ilTorinese

La Cisl e il cattolicesimo sociale

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo


Al di là delle concrete valutazioni che si possono avere sulla Cisl e sulla sua strategia sindacale,
sulla sua storica identità e sulla sua azione nella società contemporanea, un fatto è indubbio: la
Cisl continua ad essere fedele alle sue origini. E le tre parole d’ordine richiamate dal significativo e
ricco intervento della sua nuova segretaria generale, Daniela Fumarola, riassumono in modo
emblematico la carta di identità dello storico sindacato cattolico del nostro paese. E cioè,
“contrattazione, concertazione e partecipazione”. Tre parole, tre impegni e tre progetti che erano
validi ieri e continuano ad essere attuali e moderni anche oggi. Anzi, soprattutto oggi. Tre parole
che, però, e al contempo, sono alternative a chi concepisce il sindacato come un attore politico e
partitico, a chi coltiva pregiudiziali ideologiche e, infine, a chi ha una concezione antagonista,
estremista e massimalista delle organizzazioni sociali. Insomma, per dirla in termini semplici,
quelle tre parole sono semplicemente alternative all’attuale gestione della Cgil a trazione Landini.
Piaccia o non piaccia alla carta stampata, quasi tutta progressista, alla sinistra italiana e ai noti
conduttori dei talk televisivi sempre attenti a tacciare di incoerenza e di tradimento gli avversari e i
nemici politici.
La Cisl, invece, resta quella di sempre. E lo stesso “patto di responsabilità” avanzato durante il
dibattito congressuale è la sintesi di questo impegno e di questo approccio che differenzia da
svariati decenni questo sindacato rispetto alle altre sigle massimaliste. E questo, del resto,
continua ad essere l’aspetto principale che differenzia la Cisl rispetto anche ad altri soggetti
sociali.
Ora, è abbastanza evidente che tutto ciò si riassume con un termine che storicamente
accompagna il cammino di questo antico sindacato bianco: autonomia. Sì, perchè la Cisl era, e
resta, un sindacato libero ed autonomo. La “cinghia di trasmissione” di comunista memoria non è
mai appartenuta al sindacato di Giulio Pastore. La partecipazione alla costruzione di alleanze e
coalizioni politiche è estranea alla Cisl. E, infine e soprattutto, la Cisl fa il mestiere del sindacato e
non interviene quotidianamente su tutto lo scibile politico italiano. Per fare un esempio concreto,
oggi abbiamo realtà non politiche o partitiche come la Cgil o l’Anm che quotidianamente
intervengono e prendono posizione su tutti i temi che sono in cima all’agenda politica italiana.
Sono, di fatto, due organizzazioni politiche che simpatizzano, come sanno anche i sassi, con la
sinistra italiana nelle sue multiformi espressioni. No, la Cisl non appartiene a quella storia. Da
sempre. E quando un sindacato è libero ed autonomo dalla politica, dai partiti e dalle formazione
di alleanze e coalizioni, è anche pluralista al proprio interno. Certo, per chi si riconosce, e del tutto
legittimamente, nel campo della sinistra italiana – da Conte a Schlein al trio Fratoianni/Bonelli/
Salis – forse non ha gradito la nomina dell’ex segretario generale della Cisl Luigi Sbarra a
Sottosegretario del Governo guidato da Giorgia Meloni. Come, del resto, e forse con maggior
fondamento, diventa francamente difficile solidarizzare dall’interno della Cisl per le posizioni
oltranziste, massimaliste, radicali ed estremiste dell’attuale sinistra sostanzialmente guidata anche
dal segretario della Cgil Landini. Ma questo, come si suol dire, è la bellezza del pluralismo.
Comunque sia, ciò che conta rilevare e sottolineare è che la Cisl, oggi, resta un sindacato
profondamente fedele alle sue radici. Al cosiddetto cattolicesimo sociale. E questa, forse, è la più
grande rivoluzione che ci si può aspettare da una organizzazione sociale democratica, riformista,
autonoma e libera. Come la Cisl di Macario, di Marini, di Carniti e di tanti altri dirigenti di prima
linea ci ha insegnato nel corso degli anni. Dal secondo ‘900 e sino ai giorni nostri.
Giorgio Merlo

A capo coperto Le cuffie degli Escartons: identità e storia

CESANA TORINESE – La Casa delle Lapidi Bousson Museo della Cultura Immateriale delle Comunità Montane torna ad essere teatro di una mostra di alto valore culturale.

Si inaugura sabato 19 luglio alle ore 16,30, alla presenza del Sindaco di Cesana Daniele Mazzoleni, del viceSindaco Matteo Ferragut e dell’Assessore Marco Vottero, la mostra “A capo coperto-le Cuffie degli Escartons: identità e storia” a cura di Associazione Contempora e Raquel Barriuso Diez che resterà aperta sino a domenica 31 agosto.

Una mostra che rimarrà aperta tutti i giorni, esclusi i lunedì, con orario pomeridiano dalle 15,30 alle 18,30.

Il museo riapre con una nuova mostra che ci porta a ricordare tempi lontani, partiamo dal 1343, anno in cui nasce la Repubblica degli Escartons, (di cui Cesana e Bousson facevano parte) una delle storie più affascinanti e particolari della storia Alpina.

Raquel Barriuso Diez dell’Associazione Contempora, che ha curato il nuovo allestimento, presenta la mostra: “Oltre alla storia di questi territori, unificati da un particolare sistema di autogoverno, dalla lingua occitana, dagli abiti tradizionali femminili, che si differenziavano solo per piccoli particolari, abbiamo voluto dare risalto all’unico elemento che con le sue diversità dava alle donne un’identità di appartenenza al proprio Escarton e paese: le cuffie. In mostra a rappresentare tutti gli Escartons, Oulx, Pragelato, Casteldefino, Queyras e Briancon, una ricca e preziosa collezione privata e museale di 160 cuffie, tutte diverse l’una dall’altra per forma, ricami, tessuti, colori, nastri ecc. Una installazione realizzata con queste cuffie, che per la loro singolarità e unicità sono state trattate come vere e proprie “opere d’arte”, per l’estro e fantasia con cui sono state realizzate, riportano alla contemporaneità questi manufatti d’altri tempi. Un percorso a “labirinto “ accoglierà il visitatore, che verrà immerso in un corteo tutto al femminile”.

Inoltre al Museo Casa delle Lapidi Bousson si potrà anche trovare, nei nuovi allestimenti, la storia della Comunità Boussonese.

Il Sindaco Daniele Mazzoleni invita alla mostra: “Il Museo Casa delle Lapidi è stato inaugurato nel gennaio del 2016, con lo scopo di promuovere e preservare la Cultura materiale e immateriale della comunità. Nel corso di questi anni sono state ospitate tante mostre a tema, sempre con questa finalità di valorizzazione territoriale. La mostra di questa estate affronta un tema di assoluto interesse che unisce l’arte del cucito con la Storia degli Escartons di cui il nostro territorio fa parte. Un grazie va quindi a chi ha allestito la mostra e ai volontari dell’Associazione Contempora che permetteranno le visite nel corso di questi mesi estivi”.

Gruppo di Controllo del Vicinato a Chieri

Sarà operativo in strada Turriglie e svolgerà un’attività di osservazione e segnalazione in stretto coordinamento con la Polizia Locale

È stato formalizzato il primo Gruppo di Controllo del Vicinato che sarà attivo nel territorio della Città di Chieri.

Ieri sera, presso la Sala Leo Chiosso, l’assessore alla Prevenzione e Sicurezza e Polizia Locale Biagio Fabrizio Carillo e il Comandante della Polizia Locale Marcello Portogallo hanno incontrato il coordinatore Francesco Paese e i componenti del GCV che svolgerà attività di osservazione e di segnalazione nella zona di strada Turriglie.

In quella sede sono state illustrate le modalità operative che dovranno essere seguite dal GCV, le cui attività dovranno svolgersi in stretto coordinamento con la Polizia Locale, in quanto responsabile tecnica ed operativa.

Venerdì 13 dicembre 2024 era stato siglato tra la Prefettura di Torino e la Città di Chieri un Protocollo di Intesa sul “Controllo di Vicinato”, con lo scopo di stimolare la partecipazione attiva della cittadinanza sui temi della sicurezza urbana. Con l’istituzione del primo Gruppo di Controllo del Vicinato di strada Turriglie si passa così all’attuazione pratica di quanto previsto nel Protocollo.

Spiega l’assessore Biagio Fabrizio Carillo: «L’obiettivo è quello di promuovere la sicurezza urbana e diffondere la cultura della prevenzione attraverso la collaborazione tra le istituzioni pubbliche e i privati, facendo crescere nei cittadini la consapevolezza delle problematiche del territorio e rafforzano la coesione sociale. Si tratta di un importante passo in avanti nel controllo e nel contrasto dei fenomeni che turbano il vivere civile e generano insicurezza. I Gruppi di Controllo del Vicinato si aggiungono così allo strumento del Daspo urbano e al potenziamento della Centrale operativa della Polizia Locale e del sistema di videosorveglianza. E siamo orgogliosi che Chieri, nell’ambito della sicurezza partecipata e della prevenzione, stia diventando un esempio anche per altre amministrazioni».

Aggiunge il Sindaco Alessandro Sicchiero: «Come promesso nel nostro programma elettorale e accogliendo le richieste pervenute dai cittadini, partiamo con la prima esperienza organizzata di controllo di vicinato, nell’ambito dei parametri e delle regole fissate nel Protocollo che la nostra amministrazione ha sottoscritto con la Prefettura. I GCV sono uno strumento di partecipazione e di prevenzione, che consentiranno di contrastare l’insicurezza percepita e di migliorare la vita della comunità».

L’attività svolta dai GCV non è in alcun modo una forma di pattugliamento, bensì di osservazione e segnalazione nel rispetto di precise regole, senza uniformi, simboli o altri segni distintivi (sarà predisposta un’apposita cartellonistica), escludendo qualsivoglia iniziativa personale o comportamenti imprudenti.

Le segnalazioni potranno riguardare atti vandalici, spaccio, situazioni di degrado urbano e disagio, presenza di persone o di mezzi di trasporto palesemente sospetti, persone in stato confusionale o in evidente difficoltà, gravi fenomeni di bullismo, presenza in luogo pubblico di auto, moto o biciclette che si sospettano rubate, presenza di ostacoli pericolosi sulle vie di comunicazione, fino ai casi di interruzione dei servizi di fornitura di energia.

Scontro tra auto e camion, una vittima

Un automobilista è morto in un incidente stradale avvenuto Ponderano, nel Biellese. Era alla guida di un’auto e si è scontrata con un camion, il cui conducente  ha riportato ferite leggere, mentre l’automobilista è rimasto incastrato nella vettura.
La statale 758 Masserano-Mongrando è stata temporaneamente chiusa al traffico.

 

Usura e mafia: sequestro di 600mila euro

I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Torino hanno dato esecuzione, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Torino – DDA, a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del locale Tribunale nei confronti di un soggetto, già sottoposto per i medesimi fatti a custodia cautelare in carcere, gravemente indiziato dei reati di usura, estorsione e rapina, aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione, svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino, costituisce l’epilogo di articolati approfondimenti investigativi che hanno consentito di accertare – in ipotesi d’accusa – la consumazione di sistematiche condotte usurarie praticate da un soggetto di origine calabrese residente a Torino nei confronti di un imprenditore in difficoltà finanziarie e in stato di bisogno.

In particolare, le investigazioni – sviluppate mediante intercettazioni telefoniche, consultazione delle banche dati, analisi dei flussi finanziari ed estese attività di osservazione e pedinamento – hanno consentito l’acquisizione di un corposo quadro indiziario, risultato funzionale alla puntuale ricostruzione delle condotte illecite e delle responsabilità dell’indagato. Nello specifico, quest’ultimo avrebbe ricevuto dal predetto imprenditore, a fronte di un prestito iniziale di 154.000 euro, una somma complessiva di 600.000 euro in un arco temporale di 15 anni, a titolo di interessi o altri vantaggi usurari, con applicazione di un tasso d’interesse di circa il 10% mensile (120% annuo) e con la promessa di pagamento di ulteriori 620.000 euro come “piano di rientro” della provvista “prestata” e degli interessi usurari residui.

Nel corso delle indagini è emerso come l’imprenditore fosse stato fatto oggetto di minacce di morte dirette anche alla sua famiglia ed effettuate anche attraverso l’esibizione di strumenti atti a offendere.

Le richieste di denaro sono divenute nel tempo sempre più incessanti, con la minaccia di incendiare l’auto della persona offesa se non avesse restituito la somma prestata maggiorata degli interessi ovvero con l’intimazione a vendere l’unico immobile di sua proprietà.

A fronte di alcuni tentativi della vittima di sottrarsi ai pagamenti pattuiti o di dilazionarli l’indagato ha esternato che le somme dategli a prestito provenivano in realtà da importanti esponenti della criminalità organizzata ‘ndranghentista e che, pertanto, non poteva permettersi di “sgarrare”, trattandosi di “gente di peso e pericolosa”, priva di scrupoli.

I militari operanti nel corso delle attività di indagine sono tra l’altro riusciti a monitorare un episodio di scambio di denaro tra la persona offesa e l’indagato, il quale è stato nell’occasione fermato e arrestato in flagranza di reato mentre riceveva una busta contenente del denaro contante.

A seguito delle ulteriori investigazioni svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino – G.I.C.O., finalizzate a ricostruire il patrimonio illecitamente accumulato dall’indagato attraverso le proprie attività criminose, il G.I.P. del Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA, ha da ultimo disposto – riconoscendo l’aggravante del metodo mafioso – l’applicazione del sequestro preventivo in ordine al profitto riveniente dai reati di usura, estorsione e rapina nonché alle disponibilità patrimoniali dell’indagato (per € 600.000 a titolo di introiti usurari oltre a disponibilità su conti correnti, buoni postali, un compendio immobiliare e 4 veicoli).

Scuola: Cisl, Snals e Anief su Contratto Integrativo Regionale

 

Si è conclusa la trattativa per il Contratto Integrativo Regionale sugli utilizzi del personale docente, educativo ed ATA sottoscritto da CISL Scuola, SNALS e ANIEF.

 

Una trattativa condotta con responsabilità, nel rispetto di quanto già costruito negli ultimi anni dalle precedenti intese con la Direzione Regionale del Piemonte.

 

Spiace dover ancora una volta constatare la diffusione di notizie non corrispondenti al vero da parte di FLC CGIL che, non avendo firmato, avanza accuse irricevibili. Il contratto sottoscritto considera tutti gli elementi che, già nel passato, facevano del CIR Piemonte una positiva eccezionalità su tutto il territorio nazionale.

 

L’Amministrazione ha posto estrema attenzione alle richieste pervenute al tavolo, alle quali ha risposto in modo puntuale, ovviamente facendo eccezione a quanto era da considerarsi irricevibile.

 

Rispetto alla prima bozza è stata reintrodotta la possibilità di nuovi utilizzi su posto di sostegno da parte del personale non avente titolo di specializzazione per tale tipologia di insegnamento, con un’unica stretta: non nella stessa scuola ma eventualmente in altro punto di erogazione del servizio. “Questo – ha spiegato il Direttore Regionale – per evitare spiacevoli situazioni verificatesi in alcune realtà scolastiche”.

 

L’intesa è stata raggiunta dopo la condivisione di più bozze da parte dell’Amministrazione che ha regolarmente convocato un tavolo per il 15 luglio scorso. Spiace dover informare tutto il personale scolastico che le lungaggini che hanno portato alla pubblicazione del CIR solo in data odierna 18 luglio, sono state dovute alle note a margine fatte pervenire in momenti successivi da parte di FLC CGIL, note che, tra l’altro, smentiscono tutto il lavoro svolto negli anni e contenuto nelle precedenti intese sottoscritte da tutte le sigle sindacali.

 

Fronte alla richiesta di convocare il tavolo, è stato il tempo a decidere: non sarebbe stato possibile portare avanti ulteriormente la trattativa, con la scadenza per la presentazione delle istanze fissata per il 25 luglio dal contratto integrativo nazionale. “Noi abbiamo il compito di trovare soluzioni e ancora una volta abbiamo fornito risposte efficaci alle lavoratrici e ai lavoratori”.

 

I Segretari Generali

 

CISL Scuola Piemonte

 

Claudia Zanella

 

SNALS Confsal Piemonte

 

Giovanni Vittorio Pace

 

ANIEF Piemonte

 

Marco Giordano

Oriente a Torino: viaggio nel cuore asiatico della città tra arte, cultura e sapori

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SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO 
Torino è una città che sorprende.
Dietro la sua eleganza sabauda e l’ordine geometrico dei viali alberati e delle sue strade si nasconde un’anima meticcia, che mescola culture e tradizioni da ogni angolo del mondo. Se c’è una parte del mondo che ha saputo radicarsi con grazia e profondità nel tessuto urbano torinese è senza dubbio quella dell’Estremo Oriente. Dai musei ai templi del gusto, la città ha accolto nei suoi quartieri e nelle sue piazze un’Asia silenziosa ma viva, che racconta storie, offre esperienze, stimola i sensi e l’immaginazione.
Tutto inizia nel cuore del centro storico, in via San Domenico, dove si trova il MAO – Museo d’Arte Orientale. Aperto nel 2008 all’interno di Palazzo Mazzonis, il MAO è una delle realtà più affascinanti e meno convenzionali della Torino culturale. Non è solo una collezione: è un vero e proprio viaggio sensoriale e spirituale attraverso l’Asia. Le sue sale custodiscono reperti e opere provenienti da cinque grandi aree culturali: il Sud-Est asiatico, la Cina, il Giappone, il subcontinente indiano e la regione islamica dell’Asia. Le statue del Buddha, i paraventi giapponesi, le maschere rituali e le calligrafie cinesi dialogano con uno spazio che invita al silenzio e alla contemplazione. Visitare il MAO non è solo un’esperienza estetica: è un modo per rallentare, ascoltare e riflettere. Ogni esposizione temporanea, ogni laboratorio o conferenza ospitata al museo è un tassello in più per costruire ponti tra culture e aprire finestre su mondi che, seppur lontani geograficamente, oggi ci toccano da vicino.
Dall’arte alla tavola: quando l’Oriente si fa gusto.
Ma la scoperta dell’Oriente a Torino non si ferma alle sale museali. Basta uscire dal MAO e percorrere pochi isolati per accorgersi di quanto le influenze asiatiche abbiano messo radici anche nella vita quotidiana, soprattutto a tavola. Il centro storico e le vie limitrofe pullulano di ristoranti, botteghe e locali che propongono una cucina autentica, spesso gestita da famiglie arrivate in città molti anni fa e ormai parte integrante del tessuto sociale torinese.
Tra i nomi storici c’è Wasabi, in via Mazzini, uno dei primi ristoranti giapponesi a proporre sushi di qualità con una forte attenzione alla tradizione. Atmosfera minimalista, cura del dettaglio e una selezione di pesce sempre fresco lo rendono un punto di riferimento per gli amanti della cucina nipponica.
Poco distante, in via Maria Vittoria, troviamo Kensho, che ha portato in città l’idea del sushi contemporaneo e creativo, con accostamenti audaci e una filosofia estetica che ricorda la raffinatezza delle tavole di Tokyo.
Per chi cerca sapori decisi e speziati, il consiglio è dirigersi verso Via Principe Tommaso, dove si concentrano alcuni tra i migliori locali thailandesi e vietnamiti di Torino. Saigon, ad esempio, è un piccolo gioiello che propone autentica cucina vietnamita in un ambiente caldo e accogliente. I suoi “pho” fumanti e i “roll” estivi a base di carta di riso sono tra i più apprezzati in città. Non molto lontano, in via Berthollet, La Piccola Bangkok è invece il regno del curry e dei “pad thai”, serviti con gentilezza e generosità. L’arredamento è semplice ma pieno di colore e spesso ci si ritrova circondati da clienti affezionati che conoscono i titolari per nome.
Tradizione e contaminazione: l’Oriente che evolve.
Oggi, l’Oriente torinese è anche contaminazione e sperimentazione. Un esempio? Oh Crispa!, in zona Vanchiglia, dove l’Oriente incontra lo street food in chiave contemporanea: ravioli cinesi fatti a mano, bao bun con carne affumicata, noodles saltati con verdure locali. L’ambiente è giovane, conviviale, e rappresenta la nuova generazione di imprenditori asiatici (e non solo) che scelgono Torino come laboratorio di creatività gastronomica.
A fare da contraltare a questa vivacità culinaria c’è anche una crescente proposta culturale: corsi di lingua giapponese e cinese, pratiche di meditazione zen, yoga tibetano, workshop di calligrafia e cerimonia del tè sono sempre più presenti nei programmi dei centri culturali, delle librerie indipendenti e delle associazioni di quartiere. In questo senso, Torino non è solo un luogo che accoglie: è un crocevia fertile in cui l’Oriente non è un’esotica comparsa, ma un interlocutore stabile.
In un mondo sempre più connesso, la capacità di una città di far convivere tradizioni diverse diventa segno di intelligenza collettiva. E Torino, con la sua discrezione e il suo ritmo lento, sta costruendo un dialogo profondo con l’Asia, fatto di rispetto, bellezza e sapori indimenticabili. Un Oriente torinese che non fa rumore, ma che sa lasciare il segno.
NOEMI GARIANO

“Temporary Shop” fra le antiche mura del “Forte Albertino”

A Vinadio, torna il tradizionale “negozio temporaneo” voluto, per il 13° anno, da Comune e “Fondazione Artea”

Dal 24 luglio al 24 agosto

Vinadio (Cuneo)

Da considerarsi fra gli esempi di “architettura militare” più significativi dell’intero arco alpino – con una lunghezza in linea d’aria di circa 1200 metri – e voluto da re Carlo Alberto (con lavori iniziati nel 1834 e conclusisi nel 1847), il “Forte Albertino” di Vinadio, nell’Alta Valle Stura, torna ad ospitare per un mese intero, da giovedì 24 luglio a domenica 24 agosto, la nuova edizione (13^) del “Pop-Up Store”organizzato dal “Comune” e dalla cuneese (partecipata da Regione Piemonte e Comune di Cuneo) benemerita “Fondazione Artea”. Obiettivo, come sempre: “valorizzare il lavoro e le eccellenze di artigiani creativi e produttori agricoli locali” esposte e proposte ai visitatori all’interno del consueto cosiddetto “Temporary Shop”. L’ingresso è gratuito con accesso dal ponte di “Porta Francia”dal lunedì al sabato dalle 14.30 alle 19, la domenica e lasettimana di Ferragosto, dalle 10 alle 19 . Artigianato creativo, cosmesi e prodotti tipici(le specialità enogastronomiche, soprattutto) sono i tre elementi che compongono il tema ormai ultra-decennale dell’evento, con l’intento di creare, tra le mura dell’evocativo “Forte”, una vetrina d’eccezione messa a disposizione dei produttori del territorio. E, naturalmente, dei visitatori che, anche quest’anno (come sempre) si spera non deludano le attese.

Tante le novità che, per l’edizione 2025, contribuiscono a rinnovare e ampliare l’offerta. Fatto salvo il settore enogastronomico(sempre ricco di prodotti d’altissima eccellenza e a denominazione d’origine controllata, dalle conserve alle salse ai sughi fino ai cereali e ai legumi lavorati con metodi assolutamente tradizionali, insieme a succhi naturali, aceti e prodotti a base di nocciola), sono da segnalare, nell’ambito dell’artigianato, progetti di “sartoria artigianale” – dedicati soprattutto all’infanzia – accanto a creazioni in lana “sambucana” – fibra tipica del territorio – lavorata a mano nell’ambito di iniziative che promuovono “inclusione sociale” e “sostenibilità ambientale”.

E non solo. Perché non di solo “shopping” vive l’“Albertino” nel mese di straordinaria apertura dedicata alla sua caratterizzante manifestazione estiva. Ma anche, ricordiamolo, di eventi culturali sempre legati alla tradizione dei luoghi e di indiscusso valore artistico e sociale. Nel “Corridoio” d’ingresso al “Temporary Shop”, e negli stessi orari di apertura,  sarà ad esempio possibile ammirare l’esposizione“Per non dimenticare. Ricordi e testimonianze dei discendenti di coloro che sono partiti alla ricerca di un futuro migliore”: una mostra curata da Jeanine Pessione Jamet e dal Gruppo Genealogico Francese “Antenati Piemontesi”, che vuol essere un vero “ponte di memoria tra la Valle Stura e i discendenti emigrati in Provenza – verso il bacino minerario di Gardanne e le cave di gesso di Roquefort la Bédoule – un omaggio profondo e fortemente sentito alle comuni radici genealogiche”. Sottolineano ancora i promotori: “Interamente realizzata in forma artigianale e su base volontaria, la mostra è qualcosa di più di una semplice esposizione: è un modo per ringraziare, per costruire legami tra le generazioni e tra i popoli, per riportare vita e memoria nella Valle Stura”. Idealmente la mostra va così a collegarsi alla sezione del “percorso multimediale” del “Forte” dal titolo “Montagna in Movimento”, che racconta l’emigrazione alpina non come perdita, ma come trasformazione: “un racconto di come questa terra sia stata, e continui ad essere, il luogo di un continuo e fecondo andirivieni, punto di partenza e di arrivo di popoli, idee, arti, mestieri, merci e innovazioni”.

Non solo. Oltre a “Montagna in Movimento”, al “Forte”, si può anche scoprire la storia e l’architettura della Fortezza attraverso “visite guidate”, mentre, ancora in tema di mostre, è da suggerire l’esposizione permanente “Messaggeri alati” che si propone di recuperare un importante frammento di storia locale, quello della storia della “colombaia militare” che l’ “Albertino” ospitò dalla fine dell’’800 fino al 1944. Ma la vera, importane novità del 2025 è “Oltre le barriere: la storia del Forte in LIS”, un itinerario da vivere in piena autonomia attraverso cinque videoguide nella “Lingua dei Segni Italiana (LIS)”, sottotitolate e con messa in voce in lingua italiana: un nuovo percorso di visita inclusivo, con contenuti scaricabili sul proprio smartphone, accessibile alle persone sorde e udenti.

Per ulteriori info: 0171/95911510171/1670042 o www.fortedivinadio.com

g.m.

Nelle foto: “Temporary Shop” immagini di repertorio e Visita in “LIS”