ilTorinese

Automotive, aerospazio, abbigliamento, benessere: le aziende piemontesi si aprono al mercato estero

PROGETTI INTEGRATI DI FILIERA 2025:

LE PMI PIEMONTESI POSSONO PRESENTARE DOMANDA FINO AL 19 DICEMBRE

L’assessore Tronzano: “L’adesione aumenta le possibilità di presentarsi con successo sui mercati internazionali”

Le piccole e medie imprese piemontesi hanno tempo fino alle ore 12 del 19 dicembre prossimo per aderire all’annualità 2025 dei Progetti Integrati di Filiera (PIF).

Non devono invece presentare una nuova domanda quelle già iscritte per il 2024. 

Finanziati con il Fondo europeo di sviluppo regionale 2021-2027, i progetti mirano a consolidare la presenza competitiva e la proiezione internazionale in nove filiere produttive di eccellenza: Automotive&Transportation, Aerospazio, CleanTech/GreenBuilding, Abbigliamento-Alta Gamma-Design, Tessile, Agroalimentare, Meccatronica, Salute e Benessere, ICT, con lo scopo di favorirne la penetrazione organizzata nei mercati esteri e la capacità di presidio.

“Potendo contare sulla collaborazione tra aziende di dimensioni e grado di internazionalizzazione differenti, il progetto integrato – evidenzia l’assessore regionale allo Sviluppo delle Attività produttive e all’Internazionalizzazione Andrea Tronzano – rappresenta, soprattutto per le imprese meno internazionalizzate che necessitano di supporto conoscitivo e logistico, la possibilità di raggiungere e conquistare maggiori spazi di mercato e nuovi mercati”.

L’assessore Tronzano precisa inoltre che “tenendo conto delle differenze tra le diverse filiere coinvolte e delle specificità dei rispettivi mercati di riferimento, ciascun progetto intende sviluppare le potenzialità dei vari settori, favorendo l’interazione tra gli attori della filiera produttiva e la sinergia tra differenti filiere e settori industriali. In particolare, verranno incoraggiate le collaborazioni tra le imprese sia dal punto di vista produttivo sia al fine di costituire una offerta aggregata di prodotti/servizi in grado di presentarsi con maggior possibilità di successo sui mercati internazionali”.

Possono presentare domanda di ammissione compilando l’apposita domanda telematica presente su https://servizi.regione.piemonte.it/catalogo/bandi-piemonte-finanziamenti-domande le piccole e medie imprese che hanno abbiano la sede o l’unità locale sita e operativa in Piemonte e provvista di carattere attivo e produttivo, sono iscritte da almeno un anno al Registro Imprese della Camera di commercio competente per territorio, possiedono almeno un bilancio chiuso e approvato, l’attività prevalente è coerente con la o le filiere a cui si intende partecipare, non sono classificabili come “imprese in difficoltà”.

Un mondo fuggevole e transitorio

La mostra dal titolo “Paesaggio” rende omaggio a Franco Montanari a cui si deve l’importante collezione di stampe e dipinti giapponesi raccolti con fiuto di intenditore d’arte e gusto di esperto collezionista durante il 1953-54, periodo in cui si trovava a Tokyo come ambasciatore.

Il fondo, considerato il quarto per valore in Italia, lasciato in eredità al museo di Moncalvo, permette una visione del cosiddetto “mondo fluttuante” fuggevole e transitorio ossia tutto quanto appartiene alla natura, dai boschi alle montagne, dai fiumi alle cascate, dai laghi agli stagni rivelatori non solo di armoniosa bellezza ma anche di rappresentazione dei Kumi, divinità che dimorano nei luoghi sacri che, secondo il shintoismo, sono simbolo di purificazione.


Immergendosi nella natura ci si appropria della sua forza vitale, come bene intuì un simbolista quale Vincent Van Gogh nell’asserire poeticamente che l’artista giapponese, davanti ad un filo d’erba, si sente egli stesso fiore come anch’egli sentì nell’immedesimarsi nell’iris bianco dipinto in un suo quadro famoso.

Soprattutto furono gli impressionisti a rimanere affascinati da quest’arte delicata ed elegante affine al loro sentire nel cogliere l’attimo fuggente prima che si dissolva, a cominciare da Claude Monet che creò il proprio giardino identico a quello giapponese con ponticelli, stagni e ninfee e tappezzò le pareti della sua casa con stampe che, dopo l’apertura nel 1854 dei rapporti commerciali tra Giappone e occidente, circolavano in Francia.

In mostra sono esposte diverse opere che rappresentano il Monte Fuji, luogo di culto dedicato al sole e alla dea Amaterasutanto trattato da Hokusai e Hiroshige.

Lo troviamo protagonista ne “Il monte Fuji e le nere colline” a “inchiostro su seta”, di Kawabata Gyokusetsu, bellissimo paesaggio che evidenzia la bianca purezza del monte sovrastante gli scuri e grigi colli.

Allo stesso modo il kakemono del XVII secolo “Paesaggio innevato del monte Fuji” di Kano Masunobu rappresenta la sacrale purezza del monte che sorge, come apparizione, presso un tempio circondato di fiori.

Così pure si coglie il senso di purificazione nel dipinto “Monaco che contempla il Fuji” di scuola Kano di ispirazione cinese.

Come non pensare alla stessa venerazione di Paul Cezanne per la montagna Saint Victoire dipinta ossessivamente una cinquantina di volte, in un solo anno, quale luogo dell’anima che dona serenità.

“Il ponte Nihon di Edo” di Utagawa Kunisada, autore dei famosi dipinti delle cascate di Saga, ci ricorda la suggestione esercitata sulle Japoneseries di Van Gogh e di Gauguin che in Polinesia si era portato stampe giapponesi da cui trarre ispirazione.


Tante le delicate scene notturne come “Dama con lanterna sotto la luna” di
Utagawa Hiroshige, in bianco-nero con due pennellate rosse a vivacizzare il pallido chiarore lunare ed i fiori bianchi creando un’atmosfera intima.

“Volpe bianca sotto la luna”,  kakemono della scuola UedaKochu, è invece legato alla simbologia beneaugurante in quanto l’animale è il messaggero di Hinari, dio shintoista della fertilità e dell’agricoltura.

Legato al simbolismo anche il dipinto “Jurojin e cervo sotto un pino” di  Maeda Chodo che ritrae il vecchio saggio appoggiato ad un pino tra i bambù e un cervo che alludono alla longevità.

Sintetico il raffinatissimo Kakemono del XX secolo “Le tre foglie rosse” di Ikegami Shuho che rende magistralmente,  purnell’essenzialità, l’idea della tradizione Momijigari ossia la caccia delle foglie rosse nel visitare i luoghi in cui gli aceri cambiano colore nell’autunno.

Con significati meno profondi ma intriganti, le due xilografie “Salendo sulla scala in giardino” e  “Caccia alle lucciole presso lo stagno” da originali di Suzuki Harunobu, appartenenti al genere popolare  di scenette quotidiane richieste dalle masse urbane.

Più impegnativo e sottilmente filosofico l’emakimono del XVII secolo di Kano Tan’yu “Paesaggio hatsuboku”, a inchiostro su seta, che presenta ben sette paesaggi distinti tra spazi vuoti, legato al minimalismo dei monaci Chan, genere allora ritenuto eccentrico e minore poiché astratto ma in seguito rivalutato,  durante il periodo Edo dai giapponesi che ne capirono lo spirito ispiratore del buddismo con la consapevolezza che la realtà è illusione.

Tutto ciò ha portato ad un percorso di illuminazione che coinvolge anche l’artista nella sua creazione ed è evidente, a distanza di secoli, come le avanguardie dell’astrattismo e dell’espressionismo astratto moderno e contemporaneo siano strettamente legate a queste precedenti ispirazioni.

Giuliana Romano Bussola

Indovina chi viene a teatro? Rocco Siffredi!

Assaporato il successo torinese di “Rocky” (che verrà di certo consolidato nella tournée che porterà lo spettacolo sino ad aprile per l’Italia, toccando Trieste e Milano e Roma, Bari e Bologna e Napoli tra le varie piazze), ospitati “La sposa cadavere”, titolo caro a Tim Burton, il Woody Allen di “Central Park West”, dove l’autore americano ancora una volta costruisce dialoghi scintillanti e battute fulminanti per tratteggiare e portare in scena cinquantenni in preda a tradimenti sentimentali e “Dio è una signora di mezza età” dove la protagonista Emanuela Grimalda si chiede senza posa “ma se il Diavolo veste Prada, Dio cosa si deve mettere”, Fabrizio Di Fiore Entertainment elenca nelle sale dell’Alfieri e del Gioiello in questo inizio di novembre titoli che non potranno che riscuotere da parte del pubblico, ancora un sicurissimo successo.

Sabato 2 novembre (ore 19,30) e domenica 3 (ore 16,00) Andrea Rizzolini esplora con Th!nk” (fidatevi, nessun refuso, la scrittura esatta è proprio questa!) al Gioiello – grazie al suo stile unico che fonde momenti di teatro, letteratura e filosofia, a illusioni perfettamente congeniate – i limiti di una forma d’arte come oggi è inteso il mentalismo, ormai diventato tanto popolare quanto troppe volte frainteso. Uno spettacolo che ti tiene con il fiato sospeso e l’attenzione posta in guardia ad ogni istante, uno spettacolo dove non è più così ovvio che cosa è reale e che cosa non lo è. Negli stessi giorni, nella sala di piazza Solferino (con orari 15,30 e 19,30 il sabato e 15,30 la domenica), grandi brani con “Broadway Celebration”, appuntamenti imperdibili per quanti vogliono riascoltare i più grandi successi dei musical d’oltreoceano, i brani più famosi tratti da “Rocky Horror Show” a “Rent” e “Jesus Christ Superstar”, da “Mamma Mia!” a “Sister Act” e “Matilda”, da “Les Misérables”a “Cats” a “Hair”, da “Hairspray” a “Grease”, da “Evita” a “The Phantom of the Opera”. Per tutte le memorie e per tutti i gusti. Otto performer che compongono la sezione dei solisti, un’orchestra d’eccezione e, per la tappa torinese, il supporto di oltre 300 coristi. La regia è affidata a Melina Pellicano, ad Alex Negro il compito di dirigere questo enorme cast.

E poi, lunedì 4 alle ore 21, sul palcoscenico dell’Alfieri, Ladies (moltissime) and Gentlemen (parecchi, tutti lì a tentare di carpire qualche segreto) a riempire per “Siffredi racconta Rocco”, produce con gran fiuto Paolo Ruffini e dirige con leggerezza (si spera) Paolo Ruffini. Ospite d’onore, la consorte diletta Rózsa Tassi, nome d’arte – si diceva un tempo, a nascondere un’anagrafe non troppo ingentilita: per cui Maria Luisa Ceciarelli divenne Monica Vitti, Valeria Abbruzzetti Valeria Moriconi o Carolina Mignone la leggendaria quanto principesca Milly e quanto era brutto Rosa Antonia Falzacappa invece di Rossella Falk -, agghindato e esterizzato a ricoprire un più comune Rosa Caracciolo. Anche Rocco Siffredi nasconde il passato di Rocco Antonio Tano, sessantenne, ormai, di Ortona, un tempo catturato dal bell’Alain Delon che in “Borsalino” si era beccato appunto il nome di Roch Siffredi. Lui, una vita trascorsa tra porno e una pausa da modello, abituato a pagare le bollette di casa dando smoderata fiducia e attività a piene mani, senza scioperi o casse integrazione, a una fisicità amatoria che per decenni non ha conosciuto limiti, non fosse per l’appoggio incondizionato di papà Gennaro e mamma Carmela, felice di conquistarsi l’appellativo in terra madre di “colosso di Ortona” per ovvi motivi. Lui che ha viaggiato tra Riccardo Schicchi e Moana, che s’è messo felicemente sulla scia di Gabriel Pontello e di John Holmes, lui che ha vinto sul terreno del porno premi che stanno allo stesso livello degli Oscar (quando si parla di performances e doti interpretative!) e ha dato fiato alle trombe con la sua casa di produzione, che ha per un paio di volte interrotto l’attività per trovarsi con molta serietà altri gusti, interessi, indirizzi affidandosi alle qualità registiche, affatto trascurabili, della francese Catherine Breillat – oddio, eravamo sempre da quelle parti ma cercando qualche chilo in più di gusto e qualche riga in più di sceneggiatura: i titoli comunque erano “Romance” e “Pornocrazia” -, motivo non ultimo i figli che crescevano e che dovevano ricordare un padre che porno era stato in passato ma che ne stava uscendo e, senza rinnegare nulla, porno non era più. “Lunga promessa ecc”, avrebbe scritto dagli inferi padre Dante.

Lui che sente serpeggiare una crisi religiosa e sogna ad un tratto ogni rispetto per Rózsa e una vita votata alla monogamia, lui che si vede con il viso di Alessandro Borghi in “Supersex” che è la sua vita e tutto il suo credo, lui che otto anni fa ha costruito, con l’intera family, una serie che quotidianamente raccontava il suo nido familiare, “Casa Siffredi” che fa tanto Vianello e Mondaini ma con qualche fuoco e vibrazione in più, lui che s’è costruito un piccolo impero, da 215 milioni di dollari si vocifera, con una casa a Budapest con elicottero in giardino e una catena di ristoranti e una personalissima linea di moda e altro ancora, sennò come fai a vivere? Lui che, per la serie “anche i porno hanno un cuore”, s’è mostrato in lacrime davanti alla platea televisiva di più che mezza Italia, lo scorso anno – tutto padre e nulla porno – rimirando le gesta del giovane figlio Lorenzo a “Ballando”, sotto l’occhio complice della Carlucci, con il fine di lasciare sconcertata la cuoredipietra Lucarelli, caustica e feroce in ben altri numerosi momenti. Quella sera il monumento è riuscito completo. Un quadretto di vita e impresa familiare: ma che farà alle 21 di lunedì 4 novembre, sul palcoscenico dell’Alfieri? Ci vediamo a teatro.

e.rb.

Nelle immagini: la locandina di “Rocco racconta Siffredi” e Rocco Siffredi con la moglie Rózsa Tassi; una scena d’insieme di “Broadway Celebration”.

Conticelli – Avetta (Pd): “Poste non ignorino richieste istituzioni”

“Avevamo chiesto in consiglio regionale, quasi un mese fa, che la Giunta  convocasse i vertici di Poste Italiane in merito alla chiusura annunciata di ben cinque uffici postali a Torino.
“Auspico che finalmente il doppio appuntamento con il tavolo convocato dalla Regione con Poste Italiane e l’amministrazione comunale, e la partecipatissima assemblea convocata dalla Circoscrizione 7, non sia stato una semplice formalità rispetto alla chiusura degli uffici torinesi, in particolare quelli di corso Casale, Barriera di Milano e Cavoretto. Si trovino le giuste modalità per garantire i servizi, che l’uno possono essere sostituiti da un bancomat o dal conto on line. Piuttosto si riducano gli orari ma si mantengano gli uffici fisici aperti.
“Noi proseguiremo la nostra battaglia in consiglio regionale., coinvolgendo anche Anci e Uncem”.
“Quando tutti i livelli istituzionali, dalla Circoscrizione alla Regione, si oppongono ad un piano di razionalizzazione calato dall’alto, che non tiene assolutamente contro della realtà sociale, economica e demografica dei territori interessati, una azienda a partecipazione pubblica, come è Poste Italiane, non può non tenerne conto. C’è un livello alto di mobilitazione da parte della cittadinanza  che non può essere ignorato e che testimonia anche l’importanza che i servizi  di Poste rivestono per i nostri cittadini.
“Su questi stessi territori sono in atto importanti progetti di riqualificazione con fondi nazionali ed europei, è un assoluto controsenso chiudere contemporaneamente dei servizi”.
Nadia Conticelli, consigliera regionale Pd 
Alberto Avetta, consigliere regionale Pd

Frankenstein. Ritorna il mito dell’ “horror – fantascientifico”

Alla “Libreria Bodoni” di Torino, presentazione del nuovo libro e dell’EP dedicati alle figure letterarie protagoniste del romanzo di Mary Shelley

Sabato 2 novembre, ore 17

Composto a soli diciannove anni, fra il 1816 e il 1817, dalla scrittrice britannica Mary Shelley, pubblicato nel 1818 e modificato dall’autrice per una seconda edizione del 1831, “Frankenstein o il moderno Prometeo” o, più semplicemente “Frankestein”, non è soltanto il gotico capostipite dell’“horror fantascientifico”, ma anche “una profetica anticipazione delle ansie contemporanee sul destino dell’ambiente”: a questo classico della letteratura occidentale, “OHT – Office for a Human Theatre” (studio di ricerca, fondato a Rovereto – Trento nel 2008 dal regista teatrale Filippo Andreattaha dedicato lo spettacolo teatrale Frankenstein”, che si conclude con la pubblicazione “FRANKENSTEIN  – if you love solitude, you don’t love freedom” (“bruno editore”, 2024), in cui si raccolgono la ricerca e i viaggi dello stesso Filippo Andreatta nei luoghi in cui si svolge il romanzo.

Della pubblicazione di Andreatta, insieme al progetto teatrale “FRANKENSTEIN” di “OHT-Theatre”, si parlerà sabato 2 novembreore 17, in un incontro presso la “Libreria Bodoni” (via Carlo Alberto 41, SpazioB) di Torino, in cui il regista teatrale e curatore Filippo Andreatta ed il produttore, compositore e sound designer Davide Tomat racconteranno genesi ed identità delle due produzioni.

“Attraverso la frenetica sperimentazione del dottor Viktor Frankenstein e della sua creatura – dichiara Andreatta – ho vissuto anch’io un esperimento estremoIl progetto ha preso diverse forme: un’installazione, uno spettacolo, una reading session e un EP. L’ultima è stata il libro. Un libro che comprende tutti questi esperimenti e i viaggi che ho fatto nei luoghi del mostro, che è esso stesso un esperimento, una creatura prodotta dall’assemblaggio della ricerca di ‘OHT’ con la narrazione di Mary Shelley”Il volume ripubblica l’edizione del romanzo del 1831 innestando sopra le sue parole contributi della curatrice Lucrezia Calabrò Visconti, della filosofa e docente Dehlia Hannah, della guida di aree polari Kelsey Camacho, dello stesso regista Filippo Andreatta, e i materiali prodotti dal progetto.

Anche l’’EP (“Extendend Play”) OHT Frankenstein di Davide Tomat, come il testo, si sviluppa in un percorso personale e soggettivo, empatizzando con lo spettatore e la narrazione. Frutto diretto della scena e delle azioni dei performer, è stato scritto, eseguito e registrato durante le prove. E il suono appena nato, proprio come il protagonista del romanzo, impara a muoversi nel mondo, prendendo coscienza di sé attraverso l’interazione con gli esseri umani.

Spiega lo stesso compositore, Davide Tomat“Per la realizzazione del suono dello spettacolo, ho utilizzato principalmente sintetizzatori analogici polifonicisistemi modulari ‘Eurorack’, strumenti ad aria, campionamenti di elementi scenici e registrazioni sonore dei movimenti e dei respiri del ‘performer’. La mia intenzione era quella di sfruttare il più possibile ‘VCO’ analogicipresenti nei sintetizzatori e modulari analogici, che nascono e si modulano direttamente attraverso l’elettricità, arricchendoli con elementi acustici e naturali della scena e dei ‘performer’, per poi trasformarli tramite tecniche di ‘ri-sintesi’ e processi digitali. Il mio obiettivo era ricercare la scintilla elettrica ancestrale che dà vita alla materia e, attraverso il respiro ed il corpo, creare un essere contemporaneo capace di un’esistenza autonoma”.

 

Per info: “Libreria Bodoni”, via Carlo Alberto 41, SpazioB, Torino; tel. 011/5834491 o www.libreriabodoni.it o www.oth.artg.m.

Nelle foto: “Frankenstein” Libro, ph. Filippo Andreatta; Davide Tomat, Cover EP “OHT Frankenstein”

Le pericolose conseguenze dell’effetto alone

Nel continuo intento di farci risparmiare tempo e fatica (ecco come nasce l’esperienza, ma purtroppo anche certi schemi mentali difficili da sradicare) il nostro cervello a volte sbaglia, nel suo tentativo di semplificarci la vita. Facendoci arrivare a determinazioni e conclusioni rapide.

In tal modo certamente risparmiandoci ogni volta un faticoso e lungo lavoro di ponderazione e di valutazione, ma talvolta semplificando eccessivamente la realtà. È certamente questo il caso dell’effetto alone. Nella nostra vita questa dinamica ci si ritorce contro a volte con conseguenze davvero molto gravi.

Conoscendo l’esistenza dell’effetto alone e le dinamiche che ne derivano, possiamo però anche essere in grado di sfruttarle a nostro favore, usandolo consapevolmente. Sia per valutare in modo più veloce e corretto le altre persone, o certi oggetti (pensiamo agli inganni da effetto alone di molta pubblicità…) in molteplici situazioni.

Ma anche di esprimere al meglio noi stessi attraverso il modo in cui ci presentiamo nei vari ambienti, in modo da suscitare le reazioni a noi più favorevoli… Specialmente negli ultimi tempi il fenomeno dell’Effetto Alone è stato analizzato anche relativamente al settore commerciale e del marketing dei prodotti, poiché esso condiziona il nostro giudizio.

È la percezione che abbiamo anche sui prodotti, in special modo quelli appartenenti a uno specifico brand (o marchio o linea di prodotti). Per via di questa ingannevole distorsione mentale, le case produttrici più famose e prestigiose in genere godono di un sostanziale vantaggio. Nel senso che che beneficiano del fenomeno Effetto Alone quando lanciano un nuovo prodotto.

Nel caso in cui la marca venga percepita con un giudizio positivo dai consumatori. Se in precedenza la casa produttrice ha commercializzato un prodotto di successo, gli acquirenti tenderanno ad estendere il giudizio positivo dato al prodotto precedente anche sul nuovo prodotto, pur non sapendo ancora nulla delle sue caratteristiche.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

Ritorna Umbertissima alla sua seconda edizione nella galleria Umberto I

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Due giorni di arte, moda, design, musica e letteratura

Venerdì 1 e sabato 2 novembre, in concomitanza con il weekend dell’arte, la galleria Umberto I, ex ospedale di via della Basilica, a Torino, ospiterà per il secondo anno consecutivo la rassegna d’arte Umbertissima. Si tratta di due lunghe serate organizzate da JK’s Gallery e Cristinai & Co, dedicate ad arte, fotografia e design, moda, talk, musica classica, elettronica e jazz. Venerdì prenderà il via la rassegna alle 18 con le mostre “I Love You, Fuck You! Dedicated to…”, “Gallery friends”, “Galerie des Refusès”, “Gallery Face”, set fotografico e shooting di Gianni Oliva e Michele Rubino, “Fai un salto in galleria”, fotografie di Michele d’Ottavio. Alle 19.30, alla JK’s Gallery si aprirà uno spazio dedicato ai libri, che avrà un appuntamento importante alle 21 con “Boom del bookparty-quando la lettura diventa gesto sociale” con Abracabook. Sabato 2 novembre, alle 19.30, al fianco delle presentazioni librarie, ci saranno le performance di moda, che vedono in scaletta Cristina Pistoletto Parade, “Instant Collage Composition”, performance dell’artista, danzatrice, creatrice di moda Samanta Lai, in collaborazione con Belfiore Danza Contemporanea. L’atmosfera di Umbertissima sarà accompagnata da una colonna sonora composta da musicisti Jazz di musica classica e di set di Franco B.E. Non mancherà l’arte anche sotto forma di luci d’artista, in quanto la galleria accoglie la luce d’artista di Marco Gastini dal titolo “L’energia che unisce si espande nel blu”. 

Mara Martellotta 

Foto: Museo Torino

Il grande rugby torna a Torino: il 23 novembre la sfida tra gli azzurri e gli All Blacks

E’ iniziato il conto alla rovescia per Torino e l’Allianz Stadium che, sabato 23 novembre, ospiteranno il test-match conclusivo delle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series tra l’Italia di Gonzalo Quesada e gli All Blacks neozelandesi, la squadra simbolo del grande rugby internazionale che sfiderà gli Azzurri nello stadio di casa della Juventus.

Il capoluogo piemontese, che nella propria storia ha accolto la Nazionale Italiana Rugby in tre occasioni, sempre allo Stadio Olimpico,, torna ad ospitare l’Italrugby a nove anni di distanza dall’ultimo appuntamento – in preparazione alla Rugby World Cup 2015 contro la Scozia – e lo fa con la sfida più iconica e sentita di un trittico autunnale che, per Lamaro e compagni, prenderà il via sabato 9 novembre ad Udine contro l’Argentina per poi proseguire domenica 17 novembre a Genova contro la Georgia prima di concludersi con l’appuntamento torinese, il più atteso non solo dagli appassionati ma dagli sportivi di tutta Italia.


Quasi quarantamila i biglietti già venduti da FIR per la partita contro la Nuova Zelanda, unico avversario sulla scena internazionale, insieme all’Inghilterra, mai battuto nei precedenti confronti dall’Italrugby.

 

Torino e l’Allianz Stadium continueranno ad ospitare la Nazionale Italiana Maschile anche nel 2025 e nel 2026, grazie all’accordo sottoscritto tra FIR e Juventus e che porterà ogni autunno nell’impianto del capoluogo il più prestigioso dei tre appuntamenti autunnali previsti dal calendario internazionale, consolidando la città sabauda come meta di riferimento per il turismo sportivo. 

 

“Dopo il ciclismo, il grande tennis, con questo match Torino e il Piemonte fanno un ulteriore passo avanti e arrivano a ospitare una sfida iconica, che risveglia passione e interesse anche tra chi non è tifoso di rugby. Avere qui, la nazionale italiana e i celeberrimi All Blacks significa rendere, ancora una volta, questo territorio la capitale mondiale dello sport. E ci piace che questo avvenga con il rugby, una disciplina bellissima che finalmente recluta appassionati e tifosi anche nel nostro Paese. Eventi come questo non sono solo spettacolo, ma rappresentano un’opportunità di crescita che coinvolgono le famiglie, ispirano i giovani e soprattutto lasciano un’impronta nel tempo. E, come amministratori, abbiamo il dovere di sostenere e promuovere questo fermento sportivo, perché lo sport crea legami, identifica valori e ci permette di guardare al futuro con maggiore fiducia e coesione” hanno dichiarato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’Assessore allo Sport Marina Chiarelli. 


“Accogliere gli All Blacks, vera e propria leggenda del mondo del rugby e icona dello sport mondiale, sarà un imperdibile evento – ha dichiarato il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo- e, insieme, una importante opportunità di visibilità per il territorio. Nell’anno che vede la nostra Torino sempre più meta di grandi eventi sportivi internazionali, con il grande successo del Tour De France in estate, il mese di novembre, dopo le attesissime Nitto Atp Finals, porterà in città i campioni del rugby insieme ad appassionati e tifosi da tutto il mondo per un match che si annuncia sin d’ora attesissimo. Un appuntamento che intende essere il primo passo per la presenza del grande rugby a Torino e del quale siamo davvero molto contenti”.

“Vedere in campo la Nazionale italiana che sfida un simbolo dello sport internazionale come gli All Blacks – ha aggiunto l’assessore allo Sport della Città di Torino Domenico Carretta – è un orgoglio per Torino e si inserisce nella nostra visione di città come polo attrattivo per i grandi eventi sportivi, che possono essere di ispirazione per tante ragazze e tanti ragazzi e avvicinarli alla pratica sportiva di base”.

“Siamo felici di poter aprire le porte dell’Allianz Stadium alla Nazionale Italiana di Rugby, in quello che sarà il primo grande evento non calcistico ospitato dalla sua apertura. Ancora più orgogliosi dell’accordo raggiunto con FIR, che ringraziamo per la fiducia, perchè ci consentirà di proseguire questo percorso anche nei prossimi anni. Come Juventus siamo da sempre molto attenti agli eventi del nostro territorio e anche in questo caso abbiamo voluto dare un forte segnale e accompagnare l’avvicinamento a questo grande match con la mostra “The Hearth of Rugby” che ospiteremo all’interno dello Juventus Stadium fino al 24 novembre 2024” ha detto il Presidente di Juventus FC, Gianluca Ferrero.

Andrea Duodo, Presidente della Federazione Italiana Rugby, ha dichiarato: “Siamo profondamente emozionati per il trittico internazionale d’autunno che ci attende e la sfida di Torino contro gli All Blacks rappresenta l’acme delle nostre Vittoria Assicurazioni Autumn Series.

A quindici anni dalla storica sfida di San Siro, riportiamo gli All Blacks nel cuore del Nord Italia, in uno degli stadi più iconici dello sport nel nostro Paese. Un evento che ha fin da subito catturato l’attenzione e l’immaginazione di tutti, rugbisti e appassionati di tutti gli sport: ospitiamo la squadra di rugby più leggendaria al mondo, l’avversario più temibile, nello stadio più suggestivo. Tutto è pronto per vivere una serata di rugby che resterà nella memoria di tutti noi”.

“Ringrazio il Presidente Ferrero e la Juventus che hanno condiviso da subito questa visione e che, assieme a FIR, hanno creato le condizioni affinché questo sogno si realizzasse, non solo oggi ma anche per il futuro, consolidando i nostri eventi internazionali quali asset strategici per la nostra Federazione e per tutto il movimento, al quale garantiscono un forte impatto economico rappresentando al contempo una straordinaria opportunità di contaminazione del grande pubblico con i valori tipici del nostro Gioco. Voglio ringraziare anche il Governatore Cirio e il Sindaco Lo Russo per il loro sostegno, così come l’Esercito Italiano, che ha messo a disposizione le proprie strutture per la preparazione della nostra Nazionale. I nostri Azzurri trascorreranno qui tutta la settimana, generando un importante lascito su tutto il movimento rugbistico, in particolare tra i più giovani” ha aggiunto il Presidente federale.

Trasformarsi in “Mystery shopper”

Per capire che ci stiamo avvicinando al Natale non è necessario sbirciare il calendario, ovunque compaiono maglioni rossi con ricami inequivocabili, panettoni e dolci dalle forme tradizionali, ma per non  farsi trovare impreparati , non possiamo aspettare  la tredicesima , che per di più è  già destinata a bollette e a spese arretrate , bisogna inventarsi qualcosa per poter avere quel  regalino pronto per l ‘ amica o la vicina di casa o semplicemente per toglierci qualche soddisfazione personale.
E allora ci si trasforma in “Mystery shopper”
Il mystery shopping è un processo in cui individui, noti come “mystery shopper” o “clienti misteriosi”, visitano o interagiscono con le aziende per valutare la qualità del servizio clienti, la conformità agli standard aziendali o altri aspetti dell’esperienza d’acquisto. Questi acquirenti si presentano come clienti normali con l’obiettivo di osservare e riportare dettagli come il comportamento dei dipendenti, la pulizia, la disponibilità dei prodotti e l’esperienza complessiva di acquisto.
Le aziende utilizzano il mystery shopping per raccogliere feedback imparziali e migliorare le loro operazioni. I mystery shopper vengono solitamente ricompensati con pagamenti o rimborsi per gli acquisti effettuati durante le visite.
Oppure puoi diventare un tester di prodotti , cioè  provare prodotti offerti da aziende in modo da fornire un feedback sulle caratteristiche, qualità, funzionalità e altri aspetti del prodotto. Questo tipo di attività è comune per varie categorie di prodotti, come elettronica, alimenti, cosmetici, vestiti e molto altro
Esistono piattaforme o programmi o aziende  che offrono opportunità per diventare tester. Alcune richiedono la compilazione di un profilo, che permette loro di selezionare i candidati adatti in base alle preferenze, abitudini di consumo o necessità specifiche.
Se selezionato, il tester riceve il prodotto gratuitamente per essere provato. Dopo aver testato il prodotto, il tester deve fornire un feedback. Questo può includere la compilazione di questionari, scrivere recensioni dettagliate o partecipare a sondaggi.
i tester possono mantenere il prodotto gratuitamente, soprattutto se il test riguarda prodotti di largo consumo o articoli di uso personale. Altro sistema per guadagnare carte prepagate alcune piattaforme previo registrazione chiedono la scansione della spesa quotidiana dal cellulare.
Altra forma per aver regali personalizzati è sbizzarrirsi nel bricolage o nella preparazione di dolcetti che confezionati con un po’ di fantasia saranno graditissimi regali per tutti. La gioia del donare è impagabile se è frutto del nostro ingegno ancora di più.

GABRIELLA DAGHERO

Rubrica Torino Over