ilTorinese

A Settimo sportello di facilitazione ai servizi digitali

In via Fantina 20/G, al Punto P.U.O.I., è stato attivato uno sportello di Facilitazione digitale dedicato alle persone che hanno bisogno di accedere a servizi e strumenti digitali ma hanno difficoltà a utilizzarli.

COSA POSSO FARE ALLO SPORTELLO?
Allo sportello, grazie al supporto di operatori qualificati, si può:
Accedere ai principali servizi online della Pubblica Amministrazione (sanità, fisco, assistenziali, ecc). Per esempio prenotare visite mediche, l’appuntamento per rinnovare i documenti, richiedere un bonus, eccetera
Attivare e gestire la propria identità digitale. Ad esempio richiedere lo SPID e utilizzare i servizi pubblici e privati che ne fanno uso.
Navigare in rete e fare pagamenti
Attivare o utilizzare i servizi di posta elettronica e messaggistica (inviare email, effettuare videochiamate con whatsapp, ecc)

QUANDO È ATTIVO LO SPORTELLO?
Lo sportello è aperto, ad accesso libero, dalle 9 alle 13 del lunedì. Lo sportello è in via Fantina 20/G (vicino alla Coop e alla Posta), al Punto Unico di Opportunità e Inclusione (P.U.O.I,) . È possibile accedere anche su appuntamento chiamando il numero 0118028966.

Nei prossimi giorni partirà una campagna informativa con locandine e volantini, per arrivare il più possibile ai destinatari.

Il servizio è gestito dall’Unione Comuni Nord Est Torino . «Proseguiamo nel lavoro di supporto alle categorie più fragili, in questo caso penso soprattutto agli anziani – spiega la sindaca Elena Piastra – L’innovazione moltiplica l’utilizzo di strumenti digitali, ma in questa rivoluzione le persone che faticano a utilizzarli vanno accompagnate. Una prima azione di facilitazione digitale era giù partita con i progetti “Cura del vicino” e “Sottocasa”. Grazie al PUOI la rendiamo strutturale».

(Facebook Città di Settimo Torinese)

Inaugurato Bar Lab

Impresa Formativa avviata da Città di Nichelino ed ENGIM

Grazie a un accordo tra l’Amministrazione e ENGIM, si è completamente rinnovata la gestione del bar tra il Centro “Nicola Grosa” e l’Informagiovani in via Galimberti 3. È nato Bar Lab.

“Abbiamo deciso di avviare e sostenere un percorso di rilancio del bar che è una sorta di trait d’union tra due spazi di aggregazione molto importanti per la città – raccontano il Sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo e l’Assessore al Lavoro e alle Politiche giovanili Fiodor Verzola -. Lo scopo era duplice, da un lato l’esigenza di migliorare qualitativamente la fruizione dei locali e, dall’altro, puntare a una forma di gestione finalizzata alla valorizzazione di percorsi di inserimento di giovani nel mondo della formazione professionale, favorendo apprendimento e l’autonomia. Per procedere ci siamo affidati all’Impresa Sociale Formativa Non Simulata”.

A supporto dell’Amministrazione, allo scopo di rendere concreta l’iniziativa. l’Ente di formazione Fondazione ENGIM Piemonte Ets.

«L’inaugurazione dell’impresa formativa Bar Lab accanto all’Informagiovani e al Centro Sociale “Nicola Grosa” del Comune, ci fa sentire ancora più vicini al territorio nel quale la nostra sede formativa è radicata sin dalla fine degli Anni ’70 – affermano Davide Bonino e Costantino Sanfilippo, responsabili della sede ENGIM di Nichelino -. La grande opportunità che il Bar Lab offrirà ai nostri allievi per fare esperienza con clienti reali, va di pari passo con la soddisfazione di poter assumere un ex allievo nell’impresa formativa, confermando la formazione professionale come un percorso completo che accompagna gli allievi nella loro crescita per il mondo del lavoro».

Le Imprese Formative avviate da ENGIM hanno l’obiettivo di far sperimentare gli allievi in luoghi di lavoro reali, dove i ragazzi continuano a formarsi, ma hanno già a che fare con clienti e commesse vere. Sono realtà che consentono ai giovani di entrare “gradualmente” nel mondo del lavoro, in cui a tutti viene data la possibilità di sperimentarsi in un luogo di lavoro “protetto”, adatto anche ai più fragili.

Le Imprese Formative ENGIM sono veri e propri hub in cui è incoraggiata la partecipazione delle comunità locali per favorire i legami sociali del territorio e valorizzare il ruolo delle persone che vi abitano.

Bar Lab è la terza impresa formativa ENGIM aperta in Piemonte – dopo il BARtigianelli di Torino e La Bottega di LEO a Pinerolo – e la tredicesima sul territorio nazionale.

“Engim ha coinvolto direttamente gli studenti e le studentesse dei corsi per il conseguimento della qualifica biennale di operatore Sala e Bar, oltre ad ed ex studenti che negli anni passati hanno conseguito positivamente il titolo – hanno spiegato il Sindaco Tolardo e l’Assessore Verzola -. Lo stesso ente individua i docenti e i tutor delle attività e delle progettualità avviate all’interno del punto bar, oltre alla figura professionale che sarà responsabile e gestore del Bar. A queste vanno aggiunte eventuali altre figure di supporto, eventuali altre figure professionali assunte con contratto, tirocinanti e collaboratori, coinvolgendo eventuali studenti/lavoratori fragili. L’Impresa Formativa si impegna a dare massima visibilità e valorizzazione agli studenti partecipanti al processo di Impresa Sociale Non Simulata. Una grande opportunità per i nostri giovani”.

Il progetto di restyling è stato pensato in evoluzione, con diverse fasi di gestione oraria in graduale estensione alle quali andrà di pari passo un maggior numero di risorse umane direttamente coinvolte.

Estate a Bardonecchia: sport, musica, incontri, mostre e tanti, tanti appuntamenti

Daniele Silvestri, Fabrizio Bentivoglio, Paola Turci, la Compagnia di Circo Les Farfadais, gli spettacoli di Estemporanea ed Accademia dei Folli. Sono alcuni dei protagonisti dell’Estate 2024 a Bardonecchia.

Tanti appuntamenti di musica, cultura, sport senza dimenticare le feste tradizionali della cittadina e delle sue borgate per accogliere al meglio quanti sceglieranno la “Perla delle Alpi” per le loro vacanze.

Al Palazzo delle Feste, la Stagione Scena 1312, diretta da Lucia Marino, proporrà un ricco calendario di spettacoli, presentazioni letterarie e mostre. Si comincia il 22 giugno con la Collettiva di fotografia e gli scatti di Cristina De Stefani, Fabrizio Orsini e Giorgio Violino, per proseguire a luglio con un’esposizione dedicata al Bivacco del Sommeiller e ad agosto con la
mostra fotografica di Vittorio Palma. Dal 17 agosto al 15 settembre spazio alla mostra sulle Universiadi per iniziare il viaggio verso l’importante appuntamento di Gennaio 2025, che vedrà anche Bardonecchia tra le città protagoniste.

Tante presentazioni letterarie per grandi e piccini anche presso la Biblioteca Comunale, che per l’estate 2024 lancerà l’iniziativa “A tavola con gli autori”: più scrittori, più racconti, più condivisione per gli amanti della lettura.

Altrettanto ricco si presenta il calendario delle attività sportive ed escursionistiche proposte dalla Polisportiva di Bardonecchia, dalle Guide Alpine ma anche dalla piscina, dal maneggio e dal campo di golf di Pian del Colle. Si partirà con la Nazionale Femminile di Judo, che svolgerà una
sessione di preparazione pre-olimpica a Bardonecchia dal 24 al 29 giugno, quindi dal 9 al 13 luglio ci sarà la Federscherma, che svolgerà il preolimpico in vista dei Giochi di Parigi. La squadra di spada femminile nelle precedenti olimpiadi (Tokyo 2020) conquisto’ il bronzo.
Seguiranno poi la squadra olimpica degli azzurrini. Non mancheranno i Camp di basket, pallavolo e ci sarà il ritorno del Perugia Calcio, che ha scelto, ancora una volta, Bardonecchia per gli allenamenti estivi, l’agonistica di nuoto ed il sincronizzato nuoto Caluso, che ha appena
conquistato il titolo regionale.

E tra gli appuntamenti per sport e famiglia, prossimo 6 luglio si terrà a Bardonecchia Just for kids, nato in collaborazione con Just the Woman. Un evento rivolto a bimbi e ragazzi, tra I 6 e gli 11 anni, che prevede: un incontro con il nutrizionista, un laboratorio con l’ospedale dei Ragazzi, giochi di abilità e yoga.
Durante le attività dei bambini si terrà un talk con il tema “alimentazione dei bambini”con il Dott. Giacomo Astrua.
Un’estate ricca di sport outdoor ed indoor per Bardonecchia, con grandi appuntamenti preolimpici, senza dimenticare i grandi eventi futuri: i Mondiali ICF di Canicross ad ottobre, le Universiadi a gennaio ed i Mondiali di Special Olympics tra meno di un anno.
Ed ancora i mercatini organizzati dalla Pro Loco, Flor Estate 2024 domenica 30 giugno in Via
Medail e Crocetta Più in Tour, in programma il 20 agosto.

A fine agosto, dal 23 al 25, si svolgerà la seconda edizione del Festival BardoNoir, con un autori di uno dei generi letterari più seguiti, provenienti da diverse parti d’Italia.

“Il programma dell’Estate 2024 a Bardonecchia – dice il sindaco Chiara Rossetti – si presenta molto ricco e vario adatto alle diverse fasce di età e di interesse di chi frequenta la nostra località. Stiamo ancora superando le difficoltà dovute alla rovinosa esondazione dello scorso
mese di agosto ma abbiamo voluto comunque, anche se non è stato facile, proporre un bel calendario. Voglio ringraziare tutti quanti hanno lavorato alla realizzazione di queste proposte. Il gioco di squadra ancora una volta ha funzionato. Bardonecchia – conclude – è pronta ora ad
accogliere quanti vorranno trascorrere con noi questa estate”.

 

Between Good and Evil, tra spirito e forma

Sabato 8 giugno scorso abbiamo assistito a una bella mostra collettiva presso Open ADA, una vivace realtà artistica sita a Torre Pellice in via Repubblica 6, dal titolo “BetweenGood and Evil, TRA SPIRITO E FORMA. Hanno partecipato 33 Artisti, esponenti di arti visive e plastiche che  si sono concentrati su temi che coinvolgono la quotidiana fragilità bifronte del mondo contemporaneo, mai come ora sospeso fra il Bene e il Male.

L’avvenimento è a cura de La Natura torna ad Artecontesto critico dell’esposizione (che si protrarrà con altri avvenimenti culturali fino al 3 agosto) gestito dalla dott.ssa Monica Nucera Mantelli.

Il giorno del vernissage, ci siamo mossi sui due piani dei generosi spazi di OPEN DATA, fruendo la bellezza di dipinti, fotografie, sculture, digital art e installazioni, confermando l’avvenuto successo promesso dalla locandina (che purtroppo non sempre si raggiunge nelle collettive a tema).

Infatti il corpus della ricerca è stato centrato da artiste e artisti che hanno saputo inquadrare secondo stili e sensibilità personali le varie tematiche connesse al tema del Bene e del Male nella natura, sia nel singolo, che nella società.

In un pomeriggio primaverile ma dai toni plumbei per tante nuvole cariche di pioggia, sono stati parimenti apprezzati la partecipazione di un gran Maestro nel settore filosoficonaturalistico di Bonsai, che ha esposto una sua magnifica pianta (prodotto assolutamente in tema con la mostra) e le improvvisazioni al sax del musicista Dario Paone.

L’intelligente titolo della mostra Between Good and Evil è spaventosamente d’attualità e nessuno di noi può considerarsi estraneo da questo dilemma. Infatti tutti ci siamo da sempre immersi, perché il mondo continua ad essere contraltare fra il bene e il male, un male che tutti teoricamente sfuggiamo ma che ci è sempre compagno di banco.

Sant’Agostino di Ippona (recentemente ripreso dal filosofo Paul Ricoeur), con una sorprendente modernità, scrissequasi 1700 anni fa: “Si Deus est, onde malum?”

Già … se esiste un Dio, da dove verrebbe il male?

Si tratta di quesiti che hanno fatto tremare i polsi alle menti più eccelse della teologia e della filosofia, anche se in queste righe non saranno fortunatamente da dibattere.

Il tema però rimane ed è fondamentale per tutti. Possiamo fare il Bene, rispettando ogni essere umano ed animale?

La risposta è retorica, perché indirettamente presente nella domanda. Fare del Bene è un dovere morale, come un attuale dovere è parlare di Ambiente, problematica collettiva dove Good and Evil sono ancora una volta drammaticamente connessi.

Il tema è enorme e la creatività di chi ha esposto i suoi lavori a Torre Pellice non ha purtroppo la bacchetta magica. Molto pragmaticamente, la curatrice dell’evento ha però voluto provocare la fantasia, l’intelligenza, gli stili e i metodi in questi 33 artisti per verificare le loro prese di posizione sull’argomento e soprattutto per portare il pubblico alla riflessione.

Perché l’arte ha un’enorme responsabilità, oltre ad educare al Bello: far crescere le coscienze di chi Arte vedrà e fruirà.

FERRUCCIO CAPRA QUARELLI

 

Tutte le info alla pagina: FB OPEN ADA

Per motivi gestionali lo spazio Open ADA di Torre Pellice rimarrà chiuso il 28 e il 29 giugno ed il 26 e il 27 luglio 2024.

La galleria è APERTA nei consueti giorni e orari di visita: Venerdì e Sabato ore 15 – 18 del 21 e 22 giugno, 5 e 6 luglio, 12 e 13 luglio, 19 e 20 luglio, 2 e 3 agosto.

 

 

Giuseppe Campese, luce poetica. Mostra al castello di Casale

Figlio d’arte, nato da famiglia da più generazioni legata alla pittura e scultura, il padre Nino uno degli allievi più bravi di Giacomo Grosso all’Accademia Albertina, il nonno intagliatore e decoratore di fantastici cavallini in legno per le giostre insieme agli zii, geniali estroversi artigiani, che seppero oltrepassare la sottile linea di demarcazione tra arte applicata e arte vera e propria, Giuseppe Campese ereditò da ognuno amore per il Bello e dedizione al mestiere.

La passione per l’arte fu la stessa senza rimanere influenzato dall’autorità del padre, ancora legato al classicismo novecentista, bensì si avvicinò al movimento Chiarista sorto negli anni trenta a favore di scioltezza della forma svuotata di volume, di colori delicati e tonali escludenti il chiaroscuro e di visioni rarefatte con reminiscenze scapigliate e impressioniste.

Un chiarismo, il suo, del tutto particolare poiché non escludeva la realtà affidandosi a visioni oniriche ma teneva sempre presente il vero, anche se evanescente, guardato tra le ciglia socchiuse.

Da uomo sensibile, mite, intimista, raffinato, i suoi dipinti rappresentano la compenetrazione di stile di vita e stile artistico.

Affascinato dalla natura negli aspetti fuggevoli, al pari del mondo fluttuante giapponese, da cogliere nell’immediatezza prima che svaniscano, godeva con spirito epicureo delle piccole cose quotidiane, senza pretese che gli davano felicità; bastava una piccola diafana rosa immersa in un umile bicchiere di vetro per essere invogliato a dipingerla; scorci sommessi di periferia destavano in lui la stessa considerazione data a prestigiosi monumenti storici mentre gli imponenti castelli sulla collina, visti in lontananza ed appena accennati, suggerivano memoria dell’incanto di fiabe e leggende del suol d’Aleramo.


La timidezza che gli viene attribuita in realtà non era dovuta ad insicurezza bensì al temperamento gentile, educato, rispettoso, eppure pronto ad imporre coraggiosamente la propria onestà quando notava ingiustizie e strumentalizzazioni nel campo dell’arte.

Intimista, non amante di mondanità, mai approfittò delle occasioni di accrescere la notorietà grazie agli elogi di critici al pari di Leonardo Borgese e di Raffaele De Grada che lo ritenevano il più grande chiarista italiano.

Dava l’impressione di voler dipingere per se stesso.

Da sottolineare la sua cultura attraverso tante letture di libri e saggi sull’arte e il grande interesse per la musica, in particolare la settecentesca, nell’atelier risuonavano le Quattro Stagioni di Vivaldi che, essendo prevalentemente a carattere descrittivo, lo accompagnavano nel lavoro.

Gli piacevano anche le ariette metastasiane dai sentimenti leggeri come sospiri mentre gli adagi di Benedetto Marcello e di Tomaso Albinoni gli comunicavano emotività e nostalgia nel dipingere magici angoli di Venezia.

Essendoci stata fra noi una fraterna amicizia e avendogli organizzato e presentato diverse mostre, ho potuto constatare la sensibilità di uomo puro, genuino, rinchiuso nella propria interiorità, umile ma nobile artista che non deve essere dimenticato.

La mostra esposta nel castello di Casale si propone proprio questo scopo.

Giuliana Romano Bussola

Caricamento dei dati sanitari, tempo fino al 30 per non inserirli

La Regione Piemonte ricorda che tutti i cittadini con assistenza sanitaria o stranieri temporaneamente presenti sul territorio hanno tempo fino al 30 giugno per scegliere di non consentire il caricamento nel proprio fascicolo sanitario elettronico dei dati e documenti digitali sanitari generati da eventi clinici riferiti alle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale antecedenti al 19 maggio 2020.

L’operazione va effettuata collegandosi al portale sistema tessera sanitaria all’indirizzo www.sistemats.it La scelta può essere revocata e nuovamente registrata più volte, in quanto il sistema selezionerà l’ultima indicazione caricata cronologicamente.

Il mancato accesso al servizio on line o l’accesso senza registrare la propria opposizione comporterà il caricamento automatico nel fascicolo dei dati e documenti sanitari disponibili e antecedenti al 19 maggio 2020.

Per accedere al servizio occorre disporre di strumenti di identità digitale quali Spid, carta d’identità elettronica carta nazionale dei servizi. Se non si dispone di nessuno di questi strumenti si può esercitare il diritto all’opposizione accedendo all’apposita funzione presente nell’area libera del Sistema Ts con tessera sanitaria codice Stp (Straniero temporaneamente presente).

Le persone che non hanno la possibilità di accesso digitale possono essere assistite da intermediari autorizzati presso la propria azienda sanitaria.

Per maggiori informazioni collegarsi https://www.salute.gov.it/portale/fascicoloSanitarioElettronico/dettaglioContenutiFSE.jsp?lingua=italiano&id=6183&area=fascicoloSanitarioElettronico&menu=vuoto

Una grande giornata di padel con tanti campioni del calcio

Una grande giornata di padel in compagnia di tanti campioni del mondo del calcio. Tutto è pronto per la quarta edizione del Football Moments Padel Tour, la manifestazione organizzata da GS Events (Grandi Schermi) a sostegno della  Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, che si terrà venerdì 28 giugno presso il Palavillage in viale Lucio Battisti 10 a Grugliasco (TO).

 

Dopo il successo delle prime tre edizioni, l’evento è pronto a sbarcare in uno dei più grandi poli indoor italiani. Tutto nasce proprio da Football Moments, una community partita da Instagram grazie a un’idea di Davide Muscarello e Pietro Deideri, GS Events e organizzatori della manifestazione.

 

La quarta edizione del Football Moments Padel Tour è stata presentata nella mattinata di martedì 25 giugno presso l’NH Hotel di Piazza Carlo Emanuele II 15 a Torino. Durante la presentazione sono intervenuti Pietro Deideri, GS Events, Simone Pepe, ex calciatore e Ambassador di Football Moments, Andrea Bettarelli, responsabile Fundraising e Comunicazione Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e Cristina Chiabotto, madrina della Fondazione e conduttrice televisiva.

 

L’iniziativa, come ogni anno, nasce con un unico scopo, sostenere le attività di cura e di ricerca sul cancro dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.

L’ingresso al Palavillage è libero, ma sarà possibile effettuare una donazione per un minimo di 5 euro.

 

Ricco il parterre di personaggi sportivi presenti al Palavillage. Ci saranno i campioni del mondo Luca Toni e Antonio Cabrini, ma anche Daniele Rugani, difensore della Juventus, e Riccardo Cotilli, atleta paralimpico della Nazionale Italiana di Atletica Leggera.

 

Il roster degli ex calciatori presenti comprende anche: Claudio Marchisio, Simone Pepe, Nelson Dida, Borja Valero, Alessandro Matri, Simone Loria, Tomas Locatelli, Corrado Grabbi, Franco Semioli, Lucas Biglia, Simone Pesce, Roberto Cravero, Nicola Amoruso, Alessandro Budel, Gianmario Comi, Robert Acquafresca, Enrico Annoni, Riccardo Maspero, Massimo Maccarone, Omar Milanetto e Stefano Bettarini.

 

Non solo padel. La giornata si concluderà infatti con una cena di gala e un’asta benefica al Ristorante Lentini’s di corso Moncalieri 205 a Torino, dove gli invitati e gli atleti coinvolti potranno ricaricarsi dopo una grande manifestazione all’insegna dello sport e della solidarietà. I fondi raccolti durante la serata verranno finalizzati all’acquisto di un monitor multiparametrico ad utilizzo dei chirurghi in sala operatoria. Questa apparecchiatura permette di monitorare le condizioni emodinamiche dei pazienti critici, individuando in tempo reale le alterazioni fisiologiche e il conseguimento di obiettivi terapeutici, avendo così la capacità di migliorarne gli esiti.

 

L’evento è patrocinato dalla Città di Torino, i main partner sono Iren, Chiusano Immobiliare e Banca Mediolanum, il technical partner è Robe di Kappa, mentre il media partner è Radio TV Serie A con RDS. Un grazie poi a tutti gli official supplier che hanno contribuito alla realizzazione della manifestazione: Best Service Driver, BI Building, Watch M Diamond, ForzA SpA Maserati, Tenuta Roletto, Rinascente, Isac, Stelbi, Lauretana, Moak, Masseria Corsano, Perrero, Maestri Design e Giannini Spettacolo.

 

Pietro Deideri, GS Events e organizzatore della manifestazione: “Io e Davide siamo molto orgogliosi di poter dare ancora una volta una mano alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e speriamo di poterlo fare anche in futuro. Ci tengo a ringraziare tutti gli sponsor che hanno creduto in questo progetto fin dall’inizio. Grazie infinite anche a Claudio Marchisio e Simone Pepe che ci hanno aiutato da subito. Il Football Moments Padel Tour è diventato ormai un appuntamento fisso ed è frutto di un grande lavoro di squadra. Sono molto felice perché oggi possiamo dire di essere diventati una realtà riconoscibile in questo mondo”.

 

Andrea Bettarelli, responsabile Fundraising e Comunicazione Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: “GS Events da diversi anni supporta la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, e siamo felici di essere con loro anche in questa edizione di Football Moments. Corretti stili di vita e salute da sempre viaggiano insieme, e per il terzo anno di fila Football Moments non solo sarà un bellissimo momento di sport e divertimento, ma avrà anche un’importante finalità di sensibilizzazione e raccolta fondi per la cura e la ricerca sul cancro dell’istituto di Candiolo-IRCCS”.

Il povero tarabuso

 

L’immagine che avevamo davanti agli occhi era davvero inquietante. Una costruzione enorme, mostruosa, capace di imporre la sua presenza su quella campagna piatta e uniforme, dove le zolle di terra scura si erano raggrinzite per la gelata notturna. Finalmente capivamo perché il povero Tarabuso, airone stellato dal richiamo cupo e cavernoso, non riusciva a riprodursi in questa landa. Lo disturbava la presenza della centrale elettronucleare Enrico Fermi di Trino. Nonostante fosse ormai chiusa dal 1990, il volatile cercava di starle il più lontano possibile. E come dargli torto se nutriva diffidenza per quell’impianto che nei primi anni sessanta disponeva del reattore più potente al mondo? Ovviamente non disponendo di una cultura ambientale si affidava alle sue percezioni e quest’ultime, come un segnale di pericolo, suggerivano di stare alla larga da quell’affare, E tutto ciò influiva sulla sua vita, in tutti i sensi, al punto da inibirne l’impulso sessuale, minacciando la continuità della specie in quei luoghi.

Povero Tarabuso, e poveri anche noi che non eravamo per nulla convinti che quella centrale fosse mai stata un buon affare. Così, per non farci rodere il fegato dai pensieri, finivamo per tentare di comprometterlo ai tavoli della trattoria Belvedere. Lì, dietro al bancone del bar, troneggiava la signora Luigina, una matrona dalle prorompenti grazie. Eravamo talmente affascinati da quella bellezza rurale che una sera, complici alcuni bicchieri in più di rosso, sostituimmo la quarta lettera dell’insegna con una “esse”, rendendo ancor più esplicita la nostra folgorata ammirazione per l’ostessa. E, in particolar modo, per una sua caratteristica fisica che suscitava in noi sentimenti e pulsioni opposte a quelle del povero airone represso. La nostra compagnia dell’epoca era alquanto varia. C’era Francesco, diffidente per natura. Non prestava facilmente ascolto e ancor meno elargiva la sua fiducia. Ripeteva spesso, quasi fosse un monito: “Apri l’occhio, gesuita”. E così i suoi interlocutori venivano iscritti d’ufficio alla Compagnia di Gesù a prescindere dai loro sentimenti religiosi. C’era poi Giovanni, un tipo molto particolare. Spesso se ne stava in disparte, manifestando scarso interesse a stare in compagnia, chiacchierare, andare al cinema o a qualche festa. Era taciturno e d’indole parsimoniosa. Un sabato decidemmo di organizzare una scampagnata per il pomeriggio del giorno dopo e concordammo cosa portare in dotazione alla compagnia. In breve stabilimmo a chi sarebbe toccato portare il pane, chi il formaggio o il salame, chi un fiasco di vino. Solo Giovanni stava zitto. Parlò solo quando venne sollecitato (“E tu, Giovanni, cosa porti?”), rispondendo con noncuranza: “Io porto mio fratello”. Ariberto, nato e cresciuto nelle case torinesi della barriera di Milano, era un tontolone, un pezzo di pane, un gariboja. In piemontese per indicare uno sciocco si usa dire “a l’é furb coma Gariboja”. Non si tratta certamente un epiteto lusinghiero poiché non si segnala la destrezza di chi se la cava con l’imbroglio ma bensì la dabbenaggine dell’individuo. Gianluigi, professore di storia e grandissimo scassatore di scatole, ci ha raccontato che il nome Gariboja risale ad un francese originario della Borgogna, tale Jean Gribouille, personaggio popolare in Francia e molto simile al nostro Bertoldino, altro bell’esempio di credulone. Oltralpe fu protagonista del romanzo La Sœur de Gribouille scritto nel 1862 da Sophie Rostopcina, contessa di Ségur. Importato da noi in Piemonte il buon Gariboja è diventato l’emblema di una ingenuità spinta ai confini della stoltezza, tant’è che vi sono moltissime espressioni che lo riguardano. Si diceva che nascondesse i soldi in tasca degli altri per timore di essere derubato (così se qualcuno li rubava non erano più soldi suoi), che la paura di bagnarsi sotto la pioggia lo induceva a nascondersi nell’acqua o che tentasse di spaccare le noci con le uova. Anche sul commercio aveva le sue idee come, ad esempio, quella di acquistare le uova a dodici soldi la dozzina per rivenderle a un soldo l’una, immaginando di ottenere un guadagno sulla quantità. Per questo l’essere furbo come Gariboja non era propriamente un complimento. Fatto sta che una sera, uscendo dall’osteria dopo aver ecceduto un tantino con le libagioni, ci avviammo sul sentiero che attraversava i campi fino a raggiungere l’alta recinzione che circondava la centrale.

Francesco, guardando Ariberto, disse: “Apri l’occhio, gesuita. Guarda là, che spreco. Tutto quel cemento e il resto dei macchinari dovevano servire alla produzione di energia elettrica da fonte nucleare con un unico reattore da 260 megawatt di potenza. Capito che roba,eh? L’hanno costruita dal 1961 al 1964, entrò in esercizio nel 1965 passando all’Enel, l’ente nazionale di energia elettrica che si era formato solo due anni prima, che la gestita fino al 1987, anno di cessazione del servizio dopo l’incidente di Černobyl dove esplose un reattore spargendo una nube radioattiva su una parte dell’Europa”. “Mi ricordo, boia d’un boia. Non si poteva più neanche mangiare l’insalata a foglia larga e bisognava lavare tutto due o tre volte”, intervenne Ariberto, dandosi una manata sul ginocchio. “Eh, sì.. l’insalata. Apri l’occhio, gesuita. Ma se tu la verdura non l’hai mai mandata giù perché ti faceva strozzare? Hai sempre mangiato solo riso, pasta, pollo e salame. Ma dai, fatti furbo!”. Francesco concluse il suo discorso ricordando i tre referendum contro il nucleare e, per sottolineare con più forza il suo punto di vista, fece la pipì sul pilone del cancello. Quello che per molto tempo fu considerato reato in quanto rientrava negli “atti contrari alla pubblica decenza” quando venivano imbrattate le cose altrui o si espletassero i propri bisogni contro edifici pubblici, suggerì a tutta l’allegra combriccola di emulare il gesto dell’amico. E così, più leggeri pure più allegri, ci avviammo verso le rispettive abitazioni dedicando un ultimo pensiero al povero tarabuso che, inibizioni sessuali a parte, certamente senza averne consapevolezza, aveva dimostrato di possedere molto prima di Greta Thumberg e dei Friday for Future una coscienza ambientale di tutto rispetto, un evidente e insopprimibile desiderio di pace e, forse, un desiderio inespresso a favore di una diversa politica energetica. In fondo apparteneva alla nobile famiglia degli aironi e non era certamente un gariboja.

Marco Travaglini