PENSIERI SPARSI





Il progetto “Pedali Sociali” della Città di Torino è stato premiato a Firenze nell’ambito di “Bici in Comune”, il programma nazionale promosso dal Ministro per lo Sport e i Giovani con ANCI che punta a promuovere la bicicletta come strumento di mobilità sostenibile e miglioramento della qualità della vita nelle città.
“Pedali Sociali” mira a incentivare l’uso della bicicletta nelle aree di edilizia popolare di Torino, promuovendo azioni di inclusione sociale, mobilità sostenibile, di miglioramento della salute pubblica e di rigenerazione urbana. Il progetto si è aggiudicato un finanziamento di 150mila euro per la sua realizzazione.
“Mi spiace che gli impegni istituzionali mi abbiano impedito di essere presente oggi al ritiro del premio vinto dal nostro progetto Pedali Sociali – ha commentato l’assessora alla mobilità della Città di Torino, Chiara Foglietta -. Si tratta di un’iniziativa che nasce con l’obiettivo di estendere i vantaggi della mobilità ciclabile a tutte le zone della città. La bicicletta è uno strumento semplice ma potente: migliora la salute, riduce le spese, favorisce la socialità e contribuisce alla tutela dell’ambiente. È una scelta di giustizia sociale e ambientale. Vogliamo che Torino sia una città dove ogni persona possa muoversi in modo sostenibile, sicuro e con pari dignità, ovunque abiti””
A ritirare il premio per la Città di Torino l’assessore alla Cura della città Francesco Tresso: “È un grande onore ritirare oggi questo riconoscimento: questo progetto parla di cura, rigenerazione e mobilità sostenibile, perché la bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, ma un volano di cambiamento culturale e sociale”.
Torino ha adottato il Biciplan nel 2013 e dispone oggi di una rete di oltre 280 chilometri di piste ciclabili. Nonostante questi importanti progressi infrastrutturali, persiste una carenza significativa di parcheggi per biciclette, in particolare nei quartieri popolari. Proprio in queste aree vogliamo contribuire a eliminare gli ostacoli di natura economica, culturale e logistica dati dalla mancanza di spazi sicuri per la sosta o la scarsa conoscenza delle potenzialità della bicicletta. La bicicletta può offrire una forma di mobilità economica, sostenibile e accessibile, oltre a un’opportunità quotidiana di attività fisica a basso costo.
Il progetto si concentra su quattro complessi ATC situati in diversi quartieri della città: corso Grosseto / via Sospello / via Bibiana / Chiesa della Salute; via Villar (Cascina Colombé); corso Salvemini, via San Massimo / via Giolitti, via Santa Maria / via Stampatori / via Barbaroux. Pensato come progetto pilota, potrà essere replicato in altri quartieri e in altri contesti: scuole, aree periurbane e ambiti commerciali.
“Pedali Sociali” prevede alcune azioni di tipo infrastrutturale, con la realizzazione di parcheggi sicuri in prossimità degli ingressi degli edifici, anche coperti e in spazi visibili e ben illuminati; azioni di educazione e sensibilizzazione, come incontri con i residenti per co-progettare gli spazi, materiali informativi come guide e tutorial online, uscite in bici collettive per testare i percorsi casa/ lavoro e casa/ scuola. Sono previste anche attività formative, come corsi di guida sicura per adulti e ragazzi, laboratori di ciclomeccanica anche con finalità di inserimento lavorativo nelle ciclofficine locali e, infine, diverse premialità per incentivare la partecipazione al progetto.
Tra gli impatti ambientali previsti è stato stimato un risparmio CO₂ di 206 tonnellate entro il 2050, un risparmio carburante di 179 TEP (tonnellate equivalenti petrolio), e una importante riduzione di PM10, NOx, traffico e incidenti stradali. A livello economico, il rapporto tra costi-benefici è stato stimato pari a 4,31 a 1, con una riduzione delle disuguaglianze sociali e sanitarie, il recupero di aree degradate e opportunità di lavoro in settori “green”, come la ciclomeccanica.
TORINO CLICK
Maria Teresa Lavazza ha dedicato una parte importante della sua vita alle attività sociali. Per oltre vent’anni presidente della sezione locale dell’Associazione donatrici italiane sangue e cordone ombelicale (ADISCO), ha contribuito a realizzare, nel tempo, alcuni importanti progetti per l’Ospedale infantile Regina Margherita dove ora sorge la nuova area giochi realizzata grazie ad una collaborazione pubblico privato e ad una raccolta fondi con l’obiettivo di offrire un momento di serenità ai piccoli pazienti.
Alla cerimonia di intitolazione erano presenti la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, il presidente della Circoscrizione Otto Massimiliano Miano, gli assessori della Regione Piemonte Andrea Tronzano e Federico Riboldi, il presidente Federvolontari Edoardo Casolari, la dirigente dell’Ospedale infantile Regina Margherita Franca Fagioli, Giuseppe e Francesca Lavazza per la Fondazione “Maria Teresa Lavazza” e il sindaco Stefano Lo Russo.
“Oggi – ha detto il Sindaco nel suo intervento – intitoliamo un giardino di fronte ad una istituzione che è nel cuore di questa Città. La toponomastica è qualcosa cui, nella vita di una città, spesso attribuiamo un’importanza minore; in realtà dare un nome a qualcosa non è affatto secondario e decidere di dedicare un luogo ad una persona significa onorarne la memoria e celebrare quanto di buono per quel luogo ha fatto. Da oggi chiunque passerà di qui leggerà il nome di Maria Teresa Lavazza, che nella sua vita si è spesa in modo particolare per questo ospedale, che ogni giorno si prende cura di tanti bambine e bambini”.
TORINO CLICK
Lunedì 16 giugno, ore 21
Teatro Juvarra, via Filippo Juvarra 13, Torino
Greenaway World è dedicato alle colonne sonore di Peter Greenaway, il regista, sceneggiatore e artista visivo britannico, celebre per il suo stile altamente estetico e sperimentale. Il concerto della Stagione 2025 della Stefano Tempia, in programma lunedì 16 giugno al Teatro Juvarra, sarà interamente incentrato sulle composizioni di Marco Robino, che dal 2003 ha proseguito il forte legame musicale con l’opera di Greenaway, inizialmente sviluppato grazie alla collaborazione con Michael Nyman. A interpretare le musiche il Quintetto Architorti, guidato proprio dal Maestro Robino, e composto dai violinisti Edoardo De Angelis e Raul Roa, dal violista Sergio Origlia e dal contrabbassista Paolo Grappeggia, affiancati dal Coro dell’Accademia Stefano Tempia, per mettere in luce l’intreccio emozionale tra la musica e le immagini del grande regista britannico. Per completare l’esperienza d’ascolto e fornire una guida nel percorso musicale, saranno narrati aneddoti e racconti sulle lavorazioni dei film e sulla collaborazione tra Robino e Greenaway.
Tra i titoli in repertorio: Le valigie di Tulse Luper, The European Showerbath, Goltzius and The Pelican Company, Lucca Hubris, The Missing Nail e Walking to Paris, il film dedicato a Constantin Brâncusi, girato in parte in Piemonte e non ancora distribuito. Il concerto si conclude con una suite tratta dal lungometraggio La memoria del mondo di Mirko Locatelli, le cui musiche, sempre composte da Robino, si pongono per un verso in continuità con il repertorio greenawayano e, al tempo stesso, se ne discostano, introducendo un cambio di prospettiva finale.
Oltre alla presenza del quintetto d’archi, è previsto l’utilizzo del sistema elettronico CadMo, brevettato dallo stesso Robino in collaborazione con l’Accademia di Musica di Pinerolo, che inserisce suoni di varia natura nella texture strumentale unitamente alle voci del coro dell’Accademia Stefano Tempia guidato dal M° Luigi Cociglio. Gli interventi riguardano un arrangiamento del Kyrie dalla Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, brano che ha ispirato la colonna sonora di The Missing Nail, cui seguirà il brano portante della stessa pellicola, The Hole in the Plaster, sempre per voci e quartetto d’archi.
MARCO ROBINO + ARCHITORTI
Marco Robino (Torino, 1964) è compositore, violoncellista, concertista, fondatore e leader del complesso da camera Architorti. Diplomatosi con Marco Guidarini e perfezionatosi con Adriano Vendramelli, ha cominciato l’attività concertistica presso l’Orchestra Sinfonica RAI di Torino, nell’ensemble Antidogma e in altre formazioni cameristiche o sinfoniche. Dal 1983 al 1992 ha svolto intensa attività cameristica con il Quartetto R. Strauss, sotto la guida del Wiener Schubert Trio a Vienna e del Trio di Trieste a Duino. Con questa formazione ha tenuto numerosi concerti in Italia e all’estero, vincendo Concorsi di Musica da Camera nazionali e internazionali. Dal 1993 è docente di violoncello e musica d’assieme all’Istituto “A. Corelli” di Pinerolo. Collabora altresì con l’Accademia di Musica di Pinerolo e conduce laboratori di formazione musicale nelle scuole. In collaborazione con l’Accademia, ha contribuito allo sviluppo del sistema CAdMO: un dispositivo brevettato che impiega un computer controllato da un musicista. Il sistema consente di riprodurre suoni ad alta fedeltà di strumenti preregistrati, capaci di accompagnare solisti o ensemble modulando in tempo reale dinamica e agogica, sotto la guida del musicista-pilota e del direttore.
Dal 2000 svolge attività di violoncellista-trascrittore e direttore artistico del Quintetto Architorti. Il progetto Architorti nasce come quintetto d’archi che si esibisce in forma di concerto, affrontando ogni genere musicale. Negli anni successivi, il progetto si evolve e Architorti si trasforma in una vera e propria “officina musicale”. Con il progetto Corde in levare, nell’anno 2003, in collaborazione con gli Africa Unite, Architorti sperimenta con successo la possibilità di costituirsi in forma orchestrale, coinvolgendo circa trenta elementi. Oggi, gli strumentisti che gravitano intorno ai vari progetti sono oltre quaranta e l’attività si articola in diversi settori. Un’intensissima attività didattica, sotto forma di laboratori scolastici, ha coinvolto fino ad oggi oltre settemila bambini e loro insegnanti.
Marco Robino ha scritto musiche di scena per il teatro e il cinema, e ha realizzato numerose installazioni sonore per mostre, manifestazioni ed eventi. Nel 2003 stringe un sodalizio artistico con il regista Peter Greenaway, con il quale collabora stabilmente alla realizzazione di colonne sonore per film e installazioni negli anni a venire. Tra gli altri sodalizi degni di nota, vanno ricordati quello con il giornalista e documentarista Giosuè Boetto Coehn e quello con il regista Mirko Locatelli, per il quale ha firmato le musiche del suo quarto lungometraggio, La memoria del mondo.
L’ACCADEMIA CORALE STEFANO TEMPIA
Fondata nel 1875, l’Accademia Corale Stefano Tempia è la prima associazione musicale del Piemonte e l’Accademia corale più antica d’Italia.
Riferimento storico per l’educazione alla musica e la divulgazione del repertorio a cappella e sinfonico corale, l’Accademia si distingue fin dalle origini per le frequenti collaborazioni con prestigiosi direttori come Giovanni Bolzoni, Giuseppe Martucci, Lorenzo Perosi, Arturo Toscanini, e la realizzazione di grandi eventi culturali tra cui la prima esecuzione in Italia del Judas Maccabeus di Haendel (1 marzo 1885) e la prima esecuzione a Torino della Nona Sinfonia di Beethoven (18 marzo 1888).
L’Associazione promuove una Stagione annuale di concerti ospitata presso prestigiose sedi torinesi e in decentramento, in cui abitualmente invita solisti e complessi di alto profilo oltre che offrire un notevole contributo in prima persona. Accanto all’organizzazione e alla programmazione di una stagione musicale che si svolge soprattutto a Torino, ma anche altrove sul territorio piemontese, l’Associazione partecipa a festival e a iniziative musicali in tutta la regione. Riconosciuta a livello nazionale e membro di Sistema Musica, la Stefano Tempia si distingue per la sua missione di educare alla conoscenza del canto corale e alla passione per la musica colta in tutte le sue forme. Per vocazione questa antica istituzione si spinge a esplorare repertori meno frequentati, proponendo opere e brani poco noti o raramente eseguiti, spaziando dai grandi autori della tradizione a composizioni contemporanee e arrangiamenti che dialogano con linguaggi musicali trasversali e innovativi. L’Accademia è guidata da un Direttivo composto da coristi e presieduto da Isabella Oderda, corista nelle file dei soprani e prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia della Tempia. Direttore Artistico e Maestro del Coro Luigi Cociglio.
Nel 2025 l’Accademia celebra il suo 150° anniversario con una Stagione che combina in modo armonioso antico e moderno, creando un dialogo musicale che promuove continuità e sperimentazione. Questo approccio si riflette anche nella modalità di collaborazione con artisti e gruppi, incoraggiando forme di coproduzione per ampliare le prospettive e il pubblico della Tempia. I giovani interpreti rappresentano il cuore pulsante della stagione: una significativa percentuale di concerti li vedrà protagonisti, sostenuti con pazienza e determinazione.
INFO
Lunedì 16 giugno, ore 21
Teatro Juvarra, via Juvarra 13, Torino
GREENAWAY WORLD
La musica degli Architorti per un maestro del cinema contemporaneo
Quintetto Architorti
Edoardo De Angelis, violino
Raul Roa, violino
Sergio Origlia, viola
Paolo Grappeggia, contrabbasso e accompagnamento CAdMO
Marco Robino, violoncello e direttore
con la partecipazione del Coro dell’Accademia Stefano Tempia
Luigi Cociglio, direttore
Musiche di M. Robino con accenni musicali di G.F. Haendel, G. de Machaut, J.S. Bach
Biglietti: intero 18 euro, ridotto 10 euro (soci Tempia, under 30, enti convenzionati)
Biglietti al link:
https://www.ticket.it/musica/evento/greenaway-world.aspx
Per informazioni: www.stefanotempia.it
SAUZE D’OULX – Battesimo internazionale per il nuovo campo da calcio di Sauze d’Oulx. Si è conclusa nella giornata di venerdì 13 giugno la Juventus Academy World Cup 25 che ha portato nuovamente a Sauze d’Oulx giovani atleti provenienti da tutti i Continenti.
La Juventus Academy World Cup 25 coinvolge 32 Academies per un totale di 90 squadre provenienti da 23 Stati nel Mondo, con 150 allenatori e oltre un migliaio di giovani calciatori dall’America all’Oceania, passando per Africa, Asia ed ovviamente Europa.
La World Cup già gli scorsi anni fu, in parte, ospitata a Sauze d’Oulx, ma allora le partite furono dislocate unicamente presso l’impianto sportivo di Pin Court.
Quest’anno la grande novità.
Venerdì 6 giugno SCR Piemonte ha infatti consegnato ufficialmente al Comune di Sauze d’Oulx il nuovo campo da calcio di viale Genevris.
Il Sindaco Mauro Meneguzzi è soddisfatto di questo altro tassello che va ad incastrarsi nel programma amministrativo: “Il completamento del campo da calcio rimane chiaramente uno degli obiettivi che la nostra Amministrazione andrà a coronare in questo mandato. La data del 6 giugno per noi rappresenta un tassello importante di questo puzzle. Infatti abbiamo ricevuto da SCR Piemonte, che ringraziamo, la consegna anticipata del nuovo campo da calcio e di una porzione di area di accesso e di affaccio. Lo abbiamo fatto in tempo per poter ospitare al meglio il camp delle Juventus Academies. Vedere in questa settimana centinaia di ragazzi provenienti da tutto il Mondo giocare sul nuovo impianto è qualcosa di molto gratificante. In più, grazie alla presenza di allenatori qualificati, abbiamo anche potuto testare il valore del nuovo impianto da gioco che è stato realizzato con il “Sistema Campo” in erba sintetica su tracciatura 100×60 con manto attestato Lega Nazionale Dilettanti”.
Ovviamente non finisce qui, ma questo non è un punto di arrivo, ma di ripartenza come conferma il Sindaco Mauro Meneguzzi: “Oggi per noi è una grande soddisfazione. Ma è solo un punto di partenza e non certo di arrivo. Con SCR Piemonte partiremo quanto prima per completare l’intera opera che consta di spogliatoi parcheggi, tribune e area di accesso. L’obiettivo è quello di poter inaugurare l’intera struttura il prossimo anno in vista della stagione estiva che auspichiamo possa avere sempre ritiri di squadre o di movimenti giovanili come quello di altissimo livello avuto in questi giorni. Ringraziamo pertanto Juventus Academy per aver scelto Sauze per questa sua tappa della World Cup 25 e diamo loro l’appuntamento al prossimo anno”.
A sfidarsi nella frescura di Sauze d’Oulx giovani atleti provenienti da Svizzera, Kuwait, Panama, Tajikistan, Polonia per una babele di lingue che però ha parlato la lingua universale del calcio.
Ma alla fine il campo da gioco ha superato l’esame Juventus Academy?
Matteo Scarpa, responsabile nella location di Sauze d’Oulx non ha dubbi: “Esame assolutamente superato. Il campo da gioco si è rivelato eccezionale e ci ha permesso di trascorrere una settimana davvero al top. Un terreno di gioco perfetto che ha risposto al meglio a tutte le sollecitazioni cui è stato chiamato in causa. Sicuramente in futuro Sauze d’Oulx, con il completamento della struttura con gli spogliatoi al campo e l’area a contorno, disporrà di un impianto all’avanguardia ideale per fare calcio in quota”.
Ieri al Lingotto di Torino sono scesi in piazza i cercatori di tartufo per protestare contro la riforma delle disposizioni in materia di cerca, raccolta, coltivazione e commercializzazione del tartufo. I trifulau sostengono che il disegno di legge in preparazione al Parlamento possa danneggiare la libera cerca dei tartufi.
La vita odierna e’ pura frenesia. Il lavoro e’ fonte di soddisfazioni, ma anche di stress e stanchezza, cosi’ come la quotidianita’ familiare divisa tra doveri e abitudini logoranti. L’utilizzo eccessivo dei dispositivi elettronici, inoltre, ha creato tutta una serie di conseguenze che si vanno a sommare alla nostra impegnativa routine creando quella condizione oramai dilagante che e’ l’insonnia.
Non dormire abbastanza e’ snervante e porta con se’ conseguenze negative anche nella vita diurna come stanchezza cronica, irritabilita’ e difficolta’ a gestire la vita sociale e lavorativa.
Il sonno sta diventando un lusso, una dimensione determinante che garantisce una buona salute, sia fisica che mentale; ed e’ proprio per questo suo valore imprescindibile che ora anche le vacanze possono essere dedicate alla sua “pratica”. Il turismo del sonno e’ ora una tendenza, ma forse molto di piu’: una aspirazione; prenotare hotel che offrono condizioni perfette per il riposo, a cominciare da materassi di ottima qualita’, ambienti silenziosi, camere e vasche di deprivazione sensoriale, ipnoterapeuti e’ una realta’ che sta avendo molto consenso e questo perche’ il bisogno di dormire e’ cresciuto, il nostro corpo lo reclama.
Gli alberghi specializzati in questo settore del turismo hanno camere dai colori delicati, cuscini personalizzati, generatori di suoni ambientali, come i rumori bianchi, mascherine per dormire, massaggiatori specializzati, saune, aromaterapia, tisane rilassanti, illuminazione calibrata e docce all’eucalipto.
Sempre piu’ alberghi si stanno attrezzando per diventare rifugi del riposo perche’ questa necessita’ e’ destinata a crescere, dormire e’ diventata, infatti, una meta molto desiderata.
Possiamo immaginare queste strutture immerse nel verde, con piscine private, camere insonorizzate, biancheria in fibre naturali, in zone dal clima mite e indulgente.
I luoghi ideali per questa non-attivita’ possono essere casali immersi nella natura, alberghi lontani dalle mete turistiche affollate e troppo attive, posti dove, nei momenti liberi dal sonno, si possono visitare piccoli centri, gustare l’enogastronomia del luogo, fare passeggiate rilassanti in luoghi ovattati.
Dimentichiamo quindi file in macchina, spiagge gremite e afose, persone che urlano e si divertono rumorosamente, lo sleep turism ha bisogno di un suo galateo della tranquillita’, di un proprio cerimoniale della pigrizia.
All’estero questa vacanza all’insegna del relax e’ oramai una consuetudine che ha creato una vera e propria specializzazione turistica, nel nostro paese, siamo ancora agli albori, ma ci sono diverse proposte in zone come l’Umbria o la Toscana, basta fare una ricerca scrivendo “turismo del sonno in Italia”. Il Piemonte e’ una meta ideale per favorire il riposo, persi nei filari delle Langhe, nel silenzio delle montagne o nelle vicinanze dei bellissimi laghi. E’ una tendenza che ha un futuro concreto, abbiamo bisogno tutti di fare pause dall’inquietudine dei ritmi imposti dal trantran quotidiano che ci ha avvolge, abbiamo bisogno di dormire.
MARIA LA BARBERA
Mancano pochi giorni alla chiusura delle iscrizioni per l’ottava edizione della “Via di Annibale” Terribile & Magnifica, con scadenza fissata al 30 giugno 2025. La competizione, tra le più estreme e spettacolari del panorama skyrunning alpino, prenderà il via sabato 2 agosto 2025 da Usseglio, con le partenze per le distanze Ultra e Marathon alle ore 6:00 dagli alberghi Rocciamelone e Grand’Usseglio. Un momento suggestivo darà il via alla sfida, scandito dalle note folkloristiche delle Valli di Lanzo, come “Lu Barban” del gruppo Li Barmenk.
La Via di Annibale si distingue per la sua natura autentica e profondamente radicata nel territorio tra la Val di Viù e la Val di Susa. Si corre in vera montagna, tra creste, pietraie, nevai, laghi e un silenzio quasi primordiale, accolti all’arrivo dalle sonorità tradizionali francoprovenzali e piemontesi e non Dj o musica da discoteca. Questo evento non è solo una sfida sportiva, ma un vero viaggio nella storia e nella geografia delle Alpi Occidentali, ricalcando i sentieri leggendari battuti da Annibale.
Il percorso si sviluppa in un contesto ambientale severo e incontaminato, dove l’attenzione deve essere al massimo e altitudine, vento intenso, esposizione solare, neve e ghiaccio dominano. L’assenza di copertura telefonica e internet su gran parte del tracciato accentua il carattere di autonomia e di confronto diretto con la natura selvaggia. È una gara tecnica, veloce ma non banale, che richiede specifica preparazione atletica, l’uso di materiale adeguato e una spiccata capacità di gestione personale.
La manifestazione, valida per la CRAZY Skyrunning Italy Cup 2025 della FISKY nella distanza Ultra, propone tre percorsi in quota, tutti tecnici ed estremamente impegnativi: l’Ultra Marathon di 52 km (4250 D+), la Marathon di 42 km (3500 D+) e la Sky Race di 24 km (1000 D+). Ogni distanza presenta salite notevoli, passaggi panoramici e tratti su terreno vario che includono sentieri alpini, praterie d’alta quota, cime, laghi, ghiacciai e storici sentieri militari, con sezioni attrezzate da corde fisse. Per garantire la massima sicurezza, le squadre di tracciatura e sicurezza sono già attivamente impegnate sul territorio per la pulizia e la segnaletica dei percorsi. L’esperienza della Via di Annibale è altamente formativa per ogni trail runner, un’opportunità imperdibile per confrontarsi con una delle gare più tecniche del panorama skyrunning italiano.
Ultra Sky – 52 km D+ 4250 m: Ghiacciai, Corde Fisse e Vetta del Rocciamelone
La Ultra Sky, con i suoi 52 km e 4250 metri di dislivello positivo, rappresenta la sfida più tecnica e selettiva della Via di Annibale, riservata esclusivamente a skyrunner esperti con comprovata esperienza in ambiente d’alta quota. Inserita nel circuito FISKY, la prova richiede notevoli capacità di orientamento e resistenza. Il tempo massimo per completare la gara è fissato in 14 ore.
Il percorso inizia seguendo il tracciato della maratona fino al Rifugio Cibrario, primo ristoro e cancello orario dopo 11 km. Da qui, il sentiero si inoltra tra nevai e roccia, raggiungendo il Colle Sulè (3073 m). Proseguendo attraverso zone di interesse storico come le casermette militari in località Moise, si sale al Colle dell’Autaret (3071 m), al confine francese. Dopo un lungo traverso che porta ai prati delle Marmutteri, si raggiunge il Rifugio Tazzetti (2642 m), 2° ristoro e cancello orario fissato alle ore 12:00.
Da questo punto, è obbligatorio l’uso del casco. Inizia la sezione più impegnativa: la salita al Colle di Resta (3183 m), un tratto attrezzato con corde fisse su detriti. Si prosegue quindi all’attraversamento del ghiacciaio del Rocciamelone, un tratto ampio e privo di crepacci ma che necessita cautela, specialmente in condizioni di scarsa visibilità. Dal ghiacciaio, si risale un ripido pendio di sfasciumi seguendo una lunga dorsale rocciosa fino a raggiungere la vetta del Rocciamelone (3538 m). Qui, punto culminante della gara, con la statua della Madonna del Rocciamelone con il Santuario più alto d’Europa, si gode di un panorama mozzafiato a 360 gradi.
La discesa dalla cima, sul versante valsusino, è estremamente tecnica ed esposta, assistita da catene e corde fisse fino all’Obelisco “Croce di Ferro” ; poi un lungo falsopiano conduce al Rifugio Cà d’Asti (2854 m), 3° ristoro. Da qui, una balconata di circa 6 km si affaccia sulla Val di Susa, con tre canaloni rocciosi che presentano salti e passaggi esposti (NON correre), anch’essi assistiti da catene e corde fisse, in particolare al “Passo della Capra”. Il percorso prosegue verso il Rifugio Ravetto, il 4° ristoro, attraversa il Lago Nero (2007 m), per poi concludersi con la discesa finale verso l’arrivo a Usseglio.
La Marathon, con i suoi 42,2 km e 3500 metri di dislivello positivo, si attesta come la “maratona più alta d’Europa”, offrendo circa 5 km continui oltre i 3000 metri di quota. Questo percorso è destinato a “veri guerrieri” della montagna, ideali per chi desidera affrontare un dislivello importante in un ambiente alpino severo, pur senza includere tratti glaciali.
Il tracciato, che segue parzialmente l’itinerario della Ultra fino al Rifugio Tazzetti, inizia con scenari spettacolari che conducono al primo ristoro presso il Rifugio Cibrario (dopo 11 km). La salita prosegue verso il Colle Sulè (3073 m), attraversando nevai e fornendo le prime ampie vedute sulla piramide di Punta Costan. Il percorso si snoda poi attraverso il pianoro dei Laghi dell’Autaret e le casermette militari storiche della zona Moise, culminando nel Colle dell’Autaret (3071 m). Questo valico, situato sul confine con la Francia, riveste un significato storico profondo, essendo il passaggio delle Alpi di Annibale con il suo esercito e gli elefanti.
Dal Colle dell’Autaret, la Marathon si distingue dalla Ultra per l’ascesa integrale a Punta Costan (3305 m), una delle cime simbolo e punto più alto della gara, essendo il punto da cui Annibale indicò la Pianura Padana verso Roma.
Questa salita rappresenta il cuore tecnico e paesaggistico della prova, con un sentiero che si snoda tra rocce e nevai fino alla vetta, da cui la vista spazia a 360° dal Monviso alla Pianura Padana, dal Monte Bianco al Cervino e fino agli Appennini liguri. L’esperienza si completa con passaggi su creste rocciose e sentieri alpini, talvolta agevolati da corde e catene fisse, in un ambiente incontaminato che, pur privo di copertura telefonica e internet, accentua il senso di autonomia e sfida personale.
Dopo la vetta della Costan, il percorso scende per ricongiungersi al tracciato Ultra fino al Rifugio Tazzetti, per poi proseguire la discesa verso il Lago di Malciaussia e il suggestivo Lago Nero (2007 m), prima dell’arrivo a Usseglio.
La Half Sky, novità assoluta dell’edizione 2025, è un circuito ad anello di 24 km con 1000 metri di dislivello positivo, concepito per offrire un approccio più accessibile all’alta quota, pur mantenendo l’intenso carattere tecnico e paesaggistico che contraddistingue la “Via di Annibale”. Con un tempo massimo di 7 ore, questa distanza è ideale per atleti in cerca di un’esperienza intensa ma più contenuta in termini di sviluppo e quota, sviluppandosi sotto i 2000 metri di quota.
La partenza è fissata alle ore 9:00 dalla “Casa del Fondo” di Usseglio. Il tracciato si sviluppa salendo a Margone e proseguendo verso Monte Basso, dove devia sul tracciolino per seguire la storica decauville utilizzata per la costruzione della diga di Malciaussia. Questa sezione, lungo il pendio del Monte Lera, offre ampie viste panoramiche sulla valle sottostante. Un tratto distintivo è l’attraversamento di una galleria non illuminata e buia, per la quale l’uso della luce frontale è obbligatorio. Il percorso include anche passaggi tecnici sui rii Petrelle, dei Bec e dei Ciapè, protetti con corde fisse che ne arricchiscono la componente montana.
Dopo aver raggiunto la strada provinciale, un breve tratto richiede particolare attenzione per il traffico veicolare. Il sentiero prosegue in salita verso il Rifugio Vulpot, costeggiando il suggestivo Lago di Malciaussia fino al punto di ristoro presso l’immissario del Funs Rumur. La sezione finale prevede la salita al Lago Nero (2007 m), un gioiello naturale che segna il ricongiungimento con il tracciato comune alle altre distanze, prima della discesa conclusiva verso Usseglio.
Nonostante l’ambiente possa apparire “solitario”, l’assistenza è costantemente garantita dall’organizzazione, dai volontari e dal Soccorso Alpino, assicurando una giornata sportiva in totale sicurezza. Si precisa che per l’edizione 2025 non è prevista la salita alla Madonnina di Margone