POLITICA
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Lega all’attacco della Procura di Palermo: “Cercano vendetta”
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Finisce in parità la prima amichevole del Torino di Marco Baroni, che impatta 1-1 contro l’Ingolstadt, squadra di terza serie tedesca più avanti nella preparazione.
Vantaggio tedesco nel primo tempo con un tiro dalla distanza, complice una difesa granata ancora da registrare. Nella ripresa il pareggio porta la firma del giovane Gabellini, classe 2006 che arriva dalla squadra Primavera, autore di un bel colpo di testa su cross dalla sinistra.
Un test utile per rompere il ghiaccio e iniziare a valutare uomini e idee, con il Toro ancora imballato dai carichi di lavoro.
Enzo Grassano
CASTELLI APERTI
DOMENICA 20 LUGLIO
visite e esperienze nel cuore della provincia di Torino
Per informazioni dettagliate e aggiornamenti su tutte le aperture:
www.castelliaperti.it
Il 20 luglio anche la provincia di Torino partecipa alla grande rete di “Castelli Aperti” con alcune delle sue più affascinanti dimore storiche, in un itinerario che va dalle colline di Caravino ai giardini fioriti di Pralormo, dai saloni ottocenteschi alle esperienze immersive tra arte e natura.
A Caravino sarà aperto il Castello e Parco di Masino, tra le residenze più amate del circuito FAI, con ingresso dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso alle 17.00). Il biglietto è gratuito per gli iscritti FAI, 15€ per il pubblico intero e 8€ il ridotto.
Poco distante, a Piossasco, Casa Lajolo propone una formula di visita autonoma, arricchita da contenuti audio-video accessibili via QR code. La domenica è prevista anche l’apertura degli interni della villa. Orario di visita dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00 (8€ con audioguida). Un’occasione unica per scoprire una villa nobiliare tra giardini geometrici, orti fioriti e saloni storici.
A Pralormo sarà visitabile il Castello, residenza privata ancora abitata, che apre le sue sale e il parco dalle 10.00 alle 18.00 (biglietto intero 9€, ridotto 8€). Tra tappezzerie, arredi d’epoca e atmosfere letterarie, la visita è un viaggio nella vita quotidiana di una famiglia aristocratica del Piemonte.
Infine, nel cuore del Pinerolese, il Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo sarà aperto dalle 10.00 alle 20.30 con prenotazione consigliata (tel. 0121/502761). L’ingresso intero è di 15€, con la possibilità di accedere sia al parco sia alle mostre temporanee curate dalla Fondazione Cosso, che trasforma il castello in un centro culturale dinamico e contemporaneo.
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Caravino – Castello e Parco di Masino: aperto con orario 10.00-18.00. Ingresso: (Castello e Parco) Intero 15€; Ridotto 8€; Iscritti Fai ingresso gratuito.
Piossasco – Casa Lajolo: dalle 10.00-13.00 e dalle 14.30-18.00. La visita si svolge in modo autonomo, con il supporto di contenuti audiovideo, scaricabili in loco sul proprio cellulare tramite Qrcode presente sui pannelli informativi. La domenica sono visitabili anche gli interni. Ingresso: Audioguida Intero 8€ .
Prenotazioni: https://castelliaperti.it/it/beni/ville/casa-piossasco.html
Pralormo – Castello di Pralormo: dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso: Intero 9€; ridotto 8€
San Secondo di Pinerolo – castello di Miradolo: aperto dalle 10.00 alle 20.30. Prenotazione consigliata: Tel. 0121/502761 prenotazioni@fondazionecosso.it. Ingresso: Intero 15€.
Caravino – Castello e parco di Masino
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Info e contatti
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“La vera forza dell’Europa non si misura sul terreno della ritorsione commerciale, ma nella capacità di fare sistema, investire con decisione sui propri comparti produttivi, e valorizzare l’industria di qualità che ci rende unici nel mondo”.
È questa la posizione espressa dal Presidente di Confartigianato Torino, Dino De Santis, di fronte all’inasprimento dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti. Una misura che, secondo una recente stima dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, potrebbe generare per l’Italia un impatto economico complessivo fino a 35 miliardi di euro l’anno. Basti pensare che dazi al 10% sono già costati circa 3,5 miliardi, quelli al 20% potrebbero provocare danni fino a 12 miliardi, mentre un ulteriore aumento al 30% produrrebbe un effetto esponenziale, con ricadute severe su intere filiere produttive.
Il Piemonte è tra le regioni italiane più esposte: i primi tre prodotti esportati verso gli USA sono macchine di impiego generale, autoveicoli e bevande. A livello provinciale, Torino con 2,5 miliardi di euro si colloca tra le prime cinque città italiane per export verso gli Stati Uniti, insieme a Milano (6,35 miliardi), Firenze (6,17), Modena (3,1) e Bologna (2,6), che complessivamente generano quasi un terzo del valore totale delle esportazioni italiane oltreoceano.
I settori più penalizzati dalle tariffe includono farmaceutica, automotive, macchinari, raffinazione del petrolio, moda, occhialeria, arredamento e, naturalmente, l’agroalimentare. Un dazio del 30% sul vino, se confermato, metterebbe a rischio l’80% dell’export vinicolo italiano negli USA. A questo si aggiungono rincari drastici su altri prodotti simbolo del Made in Italy: +45% per i formaggi, +35% per i vini, +42% per il pomodoro trasformato, +36% per la pasta farcita e +42% per marmellate e confetture. Particolarmente allarmante il caso del Grana Padano, che potrebbe arrivare a costare oltre 50 dollari al chilo sugli scaffali statunitensi, a causa di dazi fino a 10 dollari/chilo.
Le imprese italiane potenzialmente coinvolte sono circa 44.000, in larga parte micro e piccole aziende, per le quali il mercato americano continua a rappresentare una destinazione strategica. Nei dodici mesi terminati ad aprile 2025, l’export italiano verso gli USA ha raggiunto i 66,6 miliardi di euro. Tuttavia, sotto la superficie di questi numeri, emergono segnali di sofferenza: nel primo quadrimestre dell’anno, la crescita dell’8,2% è stata trainata quasi esclusivamente dal boom del comparto farmaceutico (+74,5%), mentre gli altri settori manifatturieri hanno registrato una contrazione del -2,6%.
I dazi colpiranno non solo l’export diretto verso gli Stati Uniti, ma anche la domanda indiretta di quei Paesi che utilizzano input italiani (come semilavorati e macchinari) per produrre beni destinati al mercato americano. A questo si aggiunge un ulteriore ostacolo competitivo: il deprezzamento del dollaro rispetto all’euro, che tra gennaio e giugno 2025 ha toccato il -11,2%, aggravando la posizione delle imprese italiane sui mercati internazionali.
“A questo scenario già complicato si somma la fragilità energetica del continente – conclude De Santis – per questo la cessazione immediata della guerra in Ucraina è un’urgenza strategica: non solo per la pace, ma per ricostruire un asse economico con l’Est Europa che restituisca all’Europa risorse energetiche accessibili e sicurezza di approvvigionamento. Come categoria abbiamo bisogno strumenti per la diversificazione dei mercati, incentivi all’innovazione e investimenti infrastrutturali ed energetici che rafforzino la resilienza del nostro sistema produttivo. I nostri imprenditori artigiani hanno dimostrato di saper affrontare le sfide globali con qualità, flessibilità e radicamento nei territori. Ora serve una visione strategica che le accompagni e le tuteli in questa nuova fase di incertezza”.
Per De Santis, la chiave per rispondere a questa crisi non sta nell’inasprimento delle tensioni commerciali, ma in una nuova strategia europea: “Rilanciare un piano straordinario di investimenti europei per rafforzare la manifattura, l’artigianato evoluto e l’industria di trasformazione che si fondano su competenze, innovazione e capacità di generare valore. L’Europa è, e deve continuare a essere, la patria delle maestranze più specializzate al mondo, di saperi antichi e tecnologie di frontiera. Nessuna politica protezionista americana potrà mai replicare il nostro capitale umano”.
Lutto nel mondo del calcio: è morto a 90 anni Sergio Campana, ex centravanti e figura storica dell’Associazione Italiana Calciatori. Avvocato di professione, guidò l’AIC per oltre quarant’anni, diventando un punto di riferimento nella difesa dei diritti dei calciatori.
Fondatore dell’associazione nel 1968, Campana ha contribuito in modo decisivo alla crescita del ruolo professionale dei giocatori in Italia. Il mondo del calcio lo saluta con gratitudine e rispetto.
Enzo Grassano
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Negli ultimi mesi, in Barriera, Aurora e Porta Palazzo a Torino si sono verificati diversi episodi di violenza culminati con accoltellamenti. L’ultimo in ordine di tempo si è verificato nel pomeriggio di ieri venerdì 18 luglio 2025 in via Priocca, dove un uomo italiano di circa sessant’anni è stato ferito con alcune coltellate. L’uomo è stato trasportato in ambulanza all’ospedale Gradenigo in condizioni gravi, principalmente a causa della significativa perdita di sangue da un braccio, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Sul posto sono intervenute le volanti della polizia, che stanno cercando di risalire all’identità dell’aggressore, descritto da alcuni testimoni come un uomo nordafricano.
Secondo una prima ricostruzione, il ferito e l’aggressore avrebbero avuto una lite all’interno di un bar a gestione cinese, dove l’italiano stava giocando ai videopoker. L’episodio sembrava essersi concluso con l’allontanamento dello straniero, ma quest’ultimo sarebbe tornato poco dopo armato di coltello. All’uscita del locale, avrebbe aggredito il sessantenne, che ha tentato di difendersi.
Ma c’è un altro caso recente.
Un uomo di 40 anni è stato arrestato per tentato omicidio dalla Polizia di Stato a Torino.
Mercoledì pomeriggio, personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Madonna di Campagna, interveniva nel quartiere Madonna di Campagna, dove veniva segnalata la presenza di un soggetto a terra con evidenti perdite di tracce ematiche.
Gli investigatori, a seguito di accertamenti, riuscivano ad individuare l’autore dei fatti: un cittadino marocchino che veniva tratto in arresto. Alla base della lite una discussione nata per futili motivi.
Nel contesto veniva sequestrata anche l’arma utilizzata per l’aggressione: un coltello con tracce di sangue sulla lama.
Mercoledì l’assessore al Verde Pubblico Francesco Tresso, il Presidente dell’Associazione Amici della Piazza Maria Teresa Giorgio Marsiaj, il Presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino Licia Mattioli e i Presidenti di IREN Luca Dal Fabbro e di SMAT Paolo Romano, hanno presentato l’intervento di restauro conservativo dello storico Giardino di Piazza Maria Teresa.
Cuore del quartiere Borgo Nuovo sorto a sud-est della città antica sulle macerie delle mura cittadine, l’attuale piazza costituiva parte integrante e di accesso ai Giardini dei Ripari (1825 – 1872) estesa area verde di fruizione pubblica che comprendeva gli attuali Giardini Cavour e l’Aiuola Balbo, posta a contrappunto dei privati Giardini Reali.
L’Associazione Amici della Piazza Maria Teresa, promotrice del progetto fin dalle primissime fasi, contribuisce al buon esito dell’iniziativa facendosi carico anche della manutenzione del Giardino per i prossimi tre anni.
La realizzazione del progetto, nuovo esempio di straordinaria collaborazione Pubblico/Privato orientata all’adozione del Bene Comune, ha permesso di restituire a ciascun cittadino ed alla cittadinanza tutta, un giardino storico rinnovato e più fruibile, affettuosamente accudito. Tale modalità operativa, sostenuta dalla capacità di ascolto delle esigenze del territorio, si propone quale format replicabile in altri ambiti urbani, per contribuire ad aumentare l’attrattività del territorio.
L’intervento, sostenuto e gestito dagli Amici della Piazza Maria Teresa e dalla Consulta di Torino, ha ridefinito l’andamento curvilineo delle quattro aiuole trapezoidali, e ristabilito una gerarchia nei percorsi sottolineando il baricentro dell’aiuola centrale.
I comparti sono stati perimetrati con una bordura arbustiva sempreverde, caratterizzata da 400 esemplari di Ligustro, mentre la corbeille centrale, una profusione di cromatismi e tessiture fogliari, permette ora di far ritrovare il protagonismo del giardino attraverso l’alternanza delle stagioni ed evoca quel carattere di pubblico piacere, che rimanda al collezionismo botanico dell’Ottocento.
Adeguata attenzione è stata posta alla sostenibilità del rinnovato Giardino. SMAT ha garantito l’irrigazione dalla raccolta dell’acqua di scarico del vicino Torèt, mediante una vasca di accumulo interrata di 5.700 litri. IREN ha realizzato l’illuminazione dello spazio verde interamente a LED, che consente di ridurre gli assorbimenti di energia elettrica di oltre il 50% e di migliorare sensibilmente la fruibilità complessiva.
Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di Torino: “Questa riqualificazione rappresenta davvero un esempio virtuoso di collaborazione pubblico e privato. Un ringraziamento va all’Associazione Amici della Piazza Maria Teresa che ha promosso e sostenuto l’intervento insieme alla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, Iren e Smat e alle cittadine e i cittadini che si sono impegnati ad avere cura di questo giardino come bene comune. E’ anche in progetti come questo che si manifesta il vero spirito di comunità: una città che cresce grazie all’impegno condiviso, che valorizza i suoi spazi verdi come luoghi d’incontro, di bellezza e di benessere. E’ questa la Torino che vogliamo: inclusiva, sostenibile, attenta al patrimonio condiviso e alle persone”.
Francesco Tresso, assessore al Verde e alla Cura della città, Città di Torino: «La restituzione alla città di questi giardini rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, che può essere replicato con successo anche in altri contesti. Interventi che dimostrano quanto sia importante prendersi cura degli spazi condivisi, affinché diventino luoghi vivi, accoglienti e capaci di rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini. Ringrazio l’Associazione Amici della Piazza Maria Teresa, la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, per l’impegno e la sensibilità dimostrati in questi anni, Iren e Smat che hanno saputo inserire elementi progettuali importanti nel restauro».
Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Associazione degli Amici della Piazza Maria Teresa: “Un importante aspetto dell’operazione, realizzata in maniera sinergica con la Città, la Consulta e i preziosi Partner tecnici a cui va la mia gratitudine, è proprio di costituire un esempio di armonico affiancamento tra Privati e Pubblica Amministrazione. Il valore educativo dell’iniziativa sta tutto nell’intento di promuovere l’Educazione Civica: il Bene Pubblico è di tutti e ognuno deve sentirsi parte attiva nel prendersene cura e contribuire a costituire una comunità coesa e consapevole”.
Licia Mattioli, Presidente della Consulta di Torino: “La Consulta si fonda sulla Cultura della Condivisione. INSIEME è la nostra parola magica: decidere, investire, lavorare. Agire per dare risposte – e lo facciamo da 38 anni! – con impegno e costanza, alla ricerca di mediazioni ed alleanze di alto profilo per rispondere al meglio alle necessità della comunità. Ci prendiamo cura dell’eredità storica e culturale che il Passato ci ha donato, per consegnarla alle generazioni a venire. I 41 Soci della Consulta investono ogni anno circa un milione di euro sul territorio. Investire in Cultura non è solo agire una leva economica di sviluppo e crescita della società, ma è impegno di inclusione sociale. Il Bene Comune è uno ed indivisibile. È di tutti e le nostre realizzazioni parlano per noi”.
Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo IREN: “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla riqualificazione di questa piazza, un intervento che testimonia il nostro impegno concreto per valorizzare i territori in cui operiamo. Grazie al lavoro di Iren Smart Solutions abbiamo unito sostenibilità e innovazione, migliorando l’illuminazione pubblica con soluzioni efficienti e in armonia con il contesto urbanistico: un elemento di valore che permette di restituire ai torinesi uno spazio rinnovato, confortevole e sicuro”.
Paolo Romano, Presidente di SMAT: “Abbiamo accolto con favore la richiesta di collaborazione nell’ambito degli interventi di restauro del Giardino storico di Piazza Maria Teresa, a testimonianza del legame con i territori serviti ed a sostegno delle politiche di risparmio idrico. La nostra azienda si è occupata dello spostamento del Torèt e anche della fornitura e della posa di un serbatoio in polietilene da oltre 5.000 litri all’interno del quale vengono convogliate le acque della fontanella non utilizzate e reimpiegate nell’irrigazione del giardino”.
TORINO CLICK
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Al di là delle concrete valutazioni che si possono avere sulla Cisl e sulla sua strategia sindacale,
sulla sua storica identità e sulla sua azione nella società contemporanea, un fatto è indubbio: la
Cisl continua ad essere fedele alle sue origini. E le tre parole d’ordine richiamate dal significativo e
ricco intervento della sua nuova segretaria generale, Daniela Fumarola, riassumono in modo
emblematico la carta di identità dello storico sindacato cattolico del nostro paese. E cioè,
“contrattazione, concertazione e partecipazione”. Tre parole, tre impegni e tre progetti che erano
validi ieri e continuano ad essere attuali e moderni anche oggi. Anzi, soprattutto oggi. Tre parole
che, però, e al contempo, sono alternative a chi concepisce il sindacato come un attore politico e
partitico, a chi coltiva pregiudiziali ideologiche e, infine, a chi ha una concezione antagonista,
estremista e massimalista delle organizzazioni sociali. Insomma, per dirla in termini semplici,
quelle tre parole sono semplicemente alternative all’attuale gestione della Cgil a trazione Landini.
Piaccia o non piaccia alla carta stampata, quasi tutta progressista, alla sinistra italiana e ai noti
conduttori dei talk televisivi sempre attenti a tacciare di incoerenza e di tradimento gli avversari e i
nemici politici.
La Cisl, invece, resta quella di sempre. E lo stesso “patto di responsabilità” avanzato durante il
dibattito congressuale è la sintesi di questo impegno e di questo approccio che differenzia da
svariati decenni questo sindacato rispetto alle altre sigle massimaliste. E questo, del resto,
continua ad essere l’aspetto principale che differenzia la Cisl rispetto anche ad altri soggetti
sociali.
Ora, è abbastanza evidente che tutto ciò si riassume con un termine che storicamente
accompagna il cammino di questo antico sindacato bianco: autonomia. Sì, perchè la Cisl era, e
resta, un sindacato libero ed autonomo. La “cinghia di trasmissione” di comunista memoria non è
mai appartenuta al sindacato di Giulio Pastore. La partecipazione alla costruzione di alleanze e
coalizioni politiche è estranea alla Cisl. E, infine e soprattutto, la Cisl fa il mestiere del sindacato e
non interviene quotidianamente su tutto lo scibile politico italiano. Per fare un esempio concreto,
oggi abbiamo realtà non politiche o partitiche come la Cgil o l’Anm che quotidianamente
intervengono e prendono posizione su tutti i temi che sono in cima all’agenda politica italiana.
Sono, di fatto, due organizzazioni politiche che simpatizzano, come sanno anche i sassi, con la
sinistra italiana nelle sue multiformi espressioni. No, la Cisl non appartiene a quella storia. Da
sempre. E quando un sindacato è libero ed autonomo dalla politica, dai partiti e dalle formazione
di alleanze e coalizioni, è anche pluralista al proprio interno. Certo, per chi si riconosce, e del tutto
legittimamente, nel campo della sinistra italiana – da Conte a Schlein al trio Fratoianni/Bonelli/
Salis – forse non ha gradito la nomina dell’ex segretario generale della Cisl Luigi Sbarra a
Sottosegretario del Governo guidato da Giorgia Meloni. Come, del resto, e forse con maggior
fondamento, diventa francamente difficile solidarizzare dall’interno della Cisl per le posizioni
oltranziste, massimaliste, radicali ed estremiste dell’attuale sinistra sostanzialmente guidata anche
dal segretario della Cgil Landini. Ma questo, come si suol dire, è la bellezza del pluralismo.
Comunque sia, ciò che conta rilevare e sottolineare è che la Cisl, oggi, resta un sindacato
profondamente fedele alle sue radici. Al cosiddetto cattolicesimo sociale. E questa, forse, è la più
grande rivoluzione che ci si può aspettare da una organizzazione sociale democratica, riformista,
autonoma e libera. Come la Cisl di Macario, di Marini, di Carniti e di tanti altri dirigenti di prima
linea ci ha insegnato nel corso degli anni. Dal secondo ‘900 e sino ai giorni nostri.
Giorgio Merlo
CESANA TORINESE – La Casa delle Lapidi Bousson Museo della Cultura Immateriale delle Comunità Montane torna ad essere teatro di una mostra di alto valore culturale.
Si inaugura sabato 19 luglio alle ore 16,30, alla presenza del Sindaco di Cesana Daniele Mazzoleni, del viceSindaco Matteo Ferragut e dell’Assessore Marco Vottero, la mostra “A capo coperto-le Cuffie degli Escartons: identità e storia” a cura di Associazione Contempora e Raquel Barriuso Diez che resterà aperta sino a domenica 31 agosto.
Una mostra che rimarrà aperta tutti i giorni, esclusi i lunedì, con orario pomeridiano dalle 15,30 alle 18,30.
Il museo riapre con una nuova mostra che ci porta a ricordare tempi lontani, partiamo dal 1343, anno in cui nasce la Repubblica degli Escartons, (di cui Cesana e Bousson facevano parte) una delle storie più affascinanti e particolari della storia Alpina.
Raquel Barriuso Diez dell’Associazione Contempora, che ha curato il nuovo allestimento, presenta la mostra: “Oltre alla storia di questi territori, unificati da un particolare sistema di autogoverno, dalla lingua occitana, dagli abiti tradizionali femminili, che si differenziavano solo per piccoli particolari, abbiamo voluto dare risalto all’unico elemento che con le sue diversità dava alle donne un’identità di appartenenza al proprio Escarton e paese: le cuffie. In mostra a rappresentare tutti gli Escartons, Oulx, Pragelato, Casteldefino, Queyras e Briancon, una ricca e preziosa collezione privata e museale di 160 cuffie, tutte diverse l’una dall’altra per forma, ricami, tessuti, colori, nastri ecc. Una installazione realizzata con queste cuffie, che per la loro singolarità e unicità sono state trattate come vere e proprie “opere d’arte”, per l’estro e fantasia con cui sono state realizzate, riportano alla contemporaneità questi manufatti d’altri tempi. Un percorso a “labirinto “ accoglierà il visitatore, che verrà immerso in un corteo tutto al femminile”.
Inoltre al Museo Casa delle Lapidi Bousson si potrà anche trovare, nei nuovi allestimenti, la storia della Comunità Boussonese.
Il Sindaco Daniele Mazzoleni invita alla mostra: “Il Museo Casa delle Lapidi è stato inaugurato nel gennaio del 2016, con lo scopo di promuovere e preservare la Cultura materiale e immateriale della comunità. Nel corso di questi anni sono state ospitate tante mostre a tema, sempre con questa finalità di valorizzazione territoriale. La mostra di questa estate affronta un tema di assoluto interesse che unisce l’arte del cucito con la Storia degli Escartons di cui il nostro territorio fa parte. Un grazie va quindi a chi ha allestito la mostra e ai volontari dell’Associazione Contempora che permetteranno le visite nel corso di questi mesi estivi”.