ilTorinese

E’ tempo di Ametista Day

Domenica 15 settembre

“1959-2019 – LE AMETISTE DI TRAVERSELLA”

Domenica 15 settembre, presso il complesso delle miniere di Traversella (TO), dalle 10 alle 18, il Museo Mineralogico e delle Attrezzature della Miniera di Traversella, con il locale Gruppo Mineralogico della Valchiusella, con il patrocinio del Comune di Traversella e con la collaborazione del Gruppo Mineralogico Lombardo, editore della Rivista Mineralogica Italiana, propone una giornata dal titolo “1959-2019 – Le ametiste di Traversella”. L’evento vuol ricordare la vita di miniera, permettere ai visitatori di scoprire l’allestimento museale ma, soprattutto, vuol riportare alla memoria un fatto quasi leggendario verificatosi tra maggio e giugno del 1959, quando, durante il turno di notte, venne scoperta una grande cavità, ovvero un “geode” vergine e interamente riempito di cristalli di quarzo ametista. A quel tempo le esigenze dell’azienda erano ben altre e gli operai, superata la sorpresa e la curiosità iniziale, abbandonarono il geode al suo destino. Il prezioso reperto divenne parte di un pilastro di sostegno e, successivamente, venne ricoperto da una frana, sparendo nuovamente e portando con sé, almeno in parte, il suo prezioso contenuto. Questi fatti restano oggi una vicenda affascinante da narrare e molti sono gli appassionati ed i collezionisti di minerali che, ascoltando le testimonianze di quanti lavoravano in miniera e dei pochi testimoni oculari ancora in vita, hanno cercato di recuperare il geode, per ora senza esito positivo.

Le miniere di Traversella e, in generale, tutta la Valchiusella, sono un territorio particolarmente ricco di minerali. Quello che si potrebbe definire un vulcano mancato resta ancora oggi un territorio ricco di campioni mineralogici in gran parte sepolti e da ritrovare.

L’ “Ametista Day” previsto per il 15 settembre, in cui mito, storia e territorio si incontreranno, vuol essere un’occasione per riscoprire gli antichi impianti e i numerosi reperti esposti nelle sale del museo che, per l’occasione, cederà le postazioni d’onore ai preziosi cristalli viola che arriveranno da musei e collezioni private di tutta Italia.

Il quarzo ametista era presente in grande quantità nella miniera di Traversella e a testimoniarlo sono sia i campioni ritrovati sia le testimonianze trascritte o registrate di quanti lavorarono per lunghi anni presso il sito minerario.   Basti pensare che si racconta di quanti, proteggendosi le mani con il cappello di lana, riuscirono a raccogliere gli ultimi cristalli di cui si ha notizia, i quali erano lunghi circa sei centimetri. Nulla al confronto con i primi ritrovamenti lunghi oltre trenta centimetri! Alcuni campioni recuperati andarono distrutti, altri furono venduti sottocosto e altri ancora sono tutt’oggi conservati gelosamente. Alcuni tra gli esemplari ancora oggi visibili sono tra le più belle ametiste del mondo come colore e dimensione.

L’ametista è un quarzo di colore violetto più o meno intenso. La particolare sfumatura è dovuta alla presenza di ossido di ferro. Siccome si tratta di una varietà di quarzo, il termine “ametista” andrebbe sempre scritto tra virgolette. Le caratteristiche fisiche e le forme sono le stesse del quarzo, inoltre la parte colorata di violetto del quarzo può risultare soltanto nella parte terminale del cristallo, o esserne il “fantasma”, oppure formare una sorta di “cappuccio” o “scettro”.

Sulle Alpi l’ametista è considerata una vera e propria rarità.

I primi piccoli cristalli viola di Traversella vennero trovati già nel 1908.

 

Vediamo qualche curiosità su questo minerale. Conosciuta già all’epoca degli egizi, si dice che la regina Cleopatra possedesse un anello con ametista a cui erano attribuiti grandi poteri. Sembra che la regina d’Egitto prediligesse, proprio per questo motivo, il colore viola. Il nome “ametista” ha origini antichissime e significherebbe “sobrietà”. Secondo i greci, serviva a disintossicare e a preservare dagli eccessi dell’alcool, ma anche per curare le malattie mentali. Gli ebrei la chiamavano “akhlamah”, la “pietra del sogno”, che assicurava sonni tranquilli liberi da incubi, ed è associata ad Adnachiel, l’angelo dell’indipendenza (il cui pensiero non era influenzato da nessuno). Anche Leonardo Da Vinci fu affascinato dal colore del quarzo ametista. Egli sosteneva che aiutasse a dominare gli istinti più bassi e che fosse quindi portatore di serenità ed equilibrio. Il più grande cristallo di “ametista” delle Alpi è lungo 78 centimetri ed è stato rinvenuto al Saurüssel, nella Zillertal in Austria, nel 1985.

 

Il sito mineralogico che ospita oggi il museo è stato realizzato negli anni ’40 del Novecento per recuperare quelli che erano considerati “minerali economicamente utili”. Note sin dalle epoche più remote, le miniere vennero in quegli anni sfruttate soprattutto per l’estrazione della magnetite (importante per la grande quantità di ferro contenuto) e della scheelite (importante per l’estrazione del tungsteno).

Le sale espositive accolgono, oltre ad alcuni macchinari originali, le teche con diversi campioni mineralogici rappresentativi della località.

Il museo è aperto dalle 10:00 alle 18:00. Per informazioni inviare una mail a gmv.traversella@gmail.com o telefonare al nr. 0125/794005 o al nr. 349/8380655.

Piemonte, Legambiente: “Inaccettabile il depotenziamento dei provvedimenti antismog”

“I Sindaci si smarchino a tutela della salute pubblica”

Riceviamo e pubblichiamo

“Un provvedimento miope che mette a rischio la salute e le tasche dei cittadini”. Legambiente è dura sulla recente approvazione da parte della Giunta regionale piemontese dello schema di ordinanza sindacale-tipo per l’applicazione delle misure di limitazione delle emissioni per la stagione invernale 2019-2020 che prevede una serie di nuove deroghe per i blocchi al traffico. Tra queste l’esclusione dall’area soggetta alle limitazioni di 10 Comuni dell’agglomerato di Torino e la deroga per i veicoli condotti da persone con ISEE inferiore ai 14.000 euro.

“La Regione si impegni a garantire alternative efficaci all’uso dell’auto privata piuttosto che a depotenziare provvedimenti antismog già oggi insufficienti a tutelare la salute pubblica –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Da diversi anni la nostra regione è sotto procedura d’infrazione europea per smog e questo, oltre ad indicare che la salute dei cittadini è costantemente messa a rischio, rappresenta una scure milionaria sulle casse regionali e locali. Andare nel senso opposto a quanto si dovrebbe fare non potrà che aumentare le possibilità che il Piemonte, e pro quota le amministrazioni locali, siano chiamate dalla Corte di Giustizia Europea a pagare sanzioni nei prossimi anni. Soldi pubblici che anziché per le multe potrebbero essere spesi per politiche antismog veramente efficaci, a partire da progetti per la mobilità a zero emissioni nei centri abitati e dal completo ripristino delle linee ferroviarie pendolari tagliate”.

Per Legambiente occorre prendere come riferimento il Piano Aria regionale approvato a marzo 2019 che concentra la maggior parte delle misure sul settore dei trasporti ed in particolare della mobilità urbana costituendo così una matrice indispensabile per l’efficacia delle politiche anche su scala locale. Un piano che, sottolinea l’associazione, mira al rispetto minimo degli attuali limiti di legge senza però considerare che di qui al 2030 l’Unione Europea potrebbe inasprire tali standard in conformità alle raccomandazioni dell’OMS che abbassano ad esempio l’asticella del PM10 ad una media annua inferiore a 20 mg/mc come riferimento per la tutela della salute pubblica.

“Ci rivolgiamo direttamente ai Sindaci, primi responsabili della salute pubblica, affinché adottino ordinanze comunali più ambiziose di quella proposta dalla Regione e interpretino gli interventi a favore di una mobilità nuova, sia pubblica che privata, come un’opportunità di crescita del tessuto economico locale e a favore di una maggiore vivibilità dei centri urbani. Va sicuramente nella giusta direzione la revisione della Zona a Traffico Limitato di Torino ma vogliamo stimolare l’Amministrazione torinese ad essere più coraggiosa, per non rischiare che il progetto non produca gli effetti sperati e non venga compreso dalla popolazione. Per noi il modello da seguire resta l’Area C che a Milano ha permesso di indirizzare importanti risorse per il potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico, con effetti positivi su qualità dell’aria e congestionamento della città”.

Quando la felicità sta nello smartphone

L’indagine di Axess Public Relations: così si evitano anche stress e traumi da rientro

 

SMART SUMMER 2019 : Tra ombrelloni e Wi-Fi per 2 italiani su 3 la felicità sta tutta in uno smartphone

 

Ecco il decalogo per un uso intelligente del telefonino

 

Addio allo stress da vacanza e ai traumi causati dal rientro al lavoro per 2 italiani su 3 il Ferragosto è stato connesso e senza dubbio “Smart”.

 

È “Smart” infatti la parola d’ordine di questa strana estate italiana, sdoganato lo Smart Working che consente di non rinunciare ai primi week end lunghi di vacanze in famiglia – per 2 italiani su 3 è meglio portarsi il lavoro in vacanza piuttosto che rinunciare alle ferie o doverle ridurre ad una sola settimana. È ciò che emerge da un’indagine svolta su un campione di 500 connazionali da Axess Public Relations, una delle prime agenzie di pubbliche relazioni italiane specializzata in ambito Healthcare, Assicurazioni, Non profit.

 

“La cultura del lavoro – commenta Dario Francolino, Presidente di Axess Pulic Relations –, per alcune professioni si è completamente trasformata come osserviamo ormai quotidianamente grazie o per colpa dello Smart Working. Guardiamo il lato positivo, così si evitano anche stress e traumi da rientro”.

 

“Lo smartworking è un vero toccasana per alcune professioni più creative, che non necessitano di lavorare per forza dall’ufficio – commenta Dario Francolino, presidente e General Manager di Axess PR –. È così che si riescono a conciliare le diverse esigenze dei dipendenti tra cui per esempio la possibilità di avere più supporto nella cura dei figli o dei genitori da parte di parenti e amici”.

Se la modalità vacanza al 50% per venire incontro alle esigenze del menage familiare fa bene al dipendente e all’azienda, dall’Istituto Superiore di Sanità (Rapporto Istisan “Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”) arrivano notizie confortanti circa l’utilizzo prolungato del cellulare, che se usato per oltre dieci anni, non farebbe incrementare il rischio di neoplasie maligne (glioma) o benigne (meningiomi, neuromi acustici, tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari).

 

In Axess PR il lavoro agile è stato introdotto lo scorso anno ed è stato un percorso naturale proposto a Elena Pescucci, Head of Media Relations.

 

Un tempo solo i liberi professionisti si avvalevano dello Smart Working, mentre da quando le dinamiche del “work life balance” sono entrate a far parte della filosofia aziendale, in molti hanno iniziato ad adottare contratti di lavoro agile e sembra funzionare sia per i lavoratori che per i dirigenti.

 

Il segreto perché funzioni? Adottare sistemi per lavorare da remoto, rispettando il tempo libero dei dipendenti che non devono lavorare h24.

 

“La fiducia e la responsabilizzazione dei dipendenti sono il presupposto fondamentale per l’adozione di questi modelli contrattuali – afferma Francolino – : ognuno ha degli obiettivi, per me non ha importanza dove e come lo fanno, guardo al risultato”.

 

E Pescucci racconta che:”Da quasi un anno lavoro con un contratto di Smart Working e devo dire che la qualità della mia vita è migliorata tantissimo. Sono una persona molto responsabile e scrupolosa, che rispetta le scadenze e sa come raggiungere il risultato prefissato. È vero anche che bisogna creare un rapporto di fiducia tra il dipendente e il datore di lavoro, senza quello non si riesce a lavorare con serenità e in modo profittevole”.

 

In & out per un uso civile dello smartphone, in vacanza, secondo il campione interpellato
  No IN
1 A colazione, pranzo o cena Si, in modalità silenziosa
2 Mai con vivavoce o con suoneria alta Si sulla propria sdraio in modo riservato
3 Mai sotto l’ombrellone o in baita disturbando i vicini Si alternato alla lettura di un buon libro – sembrerete meno social addicted o workaholic
4 Mai durante le passeggiate in montagna o nei centri relax Si per ascoltare musica
5 Mai mentre si sostiene una conversazione con amici, parenti o conoscenti Si per fare poche e discrete foto o video
6 Mai come “diversivo” per calmare i bambini Si per postare sui social le “migliori” foto della vostra vacanza
7 Mai durante spettacoli specie musicali o teatrali, anche se noiosi … Si per stare in contatto con i vostri figli o genitori se lontani – evitate i parenti oltre il limite 1° grado
8 Evitarne maldestri usi subacquei Si per controllare la posta aziendale se siete in modalità Smart Working
9 Mai da documentarista fotografico Si come navigatore su auto
10 No al ristorante Si per creare chat di gruppo tema vacanze con i vostri amici
*Indagine Axess Public Relations

Rocambolesco 4-3 allo Stadium

Spettacolo puro ieri sera a Torino: l’atmosfera è quella delle grandi occasioni, e anche se il campionato è appena iniziato, Juventus-Napoli è comunque una partita di cartello, entrambe le formazioni ci tengono a ben figurare da subito.
I padroni di casa, ancora orfani di Sarri in panchina, si affidano al collaudato 4-3-3, ma con l’esordio allo Stadium del neo acquisto De Ligt, che per i prossimi sei mesi dovrà sostituire Chiellini (causa lo sfortunato infortunio del capitano al legamento crociato): eredità pesantissima, ma siamo certi che il giovane Matthijs saprà presto adattarsi al gioco italiano ed agli schemi di Sarri, anche se stasera ha avuto responsabilità in tutti e tre i goal segnati dal Napoli.
Il primo tempo vede la Juve straripante: Costa è incontenibile, CR7 e Higuain si trovano alla grande e fanno divertire il pubblico di casa, come quando Ronaldo inventa dalla sinistra una bella azione – con tunnel – per servire Higuain, peccato che il Pipita non sia riuscito ad arrivare in tempo sul pallone.
Il Napoli, pur avendo iniziato con piglio deciso, raramente riesce a rendersi pericoloso : nei primi 45 minuti si registrano soltanto un destro di Allan al 13′ e un tentativo di Mertens al 23′, ma in entrambe le occasioni Szczesny si fa trovare pronto.
La Juve sta giocando bene, e quando al 15′ De Sciglio abbandona il campo, passa in vantaggio con la new entry Danilo, che pochi secondi dopo il suo ingresso parte da centrocampo e va in verticale verso la porta avversaria, raccoglie una gran palla dell’infaticabile Costa dalla sinistra ed insacca: 1-0 per Madama. Decisamente un esordio brillante.
Il 2-0 è un’opera d’arte del Pipita, stasera in grande spolvero: riceve palla in area da Matuidi (gran buona gara, stasera), si gira liberandosi di due avversari e la gira in rete: lo Stadium è in delirio.
Il Napoli tenta di punzecchiare i bianconeri dalla destra, mentre Manolas marca stretto CR7, ma la Juve colpisce anche con altri arcieri, come Khedira ad esempio, che si fa vedere in due occasioni ravvicinate: al 29′ il suo tiro è forte ma troppo centrale e Meret la para, mentre al 32′ il portiere napoletano è fortunato, perchè la sventola del tedesco colpisce la traversa e poi rimbalza fuori. Convincente prestazione quella di Khedira, Sarri dalla tribuna può esserne soddisfatto.
Nel finale del primo tempo, i partenopei si fanno vedere un po’ di più nella metà campo della Juve, ma Danilo e Sandro fanno buona guardia, spegnendo ogni iniziativa avversaria: si va negli spogliatoi con il doppio vantaggio di Madama e una gran buona impressione sul gioco.
Nella seconda frazione di gara, però, è il Napoli a prendere subito campo ed iniziativa: al 48′ ci prova subito Mertens ma il suo tiro va fuori, poi ci riprova al 55′ con un bel destro a giro che impegna non poco Szczesny; vedendo la rinnovata aggressività dei partenopei, Martusciello effettua il primo cambio: al 60′ fa uscire Khedira per Emre Can.
Forte del 2-0, la Juve macina ancora gioco e al 60′ trova il terzo goal: azione che si sviluppa dalla sinistra, Matuidi pesca in area CR7, che non aspetta altro dall’inizio della partita e scaraventa la palla nell’angolino a destra di Meret. Applausi.
Ma il calcio è strano, e dopo appena 4 minuti inizia l’orrida sequenza per i padroni di casa: al 21’st il Napoli accorcia le distanze con Manolas di testa, poi segna ancora con Lozano al 23’st, che sfrutta una bella azione nata dalla sinistra bianconera ed anticipa tutti, girandola in rete. Quanto manca Capitan Chiellini, questo di certo è stato il pensiero dello Stadium…..senza di lui, anche Bonucci fa fatica, e il giovane De Ligt deve ancora entrare nei meccanismi di Sarri.
Ora la partita è vibrante, la Juve non ci sta a subire e Costa – davvero un’ottima prestazione – fa partire un sinistro su cui Meret si supera e devia sulla traversa. De Ligt prova a farsi perdonare ma il suo tiro finisce alto sulla traversa.
Al 30′ st entra Dybala per l’applauditissimo Higuain; neanche il tempo per raccogliere le idee, che al 36′ st la squadra di Ancelotti agguanta il pareggio con Di Lorenzo, bravissimo a liberarsi sul secondo palo ed infilare Szczesny, incolpevole.
La Juve è calata fisicamente ed emotivamente, ha incassato tre reti in quindici minuti, la luce pare essersi spenta allo Stadium, neppure le sostituzioni giovano alla causa collettiva. Gara finita? Neanche per sogno: Madama prova a reagire e ci riesce, anche se baciata dalla dea fortuna: al 47′ st, Koulibaly tenta di respingere l’ottima punizione di Pjanic ma la gira in rete: autogol clamoroso del difensore partenopeo, che regala la vittoria alla Juventus.
Si sa, il calcio è anche questo, e la squadra di Ancelotti non può rimproverarsi nulla: ha rimontato tre reti a Torino e non è cosa da tutti, come gli ultimi campionati insegnano; da parte bianconera, rimane un primo tempo che ha visto la Juve dominare in tutto e per tutto, con baricentro basso ed azioni pregevoli con alcuni uomini davvero rinati: Costa e Higuain, tanto per fare due nomi. Speriamo che la cura Sarri giovi presto anche al reparto difensivo, che purtroppo dovrà fare a meno dell’esperienza di Chiellini per lungo tempo.
Ovunqueecomunque #finoallafine
 
Rugiada Gambaudo

Torinese travolta e uccisa da auto il primo giorno di vacanza

Una donna di 49 anni, torinese, e’ stata travolta e uccisa da un pirata della strada, ieri sera a Lampedusa. Alla scena ha assistito il marito. Fulvia Morando era di Pinerolo, ed era appena giunta sull’isola per le vacanze. I due coniugi camminavano sul bordo della strada quando sono stati investiti da un’automobile il cui conducente, datosi alla fuga,  è stato poi rintracciato e arrestato dai carabinieri. La donna è morta dopo il suo arrivo all’ambulatorio.

La polizia recupera valigia rubata con 100mila euro di gioielli

Nella mattinata di mercoledì 28 agosto, si presentava,negli uffici Polfer di Torino Porta Nuova, una donna chedenunciava il furto del proprio trolley contenente gioielli, avvenuto poco prima a bordo del Frecciarossa partito daVenezia S. Lucia e diretto a Torino P. Nuova. I suddetti monili in oro avevano un valore totale di circa 100.000 euro,tra questi: 600 anelli, 265 braccialetti, 85 collane, 320 paia di orecchini e pietre preziose. Tutto il materiale era destinatoall’allestimento di uno stand espositivo, presso una nota catena di negozi del torinese.

Personale della Polizia Giudiziaria Compartimentale,acquisita la denuncia e si è attivato immediatamente nellaricerche del colpevole riuscendo, tramite accertamenti svolti anche con l’ausilio del sistema di videosorveglianza presente all’interno dello scalo ferroviario, ad individuarecome autore del reato, un cittadino italiano 23 enneresidente nel torinese.

L’ulteriore attività di indagine posta in essere dal personale di specialità operante consentiva di ritrovare, all’interno di un appartamento, i preziosi sottratti che venivano restituiti alla legittima proprietaria.

L’autore del reato veniva deferito alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di furto aggravato.

Bettazzi e Berlinguer

Mercoledì 11 settembre, alle 19,00, nell’area dibattiti della Festa de L’Unità di Torino in corso Grosseto Monsignor Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea, e Walter Veltroni dialogheranno su “Enrico Berlinguer a 35 anni dalla sua morte”.

Con un gesto inusuale e coraggioso ( una lettera aperta..) che suscitò reazioni contrastanti, speranze ma anche critiche monsignor Luigi Bettazzi, a quel tempo vescovo di Ivrea e presidente di Pax Christi italiana, scrisse all’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer. Era il luglio del 1976. Due anni dopo il referendum sul divorzio. La lettera iniziava così: «Onorevole, Le sembrerà forse singolare, tanto più dopo le ripetute dichiarazioni di vescovi italiani, che uno di loro scriva una lettera, sia pure aperta, al Segretario di un partito, come il suo, che professa esplicitamente l’ideologia marxista, evidentemente inconciliabile con la fede cristiana. Eppure mi sembra che anche questa lettera non si discosti dalla comune preoccupazione per un avvenire dell’Italia più cristiano e più umano». Berlinguer rispose subito con un biglietto privato e pubblicamente, dopo un anno, nel 1977, dalle colonne di «Rinascita» , con delle puntualizzazioni e dei riconoscimenti importanti verso l’esperienza religiosa. In tredici fitte cartelle dattiloscritte Berlinguer scriveva : «Le posizioni assunte e i comportamenti seguiti dal Pci lungo diversi decenni fino ad oggi, penso dovrebbero portarLa a riconoscere, Signor Vescovo, che l’insieme di essi costituisce la valida garanzia che nel Partito comunista italiano esiste ed opera la volontà non solo di costruire e di far vivere qui in Italia un partito laico e democratico, come tale non teista, non ateista e non antiteista; ma di volere anche, per diretta conseguenza, uno Stato laico e democratico, anch’esso dunque non teista, non ateista, non antiteista». Berlinguer presentò il suo partito come laico e aperto a tutti i valori, non indifferente al fatto religioso. Riconobbe che l’essere ispirati da una fede religiosa è “una condizione che può stimolare il credente a proseguire il rinnovamento in senso socialista della società“. Un’apertura concreta. Allora si ruppe un muro di incomprensioni e di preconcetti, si chiarì quale poteva essere il percorso comune di credenti e non credenti di fronte alle sfide poste all’umanità. Un carteggio importante, segno di una volontà di dialogo vero, rispettoso delle diversità, ma anche attento a ciò che poteva unire. Oggi quel “terreno comune” è nelle emergenze nuove: i problemi posti dalla globalizzazione selvaggia, il modello di sviluppo, la questione ambientale, le nuove ingiustizie, la pace minacciata, l’immigrazione, i problemi legati alla bioetica. Grandi questioni sulle quali è impossibile che non ci possa essere un terreno di impegno comune per tutti “gli uomini di buona volontà”.

Marco Travaglini

Mpp e Autonomia Piemont dicono “no” alle fusioni dei Comuni

Dal 2013 ad oggi in Piemonte sono state approvate 21 fusioni di Comuni, tutte operative. Tra le ultime, 5, sono state approvate senza il si unanime di tutti i comuni interessati. Sono le fusioni di Lu e Cuccaro Monferrato, Cassano Spinola e Gavazzana (Alessandria), Gattico-Veruno (Novara), Varallo (Vercelli) e Valchiusa (Torino). In sostanza il percorso prevede che, dopo la delibera dei consigli comunali, si debba indire un referendum consultivo e, qualunque sia il risultato, la Regione può proseguire nel cammino della fusione. Nel caso dei due comuni alessandrini, a Cuccaro Monferrato ed a Gavazzana si era avuta una pronuncia nettamente contraria alla fusione (nel caso di Gattico e di Veruno addirittura in tutti e due i comuni) e nonostante tutto oggi non esistono più come singole entità. Per questo il Movimento Progetto Piemonte ed il Comitato Autonomia Piemont, dopo una serie di incontri con i comitati contrari alla fusione, sia di Cuccaro che di Gavazzana, hanno elaborato una lettera, inviata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, al vice ed assessore agli enti locali, Fabio Carosso ed al presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, nella quale si chiede alla Regione di modificare la legge sul punto della consultazione referendaria, prevedendo che, qualora la popolazione di un comune si esprimesse contrariamente alla fusione, per quel comune il procedimento verrebbe ad interrompersi, analogamente a quanto avviene in altre realtà regionali come Lombardia, Campania e Lazio. La lettera è sottoscritta dal presidente di MPP, Massimo Iaretti, da Emiliano Racca (Comitato Autonomia Piemont), Carlo Maranzana (Presidente Comitato No alla fusione con Lu), Andrea Riva e Pietro Pabis (già consiglieri comunali a Cuccaro), Mario Vaccari (fondatore del Comitato No alla fusione di Gavazzana) e Anna Maria Bergo (capogruppo di minoranza a Cassano Spinola).

Continua la crescita delle srl

I Dati emersi dall’ “Osservatorio sui bilanci delle SRL” del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Dottori Commercialisti che analizza il trend 2015-2017

ECONOMIA, CONTINUA LA CRESCITA IN ITALIA : IN PIEMONTE GLI ADDETTI AUMENTANO DEL +3,5% E IL FATTURATO SALE DEL +5,5%

Dall’analisi geografica emerge un aumento degli addetti in Molise (+8,4%), mentre per quanto riguarda il fatturato i migliori risultati in Friuli Venezia Giulia (+9,1%), Emilia Romagna (+9%) e Trentino Alto Adige (+8,6%)

 

 

Le SRL italiane sono in salute: crescono gli addetti (+4,3%), il fatturato (+6,9%) e il valore aggiunto (+6,5%). In Piemonte in particolare, gli addetti aumentano del +3,5%  e il fatturato sale del +5,5%.

I dati emergono dall’ “Osservatorio sui bilanci delle SRL” per il Triennio 2015-2017 realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Lo studio, che ha riguardato 620.155 Srl, propone un’elaborazione dei principali indicatori economici per provincia, ed ha confermato il trend emerso nell’autunno scorso (erano 413 mila le srl monitorate a fine ottobre 2018). Tra i settori, ottime performance dei trasporti (+8,3%) e del commercio (+8,1% per il 2017), seguiti dal comparto dei servizi professionali, finanziari e assicurativi (+6,7%).

Nel dettaglio, la quota di Srl che chiudono il bilancio in utile passa dal 69,1% del 2016 al 70,3% del 2017 (+1,2 punti percentuali), un po’ meno rispetto a quanto rilevato ad ottobre 2018 (+72,8%).Il ROE (Return on Equity), ovvero l’indice di redditività del capitale proprio, sale dall’8,5% del 2016 al 10,1% del 2017 (+1,6 punti percentuali), in linea con quanto rilevato ad ottobre 2018, mentre il ROI (Return on Investment), ovvero l’indice di redditività del capitale investito, passa dal 9,1% del 2016 al 12,0% del 2017 (+2,9 punti percentuali), manifestando una tendenza migliore rispetto a quella rilevata in autunno.

Soprattutto in relazione al valore aggiunto, sono le medie e grandi imprese a trainare la crescita (+5,9% e +9,9% rispettivamente l’incremento nel 2017), mentre le piccole crescono di meno (+3,1%) e le micro sono in calo (-0,9%). Una dinamica simile si riscontra per ciò che concerne le variazioni di fatturato, valore della produzione e numero di addetti. Dall’analisi geografica emerge una crescita particolarmente sostenuta degli addetti in Molise (+8,4%) ed Emilia-Romagna (+6,3%), con particolare attenzione alla provincia di Modena (+10,8%) Per quanto riguarda il fatturato, invece, è il Nord-Est a far registrare i migliori risultati: in particolare, il Friuli Venezia Giulia (+9,1%), l’Emilia Romagna (+9%) e il Trentino Alto Adige (+8,6%) presentano tassi di crescita più significativi. Infine, in termini di valore aggiunto, le dinamiche più elevate si registrano in Trentino (+9,4%) Emilia Romagna (8,4%), Lazio (8,4%), Umbria (+8,4%), Veneto (+7,2%) e Lombardia (+7%). Al sud le regioni più dinamiche sono l’Abruzzo (+6,4%)e la Campania (+6,1%).

L’Osservatorio completo è disponibile online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti (www.fondazionenazionalecommercialisti.it).

Ladri di rame intercettati e arrestati dai carabinieri

Nei giorni scorsi a Chieri, i carabinieri hanno fermato e arrestato due romeni, di 37 e 26 anni, ritenuti responsabili di ricettazione e possesso di oggetto da scasso. La coppia, poco prima, a Chieri, in via Roaschia, a bordo di una Lancia Libra non si è fermata a un posto di controllo. Dopo un lungo inseguimento, in macchina e a piedi, i carabinieri sono riusciti a fermare i due fuggitivi.
La perquisizione della macchina, rubata qualche giorno prima a Rivoli, ha permesso di sequestrare 1500 kg di cavi di rame, la cui provenienza è in corso di accertamento, e utensili vari utilizzati per tagliare il rame. L’auto e il rame sono stati sequestrati.