ilTorinese

Povertà energetica, un progetto per le periferie sociali

Banco dell’energia, Iren e Rete Italiana di Cultura Popolare insieme per il sostegno ai cittadini vulnerabili

 

Al via il progetto “Portinerie energetiche. Consapevolezza ambientale nelle periferie sociali” in collaborazione con il Politecnico di Torino.

Sono stati stanziati 100mila euro per il sostegno al pagamento delle bollette per 300 nuclei familiari oltre all’istituzione di uno spazio di orientamento e ascolto dedicato al risparmio energetico. Questo, in breve, il progetto “Portinerie energetiche. Consapevolezza ambientale nelle periferie sociali” inaugurato oggi e nato dalla collaborazione tra Banco dell’energia, Iren e Rete Italiana di Cultura Popolare, per offrire sostegno ai cittadini vulnerabili nel territorio piemontese, grazie alla rete delle Portinerie di comunità, in collaborazione con Leroy Merlin, (RI)generiamo e Politecnico di Torino.

Il progetto. L’iniziativa conferma l’obiettivo di Banco dell’energia di realizzare progetti solidali per sostenere persone e famiglie in difficoltà nel contrasto alla povertà energetica. Grazie al contributo di 100mila euro, a carico di Iren, si dà il via a un intervento che agisce su un doppio binario: da un lato l’istituzione di uno spazio di orientamento e ascolto dedicato al risparmio energetico e a una maggiore consapevolezza sui consumi, attraverso le “Portinerie di Comunità”, dall’altro attraverso il pagamento di bollette relative alle forniture di elettricità e/o gas di 300 nuclei familiari, individuati dalla Rete delle Portinerie nei territori coinvolti.

Punti informativi energetici nelle Portinerie di Comunità. Le Portinerie di Comunità sono un progetto di Rete Italiana di Cultura Popolare e l’obiettivo è integrare nelle portinerie attive del Piemonte (coinvolgendo i territori del torinese, cuneese, biellese e canavese) punti informativi energetici che mettano a disposizione volontari a supporto della cittadinanza. Questi forniranno risposte a temi dedicati al risparmio energetico, termico e idrico e i relativi benefici fiscali, per garantire una maggiore consapevolezza e conoscenza di accesso verso consumi più sostenibili e suggerimenti domestici per prendersi cura della propria casa e degli spazi in cui si vive. Le persone volontarie e operatrici/operatori saranno formati dal personale di Banco dell’energia ed Eduiren, il settore educational del Gruppo Iren, per diventare TED – Tutor per l’Energia Domestica, che comprenderà anche una visita alle centrali idroelettriche del Gruppo. Ed è proprio nella formazione dei volontari TED che entrerà in supporto anche il dipartimento di energetica del Politecnico di Torino.

Le Portinerie rappresenteranno antenne energetiche a disposizione della cittadinanza con momenti di formazione gratuiti, attraverso 12 video dedicati alla Transizione Energetica Domestica, ideati dal Politecnico di Torino e messi a disposizione del progetto. L’iniziativa si rivolge in particolare alle persone in situazioni di povertà culturale, economica ed energetica, individuate anche grazie a Leroy Merlin e (RI)generiamo, e rappresenta un’azione di inclusione sociale, coesione territoriale e tutela dell’ambiente.

Il progetto è stato presentato oggi alla Sala Colonne del Palazzo Civico di Torino, alla presenza di Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, e con gli interventi di Luca Dal Fabbro, Presidente Iren, Silvia Pedrotti, Responsabile Fondazione Banco dell’energia e Chiara Saraceno, Presidente Rete Italiana di Cultura Popolare.

“Con questa iniziativa Banco dell’energia, Iren e Rete Italiana di Cultura Popolare mettono in campo un aiuto prezioso per le famiglie in condizioni più fragili, non soltanto supportandole nel pagamento delle bollette energetiche ma fornendo loro, attraverso ‘portinerie energetiche’ collocate in diversi quartieri della città, strumenti utili per approcciarsi ai consumi con maggiore consapevolezza. È un tema che riguarda la transizione ecologica e al tempo stesso l’inclusione sociale: come amministrazione, grazie alle risorse del Pnrr e al progetto EfficienTo con Iren, stiamo mettendo in campo numerosi investimenti per ridurre le emissioni e favorire lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e l’economia circolare, consapevoli dell’importanza che queste azioni hanno anche nel contribuire a contrastare la povertà energetica” Stefano Lo Russo,

Torna in scena al teatro Gobetti “Festa grande di aprile” 

 

Di Franco Antonicelli, con la regia di Giulio Graglia

Dopo il grande successo ottenuto la scorsa stagione, dal 30 ottobre al 7 novembre prossimi, al teatro Gobetti, torna in scena con recite mattutine e pomeridiane “Festa grande di aprile” di Franco Antonicelli e la regia di Giulio Graglia. L’adattamento del testo e la consulenza storica sono rispettivamente di Diego Pleuteri e Gianni Oliva. Saranno in scena Francesco Bottin, Hana Daneri, Matteo Federici, Iacopo Ferro, Celeste Giugliandolo, Diego Pleuteri, Michele Puleio e lo stesso Gianni Oliva, che condurrà la narrazione storica.

La “Festa grande di aprile” è quella della Liberazione, un anniversario che anno dopo anno si allontana da quel 25 aprile 1945 che ha sancito l’inizio di una nuova vita per il nostro Paese. “Festa grande di aprile” è il testo teatrale con cui Franco Antonicelli, singolare figura di scrittore, saggista, poeta, giornalista, Presidente CLN Piemonte e politico, ripercorre le vicende italiane dal 1924 al 1945, dai giorni del delitto Matteotti alla Resistenza e alla Liberazione. Il testo fu pubblicato da Einaudi nel 1964 nella Collezione di Teatro diretta da Paolo Grassi e Gerardo Guerrieri, e nel medesimo anno ottenne il Premio Tricolore come testo drammatico sulla Resistenza. Attraverso una sequenza di numerosi e rapidi quadri, come una carrellata cinematografica di immagini e fotogrammi, l’autore porta sul palcoscenico una tragedia perfetta: da un delitto, attraverso l’acme di una crisi morale e di coscienza, si giunge alla catarsi.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino in collaborazione con il Polo del ‘900, è un accorato invito a partecipare, in modo collettivo e consapevole, a questa rappresentazione popolare della nostra storia, fatta di uomini e donne, ma anche di canti e musiche del periodo, eseguiti dal vivo. Nell’ultima scena, figure evanescenti di condannati a morte ci chiamano a un’assunzione di responsabilità; è un ricordo che, pur nella gioia della Liberazione finale, vuole essere intriso di rispetto e di riflessione. Il desiderio è di rileggere la nostra storia, oggi. Un teatro civile che ci conduca a sensibilizzare le coscienze di tutti e in particolare dei giovani.

Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino

Info e prenotazioni: promozione@teatrostabiletorino.it – biglietteria@teatrostabiletorino.it / www.teatrostabiletorino.it

Telefono: 011 5169555

Mara Martellotta

Rivoli, torna il Salone del Lavoro e della Formazione

Un’intera giornata per mettere in contatto cittadini, enti e imprese

 

Venerdì 7 novembre 2025, dalle 9.00 alle 16.30, la Palestra dell’Istituto Natta (via XX Settembre 14/A) si trasformerà in un vivace punto d’incontro tra giovani, cittadini in cerca d’occupazione, aziende ed enti formativi. Torna infatti il Salone del Lavoro e della Formazione, un evento a ingresso libero pensato per aiutare chi cerca nuove opportunità professionali o desidera orientarsi nel proprio percorso formativo.
L’iniziativa coordinata da ZonaOvest Srl con la regia organizzativa di TurismOvest in collaborazione con realtà del mondo produttivo, nasce con un obiettivo chiaro: favorire il dialogo tra domanda e offerta di lavoro e diffondere la conoscenza delle opportunità occupazionali e formative presenti sul territorio.
Durante la giornata, i visitatori potranno incontrare direttamente i rappresentanti di aziende, enti e istituzioni, consegnare il proprio curriculum vitae, ricevere consulenze personalizzate e scoprire i percorsi di formazione e aggiornamento professionale più adatti alle proprie aspirazioni.

 

“Il Salone del Lavoro e della Formazione è un appuntamento strategico per la nostra città – sottolinea Marco Tilelli, Assessore al Commercio e al Lavoro del Comune di Rivoli – perché mette in contatto diretto cittadini e imprese, offrendo strumenti concreti per orientarsi e costruire percorsi professionali di qualità. Crediamo fortemente nella collaborazione tra istituzioni, scuole e mondo produttivo come leva per favorire lo sviluppo economico e occupazionale del territorio.”

 

Sulla stessa linea il commento di Roberto Montà, Presidente di Zona Ovest di Torino srl:
“Questo Salone rappresenta un’importante occasione di incontro e confronto tra istituzioni, enti di formazione, imprese e cittadini. Come Patto Territoriale riconosciamo il valore strategico di iniziative come questa, che rafforzano il legame tra sistema formativo e mondo del lavoro, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di competenze e creando opportunità concrete per giovani e persone in cerca di occupazione.”
Il Salone del Lavoro e della Formazione si conferma così una vetrina dinamica e partecipata, dove orientamento, formazione e occupazione si incontrano per costruire il futuro professionale di un territorio in continua evoluzione.
L’ingresso è libero, e tutti i partecipanti sono invitati a portare con sé il proprio curriculum vitae per presentarlo direttamente agli stand informativi delle aziende e degli enti presenti.

Torino tra le migliori città italiane per attività  sportive dei residenti

Nonostante il lavoro da remoto ci abbia reso tutti più sedentari, alcune città italiane spiccano sulle altre per i livelli di attività. Torino è al nono posto, con un numero incredibile di percorsi per il running o per la camminata, e il 28% dei residenti che si spostano a piedi o in bici. Quali altri dati confermano i livelli di attività e quali altre città si classificano tra le più attive? Per rispondere a queste domande, la piattaforma per uno psicologo online “Unobravo” ha creato un Indice delle Città in Movimento, classificando le 33 città più grandi d’Italia in base alle opportunità per l’attività fisica. La valutazione si basa su diversi fattori tra cui: densità delle palestre, abitudini di camminate e ciclismo, percorsi per correre, spazi verdi e interesse online per il fitness.

Le dieci città più attive d’Italia risultano essere Padova, Bergamo, Prato, Monza, Milano, Rimini, Brescia, Bolzano, Torino, Firenze e Verona. Torino è nona in classifica con più di 2 mila ricerche mensili da parte dei residenti su temi riguardanti il fitness; un numero incredibile di percorsi per il running e per la camminata, piu di 2 mila, e il 25% dello spazio urbano occupato da aree verdi; nella regione c’è anche un tasso di obesità molto basso, di circa il 10%, e il 28% delle persone viene definito “attivo”, ovvero che pratica attività motoria regolare. Padova si posiziona come la città più attiva d’Italia grazie a numerosi spazi verdi, estesi percorsi per correre, fare escursioni e una significativa percentuale di persone che si spostano a piedi o in bicicletta per recarsi al lavoro. Foggia risulta essere la città meno attiva d’Italia, con il minor numero di percorsi per correre o camminare e tassi ridotti di mobilità tra i cittadini.
Nonostante la crescente attenzione verso il benessere fisico, il lavoro da remoto ha ridotto i livelli di movimento quotidiano per molte persone, aumentando i rischi di effetti negativi sulla salute mentale. Attività semplici come camminare o andare in bicicletta possono aiutare, ma mantenersi attivi non dipende solo dall’impegno personale, ma anche l’ambiente in cui viviamo è determinante. Città con spazi verdi e luoghi accessibili in cui praticare sport, facilitano il movimento durante le attività quotidiane. Per analizzare come le città italiane favoriscano stili di vita attivi e salvaguardino il benessere dei propri residenti, Unobravo, piattaforma per uno psicologo online, ha creato un Indice delle Città in Movimento, classificando le 33 città più grandi d’Italia in base alle opportunità per l’attività fisica. La valutazione si basa su diversi fattori fra cui densità delle palestre, abitudine alla camminata, al ciclismo, percorsi per correre, spazi verdi e interessi online per il fitness.
La psicologa e psicoterapeuta Valeria Fiorenza Perris, direttrice di Unobravo, spiega l’importanza del design urbano nel promuovere l’attività fisica e i motivi per cui lo sport migliori il benessere mentale. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’attività fisica non deve per forza richiedere grandi sforzi.
Integrando il movimento nella routine quotidiana, l’attività fisica diventa una routine naturale che contribuisce al benessere fisico e mentale.

“Il fattore ambientale gioca un ruolo cruciale nel determinare i livelli di attività e benessere mentale – ha dichiarato la dottoressa Valeria Fiorenza Perris – città con pochi percorsi pedonali sicuri, spazi verdi limitati, infrastrutture minime per ciclismo o attività all’aperto contribuiscono a una diminuzione dell’attività fisica per tutti i residenti. Promuovere il movimento attraverso spazi urbani ben progettati non solo favorisce la salute fisica, ma sostiene anche la resilienza mentale, riducendo lo stress e fungendo da fattore protettivo contro ansia e burnout. Il movimento quotidiano può influire sul nostro stato d’animo, incidendo positivamente su stress e ansia (l’attività fisica regola gli ormoni dello stress contribuendo a un regolare funzionamento del sistema nervoso), qualità del sonno, ciclo naturale sonno-veglia, favorendo un sonno più profondo e rigenerante, umore e autostima (le endorfine rilasciate durante il movimento possono migliorare l’umore), mentre abitudini mantenute a lungo termine rafforzano la fiducia in sé stessi.
Ritmi interiori: l’attività fisica può creare uno spazio mentale lontano dalle pressioni quotidiane, aiutando a ridurre i pensieri negativi; interazione sociale e attività di gruppo possono generare un senso di connessione rafforzando la resilienza mentale e riducendo il senso di isolamento”.

Gian Giacomo Della Porta

Biodivesrità e paesaggi, il bando regionale

Prosegue l’impegno della Regione Piemonte nella salvaguardia della biodiversità e nella valorizzazione del patrimonio naturale del suo territorio: con il Bando Biodiversità, finanziato con il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2021-2027, l’ente ha stanziato 8 milioni di euro, di cui oltre 4 milioni già assegnati, per finanziare 11 progetti di conservazione e recupero degli habitat naturali, tutela delle specie e valorizzazione delle aree protette e dei siti della Rete Natura 2000.

Il bando, aperto fino a dicembre 2025, è rivolto a Comuni e Enti di gestione delle aree protette piemontesi e punta a migliorare la qualità ambientale dei territori attraverso interventi di tutela e recupero della biodiversità locale. Le azioni vanno dalla creazione di zone umide e habitat per anfibi, uccelli e rettili, al contenimento delle specie invasive, fino alla riqualificazione di ex aree estrattive e alla valorizzazione delle aree verdi urbane.

«La biodiversità è la più grande infrastruttura naturale che possediamo – sottolinea l’assessore alla Montagna e alla Biodiversità Marco Gallo – Proteggerla significa investire nella sicurezza, nella qualità della vita e nella capacità dei nostri territori di reagire ai cambiamenti climatici. Con il Bando Biodiversità vogliamo promuovere progetti concreti, capaci di rigenerare ecosistemi, tutelare le specie e restituire valore ai territori. È un investimento che unisce ambiente, comunità e futuro, rafforza il ruolo del Piemonte come laboratorio di buone pratiche per la sostenibilità».

Gli interventi sul territorio

Nel Cuneese gli interventi più significativi riguardano il Parco fluviale Gesso e Stura, dove un finanziamento da 427 mila euro permetterà la riqualificazione dei Laghi di San Lorenzo, la manutenzione dei canali e la sistemazione degli argini e della sentieristica. A Bagnolo Piemonte il progetto MosaiCo (225 mila euro) amplierà i pascoli e creerà nuove aree arbustive a sostegno della biodiversità pastorale.

Nel Torinese i progetti coprono un ampio spettro di interventi: dal recupero ambientale dell’ex cava Battagliana-Isolone a San Sebastiano da Po (297 mila euro), alla riqualificazione del Parco del Sabiunè di Chivasso (450 mila euro), fino al grande progetto del Parco del Po Piemontese (500 mila euro) che prevede la creazione di pozze temporanee per anfibi, nuove alberature e un pontile galleggiante per la navigazione dolce. A Moncalieri 443 mila euro saranno impiegati per la riqualificazione naturalistica del Parco del Castello Reale, mentre a Rivoli, al Parco Margherita Hack, sono previsti lavori per la conservazione degli habitat naturali per 263 mila euro.

Nell’Astigiano, il Parco Paleontologico beneficerà di 495 mila euro per interventi di rivegetazione e contenimento delle specie esotiche invasive.

Nel Verbano Cusio Ossola oltre 420 mila euro saranno destinati alla gestione sostenibile del corridoio ecologico che collega il Parco Nazionale della Val Grande alla Riserva del Sacro Monte di Ghiffa, un’area di grande pregio naturalistico e simbolica per la continuità ecologica tra Alpi e Lago Maggiore.

Nel Vercellese un finanziamento di 500 mila euro coinvolge i Comuni di Albano Vercellese, Greggio, Oldenico e Villata per azioni coordinate di recupero ecologico.

E nel Biellese, a Viverone verrà creata con 450 mila euro una nuova area umida dedicata alla testuggine palustre europea, specie simbolo della conservazione locale.

ANIME Best Of all’Atlantic di Borgaro

in una sinfonia senza tempo…”

In principio furono i manga, i fumetti provenienti dal Giappone come forma d’arte narrativa e parte integrante della cultura nipponica svelata e raccontata al mondo. Azione, avventura, commedia, fantascienza, dramma: generi diversi, ma sempre amati dal mondo occidentale. Un successo così grande da portare alla creazione di versioni animate che da manga diventarono “Anime” e oggi si evolvono in uno spettacolo live, prodotto da Dimensione Eventi, che coinvolgerà i teatri di tutta Italia.

Un vero e proprio concerto dal vivo per celebrare i brani più famosi di anime e cartoni animati che sono divenute parte integrante della nostra vita, dall’infanzia fino all’età adulta.

Dai combattimenti de I Cavalieri dello zodiaco alle sfide di Dragon Ball, passando per il percorso di crescita di Naruto. Dall’astuzia del ladro più famoso del mondo, Lupin, all’adrenalina di One Piece, fino alle tinte noir di Death Note. Dalla storia di Lady Oscar e del suo destino segnato dai tumulti rivoluzionari francesi al mix di amore, giustizia, amicizia ed empowerment femminile di Sailor Moon.

Sul palco due protagonisti d’eccezione: al piano Nicolò Protto e al violino Emma Stillitano.

Nicolò Protto, direttore musicale, arrangiatore e responsabile creativo dello spettacolo dichiara: “Quello che abbiamo voluto creare è un volo fantastico nella musica, un percorso in crescendo ricco di emozioni, unendo le sigle alle parti strumentali più iconiche dei cartoni animati e delle anime. L’idea che sta alla base della scelta dei brani è infatti di non riproporre solo le principali sigle, ma di sorprendere ed emozionare il pubblico con le melodie soundtrack – nell’orecchio inconscio di tutti – che fanno da cornice e sottofondo all’avvicendarsi di sfide e sentimenti di amore e amicizia.

L’arrangiamento coinvolge me al pianoforte ed Emma Stillitano al violino, rifacendosi ad uno stile classical pop, ossia una contaminazione tra musica classica e di tendenza moderna, perfetta per cogliere l’essenza della musica che è parte fondamentale del fenomeno rivoluzionario con cui il Giappone ha stregato il mondo.

Nicolò Protto è un genio a tutto tondo: pianista, compositore, arrangiatore, cantautore, poeta e matematico di Torino. Basti pensare che dopo il diploma con lode e menzione accademica presso il Conservatorio di Alessandria, si laurea con massimo dei voti e un’altra lode alla facoltà di Matematica presso l’Università di Pavia.

Dal 2017 è attivo sulla scena indipendente musicale del panorama nazionale con il suo progetto PROTTO, in cui miscela perfettamente le sue canzoni d’autore e un arrangiamento cameristico per pianoforte, violoncello e clarinetto. Il suo percorso lo porta a distinguersi per talento e merito in grandi concorsi quali Premio Bertoli (2018), L’isola che non c’era (2022) e Musicultura (2023) e a collaborare con artisti del calibro di Vittorio De Scalzi; degna di menzione anche la partecipazione al programma televisivo X-Factor con i brani originali “Fossi ricco” e “Jazz (a me piace il)”.

Emma Stillitano è un’artista di straordinaria brillantezza e versatilità. Musicista, poetessa, danzatrice: ogni linguaggio artistico diventa per lei uno strumento d’espressione autentica, potente e raffinata. Violinista di rara sensibilità, inizia il suo percorso musicale giovanissima, conquistando prestigiosi premi in Italia e all’estero. Il suo talento precoce si afferma con una laurea ottenuta con il massimo dei voti e la menzione speciale, segno di un’eccellenza costante, alimentata da curiosità e passione inesauribili.

Il suo modo di suonare colpisce per intensità emotiva, precisione stilistica e una capacità interpretativa che incanta, portando sul palco un mix di energia magnetica ed eleganza naturale che lasciano il segno, trasformando l’arte in emozione viva.

Il suo repertorio spazia da Bach a Reger, autore al centro del suo attuale progetto discografico.

LE DATE DEL TOUR

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Le date del tour 2025 sono al momento le seguenti:

  • sabato 25 ottobre, ore 21: BORGARO TORINESE (To) Teatro Atlantic

  • venerdì 21 novembre, ore 21: GENOVA Teatro Govi

  • domenica 23 novembre, ore 21: ROMA Teatro Orione

  • venerdì 28 novembre, ore 21: VERONA Teatro Alcione

  • sabato 6 dicembre, ore 21: GROSSETO Teatro Moderno

  • venerdì 12 dicembre, ore 21: PALERMO Teatro Golden

INFO BIGLIETTI

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I biglietti per tutte le date del tour sono in vendita con il circuito Ticket One:

Per maggiori informazioni contattare

Dimensione Eventi all’indirizzo e-mail biglietteria@dimensioneeventi.it

FB /dimensioneeventi.it

IG /dimensioneeventi

Amiat e polizia locale: via i rifiuti dal fiume Po a Torino

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Amiat Gruppo Iren, ha effettuato un intervento straordinario di rimozione di rifiuti in un’ansa del fiume Po, in corrispondenza del lato sinistro dei Murazzi del Po. L’operazione è stata realizzata con il contributo della Polizia Locale, che ha supportato le attività logistiche e di sicurezza durante le operazioni, e concordata con il Servizio ponti e vie d’acqua della Città.

L’intervento si è reso necessario a seguito dell’accumulo di materiali abbandonati e trasportati dalla corrente, che rischiavano di compromettere il decoro urbano e la fruibilità dell’area. Le squadre operative hanno provveduto alla raccolta e al corretto conferimento dei rifiuti, contribuendo al ripristino delle condizioni ambientali del tratto interessato.

TORINO CLICK

Cartoline da Eddington

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Sugli schermi il film di Ari Aster presentato a Cannes

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Le strade assolate e i grandi spiazzi notturni deserti, le case solitarie sulla collina, il barbone che cammina lurido e scalzo e che viene ucciso freddamente mentre tracanna dalle bottiglie di un bar, unico avventore, le feste con musiche assordanti che finiscono comicamente a suon di schiaffi e voglia di vendetta, gli assembramenti vietati con tanto di cartelli che inneggiano al Black Lives Matter (scene girate in maniera ingenua, diciamo pasticciate, impacciate), le urla e gli assalti alle auto della polizia, i suprematisti bianchi e l’estremismo religioso di una giovane guida, la voglia sempre più affermata di fucili e quant’altro e il rifugio scelto, che è una ben fornita armeria, per ricaricarsi, i bitcoin e i droni che volteggiano nel cielo, aggeggi micidiali che feriscono e smembrano, la mattanza finale con un coltello che ti si conficca nel cervello, e scie di fuoco, fiamme, tante fiamme, a distruggere pressoché ogni cosa. Un sindaco che di nome fa Garcìa ed è ispano e caldeggia la costruzione di un centro di alta tecnologia, un nativo della cittadina vicina che vuol mettere il becco nelle indagini, i ricordi dell’omicidio di George Floyd e il Covid che si porta dietro l’obbligo delle mascherine (siamo nel maggio 2020 e lo sceriffo è refrattario all’uso). Tutto questo e molto altro ancora è “Eddington” di Ari Aster, presentato lo scorso maggio a Cannes, poco apprezzato dalla critica, nessun premio. I bollori americani descritti nel territorio della provincia, una cittadina del New Mexico che confina con la riserva indiana, il malcontento che sfocia in ferocia, l’un contro l’altro armato, il sangue che si spreca.

Una violenza, serpeggiante e deflagrante, che avrebbe interessato i fratelli Coen di “Fargo” e di “Non è un paese per vecchi”, la violenza che circola con ben altri intenti e misure lungo le strade di “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, rese indimenticabili dalla regia di Martin McDonagh e da una strepitosa Frances McDormand. Ma altra “raffinatezza”, altra scrittura, persino un’altra eleganza nelle scene più crude. Aster, alla ricerca di un tempo presente dove tutto nasce e cresce troppo in fretta, dice troppe cose, mettendo a lato una costruzione e un discorso più razionali e pianamente narrati, dando al contrario libero sfogo al sarcasmo, all’ironia troppo spesso fuori tempo e fuori luogo, giocando con fake news e social, mostrando tutto quanto può trovar posto sul piccolo schermo di un cellulare, mescolando e disordinando sempre più le carte. Tutto va oltre la descrizione, anzi si arretra al fumetto che a volte – quei combattimenti futuristici messi in campo nelle pagine finali – scadono nei videogame più da baraccone.

A portare avanti il racconto (148 faticosi interminabili minuti) è un Joaquin Phoenix che fa lo sceriffo con il boccetto di Ventolin sempre a portata di mano, una sorta di Michael Douglas che gonfia e rigonfia di rabbia durante tutto il suo “Giorno di ordinaria follia”, una vena di imbarazzante grottesco, colpito da quella sfrenatezza interpretativa che il regista gli ha vestito addosso, coinvolto – e forse la molla che fa scattare tutto sta proprio lì, all’interno di casa sua – in una intossicazione coniugale che dura da sempre e s’è ingigantita, con la mogliettina (una Emma Stone che è un’apparizione e un personaggio letteralmente sciupati) che fa le valige e segue il capomanipolo religioso. Per cui il dramma cittadino rimane inghiottito in un’altra disarmante guerricciola tra un lui e una lei.

Non un’analisi vera e propria di tematiche e delle bombe che ne scoppiano, dell’agguato che è sempre più dietro l’angolo, non la descrizione completa e profonda di una crisi (o delle crisi) che sta interessando il mondo intero, non un lavoro di sforbiciamento e di rimessa a posto di ogni parte interessata: Aster va avanti per la propria caotica strada ma tutto quel caos non è l’apporto a una verità quotidiana ma il suo stesso film che finisce alla fine col non approdare a nulla.

Due gioielli di Kaoluco Mizuno alla Fondazione Accorsi Ometto

Il 23 ottobre 2025 la Fondazione Accorsi-Ometto ha celebrato un evento di grande rilevanza culturale con l’ingresso nella propria collezione di due preziosi gioielli realizzati dall’artista giapponese Kaoluco Mizuno, tra i nomi più interessanti e premiati del panorama contemporaneo nel campo del jewelry design.

Questi due preziosi camei sono ispirati al Kabuki giapponese e ai drammi di Kyōka IzumiYashagaike e Tenshu Monogatari. Le opere narrano leggende ricche di mistero, bellezza e spiritualità: nel primo, il patto tra un drago e uomini di cuore; nel secondo, l’incontro tra un giovane guerriero e lo spirito di una principessa.

L’ingresso di questi due gioielli nella collezione permanente del Museo rappresenta non solo un arricchimento della raccolta, ma anche un messaggio culturale: la possibilità di conoscere e di valorizzare la bellezza e le tradizioni artistiche del Giappone attraverso lo sguardo contemporaneo di un’artista capace di unire maestria tecnica e profondità narrativa.

La donazione è stata formalizzata giovedì 23 ottobre presso lo Studio Morone di Torino, alla presenza dell’artista e donatrice Kaoluco Mizuno, del donatore Kaoruko Nagatani, del Presidente della Fondazione Accorsi-Ometto, Costanzo Ferrero, del Direttore del Museo, Luca Mana, della storica dell’arte ed esperta di gioielli Paola Stroppiana, e del gallerista Ermanno Tedeschi che ha fatto da tramite per la donazione.

 

I gioielli saranno esposti all’interno di una delle vetrine lungo il percorso museale.