ilTorinese

Minaccia la ex con un coltello e si nasconde nell’armadio

La Polizia di Stato è intervenuta nel quartiere Barriera Milano per la segnalazione di una donna che chiedeva aiuto; a chiamare il 112 NUE, i vicini di casa che sentivano la signora urlare.

Personale del Commissariato di P.S. San Donato, giunto nell’arco di pochi minuti nel condominio, ha trovato la porta d’ingresso dell’alloggio danneggiata e soccorso la donna, che si era rifugiata in bagno per sfuggire all’aggressione dell’ex, dopo che costui si era introdotto con la forza in casa e l’aveva minacciata, armato di coltello.

Gli operatori hanno quindi effettuato una ricognizione nell’appartamento, scovando l’uomo nascosto nell’armadio della camera da letto, ancora in possesso del coltello.

I poliziotti lo hanno arrestato per minacce aggravate e atti persecutori, nonchè denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per violazione di domicilio.

Decreto di espulsione per l’imam di via Saluzzo

Ha ricevuto il decreto di espulsione Mohamed Shahin, imam che predicava nella moschea Omar Ibn Al Khattab di via Saluzzo. L’espulsione per motivi di sicurezza è stata firmata dal ministro dell’Interno Carlo Piantedosi. Il provvedimento è legato alle tensioni di queste settimane legate alle vicende di Gaza e alle parole pronunciate dall’Imam, considerate un incitamento alla violenza.

Gestione dei fondi europei, Regione Piemonte promossa

Il Comitato di Sorveglianza del FESR Piemonte ha convalidato i risultati raggiunti dalla Regione Piemonte nella gestione dei fondi europei: al 30 novembre 2025 la spesa certificata del Programma 2021–2027 ha raggiunto quota 173 milioni di euro, superando ampiamente il target N+3 fissato a circa 102 milioni. Significa che la Regione Piemonte ha avviato, portato a termine progetti e investito risorse per 70 milioni in più rispetto agli obiettivi fissati da Bruxelles, confermando l’ottimo dinamismo della nostra regione nell’uso dei fondi Ue.
Il Piemonte si conferma infatti al vertice nazionale nell’utilizzo dei fondi europei FESR: prima Regione in Italia per livello di spesa certificata nel Programma 2021–2027, a cui si aggiunge la chiusura positiva della programmazione 2014–2020, con il superamento di tutti gli obiettivi finanziari e fisici previsti.
«Il Piemonte ha dimostrato di saper utilizzare in modo efficace e tempestivo le risorse europee  – dichiarano il presidente della Regione  Alberto Cirio e gli assessori al Bilancio e alle Attività produttive Andrea Tronzano e all’Innovazione Matteo Marnati – Il primato nazionale sul target di spesa certificata del FESR 2021–2027 testimonia la qualità della programmazione e della capacità amministrativa della Regione Piemonte che non solo ha centrato tutti gli obiettivi finanziari, ma si è fatta trovare pronta anche sulle strategie di intervento che sono state fin da subito orientate su assi strategici, dalla digitalizzazione, alla ricerca, dalla riqualificazione energetica agli investimenti per la produzione sostenibile. Questo importante arriva in piena continuità con la chiusura positiva del ciclo 2014–2020, con la spesa certificata che ha superato del 3% l’intera dotazione disponibile. E’ la prova concreta del buon governo delle risorse e dei fondi europei che si confermano così un’opportunità concreta per le imprese, i cittadini e il territorio».
Il superamento degli obiettivi del 2025 consente di guardare con fiducia ai prossimi due anni della programmazione per arrivare al pieno utilizzo degli oltre 1,5 miliardi di euro previsti dal PR FESR Piemonte 2021–2027 ed evitare i tagli automatici delle risorse che sarebbero arrivati a fronte di un loro mancato utilizzo.
Oltre ai progetti conclusi e certificati per 173 milioni, sono infatti già stati attivati 52 bandi per oltre 1 miliardo di euro sulle diverse misure previste dal piano: competitività e transizione digitale (699 milioni); transizione ecologica (425 milioni), coesione territoriale (140 milioni), tecnologie strategiche (100 milioni), mobilità urbana (8 milioni) e infrastrutture per le competenze (20 milioni).
Tra le misure che hanno riscosso maggior successo il voucher digitalizzazione, che ha una copertura di 44,5 milioni; il fondo di attrazione investimenti con 82 milioni, il bando per il verde urbano, con 8,5 milioni, le misure per la mobilità sostenebile e per le ciclovie, con 22 milioni di euro a cui si aggiungono i 30 per gli itinerari strategici delle residenre reali, dei paesaggi vitivinicoli e del distretto del Lago Maggiore; le strategie urbane d’area con oltre 125 progetti approvati e 208 comuni coinvolti
Per quanto riguarda invece la chiusura del ciclo 2014-2020, con lettera ufficiale del 20 ottobre 2025, la Commissione Europea ha comunicato la chiusura formale del programma che ha registrato una spesa certificata pari a 709,5 milioni di euro, equivalente al 103% della dotazione finanziaria effettiva di 683,2 milioni.
Questi i numeri principali del programma 2014-2020
​•​ 19.958 imprese sostenute, di cui:
​•​ 3.557 con contributi a fondo perduto (sovvenzioni)
​• ​16.401 con strumenti finanziari (prestiti e garanzie)
​•​ 6 strumenti finanziari attivati:
​•​ 149 milioni di euro in prestiti agevolati, che hanno mobilitato ulteriori 79 milioni da parte del sistema bancario
​•​ 74,8 milioni di euro in garanzie, che hanno permesso l’erogazione di oltre 2 miliardi di euro di credito alle imprese
​•​ Quasi il 100% dei beneficiari degli strumenti finanziari è rappresentato da PMI piemontesi
Durante l’emergenza sanitaria, la Regione ha attivato circa 160 milioni di euro per interventi straordinari, tra cui:
​• ​l’assunzione di 3.079 operatori sanitari (equivalenti full time);
​• ​la fornitura di oltre 60 milioni di dispositivi di protezione individuale (DPI) alle strutture sanitarie
Tutti i target più significativi sono stati conseguiti. Tra questi si segnalano:
​• ​842 imprese che collaborano con istituti di ricerca
​•​ 986 servizi resi disponibili su open data o big data
​•​ 125 nuove applicazioni digitali per imprese, operatori e cittadini
​•​ 15.827 imprese sostenute complessivamente
​•​ 16 edifici pubblici ristrutturati nei settori energia e sviluppo urbano

IOLAVORO arriva a Beinasco

Al Palazzetto dello Sport l’ultima tappa del 2025 del più grande evento del lavoro del Piemonte

Elena Chiorino, vicepresidente Regione Piemonte:  «Il nostro impegno è semplice e ambizioso: costruire lavoro vero, liberare energia e dare ai ragazzi la certezza che il futuro non va temuto, ma costruito insieme»

Un nuovo impulso, una nuova casa, la stessa missione: mettere in contatto chi cerca lavoro e chi lo offre, costruendo un ponte stabile tra formazione, imprese e futuro.
IOLAVORO arriva a Beinasco il 27 novembre novembre 2025, al Palazzetto dello Sport (Via Pio La Torre 3).

L’edizione di Beinasco – organizzata da Regione Piemonte e da Agenzia Piemonte Lavoro – si presenta con numeri significativi: saranno presenti 56 realtà, tra cui 29 imprese22 agenzie per il lavoro, 2 enti formativi e 3 di formazione, e verranno messi a disposizione dei candidati 358 annunci di lavoro per un totale di circa 1.000 posizioni  aperte, oltre a 400 studenti.

Accanto alle imprese saranno presenti tutti gli attori istituzionali che costituiscono l’ossatura del sistema lavoro piemontese: Regione Piemonte, ITS Academy, Agenzia Piemonte Lavoro, EURES, INPS, INAIL, LegaCoop Piemonte, Carabinieri e Vigili del Fuoco.  Una rete vasta, che dimostra la solidità e la capacità di coordinamento della Regione.

IOLAVORO Beinasco rafforza in modo particolare l’attenzione verso i giovani, moltiplicando gli spazi di orientamento e arricchendo il programma con talk motivazionali, spettacoli, laboratori e incontri dedicati alle scuole medie, superiori e primarie.

Tra le novità più importanti di questa edizione, un ruolo centrale lo avrà l’Area Demo “Scopri il tuo talento”, una vera e propria piazza delle competenze che consentirà agli studenti di provare e vivere in prima persona mestieri e professioni reali. Saranno proposte  esperienze dimostrative, realizzate grazie alla collaborazione degli enti formativi e degli ITS Academy.

È un’offerta che attraversa l’intero spettro delle professioni del futuro: artigianato, sicurezza, servizi, industria, digitale e creatività. Un modo concreto per aiutare i giovani a orientarsi, far emergere inclinazioni e mostrare alle imprese una platea di nuovi talenti motivati e consapevoli.

A sottolineare il valore di questa edizione è il vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino: «Rinnovare IOLAVORO significa dare un segnale chiaro: Beinasco e il Piemonte non si limitano ad accompagnare il cambiamento, lo guidano. Vogliamo parlare ai giovani con un linguaggio nuovo, offrire loro esperienze concrete, far scoprire talenti e vocazioni».

«Oggi più che mai  – ha proseguito il vicepresidente –  i ragazzi hanno bisogno di strumenti reali, non di slogan: per questo abbiamo costruito un programma ricchissimo, capace di unire orientamento, formazione ed esperienze immersive come le nostre aree Demo. Allo stesso tempo non dimentichiamo la nostra missione principale: tutelare l’occupazione e sostenere le imprese. Le circa 1.000 posizioni aperte dimostrano che il Piemonte cresce, investe e produce opportunità. È la conferma che le politiche attive funzionano quando c’è una regia forte, coesa e responsabile, in piena sinergia con il Governo».

«Il nostro impegno è semplice e ambizioso: costruire lavoro vero, liberare energia e dare ai ragazzi la certezza che il futuro non va temuto, ma costruito insieme, rendendoli consapevoli di quanto siano anche loro parte di quel Made in Italy che tutto il mondo ci invidia» ha concluso Chiorino.

Con IOLAVORO Beinasco la Regione conferma la sua doppia missione: avvicinare i giovani al mondo del lavoro con strumenti moderni e coinvolgenti, e allo stesso tempo supportare le imprese favorendo un incrocio domanda-offerta sempre più efficace.

L’evento è gratuito, aperto a tutti, e la partecipazione è libera senza necessità di iscrizione preventiva.

Tutte le informazioni e il programma completo sono disponibili su www.iolavoro.org.

La rassegna musicale Officina prosegue a Cascina Roccafranca

All’interno della rassegna di musica da camera Officina, nel corso della quale giovani musicisti di talento animano fino a dicembre il palcoscenico di Cascina Roccafranca, si prosegue con un nuovo concerto venerdì 28 novembre, alle 17.
Il programma della rassegna intreccia classico, contemporaneo e jazz, con un’attenzione particolare alla nuova musica: ogni concerto include infatti una prima assoluta, commissionata a otto compositori emergenti provenienti dal Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna.
Il 28 novembre, alle 17, nella Caffetteria Andirivieni di Cascina Roccafranca sarà nuovamente protagonista il gruppo Scatola Luminosa, formato da Riccardo Conti al vibrafono, Enrico Degani alla chitarra elettrica, Dario Bruna alla batteria e Federico Marchesano al basso elettrico e agli arrangiamenti.
Il gruppo proporrà “Experiment in Terror” di Henry Mancini, “Freshly Squeezed” di Angelo Badalamenti, “En y regardant à deux fois da Pièces froides: II Danses de travers” di Erik Satie, “Surf Rider” di Nokie Edwards, “Il jockey della morte” di Andrea Valle, “Wipe Out” di Bob Berryhill, Pat Connolly, Jim Fuller, Ron Wilson, “Three Wishes” di Ornette Coleman, “Street Adventure” di Riccardo Conti, “Blu, Oro, Argento e Bianco” di Francesco Mo, ai quali si aggiunge “Nuage” di Chiara Todeschi, una commissione OFT in prima esecuzione assoluta.
Cantautrice, compositrice e produttrice musicale, Todeschi descrive così il suo brano: “Nuage è il fotogramma evanescente di un fenomeno transitorio quale la formazione delle nuvole e vuole trasportare l’ascoltatore in una dimensione sospesa e ambivalente”.

Cascina Roccafranca – via Edoardo Rubino 45, Torino

Telefono: 011 01136250

Mara Martellotta

Salvamento: Trofeo Nazionale Open “Città di Torino”

Per il terzo anno consecutivo il Palazzo del Nuoto sarà il teatro del Trofeo Nazionale Open “Città di Torino”, appuntamento ormai consolidato e centrale nel panorama indoor piemontese. Saranno circa 400 gli atleti attesi nel capoluogo sabaudo per un fine settimana interamente dedicato al nuoto per salvamento.

La manifestazione, che richiama società da tutta Italia, proporrà tre giornate intense e ricche di gare, con un programma fitto che comprende anche le prove sprint con partenza dall’acqua e una serie di gara con formula eliminatorie e finali:

Venerdì 28 novembre 2025 – Pomeriggio

50 m trasporto manichino pinne sprint (partenza dall’acqua) – a serie

50 m trasporto manichino sprint (partenza dall’acqua) – a serie

50 m pinne – a serie

200 m Superlifesaver – a serie

Sabato 29 novembre 2025 – Mattina

50 m trasporto manichino – eliminatorie

100 m manichino pinne torpedo – eliminatorie

Staffetta 4×50 pool lifesaver mixed – a serie

Sabato pomeriggio

50 m trasporto manichino – finali

100 m percorso misto – a serie
100 m manichino pinne torpedo – finali
Staffetta 4×25 manichino – a serie
Staffetta 4×50 mista – a serie

Domenica 30 novembre 2025 – Mattina

50 m nuoto con ostacoli sprint – a serie

Line Throw – a serie

200 m nuoto con ostacoli – a serie

Staffetta 4×50 ostacoli – a serie

100 m trasporto manichino pinne – eliminatorie

Domenica pomeriggio

100 m trasporto manichino pinne – finali

Staffetta 4×50 pool lifesaver di genere – a serie

100 m misto lifesaver – a serie

Con un programma così ricco e variegato, il Trofeo “Città di Torino” si prepara a offrire tre giornate di spettacolo ad alta intensità, confermandosi uno degli appuntamenti più prestigiosi per il nuoto per salvamento italiano.

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Foto LC Zone Fotografia&Comunicazione

Grimaldi (AVS): Italia in retromarcia, l’auto elettrica resta un miraggio

“Il ritardo italiano nella transizione verso la mobilità elettrica è ormai cronico e ingiustificabile sul piano industriale e ambientale. Non è soltanto un’anomalia produttiva: è il riflesso di una strategia miope, incapace di costruire un futuro per la nostra industria. Abbiamo il parco auto più vetusto d’Europa: l’età media delle automobili in circolazione supera i 12 anni. Solo lo 0,7% delle auto circolanti è completamente elettrico, contro una media europea che ha superato il 10%. Siamo al 27° posto in Europa per diffusione dei veicoli a batteria e l’infrastruttura di ricarica è gravemente insufficiente. È la fotografia di un fallimento sistemico, che riguarda la pianificazione industriale, la coerenza delle politiche pubbliche, la capacità di attrarre investimenti e, soprattutto, la volontà politica di guidare la transizione ecologica anziché subirla. Servono un cambio di rotta radicale, una visione e, soprattutto, il coraggio di agire” – lo ha dichiarato in aula il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, replicando alla risposta del Ministro Urso a una sua interrogazione.

Bartoli (Lista Cirio): “Sanità, il Canavese merita attenzione”

“Servono investimenti adeguati. Stiamo lavorando per servizi più efficienti e accessibili, indipendentemente dal fatto che si viva in città, in cintura o nelle aree interne”

Torino, 25 novembre 2025 – «Ascolto e confronto diretto con i territori sono indispensabili per costruire una sanità realmente vicina ai cittadini»: così Sergio Bartoli, Consigliere regionale (Gruppo Lista Civica Cirio Presidente PML) e Presidente della V Commissione – Ambiente, portando il suo saluto, ha aperto l’incontro dedicato al Piano Socio Sanitario Regionale organizzato dal Sindaco di Ozegna, Federico Pozzo, con la partecipazione dell’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, e alla presenza di sindaci, amministratori, autorità e professionisti del settore sanitario. Bartoli ha aggiunto che «il Canavese merita attenzione e investimenti adeguati, e stiamo lavorando perché i servizi siano sempre più efficienti e accessibili, a prescindere se uno viva in cintura, in periferia o nel centro città».

Nel dare il benvenuto ai presenti, il sindaco Federico Pozzo ha sottolineato come «sia un onore aver ospitato un momento di confronto così fondamentale per la nostra Regione», ringraziando l’assessore Riboldi per «una disponibilità al dialogo che non è mai scontata» e ribadendo la collaborazione quotidiana con il consigliere Bartoli. Pozzo ha quindi ricordato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul territorio: «La sanità è un pilastro essenziale e il nostro Canavese non deve essere dimenticato: deve essere al centro, insieme a tutte le altre realtà piemontesi, perché la salute è un diritto che deve essere garantito a tutti, a prescindere da tutto».

L’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi ha illustrato le linee principali del nuovo Piano, ricordando come «questo momento di confronto sia nato da un lavoro comune e condiviso». Ha spiegato che «il Piano è il risultato di un lavoro approfondito, sviluppato insieme all’assessore alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, con l’obiettivo di modernizzare la rete dei servizi e ridurre le disuguaglianze». Riboldi ha inoltre assicurato che «già nel 2026 saranno visibili i primi risultati concreti» e ha confermato che il dialogo con i territori continuerà, perché «la sanità deve essere realmente universale e accessibile a tutti, senza distinzione di area geografica».

Il sogno di Eugen, un ritratto perfetto che arriva dall’Estonia

Guardando tra i film in corsa per i premi finali

Primi giorni di TFF. Una decina di titoli del concorso già alle spalle. Siamo passati indenni in mezzo ad alcuni insulsi, qualcuno dalle troppe pretese, altri inconcludenti, tra le varie cinematografie che ci arrivano da mezzo mondo. Ancora non un panorama – sarà sempre impossibile farlo – di come vada il mondo, del cinema e quello reale, tra desideri di rivoluzioni e bambine cattive che girano per bordelli alla ricerca dei soldi che possano salvare da una maledizione, tra la delinquenza che è al continuo bisogno di denaro facile e che tiene a bada autisti costretti ogni notte a trasportare ragazze, tra illusioni che si disperdono per le strade difficili di qualsiasi età, tra le colpe del destino che possono scombussolare la vita di chiunque, a qualsiasi latitudine: c’è la consapevolezza dell’errore, c’è l’obbligo a campare, a trascinare la propria esistenza e quella degli altri, c’è il grande pianeta del sogno, che pare accogliere tutti, una fuga o un viaggio lontano, da soli o con gli amici, non importa dove, c’è la continua lotta, personale, tra la legge scritta e quella immaginata. C’è un titolo che sinora robustamente convince, arriva dall’Estonia, s’intitola “Mo Papa” e a dirigerlo è una giovane regista, Eeva Mägi, non ancora quarantenne, due anni fa ha dato vita a “Mo Mamma” vincendo numerosi premi, tra cui quello della Fondazione estone come miglior giovane regista. La storia che presenta al TFF è il suo secondo lungometraggio. Chissà se la rivedremo.

Non ancora trentenne, Eugen, che esce di prigione dopo aver scontato dieci anni per la morte accidentale del fratello minore (una tragedia in seguito alla quale la madre è morta suicida), fatica a rimettersi fra la gente e dentro la città. Suo padre, per lui un estraneo colpevole d’averlo abbandonato con il fratello e fatto crescere in un orfanotrofio, oggi ripara orologi, chiuso in quel negozio che è laboratorio e casa (ne esce soltanto per inserirsi nel coro della chiesa, che è tutta luci e gente composta e belle voci), con nessuna volontà di riprendere un misero straccio di rapporto (nel suo cellulare, al suono sotto la voce Eugen, s’inserisce una segreteria che offre le situazioni delle temperature dell’intero paese); poi due amici, Stina e Riko, che non se la passano bene di certo, nella mente e nel corpo. La neve e il mare ghiacciato, le corse in tram, i lavori saltuari necessari a sopravvivere, il timido tentativo a formare una coppia, un gruppo di balordi che lo vorrebbero spingere a rimettersi nel buio di prima, fuggire da tutto e sognare il sole del Brasile: ma ogni cosa è un tentativo, una solitudine, il rapporto principale si sfalda ancor prima d’iniziare, è autodistruzione, è la grande solitudine la notte di capodanno, tra i fuochi d’artificio. E dopo che sarà? I primi silenziosi quindici minuti, le riflessioni, i pochi dialoghi (ma non costruiti sul precipizio del vuoto, come in questi giorni già s’è visto), gli affetti e le urla, la forza del corpo come liberazione, le piccole ribellioni, tutto esce dalla macchina da presa (e dalla scrittura, prima) di Eeva Mägi con grande intelligenza e umanissima partecipazione, cogliendo il trauma e i particolari, i comportamenti, le intenzioni e i deboli risultati, tutto ricavato da esperienze di persone conosciute: “Questo film è per loro. È grezzo, non rifinito, ma profondamente umano: non l’ho fatto in modo meticoloso, ma collaborando in modo autentico con altre persone e condividendo una fede profonda.” Istintivo, urgente, libero, come il suo cinema, che “non ha bisogno di grandi budget o anni di perfezionismo”, io direi anche autenticamente sincero.

E poi? In coproduzione Argentina/Perù, Luciana Piantanida, arrivata anche lei al suo secondo lungometraggio, in 69’ rabbercia la storia di Marlene che si prende cura di una vecchia signora e che trova il tempo, in special modo nelle ore notturne, di girovagare per la città a indagare sulla fine di una vecchia amica con cui da giorni non riesce a mettersi in contatto. La scomparsa parrebbe condurre al macrocosmo delle tante nazionalità, al mondo del lavoro notturno, dei lavori sottopagati, sino a incontrare altre donne che hanno sviluppato dei superpoteri. Si vorrebbe parlare di rapporti tra datori di lavori e badanti, della vecchiaia e della morte, di valori extrasensoriali che arrivano inattesi e anche un po’ ridicoli, il film nella volontà di Piantanida aspirerebbe a essere un poliziesco “ma non ha poliziotti”, o “a suo modo fantastico”, salvo poi correre nel sociale, rivendicando la volontà “di affrontare un tema sociale da una prospettiva il più possibile umana”. Uscire dalla sala e sentirsi colpevole di non aver saputo afferrare da che parte ci volesse portare la regista. Da nessuna?

Fantasiosa anche la ragazzina di dieci anni che – il film ha doppia bandiera slovena e croata – è convinta di poter impedire la morte della nonna entrando nel coro della scuola (che non sia, il coro, un punto di rifugio privilegiato di questi tempi?), padre zoticone e mamma che fa le valige per andare a sentire i propri desideri da altre parti, le compagne di scuola che non sono certo delle beatitudini per tutti i giorni e le insegnanti che tracannano o menano ceffoni. Il film è firmato dalla trentenne o poco più Ester Ivakič, di Nova Gorica, laurea e ulteriori studi e menzioni a rassicurazione nostra, il titolo chilometrico (alla Wertmüller, per intenderci) “Ida che cantava così male che persino i morti si sono alzati e si sono uniti a lei nel canto”: puff! Una solitudine infantile attraverso cui “raccontare quello spazio che si crea tra la leggerezza della vita quotidiana e la presenza silenziosa e dolorosa di una perdita inevitabile”: nulla da ridire sul solito rifugio che da qualche parte dobbiamo pur trovare, questa volta “nell’immaginazione, nel gioco, nella solitudine”, alla ricerca di quella sicurezza che sembra essere negata. Ma come sempre quella ricerca va “riempita”, di azioni, di pensieri, di suggestioni, di dialoghi che lascino all’interno del racconto qualche segno, non lasciata alla troppa discrezione o all’incapacità magari di produrre una affascinante compiutezza.

Nella nostra personale e quotidiana bulimia, ancora eterni temi di ieri e di oggi si rimpallano all’interno di “La anatomìa de los caballos” (produzione Perù/Spagna, lungometraggio d’esordio del peruviano Daniel Vidal Toche. La storia del rivoluzionario Angel, immaginario (?) personaggio del XVIII secolo, che sconfitto dai nemici, si rifugia nel villaggio natale per ritrovarsi proiettato nei monti andini della nostra epoca, brulli e inaccoglienti: accidente misterioso provocato da un meteorite che, cadendo in quei luogo, ha creato un varco tra le due diverse epoche. Per lui, tra lo scalpitìo dei cavalli e il rumore di una locomotiva, ci sarà l’incontro con Eustaquia, che è alla ricerca della gemella scomparsa durante la lotta contro una compagnia mineraria: un incontro che li porta a un’unica domanda: qual è il senso della rivoluzione, oggi, contro cosa e per chi dobbiamo combattere? Potere e prevaricazione hanno colpito e continuano a perseguitare sempre le medesime persone ma vale continuare a combattere. “In Perù, come in tutta l’America Latina, ci sembra di ricominciare sempre dallo stesso punto, intrappolati in un ciclo che non si spezza”, sottolinea il regista: porta avanti le proprie rivendicazione lucidamente, e con mestizia, in certi momenti pare di tornare alle enunciazioni degli attori di Pasolini, ma il tutto, con il frazionamento delle azioni e con il posizionare la macchina da presa in modo inamovibile, dove l’azione si fissa con un sapore primitivo, non giocando di montaggio, si fa fermo e lento, quasi senz’anima, un interessante libro da leggere di cui a fatica si raggiungono le ultime pagine.

Elio Rabbione

Nelle immagini: scene da “Mo Papa” di Eeva Mägi (Estonia), “Ida che cantava…” diretto da Ester Ivakič e “La anatomia de los caballos” di Daniel Vidal Toche.

Media e femminicidi, Extinction Rebellion manifesta alla Rai

Questa mattina Extinction Rebellion ha occupato l’ingresso della Rai di Via Verdi a Torino, dove una decina di donne si sono legate tra loro con corde rosa, verdi e nere e si sono coperte la bocca con scotch nero, mentre è stato esposto uno striscione “Sleghiamo l’informazione”. Nella giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il movimento denuncia “la narrazione distorta che i media, e in particolare la principale emittente pubblica italiana, portano avanti su femminicidi ed ecocidi, e chiedono maggiore libertà di stampa e una narrazione che dia voce alle vittime”.