ilTorinese

Eurojunior di Vilnius. Curtis oro con la 4×100

L’Italia conquista con le staffette 4×100 stile libero le prime due medaglie d’oro ai campionati europei junior di nuoto, cominciati martedì alla piscina Lazdynai di Vilnius, in Lituania.

Nella staffetta femminile apre Chiara Sama (56″27) che cede il testimone alla piemontese l’olimpica Sara Curtis (CS Roero) che dopo una frazione da 54″74, cede la scena a Cristiana Stevanato (55″12) e a chiudere Caterina Santambrogio (54″99): vincono in 3’41″12, precedendo di un centesimo la staffetta francese e la Germania (3’41″60).

L’allieva di Thomas Maggiora conquista anche la finale dei 50 Dorso nuotando con un crono da 28’’50 nella semi.

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Trovato uomo morto in casa da una settimana

Ieri in via Alfiano a Torino  al quarto piano del palazzo in cui abitava è stato trovato un uomo privo di vita.

Il  medico legale ha stabilito che la vittima, una guardia giurata, è deceduta per cause naturali.

La morte risalirebbe a una settimana fa. Sul posto i carabinieri e la polizia locale, i vigili del fuoco e il 118.

Giugno 1855, Baudelaire e l’eresia dei fiori del male

 

Ma jeunesse ne fut qu’un ténébreux orage, traversé çà et là par de brillants soleils; le tonnerre et la pluie ont fait un tel ravage, qu’il reste en mon jardin bien peu de fruits vermeils ” (Non fu che fosca tempesta la mia giovinezza, qua e là solcata da rilucenti soli;il tuono e la pioggia ne han fatto un  tale strazio da lasciare nel mio giardino solo qualche vermiglio frutto). Versi potenti, tratti da L’ennemi, il nemico, una delle poesie che Charles Baudelaire raccolse nei suoi Les Fleurs du Mal. Era il 1°giugno 1855 quando, per la prima volta, la Revue des Deux Mondes pubblicò, con tanto di nota cautelativa per violenza, diciotto poesie di Baudelaire dal titolo I Fiori del Male, opera che subito destò scalpore e fu censurata. Ma la censura e la critica de Le Figaro non bastarono a celare l’opera e, infatti, il grande pubblico fu subito attirato dal lavoro.  Così I Fiori del Male sbocciano in quel lontano primo giugno, per poi essere pubblicati in prima edizione il 25 giugno del 1857, con 100 poesie suddivise in 5 sezioni e messi in vendita in circa 1100 esemplari, dagli editori Poulet-Malassis et De Briose. Le liriche di Baudelaire conobbero nuovamente e con più vigore l’asprezza della censura dei benpensanti, conseguenza naturale dello scalpore sollevato dall’audacia dei componimenti e dall’anticonformismo dei temi trattati che sconvolsero l’intero mondo letterario europeo. Il 20 agosto si celebrò a Parigi il processo penale contro l’autore e l’editore, accusati di pubblicazione oscena. Pubblico ministero era Ernest Pinard, lo stesso che qualche mese prima aveva pronunciato la requisitoria contro Madame Bovary di Flaubert. Baudelaire e Poulet-Malassis furono condannati a pene pecuniarie e alla soppressione di sei poesie. Negli appunti scritti per il suo avvocato per la difesa, Baudelaire diceva: “Il libro deve essere giudicato nel suo insieme: solo così si può coglierne la terribile moralità”. Il 30 agosto Victor Hugo gli scrisse: “I vostri Fiori del male risplendono e abbagliano come stelle […]”. E pensare che Baudelaire voleva intitolare la sua opera Les lesbiennes, le lesbiche, allo scopo di provocare quella gente che tanto disprezzava. Nonostante la censura e le critiche feroci che subì a quel tempo, il capolavoro di Baudelaire si diffuse in tutta Europa e ancora oggi i Fiori del Male è considerata una delle opere più innovative e influenti dell’Ottocento. Colpito da ictus, parzialmente paralizzato e divorato dalla sifilide ormai all’ultimo stadio morì ancora giovane a 46 anni il 31 agosto 1867 a Parigi dove venne sepolto nel cimitero di Montparnasse. E’ in quella tomba di famiglia senza alcun particolare epitaffio, insieme al detestato patrigno detestato e alla madre, morta quattro anni dopo, che riposa uno dei più famosi poètes maudits. Non mancano mai un fiore o un biglietto per l’autore dello Spleen di Parigi e vale sempre la pena di brindare al talento di Baudelaire, accompagnando il tutto con gli ultimi versi de Le osterie di Alda Merini che, ricordandolo, scriveva che in quei luoghi popolari “ci sta il nome di Charles scritto a caratteri d’oro”. À votre santé!

Marco Travaglini

Che estate al “Forte di Bard”!

Dal sold out de “Il Volo” all’attesissimo recital di Roberto Saviano fino alla grande danza internazionale

Dal 6 luglio al 31 agosto

Bard (Aosta)

Luci sul palcoscenico di “Estate al Forte di Bard”. Da sabato 6 luglio a sabato 31 agosto, sarà un incalzante susseguirsi di spettacoli musicali, danza e tante occasioni di divertimento con artisti di fama internazionale, ma anche di riflessione e dibattito su tematiche di stringente attualità, a partire dai drammatici conflitti a Gaza fino ai cambiamenti climatici e al loro impatto sulla vita di milioni di persone. Sottolinea Ornella Badery, presidente del “Forte”: “Il palinsesto di ‘Estate al Forte’ riserva in questa edizione occasioni di riflessione e momenti di spettacolo di assoluto valore. La rassegna illumina di appuntamenti la Bassa Valle ed è motivo di arricchimento culturale per il territorio, consentendo di attrarre migliaia di presenze non solo dall’Italia ma anche dall’estero con un positivo impatto in termini turistici”.

A partire dalla musica, i nomi degli artisti invitati la dicono già lunga sull’importanza della rassegna. Il via sabato 6 luglio (ore 21,30)  con il concerto del trio più celebre della musica italiana nel mondo, “Il Volo”, che porta a Bard i nuovi successi della tournée “Tutti per uno”. Lunedì 5 agosto un tuffo negli anni ’80 con “La macchina del tempo. Bard Fest ’80”. Sul palco alcuni degli artisti che hanno segnato un’epoca, da Ivana Spagna a Johnson Righeira, da Gazebo a Tracy Spencer.

Attesissimo il recital di Roberto Saviano che al “Forte” presenta “Appartenére”, un viaggio inedito nella vita intima del potere criminale. Si tratta dell’adattamento teatrale del suo nuovo libro “Noi due ci apparteniamo” edito da “Fuoriscena”. L’appuntamento è per domenica 7 luglio, alle 21, nella Piazza d’Armi. Nella stessa giornata di domenica, sarà possibile scoprire gli inediti percorsi del “Forte di Bard” in occasione della sua partecipazione alla “Giornata nazionale Fortezze aperte”promossa con “Fortinrete”. In programma visite guidate gratuite su prenotazione alle 11e alle 15 (Tel. 0125 833811prenotazioni@fortedibard.it)

Sabato 13 luglio, debutta “Aosta Classica al Forte di Bard” con uno dei maestri della musica italiana: Roberto Vecchioni. Venerdì 19 luglio un suggestivo spettacolo di danza ed effetti visivi: lo show “Blu Infinito” dell’ “Evolution Dance Theater”, mentre sabato 20 luglio il pubblico accoglierà la cantautrice canadese Loreena McKennitt, che torna in Italia per celebrare i trent’anni dell’uscita di “The mask and mirror”. Infine, quarto e ultimo appuntamento con un altro grande protagonista della musica italiana, Edoardo Bennato, giovedì 1° agosto.

Gli spettacoli si interrompono, giovedì 18 luglio, con l’organizzazione di una “Serata solidale” a sostegno delle attività della “Fondazione Custódia São Francisco de Assis Guiné-Bissau”, diretta da Padre Michael André Daniels, originario di Donnas. L’evento è organizzato dal “Forte” in collaborazione con il Comune di Donnas, nell’ambito della mostra fotografica, in corso al “Forte” fino al 21 luglio, “Non c’è più tempo. La crisi climatica nelle immagini dell’Agence France-Press”, ottima e suggestiva occasione per riflettere sulle tematiche correlate alle conseguenze dei cambiamenti climatici sul Pianeta.

Evento davvero unico per gli appassionati della danza “Una noche con Sergio Bernal”. Il re incontrastato del “flamenco” sarà protagonista, sabato 27 luglio (ore 21,30) di uno  spettacolo affascinante ispirato alla cultura gitana, tra vertiginosi assolo e raffinati “pas de deux” e “pas de trois”, con la direzione artistica di Ricardo Cue, mentre sono assicurate sonore risate con  il comico e conduttore tv Max Angioni, che, sabato 30 agosto (ore 21,30) presenterà il suo nuovo spettacolo dal titolo “Anche meno”.

Gli spettacoli sono tutti in prevendita su Ticketone.it.

Da segnalare ancora, per “Forte di Bard Incontri”, domenica 18 agosto (ore 21) in collaborazione con la “Libreria Mondadori” di Ivrea, l’incontro con Gino Cecchettin che presenterà il libro dedicato alla figlia, vittima di femminicidio, dal titolo “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia”.

In chiusura, sabato 31 agosto, sotto la direzione scientifica della rivista online “Le Grand Continent”, si terrà un incontro sul tema “Tra Gaza e Kiev, fratture della guerra estesa”, con protagonisti della politica italiana e del giornalismo che si confronteranno sugli sconvolgimenti geopolitici in corso. L’ingresso ai due appuntamenti è gratuito con prenotazione obbligatoria (Tel.0125/833811 o prenotazioni@fortedibard.it). Il “Forte di Bard” sarà aperto tutti i giorni, lunedì inclusi, a partire dal 29 luglio sino all’8 settembre nei consueti orari: feriali 10/18, sabato, domenica e festivi 10/19.

g.m.

Nelle foto: “Il Volo” (Sanremo 2024), Roberto Vecchioni, Sergio Bernal (Ph. Jack Devant), Edoardo Bennato (Ph. Daniele Barraco)

Quando piangere fa bene

Non piangere! ci hanno detto spesso cercando di calmare la nostra sofferenza e provando a convincerci che non serve a nulla se non ad autoalimentare nostro il dolore. Il tentativo di fermare le nostre lacrime, certamente dovuto al dispiacere di vedere una persona cara affliggersi, è un atto premuroso e solidale mirato a farci riconquistare il nostro equilibrio emotivo, ma non è sempre corretto e funzionale.

Piangere fa bene, le lacrime che rilasciamo in risposta ad un dispiacere o ad una gioia, quelle emozionali dunque, contengono differenti elementi chimici come il cortisolo, l’ormone dello stress, la leucina-encefalina, una endorfina e anestetico naturale, e la prolattina che, fuoriuscendo dai canali lacrimali interni ai nostri occhi, procurano sollievo aiutandoci ad eliminare le tossine prodotte dallo stress. Diversi studi sostengono chiaramente che piangere è utile, che ci aiuta a stare meglio, che  ha la capacità  di stemperare e sciogliere lo stress sbloccando pesanti macigni emotivi sepolti nella nostra mente in grado di causare spesso disturbi fisici e psicologici.

Attualmente la scienza si sta occupando molto di questo “fenomeno secromotore” (rilascio di sostanze chimiche da parte delle ghiandole), promuovendone la validità e la pratica, ma già nell’antichità importanti personalità come Ippocrate ne hanno riconosciuto la valenza attribuendogli una funzione precisa: “la purificazione del cervello dagli eccessi umorali”.

Le donne piangono in media 5 volte al mese mentre gli uomini 1,questa differenza ha a che fare sicuramente con questioni ormonali, sembra infatti che la maggiore produzione di prolattina nelle donne possa esserne la causa, ma c’è da dire che i condizionamenti sociali e culturali influiscono significativamente sull’esternazione delle manifestazioni emozionali esplicite come il pianto che talvolta è ritenuto imbarazzante e viene connotato come sgradevole e “poco virile”.

Nel libro La filosofia delle lacrime Marco Menin, in un interessante un excursus storico, ci racconta invece che tanti uomini celebri e persino gli dei hanno pianto molto; piangeva Alessandro Magno, Gesù sulla tomba di Lazzaro e per Rousseau le lacrime costituivano la “prerogativa dell’uomo morale” e affermava di averne versate molte.

Insomma che sia di gioia ma soprattutto di dolore, che ci ponga in una posizione di imbarazzo facendo trasparire la nostra momentanea e terrena fragilità o che metta erroneamente in discussione la mascolinità, trattenere il pianto non fa bene; è il primo segnale informativo che emettiamo appena nati, è una forma di comunicazione che, sia da bambini che da adulti, ci aiuta a manifestare i nostri bisogni e le nostre necessità, crea empatia e solidarietà, è un “messaggero chimico” di emozioni legittimo che non deve suscitare in tutti noi nessuna vergogna nè minare la nostra autostima.

Maria La Barbera

“The Goodness Factory” festeggia il decennale con “Open Machine”

“10 Years Party”

Giovedì 4 luglio, dalle 19

“Un insieme di professionalità” o un “unione fra un’Associazione no profit e un’azienda culturale”. O, meglio, entrambe le cose. Questo è “The Goodness Factory”, co-fondatrice di “OFF TOPIC” (hub culturale della Città di Torino), nonché produttrice, organizzatrice e comunicatrice di ormai noti Festival come “_resetfestival”“Mind The Gap” e “MEMISSIMA”. E, ancora, “macchina creativa” e collaborativa di tante altre realtà culturali, torinesi e non. Il tutto profuso in 10 anni di attività impegnativa, faticosa ma “divertentissima”, segnati dall’intelligente creatività delle due menti fondatrici Annarita Masullo e Daniele Citriniti. Dieci anni pieni da non lasciar passare inosservati. Ci mancherebbe! Da festeggiare, invece, alla grande. 4 luglio 2014 – 4 luglio 2024: dunque, giovedì 4 luglio prossimodalle 19, sarà grande festa per la prima decade della “Factory”, con un favoloso “10 Years Party – Mai Staty Tanto Freschy”, negli spazi di “OFF TOPIC”, in via Giorgio Pallavicino 35, a Torino, dove “Goodness” è da sempre di casa.

Ad aprire la grande festa sarà OPEN MACHINE”. Non una jam, ma molto di più: uno “studio di registrazione” live e un happening, una performance inedita, l’occasione “per vivere dal vivo i meccanismi della produzione musicale e veder nascere sinergie fra gli artisti e le artiste che si esibiscono”.

Il tutto non realizzato su un palco, ma direttamente in mezzo al pubblico che assiste alla performance, interagisce, contribuendo alla sperimentazione musicale, immerso in un autentico momento di creazione artistica. Il format ideato dal Maestro Vittorio Cosma e prodotto fin dai suoi esordi da “The Goodness Factory”, in questi anni è stato esportato un po’ ovunque: “Gallerie d’Italia” di Milano e Torino, “Triennale Milano”, “Lazzaretto” di Bergamo, “Teatro Romando” di Brescia e tanti altri luoghi coinvolgendo nomi come Motta, Venerus, Whitemary, Jeremiah Fraites of “The Lumineers”, Daniela Pas e altri protagonisti della scena musicale italiana.

Dopo “OPEN MACHINE”, il party proseguirà sempre a “OFF TOPIC” con il dj set “Black Music ed Electro” a cura di Indro Montanello e Pedro Faylla.

In occasione dell’evento Annarita Masullo e Daniele Citriniti racconteranno questi primi 10 anni e quelli che verranno ancora, nell’ambito della scena culturale torinese e nazionale.

In quel 2014 – racconta Annarita Masullo – ci sono stati giorni in cui ‘biscottate per cena’ e neanche una lira nelle tasche. Ma quante risate e quante, quante idee pazzesche! La più bella di sempre si chiama ‘The Goodness Factory’. Volevamo uno spazio libero, indipendente davvero dagli schemi, volevamo un posto gentile, un’intelligenza collettiva. Volevamo progettare sogni. Ci siamo riusciti! Da lì a qui ‘Goodness’ l’hanno attraversato tantissime persone e una quantitá meravigliosa di idee e progetti. Quanta strada in dieci anni! Quanta fatica, ma quanta bellezza!

E Daniele Citriniti prosegue: “Se una quindicina d’anni fa da musicista avessi guardato dall’esterno ad una realtà come ‘The Goodness Factory’ credo che sarei rimasto colpito nel vedere una realtà capace di ibridare tanto, lavorare nell’industry a livello nazionale e internazionale e al contempo rimanere aperta e accessibile, con i piedi per terra e senza un mood ‘esclusivo’. Sarei sicuramente stato anche molto sorpreso di trovarla a Torino. Evidentemente non è un caso che questo sia ‘Goodness’ e che Torino sia stata la città dove germogliare. Era un bisogno al quale dover dare una risposta e per me ne è valsa la pena con il senno di poi, finisse anche tutto domani. Molta cura donata, non senza qualche passo falso e grandi fatiche, ma tante persone, idee scambiate ed esperienze, sperimentate, alcune fallite, altre volate. Questo è ‘Goodness’, ancora dopo 10 anni, una folle sperimentazione, non stop, complessità creativa, aperta e partecipata”.

 

Per info: “The Goodness Factory”, via Faà di Bruno 2, Torino; www.thegoodnessfactory.it

 g.m.

 

Nelle foto: Immagine guida, “The Goodness Factory”

Gustavo Gonzalez, CEO di Agreenet a “Parla con me”

Less food waste for a fresher future

Giovedì 4 luglio una nuova puntata di “Parlami di Spreco”powered by “Parla con Me”, condotta da Simona Riccio – Agrifood & Organic Specialist e Founder di Parla Con Me®intitolata: Less food waste for a fresher future, avrà come ospite Gustavo Gonzalez, CEO di Agreenet.

Agreenet è una startup italiana che sta rivoluzionando il mondo del food sviluppando soluzioni innovative per estendere la shelf-life dei prodotti freschi e combattere lo spreco alimentare. Tra le loro innovazioni spicca PìFresc, una tecnologia all’avanguardia che, applicata come uno sticker sull’imballaggio, è in grado di ritardare la comparsa della muffa di almeno 7 giorni, riducendo lo spreco fino al 74%. Questa soluzione naturale è particolarmente efficace per frutti non climaterici come agrumi, uva da tavola, fragole, frutti di bosco e ciliegie.

Gli obiettivi di Agreenet sono chiari: ridurre lo spreco alimentare lungo l’intera filiera e a casa del consumatore, aumentare i ricavi e i profitti per produttori e distributori, e offrire una soluzione sostenibile in linea con le politiche ambientali e normative sul packaging. Il team di Agreenet, giovane ma esperto, è impegnato nello sviluppo di ulteriori tecnologie a supporto della filiera agroalimentare e sta raccogliendo capitali da fondi di Venture Capital per espandere la produzione e la commercializzazione.

In diretta sui seguenti canali:

Maltempo, Ruffino (Az): più risorse per messa in sicurezza territori

“Quanto successo a causa del maltempo in Piemonte è particolarmente significativo, perché sono state toccate delle zone, in particolare il Canavese, che erano considerate sicure. Come gruppo Azione-Per da tantissimo tempo chiediamo una continuità di finanziamenti e di stanziamenti legati alla messa in sicurezza dei territori, perché ai cittadini occorre dare risposte, non bastano le richieste dello stato di calamità naturale”. Lo ha detto in Aula, alla Camera, Daniela Ruffino, deputata piemontese di Azione. “I piemontesi – ha aggiunto – si sono subito rimboccati le maniche e messi al lavoro, come altre nostri connazionali in passato, ma c’è un abbandono del territorio che deve far riflettere Ad ogni disastro, ad ogni emergenza, viene fatta una richiesta dei fondi, ma non si sa se poi questi fondi arriveranno davvero. Serve un cambio di passo – ha concluso – perché ci sono rischi enormi e gli italiani hanno invece diritto alla sicurezza”

“L’estensione delle Fasce fluviali del Po penalizzerà gli agricoltori”

 

 

 

Comprendiamo la necessità di rivedere, dopo tanto tempo, le Fasce fluviali ma di pari passo andrebbero adeguati anche i vincoli previsti al loro interno, perché negli anni sono cambiate le condizioni meteo-climatiche tipiche di quei territori. Un ampliamento delle Fasce, oltre a comportare limitazioni anche importanti all’attività agricola in generale, basti citare le restrizioni che verranno imposte alla pioppicoltura, rischia di incidere in modo particolarmente grave sugli allevamenti zootecnici. Ci saremmo aspettati un maggior coinvolgimento in fase preliminare e non, come spesso accade, a decisioni ormai assunte.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, è preoccupato per le conseguenze del “Progetto di aggiornamento del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po e del PGRA del Distretto idrografico del fiume Po” che, di fatto, allarga le cosiddette “Fasce A” dell’asta del Po e dei suoi principali affluenti, ossia aree adiacenti ai corsi d’acqua dove sono vietate numerose lavorazioni agricole.

 

L’Autorità di Bacino del fiume Po sta procedendo, infatti, a una ridefinizione delle fasce fluviali, operazione che comporta, nella maggior parte dei casi, un loro allargamento, dovuto essenzialmente a ragioni di sicurezza idraulica. L’area interessata dalle modifiche ricade per la maggior parte in provincia di Cuneo, ma l’Autorità di bacino prevede di estendere in tempi brevi l’attività di revisione all’intera regione.

 

Per quanto riguarda i vincoli alla zootecnia va ricordato che le attuali Fasce A e B dei fiumi piemontesi sono già state classificate tra le zone vulnerabili dai nitrati (ZVN), in ultimo con il D.G.R. n. 27-7198/2023/XI del 12 luglio 2023, circostanza che comporta notevoli appesantimenti gestionali per le aziende agricole con terreni ricadenti al loro interno. Adesso, se anche gli ampliamenti dovessero rientrare nelle ZVN, ci sarebbero difficoltà ancora maggiori nello smaltimento dei reflui zootecnici, con risvolti economici non trascurabili e un reale pregiudizio allo svolgimento dell’attività di allevamento.

Dato l’impatto che la maggiore estensione delle Fasce fluviali avrà sul settore agricolo chiediamo alla Regione di attuare in tempi brevi un’azione di concertazione con le organizzazioni agricole, per valutare in modo approfondito sia le conseguenze e la sostenibilità della nuova perimetrazione, sia le ricadute sulle aziende zootecniche di un possibile ampliamento delle ZVN”, conclude il presidente Allasia.