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Saviano commuove il Salone del Libro: “Rossella, l’amore che sfida la ‘ndrangheta”

Una sala gremita e attenta ha accolto Roberto Saviano al Salone del Libro di Torino, dove ha presentato il suo nuovo romanzo L’amore mio non muore. Al centro, la storia vera e struggente di Rossella Casini, una giovane fiorentina che, per amore, si è opposta alla ‘ndrangheta, pagando un prezzo altissimo.
Rossella ha poco più di vent’anni quando si innamora di Francesco, studente calabrese lontano da casa. Un amore potente, totalizzante, che la conduce fino in Calabria, dove scopre che la famiglia di lui è legata a una potente cosca. Nonostante tutto, Rossella non si tira indietro: affronta la malavita, chiede la fine di una faida, cerca verità e giustizia, mettendo a rischio la propria vita.
Saviano racconta come la figura di Rossella gli abbia permesso di esplorare l’amore in tutte le sue sfumature, anche quelle più dolorose e coraggiose. “In un’epoca in cui l’amore è spesso banalizzato, Rossella lo rende rivoluzionario”, ha detto lo scrittore.
Il libro è nato da un lungo lavoro di ricostruzione, ispirato da giornaliste che hanno riportato alla luce la storia di Rossella, finita nell’oblio. “Scrivere di amore – ha aggiunto – è stato un atto politico. L’innamoramento viene spesso sminuito, ma in questo caso diventa una forza capace di sfidare il potere.
Tra i momenti più intensi dell’incontro, Saviano ha citato Apollinaire: “Quando non ci sei, non so se manchi tu o manco io”, per descrivere la profondità del legame tra Rossella e Francesco. Un amore che ha attraversato la paura, la violenza, la verità – e che, pur nella tragedia, continua a vivere come testimonianza e memoria.
 Valeria Rombolá 

Azione Piemonte, Ruffino “Definite linee strategiche per le prossime amministrative. Bartoli Commissario a Torino”

 

“Oggi ad Asti si è tenuto il Direttivo Regionale di Azione Piemonte. Alla presenza dei segretari provinciali e del presidente di Azione Piemonte, Giovanni Barosini, abbiamo definito le linee strategiche in vista delle prossime elezioni amministrative a Torino e nei principali comuni dell’area metropolitana”.

Lo ha dichiarato Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione Piemonte in occasione del Direttivo Regionale.

“Nel corso della riunione – ha proseguito – ho nominato Sergio Bartoli, consigliere regionale di Azione e presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale del Piemonte, Commissario di Azione per la città di Torino.
Abbiamo inoltre inserito nel Direttivo Regionale di Azione Claudia De Cicco, esperta in tematiche ambientali, che porterà un contributo qualificato su questioni fondamentali per il futuro del territorio”.

Ruffino si è rivelata “soddisfatta della giornata di lavoro e del clima propositivo che ha caratterizzato l’incontro. La nomina di Sergio Bartoli rappresenta un passo importante per rafforzare la presenza e l’azione politica del nostro movimento a Torino. La sua esperienza e il suo impegno sui temi ambientali saranno fondamentali per affrontare le sfide amministrative che ci attendono. Stiamo costruendo una squadra solida, preparata e radicata, in grado di offrire ai cittadini un’alternativa seria e concreta.”

Il neo commissario di Azione a Torino Sergio Bartoli ha dichiarato:
“Ringrazio per la fiducia ricevuta. Torino merita un progetto politico serio, pragmatico e orientato alle soluzioni. Lavorerò con determinazione per costruire una squadra forte e radicata sul territorio, capace di dare voce alle esigenze reali dei cittadini.”

Nel Po il cadavere di un ragazzo di 15 anni scomparso a gennaio

A Torino  è stata data una identità al cadavere trovato nelle scorse settimane nel Po. Si tratta di Rayan Mdallel, il 15enne di Mondragone (Caserta),  di cui non si avevano notizie dal 30 gennaio. A La notizia è stata data dal sindaco Francesco Lavanga, con un post  sui social. “Da qualche ora ho appreso la triste e terribile notizia che il nostro giovane Mdallel Rayan, il ragazzo 15enne che il 30 gennaio di quest’anno si era allontanato da casa, è stato purtroppo ritrovato morto in circostanze ancora da accertare”.

“La Bianca Signora”, una commedia degli equivoci

Al Museo MIIT di corso Cairoli a Torino la giornalista Mara Martellotta ha presentato il libro di Paolo Catalano nell’ambito di Salone OFF

La Bianca Signora: Una brillante commedia in cui a fare da vero protagonista è l’equivoco e ciò che innesca. Tutto accade in un solo giorno: uno scrivano inizia a lavorare per un nuovo padrone e così incontra, tra i clienti, un uomo geloso e insospettito che vuole mettere alla prova la virtù della sua fidanzata, facendole recapitare una lettera d’amore da un finto spasimante che chiede d’incontrarla. Se la donna accetterà l’appuntamento, l’uomo capirà di essere un cornuto, altrimenti tutto filerà liscio.

Il piano sembra semplice e fattibile, ma troppi equivoci e malintesi si metteranno in mezzo a complicare le cose. L’azione teatrale domina le scene, in un gioco di equilibri i personaggi acquistano corpo e profondità, così che il lettore può immaginare ogni scena della commedia ed entrare nel vivo della storia, in cui l’apparenza dei fatti e la realtà si scontrano in un conflitto senza soluzione.

Autore:  Paolo Catalano

Editore: Gruppo Albatros Il Filo

Collana: Nuove voci

Data di Pubblicazione: 2010

Genere: letteratura italiana: testi

Pagine: 101

ISBN-10: 8856731924

ISBN-13:  9788856731927

 Giulia Lombezzi al Salone del Libro: “Prendersi cura prosciuga, altro che gesto d’amore”

Alle 16,  nella Sala Indaco del Salone del Libro, l’autrice torinese Enrica Tesio ha presentato L’estate che ho ucciso mio nonno, romanzo di Giulia Lombezzi, pubblicato da Bollati Boringhieri. Un titolo provocatorio per un libro che affronta con profondità e ironia uno dei grandi temi sommersi della nostra società: il carico di cura che grava quasi sempre sulle donne.
“Alle donne viene affidata la cura dei bambini e quella degli anziani,” ha sottolineato Tesio, “ma è un tema di cui si parla poco, forse perché non considerato abbastanza cool.” Lombezzi concorda: “Ci si aspetta che le donne si facciano carico dei fragili, sempre e comunque. Anche gli uomini sono capaci di prendersi cura, ma devono essere messi nelle condizioni di farlo. Prendersi cura non è zuccheroso, è una cosa che ti prosciuga.”
Nel dialogo, Tesio evidenzia come questa dinamica sia una forma sottile di patriarcato: “Le donne si ritrovano con una responsabilità enorme sulle spalle, spesso in silenzio.”
Nel romanzo, il personaggio di Federica incarna questo paradosso: vicina alla moda e al pensiero dominante, si presenta come una “bella anima”, ma a parole. “È una bella anima col culo degli altri,” dice Lombezzi, citando una frase ironica che la stessa autrice ha dichiarato di voler riciclare. Federica, infatti, affida alla madre e ad Alice, la protagonista adolescente, l’intero carico della cura del nonno. “Federica non riesce a gestire la complessità. Vede il nonno solo come un fragile, non come una persona. E non se ne rende nemmeno conto.”
Alice, invece, è un personaggio complesso, brillante, lontana dallo stereotipo dell’adolescente appassionata e idealista. “Mi piace il fatto che non abbia passioni,” racconta Lombezzi. “È intelligente, ma pur sempre un’adolescente. È come se vedesse troppo della realtà e si prendesse delle cantonate da tutti.”
Il dialogo tra le due autrici ha portato alla luce temi cruciali come la responsabilità, il femminile, la complessità emotiva e l’ideologia, con uno sguardo critico e contemporaneo sul ruolo che le donne si trovano spesso a ricoprire nella società di oggi.
Valeria Rombolà

Divieto di andare in bagno per un operaio: sentenza condanna azienda

Il permesso di andare in bagno durante il turno di lavoro gli era negato e non poteva cambiarsi dopo essersi urinato addosso. Sono passati otto anni da quel giorno del febbraio 2017 e oggi c’è la condanna definitiva. La vicenda legale riguardava un operaio della ex Sevel-Fca, adesso Stellantis. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Stellantis contro la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che aveva confermato il primo grado del Tribunale di Lanciano in provincia di Chieti.  I giudici affermano nella sentenza che il lavoratore ha subito “una lesione alla dignità personale verificatasi sul luogo di lavoro”. La Cassazione ha poi condannato Stellantis a rifondere le  spese legali.

 

Il coraggio di scrivere: intellettuali a confronto al Salone 2025

Uno degli appuntamenti più significativi del Salone del Libro 2025 si è svolto stamattina nella cornice della Sala Oval, dove si sono alternati alcuni tra gli intellettuali più autorevoli del panorama culturale contemporaneo: Paolo Flores d’Arcais, Francesca Mannocchi, Melania G. Mazzucco, Roberto Saviano, Yaroslav Trofimov, Chiara Valerio e Sandro Veronesi.
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Il filo conduttore dell’incontro è l’analisi dell’ arrestodello scrittore algerino Boualem Sansal, molto conosciuto per le sue posizioni critiche nei confronti del governo algerino. L’incontro, dal titolo Il prezzo della parole,  ha fatto riflettere il pubblico su come lo scrivere sia considerato un atto di coraggio, e chi sceglie di farlo criticando il potere non è mai del tutto al sicuro.
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Roberto Saviano ha preso posizione con forza, sottolineando come sia essenziale sostenere chi ha pagato con la prigione la propria libertà di parola. “Bisogna difendere chi si è esposto e denunciare l’ipocrisia dei governi europei che, mentre si dichiarano paladini dei diritti umani, stringono accordi con regimi autoritari che incarcerano attivisti e scrittori. Anche nelle democrazie si può colpire uno scrittore, perché non lo si può fermare con i voti”.
Melania G. Mazzucco ha letto alcuni passaggi da Madeline Miller, tratti da un saggio sulla libertà di espressione. Le parole citate – “difendere la libertà di stampa contro un governo corrotto” e “la verità, quando è tale, prima o poi riemerge, ed è capace di resistere a ogni tentativo di soppressione” – hanno rappresentato un potente inno al dissenso.
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Sandro Veronesi ha portato la voce della poesia, leggendo un testo del 1934 che ha evocato le ferite della storia e il potere eterno della parola scritta.
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Chiara Valerio ha voluto rendere omaggio alla figura degli obiettori di coscienza, dichiarando la propria ammirazione per Buon Sandal, da lei citato come esempio di coerenza e resistenza. Ha poi letto un passaggio da una prefazione incentrata sull’odio tratta dal Messaggero, ponendo una domanda che ha risuonato forte: “cosa possiamo fare noi semplici mortali in questo mondo?” .
Per ultima è intervenuta Francesca Mannocchi presentando un pezzo di Anna Politkovskaja, una delle poche giornaliste a raccontare gli orrori della guerra in Cecenia. Dopo essere stata catturata dai soldati russi, le fu lasciata solo la tessera da giornalista, simbolo della sua identità e missione. Il documentario Lettere ad Anna mostra come il dolore vissuto accanto alle vittime abbia segnato profondamente Anna, rendendola triste e sola. Mentre Putin e il suo governo riscrivevano la verità, lei si sentiva responsabile di testimoniare ciò che accadeva davvero. Diceva: “Forse ho sbagliato a scrivere tutto e a tenervi in mezzo all’orrore”, ma aggiungeva anche: “Racconto perché non dobbiamo far sì che sia troppo tardi”.
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VALERIA ROMBOLA’

Il tempo libero dei torinesi: tra parchi cittadini e fughe nel verde

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SCOPRI – TO  ALLA SCOPERTA DI TORINO
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Chi vive a Torino sa che per respirare non serve per forza scappare lontano. La città, oltre a musei, palazzi e caffè storici, offre un patrimonio verde che non ha nulla da invidiare ad altre capitali europee. I torinesi lo sanno bene: quando hanno bisogno di staccare, di rilassarsi o di ritrovare un po’ di silenzio, si rifugiano nei parchi.
Il Parco del Valentino è una vera istituzione. Più di 400.000 metri quadrati di verde affacciati sul Po, con viali alberati, prati per sdraiarsi, angoli ombreggiati per leggere e piste perfette per correre o andare in bicicletta. È uno di quei luoghi dove si mescolano tutte le generazioni: dai bambini che rincorrono le bolle di sapone agli anziani che si ritrovano sulle panchine, dai ragazzi che ballano swing la domenica alle coppie che fanno il primo picnic della stagione.
Poi c’è la Pellerina, la distesa verde più vasta di Torino. Un polmone urbano dove si viene a correre, a portare a spasso il cane, a leggere un libro sotto un albero. Nei fine settimana si organizzano eventi, mercatini, attività per i bambini. Ci sono anche piccoli stagni, ponticelli in legno e spazi dedicati allo sport. È un parco vissuto, autentico, dove si respira la città in versione lenta.
Ma il verde torinese è fatto anche di spazi più raccolti, come il Parco Rignon con la sua villa storica, o il Parco della Tesoriera, che in primavera si riempie di colori e profumi. In centro, i Giardini Reali offrono una pausa elegante tra un museo e una passeggiata sotto i portici, mentre il Parco Dora, con la sua impronta post-industriale, attira giovani, skater e fotografi urbani. Insomma, ogni quartiere ha il suo angolo di natura: e ogni torinese ha il suo posto del cuore dove rallentare.
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Cibo e passeggiate: i piaceri della libertà
Per i torinesi, il tempo libero è anche un’occasione per vivere la città senza fretta. Il sabato mattina, ad esempio, è facile vederli passeggiare tra le bancarelle del mercato di Porta Palazzo o tra i banchi del Balon, alla ricerca di un vinile, un libro usato o un oggetto curioso. Poi si entra in una libreria indipendente, si prende un caffè in un dehors o si fa una pausa in una delle tante pasticcerie che resistono al tempo, con le loro vetrine piene di bignole e cioccolatini.
Nel pomeriggio si passeggia in via Lagrange o via Garibaldi, si sbircia tra i negozi, si entra in una galleria d’arte. E quando viene fame? Niente panico: Torino è una città che ama mangiare bene. Dai piatti della tradizione – come gli agnolotti, il vitello tonnato, la bagna cauda o i plin burro e salvia – alle reinterpretazioni moderne in ristoranti e bistrot che valorizzano i prodotti locali. E poi i formaggi, le nocciole, i vini: ogni pasto diventa un piccolo rituale.
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Weekend nelle Langhe: tra vigne, colline e grandi vini
Quando arriva il fine settimana, la voglia di cambiare panorama si fa sentire. E così i torinesi prendono la macchina e si dirigono verso le Langhe. In poco più di un’ora ci si ritrova immersi in paesaggi che sembrano disegnati: colline coperte di vigneti, borghi antichi, cascine, strade tortuose che regalano scorci sempre diversi.
Langhe, vigneti
A Barolo, piccolo gioiello collinare, si respira l’odore del vino ovunque. È impossibile resistere alla tentazione di fermarsi in una delle tante cantine per una degustazione o di prenotare un tavolo con vista. Ristoranti come Locanda Fontanazza o La Vite Turchese sanno coniugare cucina autentica e panorama mozzafiato. Qui si assaporano piatti come i tajarin al tartufo nero, la carne battuta al coltello o la fonduta di Raschera con verdure di stagione. Tra una passeggiata e l’altra, tra un bicchiere di Barolo e una visita al WiMu – il Museo del Vino – i torinesi riscoprono un tempo diverso, fatto di piccoli piaceri e grandi silenzi.
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Asti e Monferrato: sapori, colline e tradizione
Non solo Langhe. Anche il Monferrato e la zona di Asti sono mete amatissime. Meno affollate ma altrettanto affascinanti, queste colline dolci e ondulate sono punteggiate di borghi, castelli e filari di viti. Qui il tempo scorre ancora più lento, e il legame con la terra è fortissimo.
Asti, con il suo centro storico elegante, è perfetta per una passeggiata tra chiese romaniche, mercatini e botteghe artigiane. Il sabato mattina c’è il mercato in Piazza Alfieri, e in autunno il profumo di tartufi invade le vie del centro. Molti torinesi vengono qui anche solo per pranzare in ristoranti tipici come Tacabanda o Campanaro, dove si trovano piatti come la finanziera, il bunet, il brasato al Barbera.
Nel Monferrato, invece, si cercano esperienze più intime: una camminata tra i noccioleti, una visita in una cantina biologica, una notte in agriturismo con cena a lume di candela. Paesi come Cocconato, Montemagno o Grazzano Badoglio custodiscono una bellezza discreta, lontana dal turismo di massa.
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Alba, il gioiello delle Langhe
E poi c’è Alba, una città che i torinesi sentono un po’ loro. Capoluogo delle Langhe, è il punto di partenza perfetto per esplorare il territorio. Ma è anche una meta in sé: elegante, vivace, autentica. Le sue strade medievali, le torri, le piazze raccolte, i profumi che escono dalle botteghe artigiane: tutto invita alla calma, alla curiosità, al piacere.
Alba è famosa in tutto il mondo per il tartufo bianco, celebrato ogni anno con una fiera internazionale che richiama migliaia di visitatori. Ma la sua offerta non si ferma lì: vini eccellenti, dolci alla nocciola, pastifici storici, osterie con una cucina che sa rinnovarsi senza tradire la tradizione. Piazza Duomo, il ristorante tristellato dello chef Crippa, è un’esperienza unica. Ma anche trattorie come La Piola o Enoclub raccontano con autenticità il territorio.
Qui il tempo libero si fa arte di vivere: si passeggia senza fretta, si mangia con gratitudine, si brinda alla bellezza delle cose semplici. E al ritorno verso Torino, con il bagagliaio pieno di bottiglie e la testa ancora tra le colline, si porta a casa un pezzetto di quella quiete.
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Noemi Gariano

Nuova rivolta al Cpr: quattro agenti e un ristretto feriti

Alta tensione al Cpr di Torino in corso Brunelleschi. È la seconda notte di disordini nel giro di due settimane nella struttura riaperta a marzo. La scintilla quando alcuni ristretti avrebbero rifiutato il cibo per protestare  per le limitazioni alle comunicazioni telefoniche. Sono stati incendiati alcuni materassi e altri ospiti della struttura sono saliti sul tetto. Nessuno è riuscito a fuggire ma una persona, nel tentativo di scavalcare il muro, è caduta e si è ferita.  Feriti anche quattro agenti delle forze dell’ordine feriti.

L’uragano Portnoy

Per celebrare la nuova edizione di Adelphi del Lamento di Portnoy, uscito con il titolo abbreviato Portnoy, è statoorganizzato un evento speciale, presso l’Auditorium del Centro Congressi Lingotto. L’appuntamento, intitolato “L’uragano Portnoy”, ha visto la partecipazione di Roberto Colajanni, direttore editoriale di Adelphi, di Matteo Codignola, della giornalista e scrittrice Livia Manera Sambuy e, in qualità di ospite d’eccezione, dello scrittore francese Emmanuel Carrère.

È stata un’occasione non solo per presentare una nuova veste editoriale, ma anche per riflettere sull’eredità di Roth, sulla potenza dirompente della sua scrittura e sull’impatto culturale di un autore che ha saputo raccontare, come pochi, le ossessioni, i desideri e le contraddizioni della società contemporanea.

GIULIANA PRESTIPINO