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Un polo d’eccellenza per donne e bambini: al via la nuova Azienda “Regina Margherita – Sant’Anna”

Parte ufficialmente il percorso per la costituzione della nuova Azienda Ospedaliera “Ospedale Infantile Regina Margherita – Sant’Anna”, un polo sanitario che unirà due strutture d’eccellenza torinesi in ambito femminile e pediatrico.

«Dar vita all’Azienda Ospedaliera Regina Margherita – Sant’Anna significa mettere al centro le donne e i bambini. In termini operativi intensificare l’alto livello dell’assistenza femminile e creare un’eccellenza nell’ambito della rete materno-infantile regionale dove cura, ricerca e innovazione in ambito femminile e pediatrico a 360º diventino un punto di riferimento internazionale, grazie anche alla candidatura a IRCCS che proporremo», ha dichiarato l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, annunciando le deliberazioni approvate dalla Giunta Regionale del Piemonte.

Le delibere avviano formalmente l’iter che porterà, a partire dal 1° gennaio 2026, allo scorporo del presidio Sant’Anna dall’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino e al suo accorpamento con l’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM).

«Con le DGR di oggi – ha proseguito Riboldi – da un lato abbiamo formalizzato la richiesta al Consiglio regionale di dar vita alla nuova Azienda Ospedaliera OIRM – Sant’Anna e dall’altra di demandare al Direttore Generale dell’AOU Città della Salute e della Scienza ed il Commissario dell’OIRM di definire, entro il 30 dicembre, il Piano attuativo con l’analisi organizzativa e documentale, gli obiettivi e il cronoprogramma, e in cui siano riportate le azioni e gli specifici atti necessari all’accorpamento. A fianco di tutto ciò, dovrà essere costituito un tavolo di coordinamento interaziendale composto da rappresentanti delle Direzioni Generali e delle Direzioni operative per definire lo sviluppo del Piano attuativo».

L’assessore ha inoltre espresso riconoscenza ai vertici delle due strutture coinvolte per la collaborazione e l’impegno dimostrati:
«Colgo l’occasione per ringraziare il direttore generale dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Livio Tranchida, e il commissario dell’OIRM, Franco Ripa, per l’impegno e la disponibilità che da subito hanno dimostrato per raggiungere nel minor tempo possibile un risultato che andrà a beneficio di tutto il Piemonte», conclude Riboldi.

Radici: il festival che interroga le nostre identità

Si terrà domani, alle ore 10 al Circolo dei lettori e delle Lettrici di Torino la conferenza stampa di presentazione di Radici, il festival che quest’anno invita grandi artisti e voci autorevoli a interrogarsi – in chiave pirandelliana – sul tema delle identità: una, nessuna e centomila.
Un percorso che attraversa l’individuale e il collettivo, la nazione e il popolo, fino all’immagine che ciascuno costruisce di sé in una società sempre più complessa ma al tempo stesso omologata. Un’omologazione che Pier Paolo Pasolini denunciò già negli anni del boom, osservando come il consumismo avesse trasformato stili di vita e modelli culturali.
Accanto a questo filone, Radici esplora anche le esperienze di chi ha scelto di espatriare, vivendo in bilico tra due mondi e due identità.
E oggi, mentre i social media amplificano, distorcono e condizionano la percezione di sé, e l’intelligenza artificiale mette in discussione la stessa nozione di identità, il festival rilancia il dibattito aprendolo a prospettive e contenuti diversi, con l’obiettivo di risvegliare nuove consapevolezze.
Valeria Rombolá

L’aquila di Cicogna

 

Cicogna è la piccola capitale della Val Grande, l’area wilderness più grande delle alpi e d’Italia all’estremo nord del Piemonte, parco nazionale più di trent’anni. Corte maggengale delle comunità verbanesi di Cossogno, Unchio e Ungiasca già dal XIII secolo, diventò un centro permanente solo a partire dal XVI secolo.

Cicogna, posta sul declivio che scende dalla Cima Sasso e separa l’imbocco della Val Pogallo dalla Val Grande, segna il limes, il confine tra la civiltà degli esseri umani e quella della natura. E’ lì che Fabio Copiatti ha ambientato i suoi ultimi libri, compreso L’Aquila di Cicogna, edito recentemente da Youcanprint. Verbanese di nascita (con genitori originari di Cossogno) per 24 anni – dal 1996 al 2019 – ha lavorato per il Parco Nazionale Val Grande per poi trasferirsi all’ombra delle Dolomiti Bellunesi dove si occupa di politiche per la sostenibilità. Ricercatore storico, biologo e guida escursionistica ambientale, con i suoi libri ha contribuito a far conoscere la cultura e le tradizioni alpine. Nel suo L’aquila di Cicogna Copiatti ha raccolto numerosi racconti partendo da uno sguardo che spazia su due prospettive: da un lato la rievocazione di vicende realmente accadute nel secolo scorso, testimonianze di guerra, di lotta e di sopravvivenza, fatti tramandati da chi c’era, da documenti d’archivio, da giornali locali; dall’altro, il filo più intimo dei ricordi personali dell’autore, maturati in quell’area selvaggia. Tra le pagine rivivono personaggi come Don Antonio Fiora, il combattivo “prete di Cicogna”, quasi si trattasse di una sorta di Don Camillo della Val Pogallo, le vicende di abili cacciatori e di animali leggendari come la grande aquila e la vipera con le zampe, storie di lotta e di dolore al tempi della Resistenza come il tragico rastrellamento del 1944, ricordi di balme perdute, alberi straordinari e animali come il fagiano di monte e il saettone. Con uno stile sobrio e coinvolgente i racconti restituiscono l’essenza della storia valgrandina. Un mondo arcaico, retto da pratiche e valori ancestrali, per certi versi poco moderni, secondo i canoni odierni, ma quanto mai importanti, necessari, utili per l’oggi e il domani. Un mondo che ci insegna ad essere umili, a riconoscere che una parte importante della cultura accumulata da generazioni di montanari risiede in quei luoghi aspri, spesso percorsi su sentieri ripidi sotto il peso di una gerla. Posti dove le frontiere dei crinali sono stati più un punto d’incontro che una linea di demarcazione e separazione. Copiatti ha rilevato nei fatti il testimone della ricerca di Nino Chiovini e questo gli fa onore. Ecco perché quest’ultimo suo libro – come i precedenti Cicogna ultima Thule, A passo di vacca, E’ questa casa mia. Storie e racconti di Valgrande – è davvero molto importante.

Marco Travaglini

“Questo non è amore”, a Torino un murale dedicato a Giulia Cecchettin

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L’opera d’arte è realizzata nel contesto del festival “Women & the City” organizzato dall’associazione Torino Città per le Donne con il contributo del Comune di Torino, la collaborazione di Torino Creativa e dell’associazione Avvalorando

Un percorso artistico delle studentesse e degli studenti del Primo Liceo Artistico

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Un murale dedicato a Giulia Cecchettin: l’opera d’arte è stata inaugurata oggi, 20 ottobre 2025, a Torino e prende il nome del titolo del diario di Giulia “Questo non è amore”. Tra i tanti bozzetti che sono stati realizzati dalle studentesse e dagli studenti della 5A indirizzo Arti Figurative del Primo Liceo Artistico di Torino coinvolti dallo staff del festival “Women & the City”, ideatore del progetto, Gino Cecchettin ha scelto quello della studentessa Nina Gruppi. Il murale è stato realizzato dallo street artist torinese Berny Scursatone, autore di diversi graffiti in città. Tutti i bozzetti realizzati sono stati mostrati e raccontati in un video che sarà donato alla Fondazione Giulia Cecchettin.

Il murale sorge in corso Vercelli 124, angolo via Desana. L’evento di stamane anticipa il festival “Women & the City”, organizzato da Torino Città per le Donne dal 22 al 26 ottobre (e riprenderà a novembre) che nell’edizione 2024 aveva avuto tra gli ospiti Gino Cecchettin, padre di Giulia.

All’evento di inaugurazione che è stato condotto da Elisa Forte, giornalista e direttrice del  Festival Women & The City, hanno partecipato la presidente dell’associazione Torino Città per le Donne Antonella Parigi, il sindaco Stefano Lo Russo, l’assessora alle Politiche Educative, Periferie e Rigenerazione Urbana Carlotta Salerno, il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto, le studentesse e gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Ennio Morricone”, Nina Gruppi, autrice del murale con le studentesse e gli studenti della 5 A indirizzo Arti Figurative Primo Liceo Artistico di Torino, i docenti del Primo Liceo Artistico di Torino Daniele Alonge(Discipline plastiche scultoree e scenoplastiche) e Giuseppina Marchetta (Italiano), la proprietaria del palazzo che ospita il graffito Donatella Barale, Alessandro Di Mauro, presidente dell’Associazione Culturale Avvalorando che ha gestito le fasi di realizzazione del progetto con la cooperativa Barbara B e Aics Torino.

È con grande emozione che inauguriamo oggi questo murale dedicato a Giulia Cecchettin, un modo per ricordarla e per veicolare un messaggio importantissimo: che la mancanza di rispetto, il controllo, la violenza, non sono mai amore – ha detto Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di TorinoUn progetto su cui come amministrazione abbiamo creduto da subito e per cui vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato, a partire dalle studentesse e dagli studenti che lo hanno realizzato. Quest’opera si inaugura in una zona della città su cui stiamo investendo risorse importanti in modo particolare sulle politiche giovanili, consapevoli che è alle giovani generazioni che dobbiamo rivolgere il nostro sguardo, per sostenerli e dare loro spazi di crescita e socialità positiva”.

Il murale che inauguriamo oggi è un atto civico di grande valore. L’arte urbana è uno strumento e veicolo potente per promuovere la cultura del rispetto, la libertà, la non violenza ed è fondamentale che nella realizzazione delle opere stesse i ragazzi siano protagonisti – ha dichiarato Carlotta Salerno, Assessora alle Politiche Educative della Città di Torino Da oggi ogni persona, passando da corso Vercelli, incontrerà Giulia Cecchettin, il suo ricordo e le sue parole. Con la loro creatività e impegno, gli studenti della 5B del Primo liceo artistico hanno dimostrato di voler costruire una società più giusta e consapevole. Per l’assessorato alle Politiche Giovanili è stato naturale sostenere la realizzazione del murale”. 

“Non tutti i luoghi sono uguali, e installare qui un’opera d’arte di questo valore è importantissimo – ha detto il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto -. Ora un ruolo fondamentale lo avranno le scuole e le famiglie: i bambini che passeranno di qui vedranno il murale e chiederanno chi era Giulia; toccherà agli adulti rispondere”.

Questo progetto nasce l’anno scorso, quando il festival ha avuto come ospite Gino Cecchettin – ha detto la presidente dell’associazione Torino Città per le Donne Antonella Parigi -. In quell’occasione abbiamo voluto dare un segnale forte, e la nostra città ha voluto abbracciare quest’uomo e Giulia. Come associazione ToxD cerchiamo sempre di coinvolgere studenti e studentesse, come in questo caso, e apriamo alla partecipazione di tutte e tutti”.

Siamo qui per innalzare un grido che urla “mai più silenzio”. Giulia Cecchettin è una presenza viva, che continua a guardarci e che vive nella voce di chi denuncia e nel coraggio di chi non accetta sopraffazione e violenza – ha invece dichiarato Elisa Forte, giornalista e direttrice del  Festival Women &The City -. Con questo murale noi volevamo essere in uno dei quartieri più multietnici, colorati e accoglienti della città. Ogni pennellata urla il diritto alla libertà e all’amore, e ricorda a tutti che il dolore si può trasformare in cambiamento. Quest’opera sarà un altare laico contro la violenza e l’indifferenza, e riteniamo che lo slargo dove sorge possa diventare un pensatoio, un punto di partenza per eventi e raduni che riguardano la violenza di genere”.

Il programma completo del festival è disponibile sul sito www.womenandthecity.it

 

Sequestro di droga per 80mila euro: due arresti

Nei giorni scorsi, personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto a Torino, nel corso della medesima operazione, un cittadino italiano e un cittadino tunisino per spaccio di sostanze stupefacenti.

Il personale del Commissariato di P.S. Dora Vanchiglia, nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di stupefacenti nell’area ubicata in corrispondenza del condominio di Corso Regina Margherita                         162, già oggetto in passato di numerosi controlli e attività di polizia, ha notato un giovane di nazionalità tunisina entrare e uscire più volte dallo stabile.

In particolare, a destare sospetto è stata un’autovettura dalla quale, dopo essersi fermata in corrispondenza del civico 162, sono scesi due uomini e una donna che hanno preso contatti con il soggetto monitorato.                         Dopo un breve colloquio, il giovane è rientrato nel condominio per poi riuscire dopo pochi istanti e consegnare alla ragazza un involucro – poi rivelatosi contenere 50 grammi di hashish – in cambio di denaro.

In conseguenza di quanto accertato, e a seguito della perquisizione del suo alloggio che ha permesso di rinvenire diversi bilancini di precisione e altro materiale riconducibile all’attività di spaccio, il cittadino di origine                   tunisine è stato arrestato.

Le successive perquisizioni del veicolo e degli occupanti dell’autovettura hanno consentito di rinvenire e sequestrare, occultata all’interno di uno zaino in uso ad uno dei due uomini, una busta contenente della                               sostanza granulare di colore giallo del peso di circa un chilo e mezzo rivelatasi poi essere cocaina non raffinata ancora da tagliare.

Il cittadino italiano che trasportava lo zaino, un trentottenne residente nella provincia torinese, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La cocaina sequestrata, una volta tagliata e                      immessa sul “mercato”, avrebbe avuto un valore commerciale di circa 80.000 €.

L’Autorità Giudiziaria ha convalidato gli arresti, disponendo la custodia cautelare in carcere del cittadino italiano.

Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva.

Forza Italia: a Torino gli Stati Generali della casa

«La casa non è soltanto un bene materiale o un investimento, ma un diritto fondamentale, il primo pilastro della vita delle famiglie e della coesione sociale del Paese. È da qui che vogliamo ripartire per costruire un’Italia più giusta, moderna, sostenibile e vicina alle persone».

Lo ha dichiarato il senatore Roberto Rosso, Responsabile nazionale del Dipartimento Casa e vicecapogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, presentando gli Stati Generali della Casa, in programma sabato 25 ottobre al Teatro Carignano di Torino a partire dalle ore 9.30, di cui è promotore e organizzatore.
Alla conferenza stampa hanno preso parte il ministro Paolo Zangrillo, il presidente della Regione Alberto Cirio e il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.

«Con il titolo “Semplificare per abitare” – ha spiegato Rosso – vogliamo guardare in una direzione precisa: ridurre la burocrazia, riqualificare il patrimonio esistente senza ulteriore consumo di suolo, e rilanciare l’edilizia sociale e sostenibile. La casa deve tornare a essere un diritto accessibile e concreto per tutti gli italiani».

Il senatore ha poi illustrato i contenuti dell’evento che unirà confronto e proposte ad altissimo livello e che vedrà riuniti a Torino il vicepremier Antonio Tajani, i ministri Anna Maria Bernini, Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Zangrillo, la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, il sottosegretario Tullio Ferrante, il responsabile nazionale dei Dipartimenti Alessandro Cattaneo, i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, l’eurodeputata Letizia Moratti, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e Marco Scajola, assessore Casa Regione Liguria.

L’esponente azzurro, relatore al Senato del Testo Unificato sulla Rigenerazione Urbana, ha ricordato il lavoro svolto in Parlamento «per costruire una cornice normativa semplice, coerente e moderna, capace di trasformare la rigenerazione urbana in un autentico motore di sviluppo».

Rosso ha evidenziato che gli Stati Generali della Casa saranno anche «un momento di dialogo tra politica, mondo produttivo e ricerca», con la lectio magistralis del rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati e del professor Carlos Moreno, urbanista e docente alla Sorbona di Parigi, ideatore del modello della “Città in 15 minuti”.
«Due figure di altissimo profilo – ha aggiunto Rosso – che rappresentano l’incontro tra l’eccellenza della ricerca italiana e la visione internazionale più avanzata dell’urbanistica contemporanea».

Alla giornata parteciperanno anche i vertici di Federcasa, CNA Costruzioni, Agenti immobiliari, Confindustria e Confindustria Assoimmobiliare, Confabitare, Geometri, Architetti, Notai e Ingegneri, ANCE, Confedilizia INVIMIT insieme a docenti della SDA Bocconi e a rappresentanti del mondo sindacale, delle professioni e delle imprese.
Modereranno: Annalisa Bruchi, conduttrice Rai, Claudio Antonelli, vicedirettore Gruppo 24Ore e Pietro Senaldi, condirettore di Libero.

«Da Torino – ha concluso Rosso – prenderanno forma idee e proposte concrete per il futuro delle politiche abitative. Forza Italia vuole essere protagonista e motore di questa nuova stagione della casa, perché semplificare per abitare significa rigenerare per crescere e restituire fiducia e forza propulsiva al nostro Paese».

Il vescovo Derio Olivero a S. Agnese. Riflessioni e commenti attraverso l’arte

Lunedì 27 ottobre alle 18 la Parrocchia S. Agnese in Torino – salone parrocchiale via Volturno 2 ha il piacere di ospitare Mons. Derio OLIVERO, Vescovo di Pinerolo.

Grande appassionato di arte, fotografia e montagna, la serata con il Vescovo verterà sull’importanza delle relazioni interpersonali, in una società sempre più individualista e priva di rapporti umani.

Il vescovo incentrerà l’incontro partendo dal commento di due opere d’arte: Cena in Emmaus di Caravaggio e Danza di Matisse. L’importanza delle relazioni è spesso ricordata dal Vescovo nei suoi interventi e si lega al tema del Centenario della parrocchia organizzatrice: “Dalle radici al grande albero…essere COMUNITA'”

Ingresso libero – tel. 0116602148 – parr.santagnese

 Sanità, Grimaldi (AVS): Il caso delle prenotazioni fittizie a Cuneo esige risposte 

“È passato oltre un mese da quando le consigliere regionali di AVS, raccogliendo le segnalazioni di cittadine e cittadini cuneesi, hanno denunciato che l’ASL CN1 e l’Ospedale Santa Croce e Carle avevano dato a diversi pazienti appuntamenti ‘fittizi’ in orari notturni, rispettando così con un escamotage burocratico i tempi previsti per le visite urgenti (entro 10 giorni), ma di fatto rimandando l’accesso reale a ben oltre le scadenze previste. L’interruzione del sistema, in seguito all’interrogazione in Consiglio Regionale, ha fatto sì che ancora oggi sia estremamente difficile ottenere un appuntamento in priorità B, cioè nel rispetto delle tempistiche previste dalla legge. In sostanza, il ricorso a un metodo artigianale ha mandato in tilt l’intera macchina sanitaria, a scapito di pazienti e operatori. A oggi, sarebbero circa 30mila le prenotazioni ‘non reali’ e – tra queste – oltre 7mila le prescrizioni di esami radiologici disdette dalle aziende ospedaliere in quanto definite ‘inappropriate’. Dalla Regione si difendono dicendo che si tratta di una ‘piccola percentuale’, non di una ‘sospensione generalizzata delle agende di prenotazione’, ma se stiamo parlando di decine di migliaia di casi siamo di fronte a un problema sistemico e alla sofferenza di persone in carne e ossa, costrette a rivolgersi al privato. Attendiamo da giorni una risposta dal Ministero – a maggior ragione poiché Schillaci stesso si sarebbe mostrato insoddisfatto delle risponde della Regione e dell’ASL: ci aspettiamo che il diritto alla salute e la fiducia nel sistema sanitario pubblico siano ristabiliti” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione.

Torino soffocata dalla burocrazia: alle imprese costa 2,2 miliardi l’anno

La cattiva burocrazia continua a pesare come un macigno sull’economia italiana, ma ci sono territori dove l’impatto è particolarmente grave. Tra questi spicca Torino, che secondo un recente report della CGIA di Mestre si colloca al terzo posto in Italia per i costi sostenuti dalle imprese nella gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione: 2,2 miliardi di euro ogni anno.

La classifica è guidata da Milano (6,1 miliardi), seguita da Roma (5,4 miliardi) e poi da Torino, davanti a Napoli (1,9 miliardi) e Brescia (1,4 miliardi). In totale, le imprese italiane spendono 57,2 miliardi di euro all’anno per far fronte a procedure, moduli e adempimenti amministrativi.

“Da sempre chiediamo che la semplificazione degli adempimenti a carico degli imprenditori passi attraverso la previsione di una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta e un solo controllo”, sottolinea Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino.
De Santis evidenzia come la digitalizzazione dei processi — già possibile grazie alla fatturazione elettronica — potrebbe alleggerire in modo significativo il peso burocratico.

Il problema colpisce in modo particolare le piccole e micro imprese artigiane, che rappresentano l’ossatura del tessuto produttivo torinese. Secondo una ricerca di Confartigianato, un titolare di una piccola impresa dedica in media 238 ore all’anno per gestire adempimenti e scadenze: 56 ore in più rispetto alla media dei Paesi OCSE.

“La semplificazione del rapporto fra fisco e contribuente è possibile — prosegue De Santis — ma serve una visione concreta e un dialogo costante tra Pubblica Amministrazione e mondo produttivo. Anche il successo del PNRR dipenderà dalla capacità di superare ostacoli e lentezze amministrative.”

Il peso della burocrazia si somma a quello del carico fiscale: secondo la Commissione Europea, nel 2024 l’Italia è al sesto posto in Europa per pressione fiscale, con un aggravio di 36,6 miliardi di euro (pari a 620 euro per abitante).

“Il 6 giugno abbiamo ‘festeggiato’ il tax freedom day — conclude De Santis —, il giorno in cui gli imprenditori smettono di lavorare per lo Stato e iniziano a guadagnare per sé. Quest’anno è arrivato dopo 156 giorni: un dato che fotografa un sistema ancora troppo sbilanciato e che penalizza la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali.”

Foto Città di Torino