Reale Mutua Torino – Roma. Un testacoda vincente, ma che fatica…

Il Basket visto da vicino
Fortunatamente si è vinto. Altrimenti molto si potrebbe dire, ma commentare una vittoria è sempre più piacevole che giustificare una sconfitta, che, fino all’ultimo secondo è stata “possibile”. E’ indubbio che questa squadra di Torino di basket abbia nelle corde la possibilità di essere più forte delle altre, ed è sicuro anche perché, pur con una sconfitta evitabilissima, è comunque in testa al campionato.


Il passo in più garantirebbe un sicuro slancio verso le “vette” che condurrebbero fuori dall’esilio in un campionato di livello, purtroppo, estremamente carente dal punto di vista di qualità. D’altra parte, è oggettivo come i 6 stranieri migliori per squadra (o quasi) siano distribuiti nella serie A maggiore (o Lega A che dir si voglia), e che quindi, fatti i calcoli, circa 100 giocatori siano in questa categoria. Nella nostra serie ci siano quindi stranieri di caratura minore o, in opposta tendenza ma con lo stesso obiettivo, chi è in cerca un rilancio o un vero e proprio “lancio” (ad esempio Taylor Jr. di Roma di ieri sera è sembrato aver un notevole potenziale, oltre che un modo di fare estremamente gradevole che lo ha condotto a salutare con il sorriso il pubblico torinese che lo applaudiva all’uscita. Un pensiero per il prossimo anno?). Gli Italiani forti giocano o fanno panchina in serie A (alcuni, vedi Tassone, addirittura in tribuna come spettatore a vedere ieri la partita, dopo un anno da semi protagonista a Cantù) e quelli che giocano in A2 (o Lega Nazionale Pallacanestro…) sono anche loro o navigati giocatori a fine carriera, o seconde linee, o giovani e giovanissimi, o in aspettativa di rilancio partendo dal basso. In questo quadro è chiaro come la differenza tra serie A e serie A2 non sia solo di una categoria, ma un pochino più abbondante, e in questo ne risente la mancanza di pubblico e di emozioni.
Le possibilità per la scalata in serie maggiore sono già presenti, e un qualche piccolo miglioramento nel roster darebbe la svolta decisiva. La REALE MUTUA BASKET TORINO ha tutte le carte in regola per salire, ma deve alzare il suo livello di qualità di gioco. Non è ammissibile perdere palloni palleggiandosi da soli sui piedi o difendere “guardando” chi tira. E non è una buona difesa prendere 83 punti dall’ultima in classifica rischiando addirittura il tiro della sconfitta all’ultimo secondo.
Torino ha bisogno di un salto di qualità nella coscienza dei propri mezzi in una categoria che merita rispetto ma non timori. Una partita contro l’ultima in classifica deve essere vinta senza se e senza ma, senza isterie in campo e in panchina (notevole il cambio di serenità con Iacozza a condurre la squadra nel finale di partita).
L’impressione che si è avuta è una inadeguatezza temporanea all’alto livello che dovrebbe essere invece una certezza che deve incutere timore negli avversari e non nei propri giocatori. Un errore non giustifica il cambio, una schiacciata di un giovane ai suoi quasi esordi deve essere applaudita e non redarguita (bravo Cassar, proprio a proposito).
L’insicurezza nasce dalla mancanza di serenità, e Torino non può non essere serena. La squadra è buona, e ha margini di miglioramento.
Ieri sera abbiamo rivisto Pinkins giocare molto bene così come Alibegovic (pur litigando con il tiro da tre) ha ripreso il ruolo di leader. E, seppure Marks e Cappelletti non abbiano brillato e Campani sia stato poco “sfruttato”, la squadra ha comunque vinto. Con Diop sempre fuori per infortunio e con Cassar che incomincia appena ad ambientarsi in questo livello (ma è un giovanissimo! Non dimentichiamolo) si è comunque portata a casa una vittoria importante.
E’ sicuramente un work in progress che al momento ha condotto ad una involuzione del gioco rispetto alla supercoppa, ed è innegabile. E’ altrettanto vero che i giocatori tutti insieme non hanno mai reso al meglio in questo periodo, ma speriamo che una condizione fisica migliore e un amalgama di squadra più consolidato conduca nel periodo “primaverile” che conta ad un livello più alto.
Intanto però, complice sicuramente il calendario in concomitanza con il calcio, il pubblico sugli spalti … latita. Serve un po’ più di allegria, di entusiasmo, di energia che richiamino il pubblico degli “indecisi”. Serve coraggio di dichiararsi “forti” e non la “prudenza” del temere gli altri. Studiamo gli avversari ma giochiamo il nostro gioco, non temiamo i vari “Carneade” (vedi sulle wikipedia di turno … Carneade, chi era costui?) delle altre squadre. La nostra squadra è una squadra giovane, anche se esperta. Ed ha bisogno di energia, non di rimproveri. Ed ha bisogno di pubblico, e il pubblico ha sicuramente bisogno di risultati ma per pagare il biglietto vuole vedere uno spettacolo. Quindi, che spettacolo sia! Avanti Torino.

Paolo Michieletto

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