ilTorinese

Danni per il nubifragio a Beinasco

A causa di un intenso ed eccezionale fenomeno temporalesco che si è abbattuto su Beinasco e dintorni, si sono verificati alcuni allagamenti locali e la caduta di alberi e rami, causando disagi alla circolazione in diverse aree.

“Siamo al lavoro per ripristinare la normale viabilità e garantire la sicurezza di tutti i residenti”, informa il Comune su Facebook.

Cerimonia al Colle del Lys

Ieri il Comitato Colle del Lys ha celebrato la  memoria della resistenza a 80 anni di distanza dal sacrificio di uomini e donne per la libertà e contro il nazifascismo. Presente la Città metropolitana di Torino, è intervenuto il consigliere metropolitano delegato all’ambiente e ai parchi Alessandro Sicchiero portando anche il saluto del sindaco metropolitano Stefano Lo Russo. Tra le autorità il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia. (Facebook Città Metropolitana di Torino)

Il mosaico medievale tra il mondo antico e la ruota della fortuna

Restauro e allestimento all’interno del Museo Diocesano

Una lunga storia accompagna ormai il grande mosaico che, realizzato tra il 1170 e il 1190 nella chiesa di San Salvatore – fondata alla fine del 300 d.C., ricostruita nei primi decenni dell’anno 1000, a tre navate con un tetto a capriate, per essere distrutta alla fine del Quattrocento e far posto all’attuale duomo voluto dal vescovo Domenico della Rovere e dovuto ad Amedeo da Settignano conosciuto meglio come Meo del Caprino -, venne alla luce, nel corso di lavori di manutenzione, nel 1909: scoperta documentata da testimonianze, descrizioni, fotografie. I frammenti, rimossi, furono in un primo momento ospitati presso l’antico Museo Civico per essere in seguito ricomposti a Palazzo Madama nell’allestimento inaugurato da Vittorio Viale nel 1934. Nel 1996, nuovi scavi nell’area portarono il mosaico a essere ricollocato sul fianco del duomo, in corrispondenza del presbiterio della basilica antica, in aperta visione grazie ad una piramide vetrata progettata dallo studio Gabetti e Isola. Con il presentarsi di problemi conservativi, dovuti in special modo a infiltrazioni d’acqua, il mosaico veniva ancora una volta rimosso. Oggi, dopo il restauro che ha avuto l’alta sorveglianza di Tiziana Sandri e che ha visto gli interventi contributivi della Consulta torinese e della Reale Mutua, il mosaico di San Salvatore ha trovato la propria definitiva sistemazione pavimentale, nell’allestimento di Massimo Venegoni (l’eccellente posizionamento centrale che ha dovuto fare i conti “con quanto preesistente nella sala”, nuove luci, la valorizzazione dei dettagli, il filmato che aiuta il visitatore a comprendere meglio storia e caratteristiche e tecniche), all’interno del Museo Diocesano di piazza San Giovanni.

L’arcivescovo Roberto Repole, durante la presentazione nei giorni scorsi dell’attuazione del progetto, ha sottolineato come “recuperare un patrimonio storico non sia soltanto un fatto che appartiene alla chiesa ma altresì alla città tutta”, senza dimenticare che il mosaico presbiteriale, dalle radici pagane, ha subito “un processo di inculturizzazione” da parte del cristianesimo, laddove le antiche narrazioni volgevano ad “un più alto valore simbolico, finalizzato a istruire e ad ammonire i fedeli.” Mario Turetta, Segretario generale del Ministero della Cultura e Direttore avocante dei Musei Reali di Torino, ribadisce che “la sua esposizione nel percorso di visita del Museo Diocesano, visibile anche dall’area archeologica della Basilica paleocristiana dalla quale proviene, va ad arricchire l’offerta culturale avviata due mesi fa in occasione del trecentesimo anniversario del Museo di Antichità, con l’apertura al pubblico dell’area archeologica annessa al Teatro Romano, parte integrante dei Musei Reali.”

All’insegna del proprio disegno in bianco e nero, il mosaico di San Salvatore si pone come non ultimo esempio di quella ricca serie di pavimenti musivi romanici che caratterizza l’Italia padana e il Piemonte in particolare, ricordando Acqui, Aosta, Asti, Casale Monferrato, Ivrea, Novara e Vercelli, pavimenti che riprendono tecniche di età romana e spesso l’utilizzo di materiali di quella stessa età. Qui abbiamo l’unione di due racconti che facevano parte dell’immaginario medievale, la mappa del mondo e la ruota della fortuna, una geografia del tempo ricavata ad esempio dai trattati enciclopedici di Isidoro di Siviglia e una morale che stigmatizzava la vanità delle glorie terrene. Nello splendore di quanto oggi si può ammirare, nonostante le tante parti ormai inesistenti, ecco il mondo allora conosciuto – Europa, Africa, Asia – circondato dal grande cerchio dell’Oceano con le sue acque e le sue onde, ai quattro angoli la collocazione dei dodici venti (questi in gran parte perduti) e all’interno animali (i leoni a significare l’Etiopia, l’elefante l’India, il bufalo con il giogo l’Europa, e ancora grifoni e due gru dalle lunghe gambe) e creature fantastiche, una sirena a doppia coda, ad alludere alle varie regioni della terra. Ecco al centro l’immagine della Fortuna, “una figura femminile avvolta in un manto che afferra i raggi della ruota e la fa girare, determinando il successo e la disgrazia degli uomini, rappresentati da un personaggio che sale, raggiunge il culmine della gloria e infine precipita, colpito dalla sventura. Un’iscrizione, parzialmente conservata, fungeva da introduzione e da monito a coloro che si accostavano alle figurazioni del pavimento, salendo dalla navata centrale della chiesa verso l’altare.”

Ancora una volta una testimonianza preziosa, una tappa di un percorso che dovrebbe aprirsi senza interruzioni – al riparo della sicurezza e crediamo soprattutto degli intoppi burocratici – all’interno della intera area archeologica, e che percorra le tre chiese – non soltanto San Salvatore ma le consorelle Santa Maria di Domno e San Giovanni Battista, riportate alla luce -, i resti di abitazioni romane e dell’antico palazzo vescovile, le arcate di un chiostro e il decumano che si vede alle spalle del teatro. Altresì un allestimento che è una traccia importante per un passato medievale relativamente avaro e “un occasione per pensare anche oggi, sulla scorta dei padri antichi, alla natura del destino che, come scrive Bernardo di Cluny nel 1150, ‘gira come una ruota… mutevole, variabile e sempre instabile’.”

Elio Rabbione

L’isola del libro: Speciale Monarchia Inglese

 

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

Fa ben sperare il recente ritorno sulla scena pubblica della principessa del Galles e futura regina Kate Middleton in occasione del Trooping the Colour. Prima sua comparsa dopo 173 giorni di assenza per motivi di salute che hanno scatenato infinite ipotesi e fake news.

Rivederla bella ed elegante come sempre, anche se dimagrita, comunque sorridente e forte come una roccia, ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. Riconferma la tenacia e il senso del dovere di questa giovane donna amatissima dai sudditi, attenta e dolce verso i suoi bambini, in totale sintonia con il marito William.

Significativo dell’amore della famiglia reale nei suoi confronti è stato anche il cambiamento del protocollo che ha posizionato il re accanto alla nuora; accomunati dalla malattia e dalla battaglia contro il cancro; lei grata e sorridente, lui commosso. Un gran bel ritratto di famiglia.

E mentre le cure pesanti e debilitanti continuano per il re e la principessa, molti cercano di fare il punto della situazione sul ruolo presente e futuro della Monarchia inglese. Vale dunque la pena leggere alcuni libri sull’argomento. Due recentissimi e due più datati, ma comunque illuminanti.

 

Robert Hardman “Carlo III. Il nuovo re”

-Rizzoli- euro 20,00

Robert Hardman è lo scrittore britannico esperto dei Windsor, biografo reale con una corsia preferenziale e che per questo libro ha potuto accedere agli Archivi Reali del castello di Windsor. Inoltre ha intervistato i membri della famiglia reale e altre persone autorevoli, come i primi ministri del regno di re Carlo III.

Quello che scrive è più che serio e spazza via anche le parecchie notizie fasulle. Il libro inizia facendo luce sui retroscena degli ultimi giorni di vita della sovrana Elisabetta II. Evento nefasto che segna l’inizio del regno del figlio, e qui Hardman ci offre pagine ricche di rivelazioni, retroscena, sfide, ripicche, dolori.

Re Carlo III aveva la corona nel suo destino dal giorno in cui è venuto al mondo; ha atteso pazientemente il suo turno e nel frattempo si è preparato ad assolvere i suoi molteplici doveri. Oggi è lui a dettare le regole a corte, ma è anche chiamato a prendere mille decisioni, non solo come re della Gran Bretagna ma anche di altri 14 Paesi.

Emerge a chiare lettere la caratura di quest’uomo colto, raffinato, attento all’ambiente e ai ceti più deboli. Incluso il modo stoico con cui sta affrontando i colpi dolorosi inferti da un destino beffardo. Perché a pochi mesi dall’agognata incoronazione, Re Carlo ha dovuto subito fare i conti con il cancro suo e dell’altra figura fondamentale, l’amatissima nuora Kate.

Senza spoilerare troppo, in queste scorrevoli oltre 400 pagine scoprirete anche le dinamiche dietro la defezione dei Sussex, le loro accuse e i complessi rapporti tra i membri della famiglia reale.

L’importanza e lo spessore della regina Camilla che è la roccia del sovrano.

Il carattere dell’erede William, responsabile e dedito alla famiglia, il suo rapporto con i figli, il sostegno alla moglie e un’idea di futuro regno secondo la sua personalità.

 

Antonio Caprarica “La fine dell’Inghilterra” -Sperling & Kupfer- euro 19,90

Il titolo è provocatorio ma è anche quanto si potrebbe evincere dall’analisi sociale e politica svolta dal giornalista e scrittore Antonio Caprarica, uno dei massimi esperti delle vicende reali britanniche dopo anni come corrispondente Rai a Londra.

Dopo il nefasto 1992, questo 2024 è decisamente l’altro anno pessimo per i Windsor. Sono stati colpiti da eventi pesanti come macigni. Svolte negative che hanno contribuito a sfoltire il numero dei working royals e possono rendere la monarchia un’istituzione obsoleta e debole agli occhi dei contribuenti inglesi.

Caprarica ripercorre le dinamiche dei fatti più gravi accaduti ai Royal e lo fa in modo documentato e attento.

La defezione e le accuse -scritte e via tv- del principe Harry e della moglie Meghan. Dalla California hanno tradito non solo re Carlo, ma anche spalancato un solco difficilmente colmabile con l’erede al trono, il responsabile William.

Poi c’è pure l’ostracismo verso il principe Andrea coinvolto nello scandalo Epstein.

Quell’idea di efficienza e stabilità garantita dalla regina, ora sembra venire meno, e la monarchia appare decisamente indebolita. Staremo a vedere ….

 

 

Omid Scobie “Endgame” -Solferino- euro 23,00

Il sottotitolo recita: «Dentro la famiglia reale: tra rivalità, segreti, vendette, si gioca il futuro della monarchia». L’autore Omid Scobie è stato royal editor per “Harper’s Bazar”, ha collaborato con tv e da oltre 12 anni racconta la corona inglese. Da alcuni è definito «cheerleader di Harry e Megan» e in effetti il suo sguardo pende a favore dei Sussex.

Questo libro è dell’anno scorso e molte cose sono successe in seguito, ma resta interessante il resoconto dell’autore sulle dinamiche che serpeggerebbero tra i Windsor, i gossip e le analisi delle faide interne.

Scobie dà credito alle accuse rivolte dalla coppia ribelle alla famiglia reale, descrive in modo impietoso figure che viceversa sono molto amate, accusandole anche lui di razzismo.

Non fa sconti al futuro re William; lo incolpa di avere deliberatamente escluso Henry dalla vita di corte, cita episodi al riguardo e lo ritiene refrattario a riallacciare i rapporti con il fratello. Inoltre, sempre secondo Scobie, William avrebbe un atteggiamento non sempre lineare anche nei confronti del padre e idee molto diverse sul futuro della monarchia.

Più di 500 pagine di fatti e contro fatti da prendere con le dovute cautele; comunque un interessante contraltare rispetto a come i Windsor vengono normalmente rappresentati dagli esperti accreditati a palazzo.

 

 

Tina Brown “Dietro la corona” -Vallardi- euro 22,90

Questo libro è stato pubblicato nel 2022 e la Brown compie un excursus sui passaggi che maggiormente hanno segnato le vicende della Corona. Risale alla morte della principessa Diana e arriva fino a quella della regina Elisabetta, concentrandosi su alcuni colpi di scena, rivalità e defezioni.

Tra gli argomenti principali su cui si sofferma ci sono i rapporti tempestosi tra Harry e William con aneddoti e testimonianze per lo più risapute.

L’arrivo di Meghan Markle – che la Brown accusa di essere un’autentica arrampicatrice sociale- è stato decisamente un momento di rottura. L’ex attrice americana ha innescato dissidi, incomprensioni e rivalità che hanno condotto alla Megxit, con i conseguenti danni soprattutto a livello affettivo e di relazioni tra i royals.

La giornalista racconta anche tanti altri dettagli interessanti tra i quali il ruolo di Camilla e i suoi rapporti con i figliastri, le fissazioni di re Carlo come la pretesa di avere stirati i lacci delle scarpe. Tanti aneddoti e rivelazioni inedite su una delle famiglie più importanti e chiacchierate del mondo.

Il grande Gioco dell’Oca del Risorgimento

Il gioco è uno dei protagonisti del programma estivo del Museo, “Sotto i portici del Risorgimento”.

Nel perseguimento di obiettivi di sostenibilità e di uso responsabile e circolare delle risorse si è deciso di riutilizzare il gioco dell’Oca realizzato da Xké? ZeroTredici nei Giardini Reali di Torino lo scorso anno, e attualmente non più utilizzato a causa di lavori di cantiere.

Il gioco, concesso in prestito d’uso, è stato spostato, rigenerato e riadattato per la nuova localizzazione presso il Museo.

Si gioca  fino al 1° settembre dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 17.30.
L’utilizzo dei giochi nel porticato del Museo è ad accesso libero.

A cura di Xké? Il laboratorio della curiosità
Camera di commercio di Torino
Turismo Torino e Provincia Abbonamento Musei Piemonte

Merlo: Elezioni locali, decisivo il ruolo del civismo. Sul modello della lista Cirio

“Per le elezioni locali il civismo può, e deve, rappresentare il valore aggiunto per garantire il buon governo e il buon senso nel costruire alleanze e coalizioni non caratterizzate dal massimalismo o dai pregiudizi ideologici. E il modello della lista Cirio utilizzato alle scorse elezioni regionali, e non solo per il significativo successo avuto, è una carta politica importante da coltivare per il rinnovo di quei Comuni dove vige un sistema elettorale che prevede un confronto tra coalizioni e per le Province qualora – e auspicabilmente – ritornino.
Un civismo, però, che non può e non deve ridursi ad un banale ed insignificante prolungamento dei partiti, come avviene nel campo della sinistra. Ma, al contrario, dev’essere espressione reale dei territori, della società civile, delle professioni e del mondo degli amministratori locali che non sono direttamente riconducibili alle articolazioni partitiche.
Un civismo, infine, che può fare la differenza anche per riportare al voto settori di elettorato che, altrimenti, potrebbero continuare a rifugiarsi nell’astensione e nella non partecipazione alla vita politica ed amministrativa”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi Popolari Uniti.

Controlli movida, sanzioni per oltre 8mila euro a cinque locali

Questa notte hanno avuto luogo i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia – Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale – nelle aree maggiormente caratterizzate dal fenomeno della “movida”.

L’attività, iniziata alle ore 20 di ieri sera, si è concentrata nell’area di Piazza Vittorio Veneto, con particolare riferimento alla zona dei murazzi del Po, via Matteo Pescatore, via Bava, Lungo Po Cadorna, via Maria Vittoria, via Vanchiglia, e poi ancora nel quartiere San Salvario e nel quadrilatero romano.

L’attività ha consentito:

  • l’identificazione di 92 persone;
  • il controllo di 7 esercizi pubblici;
  • sanzioni nei confronti di 5 locali commerciali per oltre 8500 €.

Il titolare di un locale di somministrazione e commerciale di via XX Settembre è stato sanzionato per occupazione di suolo pubblico con tavoli e sedie in eccedenza, per oltre 300€;

il titolare di un locale di somministrazione e commerciale di via Baretti è stato sanzionato per vendita di alcolici dopo le 21, con sanzione di 160 €;

stessa sanzione per il titolare di un minimarket di via Saluzzo, ove, inoltre, personale dei NAS ha riscontrato violazioni igienico sanitarie relativamente all’area di stoccaggio alimenti e bevande, elevando sanzione di 1000 €;

In un minimarket di via Galliari è stata riscontrata la vendita di alcolici dopo le ore 24, con sanzione per il titolare di 6666,67 €;

Infine, un locale nel quadrilatero romano è stato sanzionato ai sensi del Regolamento Municipale d’Igiene per 34,33 €.

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Marlene Kunz e Tom Morello

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Per “Flowers” a Collegno rap con Massimo Pericolo, Kid Yugi e Rrari dal Tacco.

Martedì.  A Collegno per “Flowers” arrivano i Marlene Kunz. A Pino Torinese suona il trio formato da Daniele Tione al pianoforte, Dino Contenti al contrabbasso e Donato Stolfi alla batteria. Nell’area esterna dello Spazio 211 si esibisce l’Officina Della Camomilla e il rapper Sethu. Al Pav (Parco Arte Vivente) suona il Trio Colibrì. In Piazza Dante a Chieri si esibiscono gli Holograf.

Mercoledì. Alle OGR suona il chitarrista Tom Morello.

Venerdì. Al Sonic Park di Stupinigi si esibisce Geolier.

Sabato. Alla Tesoriera  per “Evergreen Fest” suonano i Melannurca. Per Sonic Park a Stupinigi si esibisce Coez & Frah Quintale.

Domenica. Per “Monfortinjazz” suona la pianista Hiromi Uehara. Per Sonic Park si esibisce Gigi D’Agostino. Per “Evergreenfest” alla Tesoriera concerto mattutino alle 11 con Bertolio e Matacena Quartet. Alle 20.30 i Christopher e alle 21.30 i Mazaratee.

Pier Luigi Fuggetta

Prende a pugni direttore del supermercato e aggredisce gli agenti

Gli  equipaggi della Squadra Volante della Questura di Vercelli hanno arrestato un giovane di origine nigeriana, per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate.

La polizia è stata chiamata dal direttore di un supermercato,  aggredito fisicamente da un avventore, che cercava insistentemente di entrare per acquistare una bottiglia di alcolici, in orario di chiusura e a serrande ormai abbassate. Essendogli stato negato l’ingresso, l’uomo ha colpito con un pugno al collo il responsabile del punto vendita. Arrivate due volanti della Questura, l’uomo, in forte stato di agitazione, si è scagliato contro gli agenti, cercando ripetutamente di colpirli. Portato in Questura, l’uomo, che continuava ad avere un atteggiamento aggressivo e non collaborativo, è stato quindi arrestato.

Baratti & Milano, la “culla sabauda” dal 1858

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Itinerari e sorprese torinesi

Baratti e Milano, il prestigioso salotto della caffetteria sabauda fu ritrovo di grandi personalità già dal ‘900 come lo scrittore Cesare Pavese, l’ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi ed il poeta del crepuscolarismo Guido Gozzano che dedicò a Baratti la celebre poesia Le Golose. Amarono questo locale anche l’ex presidente del Consiglio dei Ministri Giovanni Giolitti e il politico e scrittore Massimo D’Azeglio.
Il Caffè storico nasce nel 1858 dall’idea di Ferdinando Baratti ed Edoardo Milano, due giovani di origini canavesi, i quali aprirono in via Garibaldi un laboratorio di pasticceria e qualche anno dopo visto il successo si trasferirono presso la Galleria Subalpina di Piazza Castello, in centro a Torino, dove è ancora oggi. Qualche anno dopo l’apertura Ferdinando Baratti creò il primo “cremino”, ovvero un cioccolatino a strati di nocciola e cioccolato. All’interno il locale stupisce e affascina ogni cliente grazie alla sua raffinatezza ed eleganza, con i suoi marmi bianchi, i mosaici colorati, i lampadari maestosi, gli specchi ornati da cornici ottocentesche, le tavole imbandite e i dipinti alle pareti. Furono infatti lo scultore Edoardo Rubino e gli  architetti Giulio Casanova e Pietro Fenoglio a realizzare nei primi del novecento il Caffè letterario così, come lo vediamo ancora oggi.
L’ECCELLENZA DEL TEMPO E’SEMPRE PRESENTE
Alla guida di Baratti e Milano vi è oggi il Signor Papa, il quale ci racconta di essere stato prima il direttore del laboratorio del Caffè a Bra ed ora che è nella prestigiosa caffetteria è anche il tecnologo del laboratorio, ovvero colui che si occupa di sviluppare nuovi prodotti. Il signor Papa nella sua lunga carriera ha creato 18 nuovissimi gusti di cremino tra i quali troviamo il “Noir” con strati di mandorla e cacao, il gusto tiramisù, il creme brulèe e ancora , mandorla, wafer,
pistacchio e moltissimi altri.  La ricetta dell’autentico cremino resta la stessa ormai dalle origini di Baratti e Milano, ed è diventato pian piano famoso in tutto il mondo.
Celebri sono anche “le caramelle ripiene di crema” a cui si sono affiancate nel tempo quelle alla nocciola e ad altri 21 gusti particolari come quelle allo spritz o alle erbe, realizzate con grande cura e maestria.
Meno conosciuti ma molto apprezzati sono i cioccolatini di croccante cioccolato bianco con un cuore di limoncello, che meritano sicuramente una lode ed il “Subalpino” che ricorda il Bicerin all’esterno cioccolato fondente e all’interno panna e caffè.
Baratti e Milano segue la tradizione sabauda anche per la pasticceria mignon e per le torte, tra cui la torta Baratti, la torta Reale, la Barattina e la torta Giandujotto, ognuna delle quali con una propria particolarità tutta da scoprire.
Grande eccellenza ricercata e apprezzata nei pomeriggi invernali piemontesi è la cioccolata calda accompagnata da una ricca nuvola di vera panna artigianale.
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QUANDO GLI CHEF STELLATI INCONTRANO LA TRADIZIONE
Il maestoso locale torinese offre inoltre la possibilità di leccornie salate come il celebre tramezzino, dove il pane è rigorosamente fatto nel retro bottega, morbido, fragrante, con differenti ripieni, dal prosciutto cotto d’alta qualità, ai carciofini, alla frittata, con la possibilità di gustarli anche caldi.
Da qualche anno a preparare i pranzi del locale, vi è il grande chef Ugo Alciati celebre per i suoi leggendari plin al sugo d’arrosto e le tagliatelle ai 40 tuorli al sugo di fassona e molti altri piatti della tradizione piemontese,  che variano ogni mese seguendo rigorosamente la stagionalità dei prodotti. A curare i vini troviamo invece l’enologo Piero Alciati.
Baratti e Milano è quindi non solo un celebre caffè storico, ma si distingue anche da altri locali per la sua ricerca accurata di materie prime come le nocciole delle Langhe IGP e il latte della Normandia.
Tra i clienti che frequentano maggiormente il locale, oltre agli immancabili torinesi sono sempre più i turisti segno di un grande successo naturale e spontaneo, chi rimane seduto per ore e chi invece predilige il classico caffè al banco, servito fino a qualche anno fa dal Signor Ettore che provvedeva a creare delle schiume di grande maestria e se il cliente glielo permetteva regalava un tocco di cioccolata nel caffè. Oggi troviamo il Signor Pino, anche lui di grande professionalità e di grande cuore. La particolarità di questo locale è quindi anche nel personale che con grande memoria ricorda i nomi dei clienti e li coccola sempre con nuove prelibatezze.
Andare da Baratti e Milano è quindi un’esperienza a 360 gradi che coinvolge tutti i sensi ed in particolare poi, chi lavora con i dolci offre emozioni alle persone e si sa che tutti noi ci innamoriamo di chi ci fa emozionare.
NOEMI GARIANO
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La video-intervista ↘️