ilTorinese

La 500 ibrida non compensa l’addio di Maserati. Futuro incerto per l’auto a Torino

Mentre a Mirafiori si attende il rilancio con la 500 ibrida, Torino dice addio al sogno del Polo del lusso dell’auto.

È ufficiale: entro la fine dell’anno Stellantis trasferirà la produzione dei modelli Maserati GranTurismo e GranCabrio da Mirafiori a Modena, L’annuncio arriva dopo tante indiscrezioni e conferma lo stop al progetto di Sergio Marchionne, che aveva portato il Tridente nello stabilimento ex Bertone di Grugliasco, oggi chiuso e messo in vendita.

“Maserati è indissolubilmente legata a Modena” ha dichiarato il presidente di Stellantis, John Elkann.  Sotto la Mole resteranno soltanto le attività di lastratura e verniciatura.

Il gruppo vuole concentrare gli sforzi torinesi sull’assemblaggio della nuova 500 ibrida, la cui produzione partirà a novembre con l’obbiettivo di 100.000 unità all’anno.

Ma i sindacati sono preoccupati per il futuro di Mirafiori, dove la produzione ha segnato un -70% nel 2024 rispetto al 2023:  il solo rilancio della 500, ne sono convinti, non basta a garantire stabilità e occupazione.

Intanto Stellantis annuncia che promuoverà  un grande concerto il 24 giugno, in occasione della festa di San Giovanni, patrono di Torino. Sarà l’occasione per presentare un nuovo modello, ancora segreto.

Accessibilità orizzontale: MAO e Politecnico di Torino per un museo in trasformazione

Il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino e il DAD Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino organizzano il 20 maggio, a partire dalle ore 9, presso il Salone d’Onore del castello del Valentino, una giornata di studi sull’accessibilità museale, durante la quale verranno presentati gli esiti di un progetto dedicato all’inclusività e al diritto alla cultura, realizzato al MAO e finanziato dai fondi NEXT Generation EU, messi a disposizione dall’Unione Europea nel quadro del PNRR. Partito nel 2023, il progetto si è articolato in numerose fasi che hanno visto il coinvolgimento di studiosi, esperti museali, designer e docenti del Politecnico, e che dopo 2 anni di lavoro hanno portato alla realizzazione di una serie di interventi e alla produzione di supporti tecnologici visivi e tattili per offrire a ciascun visitatore l’opportunità di vivere il museo e le sue collezioni materiali secondo le proprie abilità, sensibilità, cultura, lingua o punti di vista. Oltre a interventi di tipo architettonico per l’abbattimento delle barriere fisiche e architettoniche, grande attenzione è stata posta a momenti di formazione per il personale del museo, quali ad esempio i corsi in lingua dei segni italiana e tecniche psicologiche per migliorare l’accoglienza museale, così come la qualità del lavoro all’interno del museo, il progetto ha previsto la realizzazione di servizi per l’accessibilità cognitiva e sensoriale con l’obiettivo di scardinare il binomio accessibilità/disabilità, e superare l’esclusione che ne deriva. Tra i supporti messi in campo al MAO in questi mesi, il team dedicato al progetto sta sviluppando, a partire da alcuni modelli tattili in scala delle opere, realizzate dal Dipartimento di Architettura e Design e MOD Lab Arc del Politecnico di Torino, in seguito a una campagna di acquisizione e modellizzazione digitale, una serie di attivazioni sensoriali derivanti da oggetti creati in seguito a una sperimentazione condotta dalla designer docente Natasha Fenoglio insieme a Lorenzo Cianchi. A queste attivazioni sensoriali si aggiungono la nuova segnaletica Way Finding, a cura dello Studio Fionda, e le mappe tattili per i percorsi nelle collezioni curate da Tactile Vision. A questo impianto si affianca una innovativa web app multilingue progettata dallo studio QZR e contenente, tra l’altro, testi critici a cura di Laura Vigo, video in LIS e audiodescrizioni delle opere più significative prodotti dall’Istituto dei Sordi di Torino, proposte di percorsi di visita organizzati per durata e tematica, oltre a contributi audio e video di approfondimento. La web app nasce per essere implementabile, ed è quindi destinata a essere continuamente aggiornata e arricchita di nuovi contenuti che rispecchino le fasi di evoluzione e di cambiamento del museo. Grazie a un approccio multisensoriale e multidisciplinare, l’applicazione del MAO propone un’esperienza unica e accessibile a chiunque voglia scoprire, con i propri tempi e modalità, le storie e gli oggetti di una delle più grandi collezioni di arte asiatica in Italia: i contenuti e i dispositivi hanno la funzione di espandere le possibilità di fruizione museale per trasformare il MAO e le su collezioni permanenti in un patrimonio davvero per tutti.

“L’accessibilità orizzontale permette al museo di sperimentare un ingresso alle sue collezioni e attività come processo esplorativo – spiega Davide Quadrio, direttore del MAO – tutti possono accedere come meglio aggrada loro in un’idea evolutiva dei contenuti del museo”.

“L’intervento del DAD si inserisce nell’attività di terza missione dell’Università – spiega Roberta Spallone, professoressa ordinaria del DAD – La sinergia tra mondo accademico ed ente museale nella realizzazione del progetto si esprime, rispetto al museo, nella condivisione e cogenerazione di conoscenza, nel rapporto con la società, nell’ampliamento dell’accessibilità al patrimonio e nella divulgazione e partecipazione attiva al dibattito aperto”.

Giornata di studi – programma: “Accessibilità orizzontale-MAO e Politecnico di Torino per un museo in trasformazione”.

Salone d’Onore – castello del Valentino, viale Macchioli 39, Torino

Gian Giacomo Della Porta

Fantasia Vs logica

Quante volte abbiamo letto commenti o sentito affermazioni risultate palesemente false, impossibili o, semplicemente, figlie dell’ignoranza?

I social ne sono una prova eclatante: si lanciano accuse che, alla prova dei fatti, risultano totalmente infondate.

Lo vedo quotidianamente nella Pubblica Amministrazione dove molta, troppa gente crede che il Consiglio comunale sia il suggerimento che il Sindaco elargisce, non avendo mai partecipato neppure una volta in cinquant’anni ad una seduta pubblica, che scrivono di ciò che l’assessore Pippo o il Sindaco Pluto avrebbe deciso, o avrebbero vietato mentre poi non solo risultano notizie false ma addirittura in contrasto con quanto, in realtà, è strato deliberato.

Sicuramente la noia ha la colpa maggiore: persone ignoranti, nell’accezione originale del termine, che si annoiano ed allora mettono in circolazione notizie a caso solo per sentirsi protagonisti per un giorno; per fortuna i veri malati psichici sono una sparuta minoranza.

Un’altra colpa, anch’essa grande, è quella di aver ritenuto sempre la politica un Cerbero, un mostro dal quale tenere le distanze, salvo poi riappacificarsene quando si resta disoccupati, quando serve la casa popolare, quando si scelgono i Lavori di Pubblica Utilità come alternativa alla detenzione in carcere.

Ed ecco qui che, tra fautori e detrattori, la macchina pubblica arranca faticosamente ogni giorno per costruire il bene pubblico, per gestire la res publica nell’interesse unico del Paese, nel rispetto degli elettori che hanno affidato agli amministratori il mandato e, soprattutto, nel rispetto delle leggi che, nel nostro Paese, sono tante e spesso scritte male.

Quanti italiani conoscono la Costituzione, almeno per averla letta una volta? Quanti sanno che esiste un Codice della navigazione aerea che impone regole precise anche per i droni di cui molti ora fanno sfoggio? O che esiste un Codice degli appalti, che regola l’affidamento degli incarichi da parte della Pubblica amministrazione cosicché il Sindaco non può affidare un appalto al cugino del meccanico della zia dell’onorevole solo perché è bravo e farà spendere poco, perché l’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) poi passerà gli amministratori sulla graticola in versione moderna.

Ecco dunque che se da un lato si prova compassione per certe menti semplici, anche se spesso farcite di cattivi consigli e malvagità, dall’altra occorre essere spietati quando certi suggerimenti, richieste, comportamenti sono non soltanto lesivi del bene pubblico ma pericolosi per la tenuta dell’Amministrazione.

E non è una questione di titoli di studio perché conosco persone con la terza media molto più intelligenti di certi laureati, è questione di umiltà: se non so chiedo, se non conosco non mi vergogno ad ammetterlo. Finché qualcuno crederà di essere meglio degli altri, tutti gli altri saranno danneggiati ma in democrazia uno solo non può, anche se indirettamente, assumere un controllo. Ecco, dunque, che bisogna essere spietati, ma dolcemente così da provocare una eutanasia politica, verso quelle fazioni che non voglio realmente il bene pubblico, non sono interessati a far funzionare correttamente la macchina pubblica ed eventualmente a migliorarla, ma cercano solo di lasciare il loro nome, anche se scritto sul ghiaccio, nel firmamento della politica.

Ma con tutto l’inquinamento attuale il firmamento non è quasi più visibile, meglio cancellarli subito.

Sergio Motta

Emma Strada, la prima donna ingegnere in Italia si laureò a Torino

Era il 5 settembre 1908 quando una torinese, Emma Strada di 24 anni con il numero di matricola n.36, divento la prima ingegnera d’Italia.

Classe 1884, figlia d’arte, suo padre fu ingegnere civile con un suo studio in citta’, si iscrisse al Regio Politecnico, che una volta aveva la sede al Valentino, dopo aver conseguito il diploma di liceo classico presso la scuola Massimo D’Azeglio.

In Italia le donne furono ammesse all’universita’ solo nel 1874 e la prima donna in assoluto a laurearsi, in medicina, fu Ernestina Paper a cui ne seguirono altre alle facolta’ di Lettere o Giurisprudenza, ma fino a quel momento nessuna si era avventurata nel mondo maschile dell’ ingegneria.

L’ardimentosa Emma si classifico terza su 62 studenti (61 uomini) ottenendo il massimo dei voti e, dopo la discussione della tesi, la camera di consiglio ci mise piu’ di un ora per decidere se il titolo dovesse essere “ingegnere” o ingegneressa”.

Si interessarono a lei anche i media di allora come La Stampa che scrisse orgogliosamente: “Emma Strada, sabato scorso, al nostro Istituto Superiore Politecnico ha conseguito a pieni voti la laurea in ingegneria civile. La signorina Strada è così la prima donna-ingegnere che si conti in Italia e ha appena altre due o tre colleghe all’estero”.

Emma lavoro’ come assistente all’Universita’ fino alla morte del padre e successivamente esercito’ nello studio dello defunto genitore insieme al fratello (anche lui ingegnere), e si occupo’ della realizzazione di acquedotti, gallerie, miniere; non poteva firmare i documenti perche’ non era iscritta all’Albo, ma si recava regolarmente e di buon grado presso i cantieri.

Il primo progetto dell’ing. Emma Strada fu la realizzazione di una galleria di accesso ad una miniera di Ollomont in Val d’Aosta, si occupò, inoltre, della progettazione dell´automotofunicolare di Catanzaro e della costruzione del ramo calabrese dell’acquedotto pugliese. Per promuovere il lavoro delle donne nel campo della scienza e della tecnologia, fondò con altre colleghe, nel 1957, l’Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetti (AIDIA), di cui diventò la prima presidente.

Emma Strada fu una fervente monarchica e per molti anni trascorse le mattine nella sede dell’Associazione Monarchica Torinese come organizzatrice e animatrice. Era molto legata al Re Umberto II, in quel periodo in esilio, che a sua volta la apprezzava e stimava e la insignini’ di importanti onorificenze sabaude.

Fu l’artefice del suo sogno e delle sue ambizioni, ma anche una donna coraggiosa che demoli’ lo stereotipo secondo cui le donne non potevano accedere ai molti mondi allora dedicati solo agli uomini, come l’ingegneria appunto. Grazie anche a lei e alla sua determinazione, al giorno d’ oggi essere una donna ingegnere non fa piu’ notizia.

MARIA LA BARBERA

Proteste al Cpr, Ravinale (Avs): “Va chiuso immediatamente”

“Dopo nemmeno un mese, un’altra notte di tensione e preoccupazione al CPR di Torino. A quanto ho appreso venerdì sera un ragazzo si è ferito cadendo da un’altezza di un paio di metri, speriamo questa volta ci sia maggiore chiarezza sulle sue condizioni. Di nuovo, un continuo via vai di forze dell’ordine, che sicuramente avrebbero compiti più utili per la città (e anche meno rischiosi) da svolgere che “difendere” le gabbie di corso Brunelleschi – dichiara Alice Ravinale, capogruppo AVS, che si è recata in corso Brunelleschi ieri notte – Come abbiamo raccontato, nel nostro sopralluogo di lunedì abbiamo incontrato tante persone fragili e disperate a causa delle condizioni di detenzione, non mi stupisce che sia di nuovo esplosa la protesta. Il CPR va chiuso, le persone con problemi di salute mentale che oggi sono lì recluse devono essere immediatamente rilasciate: è un posto che mette a rischio l’incolumità di tutti. Questa settimana sarà il quarto anniversario della morte di Moussa Balde: possibile che la sua drammatica vicenda, per cui è in corso un processo, non abbia insegnato nulla alle istituzioni di questo paese? Possibile che la propaganda anti-immigrazione del Governo conti più del rischio, concreto, che ci possano essere altre vittime?”

cs

Intesa Sanpaolo Piemonte Open, ultimo atto con le finali del torneo

Nella finale di singolare in programma  oggi alle ore 13 sul campo centrale del Circolo della Stampa Sporting si incontreranno il cinese Bu Yunchaokete e il kazako Alexander Bublik. La nuova stella del tennis cinese ha sconfitto nella prima semifinale l’argentino Ugo Carabelli (6-3 6-2 ). Nella seconda semifinale il talentuoso tennista kazako, già numero 17 del ranking Atp, ha avuto la meglio sul tedesco Daniel Altmaier in due set (6-2 6-4 ), confermando il grande feeling sbocciato con il pubblico torinese durante il torneo.

Niente da fare nel doppio per il beniamino di casa Andrea Vavassori, che insieme all’argentino Molteni é stato sconfitto dalla coppia Behar/Vliegen (6-4 7-5) che nella finale di oggi (ore 11) sfideranno la coppia Haase/Jebens, che hanno avuto la meglio su Kirkov/Stevens dopo un un terzo set serratissimo chiuso sul 10-6.

I progetti vincitori di “Youth Climate Action Fund” di Bloomberg Philanthropies

Sono stati presentati  al Museo A come Ambiente, alla presenza del sindaco Stefano Lo Russo e dell’assessora Chiara Foglietta, i 18 progetti destinatari dei finanziamenti del secondo bando Youth Climate Action Fund – Fondo per l’Azione per il Clima dei Giovani – della fondazione filantropica Bloomberg, che ha tra i beneficiari la Città di Torino.

“Siamo davvero contenti – ha dichiarato il sindaco – che la fondazione Bloomberg abbia deciso di selezionare Torino per questo programma per il secondo anno consecutivo e la ricchezza delle proposte presentate oggi dimostra la risposta partecipata ed entusiasta ricevuta da parte di tanti ragazze e ragazzi torinesi. Questi progetti evidenziano quanto sia forte tra le nuove generazioni la consapevolezza sui temi ambientali e il desiderio di contribuire concretamente alla strada verso la transizione ecologica intrapresa dalla nostra città. Ascoltare e sostenere le idee dei giovani è il modo migliore per costruire una città più sostenibile e giusta”.

L’intervento è finanziato nell’ambito del programma Youth Climate Action Fund istituito dalla Bloomberg Philanthropies in collaborazione con United Cities and Local Governments (UCLG) e il Bloomberg Center for Public Innovation (BCPI) della Johns Hopkins University, finanziariamente sponsorizzato da Rockefeller Philanthropy Advisors (RPA), che ha scelto Torino, insieme ad altre città di tutto il mondo, per fornire assistenza tecnica e finanziamenti a giovani cittadini che abbiamo a cuore le tematiche ambientali.

In questa seconda fase, il programma ha messo a disposizione di più di 90 città in 5 continenti 100mila dollari per finanziare iniziative sul contrasto al cambiamento climatico guidate da giovani. Nella prima fase del programma, la Città di Torino ha già finanziato 11 progetti proposti e realizzati da studenti e studentesse degli istituti superiori dell’area metropolitana.

Sono numerosi i ragazzi e le ragazze che hanno raccolto nuovamente la sfida lanciata dalla Città di Torino, per cui sono state presentate in tutto 33 candidature. I 18 progetti selezionati, proposti da 151 giovani tra i 18 e i 25 anni e sostenuti da 18 enti tra associazioni, ETS e incubatori, riceveranno in totale 81.600 euro e avranno tempo fino al mese di ottobre per essere realizzati.

I progetti selezionati affrontano diverse tematiche in linea con le priorità del Climate City Contract della Città di Torino: mobilità e trasporti, gestione dei rifiuti ed economia circolare, sistemi energetici, infrastrutture verdi e soluzioni basate sulla natura. Particolare attenzione è stata data anche all’inclusione sociale e al contrasto al cambiamento climatico. I progetti toccano diversi quartieri di Torino come Vallette, Barriera di Milano, Aurora, Mirafiori, San Donato, San Salvario e Borgo Vittoria e prevedono attività anche all’interno di scuole, cortili, ospedali.

Il bando è stato promosso su tutto il territorio cittadino, grazie a incontri di presentazione in collaborazione con la Rete delle Case del Quartiere, che ha svolto attività di animazione e accompagnamento alle candidature, a sinergie attivate con il mondo accademico torinese e con l’hackathon realizzato da Sprintaly Lab APS nell’ambito del progetto europeo SEFIT.

I 18 progetti ammessi al finanziamento:

AROMATICAMENTE: Piantala e Pedala!
Cooperativa Sociale L’Arcobaleno
Mira a rendere lo spazio di via Gonin 39/C accessibile alla comunità, creando un giardino di erbe aromatiche nel cortile. I visitatori potranno utilizzare le erbe e, inoltre, essere sensibilizzati sull’uso dei trasporti alternativi, in particolare la bicicletta. Sarà allestito un pit-stop per chi arriva in bici e necessita di piccole riparazioni, e verrà promossa la separazione dei rifiuti con appositi contenitori per il riciclo.

CicloTo
Associazione il Campanile ETS
Promuove la mobilità sostenibile nel quartiere Aurora di Torino, coinvolgendo la comunità nella raccolta di dati su percorsi ciclabili e pedonali. Attraverso una piattaforma digitale e la citizen science, il progetto punta a mappare le infrastrutture, migliorare sicurezza e accessibilità, e sviluppare una web app interattiva. L’obiettivo è attivare una rete locale per monitorare il territorio e favorire la transizione ecologica.

Echos of Change
O-GEN Associazione
Coinvolge i giovani con la musica per sensibilizzare sul cambiamento climatico. Prevede una conferenza scientifica, laboratori di scrittura, la creazione di una canzone e un videoclip. Include eventi, collaborazioni con scuole e campagne social. L’obiettivo è stimolare creatività e consapevolezza ambientale, con raccolta finale di feedback.

ECO BASKET – Il Cestino Intelligente
2i3T Incubatore dell’Università degli Studi di Torino
Affronta la sfida della gestione intelligente dei rifiuti a Torino, migliorando la raccolta con cassonetti smart che separano automaticamente plastica, carta e vetro. Il progetto prevede lo sviluppo di un prototipo pilota, con test in collaborazione con il Comune di Torino e le scuole locali, e il supporto di CTE Next e Torino City Lab. Le attività includono test urbani, campagne promozionali e la raccolta di feedback, culminando con la presentazione dei risultati.

ECORUN
YEPP Italia
A partire da un’analisi dei bisogni degli abitanti di Mirafiori Sud, l’iniziativa propone un evento di plogging: una camminata di 5 km per pulire le aree verdi del quartiere. Durante l’evento saranno allestiti due punti tematici su energie alternative e raccolta differenziata, con un ristoro a km0 e una performance live di un noto artista torinese per rafforzare il messaggio di sostenibilità. L’evento sarà plastic-free e basato sui principi di circolarità.

EcoVoices
Associazione Dear Onlus
Progetto nato nel reparto di neuropsichiatria infantile che affronta i temi ambientali con podcast e attività di sensibilizzazione e che include anche swap party contro lo spreco, coinvolgendo famiglie e personale. L’obiettivo è migliorare la gestione dei rifiuti e ispirare azioni ecologiche dentro e fuori l’ospedale.

GIOVANI CORRENTI
QuFooma
Valorizzazione delle infrastrutture verdi di Torino, con un focus sui fiumi Dora e Po. Attraverso arte, formazione e partecipazione civica, il progetto promuove consapevolezza ecologica in tre fasi: “Form to Transform”, passeggiate tematiche con arte, poesia e media sul cambiamento climatico; “Create to Inspire” realizzazione di un murale, una raccolta di poesie e un docufilm; “Spread to Raise Awareness”, eventi pubblici e incontri educativi per coinvolgere la comunità.

Giovani Energie in Rete
Fondazione di Comunità Porta Palazzo ente filantropico ETS
Coinvolge giovani del quartiere Aurora per promuovere l’attivismo giovanile nell’ambito dell’iniziativa CERS Energie di Quartiere. Attraverso formazione, incontri con progetti innovativi locali (come SEFIT) e la creazione di strumenti digitali, i partecipanti svilupperanno competenze per comunicare e sensibilizzare sul tema dell’energia sostenibile.

Il Clima Cambia, e tu?
ACLI Città Metropolitana di Torino APS
Mira a formare giovani come agenti di cambiamento e a costruire comunità resilienti. Le principali attività includono: Laboratori per il Manuale di sopravvivenza 2050, EcoGioco, un’esperienza ludica di apprendimento, presentazione pubblica durante il festival UTOPICA 2025. L’obiettivo è sensibilizzare, coinvolgere giovani leader e sviluppare pratiche sostenibili replicabili, influenzando le politiche locali per un futuro urbano sostenibile.

Marmellate Sostenibili
VIAVAI APS ETS
Affronta lo spreco alimentare utilizzando frutta non raccolta, come prugne, mele e pesche, per produrre marmellate. Durante l’estate, i giovani saranno formati nella raccolta della frutta e nella produzione di marmellate con il supporto di un cuoco esperto. Le marmellate saranno distribuite in 11 scuole superiori, a Cascina Fossata e durante eventi locali, con cartellonistica che spiega l’iniziativa.

Progettazione Circolare
Collettivo Alan Turing APS
All’interno dello Student Sustainability Hub del Politecnico di Torino, parte del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025. Mira a promuovere il design circolare, con focus sul settore tessile e l’impatto della fast fashion. Prevede workshop, scambio di abiti, la proiezione del film “Stracci” e un aperitivo plastic-free.

Progetto G.R.I.S. (Guida, Ripara, Informa, Scopri!)
A.S.D. Progetto Sport di Borgata
Prevede una stazione bici al Centro Sportivo Massari. La stazione sarà dotata di totem solari con ricarica per dispositivi, mentre attività educative, corsi di manutenzione e eventi nei parchi per sensibilizzare i cittadini sull’uso della bici come alternativa all’auto. Si chiuderà con un evento pubblico e raccolta di feedback.

RiGenerAzione
Stalker Teatro SCIS
Promuove una Torino più vivibile incentivando la mobilità pedonale e ciclabile nelle Vallette. Prevede una mappa interattiva e segnaletica creativa co-progettata con i residenti, per valorizzare percorsi e luoghi del quartiere. Mira a rafforzare il dialogo con le istituzioni e offrire un modello replicabile.

RiGenerAzioni
Donne Africa Subsahariana e II Generazione
Promuove la sostenibilità e la rigenerazione urbana attraverso laboratori pratici e attività collettive. Valorizza l’economia circolare, il riuso, la biodiversità e l’inclusione sociale. Dopo una fase di preparazione, verranno attivati laboratori su abiti rigenerati, cosmetici naturali e micro-foreste urbane, culminando in un mercato di scambio e una riflessione condivisa sul percorso.

Ripensa.To – ritratti del cambiamento
PoliENERGY
Prevede una mostra itinerante ospitata nelle Case del Quartiere, con interviste dal vivo a cittadini, istituzioni e attori locali. Utilizzando materiali multimediali accessibili, si trattano temi come resilienza urbana, inclusione sociale, mobilità sostenibile, energia condivisa e coesione sociale.

Strade Future
Fridays For Future / Giustizia Climatica Ora!
Promuove la mobilità sostenibile e la consapevolezza ambientale a Torino attraverso laboratori scolastici, pedalate, flash mob ed eventi pubblici, incentivando il passaggio da abitudini auto-centrate a trasporti più sicuri e green. Tutte le attività culminano in una grande marcia per il clima, che unisce scuole e cittadini per chiedere un cambiamento concreto.

Tutto Sando Green
Valpiana società cooperativa sociale
Promuove la consapevolezza ambientale attraverso sport e comunicazione, in collaborazione con il centro “La Cartiera”. Prevede giochi estivi, attività sul riciclo e un podcast su storie locali e sostenibilità. Include laboratori, eventi nei parchi e un evento finale di condivisione dei risultati.

Via Bidone strada scolastica
LAQUP APS
Affronta i problemi legati al traffico e alla qualità dell’aria in via Bidone, una strada molto trafficata. Le azioni includono sessioni di sensibilizzazione sulla mobilità e la sicurezza urbana, campagne studentesche, cartellonistica in materiali riciclati e eventi comunitari come giochi di strada, mercati ed esposizioni fotografiche. Verranno creati piccoli spazi pedonali tramite urbanismo tattico, con colori, panchine e piante.

Torna il cattolicesimo sociale?

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Papa Leone XIV. È bastato ascoltare il nome papale di Leone per far ritornare in mente, e con un legame immediato ed istintivo, la dottrina sociale della Chiesa, la questione sociale e la pesante ingiustizia sociale del mondo contemporaneo. E questo per la semplice ragione la Rerum Novarum, l’enciclica scritta da Leone XIII nel 1891, ha segnato concretamente l’ingresso di tutto ciò che è riconducibile alla categoria del “sociale” nel dibattito della e nella Chiesa cattolica.

Certo, i tempi sono profondamente cambiati e non è possibile tracciare confronti impropri e anche fuori luogo. Ma è indubbio che i temi sociali, ieri come oggi, risuonano nella predicazione della chiesa e richiamano l’attenzione di tutti attorno ad una questione che, purtroppo, è ancora pesantemente irrisolta nella società contemporanea creando forti disuguaglianze, fratture generazionali, emarginazione crescente e tangibile e anche, e soprattutto, povertà sempre più diffusa e strisciante. Ed è proprio alla luce di questa situazione, concreta e non banalmente aggirabile, che il nome di Leone XIV assume una importanza straordinaria e che sarà carica di novità e di significati. Religiosi, culturali, sociali e antropologici che non potranno non avere una ricaduta anche nel dibattito politico.

Su questo versante è altrettanto vero che lo storico filone di pensiero del cattolicesimo sociale è destinato, bene o male, a ritornare ad essere al centro del dibattito. E non solo nel mondo cattolico italiano. Ma anche, forse, nella concreta dialettica politica italiana ed auspicabilmente europea. Del resto, e per fermarsi alla sola vicenda italiana, il cattolicesimo sociale a cominciare dalla fine dell’800 e per tutto il ‘900 ha giocato un ruolo non indifferente nelle dinamiche dell’impegno concreto dei cattolici nella vita politica nazionale. Già sin dai primi del ‘900 e sino all’irruzione del fascismo per poi riprendere la sua normale navigazione dal secondo dopoguerra in poi, il pensiero cattolico sociale ha, comunque sia, contribuito a condizionare l’evoluzione stessa della politica italiana. Prima all’interno del Partito Popolare italiano di don Sturzo e poi, e a maggior ragione e in modo più significativo, con l’avvento della Democrazia Cristiana e sia in alcuni partiti che sono succeduti alla stessa Dc. Seppur con minor vigore ed incisività. Ma, comunque sia, anche il ritorno simbolico ed emotivo del nome papale di Leone ha immediatamente innescato nell’area cattolica italiana, ma non solo italiana, quasi un risveglio di una tradizione e di una corrente di pensiero che proprio oggi ritorna di grande attualità di fronte alle dinamiche che caratterizzano la nostra società.

Si tratta di capire, d’ora in poi – e in attesa dell’azione e dei messaggi del nuovo Pontefice – se nel laicato cattolico organizzato del nostro paese i valori e il progetto di un nuovo e rinnovato cattolicesimo sociale torneranno ad essere decisivi e determinanti nella costruzione di un progetto politico e di governo. Laicamente, ma con la consapevolezza che una cultura politica, quella cultura politica, può ancora una volta essere un valore aggiunto per affrontare nodi e problemi che sono drammaticamente sul tappeto della nostra società. Al di là del trionfalismo sui risultati raggiunti da parte dell’attuale Governo e della denuncia strumentale e del tutto propagandistica alimentata dalla sinistra radicale e populista. Ancora una volta, dunque, proprio dal pensiero e dalla tradizione del cattolicesimo sociale sociale può arrivare una risposta, ed un contributo, ad un dramma che attraversa pericolosamente il nostro vivere quotidiano.

Giorgio Merlo

Nuovi episodi violenti nelle carceri

“Attorno all’una di notte, un detenuto di origine colombiana ristretto nella Casa Circondariale di Alessandria “Cantiello e Gaeta” ha dato vita ad una assurda protesta, dando fuoco ad oggetti presenti in cella. Per motivi futili ha colpito un ispettore di polizia penitenziaria con un bastone colpendolo al viso: Il collega ha rifiutato di recarsi al pronto soccorso per senso del dovere”. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Un grave episodio di violenza che testimonia ancora una volta la professionalità degli agenti in servizio, che hanno impedito che la situazione degenerasse ulteriormente, ma che al tempo stesso accende i riflettori su una realtà sempre più preoccupante: il crescente numero di eventi critici all’interno degli istituti penitenziari”, evidenzia Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del SAPPE. “Quanto avvenuto nella notte ad Alessandria”, prosegue, “dimostra quanto alta resti la tensione nelle carceri regionali. Le condizioni lavorative dei poliziotti penitenziari sono da tempo insostenibili, ed è più che mai necessario che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Provveditorato d Torino facciano la loro parte con un corposo scollamento di detenuti di media sicurezza al fine di riportare l’istituto in condizioni almeno dignitose di vivibilità”, conclude Santilli.

“Chi aggredisce un poliziotto, un appartenente alle Forze dell’Ordine, aggredisce lo Stato”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste dei colleghi di Alessandria e di tutto il Piemonte trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Il dato oggettivo è che anche questa denuncia ci conferma che la tensione che caratterizza le carceri regionali, al di là di ogni buona intenzione, è costante. Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze”. “Rivendichiamo la dotazione del taser per la Polizia Penitenziaria”, evidenzia il leader nazionale del SAPPE, “”Si riparta da questi gravi fatti per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato! Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. E non è certo l’affettività in carcere a favore dei detenuti la priorità di intervento per il sistema carceri!”, conclude Capece.

Segreteria generale del SAPPE

Il Festival Panafricano torna a Torino

 

Presentazione: martedì 20 maggio ore 11,30 

Palazzo Civico di Torino, piazza Palazzo di Città, 1

su invito della Città di Torino attraverso la Commissione Consiliare “Contro il Razzismo” presieduta dal Consigliere Abdullahi Ahmed 

Nelle giornate del 23, 24, 25, 31 maggio e e 2 giugno 2025 dalle ore 12 fino a notte fonda il CAP10100 di Torino (Corso Moncalieri, 18) ospiterà la nuova edizione del Festival Panafricano: sei giornate di arte, cultura, musica, sapori e visioni dal continente africano e dalle sue diaspore.

Un evento inclusivo, gratuito e aperto a tutti, nato per dare spazio e voce alle comunità africane, afrodiscendenti e di seconda generazione della città.

Il festival propone un programma ricco di incontri, performance, mostre, laboratori, danze e momenti di riflessione condivisa.

Tra gli ospiti attesi, partner internazionali, rappresentanze istituzionali di diversi Paesi africani, tra cui l’Ambasciatrice del Burkina Faso, il Console Generale del Marocco e una delegazione ufficiale dalla città ivoriana di Daloa, gemellata con Torino.

Tra le attività il Festival darà il via al primo Contest di danza AFroUrban aperto a tutte e tutti i ballerini che vorranno partecipare, la levatura degli artisti sorprenderà gli appassionati di Africa.

Il Consiglio Regionale del Piemonte, sostenitore dell’iniziativa, ha espresso il proprio sostegno al Festival come segnale concreto di valorizzazione della pluralità culturale del nostro territorio.

Il Festival sarà presentato ufficialmente martedì 20 maggio 2025 alle ore 11:30 su invito della Città di Torino attraverso la Commissione Consiliare “Contro il Razzismo” presieduta dal Consigliere Italo-Somalo Abdullahi Ahmed presso sala dell’orologio a Palazzo Civico, in piazza Palazzo di Città 1.

Per info e programma completo:

https://festivalpanafricano.it/ – @panafricando