ilTorinese

Arrestato: aveva in casa 250 grammi di crack

RICERCATO SENEGALESE VIENE ARRESTATO DALLA POLIZIA

Gli operatori del Comm.to Barriera Milano hanno proceduto, mercoledì scorso, all’arresto di un trentunenne senegalese, irregolare sul territorio nazionale, ricercato in quanto colpito da un ordine di carcerazione pe l’espiazione di una pena di 1 anno  e 9 mesi di reclusione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino. L’uomo, domiciliato in un appartamento di via Verolengo, è stato individuato dagli agenti e sottoposto a controllo mentre si spostava con la fidanzata a bordo di un’auto. La perquisizione effettuata nel suo alloggio ha portato al rinvenimento ed al sequestro di 250 grammi di crack, di 71 grammi di  sostanza da taglio, della somma in contanti di 43330 euro suddivisa in piccoli tagli, i un bilancino di precisione.

Berlinguer e altri miti di quando la Politica era grande

Enrico Berlinguer è un Mito. Dalla Storia al Mito.
La Storia con la esse maiuscola. Entra appieno
nel Mito anche perché ci si confronta con l’ attuale
pochezza dei politici e del quadro politico. Lo
si rimpiange. Come, sicuramente, si rimpiangono altri
uomini politici di quel tempo. Rimpianto con una sana
polemica in un paese che è stato la patria di guelfi e
ghibellini. Mille anni di scontro tra potere temporale
e potere spirituale. Al di là delle attuali convinzioni
politiche si stima Enrico Berlinguer per il suo sapere
ed il suo dire. Soppesava le parole e non straparlava
mai. Esatto opposto di questo nostro nostro oggi dove
straparlare è  una necessità e l’ incoerenza portata a
metodo e sistema. Enrico Berlinguer non decideva
mai da solo e subito. Sentiva, si informava, studiava,
cercava di condividere e poi decideva. Difficilmente
cambiava idea. Anche qui non per cocciutaggine ma
per convinzione.
Pure, se non sopratutto, nei momenti più drammatici
della sua vita e di  quella del suo partito e del suo paese.
Come nel 1973, con l’incidente in Bulgaria. Incidente
che non fu tale. Era convinzione di tutti ( primo fra tutti
lo stesso Berlinguer) che fosse un tentato omicidio ordito dai comunisti
bulgari ed ordinato dai sovietici. Enrico Berlinguer
rimase cocciutamente e fieramente comunista.
Con una grande, grandissima novità teorica: il
comunismo si costruiva con la democrazia e non
più con la rivoluzione. La presa della Bastiglia come
la presa del Palazzo d’ Inverno superati dalla Storia.

Cari compagni sovietici,
si è esaurita la spinta propulsiva della rivoluzione d’
Ottobre. Ci voleva tanto tanto coraggio ed Enrico
Berlinguer lo ebbe. Gli mancò l’ aggancio per arrivare
al 50 per cento per governare e dunque dimostrare
capacita e fedeltà alla democrazia. Semplice non era.
Aveva contro tutti. Dagli Usa all’ Urss, i due Impierialismi .
Lui imperterrito voleva essere comunista e segretario
di in Partito Comunista. Voleva essere un comunista
democratico. Capisco che per molti è un ossimoro. Lui
ci ha tentato, diamogli atto. Il Mito travalica le umane
cose .
Per antonomasia è qualcosa di irraggiungibile.
Per ciò che ha detto, per ciò che ha scritto e per il suo
inconfondibile stile sobrio raccontati da precisi episodi. Due
avvenuti a Torino. 1977, dopo la conclusione dell’
ennesima Conferenza operaia. Pranzo con i vertici del
PCI Torinese. Presenti Piero Fassino e Giuliano Ferrara. Giovani
cavalli di razza della scuderia comunista subalpina.
Entrambi ambivano a diventare Segretario
provinciale. Fassino nervosetto, impaziente ma
sempre compito.
Ferrara intelligente e scalpitante. Derise
pesantemente Bruno Ferrero segretario regionale
uscente, da lì a poco eurodeputato PCI. Ferrero era
un figlioccio politico di Giorgio Amendola mentore di
Giorgio Napolitano che aveva perso la corsa contro
Berlinguer per fare il segretario nazionale. Il pesante
gioco di Ferrara durò poco. Berlinguer spazientito lo
riprese. Non sopportava questi metodi. Dopo eravamo
certi che Giuliano  non avrebbe mai fatto il
Segretario di Torino. Un anno dopo, altro episodio:  durante i 35 giorni
alla Fiat.
Zona Nizza, davanti al Lingotto. Primo stabilimento
Tailoristico costruito in Italia. Enrico Berlinguer
accompagnato da Lorenzo Gianotti, segretario
provinciale, comparve negli uffici della Zona Lingotto
Millefonti. Parapiglia tra i compagni presenti e relativo
cuore in gola. Il capo del Partito era lì.
Paolo Ielasi responsabile di zona era  il capo locale. Enrico
Berlinguer si accede una sigaretta chiedendo prima
se a qualcuno dava fastidio. Sorrise e domandò.
Domande sulla realtà e sullo stato del Partito.
Classico.
Paolo non riusciva a rispondere. Solertissimo
Gianotti lo anticipava e rispondeva prontamente.
Un sorriso di Berlinguer lo interruppe alla seconda
risposta.
“Caro Renzo, desidero ascoltare le risposte dei
compagni. Non la tua”. Proprio così; una questione di
stile. Enrico Berlinguer è un Mito anche per l’ attuale
pochezza dei politici,  in particolare i leader. Da Giorgio
Almirante alla Meloni, “coatta” di Garbatella.
Da Ugo La Malfa passando per Spadolini al giullare
Beppe Grillo. Dallo statista Aldo Moro alle cose di
piccolo gusto del Presidente del Consiglio Conte. Dal
ribellismo radicale di Marco Panella al Matteo Renzi e
Luigi di Maio, ago della bilancia della politica attuale.
Continuare è inutile. Hanno chiesto ad Emanuele
Macaluso un raffronto tra i padri costituenti e l’ attuale
classe politica.
Impossibile. Li dividono mille anni.
Il tutto è notevolmente peggiorato.
Appunto, inutile aggiungere altro.
Noi ci teniamo ben stretto il Mito di Enrico
Berlinguer.

 

Patrizio Tosetto

GdF scopre lavoro nero nel disco-restaurant

Quando i Finanzieri sono arrivati all’interno del locale, tutto il personale era impegnato in quella che doveva essere una delle tante serate danzanti del fine settimana. Unica “pecca”: quasi la totalità era impiegato irregolarmente.

 

È quello che ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino nel corso di un intervento all’interno di una nota sala da ballo e pizzeria del pinerolese, dove i Finanzieri della Compagnia di Pinerolo hanno sorpreso una quindicina di lavoratori, la stragrande maggioranza italiani, intenti a svolgere le proprie mansioni di camerieri e piazzaioli.

 

Come detto 15 i lavoratori irregolari, praticamente l’intero staff aziendale, esposto, in tal modo, ad elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali, dal momento che tra i lavoratori vi era chi svolgeva mansioni che prevedevano anche l’utilizzo di macchinari e utensili.

Pesanti le conseguenze per il datore di lavoro, un imprenditore italiano cinquantenne. L’uomo ha rischiato la sospensione dell’attività, poi rientrata per aver assunto, così come vuole la normativa, tutto il personale sorpreso a lavorare irregolarmente. Ma oltre alle gravi responsabilità legate alla gestione dei dipendenti sono state riscontrate dai Finanzieri anche anomalie contabili ed amministrative.

 

Nel corso del controllo infatti è stato appurata un’evasione fiscale per oltre 170.000 euro legata ad una passata annualità dove la società coinvolta nella vicenda è risultata essere completamente  sconosciuta al fiscoCirca 16.000 euro, invece, le sanzioni connesse all’utilizzo di manodopera irregolare.

 

L’intervento dei finanzieri ha, come accennato, indotto il titolare della società alla regolarizzazione delle posizioni lavorative, garantendo così al personale i benefici derivanti dalla regolare assunzione e dall’adeguata copertura assicurativa.

“La città sotterranea di Pietro Micca. Ieri e oggi”

Mercoledì 16 ottobre alle ore 17 a Palazzo Cisterna di Via Maria Vittoria 12 il Generale franco Cravarezza , Direttore del Museo Pietro Micca, terrà una conferenza di presentazione del museo Pietro Micca e del suo patrimonio dal titolo “La città sotterranea di Pietro Micca. Ieri e oggi” propedeutica anche  alla visita guidata dello stesso museo , delle sue gallerie e dell’Area archeologica della Cittadella. L’incontro si colloca in concomitanza con il 313 ° Anniversario dell’assedio di Torino del 1706 ,conclusosi con la battaglia del 7 settembre, nella quale le truppe austro-piemontesi, guidate da Vittorio Amedeo II e dal principe Eugenio di Savoia, respinsero definitivamente gli assedianti francesi e spagnoli. La conferenza, organizzata dall’Associazione culturale Cromie ,ha il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. L’ingresso è libero.

Museo Pietro Micca

Associazione Amici Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino

Assoarma Torino

La lezione di Bruno Segre

Giovedì 17 ottobre alle 18,30, nella cornice della mostra internazionale di fotogiornalismo World Press Photo, in corso fino al 17 novembre all’Ex Borsa Valori di piazzale Valdo Fusi, è in programma la conferenza “La lezione di Bruno Segre”.  Nell’occasione verrà presentato il volume “Non mi sono mai arreso” di Nico Ivaldi, Editrice il Punto, alla presenza dell’autore, dell’avvocato Segre, nato a Torino il 4 settembre del 1918, e di Gianni Da Ronco, chiamato a moderare l’incontro (a ingresso gratuito).

 

Il libro racconta Bruno Segre, 101 anni, figura tra le più limpide e coraggiose dell’antifascismo italiano, avvocato protagonista di tante battaglie e decano dei  giornalisti del Piemonte. Combattente partigiano nelle valli del cuneese – dopo aver rischiato la fucilazione nel carcere di via Asti e la deportazione per mano dei repubblichini – nel dopoguerra ha condotto battaglie civili per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza (nel 1949 difese il primo obiettore in Italia) e a favore del divorzio. «Vorrei essere ricordato come una persona che si è sempre opposta a tutti i tentativi di prevaricazione, d’imposizione forzata in sede politica o religiosa. Sul mio sepolcro vorrei il motto di Saul Bellow: “Qui giace un vinto – dalla morte – che non si è mai arreso».

 

L’autore del volume è Nico Ivaldi, laurea in Lettere Moderne e tante collaborazioni con giornali, radio e tivù. Nei suoi libri ha raccontato le sue grandi passioni: i viaggi, il calcio, la sua Torino, gli anni Settanta, il giornalismo. È presente con racconti e brevi storie in alcune antologie e blog. Dirige Piemonte Mese e si occupa di uffici stampa

GSPM Torino conquista lo scudetto ASPMI nel bowling

Dopo il quarto posto a squadre del 2018, i vigili sabaudi sfoderano una prestazione collettiva ai limiti della perfezione 

Birillo dopo birillo, strike dopo strike, il Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino ha incontrato l’ora della sua definitiva consacrazione: i vigili sabaudi sono infatti i nuovi campioni nazionali ASPMI di bowling. La competizione, tenutasi a Montesilvano, in provincia di Pescara, ha visto i gialloblù sfoderare una prestazione collettiva ai limiti della perfezione, che ha consentito loro di migliorare il quarto posto a squadre del 2018 e di issare il vessillo piemontese sul tetto d’Italia.

A sollevare il trofeo destinato ai vincitori sono stati Anna Cirone, Giorgio Di Fazio, Nunzia Fresolone e Andrea Scialò, con quest’ultimo capace di togliersi importanti soddisfazioni anche nel doppio (medaglia di bronzo in coppia con Di Fazio) e nel singolo amatori (oro individuale).

A completare l’organico del GSPM Torino, inoltre, sono stati Emanuela Milano, Silvia Rebeccato, Marta Bertolotti e il presidente Massimo Re.

«Ci siamo comportati davvero bene – ha dichiarato a margine della competizione la responsabile del settore bowling, Nunzia Fresolone –. Ci siamo aiutati vicendevolmente e tra di noi si è creata un’alchimia speciale, che siamo stati bravi a conservare per l’intera durata della manifestazione. Ogni componente del nostro gruppo ha dato il massimo e abbiamo piazzato cinque nostri atleti nelle prime dieci posizioni della graduatoria del torneo singolo: non male, direi».

Per il Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino si tratta del quarto scudetto stagionale, dopo quelli conseguiti nello sci, nel nuoto e nel tennis.

Alessandro Nidi

Tenta di depistare gli agenti: arrestato per spaccio

Ventiquattrenne italiano arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti
All’atto del controllo di Polizia, in via Scotellaro, aveva subito ammesso di aver ceduto una
modesta quantità di marijuana ad un giovane, per strada, che era stata debitamente
sequestrata dagli operatori. Intuito che, per i suoi precedenti, i poliziotti avrebbero proceduto
con la perquisizione domiciliare, il giovane si è reso disponibile a collaborare, consegnando
agli agenti una piccola quantità di stupefacente nascosta in un barattolo di vetro nella camera
da letto. Con questo stratagemma pensava di depistare i poliziotti, che però non sono caduti
nel tranello e hanno proseguivano con la perquisizione nell’appartamento, rinvenendo altre
due buste contenenti 16,5 grammi di cannabinoidi, un bilancino di precisione e svariate
bustine trasparenti per il confezionamento. Il ventiquattrenne è stato arrestato per detenzione
ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Al San Luigi la prima biblioteca pubblica all’interno di un ospedale

PADRINO DELL’INIZIATIVA E IDEATORE DEL LOGO, UGO NESPOLO

Mercoledì 16 ottobre dalle 9.30

Sala Convegni ed ex-pronto Soccorso Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga

Regione Gonzole, 10 Orbassano

Il 16 ottobre nei locali dell’ex-Pronto Soccorso dell’Azienda A.O.U San Luigi Gonzaga verrà inaugurata la prima Biblioteca Pubblica all’interno di un Ospedale a cura dell’associazione San Luigi Gonzaga Onlus.

 

Ugo Nespolo presenterà il Logo da lui ideato in qualità di padrino.

Presenteranno la Biblioteca Pubblica San Luigi Gonzaga Claudio Baccon, Enzo Borio, Bruno Gambarotta, Stefano Geuna, Alberto Sinigaglia, David Valderrama e Pier Maria Furlan, presidente dell’Onlus San Luigi Gonzaga.

 

Una Biblioteca Pubblica perché integrata nel Sistema SBAM, oltre ai quattromila libri presenti nei locali, i pazienti, i loro familiari, i dipendenti e tutti i cittadini avranno accesso a un milione settecentomila volumi presenti nelle 65 sedi del Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana (SBAM), prenotabili e ottenibili in uno/due giorni e restituibili in cento box o librerie dei comuni dell’area torinese. Gli utenti avranno a disposizione anche apparecchi per realtà virtuale, e-book, tablet, facilitatori di lettura, DVD.

 

Perché una biblioteca pubblica in ospedale? L’80% delle morti per malattie severe in Occidente, cancro compreso, è da attribuirsi a fattori di rischio legati agli stili di vita: abuso alcoolico, fumo, sedentarietà, diete povere o sbagliate (WHO). In parole semplici: persino la mortalità per tumori maligni è maggiore nei soggetti di basso livello culturale. La mortalità tra un operaio e un laureato è di 6 anni in meno. Quindi il decorso e prognosi delle malattie sono in correlazione con l’istruzione e l’apprendimento; questa, forse, è l’unica o sicuramente la più significativa correlazione statistica. L’ospedale deve essere quindi un luogo di cura e anche di cultura e conoscenza.

 

In collaborazione con il Circolo dei Lettori, la Cooperativa Mirafiori, Associazioni culturali e degli studenti di Medicina e Discipline sanitarie, la Biblioteca provvederà poi ad organizzare letture nelle corsie, nei day-hospital e in sala-giardino dei dibattiti, presentazioni di novità librarie e iniziative volte all’umanizzazione dell’Ospedale e alla diffusione culturale per la promozione di una salute solidale.

 

Maggior sostenitore è la Compagnia di San Paolo.

Donne coraggiose. Al Mao la loro storia

“Guerriere dal Sol Levante” – una mostra dell’Associazione Culturale Yoshin Ryu in collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, rende omaggio alle donne guerriere in Giappone.

Donne coraggiose che hanno lottato per difendere famiglie e terre: nonostante ciò la loro stessa esistenza è stata minimizzata, sottostimata, nascosta o addirittura negata.

 

Nella mostra, i molti volti della donna guerriera giapponese: un documentario originale della durata di mezz’ora, oggetti storici e artistici provenienti dalle collezioni del MAO, di Palazzo Madama, del Museo Stibbert di Firenze e da collezioni private italiane: armi e accessori guerrieri, xilografie, dipinti, kimono, arredi.

Con i manga e i fumetti, l’animazione, il cinema e la televisione, si assiste alla genesi di una nuova generazione di donne guerriere. Figure che prendono il posto che spetta loro di diritto, sostituendosi finalmente alle “principessine” addomesticate e passive dei primi cartoon, rivelando possibilità, capacità e temperamento pari alle controparti maschili: sono le guerriere “pop”. Disegni originali, animation cel, manifesti, action figures rarissimi, props e abiti creati appositamente.

Il percorso espositivo si conclude con 40 ritratti eseguiti da giovani artiste e artisti in omaggio ad altrettante donne che hanno combattuto le loro battaglie in varie epoche e territori.

 

A corollario della mostra è organizzato un ciclo di conferenze al MAO che offre approfondimenti sul tema, una rassegna cinematografica al Cinema Centrale di Torino dedicata alla figura della donna guerriera nel mondo. Le donne “guerriere” dell’Associazione Yoshin Ryu offrono inoltre le loro competenze nell’uso delle armi usate dalle onna-bugeisha nel lontano passato giapponese con un ciclo di workshop organizzati presso la sede in Lungo Dora Colletta 51/53.

 

All’interno del bookshop del MAO Museo d’Arte Orientale, è acquistabile il catalogo bilingue (ITA/ENG) della mostra: le fotografie delle opere esposte e interessanti e inediti saggi sulla donna guerriere redatti da esperti nipponisti e collezionisti italiani.

 

La mostra è curata da Daniela Crovella e Fabrizio Modina, con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo, con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano. Partner: Basho – Dettagli di Viaggio, Associazione Culturale Leiji Matsumoto, Museo del Cinema, Slow Cinema; Sponsor Tecnici: Trenitalia e Ilti Luce.

 

 

MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, Torino

ORARIO da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19

INFO t. 011.4436932

BIGLIETTI            Solo mostra Intero € 10 | Ridotto € 8
Mostra+museo Intero € 14 | Ridotto € 12

Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card

 

mao@fondazionetorinomusei.it

Produzione industriale in rosso

A Torino è sempre in rosso la produzione industriale. Segna – 0,8% nel secondo trimestre 2019, il quarto consecutivo chiuso con variazione negativa. Il segno meno caratterizza i comparti trasporti e tessile, mentre crescono alimentare e meccanica. La provincia che va peggio è  il biellese. Un quadro a tinte fosche tracciato  dall’indagine congiunturale di Unioncamere Piemonte con Intesa Sanpaolo e Unicredit, riferita  al periodo aprile-giugno.Sono state interpellate 1789 imprese con quasi 120.000 addetti e 64,6 miliardi  di fatturato.