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È ancora giallo sul corpo mummificato trovato all’interno di una cascina a Leini. Il proprietario, che ha chiamato le forze dell’ordine ha detto che l’edificio era inutilizzato da molto tempo e da un anno nessuno ci entrava. Si ipotizza che il cadavere si trovasse lì’ da mesi, forse si tratta di un senzatetto.
Martedì prossimo 8 aprile entreranno in fase di pre-esercizio altri tre varchi per il controllo delle di corsie preferenziali in:
– corso Potenza, lato Ovest della carreggiata Ovest nel tratto compreso tra via Terni e Val della Torre e corso Regina fino al ponte della Dora;
– corso Potenza lato Est della carreggiata Est nel tratto compreso tra le vie Pianezza e Foligno,
– corso Orbassano, lato Ovest della carreggiata Ovest nel tratto compreso tra l’interno 402 di corso Orbassano e strada del Portone.
Fino all’11 aprile le telecamere saranno presidiate a scopo informativo dalla Polizia municipale e sanzioneranno i transiti non autorizzati a partire da martedì 15 aprile.
Prosegue così la messa in funzione delle nuove telecamere che ha visto a metà gennaio l’entrata in funzione a metà gennaio dei primi tre dispositivi lungo il lato Nord della carreggiata Nord di corso Vittorio Emanuele II, nei tratti compresi tra via dell’Arsenale e corso Re Umberto, tra le vie San Francesco da Paola e Carlo Alberto e tra via Falcone e corso Ferrucci a cui sono aggiunti, il mese successivo, quelli su corso Rosselli, lato Nord della carreggiata Nord nel tratto tra via Piazzi e Largo Orbassano, e in Largo Orbassano, lato Est della carreggiata lato Est, nel tratto compreso tra i corsi De Nicola e Rosselli, e lato Ovest della carreggiata Ovest, nel tratto compreso tra i corsi Rosselli e Adriatico.
L’obiettivo è il rispetto delle corsie riservate e dunque di regole esistenti da anni, eliminando i transiti non autorizzati e migliorando di conseguenza velocità e puntualità del trasporto pubblico. Il traffico irregolare, infatti, è particolarmente d’intralcio nelle fasi di salita e discesa dei passeggeri, di marcia tra una fermata e l’altra, e di attestamento ai semafori.
Sulle corsie preferenziali potranno continuare a transitare i veicoli GTT in servizio pubblico; i veicoli di assistenza e manutenzione del GTT; gli autobus in servizio di linea intercomunale; i mezzi del trasporto pubblico locale non in linea (taxi e ncc); i veicoli delle Forze di Polizia, della Polizia Municipale, dei Vigili del Fuoco e dei Servizi di Soccorso; i veicoli in servizio di raccolta e smaltimento rifiuti; i veicoli di aziende di servizio di manutenzione del suolo pubblico e degli impianti, che necessitano di transitare per l’effettuazione di interventi; i possessori di permesso CUDE; ciclomotori e motocicli a due ruote o a doppia ruota anteriore; veicoli appartenenti agli agenti diplomatici, agli agenti consolari di carriera, muniti di targa speciale di riconoscimento e i veicoli in dotazione ai consoli onorari in Italia muniti del contrassegno “CC” di cui al Decreto Ministero degli Affari Esteri 20 giugno 2005; veicoli della Città di Torino e della Regione Piemonte adibiti al servizio degli Organi Istituzionali.
Per le categorie di cui sopra per cui non è disponibile in banca dati la targa sarà necessario procedere all’esenzione a posteriori come definito per la ZTL centrale, scrivendo al sito https://www.gtt.to.it/cms/ztl/autorizzazioni-occasionali.
TORINO CLICK
Con “Sarabanda”, girato per un pool di televisioni europee, tra cui la Rai, con tecniche digitali, l’ineguagliato Ingmar Bergman firmò nel 2003, a quattro anni dalla morte, il suo testamento artistico, tornando a visitare i personaggi di “Scene da un matrimonio”, a distanza di trent’anni. Ancora Marianne e Johan, ancora Liv Ullman e Erland Josephson. Marianne è tornata, all’improvviso, senza un vero perché (o, al contrario, in una opposta visuale, c’è in quella visita qualcosa di precostruito, il desiderio di mettersi ancora una volta nella vita del suo uomo? “pensavo che tu mi stessi chiamando”, una sua suggestione), da quell’uomo da cui da decenni s’è divisa, con cui ha trascorso tradimenti e desideri affettuosi e fisici di ricongiungersi, vivendo e dimenticando (“l’arte di nascondere la spazzatura sotto il tappeto” s’intitolava uno degli episodi di quella serie televisiva); lo ritrova chiuso e solitario nella propria casa tra i boschi, agguerrito misantropo, circondato dai libri, vicino di casa di un figlio, Henrik, chiuso anch’egli in una piccola proprietà con la figlia diciannovenne Karin, con cui non colloquia, alimentandosi tra gli squarci di incomprensioni e di autentico odio che potrebbero sfociare anche nella violenza. Di entrambi è forte l’amore per la ragazza, del primo affettuoso (per vero affetto? o per una qualche inconfessata convenienza?), dell’altro, musicista e facilmente improvvisatosi ferreo insegnante, oltremodo ossessivo e soffocante, ore di studio per l’implacabile perfezione del violoncello. Prove difficili, un obbligo a primeggiare – un futuro da solista – a cui Karin sente che non sarà mai pronta, il desiderio di fuggire, di viaggiare a scoprire nuovi giovani colleghi, luoghi diversi, atmosfere ben lontane da quella in cui è cresciuta: mentre sui loro momenti aleggia il sospetto di un suggerito incesto.
Un abbandono che su Henrik ha traumi di autodistruzione – “maledetto Henrik maledetto, povero idiota” urlerà il vecchio patriarca -: e Marianne che continua a osservare quel gioco al massacro, nel trascorrere dei giorni e delle stagioni, coinvolta e muta, a correggere, a sostenere, a tentare di costruire un’affettuosità che non potrà mai esistere. Ad intromettersi, la presenza sospesa di Anna, la moglie scomparsa di Johan (in un incidente), un’assenza ingombrante, una fotografia poggiata sul tavolino che ha il peso dell’immagine sacra sopra un altare. La disperazione, un rinfacciare continuo, le continue incomprensioni e il rancore, un’angoscia che s’è ormai impadronita e non si può più cancellare e che alla fine esplode, il tentativo d’imporsi sempre, la fuga, gli acidi sentimenti e la rabbia che si spargono attraverso dieci scene, più un prologo e un epilogo, omaggiando altresì musicalmente, tra Bach e Brahms, quella “sarabanda” che oltre a suonare come titolo è un movimento di danza rispettato nella presenza, durante i cento minuti della durata, sempre, di due soli personaggi, scena dopo scena. È il rapporto guasto di padri e figli, del frantumarsi della famiglia, quei dolorosi pezzi di vita e quelle ferite che non si rimarginano. Tutto si anima di urla e di parole e di silenzi, di sguardi e di piccoli gesti, ogni cosa pronta a investire quel quartetto che tenta di risorgere ma che nel finale è ancora lì a contorcersi e a buttar fuori lamenti muti. Portando la vicenda sul palcoscenico (con la traduzione di Renato Zatti), Roberto Andò – uomo di teatro e di cinema (dal “Manoscritto del principe” sino agli ultimi successi “La stranezza” e “L’abbaglio”, passando attraverso quella “Storia senza nome” che s’ispirava al furto nel ’69 della “Natività” di Caravaggio mai più ritrovata) e di lettere (il suo più recente romanzo è “Il coccodrillo di Palermo”, edito dalla Nave di Teseo) -, con una coproduzione dei Teatri di Genova e Napoli e del Biondo di Palermo, sino a domenica 6 aprile presenta al Carignano, nella stagione dello Stabile di Torino – Teatro Nazionale, l’ultima fatica del regista svedese.
La sua direzione, dalle cadenze precise, lavorando sempre in levare, geometrica e prosciugata dei gesti e delle parole, cadenzate una a una, limpide, e di tutte le conclusioni che potrebbero suonare superflue, non soltanto s’impagina tra le tavole di un palcoscenico ma prima di tutto guarda al cinema, quasi un meccanismo inventato, quasi un susseguirsi di piani cinematografici, di dissolvenze e di primi piani, come del resto le scene spoglie, da Gianni Carluccio, nel preciso svolgersi dei vari capitoli aperti e richiusi da pareti mobili, orizzontali e in verticale, quasi musicalmente un movimento che s’incunea nel movimento successivo. All’interno, tra luci catturate nel loro intrecciarsi di luci e di zone oscure dalle opere caravaggesche (certi tagli in obliquo da cappella Contarelli) e da quanti tra i seguaci al pittore possano essere riferiti, operano quattro attori in vero stato di grazia. Renato Carpentieri crede di essere l’uomo ormai staccato da tutto e da tutti ma in realtà è il padre che si sta consumando nell’angoscia, grande attore capace di costruire scena dopo scena un prova eccellente, Caterina Tieghi che preferiamo nella contenitura del suo dramma, a tratti un po’ troppo sopra le righe, Alvia Reale nel ruolo della eccellente osservatrice. La mia personale palma va alla prova di Elia Schilton, di cui alla prima si sono ammirati appieno la pacatezza e gli scatti di rabbia, le parole rotte o trattenute, il ricamo che riesce a imprimere al proprio Henrik di gesti che sono un raro esempio di equilibrio e di calibratura, visibilmente il più disperato componente di questo gruppo di famiglia dentro a un nerissimo interno, espressione tutti del male di vivere. Le musiche che accompagnano lo spettacolo sono di Pasquale Scialò, da centellinare, come ogni momento che ci ritroviamo ad applaudire: uno dei migliori, affascinanti, intelligenti spettacoli visti sin qui nella stagione, decisamente.
Elio Rabbione
Le immagini dello spettacolo sono di Lia Pasqualino.
Si è svolta ieri la cerimonia di scoprimento di una targa dedicata a Fred Buscaglione, posta sullo stabile nel quale aveva vissuto e composto molte delle sue canzoni, in via Bava 26 bis, nel quartiere Vanchiglia.
E proprio alla comunità del condominio e agli abitanti della zona si è rivolta la presidente del Consiglio Comunale che ha espresso loro il ringraziamento per come hanno promosso l’iniziativa, completamento di una narrazione toponomastica che ha saputo unire tra di loro i nomi di autori, cantautori e interpreti dai quali discendono capitoli unici e indimenticabili nella storia musicale della nostra città. Una mappa musicale, ha evidenziato, che si dispiega sotto il cielo della Circoscrizione 7, con il giardino legato all’amico fraterno nonché autore dei testi delle canzoni di Fred Buscaglione, Leo Chiosso, e si estende ai Murazzi, un tratto dei quali è dedicato allo stesso Buscaglione mentre l’altro a Gipo Farassino.
La Presidente ha sottolineato come Borgo Vanchiglia abbia saputo mantenere intatta nel tempo la sua identità, dove la vita di vicinato sopravvive, dove sopravvive il ricordo di una quotidianità, come quella di un’abitazione privata, capace di sopravvivere al successo e alla fama. A questa quotidianità e al valore dei legami tra persone che sono capaci di andare oltre il personaggio è andato l’omaggio della Presidente, nonostante sia forte la consapevolezza della grandezza dell’artista e del fatto che, nonostante l’interprete di Eri Piccola fosse un artista del suo tempo, è indubbio che la sua unicità abbia saputo attraversare intere generazioni.
Alberto Allegranza, direttore del Museo della Radio e della Televisione della Rai di Torino ha espresso grande soddisfazione per il “pianoforte rosa” collegato alla storia della band di Fred Buscaglione, da due settimane all’interno del museo, donato dal Dancing Leroi, “un pianoforte vivo e presente, non rinchiuso in una teca ma che i pianisti possono ancora suonare, come già sta accadendo in questi giorni durante le visite delle scolaresche”.
Aneddoti sulla vita di Fred Buscaglione sono stati raccontati da Toni Campa, gestore del Dancing Leroi, a partire da quando, il piccolo Fred trovò una valigetta con dischi di jazz che lo fecero innamorare di questo genere musicale, alle prime esibizioni, soprannominato “Nando di piazza Cavour” (Buscaglione nacque in via Cavour), fino alla prigionia in Sardegna, durante la guerra, da parte degli americani, dove viene “costretto” a suonare con i fratelli Pisano con i quali compongono il quartetto “Gli Aster” che dopo la guerra diventeranno “Gli Asternovas“. “Torino, ha sottolineato, non dimenticherà mai l’autore di Guarda Che Luna, uno di quegli artisti ricordati negli anni, con brani, scritti insieme a Leo Chiosso, che traevano origine da momenti di quotidianità”.
Alla cerimonia, tra gli altri, erano presenti Ferdinando Buscglione, nipote di Fred, Dario Arrigotti, figlio di Dino Arrigotti, arrangiatore dei brani di Fred Buscaglione, Fred Chiosso, figlio di Leo Chiosso.
Ristrutturazione dell’ingresso, videosorveglianza e miglioramenti per i visitatori
Tra le opere di prossima realizzazione, spicca la ristrutturazione completa del portale d’ingresso, un intervento che renderà più decorosa l’area e che permetterà di trasferire all’interno del Cimitero un servizio di supporto dedicato ai cittadini e curato direttamente dal personale comunale che sarà a disposizione per fornire assistenza e per rispondere a quesiti riguardanti i servizi cimiteriali e le relative pratiche amministrative, garantendo così un servizio più accessibile e più vicino ai cittadini. Anche l’area davanti alla Croce Dorata è stata oggetto di attenzione, con la sistemazione di nuove fioriere e con la riqualificazione degli spazi, un dettaglio che restituisce ordine e dignità a uno dei punti più significativi non solo del Cimitero, ma di tutta la Città.
Un occhio di riguardo è stato dedicato al comfort dei visitatori: sono state posizionate nuove sedie lungo i viali, permettendo a chiunque lo desideri di fermarsi e raccogliersi con maggiore comodità. Allo stesso modo, sono state ripristinate e rese funzionanti tutte le fontanelle, rendendo più semplice la cura delle tombe. Sul fronte della manutenzione, un importante intervento verrà avviato proprio in questi giorni: l’impermeabilizzazione del tetto dell’ex sala autoptica, che eliminerà le infiltrazioni all’interno dell’edificio e preserverà così la struttura nel tempo.
Il lavoro non si ferma qui. Presto verrà attivato il nuovo sistema di videosorveglianza, già installato, che permetterà di garantire maggiore sicurezza a chi frequenta il Cimitero. Nel frattempo, si sta lavorando anche alla revisione del Regolamento di Polizia Mortuaria, attraverso il quale saranno introdotte alcune novità significative per il Cimitero e per gli utenti. È in corso anche l’iter per la decadenza delle sepolture private in stato di abbandono, così da restituire ordine e decoro agli spazi.
Lo sguardo è già rivolto al futuro, con un progetto di revisione del Piano Regolatore Cimiteriale e un’importante novità: la realizzazione di un secondo “Giardino del Ricordo” per la dispersione delle ceneri.
“Il Cimitero di Rivoli è un luogo della memoria, che deve essere curato con attenzione e rispetto“, dichiara l’assessore ai Servizi Cimiteriali Carlo Garrone “Abbiamo avviato un lavoro capillare, rispondendo alle esigenze delle famiglie con interventi concreti. La nostra priorità è rendere questo spazio sempre più accogliente, ordinato e sicuro, affinché chiunque possa trovare qui un luogo di raccoglimento degno e sereno“.
Foto archivio
MARZO 2025
Il Libro del Mese – La Scelta dei Lettori
Il libro più discusso nel gruppo Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri nel mese di marzo è stato I Giorni Di Vetro, di Nicoletta Verna, un romanzo corale, ambientato in Romagna, dalle molteplici trame ispirate a vicende reali.
Appuntamento mensile con le novità da leggere: seguite il nostro sito e i nostri canali e scoprirete titoli e autori di ogni genere.
Amate il genere romantico? L’amante Perduta Di Shakespeare di Felicia Kingsley (Newton Compton) sarà in libreria dall’8 aprile e promette di essere una storia che mescola passioni e intrighi con un ladro gentiluomo – assoldato da un ricco collezionista di libri rari per recuperare un prezioso volume – che si imbatte in un’affascinante ereditiera…
Siete interessati ai romanzi storici? In libreria troverete M. La fine e il principio di Antonio Scurati (Bompiani)
Scurati ci narra il tragico epilogo del Duce, scrivendo il capitolo finale di una saga che ha fatto molto parlare di se’.
Per chi ama leggere storie di vita quotidiana che siano adatte anche ai lettori più giovani, segnaliamo Max E Nigel di Antonio Manzini (Sellerio): un romanzo che vede protagonisti due indimenticabili ragazzini che si mettono spesso nei guai ma che, immancabilmente, riescono sempre a destreggiarsi tra genitori che credono di capire tutto, tetri professori e compagni gradassi.
Consigli per gli acquisti
Questa è la rubrica nella quale diamo spazio agli scrittori emergenti, agli editori indipendenti e ai prodotti editoriali che rimangono fuori dal circuito della grande distribuzione e questo mese abbiamo selezionato tre auto-produzioni.
Oggi vi proponiamo la lettura di: Manifestazione, di Andrea Costa (Protos Edizioni), una storia intensa ma allegra che parla del pressante bisogno di cambiamento di un Paese in crisi e del forte potere di comunicazione dei canali sociali, raccontata con leggerezza e umorismo; Il Barone Di Palagonia, di Giuseppe Saglimbeni (Albatros), un romanzo che vede protagonista Francesco, un bambino costretto a lavorare nel Feudo dei Palagonia come pastore e valletto del giovane baronello Giovanni, con cui sviluppa un’amicizia profonda e complessa… La Tela Di Archimede di Riccardo Mangiacapra, (Spirito Libero Edizioni), un romanzo che esplora il sogno del successo, il peso del passato e il desiderio di trovare un proprio posto nel mondo.
Incontri con gli autori
Sul nostro sito potete leggere le interviste agli scrittori del momento: questo mese abbiamo scambiato due chiacchiere con Maurizio de Giovanni, Marco Vichi e Sacha Naspini.
Per rimanere aggiornati su novità e curiosità dal mondo dei libri, venite a trovarci sul sito www.ilpassaparoladeilibri.it