ilTorinese

Al via la stagione dell’ Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte

AL VIA LA XXVI STAGIONE DELL’ORCHESTRA 

 

Lunedì 4 novembre 2019 – ore 21

Ivrea, Auditorium Mozart

 

IVREA –  Prende avvio lunedì 4 novembre 2019, alle ore 21, presso l’Auditorium Mozart di Ivrea, la XXVI stagione musicale dell’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte con una prestigiosa formazione ospite che da tempo collabora con la compagine eporediese: l’Orchestra “Bartolomeo Bruni” della Città di Cuneo.

Un gradito ritorno, dopo i bei concerti delle passate stagioni. Sul podio il direttore d’orchestra Andrea Oddone, affiancato dal trombonista Diego Di Mario, primo trombone dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. La serata prevede l’esecuzione di musiche di Rota e Rossini.

 

Da alcuni anni è una consuetudine: ad aprire la stagione è l’Orchestra “Bruni” di Cuneo, prestigiosa istituzione musicale piemontese, con la quale la nostra associazione collabora con successo. Il programma è molto interessante e accosta al genio di Rossini – qui presente con alcune delle più belle e note Sinfonie d’opera – due brani di Nino Rota, compositore milanese conosciuto soprattutto per le sue colonne sonore cinematografiche. Una serata di sicuro interesse musicale, all’altezza dell’inaugurazione della XXVI stagione sinfonica.

 

Nino Rota (1911 – 1979)

Sonata per orchestra da camera (1937/38)

Allegro moderato – Andante sostenuto – Allegro festoso

 

Nino Rota

Concerto in do maggiore per trombone e orchestra (1966)

Allegro giusto – Lento, ben ritmato – Allegro moderato

 

Gioachino Rossini (1792 – 1868)

Il signor Bruschino, Sinfonia dall’opera (1813) – La cambiale di matrimonio, Sinfonia dall’opera (1810)

Tancredi, Sinfonia dall’opera (1813) – L’italiana in Algeri, Sinfonia dall’opera (1813)

Il barbiere di Siviglia, Sinfonia dall’opera (1816)

 

BIGLIETTI

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0125.425123, dal lunedì al venerdì dalle ore 14,30 alle ore 19.

Biglietto, posto numerato: euro 20 (euro 10 per i giovani nati dal 2001). I biglietti singoli sono posti in vendita da cinque giorni lavorativi precedenti il concerto. Gli eventuali biglietti ancora disponibili saranno in vendita lo stesso giorno del concerto direttamente presso il botteghino dell’Auditorium Mozart, a partire dalle ore 20.

LA SEDE DEL CONCERTO: Auditorium Mozart: corso Massimo d’Azeglio, 69 – 10015 Ivrea (TO)

 

Rapinatori e pusher al Movement Festival. Nove arresti

Sono 9 le persone arrestate dalla Polizia di Stato nell’ambito dei servizi disposti in occasione del Movement Torino Music Festival 2019 che ha avuto luogo questa notte al Lingotto Fiere.

Due giovani cittadini marocchini di 21 e 19 anni sono stati arrestati da personale del Commissariato Barriera Nizza per tre rapine in concorso commesse ai varchi di controllo nel piazzale antistante. Il diciannovenne è statoanche denunciato per il possesso di un flacone di spray urticante. Il ventunenne, invece, è stato trovato in possesso di diverse collane, probabile provento di attività predatorie. Un ventiduenne, invece, è stato arrestato per resistenza a P.U. e denunciato per favoreggiamento avendo agevolato la fuga di persone ignote che erano state indicate dalle persone in coda quali scippatori.

Sono, invece, 6 le persone arrestate per spaccio di sostanza stupefacente, 5 da personale del commissariato e uno dalla Squadra Mobile, quest’ultimo un cittadino italiano di 32 anni che aveva con sé una decina di dosi di cocaina. Un ventunenne e una ventenne sono stati sono stati trovati in possesso di una quarantina di grammi di stupefacente (anfetamine, cocaina, ecstasy, eroina e marijuana) e di 650 euro. Altri due giovani, di 23 e 19 anni, avevano con sé 17 dosi, tre anfetamine e cocaina, e più di 900 euro in contanti. Un venticinquenne cittadino albanese, invece, oltre che per spaccio è stato arrestato per resistenza a P.U. Altri due ragazzi sono, invece stati denunciati in stato di libertà sempre per la cessione di droga.

Personale della Divisione PAS, inoltre, ha denunciato in stato di libertà il responsabile della sicurezza della società organizzatrice dell’evento per non aver osservato le prescrizioni della Commissione di Vigilanza. Dai controlli, è emerso che all’evento erano presenti 10.500 persone, 1700 in più rispetto a quanto indicato come capienza massima.

Gli agenti del commissariato hanno, infine, rinvenuto diversi portafogli, cellulari, documenti personali e carte bancomat, smarriti o trafugati, che sono custoditi per la successiva restituzione ai titolari.          

Alessandra Carbognin: educazione, famiglia e società, in difesa dei più deboli

Informazione promozionale

È stato un piacere per noi conoscere dal vivo Alessandra Carbognin, scrittrice del mese scelta
dal Torinese

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Alessandra CARBOGNIN è filosofa, dottore di ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale,
mediatrice familiare sistemica relazionale, pedagogista e counsellor.
Si interessa da anni al rapporto tra educazione, famiglia e società, in difesa dei più deboli.
Per l’Associazione Italiana Avvocati Famiglia e Minori, ha pubblicato “L’importanza
dell’esercizio di una genitorialità condivisa”, n. 3, 2010, pp. 8-17.

Ha contribuito con prefazioni e saggi in collettanea.
Per la rivista scientifica Italian Sociology Review ha pubblicato “Il capitale sociale e umano, il
caso dei Convitti in Italia”, Vol. 2, n.1, 2012 (http://dx.doi.org/10.13136/isr.v2i1.29).
Ha scritto il saggio La ricchezza nell’educazione, edito da Marcianum Press, Venezia, 2012 e
Orme di vita. Biopensieri al femminile, Aracne 2018.
È iscritta all’Ordine nazionale dei Giornalisti, collabora con varie testate giornalistiche e
radiofoniche.
Fra i suoi romanzi ricordiamo L’amore è un’impresa con cui ha vinto il primo premio CAPIT
Roma di narrativa edita 2018 e Immensamente Figlia. In cammino verso la terra di Sion,
Aracne con cui è stata insignita del secondo premio CAPIT narrativa edita 2019, Roma.
Prossimi in uscita, una raccolta di poesie dal titolo Il Disegno dell’anima e polvere nel cuore,
ed un saggio accademico sulla mistica al femminile nel quale analizzerà, con un taglio
particolare, la biografia di una famosa Dottore della Chiesa.
Alessandra nasce a Soave nelle terre nebbiose del Veneto e del sole cocente che lascia
sempre umida la terra nell’afa estiva che non asciuga mai.

 

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Ella ha vissuto, così, un’infanzia immersa nella natura, fatta di alberi di melo, viti, terra, acqua
e sogni.
Questo ha contribuito a creare in lei un costante bisogno di osservare il mondo che la
circondava ricercando, come necessità vitale, uno squarcio di natura, sia che fosse un cielo
dipinto di nuvole, sia che fosse il mutare meraviglioso delle stagioni, oppure si rivelasse come
la presenza un fiore dimenticato dentro alla terra arida.
Questo ambiente ha coltivato le sue passioni dal “fare energico”, in un’attività colorata, varia e
continua su più ambiti della vita…
L’amore per lo sport all’aria aperta l’ha sempre accompagnata, come per entrare dentro al
vento del mondo circostante e viverlo appieno, così come la passione per la pittura, che
Alessandra non ho mai abbandonato.
Il suo percorso di studi universitari è iniziato in terra sarda, a Cagliari, dove siamo andati ad
incontrarla, con un quadriennio presso la facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, con il sogno di
divenire giornalista, sceneggiatrice e scrittrice di romanzi.
Ma Alessandra non aveva fatto i conti con gli spazi infiniti del blu del mare e del cielo, con il
sale che nutre e asciuga la pelle come lacrime dimenticate, e si attiva in lei una scelta più
trasversale, prediligendo la cura e gli approfondimenti di quelli che sono diventati presto i suoi
interessi culturali e lavorativi, inerenti allo studio della persona, dell’educazione e della
formazione.

 

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Ecco il motivo delle numerose lauree che toccano l’ampio ventaglio delle scienze sociali e
filosofiche, la mediazione familiare e il suo Dottorato di Ricerca in Sociologia e Ricerca
Sociale, a completamento del percorso culturale che, a suo dire, “non deve avere mai fine
perché riempie la vita e trasforma nella fatica in persone migliori”.
Negli anni, ciò le ha permesso di coltivare la scrittura, espressione immediata della persona
riflessiva, e la sua amata poesia, facendola di fatto approdare al suo sogno iniziale, quello di
diventare pubblicista e autrice di libri, saggi, pensieri poetici ed articoli.
Ad Alessandra abbiamo chiesto cosa pensa del futuro della sua penna e, con sorpresa, ci ha
risposto che è attratta dalla mistica e da tutta la saggistica legata alle esperienze di vita di
personaggi della storia che hanno lasciato in eredità il proprio cuore.
Forse, dopo averla conosciuta, questa risposta non ci meraviglia più: lei, che ci guarda con gli
occhi vivi color nocciola di bambina, Alessandra Carbognin, dalla bellezza senza tempo,
perché viva, vera e sincera.
La forza della vita si trasferisce evidente anche nel corpo atletico di chi non fa i conti col
tempo, ma con i propri angoli da smussare, proprio come fa un’artigiano con le proprie opere,
uniche e irripetibili.

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Alessandra dice di aver guardato per troppi anni il passato, e che ora, un’occhiatina al
retrovisore la da certamente, imparando dal passato, ma non si sofferma poi così tanto, né per
versare lacrime, o da non sapere guardare avanti, anzi.
Dice lei, “Solo guardando le orme che abbiamo lasciato vediamo la strada che abbiamo
percorso, e quando dico un po’ senza accorgermene, mi rendo conto che a tante cose della
vita si riesce a dare un significato solo alla fine di un percorso.
È stato in ugual misura nascere e partire da quel paesino di campagna, radice delle mie radici,
cuore dei miei cuori ma, dopo tanti viaggi, dopo aver percorso tante strade, incontrato molte
difficoltà, persone e superato altrettante prove, ritornare proprio nel paese da dove sono
partita, è vedere la tanta strada fatta.


Ho scelto un’altro luogo dove vivere: è un’isola amata da più di trent’anni. Per me lì è casa.
Mi guardo indietro e ora vedo, senza ombre la collina e nitida la pianura.
Ora vedo dal mare… e sento di tenerlo con me per l’eternità…
Perché l’ho scelto per sempre”.
L’incontro di Alessandra col Torinese è stata un’esperienza dialogata davvero piacevole, tale
la sua ospitalità e la sua gioia per la vita.
Alessandra ti auguriamo ogni bene accompagnato dai tuoi lettori che ti hanno saputa
apprezzare in amicizia e tanta fortuna con i tuoi nuovi libri.

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@alessandracarbognin
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Alle Molinette trapiantati gli organi di un donatore “a cuore fermo”

Nei giorni scorsi sono stati trapiantati gli organi prelevati e rigenerati di un donatore “a cuore fermo”, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino

L’ospedale Molinette, che da sempre rappresenta un’eccellenza nazionale ed internazionale nel campo dei trapianti, ha raccolto e reso possibile il desiderio di una cittadina e della sua famiglia di poter aiutare alcuni pazienti in lista d’attesa per trapianto. Per le Molinette si tratta del primo caso di donatore “a cuore fermo”. Il prelievo tradizionale avviene normalmente in stato di “morte cerebrale”, ma con il sistema cardiovascolare che continua a funzionare. In questo caso il decesso é stato dichiarato in seguito alla cessazione dell’attività cardiaca, che invece comporta un rischio di un rapido deperimento degli organi che così non possono più essere prelevati a scopo di trapianto.

In pratica, dopo il decesso della paziente conseguente ad un arresto cardiaco, si è proceduto a riattivare la circolazione sanguigna della zona addominale (che l’arresto della funzione cardiaca aveva interrotto) mediante  circolazione extracorporea con apposite macchine (ECMO). Così è stato possibile, grazie ad una perfusione ed ossigenazione in sede addominale degli organi fegato e reni, di “mantenerli in vita e farli funzionare” nel corpo del soggetto deceduto, mantenendo la normale temperatura corporea e ritardando il danno da ischemia (mancata ossigenazione), che compromette la possibilità di utilizzare gli organi per il trapianto.

Nello stesso tempo, attraverso l’insufflazione di ossigeno nei polmoni, è stato possibile mantenere in funzione anche questi organi, almeno per il tempo necessario per consentire alle équipe coinvolte di prelevarli. Una volta prelevati, i polmoni – come gli altri organi – sono stati collegati ad apposite macchine che li hanno rigenerati e che hanno consentito di controllarne il buon funzionamento e valutarne l’idoneità per poterli trapiantare. Proprio il trapianto del polmone di questa donatrice rappresenta un altro traguardo raggiunto dall’ospedale Molinette che, per la prima volta, ha identificato, mantenuto e trapiantato un polmone nell’ambito di una donazione multiorgano da donatore “a cuore fermo non controllato” . Tutti gli organi prelevati sono poi stati immediatamente trapiantati presso l’ospedale Molinette di Torino.

Ogni giorno la Rete regionale di donazione e trapianto del Piemonte e della Valle d’Aosta (coordinata dal professor Antonio Amoroso) è impegnata nell’accogliere il dono di alcuni cittadini che muoiono e di trasformarlo, attraverso il trapianto, nella cura concreta per pazienti che sono in attesa di quel dono. Purtroppo la necessità di trapianto non è ancora colmata da un adeguato numero di organi disponibili.

Il pensiero di tutti va immediatamente alla donatrice ed alla sua disponibilità, alla sua famiglia che, in un momento di grande dolore, ha saputo mantenere fede al desiderio del proprio caro. Nondimeno un ringraziamento deve essere rivolto ai moltissimi professionisti sanitari: medici, infermieri, perfusionisti e tecnici, che hanno saputo raccogliere e trasformare il dono nella cura per i pazienti in attesa di trapianto. Grazie a questa donazione sono stati eseguiti un trapianto di fegato, due trapianti di rene ed il trapianto di polmone. Questo importante traguardo che la Direzione dell’ospedale ha fortemente voluto – assegnando il compito di realizzarlo alla dottoressa Marinella Zanierato, coordinatrice di questo progetto (Anestesia e Rianimazione diretta dal professor Luca Brazzi) – apre concrete possibilità di poter rispondere in maniera più adeguata alle necessità di chi attende un trapianto.

Questa procedura permette in prospettiva di aumentare il numero delle donazioni ed abbassare così i tempi di attesa.

Su questo aspetto si sofferma anche il dottor Massimo Cardillo, Direttore del Centro Nazionale Trapianti, che nel suo intervento sottolinea come: “Il numero di potenziali donatori a cuore fermo è molto elevato, e se anche solo una quota di essi venisse segnalata negli ospedali, questo si tradurrebbe in un aumento consistente degli organi trapiantabili e di conseguenza in una riduzione delle liste d’attesa. Quanto realizzato dall’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino – e sotto il coordinamento del Centro Regionale Trapianti piemontese – è frutto di un esemplare impegno organizzativo che dobbiamo estendere all’intera Rete trapiantologica nazionale. Già nel 2018 i trapianti da donatore a cuore fermo in Italia sono aumentati del 46,9% rispetto al 2017 passando da 32 a 47, l’obiettivo è continuare a crescere esponenzialmente”.

 

Pierpaolo Berra

 

 

 

 

 

 

Alla scoperta di Biraghi (nell’ex storico negozio Paissa)

Il negozio Biraghi (ex F.lli Paissa) di piazza San Carlo – recentemente inaugurato dopo i lavori di ristrutturazione curati in collaborazione con la Soprintendenza delle Belle Arti di Torino – ha ricevuto la visita istituzionale delle autorità locali di Torino e del Piemonte. Martedì 29 ottobre hanno partecipato all’evento il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa, il Sindaco di Torino Chiara Appendino, il Presidente Confesercenti Torino, Piemonte e Nazionale Giancarlo Banchieri, il Presidente Confcommercio Piemonte Maria Luisa Coppa, il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, la Direttrice Soprintendenza Belle Arti per la Città Metropolitana di Torino Luisa Papotti e il Sindaco di Cavallermaggiore Davide Sannazzaro.

Nell’arco di pochi giorni il centro storico di Torino si arricchisce di aperture importanti. Non possiamo che essere felici e orgogliosi che, sotto gli eleganti portici di Piazza San Carlo, un marchio storico come Paissa trovi nuova vita grazie a un altro brand piemontese di grande eccellenza come Biraghi. Tra le mura di questi locali rinnovati si respira la profondità del passato e la forza moderna di una qualità che rappresenta il nostro presente e il nostro futuro. I turisti che visiteranno Torino non potranno che innamorarsi di un luogo così: sono certo che saranno migliaia coloro che sceglieranno di portare con sé, come ricordo, un assaggio del sapore unico di questa terra”.

Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte

 

“Il negozio recentemente restaurato è un’eccellenza piemontese che ha contribuito a portare il nostro territorio in Italia e nel mondo. Questa apertura è un altro buon segnale per lo sviluppo di Torino e del suo tessuto imprenditoriale”.

Chiara Appendino, Sindaco di Torino

 

Abbiamo raccontato la filosofia e gli obiettivi del nostro progetto che mira alla valorizzazione delle eccellenze dei prodotti tipici piemontesi e di oltre 150 realtà enogastronomiche regionali. Biraghi vuole essere sempre più ambasciatore del territorio favorendo, contemporaneamente, la crescita di tante imprese locali che possono trarre stimolo dalla possibilità di esporre i propri prodotti nel salotto buono della città frequentato tutti i giorni da migliaia di turisti e piemontesi”.

Claudio Testa, Direttore Marketing e Strategie Commerciali della Biraghi S.p.A.

Il negozio Biraghi ha aperto ufficialmente al pubblico lo scorso sabato 26 ottobre, svelando le vetrine e avviando il rapporto diretto con i torinesi e i turisti all’interno dei 200 mq di area vendita. Oltre alla ristrutturazione delle 11 vetrine esterne e le 2 porte di ingresso, costruite nel 1877, il rinnovato negozio ospita gli arredi dell’antica Farmacia Gambarova che già nel 1740, a Biella, esercitava il lavoro di speziale in tutti gli stati dell’allora Regno di Sardegna con regio biglietto del 15 marzo 1740. Attualmente la Farmacia è sottoposta a tutela storico-artistica da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola E Vercelli.

Nel corso dei prossimi mesi sono previste delle attività “in store” con il coinvolgimento di alcune realtà produttive legate al progetto Biraghi. Inoltre, Biraghi ha aperto un dialogo con le realtà museali della città, per fare in modo che il negozio sia un’ulteriore leva di promozione e contatto con il grande pubblico in occasione di alcune importanti iniziative ed esposizioni. Sono già previsti degli spazi espositivi al piano terra oltre ad una vetrina dedicata. Il primo partner dell’iniziativa è il Museo Nazionale del Cinema di Torino.

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A proposito di Biraghi…

Biraghi Spa, fondata nel 1934, sostiene da sempre la filiera di produzione italiana: raccoglie e lavora circa 450.000 litri di latte al giorno, per un totale di 165 milioni di litri l’anno. Negli stabilimenti di Cavallermaggiore avvengono tutti i processi di raccolta e lavorazione del latte, producendo formaggi e prodotti lattiero caseari senza conservanti: circa 320.000 forme di Gran Biraghi l’anno e circa 200.000 forme di Gorgonzola DOP, oltre a Ricotta e Burro

Nuoto: stagione agonistica a Torino

Inizia la stagione agonistica di nuoto 2019/2020. L’appuntamento inaugurale del calendario è la prima tappa della Coppa Tokyo Winter Edition, in programma venerdì 1 e domenica 3 novembre – sabato 2 non si gareggia – al Palazzo del Nuoto di Torino. Due giorni di prove in vasca da 25 metri, all’interno della manifestazione che non prevede premiazioni ma che rappresenta per centinaia di atleti un’importante verifica della preparazione e un’occasione per raggiungere i tempi limite di qualificazione alle competizioni più importanti. Sono 721 i nuotatori iscritti, in rappresentanza di 21 società e per un totale di 2429 presenze gara individuali. Di seguito il programma:

 

– venerdì mattina dalle 9 (riscaldamento dalle 8 alle 8.45): 100 mx F / 400 sl M / 50 do F / 50 fa M / 200 sl F / 50 ra M / 100 ra F / 400 mx M / 100 fa F

– venerdì pomeriggio dalle 15 (riscaldamento dalle 14 alle 14.45): 200 fa M / 200 do F / 200 ra M / 50 sl F / 100 do M / 200 mx F /100 sl M / 800 sl F/ 800 sl M

– domenica mattina dalle 9 (riscaldamento dalle 8 alle 8.45): 100 mx M / 400 sl F / 50 do M / 50 fa F / 200 sl M / 50 ra F / 100 ra M/ 400 mx F / 100 fa M

– domenica pomeriggio dalle 15 (riscaldamento dalle 14 alle 14.45): 200 fa F / 200 do M / 200 ra F / 50 sl M / 100 do F / 200 mx M /100 sl F 1500 sl F/ 1500 sl M

 

Secondo regolamento, sono ammessi alla Coppa Tokyo atleti delle categorie Ragazzi, Junior, Cadetti e Senior. La suddivisione in batterie e le classifiche non prevedono divisioni in base alla categoria. Le partenze, ad eccezione degli 800 e dei 1500 stile libero, sono effettuate dalle serie più lente a quelle più veloci. La Coppa Tokyo proseguirà con altre tre tappe, in calendario nei week end 30 novembre-1 dicembre, 11-12 gennaio e 8-9 febbraio. Per quanto riguarda gli eventi della prima parte di stagione in vasca corta, sono da ricordare il Trofeo Nico Sapio (Genova, 8-10 novembre), il Trofeo Mussi-Lombardi-Femiano (Massarosa, 16-17 novembre) e la fase regionale della Coppa Brema (21 dicembre, Torino). A dicembre è in programma anche il Campionato Italiano Open (Assoluto Invernale), che si terrà però in vasca lunga.

 

Di seguito le 19 società del nostro Comitato Regionale rappresentate nella prima tappa della Coppa Tokyo: Aosta Nuoto, Aquatica Torino, Asti Nuoto, Blu Sport Orbassano, Centro Nuoto Nichelino, Centro Nuoto Torino, CSR Granda, Dinamica Sport, Dinamica, Dynamic Sport, Nuotatori Canavesani, OASI Laura Vicuna Rivalta, Polisportiva Ovest Ticino, Polisportiva UISP River Borgaro, Rari Nantes Torino, Sisport Spa, Swimming Club Alessandria, VO2 Nuoto Torino, Vivisport UISP Fossano. Rappresentati anche GS Fiamme Oro e In Sport.

 

Regolamento della Coppa Tokyo, orari, programma e iscritti a questo link

 

Il calendario agonistico del nuoto piemontese a questo link

 

Foto LC ZONE Fotografia&Comunicazione

In arrivo 800 milioni per la linea 2 della Metropolitana

Dal Governo  828 milioni, dal 2020 al 2032, per  la linea 2 della Metropolitana di Torino. L’annuncio giunge dal viceministro dell’Economia e Finanze, Laura Castelli, che parla di “un’infrastruttura strategica per Torino e per tutta l’area metropolitana. Questo risultato  consentirà a Chiara Appendino ed alla sua Amministrazione di avviare un progetto atteso da tutta la comunità”.

Sospesa la licenza di un bar nel quartiere Campidoglio

Mercoledì è stata notificata al titolari di un esercizio pubblico ubicato in via Ghemme 9/D, da
personale del Commissariato San Donato, il provvedimento di sospensione della licenza di
Pubblica Sicurezza per 15 giorni emesso dal Questore di Torino.
Nell’ambito di un controllo straordinario del territorio effettuato la scorsa settimana da
personale del Commissariato San Donato, i poliziotti avevano riscontrato la presenza
nell’esercizio di avventori con precedenti di polizia a carico. Un simile esito si era ottenuto
in occasione di altri quattro controlli effettuati nel corso degli ultimi mesi dai quali emerge
la non occasionalità del fenomeno riscontrato. In particolare, nel mese di giugno, personale
della Squadra Volante era intervenuto nel bar e aveva tratto in arresto un cittadino
straniero che aveva ingoiato degli ovuli al loro ingresso nel bar.
Come evidenziato dai controlli, il locale risulta frequentato da cittadini stranieri spesso non
in regola sul territorio nazionale e da persone pregiudicate e pericolose per la sicurezza dei
cittadini e per l’ordine e la sicurezza pubblica, che in più occasioni, con comportamenti
irrispettosi, causano disturbo alla quiete pubblica. Alla luce di ciò, il Questore ha emesso un
provvedimento di chiusura per l’esercizio, già destinatario nello scorso aprile di un
provvedimento di sospensione della licenza.

Umbria, 5 stelle, Conte e la Dc

Com’è veloce la politica italiana. Com’è rapido il cambiamento. E, soprattutto, com’è svelto il
tramonto delle leadership. Nei partiti e fuori dai partiti. Il voto dell’Umbria ha travolto, o meglio ha
fortemente incrinato, alcune pseudo certezze che erano state costruite però sulla sabbia.
A cominciare anche dalla valenza strategica dell’alleanza tra il Partito democratico e il movimento
di Grillo e Casaleggio. E’ del tutto evidente che due elettorati storicamente, politicamente e
culturalmente agli antipodi difficilmente potevano integrarsi a livello popolare nell’arco di pochi
mesi. E questo perché le operazioni di palazzo non sempre, anzi quasi mai, sono accompagnate
da adesioni popolari e da emozioni da consenso. Il più delle volte si trasformano in autentici
boomerang per chi le promuove e per chi le teorizza. Ora, nessuno sa come procede la strada
dell’accordo politico ed elettorale tra i il Pd e i 5 stelle a livello regionale e a livello nazionale. Certo,
diventa francamente difficile nonché imbarazzante dare una valenza strategica a questa alleanza,
fuorche’ si pensi che si possa andare avanti a prescindere dall’impatto politico, culturale, elettorale
e di empatia tra i due elettorati storicamente conflittuali. Probabilmente, adesso, si tratta di porre al
centro dell’attenzione politica la questione di come si ricostruisce, seriamente, una coalizione di
centro sinistra. Ma un centro sinistra serio, riformista, di governo, popolare e non frutto di
invenzioni a tavolino e prodotto di una vera cultura politica. E’ possibile dar vita ad un progetto
politico e di governo che non sia la ripetizione di un agglomerato elettorale che manifesta, com’è
evidente, tutta la sua fragilità e la sua inconsistenza?
In secondo luogo il rapido tramonto delle leadership. Per alcuni giorni abbiamo assistito al racconto
virtuale di una somiglianza politica tra il Presidente del Consiglio Conte e la Democrazia Cristiana.
E ad alcuni suoi esponenti storici. Addirittura ad Aldo Moro… Per fortuna e’ intervenuto Ciriaco De
Mira che, con la consueta lucidità ed intelligenza, ha semplicemente detto che, al netto del
paragone, “Moro merita più rispetto…”. Ricordo questo particolare per arrivare alla conclusione che
anche nei paragoni storici e politici occorre avere maggior prudenza e un pizzico memoria prima di
avventurarsi in giudizi che rischiano di essere smentiti addirittura nell’arco di pochi giorni. I
confronti e i paragoni con la Democrazia Cristiana sono del tutto fuori luogo. E diventa anche
stucchevole continuare a dipingere in modo caricaturale l’esperienza quasi cinquantennale della
Dc. Il sentirsi “tutti democristiani” da un lato o confondere alcuni atteggiamenti opportunistici e di
mera convenienza personale e politica di oggi con lo “stile” e il “comportamento” dei dirigenti e
degli statisti democristiani dall’altro, e’ perlomeno bizzarro se non addirittura ridicolo. Evitiamo di
continuare a ridicolizzare l’esperienza della Dc che, essendo un “fatto storico” come diceva
recentemente un grande leader di quel partito come Guido Bodrato, non può che appartenere alla
storia. E, detto tra di noi, non c’è alcun confronto o alcun paragone possibili tra quella classe
dirigente, tra quel partito, tra la qualità di quel gruppo di statisti con l’attuale classe dirigente. Ad
ognuno il suo, verrebbe da dire.
In ultimo, forse è giunto anche il momento per far ritornare protagonisti la politica, il pensiero
politico e una rinnovata qualità della classe dirigente. Non si può non riprendere le recenti
esortazioni di due grandi “saggi” del passato – anche se, con le loro opinioni, esprimono una
bruciante modernità e una straordinaria capacità di analisi e di proposta – come Ciriaco De Mita e
Emanuele Macaluso. Ovvero, non si può costruire il futuro senza un pensiero politico, senza una
strategia di lungo termine e, soprattutto, senza una classe dirigente realmente attrezzata, radicata
nel territorio e con un briciolo di competenza. Senza queste precondizioni di base difficilmente si
uscirà dalla latitanza della politica, dalla difficoltà di non saper creare una visione del futuro e da
una classe dirigente alquanto approssimativa ed improvvisata. Dopo la sberla dell’Umbria – per
l’alleanza Pd e 5 stelle, com’è ovvio – non può non partire una accelerazione. Politica. Senza la
quale la caduta sarà ancora più rovinosa.

Giorgio Merlo

VERNEA 31, QUANDO LO SPAZIO DIVIENE BUSINESS D’ECCELLENZA

Uffici – spazi di coworking e area relax

Tutti i vantaggi di un coworking , senza rinunciare alla privacy di un ufficio tutto tuo !  Sala Riunioni, Open Space, Sala Relax Living ecc

Come ben noto , il Coworking  è una filosofia tipica delleconomia collaborativa che prevede la condivisione degli spazi di lavoro da parte di professionisti che hanno in comune intenti e valori. La scelta del coworking è un nuovo metodo per concepire il lavoro , permettendo di abbattere i costi fissi di gestione e di ottimizzare le spese. 

Questo metodo lavorativo nasce negli Stati Uniti  quando Brad Neuberg, programmatore informatico freelance, decise di creare il primo spazio di lavoro condiviso in cui ospitare tutti i freelance, stanchi ormai di lavorare a casa da soli e facili prede delle distrazioni dellambiente domestico. Nacque così la Hat Factory di San Francisco, il primo spazio di coworking in cui collaborare e co-creare valore per la propria professione, per la comunità e anche per se stessi.

Ormai, il mondo del lavoro non ha più confini. In questo modo si sviluppano relazioni, gli spazi diventano luoghi di business preziosi, le community prendono forma in ecosistemi e la conoscenza diventa esperienza.  Il cambiamento diviene così culturale, economico e sociale.

Il linguaggio fra le parti condivise però deve mantenere il suo equilibrio e lo stile più appropriato capace di plasmarsi con tutto linsieme se pur con tagli differenti professionali.

La differenza sta quindi nello studio approfondito di questi parametri al fine di ottenere unambiente assolutamente consono a tutte le iniziative lavorative più o meno stabili o di passaggio, una sorta di linguaggio complice nel concepire lo spazio di lavoro come paesaggio confortevole per lo stesso. Una specie di habitat naturale che mette a disposizione degli esseri viventi che lo abiteranno tutto ciò di cui avranno bisogno. Lunico impegno che si richiede è saper cogliere queste preziose opportunità traendone il maggior vantaggio competitivo possibile. Un modo per entrare in contatto con realtà e luoghi dove far convergere competenze e talenti.

In Italia, i primi spazi  di coworking sono stati aperti tra il 2008 e il 2010 , e si sono sviluppati soprattutto  nelle metropoli: in particolare a milano, città che vanta la maggior densità di queste realtà, seguita da Roma.

Attualmente a Torino nascono svariate unità abitative trasformate in spazi di coworking. Tra queste è doveroso annoverare lultima nata :  VERNEA.31

Un restyling fresco e dinamico , creato al fine di donare accoglienza stimolante e grintosa. Una realtà lavorativa assolutamente accattivante, con spazi dal design contemporaneo e professionale.  Una realtà lavorativa questa atta a stimolare successo . Un forte spirito imprenditoriale è alla base dei servizi di Vernea 31. 

Gli spazi di VERNEA 31 hanno come obiettivo quello di dare il non plus ultra della qualità e della professionalità. Limpatto visivo diviene così assolutamente compensativo per quello che sono le emozioni e il desiderio quindi di soddisfare il grande sogno dellaccoglienza più rappresentativa e piacevole.

Gli uffici, arredati con gran gusto , potranno essere operativi in tempo zero. Questa non è un effimera illusione ma realtà allo stato di fatto più immediato, al fine di poter essere subito operativi.

Sale riunioni e sale corsi hanno una capacità abitativa fino a 30 persone, accoglienti e luminose. Lallestimento prevede lavagna e fogli mobili , penne, block-notes e uno schermo.

Possibilità di domiciliazione legale per le attività in quanto consente di utilizzare lindirizzo civico di VERNEA 31 per eleggere la sede legale della propria Azienda.

Ufficio virtuale e segreteria telefonica : una soluzione ideale per ottimizzare i costi .

Servizio di domiciliazione postale, consistente nellutilizzare lindirizzo di V.31 come proprio punto di riferimento per la ricezione della corrispondenza di posta e plichi, che può essere sia personale che aziendale.

Gli spazi sono stati studiati minuziosamente , con grande cura del particolare, dallaccoglienza allingresso, allarea break , fino ad arrivare agli uffici e alle sale riunioni. Inoltre sono ideati e gestiti al fine di garantire alta qualità e massima sicurezza.

Il successo genera successo , per questo VERNEA 31 fornisce spazi per singoli  o community di lavoratori di qualsiasi genere.  Non importa essere pensatori o creativi , piuttosto che manager o liberi professionisti. Gli spazi di V 31 possono essere definiti come realizzatori : luoghi che consentano di espandere il network e di dare una forma reale e concreta alle idee e alla professionalità

Un vero e proprio grande salotto del benessere a largo raggio, nello splendore di una condivisione mirata ed elegante , assolutamente capace di generare, proprio per la cura e la progettazione studiata appositamente per le varie occasioni di business, iniziative vincenti.

Monica Di Maria di Alleri Chiusano

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VERNEA 31 – Nichelino 10042 TO – Tel. 011.6272218 – Email: segreteria@vernea31.it