poco a poco. Formazione e ascesa. Le prime frequentazioni dell’oratorio, la figura del prete operaio che le fa sentire un profumo che non è quello democristiano che circola in casa, la scuola delle Vallette a insegnare musica a diciott’anni con la scommessa di tener calmi degli allievi di poco più giovani, la scoperta salvavita dell’autorevolezza, l’apparizione di Minchia Sabbry e il primo cabaret, “tante sere passate a farsi le ossa”. Poi il successo, condito inevitabilmente di valter e di jolande che ammiccano ad un pubblico tivù in vena di aree sfacciate e un tantinello pruriginose, la diversità tra la platea di Fazio e quella dell’impero della De Filippi (ossequiosa, con gli occhi rivolti in basso: “sono molto grata a tutti e due perché mi aiutano a completarmi”), zigzagando su e giù lungo le angolature di “Che tempo che fa” (che la foraggiano ogni puntata di ventimila euro) e il festival di Sanremo (qui saliamo a quota 350 mila) e “Tu sì que vales” (leggi 800 mila per l’intero ciclo). Strada lunga ma tutto sommato, studiate ben bene le pietre che la lastricheranno, parecchio facile.

Scelte le corti giuste, il resto va da sé. Dove trovi il sommo della felicità – che spudoratamente ma colpevolmente io avrei detto di trovare in un area più luccicante: quando al mattino, aggirandosi come una qualsiasi massaia, avendo smesso dieci minuti prima di swifferare per casa (qui vai al capitolo introiti pubblicitari), incontra la signora rumena (leggi lapoveradiavola) che le dice “lo sa che ieri sera mi ha fatto davvero ridere?” e allora “queste sono anche le mie soddisfazioni”. Anche. Dove alla base, perché nasconderlo?, ci stanno le cento “fulairade” o le balengate che la Litti spara ogni domenica a ruota libera. Chiaramente a volte con la riequilibratura delle serietà ad incontrare l’apprezzamento generale. Sono apprezzamenti che ti ricaricano per la domenica successiva, sugli schermi della Nove (magari con qualche preoccupazione di fresca immissione: “ma se trasmigrano tutti qua, avranno poi i soldi ancora per pagarci?”, e questi potrebbero davvero essere problemi; ma lei continuerà afarsidasola e un pezzo di pane lo troverà sempre), dove magari ti attacchi alla foto della Wanda Nara dai mille appigli, a pelo o sporgenti, a cavallo d’un caval, con tanto di querela ma va bene così che tanto anche quelle oggi fanno curriculum e successo. “La bambina che stava seduta sul gradino della latteria è diventata adulta” con l’esperienza di madre a completare le righe di Paolo Griseri. Le ho scorse dall’inizio alla fine, magari anche con una buona manciata di rispetto: ma alla fine ancora mi sfugge quella ”saggezza” che dovrebbe far rientrare la Nostra di diritto tra “i grandi personaggi”. L’abitudine o la pretesa da parte di molti, oggi, di affibbiare ad un immeritevole qualcuno certe etichette di eccessivo prestigio, è uno dei mali della nostra epoca. Con il vociante seguito che ne consegue. E con la scala di valori che si dovrebbe sempre tener presente.

Con il classico modus in rebus in questi anni del tutto azzerato. Qui sono i termini “grandezza” e “personaggio” che fanno a pugni, che prendono a ceffoni quei signori citati sopra. “Capacità di seguire la ragione nel comportamento e nei giudizi; equilibrata prudenza nel distinguere il bene e il male, nel valutare le situazioni e nel decidere, nel parlare e nell’agire”, suona una definizione di “saggezza”: allora alzi la mano chi ci ritrova – ben radicata – la Litti in queste parole. Gliela avete mai vista cucita addosso una “equilibrata prudenza”? una buona dose di valutazione nel parlare? Forse il terreno delle pur svaganti balengate è per lei parecchio più fertile.

Elio Rabbione

Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne, protocollo d’intesa

 

La Città di Torino rinnova l’impegno nel contrastare il fenomeno della violenza di genere attraverso il protocollo d’intesa 2024-2028, redatto dal “Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne”, di cui ne regola il funzionamento, e approvato dalla Giunta comunale su proposta dell’assessore al Welfare, Diritti e Pari Opportunità.

Tra le novità del documento, la possibilità di riunire l’Assemblea aprendola a tutta la cittadinanza ed eventualmente anche ad associazioni che si occupino di diritti e pari opportunità interessate a includere la tematica della violenza sulle donne nel loro statuto; sempre al fine di mantenere aperti la relazione ed il confronto col territorio è anche prevista maggior comunicazione verso i comuni metropolitani torinesi. Altra novità è la formazione prevista per i rappresentanti, che potranno essere suddivisi anche in gruppi di lavoro tematici focalizzati su obiettivi specifici. Parte integrante del testo del protocollo saranno poi la condivisione e l’analisi delle informazioni sulle caratteristiche delle donne accolte dai centri aderenti al Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne, che saranno trattate in forma anonima ai fini del monitoraggio del fenomeno della violenza di genere.

La Città di Torino è da sempre impegnata nel favorire l’uguaglianza e nel contrastare il fenomeno della violenza di genere, a partire dal suo Statuto che nell’articolo 2 prevede la tutela e la promozione dei diritti costituzionalmente garantiti attinenti alla dignità e alla libertà delle persone, contrastando ogni forma di discriminazione. In questa direzione va anche quanto previsto dal più recente Documento Unico di Programmazione 2024-2026 che, approvato nel mese di dicembre 2023, prevede l’azione di operare in ogni ambito dei servizi comunali per il raggiungimento della parità di genere e per il contrasto verso tutte le forme di discriminazione.

A tal fine, già dall’aprile del 2000, nell’ottica della creazione di un raccordo interistituzionale e multidisciplinare permanente tra soggetti pubblici e privati che operano per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, la Città di Torino ha istituito il “Coordinamento Cittadino Contro la Violenza sulle Donne” (CCCVD).

Il Coordinamento, che dal 2017 ha assunto il nome di “Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne” (CCVD), per poter continuare ad operare al meglio e in sinergia con i vari attori pubblici e privati, vede ora la necessità di dotarsi di un nuovo protocollo d’intesa che coprirà il periodo 2024-2028.

Dopo l’inaugurazione della nuova sede del Centro Antiviolenza della Città di Torino, avvenuta il 6 dicembre dello scorso anno, continua così il lavoro della Città nella prevenzione e nel contrasto della violenza di genere, assicurando al tempo stesso accoglienza e protezione in emergenza per le donne maltrattate e per i loro figli, e in questa direzione si inserisce anche la prossima riapertura della casa rifugio della Città di Torino, che tornerà operativa entro l’autunno.

TORINO CLICK

Alpi Bike Experience: cicloturismo in montagna, mtb, e bike e gravel

Sabato 1 e domenica 2 giugno a Luserna San Giovanni

 

Sarà l’area fieristica-sportiva di Luserna San Giovanni a ospitare sabato 1 e domenica 2 giugno Alpi Bike Experience, l’appuntamento dedicato al cicloturismo in montagna e alle attività in mtb, e bike e gravel. Il Festival, nato nel 2023 per volontà di Torino Bike Experience, quest’anno è organizzato in collaborazione con Upslowtour e il supporto de l’Unione Montana Pinerolese  e Turismo Torino e Provincia.

L’idea è promuovere e far conoscere, parlando sia a un pubblico di appassionati sia a curiosi e neofiti,  il cicloturismo in montagna e in alta quota. La sinergia con Upslowtour sposta, inolre, il il focus sui sentieri e sugli itinerari che il Pinerolese e le sue valli offrono ai biker di ogni età.

Pedalare in montagna è stimolante e può essere alla portata di tutti, ma servono i giusti consigli ed accorgimenti, perché la sicurezza e la consapevolezza sono alla base per una piacevole escursione in alta quota.

La peculiarità del Festival? Si presenta con uno spazio di circa 20mila metri quadrati immersi nel verde dell’Area fieristica-sportiva di Luserna (Centro sportivo, località Bersaglio) da dove partono alcuni degli itinerari tracciati da Upslowtour. Saranno proprio le escursioni e le attività in bicicletta il cuore pulsante dell’iniziativa.

L’area di 20mila metri quadrati è suddivisa in due zone: 10mila metri quadrati sono dedicati all’esposizione (qui ci sono anche lo spazio talk e quello dedicato ai workshop), gli altri  10mila ospitano tre piste. Una è per i piccoli bikers, una dedicata al test di gravel ed  e-bike  e una è allestita per il divertimento per gli adulti con ostacoli e passaggi tecnici.

«Alpi Bike è un festival che vuole promuovere il cicloturismo sulle Alpi, fornendo informazioni preziose sulle attività, itinerari e progetti sul territorio montano e premontano  – spiega Alessandro Ippolito, il curatore – Per questo, abbiamo deciso di mettere al centro proprio le escursioni e la guida della bicicletta per tutte le età perché il cicloturismo in montagna necessita di basi tecniche per poterlo affrontare in sicurezza». Per questo, è stato anche previsto uno spazio dedicato proprio ai tracciati: verranno gestiti dai tecnici di ciclismo e istruttori di mtb nazionali e regionali.

«L’iniziativa raccoglie, poi, testimonianze e racconti di grandi sportivi, cicloturisti e biker che parleranno delle loro esperienze. Abbiamo invitato anche biomeccanici e nutrizionisti per fornire utili consigli», continua Ippolito.

Il cartellone della due giorni prevede anche  workshop: i partecipanti potranno approfondire i più svariati argomenti, dalla meccanica di emergenza ai consigli sull’utilizzo delle e-bike, da come preparare il bagaglio per un’escursione in montagna a consigli su come affrontare i sentieri di montagna.

Ben 20 i talk, con ospiti dal mondo delle due ruote. Confermata la presenza di Paola Gianotti, Beppe Conti (che presenta il suo libro “Il giallo del Tour”) e Franco Balmamion (che svela come ha conquistato due maglie rosa).

 

Le novità dell’edizione 2024

L’edizione 2024 di Alpi Bike Experience si presenta con alcune novità. In primis, la nuova sede: il Festival  sbarca a Luserna San Giovanni per offrire una visione del cicloturismo d’alta quota con i percorsi tracciati e promossi da UpSlowTour.

La nuova location traina un’altra novità: l’area test-pista di oltre 10mila metri quadrati, nel verde, adiacente all’area expo. Sarà aperta per tutto il weekend dalle 11 alle 17 (casco obbligatorio).
L’Area Junior è un percorso appositamente creato dai tecnici di ciclismo dedicato ai giovani bikers dai 6 anni in su, per la guida in sicurezza della mtb. Qui potranno divertirsi con le loro biciclette o utilizzare quelle messe a disposizione dal festival.
Il Tracciato mtb e e-mtb è stato invece creato in collaborazione con la Orsi Trail Crew e gli istruttori di mtb nazionali: questa pista si snoda tra le piante su una superficie di quasi 3000 metri quadrati, con passaggi tecnici, ostacoli e strutture create per potersi divertire in sella e provare mtb ed e-bike messe a disposizione dagli espositori.
Il tracciato gravel ed e- bike, infine, è un percorso per provare le bici messe a disposizione dagli espositori e farsi consigliare dagli esperti la posizione in sella più corretta.

Gli amanti del cicloturismo troveranno, altra novità, il Campo Base Ferrino, un’ampia esposizione di tende, attrezzature e accessori per viaggi e cicloturismo. Inoltre, saranno disponibili camper e tende da tetto per le prossime avventure on the road.

Altra new entry, proprio lo spazio camper e tende per accogliere cicloviaggiatori e cicloturisti (10 euro a notte comprensivo di corrente elettrica e carico+scarico con prenotazione obbligatoria; in alternativa, spazio tende gratuito fino a esaurimento spazi, con wc ma senza docce).

I numeri

Nel 2024 lo spazio Expo vedrà presenti 30 espositori, distribuiti su una superficie di 10mila metri quadrati.

I talk in programma nella due giorni saranno 20: sono tutti calendarizzati nei pomeriggi di sabato e domenica.

I workshop sono 8, quattro le escursioni, dedicate a e-bike, gravel e bici da corsa e una alle famiglie.

Tutte le attività sono gratuite.

Sabato 1 e domenica 2 giugno apertura alle 10, con attività dalle 11.

Sabato sera viene organizzato il “Bike Party” (dalle 19) con giochi in bicicletta, premi messi a disposizione dagli espositori e dai partner del Festival. Prevista musica, cibo e birra artigianale.

La chiusura è domenica alle 18.

E’ consigliata la prenotazione su https://alpibike.it/

IL CALENDARIO DEI TALK

Sabato 1 giugno

ORE 11.  “Progetto Upslowtour  – Pinerolese terra di bici”, a cura di Upslowtour.

ORE 14. “Montagne Vicine e Lontane“, a cura di Elena Zappia.

ORE 15. “Come l’acqua e l’olio: conciliare fotografia e ciclismo in quota”, con Edoardo Frezet – Cicloreporter.

ORE 15,30.  Paola Gianotti propone “I viaggi di un’ultracyclist”.

ORE 16,30. “La mia doppietta in maglia rosa”. Con Franco Balmamion.

ORE 17. Beppe Conti presenta il suo libro “Il giallo del Tour”.

ORE 18. “Graziella Extreme”, con Erich Costantino.

ORE 18,30. “Build&Care – L’esperienza dei trail builder”, con Luca Paliotti – Orsi+Babi.

ore 19. “Bike Party”, con giochi a premi in bicicletta, musica, ottimo cibo e birra artigianale piemontese.

DOMENICA  2 giugno

ORE 11. Docufilm  “Sotto il cielo del Tibet”.

ORE 14. “I consigli biomeccanici” di Sport 3D.

ORE 14,30. “Preparazione atletica per le varie discipline di bike”. A cura di  Edoardo Bonetto.

ORE 15. “Il richiamo delle vette. Granfondo Sestriere – Colle delle Finestre e Assietta Legend”. Con Aldo Peinetti.

ORE 15,30. “Monviso Bike Marathon – la Randonnèe Alpina 2024”, a cura di Monviso Bike.

ORE 16. “La funzione dell’accompagnatore cicloturistico nelle escursioni in bike”, a cura di Maurizio Cavallero.

ORE 16,30. “L’avventura inizia fuori dal cancello di casa: com’è nata la Gravel del Mais”. Con Riccardo Bessone.

ORE 17. “Nord Ovest Round 2024, la 300km che affronta le salite PPM del Pinerolese”, a cura di Torino Bike Experience.

ORE 17,30. “Miele e latte da erba, energia e benessere”. Con la Beecicletta e FitMilk.

LE ESCURSIONI

Quattro le escursioni gratuite, organizzate in collaborazione con UpslowTour e gli accompagnatori cicloturistici della Regione Piemonte,

Sabato 1 giugno
ORE 11: “In e-bike alla scoperta della Val Pellice”
35km, 960D+, difficoltà: BC/BC.
Un’escursione per cicloescursionisti di buone capacità tecniche. Partenza dai campi sportivi di Luserna San Giovanni in direzione Torre Pellice, per proseguire in direzione Pian Pra e – una volta imboccata la strada sterrata – si sale immersi nei boschi di castagni, con scorci su Villar Pellice e Bobbio Pellice. Arrivati a Pian Pra (quota 1155 mt) l’escursione continua lungo l’anello 7 Upslowtour e – scendendo su asfalto – passa da Rorà, Fonte Valmora e Luserna Alta per tornare al punto di partenza. Per chi avesse difficoltà in salita – le pendenze sono intorno al 5/6% – è possibile tagliare il giro a Pian Pra, scendendo su asfalto direttamente a Rorà.

ORE 14: “Gravellando nel Pinerolese”
40km, 900D+, difficoltà: medio/facile.
Un’escursione per scoprire il pinerolese in salsa gravel. Partendo dai campi sportivi di Luserna San Giovanni, si pedala su un misto di sterrato e asfalto – con tratti in leggera salita – in direzione Torre Pellice. Facendo attenzione in discesa (pendenze intorno al 16%), giunti a fondovalle si risale costeggiando il torrente Angrogna fino al bivio che porta in Loc. Serre (pendenze intorno all’8%). Arrivati in cima si oltrepassa il Museo delle Donne Valdesi, proseguendo in Loc. Odin dove è presente una delle caratteristiche scuole Beckwith. Si procede poi su strada sterrata fino alla Loc. Gheisa D’la Tana, un luogo caratteristico dove si riunivano i Valdesi a pregare. Alternando tratti di sterrato e asfalto su strade secondarie si scende fino ad arrivare a Bricherasio, Località Ciabot dle Masche per poi tornare nel Comune di Luserna, passando per il Payer, fino ai piedi dell’Osservatorio astronomico. Pedalando sulla strada panoramica, l’escursione riporta sulla strada fatta all’andata, ripercorrendola in senso opposto.

Domenica 2  giugno
ORE 11: “In bici da corsa verso il Colle Vaccera”

30km, 1000D+, difficoltà: buon allenamento richiesto.
Un’escursione per chi ama la bici da corsa, le pendenze a due cifre e ha già un buon allenamento sui pedali.
Partendo dai campi sportivi di Luserna San Giovanni si pedala sulla ciclabile in direzione Torre Pellice, dopo una leggera salita si prosegue risalendo la strada della Val d’Angrogna. Quest’ultima è accompagnata da tratti boschivi ed ombreggiati, con una pendenza media del 6,7% e una pendenza massima del 13% (tutto l’itinerario sfiora spesso pendenze a due cifre). Dopo il bivio per località Sonagliette, s’incontra un altro segmento ripido al 13% a cui seguono tratti in cui riprendere le forze. Si ritorna poi a superare pendenze a due cifre fino a 1km dalla Vaccera, a quota 1.480. Il ritorno è sullo stesso tratta della salita, con la variante che giunti al bivio della Sea si scende verso il capoluogo di Angrogna, per poi proseguire sulla provinciale sino al punto di partenza.

ORE 14: “Pedalando in famiglia”
26km, 160D+, difficoltà: facile.
Un’escursione facile e panoramica, adatta a tutta la famiglia.
Partendo dai campi sportivi di Luserna San Giovanni, si costeggia la vecchia ferrovia in direzione Bricherasio. Pedalando lungo la strada vecchia di San Giovanni, si incontrano allevamenti di bovini e ovini, piantagioni di kiwi, mirtilli e distese di ulivi con la Rocca di Cavour in bella vista. Arrivati a Bricherasio, si imbocca la pista ciclabile realizzata sul sedime della vecchia ferrovia Bagnolo/Barge dove si possono ammirare le cime del Monviso del Friolan e il Vandalino. Circondati da frutteti, si attraversano i Comuni di Campiglione Fenile e Bibiana fino a destinazione per poi tornare ripercorrendo l’itinerario nel senso opposto.

IL PROGRAMMA DEI WORKSHOP

Sabato 1 e domenica 2 sono in programma i seguenti workshop.

ORE 11. MECCANICA DA CAMPO

Dall’esperienza di un meccanico e guida mtb, trucchi e consigli per risolvere i piccoli problemi che possono presentarsi durante un’escursione in montagna. Inoltre, focus su cosa portarsi nello zaino e come utilizzarlo al meglio. A cura di Stefano Benech e Massimo Aymo.

ORE 12. LA SCELTA DEL BAGAGLIO NEL CICLOTURISMO ALPINO

Zaino o Bikepacking? Incontro sulle diverse tipologie di bagaglio adatto a ogni escursione. A cura di Cristina Pidello.

ORE 15. I PRIMI PASSI IN MTB E LA GUIDA IN ALTA MONTAGNA

I sentieri e le mulattiere sono di tutti, ma il rispetto del terreno e del territorio ne permette una corretta fruizione e, soprattutto, la salvaguardia degli ecosistemi alpini e montani. Cosa fare e come comportarsi, norme e normative. A cura di Fabrizio Frairia.

ORE 16. E-BIKE GESTIONE MOTORE

Focus su come sfruttare al meglio il motore, ottimizzare i consumi, migliorare l’autonomia della batteria, uscendo in sicurezza per godersi un’escursione alpina in e-bike. A cura di Mauro Bertana e Umberto Palmero.

“Onda Pazza”. Tutti i numeri degli studenti coinvolti a Torino

Un successo il progetto nazionale  e i lavori prodotti

 

Ospiti testimoni antimafia come Luisa Impastato, Arianna Mazzotti, Beatrice Federico, Celeste Costantino e Alessandro Gallo

Martedì  21 maggio 2024, nella sala dell’ex Oratorio del Palazzo dei Musei di Modena, si è svolto l’evento di chiusura del progetto nazionale di legalità nelle scuole “Onda Pazza – il filo della memoria”, finanziato dal ministero dell’Istruzione e del Merito.

I testimoni

Dopo il benvenuto dei responsabili di due dei diversi soggetti che hanno realizzato il progetto, attraverso i responsabili Alessandro Gallo (associazione Caracò), Caterina Gambetta, project manager, e Stefano Tè, direttore artistico, del Teatro dei Venti, c’è stato l’intervento dei testimoni della legalità che hanno partecipato all’avvio dei diversi programmi nelle scuole. Luisa Impastato, nipote di Peppino, assassinato dalla mafia in Sicilia, Arianna Mazzotti, nipote di Cristina, vittima innocente della ‘ndrangheta, Beatrice Federico, moglie di Raffaele Pastore, che nel 1996 venne ucciso dalla camorra dopo la denuncia per racket di due anni prima, Celeste Costantino, che si occupa da sempre di politiche culturali, tematiche di genere, comunicazione e mafie, e Alessandro Gallo, figlio e nipote di due esponenti importanti della camorra napoletana degli anni ’80 che, grazie al teatro, capì ben presto da che parte stare, decidendo di tenersi lontano dalla malavita, anzi combattendola attivamente.

La presentazione

A seguire, sono stati proiettati gli estratti del video finale prodotto da Caracò nelle sette regioni coinvolte e presentati i prodotti realizzati dagli studenti: graphic novelpodcast e video. Infine, è stato dato spazio alle letture di brani del libro “La giusta parte”, edito da Caracò. Questo lavoro racconta, in un continuum armonico di verità, emozioni e rabbia civile, la lotta quotidiana di una serie di persone, che hanno scelto, tra le tante alternative possibili, quella più impegnativa: stare dalla giusta parte.

Cos’è il progetto “Onda Pazza”

“Onda Pazza – il filo della memoria” è un progetto che si è proposto di creare momenti di riflessione e divulgazione sul tema della legalità e della memoria coinvolgendo le scuole di 7 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna). Il programma ha previsto incontri con testimoni dell’antimafia che hanno promosso, negli istituti scolastici che hanno aderito al progetto, laboratori creativi con l’obiettivo di realizzare materiali originali da diffondere a livello nazionale.

I partner

Le realtà coinvolte, oltre Teatro dei Venti e Caracò sono: FNAS – Federazione Nazionale delle Arti in Strada, Stalker Teatro, CRAB Teatro (Piemonte), Teatro Invito, Pandemonium Teatro (Lombardia), Emiliano Valente, Emanuele Di Giacomo, Valentina Virgili (Lazio), ProPositivo (Sardegna), TeatrInGestAzione, Baracca dei Buffoni (Campania), Genìa Labart (Sicilia).

I lavori degli studenti del Piemonte

In Piemonte sono state prodotte 2 graphic novel, con la classe 4I dell’I.I.S. “C. Vittorini” di Grugliasco e la classe 4BS dell’ I.I.S.S. “O. Romero” Rivoli, entrambi in provincia di Torino. Partendo dalle riflessioni che sono emerse dall’incontro con la testimone, Arianna Mazzotti, si è analizzata insieme ai ragazzi la storia e la nascita della mafia, al fine di fornire gli strumenti per meglio comprendere il fenomeno. Laboratorio artistico a cura dell’Associazione Crab sotto la guida dell’esperto formatore e attore Pierpaolo Congiu e del fumettista Luca Ferrara, in collaborazione con Francesca Bonetto, referente di FNAS, che ha fornito ai ragazzi una panoramica sulla storia delle mafie come fenomeno globale.

Sono stati realizzati, poi, 3 video, tre storie di vittime innocenti di mafia, con la voce fuori campo di alcuni studenti e studentesse. Tale narrazione è arricchita dal linguaggio artistico del paper work, l’uso di creazioni di carta che, disegnate e poi composte, danno vita a quanto trattato nel racconto. Il Laboratorio creativo è stato condotto da Stefano Bosco, Gigi Piana e Giulia Morlino di Stalker Teatro, con la classe 4A dell’I.I.S. “J.C. Beccari” di Torino. In totale sono stati 61 gli studenti coinvolti.

“Il progetto Onda Pazza ha sensibilizzato le giovani generazioni sui temi della memoria e del contrasto alle mafie, attraverso lo sguardo dei testimoni dell’antimafia. Con questo progetto abbiamo esercitato la memoria delle vittime innocenti di mafia attraverso i linguaggi creativi dei ragazzi e delle ragazze delle 35 classi delle 7 regioni che hanno partecipato al percorso”, ha dichiarato Alessandro Gallo, direttore scientifico del progetto e presidente dell’associazione Caracò.