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Monteu da Po invita i residenti a destinare il 5 per mille alle attività locali

Il Comune di Monteu da Po invita tutti i cittadini residenti a compiere un gesto di solidarietà destinando il 5 per mille dell’IRPEF alle attività sociali locali. “Una scelta semplice che non comporta alcun costo aggiuntivo, ma che può fare una grande differenza per le persone e le famiglie della nostra comunità”, spiega il sindaco Elisa Ghion.

Al momento della dichiarazione dei redditi è possibile, infatti, destinare il 5 per mille al Comune di residenza per finanziare attività sociali. In allegato a tutti i modelli per la dichiarazione dei redditi, è presente un apposito modulo o sezione. Per scegliere il Comune di Monteu da Po quale destinatario del 5 per mille è sufficiente firmare nel riquadro che riporta la dicitura “Sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza”.

“Devolvere il 5 per mille al proprio Comune è una possibilità che non costa nulla e non comporta alcun onere supplementare – precisano dalla Giunta comunale -. Infatti, si tratta di una scelta libera che non incide sulle imposte già dovute. Se non si compie questa scelta, i fondi rimarranno allo Stato. Al contrario, scegliendo di destinare il 5 per mille al Comune di Monteu da Po, si contribuirà concretamente a finanziare progetti di sostegno e di inclusione sociale, in particolare per anziani, persone con disabilità, minori e famiglie in difficoltà”.

“Se tutti i cittadini firmassero per destinare il 5 per mille al proprio Comune il nostro ente locale potrebbe attivare nuove iniziative e servizi a favore di chi ne ha più bisogno – spiega il vicesindaco Graziella Giacomini -. In questo modo, il Comune di Monteu da Po avrebbe maggiori risorse per sostenere e implementare progetti di welfare, che fanno la differenza nella vita quotidiana delle persone”.

La vostra scelta è un gesto solidale. Con il 5 per mille, ogni cittadino può contribuire direttamente al benessere della propria comunità. È una piccola azione che, insieme, può portare a grandi risultati.

Per maggiori informazioni, consulta il sito ufficiale del Comune di Monteu da Po: www.comune.monteudapo.to.it/bj1cy

 

 

L’isola del libro / 300

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA 

Puntata  N. 300

 

Vigdis Hjorth “Ripetizione” -Fazi Editore- euro 18,00

La Hjorth, una delle maggiori scrittrici norvegesi, ha fatto centro anche con questo romanzo apprezzatissimo dai critici e dal pubblico. Protagonista è una scrittrice 60enne che trova sicurezza nella ripetizione di alcuni rituali a cui si ancora per stare meglio a galla nella vita. Uno di questi è recarsi a Oslo ogni anno per assistere al concerto di Natale.

Sua è la voce narrante che racconta come trovarsi seduta accanto ad una famiglia sia stato l’innesco di un doloroso déjà vu. Nelle poltrone vicine, due genitori criticano e riprendono la giovane figlia per tutto il tempo. Apparentemente, nulla di grave.

Invece, per la protagonista, è la molla che fa scattare un viaggio a ritroso, e la catapulta nell’inferno dei suoi 16 anni; in una casa e una famiglia claustrofobiche ed opprimenti.

Rivive il senso di disagio di quando i genitori si parlavano senza di fatto dirsi nulla, incapaci di comprendere la figlia ed averne cura in modo equilibrato.

Soprattutto la madre si accaniva su di lei, ripetutamente e senza darle tregua; per ogni minima sciocchezza, spinta da sospetti continui e ingiustificati. La controllava in tutto, togliendole l’aria e qualsiasi possibilità di autostima.

Un’adolescenza profondamente infelice, quella della protagonista, che era solita sfogare i suoi stati d’animo nelle pagine di un diario segreto che nascondeva sotto il letto. Quando poi aveva incontrato un ragazzo più grande, col quale nella realtà non era successo nulla di grave, lei invece era volata con la fantasia. Si era inventata -e aveva descritto con dovizia di scabrosi particolari- una “prima volta particolarmente bollente”.

L’inferno domestico divampa quando la madre-sentinella rovistando, trova il diario. Persino il padre, peraltro precedentemente sempre rifugiato nelle retrovie delle discussioni, ora prende in mano la situazione e si trasforma in una sorta di spietato carnefice che non vuol sentire ragione…..

Senza anticipare altro, va detto che la Hjorth è magistrale nel giocare sui due piani dell’io 16enne e quello 60enne; nel mezzo c’è l’adulta, che nella scrittura trova la salvezza e la strada maestra per veleggiare tra i marosi della burrascosa esistenza.

 

 

Anjet Daanje “Il canto della cicogna e del dromedario” -Neri Pozza- euro 23,00

Prima ancora di addentrarvi nelle pagine di questo monumentale romanzo l’invito è a soffermarvi sulla bellezza della copertina; poi immergetevi nell’opera scritta magnificamente, che contiene tante storie, in una sorta di gioco di specchi e rimandi. I temi sono quelli che rendono immensa la letteratura: l’amore, la perdita, la morte, il tempo, il dolore, la sorellanza, il senso della vita…e molto altro ancora.

La scrittrice olandese Anjet Daanjie, ispirandosi alla vita nascosta di Emily Brontë, ha congegnato in modo sontuoso e di ampio respiro questo premiatissimo romanzo.

11 capitoli, equivalenti ad altrettanti biografie di personaggi che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con la vita di Eliza May; scrittrice di immenso talento di cui si scoprirà la grandezza letteraria solo dopo la morte.

Al centro del primo capitolo c’è la moglie 60enne del falegname, Susan Knowles-Chester, che presta i suoi pietosi servigi al capezzale di chi sta esalando gli ultimi respiri. I concittadini detestano il suo lavoro. Dove va lei, il dolore e la morte la seguono; eppure, sono in molti a chiederne l’aiuto.

La sua esistenza sarà segnata il 12 dicembre 1847, quando prepara per il viaggio finale proprio Eliza May, morta improvvisamente e in modo misterioso, a casa del cognato. Susan trova il corpo ancora tiepido, malamente gettato sul letto, consumato dalla fame, con il volto ossuto.

Lo spazio tra l’ultimo respiro e la tomba è affidato a Susan che lo svolge con infinita pietas.

Ed è da qui che il romanzo prende l’avvio, poi scorre attraverso vari personaggi ed attraversa i secoli per arrivare fino ai giorni nostri.

 

 

Sharon Gosling “Il faro che custodiva i libri” -Garzanti- euro 16,90

E’ il libro con cui l’autrice inglese (di cinema, spettacolo e televisione) Sharon Gosling esordisce in letteratura. La storia si svolge in un affascinante faro, trasformato in libreria, immerso in un piccolo paesino immerso nelle lande scozzesi.

E non è un caso, perchè Gosling, vive con il marito in una cittadina della Cumbria, Nord dell’Inghilterra, a Newton Dumbar, nell’Aberdeenshire, in Scozia.

Protagonista è la giovane Rachel: occhi color turchese, capelli scuri e corti. Per troppo tempo si è come lasciata trascinare dagli eventi e dallo scivolare via del tempo; ora è alla ricerca di una nuova traiettoria di vita ed ha trovato rifugio in questa sorta di nido protettivo.

E’ il faro dai massicci muri in pietra e minuscole finestre, costruito agli inizi del XIX secolo in piena campagna scozzese, a chilometri di distanza dal mare. Un faro che non guida i naviganti nella tempesta, ma compie salvataggi altrettanto importanti: illumina l’anima!

Dopo l’iniziale spaesamento, Rachel si adatta velocemente. Si lascia avviluppare dal senso di appartenenza alla nuova comunità e ai clienti abituali che, come lei, amano i libri e le storie che raccontano. Sistema i volumi sugli scaffali, offre tazze di tè agli avventori e con loro scambia consigli, pareri letterari… e non solo. Tutto sembra scorrere quasi in un’atmosfera magica.

Quando però, la giovane scopre l’esistenza di una stanza segreta che potrebbe contenere la risposta ai suoi tormenti, il dilemma è: fuggire o restare? Saprà trovare la forza e il coraggio di affrontare quel passato irrisolto che continua ad inseguirla?

 

 

Patricia Cornwell “Identità sconosciuta” -Mondadori- euro 23,00

Chissà se teme la morte l’anatomopatologa Patricia Cornwell?

Lei che è tra gli autori di thriller più letti al mondo. Oltre 100 milioni di copie vendute, pubblicate in più di 126 paesi, tradotte in 36 lingue. 68 anni portati divinamente, capelli biondi corti, occhi freddi e glaciali, piglio deciso.

Scrivere è stato uno dei suoi modi per controllare la realtà esterna e le cicatrici private di un’infanzia difficile. Abbandonata dal padre, una madre inghiottita dalla depressione, una terribile storia di abusi nella famiglia affidataria.

Cornwell si è buttata nel lavoro ed ha conseguito una successo dopo l’altro: prima cronista di nera, poi anatomopatologa e scienziata, clamoroso infine l’exploit come scrittrice.

La sua protagonista Kay Scarpetta la rappresenta egregiamente. In quest’ultimo libro si trova ad indagare sull’assassinio di una bambina di soli 6 anni, Luna Briley, la cui brevissima vita è stata un inferno. Emaciata e costellata di lividi, i genitori miliardari affermano che si sarebbe sparata per sbaglio da sola.

A complicare la vita di Kay si aggiunge il macabro ritrovamento del cadavere del premio Nobel Sal Giordano, astrofisico, ex fidanzato proprio di Scarpetta. Non una morte facilmente decodificabile, perché, secondo i testimoni, il corpo sarebbe stato gettato da un oggetto volante non identificato, ma simile a un Ufo….

E ricompare anche l’antica, spietata, nemica, Carrie Grethen: psicopatica criminale sovietica che si diletta a colpire persone vicine a Kay….

Testimoni di Geova: gli abitanti di Lanzo invitati a un evento speciale ad aprile

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Per i Testimoni di Geova in tutto il mondo il giorno più importante del 2025 sarà sabato 12 aprile.

In quella data, che corrisponde al 14 nisan del calendario ebraico, Gesù oltre 2.000 anni fa istituì la celebrazione della Cena del Signore qualche ora prima di morire.

Pertanto, i Testimoni di Geova si riuniscono ogni anno il 14 nisan per ricordare la morte di Gesù Cristo. Lo fanno in ubbidienza alle sue parole riportate in Luca 22:19: “Continuate a far questo in mio ricordo”.

“Nel mondo ci sono oltre 9 milioni di testimoni di Geova. Tuttavia, lo scorso anno, alla Commemorazione hanno assistito oltre 21 milioni di persone”, ha affermato Luca Brocchin, portavoce dei Testimoni di Geova. “Ci auguriamo che tutti i nostri vicini vorranno unirsi a noi per ricordare la morte di Gesù Cristo e per riflettere sul suo profondo significato”.

In occasione della celebrazione annuale della Cena del Signore sarà pronunciato un discorso che metterà in risalto l’importanza della morte di Gesù e i benefìci che l’intera umanità trae dal suo sacrificio.

L’evento, della durata di un’ora, è gratuito e aperto al pubblico. 

Per avere maggiori informazioni sul modo in cui i Testimoni di Geova osservano la Cena del Signore, vi preghiamo di consultare l’invito all’evento disponibile online su jw.org, il sito ufficiale dei Testimoni di Geova.

A Lanzo, i Testimoni di Geova hanno dato il via a una campagna della durata di un mese per invitare i loro vicini alla Commemorazione che avrà luogo ad aprile.

“Lo scopo della nostra campagna è quello di estendere l’invito per questo evento speciale a quante più persone possibile”, ha detto Luca Brocchin, portavoce dei Testimoni di Geova. “L’evento è aperto a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della verità biblica e mostrare apprezzamento per il sacrificio di Gesù Cristo”.

Per saperne di più su questo evento, vi preghiamo di visitare il sito jw.org.

Torino – Verona 1-1

Finisce 1-1 all’Olimpico Grande Torino tra Toro e Verona nella 31ma giornata di Serie A. Il primo tempo è stato insapore poi nella ripresa il rigore di Adams viene stoppato da Motipò. Gli scaligeri segnano con Sarr, artefice del fallo da rigore.
Poi Elmas è autore del pareggio. In classifica il Torino sale a 40 punti, mentre il Verona si ferma a 31.

Tre ragazzi investiti: camminavano vicino a casello autostradale

Tre ragazzi camminavano nella notte sulla statale per Arquata Scrivia nei pressi del casello di Novi e sono stati investiti. Uno di loro,  di 18 anni è stato trasportato all’ospedale di Alessandria in codice rosso. Gli  altri due sono stati trasportati all’ospedale di Novi Ligure in codice giallo.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Area ecologica incendiata a Sauze

Il primo aprile scorso, a Salice d’Ulzio, si è di nuovo rischiato grosso con il fuoco. In serata un incendio è divampato nell’area ecologia Jouvenceaux, all’ingresso del paese, e per fortuna le fiamme sono state domate prima che potessero creare ulteriori danni.

I Vigili del Fuoco non si sono ancora pronunciati sulle cause del rogo, ma tra le ipotesi più accreditate c’è quella della cenere ardente. Un cliché già visto purtroppo altre volte nelle stagioni invernali, e in particolare in questo ultimo inverno. Tutto parte dal conferimento di cenere di legna calda, se non ardente, all’interno dei cassonetti, e anche questa volta le fiamme hanno raggiunto i cassonetti adiacenti e bruciato la copertura dell’area ecologica. Il pronto intervento dei borghigiani con le maniche tre antincendio, e poi dei Vigili del Fuoco Volontari di Oulx, ha permesso di domare le fiamme tempestivamente, anche se i danni sono stati nuovamente ingenti.

“Anche questa volta, nonostante i danni ingenti, ci è andata bene – afferma l’Assessore alla Polizia Locale Davide Allemand – le fiamme sono state domate prontamente e l’incendio non si è propagato alle abitazioni e non ha messo in pericolo la salute pubblica. Ancora una volta è stato fondamentale l’utilizzo delle manichette antincendio che abbiamo posizionato nelle frazioni, e che ci hanno permesso di intervenire subito, agevolando il lavoro dei Vigili del Fuoco, che è stato egregio, limitando i danni. Certo, vanno ancora individuate le cause con precisione, ma l’ipotesi cenere è alquanto probabile. Occorre prestare maggiore attenzione e un maggiore senso di responsabilità. In questo inverno ci siamo dovuti confrontare con cenere derivante da combustione. Invitiamo i concittadini e turisti a prestare maggiore attenzione durante il conferimento delle ceneri, sincerandosi di riporle nei cassonetti da spente. Basta poco per evitare grossi problemi. Alla luce di questo ultimo rogo, è intenzione della nostra amministrazione implementare ulteriormente il sistema di videosorveglianza, focalizzandoci sulle isole ecologiche in cui mancano. Questo per un maggiore controllo e per sanzionare le infrazioni”.

Bonificata l’area, il Comune è già al lavoro per rifare l’area ecologica al fine di renderla pienamente agibile al servizio di raccolta rifiuti, che comunque non ha subito variazioni.

Un Battesimo speciale a San Mauro

Un Battesimo speciale a S. Mauro dove ci sono due Parroci speciali, Don Luca Ramello e Don Stefano Votta che dopo aver fatto sognare la gente  in Barriera ora son nel paese delle fragole. Don Luca ha accolto sulla porta della Chiesa di S. Benedetto i tre neonati insieme ai genitori e li ha accompagnati alla fonte Battesimale. Bella cerimonia.

MG

I dazi di Trump preoccupano anche gli agricoltori torinesi

«Negli ultimi anni – spiega il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – una buona parte dei nostri produttori ha imparato a internazionalizzare. Un cambio di mentalità portato avanti dalle nuove generazioni di agricoltori che oggi sanno vendere le nostre eccellenze alimentari guardando all’export e alla vendita sul web. Una buona fetta di queste esportazioni sono assorbite proprio dal mercato americano».

L’agricoltura torinese esporta negli USA oltre il 30% dei vini DOCG. I vini più richiesti dagli americani sono il Freisa, il Carema e l’Erbaluce spumante; ma vengono esportati negli Stati Uniti anche i vini eroici del Pinerolese e della valle di Susa. Anche una quota di frutta pinerolese (mele, pere, pesche) va a finire sugli scaffali americani, mentre altri prodotti sono interessati indirettamente come le nocciole e il latte da contratto di filiera che vengono utilizzati dall’industria dolciaria che esporta a sua volta negli USA.

Per tutto il Piemonte, la quota di export agroalimentare verso gli USA è del 13% sul totale; una quota che nel 2024 risultava in crescita di oltre i 3,5% per un valore di oltre 4,1 miliardi di euro.

«Proprio in queste ore sono in corso contatti tra i nostri produttori e gli importatori USA per provare almeno a suddividere questi rincari del 20%. Si sta cercando in tutti i modi di salvare il rapporto con il mercato americano ma, ovviamente, c’è che pensa di rivolgersi anche ai mercati asiatici e a quelli dei Paesi emergenti. Quello che non dobbiamo assolutamente perdere è questa consolidata propensione dei nostri produttori ad avere uno sguardo internazionale. Non dobbiamo assolutamente richiuderci in noi stessi e guardare solo alle vendite in Italia. Diversificare i mercati è diventato vitale, così come è sempre più importante che sia favorita la vendita diretta da parte delle aziende agricole utilizzando gli strumenti più moderni».

Coldiretti Torino invita, comunque, a non fare prevalere il panico o la fretta. «Oggi è il momento della maturità. È il momento di dimostrare che, come agricoltori ma anche come piemontesi, siamo capaci di prendere decisioni ponderate e non affrettate. Un appello che rivolgiamo anche alla politica. Le guerre, anche quelle commerciali, portano solo disastri. Non conviene a nessuno soffiare sul fuoco, ma servono sangue freddo e un lavoro meticoloso per diversificare ancora di più i nostri mercati».

Ma l’invito rivolto alla politica è che non si penalizzi ulteriormente l’agricoltura in un momento così difficile per tutti. «Ci rivolgiamo all’Europa ma anche alla Regione. In un momento come questo, massacrare ancora l’agricoltura attaccando la cultura del vino, imponendo etichette allarmistiche oppure obbligando gli allevatori a costosi interventi per seguire un discutibile Piano della qualità dell’aria, o favorire il consumo di suolo con il fotovoltaico o nuove infrastrutture, sa di accanimento verso un settore vitale per tutti».

La Fondazione Merz Torino ospita “Viaggio in Sicilia” di Planeta

La Fondazione Merz Torino ospiterà domenica 18 maggio, alle ore 19, una serata di dialogo e confronto dedicata al progetto di residenza nomade “Viaggio in Sicilia”, promosso da oltre vent’anni dall’azienda vitivinicola Planeta. Si tratta di un’occasione per presentare il volume della IX edizione Coppe di Stelle nel cerchio del Sole, e raccontare la lunga collaborazione e tra Planeta e Fondazione Merz. L’appuntamento, che fa parte del Salone Off, si inserisce nel calendario degli eventi sul territorio del Salone del Libro di Torino, proponendo una riflessione sul viaggio come esperienza artistica e sul legame tra arte contemporanea, paesaggio e memoria. Il libro raccoglie i molteplici sguardi di artisti e intellettuali che nel 2021 hanno attraversato la Sicilia all’interno della residenza nomade “Viaggio in Sicilia”, restituendo le loro esperienze in una mostra ospitata nel 2022 alla Galleria Regionale della Sicilia presso Palazzo Abatellis. Il volume, pubblicato nel 2023, presentato al pubblico per la prima volta, restituisce le riflessioni nate da questa intensa esperienza di viaggio, insieme ai contributi scientifici realizzati per la mostra. In occasione dell’esposizione, oltre le opere d’arte prodotte appositamente, sono tate restaurate da Planeta alcuni manufatti in stile islamico, conservati nei depositi di Palazzo Abatellis, ed esposti per la prima volta. Con testi di Valentina Bruschi, curatrice; Evelina De Castro, all’epoca direttrice di Palazzo Abatellis e oggi alla guida del Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea di Palermo; Vito Planeta, responsabile Planeta Cultura; Valeria Sola e Benedetta Fasone, archiviste e storiche dell’arte della Galleria Regionale della Sicilia, il volume intreccia parole e immagini, includendo un visual essay  di Matteo Buonomo; contributi della scrittrice Chiara Barzini e le interviste a vari artisti quali Bea Bonafini, Gili Lavy, Diego Miguel Mirabella ed Emiliano Maggi.

Il dialogo del 18 maggio includerà un approfondimento sul tema dell’orientalismo, centrale nella mostra Coppe di Stelle nel cerchio del Sole, ospitata a Palazzo Abatellis, e sarà guidato da Davide Quadrio, direttore del MAO Museo d’Arte Orientale e curatore della personale dell’artista Yto Barrada, vincitrice della quarta edizione del Merz Prize, nell’ultima giornata di mostra presso gli spazi della Fondazione Merz.

L’incontro offrirà anche uno sguardo sulle molteplici connessioni tra Planeta e Fondazione Merz in Sicilia, sottolineando i legami tra la Fondazione torinese e l’azienda, unite da comuni interessi culturali, come il tema della ricerca dell’ultima edizione del “Viaggio in Sicilia” e la collaborazione con alcuni degli artisti coinvolti. Tra i progetti condivi emergono “Radiceterna”, biblioteca permanente presso l’orto botanico di Palermo, evento collaterale di Manifesa 12, il “Comodato dell’opera Fibonacci di Mario Merz” nella tenuta sull’Etna, installato tra i terrazzamenti in pietra lavica, dove ogni anno viene messo in scena lo Sciaranuova Festival Teatro in Vigna, il coinvolgimento di Gili Lavy, finalista al Mario Merz Prize nel 2017 e protagonista della residenza nel 202, la collaborazione al Progetto ZACentrale ai cantieri culturali della Zisa.

In anteprima verrà anche annunciato il nome dell’artista selezionato per la prossima residenza di “Viaggio in Sicilia”, che porterà alla realizzazione di una nuova opera in vista nel 2026, e il concerto dei finalisti della quinta edizione del Mario Merz Prize sezione musicale, in programma il 28 giugno 2025 presso la Cantina Ulmo a San Buca di Sicilia.

Fondazione Merz – via Limone 24, Torino

Tel: 011 19719437 – info: info@fondazionemerz.org

Mara Martellotta

Il segreto dei Templari alle porte di Torino

Un alone di mistero circonda il castello tra storie, leggende e fantasmi. Lo stato piuttosto fatiscente in cui giace fa pensare che il tempo si sia fermato ma quel che resta del maniero ci rimanda alla storia dei Templari e poi a quella dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme.

Intriso di leggende e storia il mistero templare sopravvive a pochi passi da Torino, attorno e dentro il castello medioevale della Rotta a Moncalieri. Una residenza frequentata nel Medioevo, e anche successivamente, da vari Ordini cavallereschi. Leggende sui fantasmi di cavalieri morti in battaglia e giovani donne suicide che si lanciano dalla torre della rocca circolano numerose ancora oggi.

Non solo, ma sotto il castello, sarebbe rimasta una galleria attraverso la quale si poteva raggiungere Moncalieri da una parte e il piccolo borgo Gorra dall’altra. Siamo davanti a uno scenario templare di tutto rispetto in cui affiorano una lapide murale con racconti presumibilmente legati all’epoca delle Crociate e leggende misteriose come quella di una giovane fanciulla giunta dalla Francia per sposare il proprietario del maniero. Un signore ricco e facoltoso ma troppo brutto e deforme per sposarlo. Ma le nozze erano obbligate. Un tal giorno la giovane vola, forse spinta, da una finestra e si sfracella sul ponte levatoio. Leggende che rivivono avvicinandosi alla dimora che, pur decadente e attaccata dalla vegetazione, non ha perso nulla del suo fascino antico. Si trova in aperta campagna, a pochi chilometri da Moncalieri, nella frazione La Rotta, tra la statale e l’autostrada ed è raggiungibile percorrendo un sentiero sterrato e polveroso nelle cui vicinanze scorrono il Po, il Banna e lo Stellone. L’antico edificio aveva una funzione strategica: difendere il ponte sul torrente Banna sul quale passava la strada romana proveniente da Pollenzo. Passò in seguito ai cavalieri Gerosolimitani di Moncalieri che possedevano altri terreni nella zona e che nel Quattrocento ristrutturarono ampiamente l’edificio. I Cavalieri dell’Ordine del Tempio, fondato nel 1118-19, furono presenti in Piemonte e a Torino, secondo gli storici, già nella prima metà del dodicesimo secolo. Con la torre di vedetta, un grande cortile interno, l’ospizio per i pellegrini, la cappella, le stalle, il pozzo, magazzini e sotterranei, il castello presentava le caratteristiche di una “domus” templare e, secondo la studiosa Bianca Capone Ferrari, la Rotta assumeva le sembianze di una casa-forte templare dipendente dalla domus templare di Sant’Egidio di Testona vicino al ponte sul torrente Banna. La Capone scrive che il nome del castello deriverebbe dalla rotta, dalla sconfitta subita dal duca Tommaso di Savoia nella guerra contro i francesi nel 1639 ma già nel Quattrocento veniva indicato come Grancia Rupta dai gerosolimitami di Moncalieri. O forse ancora il nome deriverebbe da una rotta militare antica oppure da rotha (roggia) per la presenza di molti corsi d’acqua che scorrono nella zona. Non si sa quando i templari lasciarono la fortezza ma un documento conservato nell’archivio della città attesta che, verso la fine del Duecento, alla Rotta erano già presenti i Gerosolimitani. Negli anni Ottanta il fortilizio fu restaurato e riportato all’antico splendore. Come detto, le leggende sul castello  sono talmente numerose che hanno suscitato l’interesse di curiosi ed esperti secondo i quali il momento più propizio per “osservare” i fantasmi sarebbe la notte tra il 12 e il 13 giugno.

Filippo Re