Un escursionista di 21 anni è morto dopo essere precipitato in un dirupo sui monti nel territorio di Entracque nel Cuneese. Un compagno di gita del giovane ha chiamato il soccorso alpino intervenuto con l’elicottero. Ma il giovane era purtroppo deceduto. È probabile che sia scivolato su una lastra di ghiaccio.
Contromano in autostrada prende maxi multa
Alla guida di un’auto ha abbattuto un cartello stradale di un cantiere su ll’A26 all’altezzza di Vercelli. Poi il conducente ha imboccato la carreggiata in contromano percorrendo alcune centinaia di metri. Alcuni automobilisti hanno chiamato la polizia stradale che ha fermato l’uomo, multato di 2100 euro. Gli è stata sequestrata la patente.
Il Piemonte, con l’assessore regionale all’Ambiente, Energia, Ricerca e Innovazione, Matteo Marnati, a Cop29, la XIX Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in svolgimento a Baku in Azerbaijan.
In particolare, l’intervento dell’assessore regionale, che si è svolto nell’ambito della tavola rotonda “Gestione integrata delle risorse idriche: approcci sostenibili e partecipativi per l’Africa Orientale”, è stato incentrato sulle politiche e le iniziative di adattamento al cambiamento climatico messe in campo a livello regionale e locale: dall’approvazione del Piano di Tutela delle Acque, agli interventi per fronteggiare la grave crisi idrica che ha colpito la regione nel 2022 – anno nel quale è stato chiesto lo stato di emergenza – e nel 2023, passando per gli interventi proposti a finanziamento su vari fondi, dai Fondi Sviluppo e Coesione per opere necessarie a ridurre le perdite nei sistemi acquedottistici e per migliorare e razionalizzare i sistemi fognari e gli impianti di depurazione, a quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per le infrastrutture idriche primarie e per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico.
«È la seconda volta che il Piemonte viene ospitato nel padiglione Italia – ha sottolineato l’assessore Marnati – La prima è stata a Sharm el-Sheikh per Cop27 e oggi a Baku per approfondire le tematiche di gestione dell’acqua in un momento nel quale ci siamo trovati ad affrontare sia la siccità che la grande abbondanza di pioggia». «È stata inoltre anche l’occasione per ricordare come il Piemonte – ha aggiunto – abbia già adottato il mercato volontario dei crediti di carbonio con il progetto Urban Forestry, che a breve svilupperemo e adatteremo alle direttive della Nazioni Unite approvate proprio nel corso di questa Cop. Con il nostro approccio pragmatico il Piemonte sarà un grande protagonista nella transizione ecologica, creando grandi opportunità per le nostre imprese e per le nostre comunità e, parallelamente, abbattendo le emissioni di CO2 e anche degli inquinanti».
In apertura di intervento l’assessore Marnati ha posto l’attenzione su un progetto che Hydroaid (associazione partecipata della Regione) insieme a Smat, all’interno di una joint venture con 2 società di ingegneria italiane e una etiope, sta realizzando in Etiopia a supporto delle società pubbliche di gestione dell’acqua in tre città, Asosa, Gambella e Semera. Obiettivo del progetto, la definizione di una strategia per la riduzione delle perdite di acqua, la formazione dei quadri locali e l’elaborazione di un piano aziendale dei servizi idrici delle tre città. L’istituzione di riferimento del progetto a livello locale è il Ministero dell’Acqua e Energia dell’Etiopia e il finanziatore del progetto è la Banca Mondiale. «Siamo sempre stati disponibili, e sempre lo saremo – ha concluso Marnati – per sostenere quei paesi, come quelli dell’Africa, dove l’acqua scarseggia»
Nel corso dell’evento è intervenuto anche l’amministratore delegato di Acqua Novara.VCO, Daniele Barbone che ha illustrato il piano integrato investimenti e sostenibilità denominato “Agenda 2036” sostenuto anche dalla Regione Piemonte. «Siamo lieti che questo nostro approccio abbia ricevuto il plauso degli organizzatori e sia stato individuato come best practice da replicare a livello dei paesi del mediterraneo» ha sottolineato Barbone.
A 94 anni il regista ancora dietro la macchina da presa
PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione
La prima immagine – ricorrerà ancora dopo – di “Giurato numero 2” sono i piatti della sempiterna bilancia e gli occhi bendati della Giustizia che da secoli dovrebbe governare il mondo, quella Giustizia che oggi, sullo schermo, sta saldamente nelle mani del vecchio Clint Eastwood – classe 1930 – che non molla la presa, l’afferra anzi con la grinta di un giovane e più che assennato autore e, arrivato alla 41ma fatica, come Ulisse tornato a casa infila con l’arco e la freccia di una alta professionalità un altro anello della sua lunghissima carriera. Confidando appieno nella già più che solida sceneggiatura di Jonathan Abrams, retta a srotolare ad ogni momento impeccabili dialoghi e giravolte narrative e personaggi di contorno con invidiabile precisione, il vecchio Clint (qualcuno ha già parlato, con questa ultima prova, di “addio al cinema”: ma chi è pronto a scommetterci con tutta la grinta che gli si legge in faccia e all’opera?) inquadra la vicenda del giovane James che l’opinione pubblica e l’avvocata dell’accusa soprattutto, in spavalda scalata all’ufficio di procuratore distrettuale, già danno colpevole dell’omicidio della compagna, ancor che tutto cominci, lui che ha precedenti per spaccio e da sempre carattere iroso, dopo un alterco in un bar conclamato a ognuno, la vittima uccisa sul ciglio di una strada, travolta da un’auto.
Sull’altro lato, Justin Kemp, giovanissimo papà in attesa e stracolmo di premure, un amore di moglie con non poche paure da accudire, un passato di alcolista ormai del tutto dimenticato, per la legge degli States (siamo a Savannah, in Georgia) scelto a essere il giurato numero 2 nel processo da cui dovrà uscire un verdetto per il colpevole James. Tutto sembra sin troppo facile, sino al momento in cui Justin, nel racconto di testimonianze e indizi, ricorda quella sera di alcuni mesi prima quando al ritorno a casa credette di aver investito con la sua macchina un animale, in tutto il buio della notte, ben visibili i segni dell’incidente. Lampi, flashback che impongono certezze. Come dietro un velo squarciato, c’è il complesso di colpa che cresce a ogni istante e una coppia che sarà presto famiglia da sostenere, c’è la volontà e la cura di raggruppare attorno a sé, lui solo nella propria idea di innocenza, con ogni dubbio e con ogni sentimento recalcitrante, tutti i propri compagni – ritorna alla mente “La parola ai giurati” di Sidney Lumet. Qualcuno immediatamente si ravvede, i molti restano arroccati sulle proprie conferme, mentre difesa e accusa incrociano le spade tra un interrogatorio e un sorriso più accomodante davanti al bancone di un bar. Possibile che – ancora una volta? – giustizia e verità abbiano a coincidere, possibile tacere pensando ad un innocente richiuso per il resto dei suoi giorni all’interno di un istituto, che cosa dovrà prevalere mentre Justin accarezza quel bambino ormai nato?
Un film di parole e di lunghi silenzi e di sguardi che vogliono dire molto, come quello che incrocia il protagonista quando qualcuno andrà a bussare alla porta di casa sua: nell’attesa che lo spettatore si costruisca, ancora con domande ancora con risposte, la storia dell’immediato domani. “Giurato numero 2”, solido quanto autentico dramma chiuso nelle aule di un tribunale, che s’allontana con un attimo di respiro all’esterno con la fotografia manichea di Yves Bélanger, è l’intricarsi di un confronto generale – con tutta la debolezza di qualcuno: “dobbiamo chiudere la discussione, ho tre figli che mi aspettano a casa” – con l’interrogativo di un uomo, è il sempre più pressante avvicendarsi di mille sospetti disseminati con i tempi giusti di una intrigante narrazione, è l’esempio alto di un’ottima costruzione, è la necessità di porre l’Uomo davanti alle personali responsabilità, è un giallo meravigliosamente prevedibile che lascia ampi spazi alla partecipazione, ai sentimenti, alle scelte che in una qualche occasione l’uomo è chiamato a fare. Mille proposte, un saggio porre domande che attendono una risposta a cui Clint ci ha abituato nel suo cammino attraversato dagli Oscar: che continua a fare, anche “con il suo ultimo film”, da grande narratore, da precisissimo quanto incorruttibile uomo di Cinema.
SOMMARIO: L’unita’ d’Italia – Le vetrate di Notre Dame – L’Abbazia di Carpice – Lettere
Se per alcuni versi gli imperativi ricevuti nell’infanzia ci portano ad essere più efficienti e adattati, rispondendo quindi anche a esigenze sociali, in realtà in età adulta spesso non si rivelano così utili al buon andamento generale nella nostra vita, e soprattutto al nostro benessere esistenziale.
Perché se l’individuo non riesce ad esprimere al meglio la propria essenza, i propri veri valori, la sua effettiva realtà, le conseguenze anche sul piano sociale e collettivo finiranno con il non essere così positive… L’impatto delle prime relazioni sulla crescita del bambino è naturalmente molto forte.
E grande la potenza di certi messaggi e atteggiamenti degli adulti di riferimento. Per “adulti di riferimento” si intendono tutti gli adulti che assumono una certa importanza nella crescita del bambino, a partire da genitori, nonni, insegnanti, ecc.
Tutti noi costruiamo un nostro stile di vita, il nostro modo di stare al mondo. Di vivere, di sentire e manifestare le emozioni, di pensare e relazionarci. Vivendo a contatto con una certa cultura familiare, il bambino adegua le proprie manifestazioni espressive.
E i suoi comportamenti, per meglio sopravvivere e, senza accorgersene, finisce per adottare e rinforzare nel tempo modelli di vita che gli consentiranno di integrarsi nel suo ambiente con una certa tranquillità e sicurezza di sé. Da piccoli dobbiamo capire e conoscere il mondo intorno a noi.
Non abbiamo esperienza, ne’ elementi per comprendere la realtà e per saperci rapportare ad essa se non attraverso le persone che ci accudiscono. Ma da adulti dobbiamo uscire da certi cliché e schemi appresi, e concederci il permesso di essere noi stessi e di accettarci.
(Fine della seconda parte).
Potete trovare questi e altri argomenti sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.
Magnifica Torino / Le Luci della città
Cees Nooteboom, classe 1933, scrittore e giornalista olandese, nel corso di trent’anni di viaggi per il mondo ha raccolto e raccontato moltissime storie. Come cronista seguì da vicino tre dei momenti cruciali del secondo ‘900: l’invasione di Budapest nel 1956, la contestazione del Maggio francese nel 1968 e la caduta del muro di Berlino nel 1989.
Un autore dai mille interessi, non solo giornalista ma anche poeta, romanziere, scrittore di viaggi, traduttore e drammaturgo. Alcune delle sue storie più intriganti le raccolse in un libro tanto interessante quanto anomalo, intitolato Tumbas. Tombe di poeti e pensatori , edito da Iperborea, la casa editrice milanese specializzata in letteratura dell’Europa del nord. Lo scrisse perché, come ebbe a dire “la maggior parte dei morti tace ma per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare”. E così Nooteboom portò i lettori alla scoperta di una comunità di scrittori e poeti che hanno fatto la storia della letteratura al punto da guadagnarsi l’immortalità. Il libro propone oltre ottanta omaggi ad altrettanti autori, più di ottanta pensieri raccolti sostando di fronte alla loro ultima dimora, dove sono raccolte le loro spoglie mortali o le ceneri. Nooteboom dopo aver visitato le tombe degli scrittori, dei poeti e filosofi che lo avevano appassionato, raccolse ciò che ancora avevano da raccontare una volta sepolti sotto una lapide di marmo, alcuni monumenti bizzarri, un a toccante epigrafe o l’incanto di quelle atmosfere rarefatte e magiche che si trovano nei vecchi cimiteri. Con un tratto di penna felice, lieve e profondo, racconta come questi grandi della cultura siano in grado di comunicare a ognuno “qualcosa di personale, accompagnando diversi momenti della nostra vita, innescando con noi un dialogo intimo al di sopra dello spazio e del tempo”. Dal cimitero parigino del Père-Lachaise dove dimorano Marcel Proust e Oscar Wilde alla pittoresca collina napoletana di Piedigrotta che ospita Leopardi; dalla cima del monte Vaea, nelle isole Samoa, dove è sepolto Robert Louis Stevenson, a Joyce ed Elias Canetti al camposanto zurighese di Fluntern, tra tombe curate con svizzera precisione. Sempre nella patria di Gugliemo Tell si trova la “dimora eterna” di Vladimir Nabokov al Clarens di Montreux, sulla riviera elvetica del lago di Ginevra mentre per incontrare quella di Calvino occorre recarsi a Castiglione della Pescaia. Melville riposa in un angolo sperduto del Bronx e Kawabata nel suo Giappone; Keats e Shelley accanto a Gregory Corso nel romantico cimitero Acattolico di Roma, nel quartiere di Testaccio, vicino a Porta San Paolo e a lato della Piramide Cestia; Brecht è a due passi da Hegel al Dorotheenstädtischer Friedhof di Berlino est; Brodskij insieme a Ezra Pound nell’immobile incanto dell’isola veneziana di San Michele. Per non parlare del Montparnasse di Baudelaire, Beckett e Sartre ai quali scelsero di unirsi anche Susan Sontag e Marguerite Duras. Tumbas.Tombe di poeti e pensatori è libro interessante, dalla stupenda copertina (la più bella del 2015, secondo Tuttolibri) che riporta una foto scattata da Simone Sassen, compagna dello scrittore olandese: una bottiglia d’assenzio sulla tomba di Cortàzar, a Montparnasse, nel 14º arrondissement di Parigi. Scorrendo le pagine ci si accorge come ogni tomba rappresenti un lampo di luce sul mondo dello scrittore che la occupa, rievocandone una poesia, un frammento di vita o le pagine di un libro, ispirando riflessioni e pensieri, in un appassionante pellegrinaggio nella storia della letteratura che Nooteboom propone come una meditazione poetica sull’uomo, il tempo e l’arte. E così, di pagina in pagina, cresce il desiderio di andare a leggere o rileggere le opere di quegli immortali. Magari sorseggiando un goccio di fata verde, quell’assenzio che è stato cantato come il liquore più amato dai poeti maledetti.
Marco Travaglini
Nell’ambito del bando regionale per finanziare piccoli interventi urgenti imprevisti e imprevedibili, la Regione ha finora assegnato risorse per 656.500 euro così suddivise: 100.000 euro al Comune di Vercelli, 100.000 al Comune di Borgo San Dalmazzo (CN), 100.000 al Comune di Montafia (AT), 100.000 all’Unione Montana Valle Stura per interventi nel Comune di Roccasparvera (CN), 56.500 a Comune di Venaria Reale (TO), 100.000 al Comune di Casalino (NO), 100.000 al Comune di Loranzè (TO).
Il bando
Grazie a una delibera approvata lo scorso maggio, la giunta regionale ha definito per il 2024 una misura a sportello per assegnare tempestivamente agli enti locali contributi sufficienti per piccoli interventi di edilizia scolastica, resisi necessari in seguito a eventi che hanno compromesso l’agibilità degli edifici, approvando anche le linee generali per la concessione di contributi.
Chiorino: “L’edilizia scolastica è una priorità assoluta”
“Garantire scuole sicure e funzionali è una priorità assoluta per la Regione Piemonte. Gli interventi di edilizia scolastica rappresentano un investimento strategico nel futuro dei nostri giovani, assicurando loro spazi adeguati e sicuri per crescere, imparare e sviluppare i propri talenti. Con queste nuove risorse, vogliamo rispondere con rapidità e concretezza alle esigenze dei territori, supportando i Comuni nel garantire la sicurezza degli edifici scolastici, soprattutto in caso di eventi imprevisti che possono compromettere l’agibilità degli spazi. È fondamentale che tutti i nostri studenti e tutto il personale scolastico possano vivere il tempo della scuola in un ambiente protetto, stimolante e accogliente. La Regione continua a impegnarsi affinché ogni intervento, grande o piccolo, contribuisca a migliorare la qualità della vita scolastica, consapevoli che l’istruzione passa anche dalla qualità delle strutture in cui si svolge” dichiara Elena Chiorino (nella foto) vicepresidente e assessore all’Istruzione e Merito della Regione Piemonte.
Gli interventi
⁃ Comune di Vercelli: rifacimento della copertura con efficientamento energetico Scuola primaria Rosa Stampa
⁃ Borgo San Dalmazzo: pronto intervento di ripristino solai scuola secondaria di primo grado “S. Grandis”
⁃ Montafia: interventi urgenti nelle scuole primaria e secondaria di primo grado “Alfieri”⁃ Unione Montana Valle Stura (Roccasparvera): lavori di messa in sicurezza degli edifici del plesso scolastico “Nuto Revelli”
⁃ Venaria Reale: interventi nell’edificio della scuola primaria “Rigola”
⁃ Casalino: interventi di copertura della palestra scolastica
⁃ Loranzè: copertura e bonifica nell’aula al piano terra della scuola primaria.
La rete come luogo di scambio e non di incivilta’ e violazione.
Netiquette e’ un neologismo che mette insieme i termini inglesi net (rete) ed etiquette (etichetta).
Dall’unione di questi due vocaboli viene fuori un’ espressione che indica la buona educazione sul web, regole informali che se utilizzate dal popolo di internet, frequentatori abituali di social, blog e forum, contribuiscono a creare uno spazio virtuale positivo dove scambio, discussione e condivisione assumono il carattere dell’arricchimento, dell’ opportunita’ e della creativita’.
Queste norme non scritte, che non posseggono nessuna validita’ legale, hanno come fine primario quello di promuovere un ambiente telematico inclusivo e libero dove chiunque, attraverso le buone maniere e la tolleranza, puo’ esprimere il proprio pensiero, esporre dei dubbi e fare domande senza essere offeso o attaccato in maniera oltraggiosa. Nel 1995 e’ stato creato da Sally Hembrige un documento che ne fissa i principi e ne stabilisce le regole che suggerisce con determinazione le linee guida per una buona navigazione da parte dei web users.
Troppo spesso, non solo sui social, ma anche in diversi programmi tv, siamo testimoni di risse, attacchi ingiuriosi, mortificazioni; sembra che la lite e le discussioni accese siano molto di moda, possiamo assistere , infatti, a vere e proprie baruffe fatte di urla e confronti di basso livello e questo avviene perche’ la discordia fa audience oramai piu’ del gossip e del romanticismo. Il tema e’ serio, conquistare il pubblico, difatti, attraverso manifestazioni di rabbia e violenza verbale, e non solo, non e’ sano, racconta di un fenomeno sociale e culturale che sostiene il brutto piuttosto che il bello, la prepotenza in sostituzione della gentilezza e di come la demolizione del prossimo sia piu’ attraente della sua gentile e rispettosa considerazione. In passato, neanche troppo remoto, si stava attaccati alla tv per guardare i matrimoni reali o belle storie di vita vissuta ora, al contrario, vanno in onda molti modelli biasimevoli , la prepotenza vince con molta frequenza e batte il modello positivo, gli eroi buoni sono quasi estinti.
Ma quali sono le regole da seguire per rendere l’ambiente socialweb un luogo di incontro piuttosto che un campo di battaglia? Vediamone alcune.
Iniziamo con quella che non dovremmo neanche scrivere e cioe’ l’accortezza di non offendere o insultare nessuno, ma condurre le discussioni in maniera pacata.
Non incitare o dare informazioni su attivita’ illegali, immorali o pericolose.
Non fornire notizie false, incomplete o vecchie.
Non violare i copyright.
Non usare un linguaggio scurrile, blasfemo o a sfondo sessuale.
Rispettare le diversita’ in fatto di religione, etnie, usi e costumi e non divulgare mai pensieri estremisti.
Non violare la privacy diffondendo contenuti di terzi che non hanno acconsentito alla pubblicazione.
Scrivere nella lingua utilizzata nel post o comunque con una diffusa come l’inglese.
Essere tolleranti con chi compie errori di sintassi e di grammatica.
Usare sempre toni gentili e concilianti anche e soprattutto nelle discussioni che ci vedono su posizioni diverse.
Leggendole la prima cosa che viene in mente e’ che siano consigli e indicazioni scontati, ma la realta’ e’ che nella piattaforma web molto spesso queste regole di buona educazione e tolleranza non vengono utilizzate. E’ assodato che gli spazi virtuali, frequentemente, vengano utilizzati per sfoderare i peggiori lati dell’essere umano, che si usino per tirare fuori rabbia e frustrazione servendosi della possibilita’ di rimanere anonimi e quindi impuniti. Si e’ in presenza di uno strumento straordinario, uno spazio sconfinato di risorse e saperi che puo’ servire ad arricchirci e favorire il confronto e la crescita, ma che viene, tuttavia, utilizzato per veicolare sentimenti di odio, maleducazione e collera. Gestire la liberta’ non e’ semplice, e’ necessario percorrerla in punta di piedi, in questo caso in punta di tastiera, e’ indispensabile conoscere il significato di limite, confine, e a praticare il rispetto per l’alterita’.
Maria La Barbera
Fonte Wikipedia