ilTorinese

Le pagelle di Roma Torino (3-0)

logo-toroIl Toro, dopo la sconfitta di Helsinki, perde un’ altra partita, questa volta in casa della Roma di Garci

 

I granata giocano bene, ma i giallorossi portano a casa i tre punti, senza particolari affanni, grazie ai guizzi dei suoi fuoriclasse.

 

Gillet 5: Non ha particolari colpe sui gol della Roma, nel primo tempo viene salato dalla traversa su una grande punizione di Pjanic;

 

Maksimovic 5: Come tutta la difesa non riesce a reggere l’urto dell’attacco giallorosso;

 

Glik 5: Cerca di reggere la difesa, ma quando la Roma accellera diventa impossibile;

 

Moretti 5,5: Stesso discorso fatto per i suoi compagni di reparto, il mezzo voto in più è per la (meritatissima) convocazione in Nazionale;

 

Bruno Peres 6: Con la sua tecnica e la sua velocità riesce a più riprese a mettere in difficoltà la difesa giallorossa;

 

Gazzi 6: Uno dei migliori, combatte tutta la partita, anche dopo il 3-0;

 

Vives 5,5: Buono in fase d’interdizione, ma meno lucido quando si tratta di impostare (dal 43′ Nocerino 5: si vede poco e appare ancora leggermente fuori forma);

 

Farnerud 5: Spreca un’ottima ripartenza nel primo tempo e per il resto della partita è quasi invisibile (dal 45′ Sanchez Mino 5: entra per dare più imprevedibilità alla manovra, ma non riesce a incidere);

 

Darmian 5,5: Fisicamente provato dai tanti impegni consecutivi, è meno decisivo del solito;

 

El Kaddouri 5: Le sue qualità sono indubbie, ma continua a farle vedere con una discontinuità allarmante (dal 75′ Martinez s.v.);

 

Quagliarella 6: Prova più volte la conclusione e quando gli arriva palla è sempre pericoloso;

 

All. Ventura 6: La Roma tira 6 volte, fa 3 goal e prende 1 traversa, contro una squadra così forte e cinica era impossibile fare di meglio, ma se la squadra avesse giocato così anche a Helsinki ora i granata sarebbero già qualificati ai sedicesimi di Europa Leaugue.

 

Filippo Burdese

Un serpente a guardia della droga sul camper

SERPENTEPusher francese 23enne fermato a un posto di blocco

 

Un serpente a guardia della merce. Nascondeva droga e armi sul camper e il carico illegale non era sorvegliato da un pastore tedesco ma da un serpente velenoso. I carabinieri della Compagnia di Chivasso lo hanno arrestato. Non il serpente ma un pusher francese 23enne. E’ stato fermato a un posto di blocco. Sul camper,  hashish e marijuana, un machete, un arco e due balestre con tanto di  frecce. Il giovane  è stato inoltre  denunciato per porto d’armi abusivo. Sequestrato il camper, con il suo insolito guardiano

La manovrina regionale salva i redditi bassi ma colpisce il ceto medio

giunta regionale chiampa Lo scopo della Giunta è evitare il crack finanziario e ottenere da Roma, in cambio dei sacrifici, la rinegoziazione dei mutui che incidono pesantemente

 

La “manovrina” della Regione Piemonte ammonta a 100 milioni, ma non infierisce sui redditi più bassi. E’ previsto un maggior gettito dall’ addizionale Irpef di 64 milioni, e vari interventi su bollo auto, impianti termici e canone di concessione delle acque. Un pacchetto fiscale che, spiega il governatore Sergio Chiamparino “vale un quinto dei 500 milioni che alla Regione mancheranno dal 2015. Invariate le aliquote fino a 28 mila euro, ritocco lieve fino a 55 mila”.

 

Insomma, una manovra politically correct che – pur aumentando le imposte – non va a toccare le fasce più deboli della popolazione. Lo scopo è evitare il crack finanziario e ottenere da Roma, in cambio dei sacrifici, la rinegoziazione dei mutui che incidono pesantemente.

 

Gli aumenti partiranno da gennaio 2015. Queste le nuove aliquote: 1,62% per i redditi fino a 15 mila euro (invariata); 2,13% per i redditi oltre 15 mila e fino a 28 mila euro (invariata); 2,75% per i redditi oltre 28 mila e fino a 55 mila euro (era 2,31%); 3,32% per i redditi oltre 55 mila e fino a 75 mila euro (era 2,32%); 3,33% per i redditi oltre 75 mila euro (era 2,33%).  

“A chi il Colle? A noi!” Piero e Sergio aspirano alla poltrona di Re Giorgio

chiampafassinoquirinaleFassino e Chiamparino, il Lungo e il Fortunato, si fanno prontamente avanti, aggiungendo i loro nomi alla lunga lista dei successori. Come diceva Bismarck degli italiani – “Non hanno denti paragonabili al loro appetito” – non c’è limite alle ambizioni

 

Si è aperta ufficiosamente la corsa al Colle più alto della politica italiana. Napolitano, unico presidente rieletto nella storia della Repubblica, il prossimo giugno compirà 90 anni e secondo le voci fatte trapelare “da ambienti del Quirinale” intenderebbe concedersi il meritato riposto. Oltre tutto, il premier Renzi pare stia accelerando sulle elezioni anticipate, visto che non gli riesce di imporre un po’ di disciplina all’ala bersanian-d’alemiana-cuperliana-civatiana del Pd, e considerato che l’economia italiana, nonostante le sue magie da illusionista, si ostina a non risollevarsi dal torpore in cui è caduta da troppo tempo.

 

Re Giorgio ha comunque ribadito che non sarà lui a sciogliere le Camere e aprire anticipatamente le urne, per cui la questione della sua successione ricadrà ancora su questo Parlamento. Ed ecco che i due dioscuri della politica piemontese, Fassino e Chiamparino, il Lungo e il Fortunato, si fanno prontamente avanti, aggiungendo i loro nomi alla lunga lista dei successori. Il primo sta cercando disperatamente una exit-strategy per sfuggire alla “minaccia” di una rielezione a sindaco (scade nel 2016) che vede peggio di una condanna all’ergastolo.

 

Il secondo, sceso dai vertici della cassaforte più ricca del Piemonte (la Compagnia San Paolo) per sedersi sulle casse desolatamente vuote della Regione, insidiato da molteplici e fastidiosi altri problemi (rimborsopoli che rischia di azzoppare mezza Giunta e il vertice Pd, l’inchiesta sulle firme false ogni giorno più minacciosa, i tagli e gli aumenti di tasse ai quali sarà costretto, anche per effetto delle decisioni del governo) non vedrebbe l’ora di afferrare al volo – come novello Tarzan – l’ennesima liana di salvataggio. Visto il credito di cui gode a Roma il Pd piemontese, che neppure nel recente rimpastino è riuscito ad acciuffare una poltrona da ministro, temiamo che i due resteranno a bocca asciutta anche nella gara quirinalizia.

 

Però, come diceva Bismarck degli italiani – “Non hanno denti paragonabili al loro appetito” – non c’è limite alle ambizioni. Nel 2016 scade il mandato del segretario generale dell’Onu, il sudcoreano Ban Ki-moon, e Fassino che delle Nazioni Unite è stato inviato speciale in Birmania potrebbe farci un pensierino. E Chiampa? Beh, per lui ci sarebbe in caldo il posto ricoperto da un altro Piemontese (con la P maiuscola, seppure oriundo argentino) ma, purtroppo per lui, in questo caso la scadenza non è determinata.

 

Ghinotto

La Roma travolge i Granata 3-0

toro flagQUI TORO

 

Nuova sconfitta per i Granata. La Roma batte il Torino 3-0.  La squadra torinese ha cercato di marcare i giallorossi cercando di non far giocare loro la palla. Ma la Roma, con validi passaggi verticali ha rivelato la carenza tecnica granata. Quagliarella è rimasto troppo isolato, Ventura dovrà rivedere un po’ di cose. Superiore in tutto la Roma ha vinto con pochissima fatica. segna Torosidis all’8°, poi Keita raddoppia di sinistro e nella ripresa chiude Ljajic. Il Toro non ha avuto speranza.

Dopo l’arte Torino si prepara alla Sindone e al 2015 dello Sport

artissima fierapiazza castellomuseiIl percorso di trasformazione sociale e produttiva della città della Fiat, intrapreso negli ultimi 20 anni (che vede nel recupero della Venaria Reale il suo simbolo più evidente) sta continuando passo dopo passo, tra luci e ombre

 

Il lungo weekend dell’arte a Torino ha dato i suoi frutti. Sono stati quasi 200mila i ivistatori delle molteplici iniziative culturali organizzate in città. Il top  si è avuto al Lingotto per  Artissima (dove è aumentato il pubblico pagante, con 194 gallerie partecipanti e i lavori di circa 900 artisti), ma anche a Torino Esposizioni per l'”arte giovane” di Paratissima,  e  per The Others, nelle ex carceri Le Nuove il successo è stato notevole. Eccellente poi il riscontro  della Notte delle Arti contemporanee, di sabato scorso, con tutti i musei e gallerie cittadine aperti. la notte, illuminata dalle 19 installazioni di Luci d’artista è stata una vera e propria festa della cultura: gallerie d’arte e musei aperti, negozi, bar e ristoranti idem. E ieri al Teatro Regio la serata musicale “Nove novembre -1989 Berlino: il suono dei muri che cadono”, il concerto in occasione del 25° anniversario del crollo della Cortina di ferro. Il bilancio positivo delle iniziative culturali fa ben sperare per i prossimi eventi “di massa” che coinvolgeranno la città: la visita di Papa Francesco, l’Ostensione della Sindone e Torino Capitale dello Sport 2015.

 

Il percorso di trasformazione sociale e produttiva della città della Fiat, intrapreso negli ultimi 20 anni (che vede nel recupero della Venaria Reale il suo simbolo più evidente) sta continuando passo dopo passo. E’ ormai un dato di fatto che – seppur tra luci ed ombre legate al fatto che la cultura e il turismo non sono (ancora) sufficienti ad essere fonte bastevole di sostentamento – il volto della città sta cambiando. Le amministrazioni pubbliche dovrebbero prenderne atto investendo di più in questo ambito, per migliorare servizi, accoglienza turistica, fruibilità dei musei e immagine di Torino.

 

Proseguono intanto innumerevoli le mostre nei tanti musei di Torino e cintura. Oltre a quella pensata da Maurizio Cattelan per Artissima, “One Torino” a Palazzo Cavour, “Shite and Die”, una riflessione su arte, vita e senso della morte, si continua alla Gam con  le esposizioni di Roy Lichtenstein e Cecily Brown. Al  Castello di Rivoli fino al 15 febbraio  “2015 Sophie Calle.MadRe” e “Intenzione Manifesta. Il Disegno in tutte le sue forme”. E ancora: la Pinacoteca Agnelli fino al 22 febbraio presenta “Martino Gamper. design is a state of mind”, Palazzo Madama la mostra fotografica di National Geographic “Women of Vision”, Palazzo Chiablese la mostra sull’Avanguardia russa. E alla Biblioteca Reale i Tesori del Re dove è possibile ammirare la Sanguigna, il celebre autoritratto di Leonardo.

“Cristiani iracheni: la fede nella persecuzione”

Iraq esodo Incontro in Facoltà Teologica a cura di Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS)


Nei giorni scorsi,  nell’Aula Magna della Facoltà Teologica – in via XX Settembre 83 – si è tenuto un incontro dal titolo «Cristiani iracheni: la fede nella persecuzione». L’incontro era organizzato dalla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) con il patrocinio dell’Ufficio della Cultura della Diocesi di Torino.

 

Dopo i saluti iniziali di monsignor Valter Danna, vicario generale della Diocesi di Torino, è intervenuto Massimo Ilardo, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre-Italia, per presentare l’ultima edizione del Rapporto ACS sulla libertà religiosa nel mondo in uscita il 4 novembre 2014.

 

Nato nel 1999, il Rapporto – giunto quest’anno alla XII edizione – fotografa il grado di rispetto della libertà religiosa in 196 Paesi con attenzione non soltanto alla situazione delle comunità cristiane ma a quella dei fedeli di ogni credo. Il Rapporto rappresenta la doppia missione di ACS che sin dalla fondazione nel 1947 ha saputo coniugare il sostegno alla pastorale della Chiesa e la denuncia delle persecuzioni religiose e delle limitazioni alla libertà religiosa in tutto il mondo.

 

E’ seguito l’intervento di Pascale Warda, già Ministro iracheno per le Politiche migratorie e fondatrice Società Irachena per i Diritti Umani. L’attivista ha raccontato la drammatica situazione dei cristiani e degli appartenenti alle altre minoranze religiose, a seguito della conquista di vaste aree dell’Iraq da parte dei jihadisti dello Stato Islamico.

 

120mila cristiani iracheni sono ora rifugiati nel Kurdistan in attesa di conoscere quale sarà il loro futuro. Sono passati ormai più di quattro mesi dall’inizio dell’avanzata dello Stato Islamico, che per migliaia di famiglie ha significato dover abbandonare la propria casa e la propria vita in cerca di salvezza. Questa drammatica crisi è tuttavia soltanto l’ennesimo capitolo di una dolorosa storia di persecuzione, che negli ultimi anni – e in particolar modo dall’inizio della guerra nel 2003 – ha portato più di un milione di cristiani ad abbandonare l’Iraq.

 

Aiuto alla Chiesa che Soffre – che sostiene la Chiesa irachena dal 1983 – è stata sin da subito al fianco dei cristiani e della popolazione irachena. Il 19 giugno 2014, appena 10 giorni dopo la presa di Mosul da parte dello Stato Islamico, la fondazione pontificia ha stanziato un primo contributo di 100mila euro, cui ne è seguito un altro, della stessa entità, nello scorso agosto. In questi mesi diverse delegazioni di ACS hanno visitato il Kurdistan iracheno per mostrare vicinanza alla Chiesa e alla popolazione, e al tempo stesso studiare un piano efficace di aiuti.

 

Inoltre ad ottobre è stato approvato un piano straordinario di aiuti per l’Iraq, per un valore di quattro milioni di euro. Sono diversi i progetti finanziati che aiuteranno gli oltre 120mila rifugiati cristiani a far fronte all’imminente inverno. Tra questi, forniture di cibo e alloggi per i rifugiati, e otto scuole prefabbricate che permetteranno a circa 15mila bambini di continuare a studiare.

 

«La più grande sfida davanti alla morte in ragione della fede è continuare a vivere nella fede sempre, anche in quel breve momento che ci separa dalla morte» (Monsignor Emil Shimoun Nona, arcivescovo caldeo di Mosul).

 

“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2013 ha raccolto oltre 88,3 milioni di euro nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato 5.420 progetti in 140  nazioni.

Ostensione Sindone: al via le prenotazioni on line

PAPAE’ possibile registrarsi da subito fino alla fine dell”evento

 

Con l’annuncio della visita di papa Francesco in città, il prossimo 21 giugno, la diocesi di Torino ha avviato le prenotazioni online per la visita al Sacro Lino. E’ così attivo il servizio di prenotazione telematica per la visita al Sacro Telo in occasione dell’Ostensione straordinaria (19 aprile – 24 giugno 2015).

 

La procedura richiede pochi minuti: è necessario possedere un indirizzo email valido e fornire un numero telefonico attivo nell’apposito campo dei dati personali. La prenotazione può essere effettuata per visite singole o di gruppo. Al termine del processo di prenotazione verrà rilasciato un codice che, insieme al cognome, si potrà utilizzare per modificare o eliminare la prenotazione. Il biglietto della prenotazione verrà recapitato via e-mail.

 

(www.sindone.org)

 

Proposte: 1915/1918, in memoria degli “eroi al contrario”

PRIMA GUERRAUna proposta che farà sicuramente discutere. Il deputato Fabio Lavagno chiede la riabilitazione dei militari fucilati nella Grande Guerra. E’ un’iniziativa  importante per costruire una vera coscienza condivisa

 

Solitamente se si parla di revisionismo storico la mente corre a destra, con la rivisitazione della storia per fatti inerenti il fascismo, il nazismo o altri fenomeni autoritari o totalitari che vi furono in Europa negli anni Trenta. Questa volta, però, la rivisitazione storica arriva alla parte opposta. Fabio Lavagno, deputato del gruppo di Libertà e Diritti Socialisti Europei, fuoruscito da Sel e prossimo ormai all’approodo al Partito democratico (gli manca soltanto la tessera con altri compagni in questo viaggio verso il lido di Matteo Renzi), ha presentato una proposta di legge per restituire dignità e memoria ai soldati italiani uccisi per fucilazione e decimazione nella Grande Guerra.

 

Complessivamente sono 750 i militari finiti davanti al plotone d’esecuzione e caduti nell’oblio. L’argomento, come molti altri el nostro passato, è sicuramente destinato a fare discutere perché nel nostro Paese una memoria condivisa non esiste, visti i 22 anni di fascismo, la guerra civile, il mito resistenziale. Il fatto è che ci sono circa 750 militari che vennero fucilati passati per le armi, fucilati e condannati al disonore, perché il Comando Supremo (e il comandante era un certo Cadorna, il che è tutto dire) era convinto che questi fossero gli esempi di cui il Regio Esercito avesse bisogno. In altri Paesi questa situazione è stata superata. Tre lustri fa a Craonne, il premier francese Lionel Jospin voltò pagina, cancellandola, su questa “damnatio memoriae” e la Francia non ebbe certamente la mano meno pesante sui propri figli in armi, anzi. E in Italia ?

 

Da alcuni anni, ad esempio, in Friuli, varie persone, parti politiche e amministrazioni, chiedono un gesto di clemenza postuma nei confronti di quattro alpini del battaglione Monte Arvenis fucilati a Cercivento perché la loro compagnia aveva controproposto a un assalto suicida alla cima de lCellon, che sovrasta il passo Monte Croce Carnico, un attacco notturno con il favore delle nebbie. Nello specifico dal 1988 il il pronipote dell’alpino Silvio Ortis, fucilato con 3 compagni il 1 luglio 1916 in Carnia con l’accusa di diserzione. Dal 1988 si batte per vedere riconosciuta la verità intorno a quei fatti ma l’istanza di abilitazione è stata rigettata in modo beffardo in  quanto, secondo la procedura, la stessa “deve essere proposta dall’interessato” che è stato fucilato quasi ottant’anni fa.

 

Di qui  la proposta di legge che, per rimediare a questa situazione, modifica il codice penale e quello di procedura nel legittimare i soggetti che possono avanzare la richiesta di riabilitazione. “A cento anni dai tragici eventi che hanno sconvolto l’Europa – dice Lavagno – la riabilitazione della memoria di queste vittime appare forse un fatto marginale ma offrirebbe una chiave morale e veritiera di quella che rischia di essere una celebrazione retorica ed un poco mistificatoria”. Quella del deputato piemontese (molto conosciuto anche a Torino per essere stato coordinatore piemontese di Sel) è certamente un’istanza da prendere in seria considerazione se si vuole incominciare veramente a rileggere in chiave moderna, in un mondo che (nonostante questa affermazione, alla luce dei fatti, possa venire considerata utopistica) possa veramente essere letto con lenti diverse e scevro da pregiudizi, da qualunque parte arrivino e qualunque sia l’appartentenza dell’osservatore.

 

Massimo Iaretti

 

 

Quando i medici non riconoscono la violenza

vilenza dddonneI dati emergono dal Congresso nazionale della Simeu (società italiana di medicina di emergenza-urgenza)

 

La violenza  contro le donne che si verifica tra le mura domestiche, spesso non viene rilevata dai medici del pronto soccorso e dagli specialisti. Ben il 69% dei dottori italiani non ha mai sospettato che le ferite esaminate fossero conseguenza di aggressioni subite in casa. I dati emergono dal Congresso nazionale della Simeu (società italiana di medicina di emergenza-urgenza), tenutosi a Torino.