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Quando Garibaldi era torinese

garibaldi

 

Essendo la sua popolarità in crescente ascesa internazionale, gli venne concesso, nel 1859, di insediare in città il suo quartiere generale, fondando così il definitivo corpo militare

 

Miei cari amici lettori, eccoci giunti ad un altro (mi auguro) immancabile appuntamento con Torino e le sue opere. Se l’ultima volta abbiamo parlato di un monumento con una storia un po’ diversa dal solito e avvolta per certi aspetti da un alone di mistero, quest’oggi vorrei ritornare un po’ sul “classicheggiante” parlandovi del monumento dedicato ad un personaggio indimenticabile ed intramontabile che con le sue gesta ha contribuito a rendere l’Italia lo Stato che noi tutti conosciamo: sto parlando di Giuseppe Garibaldi e del monumento a lui dedicato. (Essepiesse)

 

Gli articoli precedenti sui monumenti torinesi sono pubblicati nell’archivio della rubrica ARTE

 

Collocato su corso Cairoli, precisamente sul marciapiede rivolto verso via dei Mille, Giuseppe Garibaldi è rappresentato eretto in cima ad un alto piedistallo, da cui affiorano delle rocce rappresentanti gli scogli dell’Isola di Caprera, mentre con le mani sostiene, sul ginocchio destro, la spada rinfoderata; indosso ha il caratteristico poncho ed il foulard annodato al collo. Sui lati opposti del piedistallo sono indicate emblematicamente, in scudi, le due anime del Risorgimento, per l’unità d’Italia: sul lato sinistro la scritta “I Mille” e sul lato destro il toro rampante, stemma di Torino. Sul sottostante basamento sono disposte due figure allegoriche.

 

Sul fronte, verso l’angolo sinistro, l’Italia è rappresentata da una figura femminile seduta, coronata d’alloro, nell’atto di reggere nella mano destra un fascio consolare e nell’altra la bandiera nazionale, mentre sul retro, verso l’angolo destro, il leone ruggente raffigura la forza popolare. Nato a Nizza il 4 luglio del 1807 e morto a Caprera il 2 giugno 1882, passato alla storia anche per il suo grido di battaglia <<Qui si fa l’Italia o si muore!>>, Giuseppe Garibaldi fu un generale, un patriota, un condottiero ed anche uno scrittore italiano. Noto anche con l’appellativo di “Eroe dei due mondi” per le sue imprese militari compiute sia in Europa, sia in America meridionale, è stato la figura più rilevante del Risorgimento oltre che uno dei personaggi storici italiani più celebri al mondo.

 

I suoi rapporti con la città di Torino furono analoghi rispetto a quelli con le altre città, data soprattutto la frequenza con cui si recava nella città per concertare proprio con la dinastia Savoia la costituzione dell’identità nazionale. Giunse a Torino per la prima volta nel 1848 (al ritorno dal suo esilio in Sud America), per schierarsi con le truppe di Carlo Alberto che, pur non condividendo gli ideali repubblicani, gli riconobbe il comando di una legione di volontari. Essendo la sua popolarità in crescente ascesa internazionale, gli venne concesso, nel 1859, di insediare nella città di Torino il suo quartiere generale, fondando così il definitivo corpo militare. Nonostante fosse osteggiato dall’ala conservatrice del Regno, nell’ottobre dello stesso anno venne accolto trionfalmente con il suo drappello di “camicie rosse”, al ritorno dalla guerra contro l’Austria.

 

Altre temporanee soste nella città vennero effettuate da parte dell’ormai Generale dell’Esercito Piemontese, per pattuire accordi con il Parlamento Subalpino attraverso l’intermediazione politica di Camillo Benso Conte di Cavour. L’esito conclusivo di tali avvicendamenti si ebbe nel 1860 con l’organizzazione della cosiddetta spedizione dei Mille (nei territori ancora occupati della penisola) e la proclamazione, nel marzo del 1861, del Regno d’Italia. La municipalità di Torino, quale prima capitale della neo istituita nazione, conferì a Giuseppe Garibaldi (sempre nello stesso anno), l’onorificenza del diritto di cittadinanza e gli dedicò appunto, postuma morte, l’opera monumentale che solennemente lo rappresenta.

 

Il legame storico ed indissolubile che “l’eroe dei due mondi” stabilì con la monarchia sabauda per sancire l’Unità d’Italia, venne appunto evocato dalla scultura commemorativa che venne eretta nella città in suo onore. Per riconoscere i doverosi tributi dell’acclamato “uomo del Risorgimento”, il quotidiano La Gazzetta Piemontese promosse, il 3 giugno 1882 (all’alba del suo decesso nell’Isola di Caprera) una pubblica sottoscrizione, mentre il Consiglio Comunale promosse l’elezione di una Commissione per onorarne la memoria e successivamente deliberò di contribuire all’esecuzione di un’opera monumentale. Per selezionare l’opera da realizzare la municipalità provvide a bandire, nel giugno del 1883, un concorso artistico e nominò un’apposita giuria per valutare i disegni proposti dai vari artisti candidati.

 

Il primo premio fu conferito al noto scultore comasco Odoardo Tabacchi, docente presso l’Accademia Albertina di Torino. Il disegno del bozzetto premiato venne pubblicato sulla rivista Illustrazione Italiana unitamente ad una descrizione in cui si evidenziava l’espressione pacifica e riflessiva del condottiero.Nel ritrarlo non furono trascurati i dettagli che concorsero a definirne la popolare effige, come la folta barba, il poncho sul busto ed altri elementi, mentre nelle restanti parti del complesso scultoreo vennero rappresentati i simboli dei principali fautori del sodalizio politico per l’unificazione nazionale.

 

L’ubicazione dell’opera completata fu decretata presso il Borgo Nuovo lungo il viale alberato, in affaccio sul fiume Po. Il fronte principale della scultura fu volta, in modo allusivo e celebrativo, alla via rinominata in onore dei Mille, suoi sostenitori. Il monumento venne inaugurato il 6 novembre 1887, giorno della ricorrenza ( 27 anni prima) dell’ingresso in Napoli di Garibaldi, a fianco del re Vittorio Emanuele di Savoia. Il solenne evento si svolse alla presenza di autorevoli rappresentanze politiche, membri del Comitato promotore e diverse associazioni operaie e militari, inclusi i superstiti della spedizione dei Mille, richiamando anche una grande partecipazione di folla.

 

Per quanto riguarda il luogo di collocazione del monumento bisogna dire che l’opera celebrativa di Giuseppe Garibaldi si prospetta lungo il viale alberato di corso Cairoli, avendo come sfondo il suggestivo scenario paesaggistico delle sponde del fiume Po e della collina, fra la cui folta vegetazione si delineano edifici simbolo della storia di Torino. 

Le prescrizioni ottocentesche del “Plan Général D’embellissement” modificarono l’assetto della capitale barocca prevedendo, presso il Borgo Nuovo, l’espansione edilizia destinata al ceto borghese e la costituzione delle “promenade pubblique”, corrispondenti con gli attuali corsi titolati a Cairoli e Vittorio Emanuele II. A seguito di numerose proposte vagliate, il Consiglio Comunale stabilì che l’opera venisse collocata lungo il viale sul Po, soprastante il tratto di recente realizzazione dei Murazzi e rivolto alla via dei Mille; inoltre secondo uno specifico programma encomiastico, si decise oculatamente che lo sguardo del condottiero si volgesse alla prospiciente via, rinominata in onore dei suoi seguaci. Il viale Lungo Po oggi si presenta come un belvedere su cui si erge il monumento a Giuseppe Garibaldi che oltre a celebrare la memoria storica del personaggio rievoca, nell’immaginario collettivo, l’atmosfera affascinante dell’epoca.

 

 Anche per questa volta la nostra “passeggiata con il naso all’insù”, forse questa volta un po’ più lunga del solito, termina qui. L’ appuntamento è come sempre fissato alla prossima settimana dove scopriremo insieme altre meraviglie della nostra città.

 

(Foto: il Torinese)

Simona Pili Stella

PD Borgiallo: arriva il governatore

La prima uscita di Chiamparino da presidente in Valle Sacra

 

chiampafotoL’intitolazione del circolo del Partito Democratico a Borgiallo in Valle Sacra a Sergio Clerico (per anni primo cittadino e consigliere del comune canavesano) sarà anche la prima uscita in Valle da presidente della giunta regionale di Sergio Chiamparino. L’evento si tiene venerdì 12 dicembre, al centro culturale in piazza San Tucano a Borgiallo.

 

Dopo i saluti del sindaco Franca Cargnello e l’introduzione del segretario del circolo Pd Valle Sacra, Franca Orso, seguiranno gli interventi di Franco Casassa, Renzo Ciaiolo, Gianfranco Morgando e Franco Revelli, mentre sarà proprio Chiamparino a trarre le conclusioni. Al termine è previsto un buffet con i prodotti tipici della Valle Sacra.

 

Massimo Iaretti

 

 

Boccata d’ossigeno per i Granata

Copenaghen-Torino 1-5. E pensare che la partita era iniziata nel peggiore dei modi

 

Torino-CopenhagenFinalmente una boccata d’ossigeno. Il Toro ritrova la vittoria dopo un periodo difficile che si era apert con la sconfitta in casa contro il Sassuolo. E’ troppo presto per parlare di una vera guarigione, ma un 5-1, seppure con gli avversari in nove, e il conseguente passaggio della fase a gironi contribuiscono a ridare fiducia e serenità alla squadra. E pensare che la partita era iniziata nel peggiore dei modi, infatti dopo pochi minuti dal calcio d’inizio Gaston Silva sbaglia un retropassaggio consegnandolo direttamente all’attaccante avversario, Glik cerca di rimediare spazzando via, ma l’attaccante avversario devia il pallone che si infila sotto l’incrocio dei pali.

 

Per fortuna dopo il Toro si sveglia grazie all’estro di Josef Martinez che riporta il risultato in parità con un gran goal e un quarto d’ora dopo provoca la prima espulsione dei danesi. La seconda espulsione arriva al 40′ per un fallo in area di Zanka su Amauri che porta al rigore per i granata. Dal dischetto si presenta lo stesso Amauri che spiazza il portiere e regala il vantaggio alla squadra di Ventura. Nella ripresa il Toro dilaga con i goal di Martinez ( prima doppietta granata per il Vinotinto), Darmian e Gaston Silva. Potrebbe sembrare un paradosso, ma in una fredda notte danese la squadra di Ventura ritrova il calore dei suoi tifosi.Il Sogno europeo continua, ma ora i granata devono svegliarsi al più presto dall’incubo che stanno vivendo in campionato che li vede quartultimi in classifica a due punti dalla zona retrocessione.

 

Filippo Burdese

 

Susanna la rossa in piazza contro il Jobs Act e il rischio licenziamenti

 

La prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori

 

sciopero cgil 2“E’ bene che ci sia rispetto reciproco tra governo e sindacati e che non ci siano esasperazioni come quella di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese”. Così il presidente Giorgio Napolitano ai giornalisti, prima di lasciare Torino alla fine della sua visita, in riferimento allo sciopero e alle manifestazioni dei sindacati. Cgil e Uil sono infatti scesi in piazza anche a Torino contro il il Jobs Act e la legge di Stabilità del governo. Il corteo era guidato dalla leader sindacale Susanna Camusso e da Alberto Tomasso, segretario regionale Cgil con il suo collega Gianni Cortese della Uil Piemonte. L’allarme – come ha già scritto il Torinese – riguarda anche la nostra regione dove, la prossima primavera, con la fine della cassa integrazione rischiano di finire sulla strada 30mila lavoratori. sciopero cgil1

 

Il corteo di 50mila manifestanti secondo i sindacati e di 30mila secondo le forze dell’ordine è partito da piazza Vittorio per terminare in piazza San Carlo, dove con Camusso e Cortese hanno parlato dal palco cinque lavoratori e un pensionato. “E’ una scelta del governo se continuare a provare a innescare il conflitto oppure se scegliere di discutere. Deve essere chiaro che noi non ci fermiamo, continueremo a contrastare le scelte sbagliate per avere una prospettiva di lavoro in questo Paese” ha dichiarato Susanna Camusso ai giornalisti, avvolta in un cappotto rosso. E ancora: “Abbiamo dinanzi a noi un tempo della discussione della legge di stabilità in cui ci sono cose importanti, a partire dalle risorse per gli ammortizzatori sociali, ai patronati, alle scelte sul lavoro pubblico e la conferma dei precari oltre al tema delle province fino alla stesura dei decreti che applicano la riforma del lavoro.  L’emergenza che ha questo paese si chiama lavoro, bisogna fare politiche perchè il lavoro ci sia ma non può essere un lavoro qualunque, senza diritti e senza professionalità. Il messaggio per cambiare l’Italia è sciopero cgil3proprio quello di un Paese che investe sul lavoro e sulla sua qualità”.

 

La manifestazione sotto la Mole s’ è tenuta in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. All’altezza del Rondò della forca, in corso Regina ci sono stati scontri tra la polizia e un gruppo di studenti e antagonisti. Nove di loro sono stati fermati.

 

(Foto: il Torinese)

Al Miagola l’ “aperiUAM” di Natale

miagola

Parte dell’incasso verrà devoluto per la realizzazione di un nuovo progetto di pet therapy 

 

Ami i cani, ti piacciono di più i gatti o semplicemente vivi umanimalmente come noi? Allora ti aspettiamo per miagolare insieme all’aperiUAM di Natale mercoledì 17 Dicembre dalle ore 19,00 fino alle 22,00 al Miagola caffè in Via Amendola 6/d a Torino.

 

L’AperiUAM di Natale al Miagola Caffè: un momento per stare insieme, festeggiare e conoscerci meglio attraverso: i nostri divertentissimi giochi a premi per te ed il tuo compagno a 4 zampe, la premiazione del concorso #selfieUAM col tuo cane più apprezzato sui nostri social networks e la proiezione durante la serata del minidocumentario “NOI:UAM”.

 

Abbiamo pensato ad un menù per tutti i tipi di palato: carnivori, vegetariani o vegani al costo di 15 Euro. La tua presenza per noi sarà davvero importante: una parte dell’incasso della serata infatti verrà devoluto dal Miagola Caffè per la realizzazione di un nuovo progetto di pet therapy nel 2015!!! Cosa aspetti a prenotare?

 

Miagola caffè, Via Amendola 6/d a Torino

 

(Foto: il Torinese)

 

Napolitano, bilancio di una visita distante dai cittadini

napolitano

“Bisogna reagire senza indugio a un pericolo di immeschinimento del clima nei rapporti tra Italia e Germania: perché le difficoltà e i dissensi esistono, ma occorre superarli senza cadere sul terreno dei luoghi comuni”

 

La due giorni torinese dei presidenti della Repubblica Italiana e  Federale di Germania, Giorgio Napolitano e Joachim Gauck  ha avuto come momento clou l’apertura al Teatro Regio, del primo Italian-German High Level Dialogue. Una visita, quella del presidente, alloggiato con la moglie Clio al Principi di Piemonte, a dire il vero distante dall’abbraccio di folla. I torinesi, – qualche decina assiepati dietro le transenne – infatti, hanno potuto salutare Napolitano a distanza in una piazza Castello chiusa e blindata. A loro è andato solo il “buonasera a tutti” di “re Giorgio”.

 

L’appuntamento al Regio, apertosi con il saluto di benvenuto del Sindaco di Torino, Piero Fassino, è stato occasione per fare una riflessione sull’Europa e la crisi economica. “C’è un impegno condiviso in Europa a sconfiggere la recessione, scongiurare la deflazione, adottare misure idonee a rilanciare la crescita – ha detto il capo dello Stato – Ma tutto ciò senza trascurare la prospettiva del riequilibrio e risanamento delle nostre finanze pubbliche, dei nostri bilanci”.

 

Qualche considerazione anche sul rapporto tra Italia e Germania: “Troppo spazio abbiamo dedicato al confronto su questioni finanziarie e tecniche che già si sono rivelate di grande peso nelle nostre economie e per i nostri cittadini ma che non possono farci dimenticare una più ampia visione comune”.

 

“Bisogna reagire senza indugio a un pericolo di immeschinimento del clima nei rapporti tra Italia e Germania: perché le difficoltà e i dissensi esistono, ma occorre superarli senza cadere sul terreno dei luoghi comuni, dei clichè negativi che rimbalziamo da una parte all’altra, senza dialogo, pieno rispetto e amicizia tra i nostri due Paesi non c’è Europa e non può esserci futuro per una Europa unita nel mondo di oggi e di domani”.

 

Napolitano ha poi preso parte ad una cena di gala a Palazzo Madama, con un centinaio di invitati, da Chiamparino a Fassino con i quali non saranno certo mancati riferimenti ai trascorsi comuni nel vecchio Pci. Con il presidente  Gauck, anche il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, gli ex premier  Letta e Monti. E oggi alla reggia di Venaria un vertice High Level Panel di circa 30 rappresentanti di ciascun Paese, esponenti del mondo delle istituzioni, dell’imprenditoria, della scienza e della cultura.

 

(Foto: www.quirinale.it)

Il venerdì nero dei trasporti: disagi tra le 9 e le 20

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I mezzi GTT urbani e suburbani non circoleranno dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 20

 

Oggi sciopero nazionale del settore trasporti. I mezzi GTT urbani e suburbani non circoleranno dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 20; le linee extraurbane e il servizio ferroviario (sfm1 e sfmA) saranno in sciopero dalle 12 alle 14.30 e dalle 17 alle 23. Tutte le informazioni sul sito GTT. La ZTL Centrale (quella normalmente attiva dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 10.30) in occasione dello sciopero è sospesa; accese telecamere di vie e corsie riservate.

 

(Foto: il Torinese)

Città violenta, tabaccaio ammazzato di botte in via Veglia

carabinieri xx

L’omicida si è probabilmente voluto vendicare di un affronto subito

 

Una violenza assurda e brutale è la causa della morte di un tabaccaio di 57 anni. Il suo nome è Enrico Rigollet, picchiato a morte da un cliente, Giuseppe Cerasa di 38 anni, anche se saranno le indagini a scoprire se è morto per le percosse o per un malore causato dallo choc subito. Il tragico episodio è avvenuto a Torino in via Veglia, lunga arteria periferica della metropoli. L’aggressore è stato arrestato dai carabinieri. Pare che il Cerasa si sia  presentato nel pomeriggio in tabaccheria dove, a causa del suo comportamento non gradito,  era stato allontanato dal titolare e dal fratello. Sembra che l’uomo sia successivamente tornato per vendicarsi dell’affronto. Così,  dopo un aspro scontro verbale è passato alle percosse.

Quelle misteriose complicità sulle Brigate Rosse

Moro Br

A PALAZZO CISTERNA  “LA ZONA GRIGIA” 

 

Nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna (sede della Provincia di Torino, in via Maria Vittoria), è stato  presentato il libro di Massimiliano Griner “La Zona Grigia”, edito da Chiarelettere. Presenti oltre all’autore, Massimo Coco (figlio del Procuratore generale di Genova ucciso dalle Brigate Rosse l’8 giugno 1976), Dante Notaristefano (Presidente dell’Associazione Vittime del Terrorismo), l’avvocato Alessandro Melano, lo storico e Presidente del Centro Pannunzio, Pier Franco Quaglieni. Modererà l’incontro il giornalista Luciano Borghesan, Vice-Presidente del Circolo della Stampa di Torino.

 

Quella delle Brigate Rosse e dei lutti che provocarono è una storia mai del tutto chiarita, i cui protagonisti sono in parte ancora presenti sul palcoscenico della politica e della società. Migliaia di persone (non meno di 10.000 i fiancheggiatori delle BR secondo un rapporto del PCI), tra simpatie, silenzi, complicità indirette o scoperte, resero possibile una guerra che ha lasciato troppi morti e feriti e che ha infangato il sogno di giustizia di tanti giovani impegnati allora a difendere la democrazia dall’eversione fascista.

 

Da sole le BR non ce l’avrebbero fatta a mettere in ginocchio un Paese intero. In questo libro si vuole ricostruire il percorso di chi, tra le file della borghesia e anche della classe operaia, ha aderito, simpatizzato o accettato di coprire e giustificare il fenomeno terroristico. Negli uffici, in fabbrica, nelle aule universitarie, nei giornali molti simpatizzavano con chi aveva scelto la linea di opposizione violenta allo Stato. Talvolta è mancata una franca assunzione di responsabilità ed è prevalsa la voglia di chiudere con il passato, cancellandolo. Per paura, per vergogna, per calcolo di potere. 

(www.provincia.torino.it)

Famiglie, futuro e integrazione con la Diocesi

curia

Interverrà il dott. Pietro Boffi, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Famiglia

 

Famiglie e futuro – Occasione di conoscenza e integrazione tra culture: l’incontro si svolge   sabato 13 dicembre alle  ore 16, in via Cottolengo 22 a Torino.

 

Gli Uffici Famiglia e Migranti invitano le famiglie a partecipare. interverrà il dott. Pietro Boffi, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Famiglia che aiuterà a riflettere sui temi legati all’incontro e al superamento di pregiudizi e paure.

 

(Foto: il Torinese)