ilTorinese

Gli studenti raccontano le imprese sostenibili

Si è conclusa questa mattina con la premiazione delle sette migliori tesi di laurea la prima edizione di ‘Gli studenti raccontano le imprese sostenibili‘ il nuovo riconoscimento ai migliori elaborati dedicati alla sostenibilità, alla transizione energetica e alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) ideato da Confindustria Piemonte-Enterprise Europe Network (EEN) con Unioncamere Piemonte, realizzato con il sostegno del gruppo Bper Banca. Attraverso questo premio, Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, nell’ambito della rete EEN, intendono sottolineare l’importanza di investire nelle nuove generazioni e di favorire il dialogo tra mondo della ricerca e tessuto imprenditoriale, rafforzando il ruolo dei giovani nella costruzione di un’Europa più sostenibile. Alla selezione hanno partecipato anche i rappresentanti dei tre atenei piemontesi, da cui provenivano tutte le sette tesi premiate.

Ad aggiudicarsi il primo premio di 2.000 euro è stata Giorgia La Barbera, laureatasi con lode all’Università degli Studi di Torino nel Corso di Laurea in Professioni Contabili con la tesi al titolo ‘La valutazione d’azienda verso una nuova direzione: il contributo dell’ESG Score’. Il secondo premio da 1.500 euro è andato a Laura Odello, anche laureatasi con lode al termine del Corso di Laurea in Direzione d’Impresa, Marketing e Strategia dell’Università degli Studi di Torino grazie alla tesi ‘Evoluzione Sostenibile e ITS Agroalimentare per il Piemonte: Strategie di Empowerment e Alleanze Multistakeholder nel contesto PNRR’. Il terzo premio da mille euro è andato Cecilia Fessia, anche lei laureatasi a pieni voti nel corso Direzione d’Impresa, Marketing e Strategia dell’Università di Torino con un elaborato finale dal titolo ‘Ostacoli e opportunità della diffusione di prodotti alimentari upcycled: il caso Biova Project’. Al quarto, quinto e sesto posto si sono invece classificate Elisa Bella, della sede di Cuneo dell’Università degli Studi di Torino, Giulia Campanella, dell’Università degli Studi di Torino e Federica La Mantia, laureatasi in un corso interateneo del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino. Ad ognuna di loro andranno 700 euro, mentre riceverà 1.000 euro Giovanni Cavallo, della sede di Cuneo dell’Università degli Studi di Torino cui è stato assegnato il premio extra per la miglior tesi sulla transizione energetica con affondo sulle Cer.

“L’iniziativa ‘Gli studenti raccontano le imprese sostenibili’ rappresenta un’azione strategica per rafforzare il ruolo centrale della sostenibilità nel tessuto economico piemontese. Unioncamere Piemonte è orgogliosa di aver lanciato questo premio, con Confindustria Piemonte, che mira a valorizzare le tesi di laurea più innovative sul tema della sostenibilità, premiando i giovani talenti che si distinguono per originalità e capacità di generare idee per un futuro sostenibile. In un contesto in cui la sostenibilità assume un’importanza crescente a livello locale e globale, questo premio offre un contributo concreto per promuovere una cultura della sostenibilità tra le imprese piemontesi. La diffusione delle migliori pratiche in materia di responsabilità sociale e ambientale, resa possibile dalla sinergia tra il mondo accademico, imprenditoriale e bancario, rappresenta un valore aggiunto fondamentale. In linea con il nostro impegno per la transizione energetica, abbiamo introdotto una menzione speciale dedicata a questo tema che è prioritario per il Sistema camerale regionale” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Questa premiazione arriva in un momento complesso per le relazioni commerciali internazionali con la prospettiva di boicottaggi imminenti nei confronti chi si impegna a seguire gli obiettivi Esg. In pochi mesi non si è però capovolto il mondo, la transizione energetica rimane insieme a tutti gli altri goal che la comunità mondiale si è data per i prossimi anni in ambito di sostenibilità in cima all’agenda di tutte le aziende, poiché il dazio ambientale che rischiamo di pagare sarà ben più salato di quello che i mercati stanno scontando in questi giorni. Ecco perché è doppiamente importante premiare oggi questi studenti e rilanciare sin da ora questo premio verso la seconda edizione del 2026” commenta Marco Piccolo, delegato Csr per Confindustria Piemonte e ceo della Reynaldi.

La collaborazione con Confindustria Piemonte e UnionCamere su un importante progetto in tema ESG, portato avanti dai tre Atenei piemontesi, conferma l’attenzione di BPER Banca alla valorizzazione dei giovani talenti e allo sviluppo di una regione in cui siamo oggi fortemente presenti.  Premiando le migliori tesi dei laureati delle Università del Piemonte accompagniamo l’impegno di questi giovani, delle istituzioni accademiche e dell’intero sistema produttivo, nel costruire un mondo più equo e sostenibile” afferma Luigi Zanti, Direttore Regionale Liguria Piemonte BPER Banca.

Desideriamo innanzitutto ringraziare Marco Piccolo e tutti gli attori coinvolti in questa iniziativa, per l’idea di premiare studenti e studentesse che si sono distinti per l’impegno su temi particolarmente innovativi e di grande rilevanza per le future generazioni. La sostenibilità è una direzione ormai tracciata, che dobbiamo continuare a percorrere con determinazione, cercando di coniugare responsabilità ambientale e impatti sociali. L’impegno e l’esempio che studentesse e studenti hanno saputo offrire rappresentano uno stimolo concreto a proseguire lungo questo cammino con fiducia e convinzione. Ci congratuliamo con i vincitori/vincitrici” commentano Alain Devalle professore ordinario in Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Torino; Paola Vola, Associate Professor Business Administration – Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica – DISSTE /Sustainable Development and Ecological Transition dell’Università del Piemonte Orientale e Andrea TuniAssistant Professor, Department of Management and Production Engineering del Politecnico di Torino.

Stand by me, vita di un serial killer attraverso la danza

11-12 aprile 2025

Casa Fools, via Bava 39, Torino

 

 

Stand by me si ispira all’autobiografia di Dennis Nilsen, omicida seriale inglese che svela con dovizia di dettagli i suoi 12 omicidi tra emozioni, ragioni e rigorose ritualità. La banalità crudele della solitudine, l’assenza di libertà personale, nell’Inghilterra dei primi anni ’80 dove sfilano icone, giovani in fuga e l’omosessualità rimane antitesi della normalità famigliare, collocano l’orrore nella cornice della quotidianità. Una storia di amore e morte, dove sfilano archetipi antichi, stereotipi reiterati, una danza di specchi incrociati e immagini triplicate, tra visioni di sé e trasfigurazioni, dove frammenti di corpi e di ricordi trovano il loro posto in quello spazio vasto e senza tempo, che è l’animo umano.

 

In scena tre danzatori, due uomini e una donna di età diverse, che indossano per l’intera durata della performance la stessa maschera integrale: sono le tre differenti anime e funzioni di cui parla l’omicida riferendosi a sé stesso nel corso della vita. La coreografia si articola in un capovolgimento costante dei ruoli attivo, passivo e osservatore dell’azione danzata, elaborando il meccanismo di passività/reattività come forma sia estetica che poetica. L’assenza di attività muscolare, il rapporto col peso e con il movimento scheletrico del corpo, proprio e dell’altro, la caduta, la ripetizione, la manipolazione punteggiano una partitura di movimento eclettica, che si sfida nel cambiamento rapido e velocissimo degli ambienti secondo un criterio di montaggio cinematografico. Il ripetersi di scene, movimenti e paesaggi sonori con piccole ma costanti variazioni interne ricostruisce il complesso percorso che Nilsen compie nella propria quotidianità fino al punto ultimo e necessario, lo svelamento, la caduta della maschera, per l’inevitabile confronto con quella società che potrà così esorcizzare il male additando e imprigionando il mostro, e trasalendo per il suo aspetto così normale, così comune.

 

La drammaturgia si compone a partire dall’autobiografia di Dennis Nilsen, History of a drowning boy, e dalla visione di documenti dell’epoca. È strutturata secondo un modello di scrittura cinematografica che accosta frammenti e ripetizioni in maniera non lineare: questo per dare conto della scissione psichica del protagonista e della serialità del rituale. La drammaturgia sonora è composta da brani sempre connessi con la biografia di Nilsen o con gli anni della sua vicenda, nella quale si insinua il sound design che rielabora il sonoro per definire gli ambienti e per calare la danza nella concretezza dell’azione.

 

COMPAGNIA SANPAPIÉ

Sanpapié nasce a Milano nel 2008 da un gruppo di studenti della scuola Paolo Grassi e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’obiettivo di esplorare contaminazioni, derive, possibilità e limiti del linguaggio fisico. Diretto da Lara Guidetti, Sanpapiè è un nucleo artistico in costante apertura composto da danzatori, coreografi, attori, compositori, registi e artisti visivi che si nutre di collaborazioni progettuali e artistiche da cui scaturisce uno stile che volutamente allontana qualsiasi definizione. Le tecniche della danza classica e contemporanea si incrociano con pratiche fisiche come l’acrobatica, il ballo popolare e lo studio del teatro fisico e di parola, arrivando così a raggiungere e costruire pubblici diversi, aprire nuove direzioni per la ricerca, connettersi con stimoli nuovi e immaginare scenari possibili.

Più di 50 opere hanno portato la compagnia a muoversi tra Italia, Europa, Cina e Arabia Saudita, intercettando realtà appartenenti non solo al settore spettacolo ma anche sociale e pedagogico. Per Sanpapié il corpo è contemporaneamente campo d’indagine e strumento, perciò la sperimentazione di nuove pratiche artistiche non si limita agli spettacoli ma cerca sempre nuove forme di condivisione, divulgazione e provocazione.

 

CONSONANZE

Stand by me è l’ultimo spettacolo di “Consonanze”, la stagione teatrale 2024-2025 di Casa Fools, composta da 21 repliche di 10 diversi titoli, che propone un calendario multidisciplinare che promuove linguaggi espressivi di classici contemporanei attraverso la riscrittura di grandi capolavori o nuove opere e adattamenti in chiave pop che affrontano temi universali. Lo spettacolo è stato selezionato dal Collettivo Cartellone Condiviso all’interno del progetto di direzione artistica partecipata di Casa Fools.

 

CASA FOOLS

Casa Fools è una Casa con un Teatro dentro. Codiretto da Roberta Calia, Luigi Orfeo e Stefano Sartore, da anni Casa Fools lavora per ricostruire la comunità attraverso l’arte e abbattere le barriere e i pregiudizi legati a certi luoghi della cultura. Non solo attraverso una politica dei prezzi contenuta, ma anche facendo partecipare attivamente il pubblico alla vita del teatro, coinvolto fin dall’inizio nella direzione artistica tramite un’esperienza di decisione collettiva del cartellone.

 

Per la stagione 2024-25 Casa Fools ha aderito a “Teatri Aperti Torino”, progetto in collaborazione con sei spazi e sei compagnie torinesi che si occupano di teatro contemporaneo: Bellarte, Cubo Teatro, San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Spazio Kairos, Cineteatro Baretti e Casa Fools. Obiettivo è la promozione congiunta del teatro contemporaneo in città attraverso sinergie artistiche e produttive e circuitazione dei pubblici, contribuendo in modo congiunto allo sviluppo dell’identità culturale della città di Torino.

 

La stagione Consonanze ha ricevuto il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo all’interno del bando “Linee guida per progetti nell’ambito della cultura contemporanea 2024” ed è sostenuta dal contributo della Fondazione CRT nell’ambito del bando “Note e Sipari” e dal patrocinio oneroso 2024 del Consiglio Regionale del Piemonte.

 

Info

Casa Fools I Teatro Vanchiglia, via Bava 39, Torino

11-12 aprile 2025, ore 21

Stand by me

Una produzione Sanpapié

Con Sofia Casprini, Gioele Cosentino, Fabrizio Calanna

Coreografia e regia Lara Guidetti

Drammaturgia Saverio Bari, in collaborazione con Gianluca Bonzani

Elaborazioni sonore Marcello Gori

Maschere Maria Barbara De Marco

Scenografia Maria Croce

Costumi Fabrizio Calanna

Con il sostegno di MiC – Ministero della Cultura

Biglietti: intero 12 euro, ridotto 9 euro

www.casafools.it

A Moncalieri la rassegna cinematografica per l’80° della Liberazione

Proiezione di LIBERE il film – documentario di Rossella Schillaci dedicato alle donne italiane dell’epoca

 

Biblioteca Civica A. Arduino, Via Cavour 31, Moncalieri (TO)
Ingresso libero.

Mercoledì 16 aprile, nell’ambito del programma delle celebrazioni per l80°Anniversario della Liberazione promosso dal Comune di Moncalieri e dall’Associazione culturale Avvalorando, sarà proiettato il film-documentario LIBERE (2017).

 

L’opera è dedicata a ricordare l’impresa delle partigiane durante la Resistenza attraverso foto, filmati d’archivio e interviste dirette alle protagoniste e traccia un ritratto vivido di quell’esperienza così significativa per le sorti dell’Italia e delle donne nel nostro paese.

LIBERE pone l’attenzione sia sull’entusiasmo vissuto per quell’esperienza così dirompente nella vita di ogni singola partigiana e così determinante per le sorti del Paese, sia sulla delusione patita dopo, nell’Italia liberata, quando molte di quelle speranze vennero disattese e non si tradussero in un futuro diverso per molte donne italiane.

Alla proiezione, in programma alle 20.30 presso la Biblioteca Civica “A. Arduino” di Moncalieri, sarà presente la regista Rossella Schillaci che presenterà il film, dialogando col pubblico. Introdurrà la serata l’Assessora alla cultura del Comune di Moncalieri Antonella Parigi.

L’ingresso è gratuito. Per informazioni e prenotazioni: 011-6401600.

 

L’evento è promosso dal Comune di Moncalieri, dall’Associazione culturale Avvalorando e dalla Biblioteca Civica “A. Arduino” di Moncalieri.

Federica Laudisa nel gruppo di Sinistra Ecologista

Federica Laudisa, consigliera della Circoscrizione 5 eletta con Articolo 1, è entrata ufficialmente a far parte del gruppo di Sinistra Ecologista.

«Dopo lo scioglimento di Articolo Uno, oltre un anno fa, ho preferito prendermi del tempo per fare una scelta ponderata che mi ha condotto ad una nuova “casa politica”: Sinistra Ecologista -dichiara Federica Laudisa, consigliera Circoscrizione 5 –  La sensazione è proprio quella di quando entri e ti trovi subito a casa perché c’è una forte condivisione di idee e obiettivi. L’attuale stallo del governo di centro-destra nella Circoscrizione 5 – continua Laudisa – dovuta a beghe interne alla maggioranza e che non fa bene al territorio, ha paradossalmente avuto l’effetto di farmi capire che senza un gruppo solido la strada intrapresa è senza uscita».

La soddisfazione data da questo nuovo ingresso è grande per tutta la squadra di Sinistra Ecologista che ha accolto con gioia la decisione della consigliera:

«Siamo felici dell’ingresso di Federica Laudisa nella comunità di Sinistra Ecologista – dichiara Sara Diena, capogruppo in Comune di Sinistra Ecologista –  Non solo avremo la possibilità di estendere il nostro impegno in maniera più concreta nel territorio della Circoscrizione 5, ma anche di farlo con quella grinta e combattività che Federica vanta e che sono necessarie per far fronte a una maggioranza in bilico e troppo concentrata a parlare alla pancia delle persone».

Emanuele Busconi, co-portavoce di Sinistra Ecologista Torino commenta: «Con Federica Laudisa possiamo contare su una persona seria e competente in una circoscrizione in cui la destra sta dimostrando la propria incapacità di governo, dando prova di essere più interessata a scambi di poltrone che ai progetti rivolti alla cittadinanza».

Dazi, Riva Vercellotti (Fdi): “Fiduciosi sulla missione negli Usa di Giorgia Meloni”

“Dalla Regione al Governo, Fratelli d’Italia pronta al massimo supporto al mondo produttivo”

Siamo fiduciosi per la missione negli Stati Uniti del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia non farà mancare il sostegno alle filiere produttive e metterà in campo ogni azione utile a rilanciare la competitività delle imprese”. A dichiararlo il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Carlo Riva Vercellotti, che ha presentato in settimana un ordine del giorno inerente ai dazi degli Stati Uniti.

Prendiamo atto delle decisioni del Presidente degli Stati Uniti e della sua volontà dapprima di introdurre dazi doganali anche nei confronti dell’UE e poi di sospenderli – afferma Riva VercellottiCrediamo non occorrano risposte di pancia e guardiamo, come avviene a livello nazionale, ad un approccio pragmatico”.

Occorre governare questa fase delicata; ci fa piacere e ci rende orgogliosi che a svolgere un ruolo guida nel negoziato con gli Stati Uniti sia proprio Giorgia Meloni, anche grazie alla sua capacità di relazione con l’amministrazione americana – prosegue Riva Vercellotti -. La posizione di Fratelli d’Italia non è rispondere ai dazi con i dazi, ma di rimuoverli nell’area occidentale perché, qui, le regole per produrre sono simili, le norme sul lavoro e sull’ambiente sono simili, i valori di libertà e democrazia sono simili. Occorre trovare soluzioni comuni ed evitare di inasprire una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno”.

Per tali motivi – rimarca e conclude il Capogruppo di Fratelli d’Italiaabbiamo presentato questo ordine del giorno in cui chiediamo alla Giunta regionale di sostenere l’azione del Governo e di supportare la capacità attrattiva e la competitività delle imprese anche mettendo un freno al complesso di norme ideologiche del Green Deal. Chiediamo inoltre, siano promossi momenti di confronto con i rappresentanti delle associazioni di categoria per monitorare l’evolversi della situazione, valutando eventuali misure di compensazione economica”.

Il 10 e 11 aprile nelle anagrafi cittadine la Giornata sulla donazione organi

In occasione della Giornata Nazionale per la donazione degli organi, che si celebra l’11 aprile, la Città di Torino e il Coordinamento Regionale delle donazioni e dei prelievi, in collaborazione con le associazioni AITF, AIDO, ANED, ACTI e TPA, avvia il programma di azioni per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della donazione degli organi, dei tessuti e delle cellule.

Nelle due giornate del 10 e 11 aprile presso le sedi anagrafiche cittadine saranno presenti i volontari delle associazioni, che forniranno ai cittadini in attesa del rinnovo della carta di identità tutte le informazioni utili sul tema, così da poter effettuare una scelta informata e consapevole.

Ogni cittadino maggiorenne, infatti, al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità presso l’anagrafe può esprimere il proprio consenso o dissenso finalizzato alla donazione di organi e tessuti dopo la morte. Un gesto semplice – e nel contempo forte – di solidarietà umana: basti pensare che ogni anno, grazie al trapianto di organi e tessuti, migliaia di persone tornano a condurre un’esistenza serena e normale, sia dal punto di vista personale che lavorativo.

Per l’occasione, negli schermi degli uffici verrà proiettato il video della campagna di sensibilizzazione “Dichiarati Donatore di Organi”, con Luciana Littizzetto come testimonial, promossa da AITF – Associazione Italiana Donatori di Fegato. Maggiori informazioni su www.dichiaratidonatore.it

TORINO CLICK

 

Torino: neoplasia renale, intervento rivoluzionario al San Giovanni Bosco

Un intervento combinato chirurgico-endoscopico rivoluzionario per il trattamento di una voluminosa neoplasia renale sinistra in stadio avanzato che si era propagata fino a livello dell’atrio di destra: questo l’importante intervento realizzato lo scorso gennaio all’ospedale San Giovanni Bosco dell’Asl Città di Torino su una paziente di 78 anni.

La donna si era rivolta al Pronto Soccorso dell’ospedale Maria Vittoria per una difficoltà cardio respiratoria, ma nell’occasione le era stata evidenziata la grossa neoplasia la cui complessità chirurgica ha fatto decidere per lo spostamento al Reparto di Urologia dell’Ospedale San Giovanni Bosco.

Qui è stato necessario un approccio multidisciplinare per programmare l’intervento, con il coinvolgimento della Struttura Complessa di Urologia diretta da Franco Bardari, della Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare diretta da Diego Moniaci, della Struttura Complessa di Cardiologia diretta da Giacomo Boccuzzi, della Struttura Semplice Dipartimentale di Cardiochirurgia diretta da Matteo Attisani e dell’anestesista Andrea Costa della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione.

La paziente è stata sottoposta a un intervento di nefrectomia radicale con embolectomia cavale ed escissione del trombo atriale. Un intervento che normalmente prevede anche un accesso transcardiaco con apertura della cavità toracica in circolazione extra corporea gravato da notevoli complicanze cardiovascolari.

Invece in questo caso l’accesso transtoracico è stato evitato, grazie all’utilizzo di un dispositivo endovascolare che ha permesso di rimuovere in maniera mini invasiva il trombo nelle cavità cardiache.

Una metodologia rivoluzionaria utilizzata per il trattamento di trombi neoplastici a partenza renale in pochissimi casi in tutto il mondo (nella letteratura scientifica esiste solamente un articolo che parla di un paziente trattato in questo modo).

Il tumore del rene statisticamente arriva ad invadere la vena renale o la vena cava nel 10% dei casi, e solamente nell’1% dei casi il tumore si estende fino all’atrio destro, con una mortalità intra e perioperatoria molto elevata.

La paziente, rivalutata dopo due mesi, è in buone condizioni generali ed è stata affidata alla Divisione di Oncologia diretta da Alessandro Comandone per le eventuali cure oncologiche del caso.

«Questo importante risultato è una testimonianza della competenza, della dedizione e dell’impegno profuso dal nostro personale. La capacità di innovare e di spingersi oltre i confini della medicina è ciò che rende i nostri Ospedali un’eccellenza nel panorama sanitario. Siamo orgogliosi di avere professionisti di tale calibro all’interno dell’Asl Città di Torino, e continueremo a sostenere ogni sforzo per rendere i nostri Ospedali sempre più all’avanguardia» sottolinea il Direttore Generale dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco.

«Desidero esprimere il mio più sincero apprezzamento per l’eccezionale risultato ottenuto all’ospedale San Giovanni Bosco. L’innovativo intervento chirurgico non solo testimonia l’eccellenza della nostra sanità, ma rappresenta anche una speranza concreta per i pazienti che necessitano di cure all’avanguardia. Ringrazio di cuore tutto il personale medico e sanitario per il loro impegno e dedizione» dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi.

“Il Diamante” di Ezio Granese: ogni parola nasce da un’emozione vissuta

Informazione promozionale

La scrittura, insieme alla musica, è stata il mio rifugio, uno sfogo, uno strumento per attraversare il dolore, per assaporare le passioni, per gustare gli attimi e accendere piccole luci nella notte dell’anima. Un diamante, dopotutto, nasce sotto pressione. E io ho cercato di restituire, in queste pagine, la bellezza che può nascere anche dalla fatica di vivere, dal turbamento e dallo sconvolgimento che la realtà può portare nella vita di ciascuno.

L’autore

Mi chiamo Ezio Granese, sono nato a Napoli il 31 luglio 1980. Sebbene la mia formazione sia tecnica – sono laureato in Ingegneria Gestionale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II – il mio cuore ha sempre battuto per l’arte. Sin da bambino e ragazzo, la musica e la scrittura sono stati i miei rifugi, le mie vie di espressione più autentiche. Suonare il pianoforte e scrivere mi hanno permesso di esplorare il mondo interiore, di dare voce a emozioni, pensieri e visioni che altrimenti sarebbero rimasti imprigionati dentro di me. Scrivere per me è un viaggio, un’esplorazione continua di ciò che siamo e di ciò che potremmo diventare.

Vita privata, scrittura, poesie

C’è moltissimo della mia vita nelle mie poesie. Ogni parola nasce da un’emozione vissuta, da un momento che ha lasciato il segno, da un incontro che ha cambiato qualcosa dentro di me. Il Diamante è, in fondo, un diario dell’anima: parla di crescita, di bellezza e di fragilità, di ferite e rinascite, di tutto ciò che ci modella e ci rende unici.

Scrivo ciò che sento, ciò che mi attraversa. Le mie esperienze, i miei sogni, i miei dolori e le mie speranze abitano i miei versi. Eppure, allo stesso tempo, ogni poesia non appartiene solo a me: chiunque può ritrovarsi in questi versi, perché le emozioni sono universali, perché il viaggio interiore è qualcosa che tocca ognuno di noi.

Il Diamante”: cosa significa

Ho scelto Il Diamante come titolo perché questa pietra preziosa è una metafora perfetta della vita e dell’anima. Il diamante nasce da pressioni immense, si forma lentamente nelle profondità della terra e solo attraverso il tempo e il lavoro di mani esperte rivela la sua luce. Così siamo noi: le difficoltà ci plasmano, le esperienze ci scolpiscono, e solo chi ha il coraggio di guardarsi dentro riesce a scoprire la propria luce.

Nel libro tratto temi fondamentali come l’amore in tutte le sue forme, la ricerca di senso, la crescita interiore, il dolore della perdita, la speranza della rinascita. È una raccolta di poesie che vuole accompagnare il lettore in un viaggio dentro sé stesso, tra le mille sfaccettature dell’esistenza.

“Il Diamante” è nato in silenzio, nel tempo, cresciuto dentro di me con forza e pazienza, come una nota che vibra nell’anima prima ancora di toccare i tasti del pianoforte o la punta della penna.

È venuto alla luce lentamente, poco alla volta, ascoltando il suono dei miei pensieri, dei miei ricordi, delle emozioni che bussavano da tempo, chiedendo di essere accolte.

L’ho scritto per bisogno, ma anche per amore: per dare voce a ciò che molto spesso tace, per vestire di versi quello che le parole comuni non riescono a dire.

Ogni poesia è un pezzo di me, una faccia del mio personale diamante, una nota, un respiro, un battito che mi ha fatto e mi fa sentire vivo.

La scrittura, insieme alla musica, è stata il mio rifugio, uno sfogo, uno strumento per attraversare il dolore, per assaporare le passioni, per gustare gli attimi e accendere piccole luci nella notte dell’anima. Un diamante, dopotutto, nasce sotto pressione. E io ho cercato di restituire, in queste pagine, la bellezza che può nascere anche dalla fatica di vivere, dal turbamento e dallo sconvolgimento che la realtà può portare nella vita di ciascuno.

Fonti di ispirazione

Mi hanno sempre affascinato gli autori che sanno toccare il cuore con la semplicità e la profondità delle loro parole. La dolcezza dei versi di Prévert, la passione intensa di Neruda, la profondità e il dolore trasformato in bellezza di Alda Merini… sono tutte influenze che, in qualche modo, hanno lasciato un’impronta nel mio modo di scrivere.

Il legame tra musica e poesia

Per me la musica e la scrittura sono due linguaggi della stessa anima. Spesso, quando scrivo, immagino le mie parole accompagnate dal suono di un pianoforte. La musica amplifica le emozioni, dà ritmo ai pensieri, trasforma le immagini in suoni.

Molte delle poesie de Il Diamante nascono quasi come delle melodie, hanno un loro respiro, un loro tempo. Così come le note possono creare armonie o dissonanze, anche i versi possono trasmettere quiete o inquietudine, gioia o nostalgia. Per questo credo che leggere una poesia e ascoltare un brano musicale siano esperienze molto simili: entrambe parlano direttamente al cuore, senza bisogno di spiegazioni.

Perché acquistare “Il Diamante”

Perché è un libro che non si limita a essere letto, ma si sente. È un viaggio dentro le emozioni, dentro la bellezza e le difficoltà della vita.

Se non lo avessi scritto, credo che mi colpirebbe proprio questo: la sua capacità di raccontare qualcosa di profondo in modo semplice, diretto, senza filtri. Mi piacerebbe sfogliarlo e trovarci dentro frammenti di me stesso, delle mie esperienze, dei miei sogni e delle mie paure. Il Diamante è un libro che non dà risposte, ma apre porte, invita a guardarsi dentro, a riflettere, a sentire.

Prossimi obiettivi e opere

Dopo Il Diamante, che sarà il primo volume di una trilogia poetica intitolata “Le Gemme dell’Anima”, il viaggio continua. Sto lavorando a un’altra raccolta di poesie, Sussurri del tempo e a Le Forme dell’Amore, il mio primo romanzo, che esplorerà il confine tra passione e realtà, tra ciò che desideriamo e ciò che scegliamo. Questo titolo sarà anche una poesia e una canzone della quale ho scritto musica e parole.

Inoltre, continuerò a esplorare il legame tra poesia e musica. Ho in mente progetti che uniscano questi due mondi, perché credo che l’arte, in tutte le sue forme, debba dialogare e contaminarsi. La poesia può diventare musica, la musica può ispirare poesia. E io voglio continuare a lasciarmi guidare da entrambe, senza smettere mai di cercare.

Un messaggio per i Giovani

Vorrei dire loro di non avere paura di sentire e di mettere a nudo le proprie emozioni. Di vivere, a pieno, davvero, anche quando fa male, anche quando sembra tutto confuso, fragile, inutile.

Ogni passo, anche quello più incerto, è parte del cammino. E ogni emozione, se accolta, può diventare seme di bellezza.

Il mio augurio per i giovani è quello di imparare a essere capaci di cercarsi, di scoprirsi, di scegliersi ogni giorno, e di non perdere mai la capacità di sognare.

Mi piacerebbe che questo libro diventasse per loro una carezza nei momenti difficili, un invito a restare fedeli a sé stessi, a non temere la profondità, ma anche uno stimolo a riconnettersi con la realtà in un mondo sempre più artificiale, freddo, che ci nasconde dietro profili, schermi snaturando a poco a poco le parti più autentiche dell’essere umano.

Perché anche nel buio, anche nel caos, c’è una melodia che ci appartiene, basta solo imparare ad ascoltarla.

 

BIOGRAFIA

 Ezio Granese è nato a Napoli il 31/07/1980. Nonostante la formazione scientifica (laureato in Ingegneria Gestionale c/o l’Università degli studi di Napoli Federico II), ha sempre mantenuta viva la sua vena artistica più intima dedicandosi allo studio della musica, del pianoforte in particolare, e alla scrittura. Libero ricercatore e divulgatore spirituale, si occupa tra le altre cose di mindfulness, meditazione e spiritualità completando una personalità eclettica, dai molteplici interessi e dalle diverse sfaccettature.

Ha da poco pubblicato la sua prima opera, la raccolta di pensieri e poesie “IL DIAMANTE”, primo capitolo di una annunciata trilogia intitolata “Le Gemme dell’anima”, che vuole rappresentare un viaggio di evoluzione e crescita personale tra poesia, riflessioni e introspezione.

Un mondo incantato, delicato ma forte e profondo, raccontato con uno stile semplice ed evocativo, esplorando temi come amore, famiglia, legami, separazioni e distanze, parlando del rapporto con il tempo, con il buio, con il silenzio e di come queste tre componenti, lasciate libere di agire, possano creare qualcosa di prezioso e lucente. Un invito a farsi creatori dei propri giorni con speranza e fiducia, coltivando passioni e amori come pietre preziose con cui adornare la propria vita.

 

Book trailer IL DIAMANTE

https://youtu.be/QZvJtVRLNGc?si=gxDQhw_yFSH3XGkA

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Le torri del Re saranno salvate

Svettano ancora oggi, ben visibili, sul territorio villanovese, nell’astigiano, a una trentina di chilometri da Torino. Sono lì da cinque secoli, abbandonate, ma si reggono ancora in piedi. Rischiavano di essere abbattute ma adesso per loro comincia una nuova vita.
Sono le due torri di Villanova d’Asti, chiamate bissoche, innalzate dai francesi all’inizio del XVI secolo durante le guerre tra i due sovrani più potenti d’Europa, Francesco I, Re di Francia, e Carlo V Re di Spagna e imperatore. Le cinquecentesche torri non verranno demolite, anzi rinasceranno. Così ha voluto il Comune che sta per acquistare i simboli storici del paese dopo un faticoso braccio di ferro con il Demanio militare, a cui appartengono, e con la Soprintendenza. Le torri di avvistamento, di San Martino e di Supponito, che si innalzano in aperta campagna, tra fattorie, terreni e aziende agricole, verranno salvate con una serie di interventi di ristrutturazione. Almeno una delle due torri diventerà un’attrazione culturale e turistica per rivivere le vicende storiche dell’epoca in cui le torri venivano usate. L’amministrazione comunale sta cercando di ottenere un finanziamento dai fondi di coesione per procedere con i lavori. Manca ancora un passaggio importante per chiudere la vicenda ma c’è ottimismo tra i villanovesi. Ci vuole la firma dal notaio per l’acquisto e poi sarà possibile ricevere i soldi. C’è tempo fino a dicembre 2027 e a quel punto il Comune diventerà proprietario delle due strutture che potranno finalmente essere consolidate e messe in sicurezza. Per salvarle si era mosso anche il Fai, il Fondo Ambiente italiano, con una campagna di sensibilizzazione sull’importanza del recupero delle torri ed era stato addirittura chiesto al presidente francese Macron di finanziare almeno una parte del restauro. Il capo dell’Eliseo però non rispose: aveva affari più urgenti da sbrigare, Una pagina di grande storia piemontese e di respiro europeo sta per rivivere. Villanova era 500 anni fa una delle piazzaforti militari francesi più importanti del Piemonte insieme a Torino, Chieri, Chivasso e Pinerolo. Francesco I volle dotare il borgo di nuove fortificazioni per contrastare gli spagnoli che avevano basi militari in altre zone del Piemonte. I lavori iniziarono nel 1520 e terminarono nel 1548. Il nuovo sistema difensivo era completato da torri di avvistamento a nord e a sud della città. Le due torri sono ripiene di terra fino alle porte di ingresso collocate a dieci metri dal terreno circostante. I soldati di vedetta entravano da queste porte usando scale a corda che venivano poi ritirate mentre in cima salivano dall’interno con scalini di pietra sporgenti dal muro in mattoni. Di qui, con fuochi notturni e bandiere di giorno, comunicavano con la torre del Comune interna alla fortezza in modo da consentire, in caso di pericolo o di assedio, la chiusura in tempo delle porte della città. Nelle torri di avvistamento si trovavano i viveri e le riserve d’acqua e ai livelli superiori, la cucina, l’armeria, la camerata. Erano piccole fortezze, straordinarie sentinelle per i francesi.

Filippo Re

A Palazzo Lascaris “Meraviglia Unesco di Langhe, Roero e Monferrato”

Dal 9 aprile al 30 maggio prossimo a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, è esposta la mostra fotografica “La meraviglia Unesco di Langhe Roero e Monferrato”, realizzata in collaborazione con l’associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e curata da Gian Mario Ricciardi.

All’inaugurazione il 9 aprile scorso a palazzo Lascaris sono intervenuti Domenico Ravetti e Fabio Carosso, vicepresidente e consigliere segretario del Consiglio regionale del Piemonte, Giovanna Quaglia e Bruna Bertero, presidente e direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato; Enzo Massa, Carlo Avataneo, Enzo Isaia, fotografi autori delle immagini esposte.

I magnifici scenari delle colline puntellate di vigneti e antichi borghi compongono la mostra fotografica con gli scatti di tre fotografi locali, Enzo Massa, Carlo Avataneo e Enzo Isaia, che hanno saputo immortalare la vera essenza di questi luoghi ormai conosciuti in tutto il mondo. L’esposizione è composta di sessanta immagini a colori, è aperta al pubblico nella galleria Spagnuolo di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15 a Torino fino al 30 maggio prossimo.

Orario dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, ingresso gratuito

Questo territorio è entrato a far parte della World Heritage List Unesco il 22 giugno 2014, riconosciuto “paesaggio culturale Patrimonio dell’umanità grazie all’autentica e antica arte della vinificazione che si è evoluta nel corso dei secoli, divenendo un fulcro della vita economica e sociale del territorio, testimonianza dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente.

“Dobbiamo promuovere e proteggere la bellezza meravigliosa di questi luoghi – hanno affermato Ravetti e Carosso – un bene naturale curato dall’uomo che sta aumentando la consapevolezza di coloro che qui vivono e lavorano da sempre”. “ Invito tutti ad organizzare una visita in questo territori meravigliosi e a perdersi tra le colline – ha affermato Giovanna Quaglia, presidente dell’Associazione- stiamo facendo tutto il possibile per conservare il territorio e andare verso un turismo sostenibile e di qualità”.

“Compito del fotografo – ha detto Carla Avataneo anche a nome dei due colleghi- è far vedere attraverso le immagini ciò che il passante guarda soltanto. Oltre alle colline e ai borghi abbiamo inserito in ogni immagine anche gli elementi naturali tipici del panorama delle nostre zone, il Monviso e il fiume Tanaro”.

L’Associazione per il Patrimonio dei paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato è nata nel 2011 con lo scopo specifico di presentare la candidatura all’Unesco e dal 2014 di gestire il sito. All’associazione aderiscono oltre cento comuni, numerose associazioni e aziende, non solo legate alla sfera vitivinicola, ma che operano a vario titolo sul territorio e che partecipano attivamente all’ambizioso progetto legato all’unicità e eccezionalità di questo paesaggio.

I territori che fanno ufficialmente parte dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità comprendono 10 mila ettari nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo e sono: la Langa del Barolo, il castello di Grinzane Cavour, le colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, il Monferrato degli Infernot.

 

Mara Martellotta